Proposta di risoluzione - B7-0004/2014Proposta di risoluzione
B7-0004/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul processo di integrazione europea del Kosovo

7.1.2014 - (2013/2881(RSP))

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Ulrike Lunacek a nome della commissione per gli affari esteri


Procedura : 2013/2881(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
B7-0004/2014

B7‑0004/2014

Risoluzione del Parlamento europeo sul processo di integrazione europea del Kosovo

(2013/2881(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco, del 19 e 20 giugno 2003, concernenti la prospettiva di adesione dei Balcani occidentali all'Unione europea,

–   visti il primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni, raggiunto il 19 aprile 2013 dai primi ministri Ivica Dacic e Hasim Thaci, e il piano d'azione per la sua attuazione, del 22 maggio 2013, frutto di dieci cicli di dialogo ad alto livello tra Belgrado e Pristina,

–   vista la relazione congiunta del vicepresidente/alto rappresentante e della Commissione europea, del 22 aprile 2013, al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti dal Kosovo nell'affrontare le questioni evidenziate nelle conclusioni del Consiglio del dicembre 2012 in vista di un'eventuale decisione relativa all'avvio di negoziati sull'accordo di stabilizzazione e di associazione,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno 2013 relative all'adozione della decisione che autorizza l'avvio di negoziati su un accordo di stabilizzazione e di associazione tra l'Unione europea e il Kosovo,

–   vista la comunicazione della Commissione del 10 ottobre 2012 su uno studio di fattibilità relativo a un accordo di stabilizzazione e di associazione tra l'Unione europea e il Kosovo (COM(2012)0602),

–   vista la decisione del Consiglio, del 22 ottobre 2012, che autorizza la Commissione ad avviare negoziati su un accordo quadro con il Kosovo relativo alla partecipazione ai programmi dell'Unione,

–   viste le relazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite sulle attività condotte attualmente dalla missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione temporanea del Kosovo e sui relativi sviluppi, l'ultima delle quali risale al 29 agosto 2013 e riguarda il periodo compreso tra il 23 aprile e il 15 luglio,

–   vista l'azione comune 2008/124/PESC del Consiglio, del 4 febbraio 2008, relativa alla missione dell'Unione europea sullo Stato di diritto in Kosovo (EULEX Kosovo), come modificata dall'azione comune 2009/445/PESC del Consiglio, del 9 giugno 2009, dalla decisione 2010/322/PESC del Consiglio, dell'8 giugno 2010, e dalla decisione 2012/291/PESC del Consiglio, del 5 giugno 2012,

–   viste le conclusioni delle riunioni del Consiglio Affari generali del 7 dicembre 2009, del 14 dicembre 2010 e del 5 dicembre 2011, nelle quali si sottolinea e ribadisce rispettivamente che anche il Kosovo, fatta salva la posizione degli Stati membri relativa al suo status, dovrebbe beneficiare della prospettiva di una possibile liberalizzazione del regime dei visti quando saranno soddisfatte tutte le condizioni; visti l'avvio di un dialogo sul regime dei visti nel gennaio 2012, la presentazione di una tabella di marcia per la liberalizzazione del regime dei visti nel giugno 2012 e la prima relazione della Commissione, dell'8 febbraio 2013, sui progressi del Kosovo nella realizzazione delle condizioni previste dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti (COM(2013)0066),

–   visto il dialogo strutturato sullo Stato di diritto avviato il 30 maggio 2012,

–   visto il Consiglio nazionale kosovaro per l'integrazione europea, inaugurato nel marzo 2012, che è accorpato al gabinetto del Presidente e svolge una funzione di coordinamento ad alto livello per costruire un consenso sull'agenda europea attraverso un approccio inclusivo e multipartitico,

–   visti la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia, del 22 luglio 2010, sulla questione della conformità della dichiarazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo al diritto internazionale e la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 9 settembre 2010[1] che prende atto del contenuto del parere di detta Corte e plaude alla disponibilità dell'UE a favorire il dialogo tra Belgrado e Pristina,

