Proposta di risoluzione - B7-0378/2013Proposta di risoluzione
B7-0378/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sui presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in paesi europei da parte della CIA

4.9.2013 - (2013/2702(RSP))

presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B7‑0215/2013 e B7‑0216/2013
a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento

Rebecca Harms, Daniel Cohn-Bendit, Hélène Flautre a nome del gruppo Verts/ALE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0378/2013

Procedura : 2013/2702(RSP)
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Ciclo del documento :  
B7-0378/2013

B7‑0378/2013

Risoluzione del Parlamento europeo sui presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in paesi europei da parte della CIA

(2013/2702(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   vista la sentenza del 13 dicembre 2012 con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia per l'"estrema gravità" delle sue violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (articoli 3, 5, 8 e 13) in occasione della consegna straordinaria di Khaled El-Masri,

–   visti i seguenti procedimenti pendenti dinanzi alla CEDU: Al-Nashiri/Polonia, Abu Zubaydah/Lituania, Abu Zubaydah/Polonia e Nasr e Ghali/Italia; visti il ricorso presentato dal sig. al Nashiri contro la Romania nell'agosto 2012 e quello presentato dallo Human Rights Monitoring Institute (HRMI) e dall'Open Society Justice Initiative contro la Lituania nel dicembre 2012 per la violazione del loro diritto all'informazione e del diritto a un ricorso effettivo,

–   vista la sentenza del settembre 2012 con cui la Corte suprema di Cassazione italiana ha confermato la condanna di 23 cittadini statunitensi coinvolti nel rapimento di Abu Omar nel 2003, tra cui l'ex capo centro della CIA a Milano Robert Seldon Lady, condannato a nove anni di reclusione,

–   vista la decisione del febbraio 2013 con cui la Corte d'appello di Milano ha condannato altri tre agenti della CIA[1], che in precedenza si riteneva fossero protetti da immunità diplomatica, a pene detentive da sei a sette anni; vista la decisione con cui la medesima Corte ha condannato anche Nicolò Pollari, ex direttore del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (SISMI), a dieci anni di reclusione, l'ex vicedirettore del SISMI, Marco Mancini, a nove anni e tre agenti del SISMI a sei anni ciascuno,

–   vista la decisione del 5 aprile 2013 con cui il Presidente della Repubblica italiana Napolitano ha concesso la grazia al colonnello americano Joseph Romano, che era stato condannato in Italia per la sua partecipazione al rapimento ivi eseguito ai danni di Abu Omar; vista la lettera inviata dai relatori al Presidente Napolitano nel luglio 2013 per ottenere spiegazioni al riguardo,

–   vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2012 dal titolo "Presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in paesi europei da parte della CIA: seguito della relazione della commissione TDIP del Parlamento europeo (2012/2033(INI)"[2],

–   visti i documenti trasmessi al relatore dalla Commissione, tra cui lettere non specifiche per paese inviate nel marzo 2013 a tutti gli Stati membri, a cui solo pochi di questi hanno risposto (Finlandia, Ungheria, Spagna e Lituania),

–   viste le sue risoluzioni su Guantánamo, compresa la più recente, del 23 maggio 2013, dal titolo "Guantánamo: sciopero della fame dei prigionieri"[3],

–   vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2012 sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea (2010-2011)[4],

–   viste le lettere inviate dal relatore nel novembre 2012 ai procuratori e ai capi di Stato della Romania, della Polonia e della Lituania, recanti le raccomandazioni specifiche per paese formulate nella risoluzione del Parlamento, a cui non ha risposto nessuno degli Stati membri interessati,

–   visti i dati di volo ricevuti da Eurocontrol fino al settembre 2012,

–   vista la richiesta di collaborazione per la comunicazione dei dati di volo inviata dal relatore all'Agenzia per la sicurezza della navigazione aerea in Africa e Madagascar (ASECNA) nell'aprile 2013, nonché la risposta positiva dell'Agenzia pervenuta nel giugno 2013,

–   viste le conclusioni del Consiglio sui diritti fondamentali e lo Stato di diritto e sulla relazione 2012 della Commissione sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (Lussemburgo, 6 e 7 giugno 2013),

