Proposta di risoluzione - B8-0054/2014Proposta di risoluzione
B8-0054/2014

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Ucraina

15.7.2014 - (2014/2717(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Rebecca Harms, Ulrike Lunacek, Tamás Meszerics, Heidi Hautala, Benedek Jávor, Bas Eickhout, Ernest Maragall a nome del gruppo Verts/ALE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0025/2014

Procedura : 2014/2717(RSP)
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B8-0054/2014
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B8-0054/2014
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B8‑0054/2014

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Ucraina

(2014/2717(RSP))

Il Parlamento europeo,

–       viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina, con particolare riferimento a quelle del 27 febbraio 2014 sulla situazione in Ucraina[1], del 13 marzo 2014 sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia[2], e del 17 aprile 2014 sulla pressione esercitata dalla Russia sui paesi del Partenariato orientale, in particolare la destabilizzazione dell'Ucraina orientale[3],

–       viste le conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio Affari esteri sull'Ucraina del 3 marzo 2014 e le conclusioni delle riunioni del Consiglio Affari esteri del 17 marzo 2014, del 14 aprile 2014, del 12 maggio 2014 e del 23 giugno 2014,

–       viste le dichiarazioni rese dai capi di Stato e di governo sull'Ucraina durante il Consiglio europeo del 6 marzo 2014,

–       viste le conclusioni del Consiglio europeo sull'Ucraina del 20 marzo 2014 e del 27 giugno 2014,

–       vista la dichiarazione sulle risultanze e conclusioni preliminari della missione di osservazione elettorale internazionale OSCE/ODIHR sulle elezioni presidenziali anticipate tenutesi in Ucraina il 25 maggio 2014,

–       visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.     considerando che negli eventi che si susseguono dall'aprile 2014 gruppi separatisti filorussi hanno occupato gli edifici dell'amministrazione statale regionale e altri edifici pubblici organizzando manifestazioni violente nel sud-est dell'Ucraina; che nei giorni successivi, con una serie di incursioni coordinate, alcune milizie ben armate e non identificate hanno assediato militarmente villaggi e città nell'Ucraina orientale, in particolare nelle regioni di Luhansk e Donetsk;

B.     considerando che in tali regioni le milizie filorusse hanno provveduto a proclamare "repubbliche del popolo" organizzando successivamente referendum a favore di tali "repubbliche sovrane"; che tutti gli sforzi profusi dalle autorità di Kiev e finalizzati ad avviare un dialogo autentico per affrontare i problemi dell'area, in particolare il decentramento amministrativo e le pertinenti riforme costituzionali, sono stati vanificati da coloro che hanno preso il potere;

C.     considerando che gli insorti hanno usato carri armati, veicoli blindati, munizioni e armi di origine russa, tra cui moderni lanciarazzi multipli, che sono stati contrabbandati attraverso il confine e i posti di controllo; che alcuni dei combattenti di punta delle milizie separatiste sono cittadini russi collegati ai servizi di intelligence o di sicurezza russi, mentre altri provengono dalla Cecenia, dalla Crimea e dalla Serbia; che durante la crisi la Federazione russa ha ammassato truppe e materiale militare presso il confine con l'Ucraina;

D.     considerando che il 25 maggio 2014 in Ucraina si sono svolte le elezioni presidenziali anticipate sotto la vigilanza di una importante missione di osservazione elettorale internazionale guidata dall'OSCE/ODIHR; che nonostante gli sforzi esterni e interni volti a far fallire il processo, le elezioni hanno ottenuto nel complesso una valutazione positiva da parte degli osservatori internazionali; che a Donbas soltanto pochi cittadini hanno potuto prendervi parte a seguito di forti minacce e violenze da parte dei separatisti;

E.     considerando che nel suo discorso inaugurale del 7 giugno 2014 il neoeletto presidente Petro Poroshenko ha presentato un piano di pace di 15 punti per risolvere la situazione nelle regioni orientali, piano basato sul condono penale di quanti si sono arresi e non hanno commesso crimini gravi, la realizzazione di corridoi controllati per il ritiro dei mercenari russi e l'avvio di un dialogo inclusivo con i cittadini pacifici;

