Proposta di risoluzione - B7-0234/2014Proposta di risoluzione
B7-0234/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle priorità dell'UE per la 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU)

5.3.2014 - (2014/2612(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Leonidas Donskis, Marietje Schaake, Olle Schmidt, Graham Watson a nome del gruppo ALDE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0234/2014

Procedura : 2014/2612(RSP)
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B7-0234/2014
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B7-0234/2014
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B7‑0234/2014

Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE per la 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU)

(2014/2612(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali,

–       vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (CDU),

–       viste la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, dell'8 settembre 2000, e le risoluzioni dell'Assemblea generale dell'ONU in materia,

–       viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–       visti il quadro strategico dell'UE sui diritti umani e la democrazia nonché il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, adottati in occasione della 3179a riunione del Consiglio "Affari esteri" del 25 giugno 2012,

–       vista la sua raccomandazione al Consiglio, del 13 giugno 2012, sul rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani,

–       viste le sue precedenti risoluzioni sul Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU) nonché sulle priorità del Parlamento in tale contesto, in particolare quella del 7 febbraio 2013 sulla ventiduesima sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani[1],

–       viste le sue risoluzioni urgenti su questioni concernenti i diritti umani,

–       vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2013 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2012 e sulla politica dell'Unione europea in materia[2],

–       viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri", del 10 febbraio 2014, sulle priorità dell'UE nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani,

–       visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 5, nonché gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–       viste le prossime sessioni del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani del 2014, in particolare la 25a sessione ordinaria che si terrà dal 3 al 28 marzo 2014,

–       visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.     considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante del patrimonio etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono una delle pietre miliari dell'unità e dell'integrità europee;

B.     considerando che la credibilità dell'UE in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sarà rafforzata grazie a una maggiore coerenza tra le sue politiche interne ed esterne in materia di diritti umani;

C.     considerando che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero non solo ambire a formulare apertamente una posizione comune contro le violazioni dei diritti umani, al fine di ottenere i migliori risultati possibili, ma anche, in tale contesto, continuare a rafforzare la cooperazione migliorando altresì le modalità organizzative e il coordinamento tra gli Stati membri e tra le istituzioni dell'UE;

D.     considerando che il Consiglio "Affari esteri" dell'UE del 10 febbraio 2014 ha fissato le sue priorità in vista della 25a sessione ordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (terzo comitato); che tra tali priorità figurano Siria, Repubblica popolare democratica di Corea, Iran, Sri Lanka, Myanmar/Birmania, Bielorussia, Repubblica centrafricana, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo, Eritrea, Mali e Sudan; che le priorità tematiche annunciate dal Consiglio "Affari esteri" comprendono: pena di morte, libertà di religione o di credo, diritti delle donne e dei bambini, programma mondiale dopo il 2015, libertà di opinione e di espressione, libertà di associazione e di riunione, cooperazione delle organizzazioni non governative (ONG) con gli organismi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani, tortura, diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali), razzismo, popoli indigeni, diritti economici, sociali e culturali, imprese e diritti umani nonché sostegno agli organismi e meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani;

E.     considerando che, il 25 luglio 2012, è stato nominato un rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani il cui ruolo è quello di migliorare l'efficacia e la visibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani e di contribuire all'attuazione del quadro strategico e del piano d'azione sui diritti umani e la democrazia;

F.     considerando che, nell'ottobre 2013, si è proceduto all'elezione, effettiva dal 1° gennaio 2014, di 14 nuovi membri del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, ossia Algeria, Cina, Cuba, Francia, Maldive, Messico, Marocco, Namibia, Arabia Saudita, Sud Africa, Ex repubblica jugoslava di Macedonia, Vietnam, Russia e Regno Unito; che ora sono otto gli Stati membri dell'UE che fanno parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

G.     considerando che il tema prioritario della 58a sessione della Commissione sulla condizione femminile sarà "sfide e risultati raggiunti nell'attuazione degli Obiettivi di sviluppo del millennio per le donne e le ragazze";

H.     considerando che la corruzione nei settori pubblico e privato pone in essere e aggrava disuguaglianze e discriminazioni per quanto riguarda l'equa fruizione dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali; che è dimostrato che gli atti di corruzione e le violazioni dei diritti umani implicano abusi di potere, mancanza di assunzione di responsabilità e varie forme di discriminazione;

I.      considerando che la ratifica dei due emendamenti di Kampala da parte degli Stati e l'attivazione della giurisdizione della Corte penale internazionale sul reato di aggressione offriranno un ulteriore contributo in vista della fine dell'impunità per chi commette il reato in questione;

1.      accoglie favorevolmente le priorità fissate dal Consiglio in vista della 25a sessione ordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a tenere conto delle raccomandazioni del Parlamento in sede di promozione delle priorità dell'UE nell'ambito del CDU;