–   visto il "Programma di Stoccolma – Un'Europa aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini (2010-2014)",

–   visto il discorso d'apertura dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, Navi Pillay, in occasione della 23aª sessione del Consiglio dei diritti umani (Ginevra, maggio 2013), che ha citato la suddetta risoluzione del Parlamento dell'11 settembre 2012, chiedendo "indagini credibili e indipendenti" in quanto "primo passo fondamentale verso l'assunzione di responsabilità" e invitando "gli Stati a inserire tale questione tra le priorità",

–   vista la relazione annuale del 2013[5] del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell'ambito della lotta contro il terrorismo, Ben Emmerson, che cita l'attività del Parlamento e sostiene alcune delle raccomandazioni formulate nella suddetta risoluzione dell'11 settembre 2012,

–   visto l'elevato numero di notizie pubblicate dai media e di inchieste giornalistiche su questo argomento, segnatamente l'indagine trasmessa dal canale televisivo rumeno Antena 1 nell'aprile 2013,

–   viste le ricerche e le indagini condotte in particolare dalle organizzazioni Interights, Redress e Reprieve, nonché le relazioni elaborate in seguito all'approvazione della risoluzione del Parlamento da ricercatori indipendenti, organizzazioni della società civile e organizzazioni non governative nazionali e internazionali, in particolare la relazione dell'Open Society Justice Initiative sul tema "Globalizzazione della tortura: detenzione segreta e consegne straordinarie della CIA" (febbraio 2013), lo studio indipendente e bipartisan condotto negli Stati Uniti dalla task force per il trattamento dei detenuti del Constitution Project (aprile 2013), la banca dati dei voli di consegna pubblicata sul sito web del progetto accademico britannico The Rendition project (maggio 2013), la relazione di Amnesty International sul tema "Rivelare la verità: partecipazione della Polonia alle detenzioni segrete della CIA" (giugno 2013) e la lettera inviata da Human Rights Watch alle autorità lituane (giugno 2013),

–   viste le interrogazioni presentate al Consiglio e alla Commissione sui presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in paesi europei da parte della CIA (O‑00079/2013 – B7-0215/2013 e O-000080/2013 – B7-0216/2013),

–   visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il Parlamento ha condannato i programmi di consegna e detenzione segreta della CIA guidati dagli Stati Uniti, che hanno comportato molteplici violazioni dei diritti umani, tra cui casi di detenzione arbitraria e illegale, tortura e altri maltrattamenti, violazioni del principio di non respingimento e sparizioni forzate mediante l'utilizzo dello spazio aereo e del territorio europei da parte della CIA; che il Parlamento ha più volte ribadito la necessità di indagini a tutto campo sulla collaborazione dei governi e delle agenzie nazionali ai programmi della CIA;

B.  considerando che il Parlamento si è impegnato a proseguire nell'adempimento del mandato conferitogli dalla commissione temporanea a norma degli articoli 2, 6 e 7 del TUE e ha incaricato le commissioni competenti a riferire in Aula sull'argomento un anno dopo l'adozione della suddetta risoluzione dell'11 settembre 2012, dal momento che ritiene fondamentale valutare in che misura siano state attuate le raccomandazioni approvate dal Parlamento;

C. considerando che è essenziale garantire l'assunzione delle responsabilità in relazione alle consegne straordinarie al fine di proteggere e promuovere efficacemente i diritti umani nelle politiche interne ed esterne dell'UE e di assicurare politiche di sicurezza legittime ed efficaci fondate sullo Stato di diritto; che le istituzioni dell'Unione hanno recentemente avviato un dibattito sulle modalità con cui l'UE può proteggere e promuovere più efficacemente i diritti fondamentali e lo Stato di diritto;

D. considerando che il Consiglio o la Commissione non hanno dato un seguito concreto alle raccomandazioni del Parlamento;

E.  considerando che le autorità lituane hanno ribadito il proprio impegno, qualora dovessero emergere nuovi elementi, a riaprire l'indagine penale sulla partecipazione della Lituania al programma della CIA, ma non hanno ancora provveduto in tal senso; che nelle loro osservazioni alla CEDU nel procedimento di Abu Zubaydah, le autorità lituane hanno mostrato gravi lacune nelle indagini e l'incapacità di cogliere il significato delle nuove informazioni; che la Lituania esercita la presidenza del Consiglio dell'Unione europea nel secondo semestre del 2013;

