Proposta di risoluzione - B7-0307/2013Proposta di risoluzione
B7-0307/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Turchia

11.6.2013 - (2013/2664(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Hannes Swoboda, Libor Rouček, Raimon Obiols, Ana Gomes, Richard Howitt, Maria Eleni Koppa, María Muñiz De Urquiza, Emine Bozkurt, Boris Zala, Michael Cashman, Pino Arlacchi a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0305/2013

Procedura : 2013/2664(RSP)
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B7-0307/2013
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B7-0307/2013
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B7‑0307/2013

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Turchia

(2013/2664(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 18 aprile 2013 sulla relazione 2012 sui progressi compiuti dalla Turchia[1],

–   vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–   visto il quadro negoziale per la Turchia del 3 ottobre 2005,

–   viste la decisione 2008/157/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l'adesione con la Repubblica di Turchia[2] ("partenariato per l'adesione"), nonché le precedenti decisioni del Consiglio, del 2001, 2003 e 2006, sul partenariato per l'adesione,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando l'eccessivo ricorso alla violenza da parte della polizia turca, approvato dalle autorità politiche, in seguito alla reazione legittima e pacifica dei cittadini di Istanbul al progetto immobiliare nel Taksim Gezi Park della città (la prevista realizzazione delle caserme militari Taksim e di un centro commerciale) di venerdì 31 maggio 2013;

B.  considerando che l'intervento eccessivamente violento della polizia, inizialmente a Istanbul e in seguito anche in altre città, costituisce una violazione del diritto a riunirsi e manifestare pacificamente; che, secondo quanto riferito, tre persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite a seguito dell'intervento della polizia; che hanno preso parte alle manifestazioni persone appartenenti a diverse fasce della società turca e che tali manifestazioni hanno ottenuto un ampio sostegno;

C. considerando che contro i manifestanti è stato fatto un massiccio uso di gas lacrimogeni e che i candelotti lacrimogeni sono stati lanciati direttamente contro le persone, causando lesioni gravi, il che costituisce una chiara violazione dei principi di necessità e proporzionalità; che in diverse occasioni le autorità hanno impedito ai manifestanti feriti di accedere alle cure mediche;

D. considerando che la dura condanna da parte del governo turco, e in particolare del primo ministro Erdogan, sembra aver avuto un effetto controproducente alimentando ulteriormente le proteste;

E.  considerando che l'articolo 34 della Costituzione turca garantisce il diritto a organizzare riunioni e manifestazioni pacifiche e senza l'uso di armi; che l'articolo 26 di detta Costituzione garantisce la libertà di espressione e gli articoli 27 e 28 garantiscono la "libertà di espressione" e la "libera divulgazione del pensiero";

F.  considerando che le proteste costituiscono anche un segno della preoccupazione di importanti fasce della società turca in merito a recenti decisioni e atti legislativi, che sono visti come tentativi di imporre ai cittadini lo stile di vita preferito dal governo nonché come retorica politica di marginalizzazione e discriminazione nei confronti di diversi gruppi della società in base al loro modo di vivere e al loro credo;

G. considerando che i mezzi di comunicazione convenzionali sono rimasti in silenzio per quanto concerne le manifestazioni e che alcuni utenti di Twitter sono stati arrestati;

1.  condanna duramente l'eccessivo uso della forza da parte della polizia turca nel reagire alle proteste pacifiche e legittime al Gezi Park di Istanbul; porge le sue condoglianze alle famiglie dei manifestanti e del poliziotto che hanno perso la vita durante le proteste; invita le autorità turche a condurre indagini approfondite sulla violenza da parte della polizia e ad assicurare i responsabili alla giustizia;

2.  esorta le autorità turche a garantire e rispettare il diritto alla libertà di espressione e di riunione e manifestazione pacifica di tutti i cittadini; invita a rilasciare immediatamente tutti i manifestanti pacifici arrestati e chiede informazioni in merito al numero esatto di detenuti e feriti;

3.  condanna le dichiarazioni rilasciate dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, con cui ha dichiarato infondate le legittime preoccupazioni dei manifestanti pacifici e dei loro sostenitori, fatto incompatibile con i valori di una società veramente pluralista e democratica; avverte che l'intensificarsi della retorica ostile e delle minacce sta aggravando la polarizzazione della società turca, accrescendo il rischio di disordini civili e pregiudicando le prospettive di consolidamento democratico; sottolinea la particolare responsabilità del primo ministro Erdogan nell'allentare le tensioni e nel dare ascolto agli oppositori; plaude alla risposta costruttiva del Presidente della Repubblica, Abdullah Gül, e alle scuse rivolte ai manifestanti feriti dal viceprimo ministro Bulent Arinc; esorta il governo ad avviare immediatamente un dialogo con i manifestanti pacifici;