Attività del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani

2.      riafferma la propria convinzione che le elezioni al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite debbano essere competitive e si dichiara contrario all'organizzazione di elezioni prive di competizione da parte di gruppi regionali; ribadisce l'importanza dei requisiti in materia di impegno e risultati nell'ambito dei diritti umani necessari per entrare a far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite; esorta inoltre gli Stati membri a insistere su detti requisiti in sede di definizione dei candidati per cui intendono votare; sottolinea che i membri del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sono tenuti a mantenere i più elevati standard di promozione e tutela dei diritti umani; ribadisce l'importanza di criteri solidi e trasparenti per la reintegrazione dei membri sospesi;

3.      esprime preoccupazione per le violazioni dei diritti umani perpetrate in alcuni dei membri neoeletti del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani tra cui Russia, Arabia Saudita, Cina, Cuba, Algeria, Marocco e Vietnam;

4.      rimane contrario al "voto in blocco" (bloc voting) in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta i paesi membri del CDU a mantenere la trasparenza per quanto riguarda i loro voti;

5.      deplora il fatto che il margine di interazione tra la società civile e il CDU sia sempre più esiguo e che le opportunità offerte alle ONG per intervenire a tali sessioni siano minori; esorta l'UE e il CDU a garantire che la società civile possa contribuire quanto più possibile alla 25a sessione del CDU, nonché al processo di revisione periodica universale e ad altri meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, senza temere rappresaglie dopo aver fatto ritorno nel paese d'origine; condanna i riferiti atti di rappresaglia ed esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a garantire che si indaghi su tali casi in modo sistematico;

6.      elogia l'Alto commissario per i diritti umani, Navi Pillay, per i continui sforzi profusi nel processo di rafforzamento degli organismi previsti dai trattati; ribadisce fermamente il carattere multilaterale degli organismi stessi e pone l'accento sulla necessità di un costante coinvolgimento della società civile nei processi di cui trattasi; sottolinea inoltre che l'indipendenza e l'efficacia degli organismi in questione devono essere mantenute e potenziate;

Questioni specifiche per paese

Siria

7.      ribadisce la sua ferma condanna alle diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del regime siriano, compresi tutti gli atti di violenza, le torture sistematiche e le esecuzioni dei prigionieri; condanna tutti gli abusi in materia di diritti umani e le violazioni del diritto umanitario internazionale commessi dai gruppi armati che si oppongono al regime; esprime seria preoccupazione per le gravi ripercussioni dei tre anni di conflitto sulla popolazione civile nonché per il continuo deterioramento della situazione umanitaria nel paese e nella regione; invita tutti i soggetti armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria; sostiene pienamente i recenti cicli negoziali avviati sulla base della dichiarazione di Ginevra, che dovrebbero costituire il primo passo in un processo che condurrà alla soluzione politica e democratica del conflitto, così da agevolare una transizione democratica, guidata dalla Siria stessa, che risponda alle legittime aspirazioni del popolo siriano;

8.      esorta tutte le parti coinvolte nel conflitto, e in particolare il regime siriano, a garantire un accesso transfrontaliero sicuro e incondizionato agli aiuti umanitari inviati dalla comunità internazionale e a mantenere la promessa di consentire a donne e bambini di lasciare le città assediate quali ad esempio Homs e il campo profughi di Yarmouk; accoglie con favore la risoluzione 2139 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 22 febbraio 2014, che invita a consentire ai convogli di aiuti umanitari l'accesso in tutto il paese al fine di alleviare le sofferenze della popolazione civile, e invita alla sua rapida attuazione; invita a rilasciare gli attivisti pacifici detenuti dal governo e gli ostaggi civili trattenuti dai gruppi armati;

9.      sottolinea che, alla luce della portata senza precedenti della crisi, è necessario che l'Unione europea e la comunità internazionale nel suo insieme provvedano in via prioritaria ad alleviare le sofferenze di milioni di siriani che necessitano di beni e servizi di base; ricorda agli Stati membri le loro responsabilità umanitarie nei confronti dei rifugiati siriani e osserva che non devono più ripetersi tragedie come quella di Lampedusa; esorta la Commissione e gli Stati membri a fornire aiuti ai rifugiati che fuggono dal conflitto; invita gli Stati membri a vagliare tutte le attuali norme e procedure dell'UE volte ad assicurare un ingresso sicuro nell'Unione su base temporanea e l'ammissione per motivi umanitari;

10.    ribadisce il suo invito al SEAE e agli Stati membri affinché alla situazione in Siria continui ad essere accordata la massima priorità nel quadro delle Nazioni Unite, in particolare in seno al CDU;

11.    sottolinea che lasciar morire deliberatamente di fame i civili e attaccare le strutture sanitarie è vietato dal diritto internazionale e sarà considerato crimine di guerra; ribadisce l'importanza di garantire la responsabilità a tutti i livelli; elogia in tale contesto l'attività della commissione d'inchiesta indipendente sulla Siria, compresa la sua ultima relazione che sarà discussa in seno al CDU, e invita tale commissione d'inchiesta ad indagare sulle recenti notizie, che comprendono migliaia di fotografie riguardanti casi di tortura che sarebbero stati perpetrati dall'esercito siriano; rinnova l'appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché deferisca la situazione in Siria alla Corte penale internazionale ai fini di un'indagine formale; chiede al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di intraprendere azioni tangibili in questa direzione;

