Proposta di risoluzione - B7-0198/2013Proposta di risoluzione
B7-0198/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul ripristino dell'accesso alle preferenze tariffarie generalizzate per il Myanmar/Birmania

17.5.2013 - (2012/2929(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

David Martin, Vital Moreira a nome della commissione per il commercio internazionale


Procedura : 2012/2929(RSP)
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B7-0198/2013
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B7‑0198/2013

Risoluzione del Parlamento europeo sul ripristino dell'accesso alle preferenze tariffarie generalizzate per il Myanmar/Birmania

(2012/2929(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste la sue precedenti risoluzioni sul Myanmar/Birmania, in particolare quelle del 20 aprile 2012[1] e del 22 novembre 2012[2], nonché la sua risoluzione del 13 settembre 2012[3] sulla persecuzione dei musulmani rohingya in Birmania/Myanmar,

–   viste le conclusioni del Consiglio Affari esteri dell'UE del 23 aprile 2012 sul Myanmar/Birmania,

–   viste la dichiarazione congiunta del 15 giugno 2012 dell'alto rappresentante Catherine Ashton e del Commissario per il commercio Karel De Gucht, in cui si auspicava il ripristino delle preferenze commerciali per il Myanmar/Birmania nonché la dichiarazione del 6 febbraio 2013 del portavoce dell'alto rappresentante in cui si anticipava l'eventuale costituzione di una gruppo specifico UE-Myanmar/Birmania al fine di rafforzare la cooperazione economica,

–   vista la proposta della Commissione di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga il regolamento (CE) n. 552/97 del Consiglio che revoca temporaneamente l'accesso alle preferenze tariffarie generalizzate per il Myanmar/Birmania (COM(2012)0524),

–   visto il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio, del 22 luglio 2008[4] , relativo all’applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate,

–   vista la risoluzione concernente le misure sul Myanmar adottata ai sensi dell'articolo 33 della Costituzione dell'OIL, adottata dalla Conferenza internazionale del lavoro il 13 giugno 2012,

–   visto il documento del governo USA dell'11 luglio 2012 dal titolo "Reporting Requirements on Responsible Investment in Burma"[5],

–   vista la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nel Myanmar/Birmania del 25 settembre 2012,

–   viste la dichiarazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro, approvata nel 1998, e le convenzioni dell'OIL sulle norme fondamentali universali in materia di lavoro, segnatamente: l'abolizione del lavoro forzato (29 (1930) e 105 (1957)); la libertà di associazione e il diritto di contrattazione collettiva (87 (1948) e 98 (1949)); l'abolizione del lavoro minorile (138 (1973) e 182 (1999)); la non discriminazione nel lavoro (100 (1951) e 111 (1958)),

–   visto il piano d'azione per prevenire il reclutamento e l'impiego di minori da parte delle forze armate del Myanmar, sottoscritto dal governo del Myanmar/Birmania e dall'ONU il 27 giugno 2012,

–   vista la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e in particolare il suo articolo 38,

–   visti i principi guida su imprese e diritti umani delle Nazioni Unite[6] e le conclusioni del Consiglio Affari esteri dell'8 dicembre 2009[7],

–   vista la versione aggiornata dei principi direttivi dell'OCSE destinati alle imprese multinazionali del 2011,

–   viste le linee guida in materia di comunicazione delle informazioni sulla sostenibilità della Global Reporting Initiative[8],

–   visti i principi di investimento responsabile delle Nazioni Unite,

–   vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Pacchetto imprese responsabili" (COM(2011)0685),

–   visti i negoziati in atto sulla proposta della Commissione di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2004/109/CE (la direttiva sulla trasparenza) (COM(2011)0683) e la proposta della Commissione di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai bilanci annuali, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni di taluni tipi di imprese (COM(2011)0684), che modifica la direttiva 2003/51/CE (direttiva sulla contabililità),

–   vista la risoluzione del 25 novembre 2010 sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali,[9],