–   viste le dichiarazioni congiunte delle riunioni interparlamentari Parlamento europeo-Kosovo del 28 e 29 maggio 2008, del 6 e 7 aprile 2009, del 22 e 23 giugno 2010, del 20 maggio 2011, del 14 e 15 marzo 2012 e del 30 e 31 ottobre 2013,

–   vista la comunicazione della Commissione del 16 ottobre 2013 sulla strategia di allargamento e le sfide principali per il periodo 2013-2014 (COM(2013)0700),

–   viste la sua risoluzione del 22 ottobre 2013 sulla gestione di bilancio dei fondi preadesione dell'UE nei settori dei sistemi giudiziari e della lotta alla corruzione nei paesi candidati e potenzialmente candidati[2] e le osservazioni sul Kosovo ivi contenute,

–   viste le sue precedenti risoluzioni,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l'accordo raggiunto dai primi ministri Thaci e Dacic nell'aprile 2013 segna una tappa importante e rafforza la responsabilità di entrambe le parti di attuare detto accordo in buona fede, proseguire nella normalizzazione delle relazioni e portare avanti le riforme necessarie sul percorso dell'integrazione europea;

B.  considerando che 105 dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite, tra cui 23 dei 28 Stati membri dell'Unione, riconoscono l'indipendenza del Kosovo;

C. considerando che tutti gli Stati membri dell'UE sostengono la prospettiva europea del Kosovo, conformemente agli impegni assunti dall'Unione nei confronti dei Balcani occidentali e fatta salva la posizione degli Stati membri relativa allo status del Kosovo;

D. considerando che le autorità e la popolazione della Repubblica del Kosovo hanno realizzato importanti riforme politiche, amministrative ed economiche; che resta ancora molto da fare per rafforzare lo Stato di diritto, pietra angolare dello sviluppo a lungo termine, della democrazia e dell'economia sociale di mercato;

E.  considerando che il Kosovo ha aumentato la sua capacità per rispondere alle priorità del processo di integrazione europea dando seguito alle priorità a breve termine identificate dallo studio di fattibilità e preparandosi per i negoziati sull'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA);

F.  considerando che, nel contesto del dialogo sulla liberalizzazione del regime dei visti, il Kosovo ha modificato e adottato importanti atti legislativi, incluse leggi in materia di asilo, finanziamento ai partiti e tratta di esseri umani;

G. considerando che occorre profondere ulteriori sforzi per far fronte alle sfide del programma di riforma europeo in vista dell'accordo di stabilizzazione e di associazione, in particolare in settori prioritari come lo Stato di diritto, la magistratura, la pubblica amministrazione, la riforma elettorale e i diritti umani e fondamentali;

1.  si compiace della conclusione del primo accordo sui principi di normalizzazione tra i due primi ministri in data 19 aprile 2013 nonché dell'accordo sul piano di attuazione dello stesso, e sottolinea l'importanza di una piena attuazione in buona fede e in tempo utile di detto accordo; accoglie inoltre con favore l'assegnazione di fondi supplementari dell'UE nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione a sostegno dell'attuazione dell'accordo;

2.  si congratula con il vicepresidente/alto rappresentante per il lavoro svolto al fine di agevolare il dialogo tra Belgrado e Pristina;

3.  accoglie con favore l'avvio, in data 28 ottobre 2013, dei negoziati tra l'UE e il Kosovo sull'accordo di stabilizzazione e associazione; deplora tuttavia il fatto che, a causa della divisione interna in seno al Consiglio, il mandato negoziale differisca da quelli dei precedenti ASA; sottolinea che l'accordo di stabilizzazione e associazione in questione creerà forti incentivi di riforma e nuove opportunità che rafforzeranno le relazioni di vicinato del Kosovo e garantiranno una più ampia stabilizzazione della regione;

4.  pone in evidenza che le elezioni locali tenutesi il 3 novembre 2013 hanno rappresentato una prova decisiva nel processo di normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina;