F.     considerando che il presidente Poroshenko ha proclamato il cessate il fuoco, che è stato esteso unilateralmente al 30 giugno per facilitare l'attuazione del piano di pace; che il cessate il fuoco è stato ripetutamente violato, in particolare dai separatisti;

G.     considerando che secondo una rapida stima dell'UNICEF nella regione di Donetsk fino al 50% dei bambini è testimone di violenze e soffre di seri problemi psicologici; che le autorità pubbliche, in particolare la polizia e il sistema giuridico, non sono in grado di garantire lo Stato di diritto o un livello minimo di sicurezza pubblica; che in numerose aree di Donetsk e nelle oblast di Luhansk i servizi sono diminuiti fortemente, colpendo le forniture idriche, tagliando le prestazioni sociali e perturbando i servizi sanitari; che oltre 100 000 persone sono state evacuate dalle zone di conflitto trasferendole in altre aree del paese e in Russia;

H.     considerando che il 2 luglio 2014 i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Russia e Ucraina si sono riuniti a Berlino per adottare una serie di misure volte a raggiungere una tregua reciproca sostenibile nell'Ucraina orientale;

I.      considerando che dopo la firma delle disposizioni politiche dell'accordo di associazione, avvenuta il 21 marzo 2014, il 27 giugno 2014 l'UE e l'Ucraina hanno sottoscritto ufficialmente la parte restante dell'accordo, che include un accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA);

J.      considerando che il 27 giugno 2014 il Consiglio Affari esteri ha confermato l'analisi della Commissione secondo cui l'Ucraina soddisfa tutti i parametri di riferimento della prima fase del piano d'azione per la liberalizzazione dei visti, passando alla seconda fase del processo di liberalizzazione dei visti;

K.     considerando che il 25 giugno 2014 il Consiglio della Federazione russa ha approvato una decisione del presidente Putin con cui si rinuncia al diritto di inviare forze armate russe nel territorio dell'Ucraina;

L.     considerando che alla luce dell'assenza di progressi concreti volti ad attenuare la tensione l'UE ha ampliato le sue sanzioni concernenti la situazione in Ucraina, ampliando i criteri che consentono di imporre il divieto di visto e il congelamento dei beni e aggiungendo un maggior numero di persone e due enti destinatari di tali misure; che le sanzioni limitate e mirate hanno già esercitato un impatto;

M.    considerando che tra l'Ucraina e la Russia non è stato raggiunto alcun accordo sull'annosa disputa relativa alla fornitura di gas;

N.     considerando che è necessaria un'azione diplomatica internazionale incisiva a tutti i livelli per disinnescare la tensione e impedire che la crisi si amplifichi sfuggendo al controllo; che l'Unione europea deve fornire una risposta efficace, in modo da permettere all'Ucraina e agli altri paesi del Partenariato orientale di fruire della propria sovranità e di esercitarla pienamente, senza pressioni dall'esterno;

1.      esprime profonde preoccupazioni sul conflitto in corso che sta devastando la parte orientale dell'Ucraina, provocando la perdita di centinaia di vite umane e la distruzione di abitazioni e beni materiali, nonché la fuga di migliaia di civili dalle zone di conflitto verso rifugi sicuri;

2.      riconosce il diritto legittimo dell'Ucraina all'autodifesa, secondo quanto stabilito nell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; ritiene, tuttavia, che soltanto una reale soluzione politica della crisi possa porre le basi per una piena riconciliazione tra le fazioni e rafforzare l'unità del paese; sollecita i servizi di sicurezza ucraini a rispettare integralmente il diritto umanitario internazionale e il diritto internazionale dei diritti umani quando vengono effettuate le cosiddette operazioni antiterrorismo; sottolinea che è necessario proteggere la popolazione civile;

