Proposta di risoluzione - B7-0362/2013Proposta di risoluzione
B7-0362/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Egitto

2.7.2013 - (2013/2697(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Cristian Dan Preda, Bernd Posselt, Tokia Saïfi, Mário David, Roberta Angelilli a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0362/2013

Procedura : 2013/2697(RSP)
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B7-0362/2013
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B7‑0362/2013

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Egitto

(2013/2697(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sull'Egitto,

–   vista la dichiarazione comune rilasciata il 5 giugno 2013 dall'alto rappresentante Catherine Ashton e dal Commissario Štefan Füle sui verdetti emessi in Egitto nel quadro del processo a carico di ONG,

–   viste le dichiarazioni dell'alto rappresentante Catherine Ashton del 2 giugno 2013 sulla nuova legge relativa alle ONG in Egitto, del 20 giugno 2012 sulla situazione politica in Egitto, del 13 settembre 2012 sul lancio di una nuova task force UE-Egitto, del 5 dicembre 2012 in cui si chiede un dialogo politico nazionale e del 25 dicembre 2012 sul referendum relativo al progetto di Costituzione in Egitto, nonché la dichiarazione del portavoce dell'alto rappresentante, in data 25 gennaio 2013, sui morti di Porto Said, in Egitto,

–   viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 27 febbraio 2012, del 25 giugno 2012, del 31 gennaio 2013 e dell'8 febbraio 2013 sull'Egitto,

–   visti l'Accordo di associazione UE-Egitto del 2001 (entrato in vigore nel 2004), rafforzato dal piano di azione e dalla politica europea di vicinato (PEV) definita nel 2007, nonché la relazione della Commissione del 20 marzo 2013 sullo stato di avanzamento della sua messa in atto,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo dell'8 febbraio 2013 sulla "primavera araba",

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, di cui l'Egitto è firmatario,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il 30 giugno 2013 diversi milioni di egiziani hanno manifestato in tutto l'Egitto chiedendo le dimissioni del Presidente Morsi; che durante i disordini almeno 16 persone sono rimaste uccise e numerose centinaia ferite;

B.  considerando che, in occasione di una dichiarazione televisiva rilasciata il 1° luglio 2013, il ministro della Difesa e capo delle forze armate del paese, generale Abdel Fattah al-Sisi, ha detto che l'esercito accordava al governo e all'opposizione 48 ore per soddisfare le richieste della popolazione e che, in caso contrario, sarebbe esso stesso intervenuto per restaurare l'ordine e annunciare una road map di misure da porre in atto sotto controllo militare;

C. considerando che il 4 giugno 2013 un tribunale egiziano ha condannato – nella maggior parte dei casi in contumacia – a pene che vanno da 1 a 5 anni di carcere 43 operatori della società civile appartenenti a organizzazioni non governative (ONG) internazionali – fra cui Freedom House, l'Istituto repubblicano internazionale, l'Istituto democratico nazionale, il Centro internazionale per i giornalisti e la Fondazione Konrad Adenauer – i quali erano stati tradotti in giustizia nel dicembre 2011; che il tribunale ha altresì disposto la chiusura di uffici e la confisca di beni appartenenti a numerose ONG in Egitto;

D. considerando che il progetto di legge sulle ONG deve rispettare le norme internazionali in materia di diritti umani e soddisfare le aspirazioni del popolo egiziano;

E.  considerando che il progetto di legge sulle ONG internazionali impone pesanti controlli da parte del governo e forti restrizioni alle attività e al finanziamento dei gruppi civili, e che tutto ciò è contrario alla transizione democratica e al diritto di libertà di associazione sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici di cui l'Egitto è firmatario;

F.  considerando che la società civile ha un ruolo fondamentale da svolgere nella transizione democratica nel suo complesso e che le deve essere consentito di operare liberamente; che il diritto di associazione va di pari passo con il diritto di accedere ai finanziamenti e dipende da esso;

G. considerando che si nutrono crescenti preoccupazioni dinanzi alle restrizioni imposte alla libertà di credo e di religione, e, per quanto attiene alle attività di giornalisti e blogger, alla libertà di opinione e di espressione;

H. considerando che l'UE ha lavorato attivamente con la società civile egiziana sviluppando numerosi progetti significativi intesi a promuovere la pace, la democrazia e i diritti umani universali;

I.   considerando che in una recente relazione speciale della Corte dei conti europea intitolata "La cooperazione UE con l'Egitto in materia di governance" si afferma che negli ultimi anni gli interventi dell'Unione a sostegno dei diritti umani e della democrazia hanno conseguito scarsi progressi nel paese e che, dopo la rivolta, non sono state prese nuove iniziative di rilievo per affrontare il problema dei diritti umani fondamentali, mentre le misure adottate hanno avuto un impatto ridotto;

J.   considerando che l'Egitto è un partner essenziale dell'Unione europea nel Mediterraneo meridionale; che gli sviluppi politici, economici e sociali in Egitto hanno implicazioni significative per l'intera regione nonché al di là di essa;

1.  invita tutte le parti a ricercare un dialogo pacifico fondato sulla tolleranza, l'inclusione e la non violenza, e a compiere ogni sforzo possibile in vista della riconciliazione, al fine di promuovere incessantemente la transizione democratica del paese;

2.  invita il governo egiziano a rispettare e ad adempiere i propri obblighi internazionali, a garantire i diritti umani universali e le libertà fondamentali e a proteggere il diritto alla libertà di associazione e di espressione, anche per quanto concerne le ONG internazionali;

3.  dà il proprio fermo appoggio alla società civile indipendente egiziana come parte degli impegni assunti nel quadro della nuova politica europea di vicinato;

4.  chiede che il progetto di legge sulle associazioni sostenga e tuteli il diritto alla libertà di associazione e di espressione, legittimi il ruolo della società civile nel paese e soddisfi le aspirazioni del popolo egiziano alla democrazia, sancite in modo specifico nella nuova Costituzione egiziana; chiede che si compiano sforzi mirati per garantire il pieno godimento di tali diritti;

5.  invita il governo egiziano a rispettare e a garantire il ruolo della società civile durante l'intero processo di transizione democratica;

6.  invita il governo egiziano a dimostrare il proprio impegno in vista della riforma democratica provvedendo a sostituire il progetto di legge attuale con un altro progetto che promuova il diritto alla libertà di associazione e di espressione, in linea con le norme internazionali e con gli obblighi contratti dall'Egitto;

7.  sottolinea il lavoro rilevante e di grande qualità che queste organizzazioni non governative internazionali hanno svolto al fine di promuovere la pace, la democrazia e i diritti umani nel paese;

8.  ribadisce la propria solidarietà al popolo egiziano in questo importante periodo di transizione e sottolinea che il processo di cambiamento democratico necessita di un impegno e di sforzi intensi; riconferma il proprio pieno sostegno al proseguimento della transizione democratica in Egitto;

9.  sollecita il vicepresidente/alto rappresentante e la Commissione a sviluppare il principio "more for more", mettendo un accento particolare sulla società civile e sui diritti delle donne e delle minoranze, in modo più coerente e pratico, includendo condizioni e parametri di riferimento chiari riguardo alle riforme democratiche e al rispetto dei diritti umani e delle libertà, quale elemento centrale della politica europea di vicinato rivista e nelle relazioni dell'UE con l'Egitto;

10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al governo della Repubblica araba d'Egitto.