PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul caso dei due marò italiani
12.1.2015 - (2015/2512(RSP))
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
Goffredo Maria Bettini, Simona Bonafè, Victor Boștinaru, Mercedes Bresso, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Knut Fleckenstein, Eider Gardiazabal Rubial, Enrico Gasbarra, Michela Giuffrida, Roberto Gualtieri, Richard Howitt, Agnes Jongerius, Kashetu Kyenge, Jörg Leichtfried, Sorin Moisă, Luigi Morgano, Alessia Maria Mosca, Alessandra Moretti, Pier Antonio Panzeri, Massimo Paolucci, Pina Picierno, Gianni Pittella, Marc Tarabella, Patrizia Toia, Elena Valenciano, Flavio Zanonato, Marju Lauristin, Afzal Khan a nome del gruppo S&D
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0006/2015
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visti la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e i relativi protocolli,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite,
– vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), in particolare l'articolo 97,
– viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sul caso dei marinai italiani (marò) Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,
– vista la dichiarazione del 6 gennaio 2015 del portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, con cui si invitano i due paesi interessati – Italia e India – a ricercare una soluzione ragionevole e accettabile per entrambe le parti,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del proprio regolamento,
A. considerando che la notte del 15 febbraio 2012 la nave mercantile italiana Enrica Lexie, in rotta da Singapore a Gibuti, si è imbattuta nel peschereccio St. Antony al largo delle coste del Kerala (India);
B. considerando che a bordo dell'Enrica Lexie vi erano sei fucilieri navali (marò) incaricati di proteggere la nave da eventuali attacchi di pirati; che, nel timore di un attacco pirata, sono stati sparati dei colpi d'avvertimento all'indirizzo dell'imbarcazione in avvicinamento e due pescatori indiani, Ajesh Pinky e Selestian Valentine, sono rimasti tragicamente uccisi;
C. considerando che il 19 febbraio 2012 dei membri delle forze di polizia indiane sono saliti a bordo della nave, hanno sequestrato le armi dei fucilieri e hanno arrestato i due marò, identificati come i responsabili degli spari in direzione del peschereccio;
D. considerando che tali eventi hanno provocato tensioni diplomatiche, data l'incertezza giuridica che circonda il caso dei due marò italiani; che, pur essendo trascorsi tre anni, le autorità indiane non hanno ancora formulato alcuna imputazione;
E. considerando che uno dei militari, Massimiliano Latorre, ha lasciato l'India per trascorrere quattro mesi a casa essendo stato colpito da ischemia cerebrale;
F. considerando che, secondo il diritto internazionale, in caso di collisioni o altri incidenti navali in alto mare il capitano e ogni altra persona in servizio a bordo della nave possono essere sottoposti a procedimenti penali o disciplinari solo per iniziativa dello Stato di bandiera della nave o dello Stato di cittadinanza degli interessati, anche nel contesto della lotta contro la pirateria in corso in varie parti del mondo;
G. considerando che il 15 ottobre 2014 l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, ha espresso critiche per il comportamento delle autorità indiane, invitando il governo di quel paese a trovare una soluzione rapida e soddisfacente in conformità dell'UNCLOS e del diritto internazionale;
H. considerando che il 16 dicembre 2014 il nuovo Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha espresso delusione per la scarsa comprensione mostrata in risposta alla richiesta di Massimiliano Latorre di prolungare il suo soggiorno in Italia per sottoporsi a cure mediche;
I. considerando che i due marò sono cittadini europei e che il 15 febbraio 2012 essi erano a bordo di una nave mercantile italiana che navigava in alto mare al largo delle coste dello Stato del Kerala e stavano svolgendo le proprie mansioni nell'ambito di attività internazionali antipirateria;
1. esprime profonda tristezza e manifesta il proprio cordoglio per la tragica fine dei due pescatori indiani;
2. sottolinea che le conseguenze dell'evento del 15 febbraio 2012 devono comunque essere trattate nella rigorosa osservanza dei principi dello Stato di diritto, rispettando pienamente i diritti umani e giuridici delle persone che si ritengono coinvolte;
3. esprime grande preoccupazione per la detenzione dei marò italiani senza capi d'imputazione; sottolinea che i marò devono essere rilasciati; pone l'accento sul fatto che i lunghi ritardi e le restrizioni alla libertà di movimento dei marò sono inaccettabili e rappresentano una grave violazione dei loro diritti umani;
4. si duole del modo in cui la questione è stata gestita e sostiene gli sforzi di tutte le parti coinvolte che operano con urgenza in vista di una soluzione ragionevole e accettabile per tutti;
5. ricorda che in base al diritto internazionale marittimo i procedimenti penali e disciplinari a carico di un imputato devono essere istituiti dinanzi alle autorità dello Stato di bandiera della nave, che nel caso in questione è anche lo Stato di cittadinanza degli accusati; ricorda altresì che nessun'altra autorità nazionale è competente a esercitare atti di giurisdizione o a svolgere attività investigative;
6. esorta l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza a intraprendere ogni azione necessaria per proteggere i due marò italiani in vista del raggiungimento di una soluzione rapida e soddisfacente del caso;
7. ricorda alla Commissione l'importanza di sottolineare la situazione dei diritti umani nel quadro delle relazioni con l'India e, quindi, la invita a prendere in considerazione ulteriori misure per facilitare una soluzione positiva del caso;
8. ricorda che i diritti e la sicurezza dei cittadini dell'UE nei paesi terzi devono essere salvaguardati dalla rappresentanza diplomatica dell'Unione, la quale deve operare attivamente per la difesa dei diritti umani fondamentali dei cittadini dell'UE detenuti in qualsiasi paese terzo;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, agli Stati membri dell'UE, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Presidente e al governo dell'India.