3.      sottolinea le implicazioni, l'impatto e le conseguenze di questa crisi per la stabilità e la sicurezza dell'intera regione e per il presente e il futuro delle relazioni UE-Russia; esorta la Russia ad astenersi dall'interpretare unilateralmente i fatti e gli eventi con il fine di porre le basi per un intervento diretto delle forze russe nel conflitto;

4.      appoggia, a questo proposito, il piano di pace presentato dal presidente Poroshenko, e invita il Gruppo di contatto trilaterale a riunirsi nuovamente per risolvere la situazione nel sud-est dell'Ucraina, nell'ottica di introdurre un cessate il fuoco immediato sotto la vigilanza dell'OSCE e consentire alle guardie di frontiera ucraine e al personale dell'OSCE di accedere ai posti di controllo di frontiera sul lato russo, onde monitorare la situazione nelle zone in cui i posti di controllo di frontiera ucraini sono stati occupati dai gruppi separatisti;

5.      chiede a tutte le fazioni di fermare i combattimenti, al fine di disinnescare la crisi, fornendo aiuti umanitari e corridoi sicuri ai rifugiati e agli sfollati, creando le condizioni per un dialogo autentico e cercando una soluzione valida che stabilizzi la situazione; chiede inoltre agli insorti di liberare immediatamente tutti gli ostaggi;

6.      ritiene fermamente che l'OSCE debba svolgere il ruolo operativo più importante nel risolvere la crisi Ucraina, facendo tesoro della sua esperienza nell'affrontare i conflitti armati e le crisi e in quanto sia la Russia che Ucraina sono membri di tale organizzazione; invita gli Stati membri dell'UE, l'alto rappresentante dell'UE per la politica estera e di sicurezza e la Commissione europea a rafforzare ulteriormente il ruolo dell'OSCE nel conflitto ucraino; chiede maggiori risorse finanziarie e più personale per la missione di osservazione speciale dell'OSCE, onde consentire una forte presenza dell'OSCE lungo il confine con la Russia in tutte le zone in cui si sono verificati scontri o in cui sono ancora in corso; sollecita l'OSCE a pubblicare quante più informazioni possibili su tutti gli incidenti politici violenti e pertinenti, al fine di ridurre l'influenza della disinformazione e le campagne di propaganda; chiede inoltre all'OSCE di concentrarsi su tutte le persone scomparse nelle ultime settimane e a garantire che vengano liberate;

7.      richiama l'attenzione sulla recente relazione di Amnesty International ed esprime la sua ferma condanna nei confronti dei rapimenti, delle percosse selvagge, delle torture, degli omicidi, degli omicidi extragiudiziali e di altri gravi abusi dei diritti umani e violazioni del diritto umanitario commessi negli ultimi tre mesi contro attivisti, manifestanti, giornalisti e numerosi altri cittadini non attivi nel conflitto nell'Ucraina orientale, principalmente da separatisti armati e in alcuni casi anche da forze governative; appoggia l'invito rivolto al governo ucraino affinché crei un registro unico, periodicamente aggiornato, delle segnalazioni di rapimenti, e indaghi in modo completo e imparziale su tutte le accuse di uso abusivo della forza, maltrattamenti o torture;

8.      chiede a Mosca di ridurre immediatamente e ritirare le sue truppe dal confine con l'Ucraina, nonché di fermare qualsiasi azione, infiltrazione, fornitura di armi o sostegno occulto a favore degli insorti che combattono nell'Ucraina orientale, quali prime misure concrete da lungo attese atte a dimostrare che la Russia intende seriamente disinnescare la crisi;

9.      rileva che da quando la Crimea è stata annessa, la Russia sta violando i suoi obblighi giuridici quale firmataria del memorandum di Budapest del 1994 e del trattato di amicizia, cooperazione e partenariato del 1997, con cui le parti hanno deciso di astenersi dal minacciare o utilizzare la forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'Ucraina;