Egitto

12.    condanna le violazioni dei diritti umani perpetrate in Egitto, tra cui le molestie e la detenzione di giornalisti, attivisti della società civile e dell'opposizione, nonché l'uso eccessivo della forza che ha provocato la morte di un elevato numero di civili, ad esempio in occasione del terzo anniversario della rivoluzione e nei giorni intorno al referendum di gennaio 2013; esorta le autorità egiziane a garantire che si svolgano indagini complete, trasparenti e indipendenti sulla morte dei civili, al fine di chiamare i responsabili a risponderne; condanna il fatto che decine di migliaia di egiziani siano detenuti e soggetti a repressioni, compresi i Fratelli musulmani, considerati un'organizzazione terroristica, il che ostacola la possibilità di portare avanti il processo di riconciliazione inclusiva necessario alla stabilità e allo sviluppo del paese; invita il CDU a condannare tali violazioni dei diritti umani, a monitorare eventuali indagini e a prendere in considerazione la possibilità di avviare indagini proprie in assenza di progressi da parte delle autorità egiziane; sottolinea l'importanza di aprire tempestivamente un Ufficio regionale dell'Alto commissario per i diritti umani al Cairo, come concordato con le autorità egiziane;

13.    prende atto della nuova costituzione egiziana; osserva il riferimento all'indipendenza delle questioni religiose cristiane ed ebraiche e riconosce i progressi compiuti riguardo alla libertà di religione; valuta positivamente il fatto che la costituzione egiziana menzioni un governo civile e l'uguaglianza di tutti i cittadini, prevedendo tra l'altro un miglioramento dei diritti delle donne, la garanzia dei diritti dei bambini, il divieto di tortura sotto qualsiasi forma o manifestazione, il divieto e la criminalizzazione di qualunque forma di schiavitù, nonché l'impegno a rispettare i trattati internazionali in materia di diritti umani sottoscritti dall'Egitto; deplora fortemente il livello di potere che la costituzione lascia nelle mani dell'esercito e dei tribunali militari;

14.    esprime preoccupazione per il fatto che migliaia di persone, in gran parte profughi provenienti da Eritrea e Somalia, tra cui molte donne e bambini, perdano la vita, scompaiano o vengano sequestrate e tenute in ostaggio a scopo di estorsione, vengano torturate, sfruttate a scopo sessuale o uccise ai fini del traffico di organi da parte di trafficanti di esseri umani nella zona del Sinai; ricorda, in tale contesto, che l'articolo 89 della nuova costituzione sancisce che tutte le forme di schiavitù, oppressione, sfruttamento forzato ai danni di esseri umani, commercio sessuale e altre forme di tratta di esseri umani sono vietate e sanzionate penalmente per legge in Egitto;

Libia

15.    invita all'adozione, in occasione della prossima sessione del CDU, di una risoluzione sulla base della relazione dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani che rafforza il mandato di quest'ultimo nel monitorare la situazione dei diritti umani e le sfide che la Siria è chiamata ad affrontare nonché riferire al CDU in merito; esprime preoccupazione per le detenzioni illegali correlate al conflitto e la pratica della tortura e delle uccisioni extragiudiziali, e accoglie con favore in tale contesto le raccomandazioni della missione di sostegno delle Nazioni Unite sulla tortura; esprime preoccupazione per gli attacchi mirati a coloro che lavorano nell'ambito dei mezzi di informazione e invita a tutelare il pluralismo dei media e la libertà di espressione; esorta a fornire sostegno ai fini della risoluzione del conflitto e della riconciliazione nazionale;

Arabia Saudita

16.    chiede all'Arabia Saudita, in qualità di membro neoeletto del CDU, di prendere atto delle raccomandazioni della 17a sessione del gruppo di lavoro del riesame periodico universale che invitano a: porre fine a tutte le forme di discriminazione contro le donne nella legislazione e nella pratica e consentire a tutte le donne di partecipare a pieno titolo e su un piede di parità alla società; prendere tutte le misure necessarie per combattere le violenze domestiche e garantire che le vittime abbiano accesso a meccanismi di tutela e di ricorso; applicare una legge che proibisca tutti i matrimoni precoci e forzati con minori e fissi a 18 anni l'età minima legale per il matrimonio; adottare leggi per tutelare le libertà di associazione, espressione, assemblea pacifica e religione; imporre una moratoria sulla pena di morte in vista della sua definitiva abolizione; consentire la registrazione di ONG attive nel settore dei diritti umani; e ratificare gli strumenti essenziali in materia di diritti umani;