5.  plaude alle prime elezioni locali che si sono svolte in Kosovo, su scala nazionale, ai sensi del diritto kosovaro il 3 novembre, il 17 novembre e il 1° dicembre, in quanto esse rappresentano un enorme passo avanti per la democrazia in Kosovo e per la fiducia dei cittadini nei processi democratici alla base del processo di normalizzazione; si rallegra del fatto che le elezioni si siano svolte in maniera complessivamente ordinata, come indicato nelle dichiarazioni preliminari della missione di osservazione elettorale dell'UE; si compiace dell'elezione della prima donna sindaco in Kosovo; ribadisce ancora una volta la necessità di incoraggiare le candidate donne a presentarsi alle elezioni future; accoglie con favore le misure adottate dalle autorità kosovare per rafforzare la fiducia nelle istituzioni del paese, come ad esempio l'introduzione di un solido meccanismo di sostegno che offre ai cittadini la possibilità di denunciare le intimidazioni e le irregolarità riscontrate durante la giornata elettorale; si compiace della cospicua affluenza alle urne nei comuni a maggioranza serba a sud del fiume Ibar quale passo avanti fondamentale verso la formazione dell'associazione dei comuni serbi;

6.  condanna fermamente la violenza e le persistenti intimidazioni verificatesi nei comuni settentrionali di Mitrovica e Zvečan; sottolinea che tali incidenti compromettono la stabilità e la sicurezza nell'intera regione ed esorta le autorità competenti ad adoperarsi al massimo per agevolare gli sforzi volti ad assicurare gli autori di violenze alla giustizia; osserva che sono necessari ulteriori e attenti sforzi per smantellare la rete di criminalità organizzata, interrompere i suoi legami con le élite politiche locali e ripristinare lo Stato di diritto nel nord del Kosovo; accoglie con favore la posizione dei leader politici serbi che hanno attivamente incoraggiato le persone di etnia serba in Kosovo a partecipare alle elezioni; deplora, tuttavia, il fatto che i leader di Belgrado non abbiano visitato il Kosovo settentrionale prima del 3 novembre;

7.  esorta le autorità del Kosovo ad adottare quanto prima, e in consultazione con la Commissione di Venezia, una nuova legge elettorale al fine di rendere più trasparenti le procedure elettorali, semplificare il voto, ristabilire la fiducia dei cittadini kosovari nel processo democratico e garantire la partecipazione della società civile al processo di riforma elettorale;

8.  osserva altresì che saranno necessari ulteriori e costanti sforzi per avvicinare le comunità di etnia albanese e serba;

9.  accoglie con favore gli accordi in materia di telecomunicazioni ed energia e pone in evidenza l'importanza di attribuire quanto prima al Kosovo un prefisso telefonico internazionale proprio, che contribuirà a forgiare l'identità kosovara e la sua visibilità internazionale;

10. sottolinea la necessità di comunicare le conclusioni del dialogo tra Belgrado e Pristina con la massima trasparenza e di assicurare la partecipazione dei parlamenti e delle società civili al processo di attuazione; si compiace del fatto che entrambe le parti abbiano nominato funzionari di collegamento e invita a fornire a questi ultimi un sostegno continuo;

11. sottolinea l'importanza di liberalizzare il regime dei visti per i cittadini del Kosovo e incoraggia le autorità kosovare a intensificare gli sforzi per soddisfare le priorità definite nel piano di azione in materia; esorta la Commissione e gli Stati membri a mostrarsi più recettivi verso gli sforzi profusi dal governo del Kosovo e, in tale contesto, invita la Commissione ad accelerare gli interventi tecnici relativi al processo di liberalizzazione dei visti;

12. invita il Consiglio ad adottare quanto prima le decisioni necessarie per consentire al Kosovo di partecipare ai programmi dell'Unione europea;

