PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle priorità dell'UE per le sessioni 2016 del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani
14.1.2016 - ((2015/3035(RSP))
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
Charles Tannock, Raffaele Fitto, Edward Czesak, Angel Dzhambazki a nome del gruppo ECR
B8-0065/2016
Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE per le sessioni 2016 del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani
Il Parlamento europeo,
– visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali, tra cui la convenzione sui diritti del fanciullo e la convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW),
– vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (CDU),
– viste la convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visto il piano d'azione dell'Unione europea per i diritti umani e la democrazia 2015-2019,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla violazione dei diritti umani, incluse le sue risoluzioni d'urgenza a tale riguardo,
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia[1],
– visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,
– vista la relazione annuale 2015 del CDU all'Assemblea generale delle Nazioni Unite,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che nel 2015 e nel 2016 si sono celebrati o si celebrano importanti anniversari relativi all'esercizio dei diritti umani, alla pace e alla sicurezza, nella fattispecie: il 70° anniversario della fondazione delle Nazioni Unite, il 50° anniversario del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, il 30° anniversario della Dichiarazione sul diritto allo sviluppo (1986) e il 20° anniversario della Dichiarazione e della Piattaforma d'azione di Pechino (1995), nonché il 15° anniversario delle storiche risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza (2000) e sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio (2000);
B. considerando che sostenere il rispetto dei diritti umani indipendentemente dalla razza, dall'origine, dal sesso o dal colore costituisce un obbligo per tutti gli Stati; che tutti gli Stati hanno l'obbligo di rispettare i diritti fondamentali delle rispettive popolazioni nonché il dovere di intraprendere azioni concrete per agevolare il rispetto di tali diritti a livello nazionale e di collaborare a livello internazionale per eliminare gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei diritti umani in tutti gli ambiti;
C. considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono uno degli elementi fondanti dell'unità e dell'integrità europee;
D. considerando che l'operato dell'Unione nelle sue relazioni con i paesi terzi si fonda sull'articolo 21 del trattato di Lisbona, che ribadisce l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani e delle libertà fondamentali e sancisce il rispetto della dignità umana, dei principi di uguaglianza e solidarietà, nonché dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
E. considerando che il rispetto dei diritti umani dovrebbe essere integrato in tutte le politiche in materia di pace e sicurezza, di cooperazione allo sviluppo, di commercio e investimenti, di interventi umanitari, di cambiamento climatico e lotta al terrorismo;
F. considerando che le sessioni ordinarie del CDU, la nomina di relatori speciali, il meccanismo della revisione periodica universale (UPR) e le procedure speciali riguardanti situazioni in determinati paesi o questioni tematiche contribuiscono alla promozione e al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;
G. considerando che, purtroppo, alcuni degli attuali membri del Consiglio per i diritti umani sono considerati tra i maggiori responsabili di violazioni dei diritti umani e hanno fatto registrare risultati discutibili in termini di cooperazione nell'ambito delle procedure speciali delle Nazioni Unite e di osservanza dei propri obblighi di informazione nei confronti degli organismi delle Nazioni Unite incaricati di garantire il rispetto dei trattati in materia di diritti umani;
1. accoglie con favore la nomina dell'ambasciatore Choi Kyong-lim quale Presidente del CDU per il 2016;
2. valuta positivamente la relazione annuale del CDU all'Assemblea generale delle Nazioni Unite in merito alla sua 28ª, 29ª e 30ª sessione;