Iran

17.    plaude alla risoluzione adottata dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel marzo 2013 sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica di Iran e alla proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran; riafferma il suo sostegno alla prosecuzione del mandato e invita l'Iran a consentire l'accesso nel paese del relatore speciale delle Nazioni Unite, inteso come passo cruciale ai fini dell'apertura di un dialogo volto a valutare la situazione dei diritti umani in Iran; reitera la sua condanna della pena di morte in Iran e il significativo aumento delle esecuzioni, come testimoniano le 40 impiccagioni eseguite nelle prime due settimane del 2014, nonché la continua violazione del diritto alla libertà di credo; prende atto dei primi segnali di progresso che il governo iraniano ha dimostrato in merito ai diritti umani, compreso il rilascio di prigionieri politici; invita l'UE e il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a continuare a controllare da vicino la situazione dei diritti umani e a garantire che i diritti umani permangano una priorità in tutte le relazioni con il governo iraniano;

Tunisia

18.    accoglie con favore il fatto che il 26 gennaio 2014 la Tunisia abbia adottato una nuova costituzione, che potrebbe fungere da fonte di ispirazione per i paesi della regione e oltre; incoraggia le autorità tunisine a condurre elezioni inclusive, trasparenti e credibili nel corso di quest'anno;

Palestina

19.    plaude alla partecipazione della Palestina quale Stato non membro osservatore delle Nazioni Unite a partire dal novembre 2012; ribadisce il suo appoggio a tali sforzi; prende atto dell'appoggio espresso dall'Unione all'adesione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite come elemento di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese; riafferma che l'UE non accetterà alcun cambiamento dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a Gerusalemme, che non sia concordato dalle parti;

Israele

20.    si compiace della ripresa delle relazioni da parte di Israele con il CDU e l'imminente adozione di una relazione sul secondo ciclo di riesame periodico universale concernente tale paese; invita le autorità israeliane a coadiuvare il relatore speciale nel suo lavoro sulla situazione dei diritti umani nei territori occupati;

Bahrein

21.    esprime preoccupazione per la situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione politica in Bahrein; plaude alla dichiarazione sul Bahrein del settembre 2013 in seno al CDU firmata da tutti gli Stati membri dell'Unione; chiede l'immediato rilascio senza condizioni di tutti i prigionieri di coscienza, attivisti politici, giornalisti, difensori dei diritti umani e dimostranti pacifici; invita gli Stati membri dell'UE ad adoperarsi per l'adozione nel corso della prossima sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani di una risoluzione sui diritti umani nel Bahrein che si concentri sulla realizzazione degli impegni assunti dal Bahrein nel corso del processo del riesame periodico universale e delle raccomandazioni, comprese quelle relative ai difensori dei diritti umani, formulate dalla Commissione d'inchiesta indipendente e accolte con favore dal Re del Bahrein;

Cambogia, Costa d'Avorio, Haiti, Somalia e Sudan

22.    accoglie positivamente la proroga dei mandati degli esperti indipendenti su Cambogia, Costa d'Avorio, Haiti, Somalia e Sudan; esorta le autorità dei predetti paesi a cooperare pienamente con i titolari dei mandati;

Repubblica centrafricana

23.    ribadisce la sua profonda preoccupazione per la situazione nella Repubblica centrafricana, invita la comunità internazionale a sostenere con urgenza l'appello umanitario delle Nazioni Unite, che dispone di finanziamenti gravemente insufficienti, e chiede che sia migliorata la situazione della sicurezza al fine di garantire l'accesso all'assistenza umanitaria per la popolazione; auspica che il rapido dispiegamento della missione dell'UE PSDC contribuirà a migliorare la situazione in loco; plaude alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2136 (2014), alla risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, alla sua sessione speciale sulla situazione nella Repubblica centrafricana del 20 gennaio 2014 e alla nomina di un esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani nel paese; esorta vivamente il nuovo Presidente ad interim Samba-Panza ad adoperarsi al massimo per porre fine alle violenze e placare le tensioni settarie nel paese;

Mali

24.    accoglie con favore la nomina di un esperto indipendente sulla situazione dei diritti umani in Mali, il monitoraggio continuo della situazione dei diritti umani successiva al conflitto e il forte ruolo di guida svolto da altri Stati africani per quanto concerne il miglioramento della situazione dei diritti umani nel paese; chiede che il mandato dell'esperto indipendente sia rinnovato;

Sud Sudan

25.    esprime profonda preoccupazione per la situazione nel Sud Sudan, in particolare per la lotta politica per assumere la guida del paese, che ha provocato un aumento degli scontri etnici e lo sfollamento di oltre 650 000 persone; invita gli Stati membri dell'UE a sollevare la questione in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU) al fine di mantenere tra le priorità dell'agenda internazionale la questione relativa alla situazione nel Sud Sudan; accoglie con favore l'accordo sulla cessazione delle ostilità firmato il 24 gennaio 2014 ma sottolinea che ciò rappresenta solo un primo passo verso la pace e la riconciliazione; condanna le diffuse violazioni dei diritti umani e gli abusi commessi e sottolinea che i responsabili devono rispondere dei loro atti; accoglie favorevolmente l'impegno dell'Unione africana nella creazione di una commissione d'inchiesta che funga da base per la giustizia e la responsabilità, oltre che per la futura riconciliazione;