13. incoraggia i cinque Stati membri che non l'hanno ancora fatto a procedere al riconoscimento del Kosovo; invita tutti gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi al massimo per agevolare i contatti economici e interpersonali, nonché le relazioni sociali e politiche tra i loro cittadini e i cittadini del Kosovo; segnala la necessità di adottare misure attive che garantiscano la piena attuazione dello strumento di preadesione (IPA) e di rafforzare la cooperazione tra EULEX, Europol e Interpol, ivi compresi, in attesa di un pieno riconoscimento del Kosovo, provvedimenti concreti per l'inclusione del paese nei lavori delle due agenzie; invita la Commissione ad adoperarsi per la conclusione di accordi che consentano la cooperazione del Kosovo con le agenzie dell'UE;

14. si compiace dell'istituzione di una squadra di comando regionale della polizia del Kosovo nel nord del paese, nel quadro del processo di creazione di una polizia unificata del Kosovo;

15. sottolinea l'importanza del lavoro svolto da EULEX a favore del consolidamento dello Stato di diritto nelle istituzioni kosovare, tuttavia osserva la diffusa insoddisfazione,tra i serbi e gli albanesi del Kosovo circa i risultati di EULEX; invita pertanto EULEX ad accrescere l'efficienza, la trasparenza e la responsabilità delle proprie attività, a informare periodicamente il Parlamento europeo e il parlamento del Kosovo circa le sue attività e decisioni e, in particolare, a presentare risultati più concreti e di qualità alle autorità kosovare e serbe e alla popolazione in generale; richiama l'attenzione sull'esistenza di ambiti in cui occorre prevedere miglioramenti, tra cui una definizione più precisa degli obiettivi di potenziamento delle capacità e del loro collegamento con specifici parametri di riferimento; sottolinea la necessità di un migliore coordinamento degli obiettivi esterni e interni, nonché di un migliore coordinamento tra le istituzioni dell'UE e tra queste ultime e le autorità kosovare e la comunità internazionale; esorta in questo senso EULEX, ove possibile, a dare priorità ai suoi obiettivi, a ottimizzare l'uso delle sue risorse e del personale e ad accelerare l'attuazione del documento operativo del Consiglio sull'attuazione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nell'ambito della politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) del novembre 2005;

16. invita le autorità kosovare a continuare a rispettare il mandato di EULEX e a sostenere l'esercizio dei suoi poteri esecutivi; prende atto dell'interesse del governo del Kosovo ad assumere le funzioni di EULEX; insiste affinché EULEX continui a essere presente per sostenere l'applicazione dell'accordo del 19 aprile nel settore dello Stato di diritto; sottolinea che la sicurezza pubblica costituisce un elemento essenziale per poter attuare con successo gli accordi; evidenzia l'urgente necessità di adottare provvedimenti per far fronte a tale situazione; sottolinea che EULEX sta attualmente svolgendo indagini su oltre 250 casi, inclusi casi di criminalità organizzata, corruzione, crimini di guerra e altre gravi accuse che coinvolgono, tra gli altri, decine di funzionari di partiti politici; pone in evidenza che eventuali trasferimenti di responsabilità devono essere graduali, basati sugli effettivi progressi compiuti sul territorio e coinvolgere la società civile e le istituzioni democratiche della Repubblica del Kosovo; invita pertanto il governo del Kosovo ad accettare l'estensione del mandato di EULEX Kosovo oltre il giugno 2014;

17. invita, in particolare, il Kosovo e la Serbia a cooperare in maniera attiva e costruttiva con EULEX relativamente all'attuazione dell'accordo sulla mutua assistenza giudiziaria al fine di gestire il crescente numero di richieste concernenti le proprietà in Kosovo;

18. condanna fermamente l'attacco che ha causato la morte di un funzionario della missione EULEX il 19 settembre nei pressi dei comuni di Zveçan/Zvečan, e chiede indagini tempestive al riguardo; esorta tutte le parti a evitare qualsiasi intervento che possa innescare tensioni;

