PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul vertice UE-Russia del 28 gennaio 2014
4.2.2014 - (2014/2533(RSP))
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Werner Schulz, Rebecca Harms, Indrek Tarand, Tarja Cronberg, Raül Romeva i Rueda a nome del gruppo Verts/ALE
B7‑0149/2014
Risoluzione del Parlamento europeo sul vertice UE-Russia del 28 gennaio 2014
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, in particolare quelle del 17 febbraio 2011 sullo Stato di diritto in Russia[1], del 13 settembre 2012 sull'uso politico della giustizia in Russia[2], del 13 dicembre 2012 recante le raccomandazioni del Parlamento al Consiglio, alla Commissione e al Servizio europeo per l'azione esterna sui negoziati per il nuovo accordo UE-Russia[3], del 13 giugno 2013 sullo Stato di diritto in Russia[4], del 12 settembre 2013 sulle pressioni esercitate dalla Russia sui paesi del partenariato orientale (nel contesto del prossimo vertice del partenariato orientale a Vilnius)[5], del 12 dicembre 2013 sull'esito del vertice di Vilnius e il futuro del partenariato orientale, in particolare per quanto riguarda l'Ucraina[6],
– visto l'attuale accordo di partenariato e di cooperazione che istituisce un partenariato tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Federazione russa, dall'altra,
– visti i negoziati in corso per un nuovo accordo che fornisca un nuovo quadro completo per le relazioni UE-Russia e il "Partenariato per la modernizzazione" avviato nel 2010 sulla base dell'impegno assunto dalla Russia in relazione allo Stato di diritto quale base fondamentale per la modernizzazione del paese,
– viste le conclusioni del vertice UE-Russia del 28 gennaio 2014,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'UE continua a impegnarsi per approfondire e sviluppare ulteriormente le sue relazioni con la Russia, e che l'Unione europea e la Russia hanno già instaurato relazioni approfondite e ad ampio raggio, soprattutto in ambito energetico, economico e commerciale, diventando in tal modo interconnesse e interdipendenti nell'economia mondiale;
B. considerando che la cooperazione rafforzata e le relazioni di buon vicinato tra l'UE e la Russia rivestono un'importanza cruciale ai fini della stabilità, della sicurezza e della prosperità di tutta l'Europa e, in particolare, del vicinato comune; che lo sviluppo di un partenariato strategico tra l'UE e la Federazione russa può essere fondato unicamente su valori comuni condivisi; che è della massima importanza intensificare la cooperazione a livello internazionale tra i due partner in tutte le istituzioni, organizzazioni e sedi al fine di migliorare la governance globale e affrontare le sfide comuni;
C. considerando che il vertice UE-Russia del 28 gennaio 2014 è stato ridotto a una riunione ristretta di tre ore, incentrata su un numero limitato di questioni, rispecchiando in tal modo il deterioramento delle relazioni tra l'Unione europea e la Russia, principalmente a causa della pressione esercitata dalla Russia sui partner orientali;
D. considerando che l'Unione e i suoi Stati membri sono tenuti, in virtù dei trattati UE, a sostenere e promuovere i principi democratici e lo Stato di diritto nel mondo, in particolare con un importante paese vicino come la Russia che, in quanto membro del Consiglio d'Europa, si è impegnata a condividere e a difendere i principi democratici, lo Stato di diritto e il rispetto dei valori fondamentali;
E. considerando che impegni e obblighi analoghi derivano dall'appartenenza della Russia all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e che la sua adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) si basa sul presupposto che il paese rispetti lo Stato di diritto;
F. considerando che esistono serie preoccupazioni in merito agli sviluppi nella Federazione russa per quanto riguarda il rispetto e la tutela dei diritti umani, lo Stato di diritto, il rispetto dei principi democratici di base, la correttezza delle elezioni, la libertà di stampa e dei media, nonché la libertà di riunione;
G. considerando che l'adozione delle leggi in materia di registrazione dei partiti politici e finanziamento delle ONG, della legge discriminatoria contro le persone LGBTI che proibisce la propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali e che pone l'omosessualità sullo stesso piano della pedofilia, delle leggi che disciplinano il diritto di riunione, l'estremismo e la diffamazione, nonché delle restrizioni relative a Internet ha contribuito notevolmente al deterioramento del clima per quanto riguarda lo sviluppo di un'autentica società civile in Russia ed è stata utilizzata per vessare e intimidire le ONG, l'opposizione democratica e i media;