Eritrea

26.    sollecita un'attenzione e una vigilanza continue da parte dell'Unione e del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani per quanto riguarda la situazione dei diritti umani in Eritrea, in quanto un alto numero di profughi e di migrati si è venuto a creare a seguito di gravi violazioni dei diritti umani; valuta positivamente la risoluzione del CDU in merito alla situazione dei diritti umani in Eritrea adottata all'unanimità nel giugno 2013; elogia la prima relazione del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nel paese; e chiede il rinnovo del mandato di tale relatore speciale nel corso della 26a sessione del Consiglio per i diritti umani;

Repubblica democratica del Congo

27.    pone l'accento sull'appello delle Nazioni Unite per un continuo sostegno a favore della parte orientale della Repubblica democratica del Congo dilaniata dal conflitto per far sì che non diventi una crisi dimenticata; è seriamente preoccupato per il recente esodo di massa nella regione del Katanga; condanna fermamente gli attacchi delle forze ribelli nella parte orientale del paese ai danni della popolazione civile, tra cui donne e bambini; condanna fermamente il ricorso sistematico allo stupro quale arma di guerra; esprime profonda preoccupazione circa il continuo ricorso ai bambini reclutati come soldati e ne chiede il disarmo, la riabilitazione e il reinserimento nella società; ritiene che l'accordo quadro per la pace, la sicurezza e la cooperazione della Repubblica democratica del Congo e della regione, promosso dalle Nazioni Unite, rimanga l'ambito privilegiato per il conseguimento di una pace duratura; plaude alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2136 del gennaio 2014, che proroga l'embargo sulle armi imposto alla Repubblica democratica del Congo;

Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC)

28.    si compiace della proroga prevista per il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC), della risoluzione approvata all'unanimità nel marzo 2013, nonché della presentazione della relazione a cura della commissione d'inchiesta per i diritti umani nel paese; ribadisce il proprio invito al governo della RPDC a cooperare pienamente con il relatore e ad agevolare la sua visita nel paese; esorta il CDU a tener conto delle raccomandazioni della Commissione internazionale d'inchiesta, rivolgendo particolare attenzione alla necessità di condannare i crimini internazionali commessi nella RPDC, rafforzare la capacità dell'ONU di documentare le violazioni dei diritti umani nel paese e istituire un adeguato meccanismo internazionale volto a garantire la responsabilità per i crimini internazionali perpetrati nella RPDC;

Myanmar/Birmania

29.    accoglie con favore la risoluzione adottata dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sul Myanmar/Birmania, nonché il proseguimento dei lavori del relatore speciale; invita il CDU a non interrompere ovvero modificare il mandato del relatore speciale finché non verrà istituito un Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani nel paese che disponga di un mandato completo, e invita il Myanmar/Birmania a garantire la prosecuzione dei lavori del comitato di revisione in materia di prigionia, impegnato nel risolvere tutti i casi pendenti e nell'abrogare la legge controversa concernente la libertà di espressione e di associazione (in particolare la legge del 2011 sulle riunioni e i cortei pacifici); condanna gli incessanti episodi di violenza e abuso perpetrati a danno della minoranza rohingya nello Stato di Rakhine e gli attacchi contro le minoranze musulmane e di altre religioni; chiede che vengano effettuate indagini complete, trasparenti e indipendenti in merito a tali violazioni;

Russia

30.    condanna risolutamente le leggi sugli "agenti stranieri" in Russia che vengono utilizzate per vessare le ONG ricorrendo a incursioni degli uffici, ammende e altri metodi intimidatori; invita l'UE e i suoi Stati membri a mantenere la pressione sulla Russia, sia in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani che all'esterno, affinché ponga fine a queste evidenti violazioni delle libertà di espressione e di associazione; esprime forte preoccupazione per le altre continue violazioni dei diritti umani in Russia, quali la repressione dei mezzi d'informazione, le leggi discriminatore ai danni delle minoranze sessuali, la violazione del diritto di assemblea e la mancanza di una magistratura indipendente;

Bielorussia

31.    reitera il suo appoggio al relatore speciale del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia; chiede che il mandato del relatore speciale sia prorogato di un altro anno quando scadrà alla fine di giugno 2014; plaude alla risoluzione adottata sulla Bielorussia nel giugno 2013 e al continuo riconoscimento delle significative violazioni dei diritti umani nel paese nonché all'attenzione ad esse prestata; esorta vivamente il SEAE e gli Stati membri a mantenere la pressione sulla Bielorussia sul tema dei diritti umani;

Uzbekistan

32.    plaude al risultato del riesame periodico universale dell'Uzbekistan; giudica deplorevole il perdurante rifiuto del governo dell'Uzbekistan ad accogliere le richieste avanzate dalle procedure speciali del CDU di visitare il paese; esorta vivamente gli Stati membri ad adoperarsi per creare un meccanismo di controllo specifico a livello del CDU relativo alla situazione dei diritti umani in Uzbekistan;

