PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul vertice UE-Russia
4.2.2014 - (2014/2533(RSP))
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Charles Tannock, Marek Henryk Migalski, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki, Adam Bielan, Paweł Robert Kowal a nome del gruppo ECR
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0150/2014
Il Parlamento europeo,
– visto l'attuale accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Federazione russa, dall'altra,
– visti i negoziati in corso in merito a un nuovo accordo per la creazione di un rinnovato quadro globale per le relazioni tra l'Unione europea e la Russia, come pure il "partenariato per la modernizzazione", avviato nel 2010,
– viste le sue precedenti relazioni e risoluzioni sulla Russia e sulle relazioni UE-Russia,
– viste le consultazioni tra l'Unione europea e la Russia in materia di diritti umani, la cui ultima riunione si è tenuta il 28 novembre 2013,
– visti gli accordi firmati e le dichiarazioni congiunte rilasciate in occasione del vertice UE-Russia svoltosi a Rostov sul Don il 31 maggio e il 1° giugno 2010,
– vista la dichiarazione congiunta UE-Russia sulla lotta al terrorismo rilasciata il 28 gennaio 2014 a seguito del 32° vertice UE-Russia,
– vista la sua raccomandazione approvata nell'ottobre 2012 in relazione a sanzioni mirate contro le persone coinvolte nella morte di Sergej Magnitskij e altri responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e casi di corruzione in Russia,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il 32° vertice UE-Russia svoltosi a Bruxelles il 28 gennaio 2014 è durato solo poche ore e si è concluso con l'adozione di una dichiarazione congiunta sulla lotta al terrorismo;
B. considerando che, durante il vertice, l'UE e la Russia hanno deciso di proseguire le consultazioni bilaterali a livello di esperti sugli accordi di associazione nell'ambito del partenariato orientale e sulle conseguenze economiche per le due parti;
C. considerando che i negoziati relativi a un nuovo trattato bilaterale tra l'UE e la Russia sono tuttora in corso e si prefiggono di raggiungere un rinnovato accordo di partenariato e di cooperazione globale e giuridicamente vincolante;
D. considerando che la Costituzione della Federazione russa garantisce ai suoi cittadini pieni diritti e libertà; che la Russia è membro del Consiglio d'Europa come pure dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e ha sottoscritto numerosi trattati internazionali, tra cui la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;
E. considerando che il quadro istituzionale di cooperazione si basa su quattro Spazi comuni, sul partenariato per la modernizzazione e su consultazioni semestrali in materia di diritti umani;
F. considerando che il progetto di unione doganale, che la Russia porta avanti dal 2010 con la Bielorussia e il Kazakhstan, non è stato ancora completato e viene utilizzato da Mosca come strumento di pressione geopolitica sui paesi dell'Europa orientale e del Caucaso meridionale;
G. considerando che la Russia sta esercitando pressioni su alcuni paesi del partenariato orientale sfruttando i conflitti regionali congelati o irrisolti, nel cui ambito svolge, o può svolgere, un ruolo attivo in materia di sicurezza;
I. considerando che la Russia continua a occupare le regioni georgiane dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale, in violazione delle norme e dei principi fondamentali del diritto internazionale; che il conflitto insoluto tra Russia e Georgia pregiudica la stabilità e lo sviluppo di quest'ultima;
J. considerando che l'attuale processo di installazione, da parte delle forze di occupazione russe, di barriere di filo spinato e altri ostacoli artificiali sul territorio sovrano della Georgia lungo la linea di occupazione nelle regioni dell'Abkhazia e di Tskhinvali viola l'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008 e compromette gravemente la sicurezza e la stabilità di dette regioni, incidendo in modo significativo sulle possibilità di sostentamento della popolazione locale e impedendo l'esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali della stessa;
K. considerando che la Russia continua a violare le disposizioni dell'accordo di cessate il fuoco del 2008, tra l'altro mediante un'incessante militarizzazione delle regioni occupate della Georgia e delle aree circostanti, il rifiuto di consentire alla missione di vigilanza dell'Unione europea (EUMM) di monitorare la situazione della sicurezza all'interno delle regioni occupate, come previsto dal suo mandato, e il diniego di accesso alle regioni occupate per le organizzazioni internazionali e i meccanismi di monitoraggio dei diritti umani;
L. considerando che i preparativi in vista delle olimpiadi invernali di Soči sono già stati funestati da attentati a Machačkala, Pjatigorsk, Volgograd e Stavropol', nonché da altre gravi minacce per la sicurezza provenienti dal Caucaso settentrionale;