10.    deplora profondamente il fatto che la Francia continui ad approntare l'esportazione di due portaelicotteri Mistral verso la Russia e a formare 400 marinai russi nel porto di Saint Nazaire; ricorda che l'esportazione rafforza strategicamente e in modo considerevole la marina russa e consente di effettuare azioni offensive molto rapide in zone come il Baltico e il Mar Nero; rammenta altresì che tale esportazione contribuisce alla corsa agli armamenti nella regione; è profondamente convinto che tale esportazione costituisca una minaccia diretta e forte nei confronti della sicurezza europea e rappresenti una violazione della posizione comune 944/2008 sull'esportazione di armi, in particolare per quanto concerne i criteri che vietano l'esportazione verso un paese o una regione in cui sono presenti tensioni e il non rispetto del diritto internazionale e degli obblighi internazionali come il memorandum di Budapest del 1994, inoltre costituisce una minaccia per la sicurezza degli Stati membri dell'UE confinanti; chiede a tutti gli Stati membri dell'UE di adottare immediatamente un embargo sulle armi che includa anche le tecnologie di sorveglianza;

11.    esprime preoccupazione per le dichiarazioni del Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, in merito alla necessità di aumentare significativamente i livelli di spesa per la difesa nei paesi NATO a causa del ruolo che la Russia ha assunto nella crisi ucraina; è ugualmente preoccupato per quanto annunciato dal presidente degli Stati Uniti relativamente a investimenti per circa un miliardo di dollari in armamenti in Europa orientale; ricorda che l'esportazione di Mistral francesi e gli investimenti statunitensi in Europa orientale non sono solo parte di un gioco a somma zero pericoloso e irresponsabile, ma anche chiari segnali di una corsa agli armamenti in atto; ritiene che l'avanzamento verso un'ulteriore militarizzazione così come pianificata dai responsabili francesi, statunitensi e della NATO arrecherà pregiudizio e indebolirà in modo significativo un forte approccio civile da parte dell'Unione europea basato su sanzioni e negoziati; sottolinea inoltre che le esportazioni di armi in corso sono in palese contraddizione con le posizioni comuni dell'UE e le relative sanzioni economiche;

12.    esorta il Consiglio europeo ad adottare una strategia più coerente e determinata nei confronti della crisi ucraina e in particolare del comportamento del governo russo; si compiace della decisione dell'Unione europea di ampliare le sanzioni mirate, tra cui le restrizioni di viaggio e il congelamento dei beni, nei confronti delle persone responsabili di atti di intolleranza e di incitamento all'odio, inclusi gli appelli alla guerra, nonché di atti suscettibili di pregiudicare o minacciare l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, ma deplora la decisione di non passare alla terza fase delle sanzioni nonostante l'inasprimento della crisi; sollecita il completamento della terza fase di sanzioni, che comprende un embargo sulle armi;

13.    esorta le autorità ucraine a impegnarsi in un dialogo aperto, trasparente e inclusivo e, a tal riguardo e alla luce del conflitto in corso, le invita, a non indugiare sulle riforme necessarie e attese a livello costituzionale, politico ed economico; ritiene inoltre che la riforma costituzionale in Ucraina dovrebbe formare oggetto di un ampio e approfondito dibattito che veda la partecipazione di tutte le componenti della società ucraina per poi sfociare in un referendum;

14.    accoglie con favore lo svolgimento di elezioni parlamentari anticipate in linea con gli impegni democratici internazionali, nonostante le ostilità nella parte orientale del paese; sottolinea la valutazione complessivamente positiva della missione di osservazione dell'OSCE/ODIHR, che ha segnalato un miglioramento rispetto alle precedenti consultazioni, e invita le autorità ucraine ad affrontare tutte le questioni in sospeso indicate nei risultati e nelle conclusioni preliminari;

15.    appoggia l'intenzione del presidente Poroshenko di tenere elezioni parlamentari anticipate in autunno;