H. considerando che, prima del vertice del partenariato orientale tenutosi a Vilnius nel novembre 2013, la Russia ha intensificato la propria pressione politica ed economica e ha imposto una serie di sanzioni mirate nei confronti dei paesi vicini, allo scopo di impedire loro di firmare accordi di associazione e regimi di libero scambio con l'UE o di procedere in tale direzione;
I. considerando che l'energia è uno strumento chiave della politica estera russa e che essa continua a svolgere un ruolo strategico e centrale nelle relazioni UE-Russia; che la forte dipendenza dell'UE dai combustibili fossili le impedisce di sviluppare nei confronti della Russia un approccio equilibrato, coerente e orientato ai valori; che la concorrenza tra l'UE e la Russia in materia di energia è in aumento in aree di interesse comune, come il Caucaso meridionale e l'Asia centrale; che è della massima importanza che l'Unione europea si esprima all'unisono e mostri una forte solidarietà interna;
J. considerando che le relazioni di buon vicinato, la pace e la stabilità nei paesi del vicinato comune sono nell'interesse sia della Russia che dell'UE; che dovrebbe svilupparsi un dialogo aperto, franco e orientato ai risultati sulla crisi in questi paesi, in particolare per quanto riguarda i conflitti congelati, al fine di rafforzare la sicurezza e la stabilità, sostenere l'integrità territoriale dei paesi interessati e sviluppare meccanismi congiunti di gestione delle crisi;
1. osserva che il formato ridotto del vertice UE-Russia fornisce un'immagine adeguata dello stato attuale delle relazioni tra l'Unione e la Russia, che consente uno scambio pragmatico su questioni di attualità, ma simboleggia anche le sfide che la cooperazione UE-Russia si trova attualmente ad affrontare;
2. ritiene, in tal senso, che fintantoché non saranno realizzate le condizioni per lo sviluppo di un autentico partenariato strategico, basato su valori comuni condivisi, i vertici UE-Russia dovrebbero tenersi una volta all'anno, e non su base semestrale come accade attualmente;
3. sottolinea che l'attuale deterioramento delle relazioni UE-Russia è il risultato di un lungo processo che ha avuto inizio durante i primi due mandati di Vladimir Putin come presidente e durante la sua carica di influente Primo ministro, che persiste con l'attuale mandato presidenziale e che rappresenta una conseguenza diretta delle sue scelte di politica interna ed estera;
4. si rammarica che, fino a questo momento, l'Unione europea non sia riuscita a convincere la leadership russa del valore di un sistema realmente democratico, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti fondamentali, nonché del fatto che una società in cui lo Stato protegge i suoi cittadini e si pone al loro servizio rappresenta il modo migliore per garantire la prosperità e la stabilità a lungo termine;
5. ritiene che la futura evoluzione delle relazioni UE-Russia dipenderà dagli sforzi compiuti per rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà civili in Russia;
6. deplora che la leadership russa consideri il partenariato orientale dell'UE come una minaccia ai propri interessi politici ed economici e abbia trasformato il vicinato comune in un'area di scontro e competizione; sottolinea che, al contrario, la Russia trarrà beneficio dall'aumento delle attività commerciali ed economiche e che la sua sicurezza sarà consolidata grazie a un vicinato stabile e prevedibile;
7. sottolinea l'importanza di sviluppare sinergie in modo che i paesi del vicinato comune possano trarre il massimo profitto dalle relazioni bilaterali sia con l'UE che con la Federazione russa;
8. segnala che la mobilitazione e le proteste di massa in corso in piazza Maidan sono in parte imputabili al fatto che la Federazione russa ha boicottato l'accordo di associazione fra UE e Ucraina mediante pressioni politiche e il ricatto finanziario;
9. sottolinea che le posizioni politiche dell'UE e tutti gli aspetti delle relazioni UE-Russia, ivi compreso il vertice, devono tenere maggiormente conto del fallimento sistematico della Russia per quanto concerne il rispetto dei principi democratici, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, con particolare riferimento ai lavori per un nuovo accordo di cooperazione;