Questioni tematiche

Diritti del fanciullo

33.    si compiace dell'operato del CDU per quanto concerne i diritti del fanciullo, come ad esempio la risoluzione, del settembre 2013, sulla mortalità evitabile e la morbilità dei bambini di età inferiore ai 5 anni quali motivo di preoccupazione in tema di diritti umani, nonché del lavoro del Comitato sui diritti del fanciullo; invita gli Stati a ratificare il terzo protocollo facoltativo alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, che permetterà ai minori di presentare le loro denunce al comitato; plaude alla prossima risoluzione del CDU sui diritti del fanciullo, da considerarsi un esempio eccellente di cooperazione tra l'UE e il Gruppo di Stati dell'America Latina e dei Caraibi (GRULAC) in seno alle Nazioni Unite; esprime profonda preoccupazione per i casi di tortura e detenzione di minori segnalati da organizzazioni quali l'UNICEF e Amnesty International; invita le Nazioni Unite a indagare ulteriormente su tali casi e a formulare raccomandazioni sui provvedimenti da adottare;

Alloggi

34.    riafferma la sua soddisfazione per l'importanza attribuita dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani al diritto all'alloggio; ribadisce inoltre il suo invito all'Unione e agli Stati membri a favorire l'accesso ad alloggi adeguati quale diritto fondamentale;

Libertà di religione o di credo

35.    condanna le continue violazioni del diritto alla libertà di religione e credo nel mondo; ribadisce l'importanza che l'UE attribuisce a tale questione; invita gli Stati membri a continuare ad adoperarsi in merito; si compiace del rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; ribadisce ancora una volta che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, compresa la libertà di cambiare o di abbandonare la propria religione o il proprio credo, è un diritto umano fondamentale; sottolinea pertanto la necessità di lottare efficacemente contro tutte le forme di discriminazione nei confronti delle minoranze religiose in tutto il mondo;

Discriminazione fondata sulla casta

36.    condanna la discriminazione fondata sulla casta; esprime profonda preoccupazione per le perduranti e diffuse violazioni dei diritti umani perpetrate sulla base della casta e per gli atti di violenza quali, tra l'altro, la violenza sessuale nei confronti delle donne appartenenti alle comunità interessate; plaude agli sforzi dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e dei detentori del mandato delle procedure speciali delle Nazioni Unite per combattere questo tipo di discriminazione; esorta gli Stati membri dell'UE a promuovere l'approvazione del progetto di principi e orientamenti delle Nazioni Unite per l'efficace eliminazione della discriminazione basata sul lavoro e invita il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ad adottare siffatto quadro di riferimento;

Donne e ragazze

37.    invita l'UE a prendere attivamente parte alla 58a sessione della Commissione sulla condizione femminile affinché non si comprometta l'acquis della piattaforma d'azione di Pechino nell'ambito delle Nazioni Unite relativamente a tematiche come, ad esempio, l'accesso all'istruzione e alla sanità quale diritto umano di base, compresi i diritti sessuali e riproduttivi; condanna fermamente il ricorso, come tattica di guerra, a violenze sessuali contro le donne quali lo stupro di massa, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, le forme di persecuzione basate sul genere, incluse la mutilazione genitale femminile, la tratta, i matrimoni precoci e forzati, i delitti d'onore e tutte le altre forme di violenza sessuale di gravità paragonabile; invita nuovamente l'UE e gli Stati membri a firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica;

Acqua e servizi igienico-sanitari

38.    valuta favorevolmente la risoluzione adottata nel settembre 2013 dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sul diritto all'acqua potabile e a strutture igienico-sanitarie sicure e si compiace del lavoro del relatore speciale delle Nazioni Unite su questo tema, segnatamente mediante l'elaborazione di un manuale sulle modalità per applicare il diritto all'acqua potabile e a strutture igienico-sanitarie sicure; invita il SEAE, gli Stati membri dell'UE e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani a continuare a dare preminenza al diritto dell'uomo all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, un diritto spesso trascurato ma di capitale importanza;

Diritti delle persone LGBTI

39.    esprime preoccupazione per il recente incremento di leggi e pratiche discriminatorie nonché atti di violenza nei confronti delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere; invita a un attento monitoraggio della situazione in Nigeria e in Uganda, dove le nuove leggi minacciano seriamente la libertà delle minoranze sessuali; condanna l'introduzione di leggi discriminatorie e la repressione della libertà di parola in Russia; riafferma il suo sostegno all'incessante lavoro dell'Alto commissario per i diritti umani per contrastare tali leggi e pratiche discriminatorie, nonché, più in generale, il lavoro delle Nazioni Unite su questo tema; raccomanda la partecipazione attiva degli Stati membri dell'UE, del Consiglio e del SEAE per contrastare i tentativi di mettere in discussione i diritti in questione;

Tortura

40.    ribadisce l'importanza della lotta alla tortura e a tutte le altre forme di maltrattamento così come la priorità che l'UE accorda alla questione, soprattutto per quanto concerne i minori; invita il CDU a cogliere l'opportunità che offre la risoluzione annuale sulla tortura per rinnovare il mandato del relatore speciale di altri tre anni e ad assicurare che venga dato effettivamente seguito alle precedenti risoluzioni in tema di tortura; esorta il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE a dimostrare il loro impegno condiviso a eliminare la tortura e a sostenere le vittime, in particolare continuando o iniziando, a seconda dei casi, a dare il loro contributo al Fondo volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tortura e al Fondo speciale istituito dal protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura;