16.    sottolinea che la firma dell'accordo di associazione UE-Ucraina il 27 giugno 2014 è un passo fondamentale per l'approfondimento delle relazioni tra le due parti e l'inclusione dell'Ucraina nel processo di integrazione europea; auspica l'adozione di una tabella di marcia per l'attuazione dell'accordo e invita la Commissione a intensificare l'assistenza tecnica e finanziaria al fine di garantire la riuscita dell'attuazione; riafferma a tal riguardo che questo accordo non costituisce l'obiettivo finale nelle relazioni UE-Ucraina; sottolinea inoltre che, ai sensi dell'articolo 49 del TUE, l'Ucraina, come qualsiasi altro Stato europeo, ha una prospettiva europea e può presentare domanda di adesione all'Unione, purché si attenga ai principi democratici, rispetti le libertà fondamentali e i diritti umani e delle minoranze e garantisca lo Stato di diritto; sottolinea che né l'accordo di associazione né l'accordo di libero scambio globale e approfondito con l'Unione europea sono connessi all’integrazione nella NATO;

17.    accoglie con favore la prima riunione ad alto livello sull'Ucraina tenutasi a Bruxelles l'8 luglio 2014 – cui hanno partecipato l'UE e i suoi Stati membri, l'Ucraina, altri paesi donatori, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie internazionali e la società civile – finalizzata a coordinare il sostegno internazionale per il paese; sottolinea l'importanza di un impegno da parte della comunità internazionale per sostenere la stabilizzazione e le riforme in ambito politico ed economico in Ucraina, in particolare nel quadro dell'associazione politica e dell'integrazione economica dell'Ucraina con l'UE, nonché di un piano di emergenza credibile per la ricostruzione e lo sviluppo nelle regioni interessate dal conflitto e per l'assistenza umanitaria a rifugiati e sfollati;

18.    prende atto del primo incontro trilaterale tra l'Unione europea, la Federazione russa e l'Ucraina tenutosi l'11 luglio 2014 vertente sull'attuazione dell'accordo di associazione e sui relativi effetti e implicazioni potenziali per la Russia; è convinto che l'UE non dovrebbe permettere alla Russia di pregiudicare o indebolire l'accordo di associazione con l'Ucraina o quelli con la Georgia e la Moldavia o di apporvi il suo veto; sottolinea che l'Unione europea e la Russia hanno sviluppato forti relazioni economiche in passato, ma altresì che solo ritornando al diritto internazionale la Russia sarà in grado di creare le condizioni per una proficua cooperazione e buone relazioni in futuro;

19.    esorta il governo ucraino a portare a compimento un pacchetto ambizioso di riforme strutturali trasparenti e a tutto campo, che privilegino il rafforzamento dello Stato di diritto, lo sradicamento della corruzione mediante l'adozione e l'applicazione della necessaria legislazione, l'istituzione di un sistema di governance equilibrato e funzionante fondato sulla separazione dei poteri e conforme alle norme europee, l'avvio di una riforma sostanziale del sistema giudiziario e della legge elettorale, nonché l'allineamento della normativa antidiscriminazione alle norme dell'Unione, in particolare per quanto riguarda l'imminente riforma del codice del lavoro; ritiene inoltre di estrema importanza avviare un processo graduale di devoluzione del potere centrale alle amministrazioni regionali e comunali senza compromettere l'equilibrio interno dei poteri e il corretto funzionamento dello Stato; plaude, a tale proposito, alla decisione della Commissione di creare un gruppo di sostegno per l'Ucraina, incaricato dell'attuazione del "programma europeo di riforma";

20.    accoglie con favore il piano del Consiglio di avviare una missione per la riforma del settore della sicurezza civile nel contesto della PSDC; sottolinea la necessità di riformare profondamente il settore della polizia e della giustizia e di rafforzare la trasparenza, la responsabilità e il controllo democratico e parlamentare della polizia;