–   viste le sue risoluzioni del 6 febbraio 2013 sulla responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e una via verso la ripresa sostenibile e inclusiva[10], e sulla responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale affidabile, trasparente e responsabile e crescita sostenibile[11],

–   vista la prima riunione interparlamentare PE-Myanmar, tenuta dal 26 febbraio al 2 marzo 2012 e la corrispondente relazione[12],

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che nel Myanmar/Birmania la situazione dei diritti umani resta precaria nonostante i passi compiuti dal governo del presidente Thein Sein;

B.  considerando che il Myanmar/Birmania si trova in una regione geografica di grande rilevanza strategica e geopolitica specialmente per l'UE, gli Stati Uniti, la Cina, l'India e l'Australia,

C. considerando che i cambiamenti in corso stanno creando importanti opportunità per sviluppare un rapporto migliore tra l'Unione europea e il Myanmar/Birmania, assistere il processo di riforma e contribuire allo sviluppo economico, politico e sociale;

D. considerando che la Commissione ha proposto di ripristinare l'accesso alle preferenze tariffarie generalizzate per il Myanmar/Birmania alla luce delle valutazioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), secondo cui le violazioni della convenzione OIL sul lavoro forzato non sono più considerate gravi e sistematiche;

E.  considerando che secondo le stime dell'OIL in Myanmar/Birmania si contano ancora circa 5 000 bambini soldati;

F.  considerando necessario procedere con cautela, tenendo presente che, secondo la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Myanmar, permangono gravi preoccupazioni per i diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie, trasferimenti forzati, confisca di terre, impiego di bambini soldato, interventi aggressivi contro le minoranze etniche e un sistema giudiziario debole;

G. considerando che in passato numerosi settori economici del Myanmar/Birmania, tra cui quello minerario, del legname, del petrolio, del gas e della costruzione di dighe, sono stati direttamente connessi a gravi casi di violazioni dei diritti umani e degrado ambientale, rappresentando nel contempo la principale fonte di entrate per il governo militare;

H. considerando che le imprese che operano in Stati fragili e in zone di governo deboli, come il Myanmar/Birmania, sono confrontate ad un maggior rischio di causare o contribuire a determinare violazioni dei diritti umani; che pertanto sono necessarie misure speciali per evitare questo rischio, come riconosciuto dagli obblighi di notifica del governo degli Stati Uniti sugli investimenti responsabili in Myanmar/Birmania;

I.   considerando che le imprese europee, con le loro controllate e i loro subappaltatori, possono svolgere un ruolo fondamentale per la promozione e la diffusione in tutto il mondo di norme sociali e del lavoro;

J.   considerando che ogni impresa che opera in Myanmar/Birmania dovrebbe essere tenuta a soddisfare gli obblighi relativi all'osservanza degli standard internazionali in materia di diritti umani e quindi deve:

a)  attenersi ai suoi obblighi giuridici nazionali e internazionali legati alle norme vigenti nel settore dei diritti umani, dei diritti sociali, del lavoro e dell'ambiente;

b)  dar prova di un sincero impegno in materia di diritti, tutela e benessere della sua manodopera e dei cittadini in generale;

c)  rispettare la libertà di associazione e la contrattazione collettiva;

d)  astenersi dall'appropriazione di terre e dai trasferimenti forzati delle popolazioni locali;

e)  affrontare eventuali infrazioni in modo rapido ed efficace;

1.  riconosce i passi notevoli compiuti dal presidente Thein Sein e dagli altri riformatori in Myanmar/Birmania con l'introduzione di riforme democratiche nell'ultimo anno, che hanno indotto la Commissione a proporre il ripristino dell'accesso del Myanmar/Birmania alle preferenze tariffarie generalizzate; sollecita i responsabili a proseguire in via prioritaria tale processo affinché la democratizzazione piena, il consolidamento dello Stato di diritto e il rispetto di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali siano permanenti e irrevocabili;