M. considerando che, in vista dei giochi olimpici di Soči, le autorità russe hanno temporaneamente esteso la zona di frontiera russa di 11 chilometri nel territorio dell'Abkhazia;
N. considerando che la corruzione continua ad essere un grave problema in Russia, e che il paese si è classificato 127o su 177 nell'indice di percezione della corruzione stilato da Trasparency International per il 2013;
O. considerando che nella Federazione russa governata da Vladimir Putin vi è un'insufficiente fiducia nello Stato di diritto e nell'indipendenza della magistratura, e i procedimenti giudiziari non rispettano chiaramente le norme riconosciute a livello internazionale e sono spesso utilizzati a fini politici;
P. considerando che le organizzazioni non governative indipendenti e le attività della società civile sono elementi essenziali della democrazia e della società moderna; che la recente legislazione della Duma in materia di attività civili ha reso più difficile il funzionamento delle ONG che fanno ricorso a sovvenzioni straniere, assegnando loro lo status di "agente straniero" nonché ripristinando la criminalizzazione della diffamazione e introducendo la possibilità di bloccare siti web che sembrano avere contenuti inappropriati; che la nuova legge sulla società civile provoca un congelamento dell'evoluzione della società russa e ne limita lo sviluppo, nonché ostacola le attività dell'opposizione aumentandone i costi finanziari e politici;
Q. considerando che la libertà di parola costituisce un grave problema in Russia, e che il paese si è classificato 148o su 179 nella classifica redatta da Reporter senza frontiere; considerando che sarà presentata alla Duma una proposta di estendere la legge in materia di "agenti stranieri" ai mezzi d'informazione; che tale legge consentirebbe allo Stato di controllare rigorosamente i mezzi d'informazione e ne limiterebbe in pratica la libertà;
R. considerando che sono state sollevate numerose preoccupazioni in merito agli abusi di diritti umani nel contesto delle olimpiadi invernali di Soči del 2014; che si sono riscontrate vessazioni nei confronti di attivisti della società civile impegnati a rivelare la corruzione, i danni ambientali e gli abusi nei confronti dei residenti di Soči e dei lavoratori migranti; che alcuni funzionari degli Stati membri e dell'UE hanno deciso di non partecipare alle olimpiadi in segno di protesta contro le violazioni dei diritti umani;
S. considerando la recente adozione di una legge controversa e discriminante nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBTI);
T. considerando che i responsabili della morte di Sergej Magnitskij sono ancora in libertà; che nell'ottobre 2012 il Parlamento europeo ha approvato una raccomandazione in relazione a sanzioni mirate contro le persone coinvolte nella morte di Sergej Magnitskij e altri responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e casi di corruzione in Russia;
U. considerando che Michail Chodorkovskij e Platon Lebedev sono stati rilasciati rispettivamente nel dicembre 2013 e nel gennaio 2014 dopo aver scontato dieci anni di carcere in seguito a due processi denunciati ampiamente come aventi matrice politica, il primo dei quali è stato dichiarato iniquo dalla Corte europea dei diritti dell'uomo; che Marija Alëchina e Nadežda Tolokonnikova, componenti del gruppo punk femminista "Pussy Riot", sono state rilasciate nel dicembre 2013 grazie a un'amnistia che ha segnato il ventesimo anniversario dalla promulgazione della costituzione russa;
V. considerando che nel dicembre 2013 la Russia ha minacciato di imporre un divieto totale sui prodotti a base di carne provenienti da Austria, Francia, Germania e Polonia;
1. osserva gli esiti del 32° vertice UE-Russia ma esprime preoccupazione per il fatto che il programma, originariamente di due giorni, sia stato limitato solo ad alcune ore;
2. sottolinea che il futuro sviluppo delle relazioni UE-Russia dipende dagli sforzi che verranno compiuti per rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti fondamentali nella Federazione russa;
3. esprime preoccupazione per la possibilità di tenere consultazioni bilaterali UE-Russia a livello di esperti sugli accordi di associazione nell'ambito del partenariato orientale; sottolinea che la firma di accordi di associazione con partner orientali può essere vantaggiosa anche per la Russia; pone l'accento, tuttavia, sul fatto che la Russia non fa parte del partenariato orientale e non dovrebbe essere considerata parte nei negoziati tra l'UE e i partner orientali;
4. condanna fermamente l'ingiusta pressione esercitata dalla Federazione russa sui paesi del partenariato orientale; ritiene che gli strumenti utilizzati dal Cremlino violino le norme usuali della diplomazia e forse, in alcuni casi, del diritto internazionale;