F.  considerando che l'indagine approfondita trasmessa dal canale televisivo Antena 1 nell'aprile 2013 ha fornito ulteriori indicazioni sul ruolo centrale della Romania nella rete di carceri; che l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Ioan Talpeş ha dichiarato che la Romania ha fornito sostegno logistico alla CIA; che un ex senatore rumeno ha riconosciuto i limiti della precedente inchiesta parlamentare e ha invitato gli inquirenti ad avviare un procedimento giudiziario;

G. considerando che l'11 giugno 2013 i procuratori polacchi hanno ricevuto un'istanza di riconoscimento ufficiale come parte civile per un terzo uomo, lo yemenita Walid Mohammed Bin Attash, dato che è stato arrestato illegalmente in Pakistan nel 2003 e tenuto prigioniero in un carcere segreto in Polonia dal giugno al settembre 2003 e che ora è detenuto a Guantánamo; che i procuratori polacchi hanno prorogato le indagini penali avviate cinque anni fa fino all'ottobre 2013;

H. considerando che le autorità britanniche continuano a procrastinare l'azione giudiziaria sul caso avanzato dal libanese Abdel Hakim Belhadj, consegnato per fini di tortura dalla Cia alla Libia con l'assistenza britannica, e hanno manifestato l'intenzione di occuparsi del caso mediante nuovi procedimenti segreti;

I.   considerando che nel dicembre 2012 l'Italia ha spiccato un mandato di arresto internazionale contro Robert Seldon Lady, arrestato a Panama nel luglio 2013; che la successiva richiesta di estradizione avanzata dall'Italia non è stata accolta da Panama e che Robert Seldon Lady è stato consegnato agli Stati Uniti nel luglio 2013; che il 5 aprile 2013 il Presidente della Repubblica italiana Napolitano ha deciso di concedere la grazia al colonnello americano Joseph Romano, il quale era stato condannato da un tribunale italiano per le sue responsabilità nel caso del sequestro di Abu Omar in Italia;

J.   considerando che nel 2012 l'Ombudsman parlamentare finlandese ha avviato un'indagine sull'uso del territorio e dello spazio aereo finlandesi e dei sistemi di registrazione dei dati di volo in connessione con il programma di consegne della CIA, inviando per iscritto una dettagliata richiesta di informazioni a 15 agenzie governative e chiedendo anche alle autorità lituane di fornire informazioni specifiche sui voli interessati;

K. considerando che l'indagine condotta dalla Danimarca fino al maggio 2012 non costituisce un'indagine indipendente, imparziale, completa ed efficace come richiesto dal diritto e dalle norme internazionali in materia di diritti umani, alla luce della mancanza di poteri sufficienti e a causa del suo ambito di applicazione limitato;

L.  considerando che solo nove paesi hanno risposto alle lettere inviate, tra gli altri, ad alcuni Stati membri dell'UE dalle procedure speciali delle Nazioni Unite, con la richiesta di informazioni supplementari a seguito dello studio comune delle Nazioni Unite sulle pratiche globali in relazione alla detenzione segreta nel contesto della lotta al terrorismo[6];

M. considerando che il Presidente degli Stati Uniti Obama ha ribadito il suo impegno a chiudere Guantánamo, annunciando il 23 maggio 2013 di voler riattivare il rilascio dei detenuti e revocare la moratoria sulla liberazione di prigionieri yemeniti il cui ritorno nel paese era già ritenuto sicuro, nonostante le resistenze del Congresso USA; considerando che le autorità statunitensi devono onorare i loro obblighi internazionali e avviare un'azione penale contro Robert Seldon Lady;

1.  esprime profondo rammarico per la mancata attuazione delle raccomandazioni contenute nella sua citata risoluzione dell'11 settembre 2012, in particolare da parte del Consiglio, della Commissione, dei governi degli Stati membri, dei paesi candidati e associati, della NATO e delle autorità statunitensi, soprattutto alla luce delle gravi violazioni dei diritti umani subite dalle vittime dei programmi della CIA;