19. sottolinea ancora una volta che occorre conferire la responsabilità e la titolarità del processo di riconciliazione a livello locale e, al contempo, condanna la retorica nazionalistica di entrambe le parti; ritiene che le autorità del Kosovo debbano adottare ulteriori misure decisive per rafforzare la fiducia tra serbi e albanesi del Kosovo, in particolare nel nord del paese, e per avvicinarsi alla minoranza serba e alle altre minoranze, in modo tale da garantire un'ampia integrazione all'interno della società; sollecita inoltre la piena applicazione del principio costituzionale che accorda ai serbi del Kosovo il diritto di accedere a tutti i servizi ufficiali nella loro lingua; sottolinea altresì l'importanza di un'istruzione interamente bilingue; incoraggia tutti i serbi del Kosovo e i loro rappresentanti politici ad avvalersi di tutte le possibilità offerte loro dalla Costituzione kosovara per svolgere un ruolo costruttivo nella politica e nella società e di conseguenza a condividere, tramite la partecipazione attiva nelle istituzioni kosovare insieme agli albanesi del Kosovo, la responsabilità per lo sviluppo sociale e il potenziamento delle istituzioni, nonché a prestare particolare attenzione alla partecipazione delle donne a tale processo; si compiace dei progressi compiuti nell'organizzazione delle amministrazioni comunali;

20. plaude alle iniziative dell'UE volte a promuovere il dialogo e la riconciliazione tra le comunità; esorta tutti gli attori a continuare a riservare un'attenzione particolare agli aspetti tecnici dell'integrazione dell'UE e ai gesti simbolici di riconciliazione;

21. sottolinea che l'attuazione della legislazione in materia di protezione delle minoranze e dei diritti culturali rimane una sfida importante in Kosovo; sottolinea la necessità di attuare la legislazione sul patrimonio culturale e la Chiesa ortodossa serba, nonché la strategia e il piano d'azione per le comunità rom, ashkali ed egiziana, la cui situazione sul territorio rimane un importante motivo di preoccupazione; continua a nutrire preoccupazione per la situazione delle comunità rom, ashkali ed egiziana, vista soprattutto la condizione dei bambini che continuano a essere vulnerabili ed emarginati, pur accogliendo con favore alcuni progressi compiuti nel miglioramento del sostentamento di dette comunità; sottolinea la necessità di affrontare la situazione dei rom quale questione fondamentale in materia di diritti umani; invita le autorità e la Commissione a prestare adeguata attenzione al miglioramento delle condizioni di vita di tali comunità, anche al loro accesso all'istruzione; sottolinea la posizione delle minoranze croata, bosniaca, ashkali, turca, gorana e balcano-egiziana per quanto riguarda l'importanza dell'istruzione multilingue, allo scopo di assicurare che tali minoranze etniche non si sentano isolate da punto di vista politico;

22. accoglie favorevolmente il finanziamento aggiuntivo da parte della Commissione nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione dell'UE per sostenere i comuni a maggioranza serba in tutto il Kosovo;

23. invita le autorità del Kosovo a migliorare l'efficacia, la trasparenza, la responsabilità e l'imparzialità del sistema giudiziario e a rispettarne l'indipendenza, onde assicurare che le persone e la comunità imprenditoriale si fidino della magistratura, e a contrastare in maniera efficace tutte le forme di violenza contro le donne; esorta le autorità a rafforzare proattivamente lo Stato di diritto, in particolare riducendo l'interferenza politica nella magistratura, garantendo che le sanzioni disciplinari nei confronti di giudici e procuratori sfocino in azioni concrete, adoperandosi per l'indipendenza e l'efficienza del consiglio delle procure e del procuratore dello Stato e procedendo all'attuazione del nuovo codice penale e del nuovo codice di procedura penale;

24. invita le autorità ad intensificare il loro impegno a favore di un'autentica riforma giudiziaria, a creare capacità prestando attenzione alle assunzioni basate sul merito del personale giudiziario necessario per superare l'arretrato esistente in quest'ambito, nonché a garantire un ambiente sicuro e senza ingerenze politiche per giudici e procuratori;