Pena di morte

41.    ribadisce la sua ferma condanna dell'uso della pena di morte e appoggia con forza la moratoria, da considerarsi un passo verso l'abolizione della pena capitale; invita l'UE, i suoi Stati membri e il CDU a continuare a insistere per una sua abolizione a livello mondiale; esorta vivamente i paesi che ancora applicano la pena di morte a pubblicare dati precisi e accurati sul numero di condanne ed esecuzioni;

Sport

42.    si compiace della risoluzione adottata nel settembre 2013 sulla promozione dei diritti umani tramite lo sport e l'ideale olimpico; esprime preoccupazione per la situazione dei lavoratori migranti nel Qatar, soprattutto in relazione ai preparativi della Coppa del mondo del 2022; prende atto dell'iniziativa intrapresa dal Qatar per dare risposta a tale preoccupazione; invita le autorità del Qatar a riformare il diritto del lavoro, ad abrogare la normativa sulla sponsorizzazione (sistema della "kafala") vigente in tutta la regione e a ratificare le pertinenti convenzioni internazionali; sollecita l'UE a provvedere affinché le imprese europee che operano nel settore edilizio nel Qatar non si rendano partecipi delle violazioni dei diritti umani di cui sono vittima i lavoratori migranti; sottolinea l'importanza di monitorare tutti i principali eventi sportivi e la loro interazione con i diritti umani, come ad esempio le Olimpiadi invernali di Soči, in Russia, del febbraio 2014 e la continua repressione della libertà di riunione e dei diritti delle minoranze sessuali, nonché la prossima Coppa del mondo in Brasile, dove si registrano segnalazioni di sfratti e spostamenti della popolazione in tutto il paese;

Diritto di riunione pacifica

43.    invita l'UE a sostenere i passi volti a dare seguito alla relazione dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle misure efficaci e le migliori pratiche per garantire la promozione e la tutela dei diritti umani nel contesto delle proteste pacifiche, in particolare appoggiando gli sforzi per sviluppare un quadro giuridico internazionale relativo al diritto di riunione pacifica;

Utilizzo di droni armati

44.    è preoccupato per le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale rappresentate dall'utilizzo di droni armati, che ha provocato tra la popolazione civile un numero imprecisato di morti, feriti gravi o traumatizzati; sostiene gli sforzi messi in atto nel quadro delle pertinenti procedure speciali delle Nazioni Unite per promuovere un utilizzo trasparente e responsabile dei droni armati da parte degli Stati, in linea con il quadro giuridico internazionale istituito; invita l'UE, gli Stati membri e il CDU a continuare a sostenere le indagini sulle uccisioni mirate e a dare seguito alle raccomandazioni formulate dai relatori speciali delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie e sulla lotta contro il terrorismo;

Corruzione e diritti umani

45.    chiede all'UE e agli Stati membri di sostenere l'istituzione di un relatore speciale delle Nazioni Unite sui reati finanziari, la corruzione e i diritti umani;

UPR

46.    riafferma l'importanza dell'universalità del riesame periodico universale, nell'ottica di pervenire alla completa conoscenza della situazione dei diritti umani in tutti i paesi membri delle Nazioni unite, e ribadisce la costante importanza di questo secondo ciclo di riesame, focalizzato sull'attuazione delle raccomandazioni accettate durante il primo ciclo; rinnova tuttavia l'invito a riprendere in considerazione, nel proseguire il processo di riesame periodico universale, le raccomandazioni non accettate dagli Stati durante il primo ciclo;

47.    invita gli Stati membri dell'UE che partecipano ai dialoghi interattivi dell'UPR a presentare raccomandazioni che siano specifiche e misurabili, al fine di migliorare la qualità del seguito e dell'attuazione delle raccomandazioni accettate; sottolinea che è importante che la Commissione e gli Stati membri dell'UE offrano assistenza tecnica per aiutare gli Stati sottoposti a riesame ad attuare le raccomandazioni e a presentare aggiornamenti intermedi, onde contribuire a migliorare l'attuazione;

48.    sottolinea la necessità di includere sistematicamente le raccomandazioni UPR nei dialoghi e nelle consultazioni dell'Unione in materia di diritti umani, come pure nelle sue strategie nazionali in materia di diritti umani; raccomanda ancora una volta che il Parlamento faccia riferimento a tali raccomandazioni nel quadro delle visite delle sue delegazioni nei paesi terzi;

49.    accoglie con soddisfazione tutti i provvedimenti che permettano la piena partecipazione al processo UPR da parte di un ampio ventaglio di soggetti interessati, tra cui la società civile; sottolinea l'importanza che il SEAE e gli Stati membri richiamino l'attenzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (CDU) sulla preoccupante questione dello spazio sempre più esiguo concesso alle ONG in diversi paesi del mondo;