3. ribadisce la sua posizione secondo cui i membri del CDU dovrebbero essere eletti tra gli Stati che sostengono il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto e la democrazia ed esorta i paesi membri delle Nazioni Unite a promuovere criteri basati sui risultati in materia di diritti umani come condizione perché un paese sia eletto membro del CDU; esprime preoccupazione per le violazioni dei diritti umani perpetrate in alcuni dei paesi membri neoeletti del CDU;
4. ribadisce il suo sostegno a favore delle procedure speciali e dell'indipendenza dei detentori del mandato, che consente loro di svolgere le proprie funzioni con la massima imparzialità, e invita tutti gli Stati a cooperare con le suddette procedure;
5. ribadisce l'importanza dell'universalità della revisione periodica universale, nell'ottica di pervenire alla piena conoscenza della situazione dei diritti umani in tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, e ribadisce il suo sostegno al secondo ciclo della revisione, incentrato sull'attuazione delle raccomandazioni accettate durante il primo ciclo; rinnova tuttavia l'invito a riesaminare, nel prosieguo del processo di revisione periodica universale, le raccomandazioni che non erano state accettate dagli Stati durante il primo ciclo;
6. invita l'UE e la Commissione a dar seguito alle raccomandazioni dell'UPR nell'ambito di tutti i dialoghi programmatici dell'UE con i paesi interessati, onde trovare il modo di attuare le raccomandazioni tramite strategie nazionali e regionali;
7. sottolinea la necessità di garantire che una vasta gamma di soggetti interessati, in particolare la società civile, partecipino pienamente al processo di revisione periodica universale, e guarda con preoccupazione al fatto che gravi limitazioni hanno ostacolato la partecipazione della società civile ai processi di revisione periodica universale di alcuni paesi;
8. valuta positivamente l'iniziativa a favore del cambiamento promossa dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, volta a migliorare e rafforzare la presenza globale di uffici delle Nazioni Unite per i diritti umani con la creazione di otto centri regionali incaricati di monitorare e promuovere il rispetto dei diritti umani lavorando direttamente con le parti interessate, al fine di trasformare le raccomandazioni dei meccanismi in materia di diritti umani in cambiamenti concreti sul campo;
9. esprime preoccupazione riguardo alle revisioni costituzionali avviate in taluni paesi e intese a modificare i limiti previsti ai mandati presidenziali, una questione che in taluni casi è sfociata in violenze elettorali; ribadisce che il rispetto dei diritti civili e politici, tra cui la libertà di espressione individuale e collettiva, come pure la libertà di riunione e associazione, rappresenta l'unico indicatore di una società democratica, tollerante e pluralistica;
10. ribadisce che la libera elezione dei leader politici attraverso periodiche e veritiere elezioni effettuate a suffragio universale ed eguale è un diritto fondamentale di cui tutti i cittadini dovrebbero godere conformemente alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (articolo 21, paragrafo 3) e al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (articolo 25); ribadisce inoltre che la libertà di espressione e un ambiente vivace e favorevole a una società civile indipendente e pluralista rappresentano condizioni indispensabili per promuovere il rispetto dei diritti umani;
11. condanna le continue vessazioni e la detenzione dei difensori dei diritti umani e di esponenti dell'opposizione da parte delle forze governative in diversi paesi terzi; esprime preoccupazione per la legislazione ingiusta e restrittiva, comprese le limitazioni ai finanziamenti esteri, che si traduce in un assottigliamento dello spazio per le attività della società civile; invita tutti i governi a promuovere e a favorire la libertà dei mezzi d'informazione, le organizzazioni della società civile e le attività dei difensori dei diritti umani e a consentire loro di agire senza paura, in assenza di repressioni o intimidazioni;
12. ritiene che le tecnologie digitali contemporanee offrano vantaggi e sfide per la tutela del diritto alla privacy e per l'esercizio della libertà di espressione online in tutto il mondo; accoglie con favore, in questo ambito, la nomina di un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto alla privacy nell'era digitale, il cui mandato include le questioni di sorveglianza e di privacy che interessano le persone online o offline;