2.  ritiene che il clima di impunità concernente i programmi della CIA abbia favorito il protrarsi delle violazioni dei diritti fondamentali nelle politiche antiterroristiche dell'UE e degli USA, secondo quanto rivelato anche dalle attività di spionaggio di massa del programma di sorveglianza dell'Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dalle attività degli organismi di sorveglianza in vari Stati membri, su cui sta attualmente indagando il Parlamento;

Processo di assunzione di responsabilità negli Stati membri

3.  chiede nuovamente agli Stati membri che non hanno rispettato il proprio obbligo positivo di condurre indagini indipendenti ed efficaci, di indagare sulle violazioni dei diritti umani, tenendo conto di tutti i nuovi elementi emersi, e di divulgare tutte le necessarie informazioni su tutti i voli sospetti connessi alla CIA e ai loro territori; invita, in particolare, gli Stati membri a condurre indagini al fine di accertare se abbiano avuto luogo operazioni in cui sono state detenute persone nell'ambito del programma della CIA in strutture segrete nel loro territorio; invita gli Stati membri interessati a rispondere alle lettere inviate dalle procedure speciali delle Nazioni Unite;

4.  esorta la Lituania, che esercita attualmente la Presidenza di turno del Consiglio dell'UE e si trova pertanto nella posizione di svolgere un ruolo guida dando l'esempio, a riaprire le indagini penali sui centri di detenzione segreti della CIA e a condurre un'indagine rigorosa tenendo conto di tutte le prove valide divulgate, in particolare per quanto concerne il caso dinanzi alla CEDU di Abu Zubaydah/Lituania; chiede alla Lituania di consentire agli inquirenti di effettuare un esame esaustivo della rete dei voli di consegna e delle persone di contatto che hanno notoriamente organizzato o partecipato ai voli in questione; chiede alle autorità lituane di effettuare analisi scientifiche nel luogo di detenzione e di analizzare i tabulati telefonici; esorta tali autorità a cooperare appieno con la CEDU nei procedimenti Abu Zubaydah/Lituania e HRMI/Lituania; invita la Lituania, nell'ambito della riapertura delle indagini penali, a valutare le istanze di riconoscimento come parte civile o di partecipazione alle indagini di altre eventuali vittime; sollecita tale paese a rispondere in maniera approfondita alle richieste di informazioni di altri Stati membri dell'UE, in particolare alla richiesta di informazioni dell'Ombudsman finlandese su un volo o i voli che potrebbero collegare la Finlandia e la Lituania in una possibile rotta per le consegne;

5.  esorta le autorità rumene a individuare tutti i documenti parlamentari di inchiesta mancanti e ad avviare prontamente un'indagine indipendente, imparziale, scrupolosa ed efficace; deplora l'intransigenza e il silenzio che hanno dimostrato al riguardo e che sono incompatibili con i loro obblighi;

6.  chiede alla Polonia di proseguire le indagini sulla base di una maggiore trasparenza, segnatamente attraverso la presentazione di prove che dimostrino gli sviluppi concreti raggiunti durante le indagini, la possibilità offerta ai rappresentanti delle vittime di rappresentare significativamente i loro clienti, nonché attraverso il riconoscimento del loro diritto di accedere a tutto il pertinente materiale riservato e di esaminare il materiale raccolto; invita le autorità polacche ad avviare procedimenti penali nei confronti di qualsiasi attore statale implicato; esorta il procuratore generale polacco a riesaminare con urgenza la domanda presentata da Walid Bin Attash e a giungere a una decisione; invita la Polonia a collaborare appieno con la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) in relazione alle cause Al-Nashiri/Polonia e Abu Zubaydah/Polonia;

7.  invita le autorità britanniche a collaborare alle indagini penali in corso e a permettere la prosecuzione delle cause nella piena trasparenza e non attraverso deliberazioni segrete, onde concludere le indagini sulla consegna dei cittadini stranieri all'estero; chiede alle autorità britanniche di intraprendere un'inchiesta nel rispetto dei diritti umani relativa alla consegna, alla tortura e al maltrattamento delle persone detenute all'estero;