2.  chiede di proseguire i colloqui di pace con i gruppi etnici, in particolare i katchin, e di porre fine alla repressione nei confronti dei rohingya, ai quali sono ancora negati i diritti di cittadinanza;

3.  sollecita il governo del Myanmar/Birmania ad aderire ai principi della buona governance e a rilasciare tutti i prigionieri politici ancora detenuti senza indugio e senza condizioni; chiede inoltre al governo del Myanmar/Birmania di garantire il rispetto della libertà di opinione e di espressione, di riunione e di associazione, di continuare la stretta collaborazione con organizzazioni quali l'OIL al fine di eliminare il lavoro forzato e di garantire che l'applicazione delle leggi in materia di organizzazioni dei lavoratori e manifestazioni e riunioni pacifiche sia in linea con le norme internazionali sui diritti umani;

4.  osserva l'attuazione della legge sugli investimenti esteri nel novembre 2012, che prevede una liberalizzazione senza precedenti dell'economia; sottolinea l'importanza di ratificare il memorandum d'intesa dell'OIL, firmato dal ministro del Lavoro birmano, con lo scopo di porre fine al lavoro forzato entro il 2015, nonché di attuare il piano per adottare leggi anticorruzione e in materia di imposizione fiscale;

5.  riconosce che, in ragione del lungo periodo di governo militare che ha permeato e strutturato tutti i settori della società birmana, e nonostante le iniziative importanti di democratizzazione, i cambiamenti sono lenti e richiedono il sostegno e l'aiuto internazionale;

6.  esprime profonda preoccupazione riguardo alle relazioni che indicano che il reclutamento forzato di bambini nei ranghi del Tatmadaw Kyi (esercito del Myanmar) e delle forze della guardia di confine non è cessato e invita pertanto il governo del Myanmar/Birmania ad attuare rapidamente tutti gli elementi del piano d'azione sui bambini soldato, che è stato firmato dalle Nazioni Unite, e a far sì che la protezione dei bambini assuma una priorità elevata nell'agenda delle riforme;

7.  invita il governo del Myanmar/Birmania a garantire che gli agricoltori e le comunità siano tutelati contro la confisca dei terreni e le espropriazioni forzate, in linea con le norme internazionali; rileva le preoccupazioni riguardo alla Costituzione e alle leggi sui terreni agricoli e sulla gestione dei terreni liberi, incolti e vergini, che autorizzano il governo a confiscare terreni per progetti che secondo quest'ultimo sono di "interesse nazionale", permettendo al governo di utilizzare tutti i terreni "liberi", alcuni dei quali sono occupati e forniscono sostentamento alle comunità; osserva altresì che uomini d'affari con le giuste conoscenze stanno intraprendendo azioni giudiziarie per registrare tali terreni a proprio nome;

8.  sottolinea l'importanza del programma di assistenza della Commissione relativo al commercio a breve termine che inizierà nel 2013; invita il governo del Myanmar/Birmania a rafforzare le proprie istituzioni e politiche commerciali, tenuto conto dei loro effetti positivi sull'economia del paese, e ad adottare tutte le misure necessarie a massimizzare i vantaggi dell'assistenza dell'UE in materia commerciale e del ripristino delle preferenze "Tutto tranne le armi";

9.  chiede un aumento degli aiuti bilaterali dell'UE per lo sviluppo destinati al Myanmar/Birmania nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e invita il governo del Myanmar/Birmania a promuovere e sostenere azioni nei principali ambiti di competenza dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), ovvero consolidamento della democrazia, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; rileva, a tale riguardo, l'attività del centro per la pace del Myanmar finanziato dall'UE; si attende che il governo del Myanmar/Birmania accetti e faciliti l'apertura di un ufficio regionale dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani con pienezza di mandato, poiché il paese non ha soltanto bisogno di assistenza tecnica, ma anche di un meccanismo per monitorare da vicino il rispetto dei diritti umani;