25. esprime particolare preoccupazione per la mancanza di progressi tangibili nella lotta alla corruzione in Kosovo; ritiene che la corruzione rimanga una delle sfide principali e un ostacolo serio al funzionamento delle istituzioni pubbliche; deplora, a tale riguardo, il fatto che l'agenzia anticorruzione istituita nel 2006 non abbia poteri investigativi; osserva che l'assemblea del Kosovo ha adottato una nuova strategia e un nuovo piano d'azione per la lotta alla corruzione; invita le autorità a garantirne l'attuazione fissando ruoli e responsabilità chiari per le istituzioni impegnate nella lotta alla corruzione, in modo da consentire loro di raggiungere risultati concreti e sostenibili;

26. continua a nutrire preoccupazione per la portata limitata del quadro per la protezione dei testimoni in Kosovo, particolarmente significativa nei casi di alto rilievo, e chiede una maggiore collaborazione tra gli Stati membri dell'UE per quanto concerne l'eventuale trasferimento dei testimoni;

27. esprime preoccupazione per l'assenza di progressi significativi nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, soprattutto per gli elevati tassi di criminalità organizzata nel Kosovo settentrionale; prende atto del dilagare, nella regione, della corruzione e della criminalità organizzata che rappresentano anche un ostacolo allo sviluppo democratico, sociale ed economico del paese; sottolinea che il Kosovo deve innanzitutto dimostrare di aver conseguito risultati concreti nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione; ritiene che una strategia regionale e una cooperazione più stretta fra tutti i paesi della regione siano essenziali per affrontare con maggiore efficacia queste problematiche, in particolare per quanto concerne il miglioramento della vigilanza alle frontiere e gli sforzi tesi a combattere il traffico e lo sfruttamento di donne e minori, in particolare quelli vittime di sfruttamento sessuale o di accattonaggio forzato; esorta le istituzioni a livello centrale e locale a fornire risultati concreti nella lotta alla criminalità organizzata, alla tratta di esseri umani e al traffico di stupefacenti e di armi; sottolinea l'importanza di un approccio globale, multidisciplinare e incentrato sulle vittime, che ne riconosca un accesso agevole all'assistenza, al sostegno e alla protezione; deplora il fatto che EULEX abbia lasciato pressoché immutate la corruzione e la criminalità organizzata ad alto livello;

28. sottolinea l'importanza di mettere in atto la necessaria riforma della pubblica amministrazione e di aumentare il numero di donne e di persone appartenenti alle minoranze in tutti i livelli dell'amministrazione; esprime ancora preoccupazione per i molti funzionari pubblici che svolgono lavori aggiuntivi che, in linea di principio, possono generare conflitti di interesse o favorire pratiche corrotte;

29. sostiene i costanti processi giudiziari per crimini di guerra a livello nazionale, inclusa l'importanza di perseguire gli stupri di guerra; si rammarica del fatto che, a causa della guerra in Kosovo del 1999, 1 869 persone risultino ancora disperse; osserva che la questione richiede una risposta rapida da parte delle autorità in Serbia e in Kosovo quale prerequisito fondamentale per la riconciliazione tra le comunità e per un futuro pacifico nella regione, e sottolinea che, per proseguire il dialogo tra Kosovo e Serbia, occorre rendere prioritari la cooperazione finalizzata alla ricerca delle persone scomparse e altri aspetti della giustizia di transizione;

30. esorta le autorità di Kosovo e Serbia a cooperare e ad assumersi la piena responsabilità per la ricerca di soluzioni durature per gli sfollati interni dei due paesi; sottolinea che le autorità kosovare devono intensificare i loro sforzi per cercare una soluzione al problema degli sfollati interni nell'ambito del processo di adesione all'UE, in particolare relativamente alla questione dell'efficace risoluzione delle controversie di natura patrimoniale;

31. invita le autorità del Kosovo e dei paesi vicini a continuare a dimostrare buona volontà, a fornire piena collaborazione e sostegno nei confronti della task force investigativa speciale istituita a seguito della relazione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa del dicembre 2010, nonché di eventuali procedimenti che possono derivare dal lavoro di detta task force, e incoraggia un'ulteriore accelerazione dei lavori di quest'ultima;

