PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione umanitaria in Sud Sudan
5.11.2014 - (2014/2922(RSP))
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
Charles Goerens, Louis Michel, Ivo Vajgl a nome del gruppo ALDE
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0213/2014
B8‑0222/2014
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione umanitaria in Sud Sudan
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Sud Sudan,
– viste le dichiarazioni rilasciate il 28 agosto 2014 dal portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla situazione nel Sud Sudan,
– vista la tabella di marcia per il Sudan e il Sud Sudan, adottata il 24 aprile 2012,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che le Nazioni Unite hanno dichiarato la situazione in Sud Sudan un'emergenza di livello 3, che corrisponde al livello più grave di crisi umanitaria;
B. considerando che il Sud Sudan è lo Stato più giovane e fragile del mondo e che esso si colloca al secondo posto della graduatoria stilata in base all'indice finale di valutazione delle crisi e della vulnerabilità umanitaria globale della Commissione europea;
C. considerando che 2,4 milioni di persone in Sud Sudan hanno ricevuto aiuti umanitari dall'inizio del 2014;
D. considerando che, nella risoluzione n. 2155 (2014), il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite esprime profonda preoccupazione per lo sfollamento su larga scala della popolazione e per l'aggravarsi della crisi umanitaria;
E. considerando che, stando alle stime, 3,8 milioni di sud-sudanesi necessitano di assistenza umanitaria, 1,4 milioni sono sfollati interni e oltre 450 000 cercano rifugio nei paesi vicini;
F. considerando che 7 milioni di persone sono a rischio di insicurezza alimentare, che 3,9 milioni di queste si trovano in una situazione di rischio immediato e che le principali agenzie umanitarie hanno avvertito che, se verranno ripresi i combattimenti, alcune regioni del Sud Sudan potrebbero essere colpite da una carestia all'inizio del 2015;
G. considerando che le necessità umanitarie primarie sono il cibo, l'acqua potabile, l'assistenza sanitaria, l'alloggio, i servizi igienico-sanitari, la risposta alle epidemie (come il colera) e la protezione;
H. considerando che la ricomparsa del colera a Lopa-Lafon è motivo di preoccupazione;
I. considerando che il 20 ottobre 2014 la Commissione europea ha aumentato di 20 milioni di EUR lo stanziamento a favore dell'assistenza umanitaria, pari a 100 milioni di EUR, portando così il totale dei finanziamenti umanitari dell'UE destinati alla crisi a oltre 245 milioni di EUR nel 2014, un importo che rappresenta più di un terzo di tutti i contributi internazionali;
J. considerando che l'accesso alle popolazioni in stato di necessità continua a essere ostacolato dalle ostilità e dalla violenza, dirette anche contro gli operatori umanitari e i rifornimenti; che in Sud Sudan circa l'80 % della totalità delle cure e dei servizi di base è fornito da organizzazioni non governative;
K. considerando che la distribuzione di alimenti di base e di derrate alimentari si rivela particolarmente necessaria a Bor e Bentiu;
L. considerando che l'Unione europea ha riprogrammato il "contratto per il consolidamento dello Stato", inizialmente previsto come sostegno al bilancio, trasformandolo in un partenariato con ONG e organizzazioni internazionali teso a far fronte alle esigenze nei settori dell'istruzione e della sanità;
M. considerando che, a seguito di una richiesta di assistenza delle Nazioni Unite, il meccanismo di protezione civile dell'Unione europea è stato attivato il 4 gennaio 2014 a sostegno del Sud Sudan;
N. considerando che le risorse umanitarie internazionali stanno raggiungendo il limite a causa delle molteplici e prolungate crisi a livello mondiale;
O. considerando che l'attuale crisi umanitaria rischia di interessare una regione molto più ampia, in una zona che è già incline all'instabilità;
P. considerando che la violenza basata sul genere è profondamente radicata in Sud Sudan;
Q. considerando che i colloqui di pace hanno prodotto scarsi risultati e che il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite ha indicato che le probabilità di giungere a una pace sostenibile a livello politico e tra le varie comunità non sono buone;
1. esprime profonda preoccupazione per la situazione umanitaria e di sicurezza alimentare in Sud Sudan, che risulta ulteriormente aggravata dalle ricorrenti catastrofi naturali; sottolinea che il paese è particolarmente fragile e instabile e teme fortemente che la crisi di salute pubblica che imperversa nel paese possa mietere ulteriori vittime;
2. invita la comunità internazionale a onorare i propri impegni di finanziamento e a mobilitare le risorse necessarie per fornire una risposta immediata all'aggravarsi della situazione umanitaria;
3. denuncia il deterioramento delle relazioni tra la comunità umanitaria e il governo, in particolare la tassazione illecita degli aiuti, così come le vessazioni e persino le uccisioni di operatori umanitari perpetrate impunemente;
4. esorta il governo e tutte le parti interessate a rispettare il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale in materia di diritti umani, ad accordare accesso e protezione alle agenzie umanitarie che accorrono per fornire assistenza alla popolazione civile in difficoltà, nonché ad aprire corridoi umanitari per la fornitura di derrate e attrezzature; osserva che una serie di organizzazioni umanitarie straniere si sono già ritirate dal Sud Sudan;
5. incoraggia l'UE a riprogrammare i propri aiuti allo sviluppo al fine di rispondere alle esigenze più urgenti della popolazione del Sud Sudan e di sostenere una transizione verso la pace e la stabilità;
6. condanna i casi segnalati di violazione e abuso dei diritti umani, invita tutte le parti a porre immediatamente fine a tutte le violazioni dei diritti umani, incluse quelle a danno dei rifugiati e degli sfollati, delle donne, delle persone appartenenti a gruppi vulnerabili nonché dei giornalisti, e chiede che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano tenuti a rispondere delle loro azioni;
7. condanna le precedenti violazioni dell'accordo sulla cessazione delle ostilità ed esorta tutte le parti a rispettare tale accordo e a non riprendere i combattimenti;
8. ricorda che la piena applicazione dell'accordo di cessate il fuoco e la rapida ripresa di consultazioni che portino alla formazione di un governo transitorio di unità nazionale rappresenta l'unica soluzione a lungo termine per il popolo sud-sudanese; esprime particolare preoccupazione per la dimensione etnica assunta dal conflitto;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo del Sud Sudan, al Commissario per i diritti umani del Sud Sudan, all'Assemblea legislativa nazionale del Sud Sudan, alle istituzioni dell'Unione africana, all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, ai copresidenti dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.