10. prende nota della decisione l'Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (ASEAN) di accettare la candidatura del Myanmar/Birmania alla presidenza dell'organizzazione nel 2014 quale segnale di rinnovata fiducia nel paese;

11. sottolinea la necessità che il governo del Myanmar/Birmania rafforzi le proprie istituzioni e politiche commerciali, definisca un piano di rafforzamento delle leggi anticorruzione e sull'imposizione fiscale e istituisca un quadro per le imprese, in linea con le norme internazionali in materia di responsabilità sociale e ambientale delle imprese;

12. accoglie con favore l'impegno del governo del Myanmar/Birmania ad aderire all'Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI), che imporrà al governo di divulgare le entrate ottenute dalle industrie estrattive e dalle attività economiche; invita inoltre il governo del Myanmar/Birmania ad agire quanto più rapidamente possibile per conformarsi pienamente all'EITI, attraverso il soddisfacimento di tutti i requisiti pertinenti, prevedendo nel contempo il pieno coinvolgimento della società civile nel processo;

13. riconosce che il commercio e gli investimenti responsabili e sostenibili - anche con l'Unione e da essa provenienti - possono sostenere gli sforzi intrapresi dal Myanmar/Birmania per combattere la povertà e garantire che più ampi settori della popolazione possano beneficiare delle misure adottate; rileva, tuttavia, che ciò deve esser fatto promuovendo l'attuazione dei più elevati standard di integrità e responsabilità sociale delle imprese, come stabilito nelle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali, nei principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani e nella strategia dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese (COM(2011)0681);

14. ritiene che la divulgazione di informazioni agli investitori e ai consumatori costituisca un elemento chiave della responsabilità sociale delle imprese (RSI) e debba essere fondata su principi sociali e ambientali facilmente applicabili e misurabili; sottolinea l'importanza di questo elemento anche al fine di proteggere il valore a lungo termine degli investimenti europei; chiede che tale divulgazione si basi fermamente sul sostegno dei principi di investimento responsabile delle Nazioni Unite e del principio di rendicontazione integrata;

15. prende atto dei passi positivi compiuti nell'ambito dell'attuale riforma della direttiva sulla trasparenza e della direttiva sulla contabilità nell'affrontare la questione della RSI bilanciando la legittima ricerca di trasparenza e responsabilità con l'onere che la rendicontazione comporta per le società interessate; sostiene con forza la proposta legislativa per una rendicontazione paese per paese basata sulle norme dell'EITI e per una rendicontazione su vendite e profitti, nonché imposte ed entrate, al fine di scoraggiare la corruzione e prevenire l'elusione fiscale; sottolinea che tale rendicontazione paese per paese dovrebbe riguardare settori che, nel Myanmar/Birmania, sono stati collegati direttamente alle violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani e alla distruzione ambientale, tra cui quello minerario, del legname, del petrolio e del gas;

16. invita le grandi imprese europee che operano nel Myanmar/Birmania a riferire in merito alle loro politiche e procedure di dovuta diligenza relative ai diritti umani, ai diritti dei lavoratori e all'ambiente, nonché riguardo alla loro applicazione;

17. invita la Commissione a monitorare gli impegni assunti dalle imprese dell'UE nell'ambito dei principi e degli orientamenti della RSI riconosciuti a livello internazionale, in linea con la sua comunicazione sulla strategia dell'UE in materia di RSI, nonché degli eventuali requisiti volontari che potrebbero essere adottati unilateralmente dalle imprese dell'UE, e a definire orientamenti sui diritti umani per i settori del petrolio e del gas;

18. invita la Commissione a continuare a monitorare gli sviluppi nel Myanmar/Birmania per quanto riguarda il lavoro forzato e le altre violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani, e a reagire a tali sviluppi in conformità delle procedure e dei meccanismi in vigore, comprese, se del caso, rinnovate proposte di revocare le preferenze commerciali;

19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al governo e al parlamento del Myanmar/Birmania.