32. invita le istituzioni a livello centrale e locale ad applicare efficacemente la legislazione in materia di diritti umani e a contribuire all'ulteriore sviluppo di una società multietnica, con particolare attenzione all'istruzione e all'occupazione dei rappresentanti di tutti i gruppi minoritari;

33. sostiene la professionalizzazione dei funzionari pubblici e chiede che si applichi la necessaria legislazione al riguardo; esprime preoccupazione per i casi di interferenza politica nell'assunzione e nella nomina dei dipendenti pubblici;

34. esprime preoccupazione per il fatto che la discriminazione continua a rappresentare un grave problema e invita le autorità ad applicare il principio costituzionale di non discriminazione; sottolinea che occorre elaborare una strategia globale di lotta alla discriminazione e dare piena attuazione alla legge antidiscriminazione in modo da garantire, in conformità della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, l'uguaglianza di tutte le persone indipendentemente dall'origine etnica, dalla religione, dal sesso, dall'orientamento sessuale, dall'età o dalla disabilità;

35. prende atto dell'incriminazione di tre cittadini kosovari per il coinvolgimento nell'attacco contro Kosovo 2.0 il 14 dicembre 2012 nella sala rossa del centro giovanile e sportivo e auspica che i responsabili siano perseguiti in tempo utile;

36. sottolinea che, sebbene la libertà di associazione sindacale sia garantita dalla legge, continuano a essere necessari miglioramenti a livello dei diritti lavorativi e sindacali di base; incoraggia il Kosovo a rafforzare il dialogo sociale nell'ambito del processo decisionale, dell'elaborazione programmatica e nello sviluppo delle capacità delle parti sociali;

37. invita le autorità kosovare a dare piena attuazione alla convenzione sui diritti del fanciullo e raccomanda la revisione delle politiche in materia di povertà infantile, inclusa la modifica del regime di assistenza sociale e l'introduzione di un regime di assegni familiari universale e subordinato al reddito;

38. esprime preoccupazione per gli elevati tassi di povertà e mortalità infantili, per la copertura limitata del sistema di protezione sociale del Kosovo e per l'importo elevato delle spese vive per l'assistenza sanitaria, che espongono le famiglie vulnerabili al rischio di povertà cronica;

39. chiede il miglioramento delle relazioni e della rappresentanza del Kosovo in seno alle istituzioni internazionali che si occupano di cultura e di patrimonio culturale, al fine di migliorare la tutela dei siti e dei monumenti religiosi e culturali, nonché di consolidare la rappresentanza del paese presso le organizzazioni sportive e del settore mediatico europee e internazionali, onde consentire agli artisti e agli atleti kosovari di partecipare a tutte le manifestazioni culturali e sportive internazionali, compresi l'Eurovision Song Contest, i campionati europei e mondiali e le Olimpiadi;

40. mette in risalto l'importanza di mezzi di informazione liberi e indipendenti e invita la Commissione a intensificare i programmi tesi a migliorare la qualità e la professionalità dei giornalisti; sottolinea, al riguardo, il ruolo di mezzi di informazione del servizio pubblico sostenibili; esprime preoccupazione per l'assenza di protezione per i giornalisti indipendenti e per la pressione esercitata nei loro confronti; invita le autorità kosovare a prevedere un meccanismo di finanziamento sostenibile per i mezzi di informazione del servizio pubblico e a portare a compimento la nomina dei membri del suo organo direttivo; mette in rilievo la necessità di garantire la chiara titolarità dei mezzi di informazione nonché un servizio di radiodiffusione libero e di elevata qualità; sostiene gli sforzi compiuti dalle istituzioni allo scopo di assicurare al Kosovo un codice di dominio Internet proprio;

41. sottolinea il ruolo centrale svolto dalle organizzazioni attive e indipendenti della società civile nel rafforzamento e nel consolidamento dei processi politici democratici e nella realizzazione di una società integrata nel paese; mette in rilievo l'importanza del dialogo con le organizzazioni della società civile e pone l'accento sul ruolo fondamentale degli attori della società civile nel contribuire al consolidamento della cooperazione regionale sulle questioni sociali e politiche; accoglie con favore il miglioramento della cooperazione tra il governo e le ONG e invita le autorità kosovare a istituire un dialogo strutturato e un meccanismo di consultazione con la società civile per quanto concerne l'elaborazione di politiche, comprese le consultazioni in materia programmatica e legislativa, e il monitoraggio del processo di integrazione europea;