10. ribadisce il suo sostegno a un accordo globale e giuridicamente vincolante che riguardi le questioni politiche, economiche e sociali e includa tutti gli ambiti inerenti alla democrazia, allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani e in particolare dei diritti fondamentali, purché la Russia sia disposta ad adottare misure per rafforzare lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani;
11. chiede alla Commissione di prendere in considerazione eventuali contromisure che l'UE potrebbe evocare qualora la Russia violi le norme commerciali dell'OMC per miopi finalità politiche; sottolinea che, se da un lato non va concessa alla Russia la possibilità di porre il veto sulle scelte politiche dei paesi del partenariato orientale, dall'altro l'UE deve essere pronta e disposta a far fronte ai legittimi timori e interessi della Russia, in particolare per quanto riguarda gli scambi e gli interessi commerciali;
12. si compiace dell'amnistia presidenziale e della liberazione di Michail Chodorkovsky, delle due attiviste del gruppo "Pussy Riot" e dei membri di Greenpeace, ma osserva che questi gesti sembrano essere meramente "di facciata", finalizzati a migliorare l'immagine della Russia prima dei giochi olimpici di Soči; invita i leader politici dell'UE e le personalità che presenzieranno alle Olimpiadi di Soči a sollevare le questioni relative ai diritti umani e alla democrazia e ad astenersi dal partecipare a trovate pubblicitarie assieme alla dirigenza russa;
13. è costernato dalle segnalazioni relative alla corruzione e all'opacità diffuse, al trasferimento forzato di cittadini senza alcun indennizzo, alle precarie condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti e alla devastazione dell'ambiente, specialmente nei siti classificati patrimonio mondiale, a causa della costruzione delle strutture destinate a ospitare le Olimpiadi;
14. ribadisce la sua preoccupazione per la situazione generale dei diritti umani in Russia e per l'assenza di qualsiasi evoluzione riguardo alle modalità delle consultazioni UE-Russia in materia di diritti umani; deplora, in particolare, il fatto che il dialogo in questione sia divenuto un processo anziché uno strumento per ottenere risultati misurabili e tangibili; insiste ancora una volta sulla necessità di includere nelle summenzionate consultazioni in materia di diritti umani indicatori pubblici dei progressi compiuti, di migliorare le modalità del dialogo, ad esempio alternando le sedi delle consultazioni, di migliorare l'interazione fra le ONG russe e le autorità russe nel quadro di tale processo, come pure la composizione della delegazione russa, e di diffondere valutazioni pubbliche dei progressi realizzati in occasione dei vertici UE-Russia e a seguito delle riunioni del Consiglio di partenariato;
15. prende atto delle proteste e delle manifestazioni diffuse in Russia in seguito alle elezioni presidenziali del marzo 2012, che si sono protratte per svariati mesi; si rammarica del fatto che la dirigenza russa abbia ignorato e soppresso questo movimento popolare, che testimoniava il profondo attaccamento alla democrazia dei cittadini russi; invita le autorità russe a liberare tutti i prigionieri politici, a porre fine ai maltrattamenti e alla detenzione di attivisti come Evgeny Vitišenko e alla repressione delle ONG che esprimono un punto di vista critico, quale ad esempio l'associazione ADC Memorial, nonché di gruppi religiosi come i Testimoni di Geova, e ad interagire con la società civile e l'opposizione democratica;
16. ribadisce il proprio appello alla Commissione, ai fini della programmazione in corso dell'EIDHR e degli strumenti finanziari destinati alle organizzazioni della società civile e degli enti locali, a intensificare notevolmente gli sforzi per fornire assistenza alla società civile oppressa, raddoppiando gli stanziamenti destinati al paese;
17. è allarmato dai recenti tentativi del Presidente Putin di rassicurare i visitatori gay ai giochi olimpici di Soči dichiarando che non devono temere di essere arrestati o accusati di un reato penale, ma avvertendoli di "lasciar stare i bambini";