13. ricorda che la libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di credo è un diritto umano fondamentale, riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e garantito dall'articolo 18 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici; ricorda ugualmente la sua correlazione con altri diritti umani e libertà fondamentali comprendenti il diritto di credere o non credere, la libertà di praticare un credo teistico, non teistico o ateo e il diritto di adottare un credo di propria scelta, di cambiarlo, abbandonarlo o tornare a farlo proprio; esprime preoccupazione per il fatto che alcuni paesi non rispettano a tutt'oggi le norme delle Nazioni Unite e ricorrono alla repressione di Stato, che può comprendere punizioni corporali, pene detentive, ammende esorbitanti e persino la pena capitale, in violazione della libertà di religione o di credo; è preoccupato per l'aumento della persecuzione delle minoranze religiose o di credo, comprese le comunità cristiane, nonché per i danni illeciti ai loro luoghi di riunione;
14. invita l'UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per contribuire all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione religiosa e promuovere il dialogo interreligioso nelle relazioni con i paesi terzi; chiede azioni concrete per proteggere le minoranze religiose e i non credenti, gli apostati e gli atei che sono vittime di leggi sulla blasfemia; accoglie con favore l'impegno dell'UE a favore della promozione della libertà di religione o di credo in forum internazionali, anche sostenendo il mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; sostiene pienamente la prassi dell'Unione europea di assumere la guida sulle risoluzioni tematiche al riguardo nell'ambito del CDU e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
15. ritiene che il commercio e i diritti umani possano avanzare di pari passo e che la comunità imprenditoriale abbia un ruolo importante da svolgere nella promozione dei diritti umani e della democrazia;
16. sostiene con forza l'attuazione effettiva e globale dei principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani all'interno e all'esterno dell'UE, anche attraverso lo sviluppo di piani d'azione nazionali; sottolinea la necessità di adottare tutte le misure necessarie per colmare le lacune nell'effettiva attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite, compreso l'accesso alla giustizia e alle misure correttive;
17. invita le Nazioni Unite e l'UE ad affrontare la questione dei difensori dei diritti fondiari, che sono vittime di rappresaglie, fra cui minacce, molestie, arresti arbitrari, aggressioni e omicidi, per aver criticato su larga scala l'acquisizione di terreni a scapito dei diritti fondiari e alimentari delle popolazioni rurali nei paesi terzi; chiede che i meccanismi delle Nazioni Unite e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia includano sistematicamente i difensori dei diritti fondiari nei loro progetti in materia di diritti umani;
18. accoglie con favore l'accordo di Parigi ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che riguarda l'adattamento, la mitigazione, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico nonché lo sviluppo delle capacità; insiste sul fatto che la questione del cambiamento climatico dovrebbe essere integrata in tutti i settori della politica economica; esorta tutti gli Stati parte che sono firmatari dell'accordo ad adottare misure urgenti e ambiziose di mitigazione e di adattamento integrando il cambiamento climatico in tutti gli ambiti politici;
19. si compiace della recente risoluzione 2242 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza, che fa delle donne la componente centrale in tutti gli sforzi per affrontare le sfide globali, tra cui l'aumento dell'estremismo violento, il cambiamento climatico, la migrazione, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza; elogia le conclusioni dello studio globale delle Nazioni Unite sull'attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 sulle donne, la pace e la sicurezza, che ha sottolineato l'importanza della leadership e della partecipazione delle donne alla risoluzione dei conflitti e alla costruzione della pace e che il loro impegno ha migliorato l'assistenza umanitaria, rafforzato gli sforzi delle forze di pace, promosso la conclusione dei colloqui di pace e hanno contribuito a contrastare l'estremismo violento;