21.    sottolinea che la limitatezza delle misure adottate dall'Unione europea in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è altresì imputabile alla forte dipendenza dell'Unione dalla Federazione russa per le forniture energetiche; considera, in tale contesto, della massima importanza ridurre la dipendenza dell'Unione da Mosca e da altri regimi autoritari e prendere in considerazione la possibilità di un boicottaggio totale, mettendo in atto nel contempo soluzioni alternative concrete per aiutare gli Stati membri che attualmente si avvalgono della Russia come unico fornitore; invita a tal riguardo la Commissione ad agire ai fini della piena attuazione del terzo pacchetto sull'energia e a sostenere progetti di efficienza energetica, in quanto ciò renderebbe ridondanti le capacità aggiuntive di trasporto via gasdotto, come il progetto South Stream, nonché a diversificare efficacemente le fonti energetiche sviluppando le energie rinnovabili; sollecita gli Stati membri a fare in modo che le loro imprese pubbliche non partecipino a progetti con aziende russe che aumentano la vulnerabilità europea e mirano a isolare l'Ucraina, come nel caso del progetto South Stream; invita inoltre a questo proposito il Consiglio europeo ad adottare obiettivi nazionali vincolanti in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica per il 2030, finalizzati a ridurre la dipendenza europea dalle importazioni di combustibili fossili;

22.    accoglie con favore la decisione del governo bulgaro di fermare i lavori al progetto South Stream; esprime tuttavia profonda preoccupazione per la recente decisione del governo austriaco di investire ulteriormente nel progetto South Stream, nonché per la decisione del governo ungherese di firmare un accordo in materia di energia nucleare con la Russia; è convinto che la recente visita del Presidente Putin a Vienna e la firma di un contratto correlato al South Stream tra OMV e Gazprom rappresentano una grave battuta d'arresto per quanto riguarda l'obiettivo di creare un approccio europeo coerente alla crisi in Ucraina e in particolare una politica europea di sicurezza energetica;

23.    accoglie con soddisfazione le misure iniziali adottate dalla Commissione per consentire all'Ucraina di far fronte alla crisi energetica conseguente alla decisione della Russia di interrompere le forniture di gas a tale paese ed esorta il Consiglio e la Commissione a continuare a coadiuvare e a sostenere Kiev nei suoi sforzi volti a risolvere l'annosa disputa sul gas con Mosca;

24.    richiama l'attenzione sulla drammatica situazione sociale nel paese; invita il governo ucraino a divulgare pienamente le condizioni legate all'accordo con l'FMI e chiede misure di accompagnamento intese ad alleviare l'attuale situazione per quanto riguarda, in particolare, le fasce più vulnerabili della popolazione; è del parere che le condizioni dell'FMI potrebbero acuire le tensioni interne e condurre a una rapida riduzione delle retribuzioni e degli impieghi nella pubblica amministrazione, il che a sua volta potrebbe avere, come effetto collaterale, l'aumento della corruzione; sottolinea che il rischio di malattie infettive è in aumento in Ucraina in quanto il paese sta ora affrontando una grave carenza di vaccini a causa di ritardi nelle procedure di appalti pubblici e degli aumenti dei prezzi a seguito della svalutazione della moneta locale;

25.    chiede che sia condotta un'indagine indipendente e imparziale sugli eventi mortali verificatisi a Odessa il 2 maggio 2014, nonché su tutti gli altri crimini contro l'umanità che hanno avuto luogo dal novembre 2013, con la partecipazione di una forte componente internazionale e sotto la supervisione del Consiglio d'Europa, e che i responsabili siano assicurati alla giustizia; è convinto che solo un'efficace indagine su questi crimini aiuterà la società ucraina e le famiglie e gli amici delle vittime a nutrire nuovamente fiducia nelle istituzioni;

26.    accoglie con favore l'adozione da parte della Commissione della quarta relazione sull'attuazione da parte dell'Ucraina del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti nonché la decisione del Consiglio di passare alla seconda fase; insiste sul rapido compimento del regime di liberalizzazione dei visti tra l'UE e l'Ucraina quale risposta concreta alle aspirazioni europee della popolazione manifestante in piazza Maidan; ribadisce nel contempo il proprio appello ai fini dell'introduzione immediata di procedure di concessione del visto provvisorie, molto semplici e poco costose;

27.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al Presidente, al governo e al parlamento dell'Ucraina, al Consiglio d'Europa, all'OSCE nonché al Presidente, al governo e al parlamento della Federazione russa.