18. ricorda che, sebbene il divieto di tenere raduni di protesta durante i giochi olimpici sia stato allentato, le misure vigenti prendono di mira in modo sproporzionato i gruppi che manifestano per i diritti degli omosessuali e per le riforme politiche, limitano il numero dei manifestanti e consentono lo svolgimento delle proteste soltanto in determinate zone preventivamente autorizzate, compromettendo quindi la libertà di riunione;
19. plaude agli sforzi della Russia, unitamente agli Stati Uniti e alla comunità internazionale, per approvare una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardante la distruzione delle armi chimiche della Siria e l'avvio dei negoziati di Ginevra II; invita la Russia, tuttavia, in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza, ad assumersi le proprie responsabilità nella crisi siriana e ad agevolare l'approvazione di una risoluzione umanitaria vincolante del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nonché il deferimento della situazione siriana alla Corte penale internazionale;
20. ricorda la sua raccomandazione sull'applicazione di restrizioni comuni in materia di visti per i funzionari russi implicati nel caso Sergej Magnitskij e invita il Consiglio e la Commissione a mettere in atto un divieto di rilascio del visto a livello dell'UE e il congelamento dei beni finanziari ubicati nell'UE per tutti i funzionari coinvolti nella morte di Magnitskij, che è attualmente sottoposto a un procedimento giudiziario postumo, nonché per altri responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Russia; sottolinea che gli individui in questione non devono beneficiare di alcun accordo UE-Russia sulla facilitazione del rilascio di visti; esprime una profonda preoccupazione per i programmi relativi all'inclusione di un grande numero di funzionari russi, tramite i cosiddetti "passaporti di servizio", nell'accordo di facilitazione dei visti attualmente in discussione;
21. accoglie con favore, a tale proposito, la recente risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che invita la Russia a revocare l'impunità dei funzionari russi assicurando alla giustizia i responsabili della morte di Magnitskij, ponendo fine al suo processo postumo e alle pressioni esercitate sulla sua famiglia e archiviando i procedimenti penali nei confronti degli altri avvocati del fondo Hermitage;
22. prende atto della prima relazione della Commissione europea sull'attuazione da parte della Russia delle misure comuni verso l'abolizione del visto con l'UE; chiede che siano intraprese iniziative per accelerare i lavori verso l'adozione delle misure comuni in vista di un accordo di liberalizzazione dei visti, che comporterebbe l'esenzione dal visto per i viaggi di breve durata dei cittadini russi e dell'UE; sottolinea che la non discriminazione nei confronti dei cittadini e il rispetto dei diritti fondamentali formano parte integrante di questa tabella di marcia;
23. chiede che, nel prossimo mandato della Commissione europea, vengano centralizzate le responsabilità per quanto concerne la politica dell'UE nei confronti della Russia, con l'affidamento di un ruolo chiaro e centrale all'alto rappresentante/ vicepresidente e con l'impegno da parte degli Stati membri a parlare alla Russia con una sola voce;
24. esorta la Federazione russa a rafforzare il suo contributo per affrontare il cambiamento climatico attraverso riduzioni a livello nazionale dei gas a effetto serra e la partecipazione ai negoziati internazionali per un quadro globale della politica climatica post-2012 nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e del protocollo di Kyoto; sottolinea a tale proposito che, per conseguire entro il 2020 le riduzioni necessarie rispetto alle emissioni del 1990 nei paesi elencati all'allegato I, tutti i paesi industrializzati devono impegnarsi per obiettivi che comportino una riduzione significativa rispetto ai livelli di emissione attuali e per aumentare la cattura del carbonio nelle foreste; chiede, in particolare, alla Russia di assumere un secondo periodo di impegno ratificando l'emendamento di Doha al protocollo di Kyoto all'UNFCCC;
25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna nonché agli Stati membri e al governo, al parlamento e al presidente della Federazione russa.
- [1] GU C 188 E del 28.6.2012, pag. 37.
- [2] GU C 353 E del 03.12.2013, pag. 134.
- [3] Testi approvati, P7_TA(2012)0505.
- [4] Testi approvati, P7_TA(2013)0284.
- [5] Testi approvati, P7_TA(2013)0383.
- [6] Testi approvati, P7_TA(2013)0595.