5. avverte la Russia che la strumentalizzazione di conflitti irrisolti per finalità politiche a breve termine potrebbe sfociare nella ripresa delle ostilità e nella destabilizzazione dell'intera regione;
6. conferma le proprie preoccupazioni per le ingerenze della Russia negli affari interni dell'Ucraina e chiede alla Russia di astenersi dall'esercitare pressioni sulle autorità affinché operino contro la volontà del popolo ucraino;
7. invita la Federazione russa ad adempiere incondizionatamente a tutte le disposizioni contenute nell'accordo di cessate il fuoco del 12 agosto 2008, in particolare alla disposizione in base alla quale la Russia garantisce alla missione di vigilanza dell'Unione europea (EUMM) l'accesso pieno e illimitato ai territori occupati dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale; sottolinea la necessità di fornire stabilità alle suddette regioni della Georgia;
8. condanna le azioni russe condotte nei territori occupati dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale, in particolare la creazione di barriere di filo spinato, fossati e altri ostacoli artificiali che limitano notevolmente i diritti della popolazione locale; invita la Russia a porre fine a questo processo e a creare condizioni che assicurino alla popolazione locale la possibilità di far valere i propri diritti e libertà fondamentali, come pure ad agevolare i contatti interpersonali tra le comunità divise, in quanto elemento essenziale per instaurare la fiducia;
9. esprime preoccupazione per l'iniziativa di spostare il confine russo di 11 km all'interno del territorio georgiano; auspica che le autorità russe non si smentiscano dopo aver dichiarato che l'iniziativa è solo temporanea e che la situazione iniziale sarà ripristinata entro il 21 marzo 2014; invita il vicepresidente/alto rappresentante a seguire da vicino la situazione e a prendere provvedimenti qualora non vi siano sviluppi oltre questa data;
10. invita la Russia a revocare il riconoscimento della separazione delle regioni georgiane dell'Abkhazia e di Tskhinvali/Ossezia meridionale e a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia;
11. esprime preoccupazione per il fatto che la Russia abbia ripetutamente opposto il proprio veto, in seno al Consiglio di sicurezza, alle richieste della comunità internazionale di affrontare il capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite per quanto concerne la guerra civile in Siria;
12. osserva che il partenariato per la modernizzazione non dovrebbe riguardare esclusivamente questioni e sfide di carattere economico e tecnologico, ma dovrebbe basarsi anche su una cooperazione ad ampio raggio, in particolare nell'ambito dello Stato di diritto, della tutela dei diritti umani e dello sviluppo di un sistema giuridico affidabile;
13. esprime profonda preoccupazione per le modifiche introdotte tramite la legge del 20 luglio 2012 nella legislazione che disciplina le ONG in Russia, le quali definiscono "organizzazioni non commerciali che svolgono le funzioni di un agente estero" quelle ONG che ricevono un sostegno esterno, e invita le autorità russe a ritirare detta legislazione;
14. è profondamente preoccupato per il deterioramento delle condizioni di sicurezza in Cecenia e nel Daghestan;
15. esprime costernazione per la continua mancanza di progressi nell'assicurare alla giustizia i responsabili delle uccisioni di personaggi quali Sergej Magnitskij, Natal'ja Estemirova, Anna Politkovskaja e Vasilij Aleksanjan; esorta il Consiglio a prendere in considerazione e a rispondere alla raccomandazione del Parlamento dell'ottobre 2012 in cui si chiede l'applicazione di sanzioni UE mirate contro coloro che sono stati identificati quali responsabili della morte di Magnitskij e contro le altre persone implicate nelle pesanti violazioni dei diritti umani;
16. plaude all'amnistia approvata nel dicembre 2013 grazie alla quale sono state rilasciate Marija Alëchina e Nadežda Tolokonnikova; accoglie con favore il rilascio di Michail Chodorkovskij e di Platon Lebedev, e prende atto dell'impegno assunto da Chodorkovskij di utilizzare la propria immagine per condurre una campagna tesa alla liberazione degli altri prigionieri politici in Russia; esprime preoccupazione per la portata e la persistenza della manipolazione politica della giustizia in Russia, nonostante gli sviluppi positivi menzionati in precedenza;
17. si oppone con fermezza alla minaccia russa di imporre un embargo sulle carni provenienti da Austria, Francia, Germania e Polonia;
18. invita il vicepresidente/alto rappresentante e la Commissione a fornire sostegno alle ONG, alle istituzioni e alle organizzazioni che vigilano sulla situazione dei diritti umani e sull'indipendenza dei tribunali nella Federazione russa; invita l'UE a esercitare una costante pressione sulle autorità russe affinché rispettino le norme dell'OSCE in materia di diritti umani, democrazia, Stato di diritto e indipendenza del sistema giudiziario;
19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Federazione russa.