8.  condanna la grazie concessa da parte del Presidente della Repubblica italiana Napolitano al colonnello americano Joseph Romano, che ha contribuito alla situazione generale di impunità per coloro che sono implicati nei programmi di consegna e detenzione segreta diretti dagli Stati Uniti; incoraggia le autorità italiane a proseguire nei loro sforzi tesi a ottenere giustizia per le violazioni dei diritti umani commesse dalla CIA sul territorio italiano, insistendo sull'estradizione di Robert Seldon Lady e richiedendo quella degli altri 22 cittadini statunitensi condannati in Italia;

9.  incoraggia l'Ombudsman finlandese a portare a termine le proprie indagini sulla base della trasparenza e dell'assunzione di responsabilità e, a tal fine, esorta tutte le autorità nazionali a fornire piena collaborazione; chiede alla Finlandia di seguire qualsiasi indizio che implichi la partecipazione di attori statali finlandesi al programma di consegne;

Risposta delle istituzioni dell'Unione

10. esprime profondo rammarico per il rifiuto della Commissione di dare un seguito concreto alle raccomandazioni del Parlamento e ritiene che le lettere inviate dalla Commissione agli Stati membri non siano sufficienti ai fini dell'assunzione di responsabilità a causa del loro carattere generico;

11. ribadisce le proprie raccomandazioni specifiche alla Commissione:

–   verificare se la collaborazione al programma della CIA abbia comportato o meno la violazione di norme dell'UE, in particolare in materia di asilo e di cooperazione giudiziaria,

–   agevolare e sostenere l'assistenza giuridica e la cooperazione giudiziaria reciproche nel rispetto dei diritti umani tra le autorità responsabili delle indagini nonché la cooperazione tra gli avvocati coinvolti nell'attività di individuazione delle responsabilità negli Stati membri,

–   adottare un quadro, comprendente obblighi di segnalazione per gli Stati membri, al fine di controllare e sostenere i processi nazionali di assunzione di responsabilità,

–   adottare misure tese al rafforzamento della capacità dell'UE di impedire le violazioni dei diritti umani e porvi rimedio a livello dell'Unione, e prevedere il rafforzamento del ruolo del Parlamento,

–   presentare proposte per elaborare accordi per il controllo democratico delle attività transfrontaliere di intelligence nel contesto delle politiche di antiterrorismo dell'UE;

12. esorta le autorità lituane a cogliere l'opportunità offerta dalla presidenza del Consiglio dell'UE da parte del loro paese per garantire la piena attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione del Parlamento, inserendo la questione nell'ordine del giorno del Consiglio "Giustizia e affari interni" (GAI) prima della fine della presidenza lituana;

13. ribadisce le proprie raccomandazioni specifiche al Consiglio:

–   presentare le proprie scuse per aver violato il principio, sancito dai trattati, della cooperazione leale tra le istituzioni dell'Unione, quando ha tentato in modo inopportuno di persuadere il Parlamento ad accettare le versioni deliberatamente abbreviate dei processi verbali delle riunioni dei gruppi di lavoro COJUR e COTRA con i funzionari americani di alto livello,

–   rilasciare una dichiarazione che riconosca il coinvolgimento degli Stati membri nel programma della CIA e le difficoltà che essi hanno incontrato nel contesto delle indagini,

–   sostenere totalmente i processi di ricerca della verità e di assunzione di responsabilità negli Stati membri, trattando formalmente la questione nelle sessioni del Consiglio GAI, condividendo la totalità delle informazioni, offrendo assistenza alle indagini e, in particolare, acconsentendo alle richieste di accesso ai documenti,

–   tenere audizioni con le competenti agenzie per la sicurezza dell'UE per chiarire se fossero a conoscenza del coinvolgimento degli Stati membri nel programma della CIA e le risposte dell'UE,

–   proporre salvaguardie per garantire il rispetto dei diritti umani nella condivisione delle informazioni e una rigorosa distinzione dei ruoli tra le attività di intelligence e di applicazione della legge, affinché non sia conferita alle agenzie di intelligence la facoltà di effettuare arresti e detenzioni;