42. prende atto del processo di privatizzazione del patrimonio pubblico in corso, in particolare per quanto riguarda la società di poste e telecomunicazioni del Kosovo (PTK); esorta le autorità del Kosovo ad adottare misure concrete volte a rafforzare la trasparenza, la responsabilità e la legittimità dell'intero processo, ad esempio mettendo tempestivamente le informazioni a disposizione di tutte le parti interessate;

43. invita il Kosovo a migliorare il contesto economico in cui operano le piccole e medie imprese, riducendo l'onere amministrativo e i relativi costi, migliorando l'accesso ai finanziamenti e fornendo un sostegno specifico alle start-up; accoglie molto favorevolmente la firma di un protocollo d'intesa tra le camere di commercio di Kosovo e Serbia;

44. plaude al fatto che, il 17 dicembre 2012, il Kosovo è diventato il sessantaseiesimo membro della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS); loda inoltre l'adozione, l'8 maggio 2013, della prima strategia a pieno titolo della BERS per il paese, che contribuirà ad accelerare il processo di riforma e il sostegno all'economia del Kosovo, migliorerà la vita delle persone, agevolerà la transizione e contribuirà alla stabilità regionale;

45. si compiace dell'impegno provvisorio assunto dall'Unione nel fornire finanziamenti supplementari per far fronte ai costi dello smantellamento totale della vecchia centrale Kosovo A entro il 2017; invita il Kosovo a intensificare i propri sforzi e ad adottare le misure concrete e immediate necessarie allo smantellamento della centrale Kosovo A e chiede che la nuova centrale kosovara sia sottoposta a una valutazione di impatto ambientale, in conformità delle norme dell'UE; invita inoltre il Kosovo ad adoperarsi per lo sviluppo delle energie rinnovabili e la diversificazione delle fonti energetiche, in linea con il suo impegno a garantire che, entro il 2020, il 25% del fabbisogno energetico totale sia coperto dall'energia proveniente da fonti rinnovabili e sottolinea, a tal proposito, la necessità di destinare una parte più cospicua degli aiuti finanziari forniti dall'UE e dalla BERS al risparmio energetico, all'efficienza energetica, all'integrazione nei mercati regionali dell'energia, nonché ai progetti a favore delle energie rinnovabili;

46. deplora i ritardi delle autorità kosovare nell'elaborare e adottare una strategia ambientale credibile ed efficace, in particolare per quanto concerne le norme sulla valutazione di impatto ambientale e gli obiettivi climatici dell'UE;

47. osserva con preoccupazione l'elevato tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, ed esorta il governo ad affrontare la questione offrendo loro adeguate opportunità e orientando l'istruzione verso le esigenze del mercato del lavoro;

48. sottolinea che l'adesione del Kosovo a organizzazioni di cooperazione regionale deve essere promossa e incoraggiata da tutti i paesi della regione;

49. evidenzia l'importanza di sviluppare i trasporti pubblici, soprattutto modernizzando i collegamenti ferroviari esistenti o creandone di nuovi, nel quadro di un sistema di trasporti sostenibile; suggerisce di creare un sistema transfrontaliero di trasporto ferroviario ad alta velocità tra tutti i paesi dei Balcani occidentali collegato alla rete transeuropea dell'Unione;

50. osserva con preoccupazione l'attuale situazione economica in Kosovo; sottolinea che è necessario migliorare le statistiche economiche al fine di valutare adeguatamente la congiuntura prima di identificare le modalità per affrontarla;

51. invita le autorità kosovare ad adoperarsi per migliorare l'affidabilità delle informazioni statistiche in linea con le norme europee e le metodologie internazionali;

52. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna nonché al governo e all'assemblea nazionale del Kosovo.