20. esprime la propria costernazione dinanzi al fatto che, con l'emergere di gruppi estremisti violenti quali Daesh in Siria e in Iraq e Boko Haram nell'Africa occidentale, la violenza nei confronti delle donne ha assunto una nuova dimensione più terrificante che mai, dal momento che la violenza sessuale è diventata parte integrante degli obiettivi, dell'ideologia di questi gruppi estremisti come pure una delle loro fonti di reddito, il che pone la comunità internazionale dinanzi a una nuova sfida cruciale; invita tutti i governi e le istituzioni delle Nazioni Unite a rafforzare il loro impegno nella lotta contro tali reati abominevoli e a ridare dignità alle donne, onde consentire loro di ottenere giustizia, risarcimenti e sostegno;
21. ricorda che la Convenzione sui diritti del fanciullo, che è stata adottata nel 1989 e costituisce il trattato internazionale sui diritti umani più ampiamente ratificato, sancisce una serie di diritti dei minori, fra cui il diritto alla vita, alla salute, all'istruzione e al gioco, nonché il diritto alla vita familiare, a essere protetti dalla violenza e dalla discriminazione e ad essere ascoltati; invita tutti i firmatari di tale trattato ad onorare i loro obblighi;
22. esprime la propria preoccupazione dinanzi al persistere, in vari paesi, di leggi e pratiche discriminatorie e atti di violenza nei confronti delle persone sulla base del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere; invita a un attento monitoraggio della situazione delle persone LGBTI nei paesi in cui leggi anti-LGBTI recentemente introdotte costituiscono una minaccia per la vita delle minoranze sessuali; esorta l'UE e i suoi Stati membri a incentrarsi, nel quadro del CDU, sui casi di criminalizzazione delle persone LGBTI;
23. chiede un'azione efficace e coordinata per affrontare le cause profonde della migrazione; chiede inoltre maggiori sforzi a livello delle Nazioni Unite per garantire finanziamenti sufficienti al CDU, al PAM e ad altri organi delle Nazioni Unite coinvolti nella fornitura dei servizi di base ai rifugiati all'interno e all'esterno delle aree di conflitto;
Paesi sottoposti alla revisione periodica universale (UPR)
Georgia
24. accoglie con favore l'inclusione della Georgia tra i membri del CDU e la recente UPR cui è stato sottoposto il paese; prende atto delle significative riforme legislative che hanno portato ad alcuni progressi e miglioramenti nel settore della giustizia e delle attività di contrasto, nell'operato della Procura, nella lotta ai maltrattamenti, nei diritti dei minori, nella tutela della vita privata e dei dati personali degli sfollati interni;
25. osserva tuttavia che sono necessari ulteriori sforzi sul fronte dei maltrattamenti, segnatamente per quanto concerne la custodia cautelare e la riabilitazione delle vittime; continua a nutrire preoccupazione per la libertà di espressione e dei mezzi di comunicazione e per la mancanza di accesso degli osservatori alle regioni occupate dell'Abkhazia e dell'area di Tskhinvali/Ossezia del Sud, nelle quali le violazioni dei diritti umani restano diffuse; sollecita il governo della Georgia ad adottare opportune misure al fine di garantire un seguito alle raccomandazioni formulate durante la revisione periodica universale;
Ucraina
26. deplora il fatto che l'aggressione russa in corso abbia causato una drammatica situazione umanitaria nella regione del Donbas, mentre alle organizzazioni umanitarie ucraine e internazionali viene rifiutato l'accesso alle regioni occupate; esprime viva preoccupazione per la sfida umanitaria rappresentata dalle condizioni di vita di oltre 1,5 milioni di sfollati interni; nutre forte preoccupazione in merito alle violazioni dei diritti umani nella Crimea occupata dai russi, segnatamente per la terribile situazione dei tatari di Crimea; esorta l'UE e i suoi Stati membri ad affrontare tali questioni nel quadro del CDU;
Libano
27. si compiace con il Libano per la politica di frontiere aperte e di accoglienza che da anni persegue nei confronti dei rifugiati da Palestina, Iraq e Siria, e invita l'Unione europea a destinare maggiori risorse e operare strettamente con le autorità libanesi per aiutare il paese a difendere la protezione dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo; esprime preoccupazione, in tale contesto, per il rilevante numero di casi segnalati di matrimoni di minori e/o forzati tra rifugiati siriani; sollecita il governo libanese a valutare una riforma della legislazione in materia di ingresso, soggiorno e uscita dal Libano, che non operi una distinzione tra richiedenti asilo e rifugiati, da un lato, e migranti, dall'altro;