Procedure speciali

50.    ribadisce il suo fermo sostegno alle procedure speciali e sottolinea la fondamentale importanza dell'indipendenza di tali mandati; esorta gli Stati delle Nazioni Unite a cooperare pienamente con le procedure speciali, anche ricevendo senza indugio i titolari dei mandati in visita nei singoli paesi, rispondendo alle loro richieste urgenti di intervento e in relazione alle denunce di violazioni, nonché garantendo un seguito adeguato alle loro raccomandazioni; sostiene la dichiarazione rilasciata il 10 dicembre 2013 dai 72 esperti di procedure speciali ed esprime preoccupazione per il fatto che la mancata cooperazione da parte degli Stati con le procedure speciali limiti la capacità degli esperti di esercitare il proprio mandato;

51.    condanna fermamente qualsiasi forma di rappresaglia nei confronti dei difensori e degli attivisti per i diritti umani che collaborano nell'ambito del processo UPR e delle procedure speciali, in particolare per quanto riguarda la Cina; invita il CDU a indagare sulle denunce secondo cui un attivista cinese, Cao Shunli, che promuoveva il coinvolgimento della società civile nell'UPR, sarebbe in stato di detenzione dal 14 settembre 2013; esorta il presidente del CDU a seguire attivamente la questione e altri casi analoghi e tutti gli Stati a fornire una tutela adeguata da simili intimidazioni; sottolinea che atti del genere compromettono l'intero sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite;

Partecipazione dell'Unione europea

52.    ribadisce l'importanza che l'Unione europea partecipi attivamente a tutti i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, tra cui il CDU; incoraggia gli Stati membri dell'Unione ad agire in tal senso, copatrocinando risoluzioni e facendosene promotori, partecipando attivamente a dibattiti e a dialoghi interattivi e rilasciando dichiarazioni; sostiene con forza la prassi sempre più comune dell'Unione di ricorrere a iniziative transregionali;

53.    ribadisce l'importanza di integrare i lavori svolti attualmente a Ginevra nell'ambito del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nelle pertinenti attività interne ed esterne dell'Unione, tra cui quelle del Parlamento, quali ad esempio le delegazioni di commissione e interparlamentari, nonché i contributi dei relatori speciali delle Nazioni Unite alle riunioni delle commissioni;

54.    incoraggia il rappresentante speciale dell'Unione europea a migliorare l'efficacia, la coerenza e la visibilità della politica unionale in materia di diritti umani nel contesto del CDU, nonché a instaurare una stretta cooperazione con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani e con le procedure speciali ed esorta il VP/AR a prendere attivamente parte alle sessioni di alto livello del CDU;

55.    sottolinea ancora una volta l'importanza di un coordinamento e di una cooperazione efficaci tra il SEAE, la Commissione e gli Stati membri dell'UE in materia di diritti umani; incoraggia il SEAE, in particolare tramite le delegazioni dell'Unione di Ginevra e di New York, a rafforzare la propria coerenza sulla base di consultazioni tempestive e concrete e a esprimersi "con una sola voce";

56.    sottolinea l'importanza che gli Stati membri dell'UE sostengano il CDU, collaborando al conseguimento dell'indivisibilità e dell'universalità dei diritti umani e, in particolare, ratificando tutti gli strumenti internazionali per i diritti umani posti in essere da tale organismo; si rammarica nuovamente che nessuno Stato membro dell'UE abbia ratificato la Convenzione sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; ribadisce inoltre il proprio rammarico per il fatto che numerosi Stati membri non hanno ancora adottato e/o ratificato la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, il protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, né il protocollo opzionale del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; rinnova il proprio invito a tutti gli Stati membri a ratificare le convenzioni e i protocolli in parola; sottolinea l'importanza che gli Stati membri presentino in tempo utile le relazioni periodiche agli organi di vigilanza delle Nazioni Unite; chiede all'Unione europea di definire attivamente la propria posizione in merito al reato di aggressione e agli emendamenti di Kampala;

57.    ribadisce l'importanza del continuo sostegno dell'Unione all'indipendenza dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) onde garantire che possa continuare a svolgere i propri compiti con efficacia e imparzialità; sottolinea che, ai fini dell'imparzialità e del corretto funzionamento dell'OHCHR, è indispensabile dotarlo di risorse finanziarie sufficienti, vista in particolare l'attuale necessità di aprire nuove sedi regionali dell'OHCHR in risposta a situazioni di crisi; pone in evidenza l'importanza di garantire finanziamenti sufficienti per coprire la crescente mole di lavoro degli organismi previsti dal trattato; invita l'Unione europea ad assumere un ruolo guida nel garantire l'efficace funzionamento del sistema dei citati organismi, anche in termini di adeguatezza dei finanziamenti;

58.    ribadisce che la tutela dei difensori dei diritti umani è una priorità fondamentale della politica dell'Unione in materia di diritti umani; apprezza pertanto il sostegno pratico e finanziario destinato alla protezione urgente e all'assistenza a favore dei difensori dei diritti umani nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR);

59.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al gruppo di lavoro UE-ONU istituito dalla commissione per gli affari esteri.