4.  sottolinea che l'eliminazione dell'uso eccessivo della forza, della tortura e dei maltrattamenti sarà possibile solo se si porrà fine alla cultura dell'impunità tra le forze dell'ordine turche; sottolinea la necessità di una formazione continua e intensiva delle forze di polizia e degli esponenti della magistratura, sia in sede di istruzione formale sia durante le loro carriere attive, in merito all'attuazione del protocollo di Istanbul (una serie di orientamenti a livello internazionale in materia di tortura e maltrattamenti) nonché al primato dei diritti e delle libertà individuali;

5.  ricorda alla Turchia che in una democrazia inclusiva e pluralista tutti i cittadini dovrebbero sentirsi rappresentati e che la maggioranza ha la responsabilità di coinvolgere l'opposizione e la società civile nel processo decisionale;

6.  sottolinea il ruolo cruciale di un sistema di controlli ed equilibri nella governance di uno Stato democratico moderno, che deve fondarsi sul principio della separazione dei poteri e sull'equilibrio tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario, sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione e la libertà di stampa, e su una cultura politica partecipativa che rifletta realmente il pluralismo di una società democratica;

7.  ricorda che la libertà di espressione e il pluralismo dei media sono al centro dei valori europei e che una società veramente democratica, libera e pluralista esige una vera libertà di espressione; ricorda che la libertà di espressione non si applica solo alle informazioni o alle idee accolte favorevolmente o considerate inoffensive, ma anche, in conformità della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, alle idee che offendono, sconcertano o disturbano lo Stato o una parte della popolazione; richiama pertanto particolare attenzione sui recenti arresti di decine di persone perché avevano utilizzato "espressioni provocatorie" nei media sociali;

8.  esprime preoccupazione per i processi in corso e i lunghi periodi di detenzione preventiva a carico, tra gli altri, di giornalisti, a motivo dei quali la Turchia è divenuta una delle più grandi prigioni per giornalisti al mondo; ribadisce il suo precedente invito alle autorità turche a completare la revisione del quadro giuridico sulla libertà di espressione e ad adeguarlo senza indugio alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo;

9.  esprime preoccupazione per il deterioramento della libertà di stampa, per alcuni atti di censura e per il diffondersi di una crescente autocensura tra i mezzi di comunicazione turchi, compreso Internet; invita il governo della Turchia a rispettare il principio della libertà di stampa; sottolinea che una stampa indipendente costituisce un elemento essenziale per una società democratica e rileva, a tale riguardo, il ruolo fondamentale del potere giudiziario nel tutelare e rafforzare la libertà di stampa, garantendo in tal modo uno spazio pubblico per un dibattito libero;

10. ritiene che l'attuale ondata di proteste evidenzi ulteriormente il bisogno di un processo costituzionale veramente inclusivo e aperto; è convinto che la stesura di una nuova Costituzione offra al governo una piattaforma unica per avviare un dialogo strutturato con i partiti di opposizione e la società civile, compresi i nuovi movimenti nati durante le proteste, allo scopo di consolidare e rafforzare la democrazia della Turchia; afferma che l'incapacità di cogliere una simile opportunità avrebbe conseguenze negative per la coesione sociale e la stabilità politica a lungo termine;

11. osserva che l'ondata di proteste senza precedenti riflette altresì la legittima preoccupazione di molti cittadini turchi che il governo stia cercando di imporre alla società turca nel suo insieme un'unica serie di valori etici e credenze religiose; ribadisce che, in un sistema politico democratico, è necessario che il governo promuova la tolleranza e assicuri la libertà di religione e di credo per tutti i cittadini; invita il governo a rispettare la pluralità e la ricchezza della società turca;

12. ritiene opportuno avviare con urgenza i capitoli 23 e 24 sui diritti fondamentali e sul sistema giudiziario nell'ambito del processo relativo ai negoziati di adesione all'Unione, quale utile strumento per rimediare alle carenze della Turchia in questi settori; rammenta il suo impegno a tenere aperto il processo negoziale;

13. è del parere che l'organizzazione di manifestazioni pacifiche e legittime di per sé testimoni la vivacità della società civile turca nonché la resilienza dei valori europei in Turchia e ritiene che ciò dovrebbe rafforzare l'impegno dell'Unione in relazione alla prospettiva europea del paese;

14. avverte che le violente repressioni da parte della polizia minano la credibilità del ruolo regionale della Turchia quale leader del cambiamento democratico tra i paesi del vicinato meridionale; ritiene che i recenti eventi ridimensionino la legittimità e l'attrattiva dell'AKP quale modello autoproclamato per i partiti democratici nascenti e futuri nel Nord Africa e nel Medio Oriente;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, al Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.