14. invita il Consiglio e la Commissione a includere, nei rispettivi programmi pluriennali successivi al Programma di Stoccolma, misure specifiche volte ad assicurare lo Stato di diritto e l'assunzione di responsabilità in merito alle violazioni dei diritti fondamentali, soprattutto da parte dei servizi di intelligence e delle autorità preposte all'applicazione della legge; chiede alla Commissione di inserire la questione relativa all'assunzione di responsabilità nell'ordine del giorno della conferenza "Assises de la justice", che si terrà nel novembre 2013;

15. rammenta che per assicurare la credibilità del Parlamento è essenziale rafforzare in modo considerevole il suo diritto d'inchiesta affinché possa indagare sulle violazioni dei diritti fondamentali nell'Unione, includendo anche la piena facoltà di sentire sotto giuramento le persone coinvolte, compresi i ministri di governo[7];

16. chiede a Eurocontrol di riconoscere, come ha fatto l'American Federal Aviation Authority, che i dati sulle tratte aeree non vanno in alcun modo considerati riservati e di trasmettere tali dati necessari ai fini della conduzione di indagini efficaci;

17. si attende un'inchiesta del Parlamento sul programma di sorveglianza dell'Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e sugli organi di sorveglianza in diversi Stati membri, al fine di proporre misure per un controllo parlamentare efficace e democratico sui servizi di intelligence;

18. esprime rammarico per i mancati progressi degli Stati membri dell'UE verso l'adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate, ad eccezione della ratifica da parte della Lituania dell'agosto 2013; chiede ai 21 Stati membri che non lo hanno ancora fatto di ratificare con urgenza la Convenzione;

19. invita il Belgio, la Finlandia, la Grecia, l'Irlanda, la Lettonia, la Lituania e la Slovacchia a ratificare, in via prioritaria, il protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (OPCAT); si rammarica per il sostegno molto limitato offerto al fondo speciale dell'OPCAT gestito dall'ONU e invita gli Stati membri dell'UE e la Commissione ad appoggiare i lavori del fondo attraverso contribuzioni volontarie ragguardevoli; esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e la Commissione a incrementare i loro sforzi per agevolare l'istituzione e l'operatività nei paesi terzi dei meccanismi nazionali di prevenzione nell'ambito dell'OPCAT;

20. chiede all'UE di esaminare attentamente i progressi compiuti dall'ex Repubblica jugoslava di Macedonia nell'attuare la decisione della CEDU nella causa El-Masri/Macedonia, sottoposta dal comitato dei ministri alla procedura migliorata nell'ambito della richiesta di adesione presentata dalla Macedonia; esorta le autorità macedoni ad avviare un'indagine penale sulla complicità di attori statali nella causa El‑Masri e assicurare che i responsabili rispondano dei loro atti;

21. invita il governo statunitense a collaborare con gli Stati membri dell'UE nell'ambito di tutte le loro richieste di informazioni o estradizione in relazione al programma della CIA; esorta gli Stati Uniti ad abbandonare i provvedimenti cautelari draconiani che impediscono ai rappresentanti legali dei detenuti di Guantánamo Bay di divulgare informazioni riguardanti eventuali dettagli della loro detenzione segreta in Europa; incoraggia il governo statunitense a portare a termine quanto prima il progetto di chiusura della prigione di Guantánamo Bay;

22. chiede agli Stati membri di accettare i detenuti di Guantánamo che hanno ottenuto l'autorizzazione al reinsediamento; chiede all'Unione europea di dare nuovo stimolo alle iniziative congiunte del 2009, fornendo un quadro per il reinsediamento dei detenuti di Guantánamo negli Stati membri dell'UE, e di avviare un dialogo sui piani concreti di cooperazione con il nuovo inviato speciale degli Stati Uniti per il trasferimento dei detenuti da Guantánamo, Clifford Sloan;

23. invita l'Agenzia per la sicurezza della navigazione aerea in Africa e Madagascar ad avviare tempestivamente una cooperazione con il Parlamento, fornendo le informazioni richieste in merito ai dati di volo;

24. invita il prossimo Parlamento (2014-2019) a proseguire nell'adempimento ed esecuzione del mandato conferitogli dalla commissione temporanea e, di conseguenza, ad assicurare che sia dato seguito alle sue raccomandazioni, a esaminare i nuovi elementi che possano emergere, nonché a utilizzare appieno e sviluppare ulteriormente i propri diritti d'inchiesta;

25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.