28. appoggia le raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW) nel chiedere misure per sensibilizzare le lavoratrici domestiche migranti sui loro diritti umani a norma della Convenzione CEDAW, di cui il Libano è parte; sottolinea in particolare la necessità di abolire il sistema della kafala e assicurare alle lavoratrici domestiche migranti un accesso effettivo alla giustizia, comprese garanzie per la loro sicurezza e residenza nel corso delle procedure giuridiche e amministrative concernenti il loro status;
Mauritania
29. sottolinea che, anche se il governo mauritano ha compiuto progressi nell'adozione di misure legislative intese a contrastare ogni forma di schiavitù o prassi simili alla schiavitù, la mancanza di un'effettiva attuazione concorre alla persistenza del fenomeno; invita le autorità a emanare una legge contro la schiavitù, ad avviare su scala nazionale, in modo sistematico e regolare, la raccolta di dati disaggregati su tutte le forme di schiavitù e ad effettuare uno studio approfondito basato su dati empirici della storia e della natura della schiavitù al fine di porre fine a tale pratica;
30. esorta le autorità mauritane a consentire la libertà di parola e di riunione, conformemente alle convenzioni internazionali e al diritto nazionale della Mauritania; sollecita altresì la scarcerazione di Biram Dah Abeid, Bilal Ramdane e Djiby Sow, affinché essi possano proseguire la loro campagna non violenta contro il persistere della schiavitù senza timore di vessazioni o intimidazioni;
Myanmar
31. accoglie con favore lo svolgimento di elezioni competitive in data 8 novembre 2015, un'importante pietra miliare nella transizione democratica del paese; resta, tuttavia, preoccupato dal quadro costituzionale di queste elezioni, in base al quale il 25% dei seggi in parlamento è destinato ai militari; riconosce i progressi compiuti per quanto riguarda i diritti umani, individuando al contempo il persistere di problematiche di grande rilevanza, compresi i diritti delle minoranze e la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica;
32. condanna la discriminazione contro i Rohingya, aggravata dal fatto che questa comunità non dispone di personalità giuridica, e dall'aumento dei discorsi di incitamento all'odio nei confronti dei non buddisti; chiede indagini complete, trasparenti e indipendenti in relazione a tutte le segnalazioni di violazioni dei diritti umani nei confronti dei Rohingya e ritiene che le quattro leggi adottate dal parlamento nel 2015 intese a "proteggere la razza e la religione" contemplino aspetti discriminatori per quanto riguarda il genere; ribadisce la sua richiesta che all'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani (OHCHR) sia consentito di istituire un ufficio nel paese; sottolinea la necessità di effettuare una valutazione completa dell'impatto in termini di sostenibilità prima della finalizzazione dei negoziati sull'accordo di investimento UE-Myanmar;
Nepal
33. accoglie con favore l'entrata in vigore, il 20 settembre 2015, della nuova costituzione del Nepal, che dovrebbe gettare le basi per la stabilità politica e lo sviluppo economico futuri del paese; auspica che, nel prossimo futuro, si affrontino le questioni che ancora destano preoccupazione in termini di rappresentanza politica delle minoranze, compresi i Dalit, e leggi sulla cittadinanza;
34. deplora la diffusa mancanza di responsabilità per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani commesse da entrambe le parti durante la guerra civile, nonostante l'adozione, nel maggio 2014, della legge sulla verità, la riconciliazione e le scomparse; esorta il governo del Nepal ad aderire alla convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate; condanna i limiti posti alle libertà fondamentali dei rifugiati tibetani; sollecita l'India a revocare il blocco non ufficiale sull'economia del Nepal che, con il devastante terremoto dell'aprile 2015, sta causando una crisi umanitaria e spingendo quasi un altro milione di nepalesi in una spirale di povertà;
Oman
35. elogia l'Oman per l'istituzione della Commissione governativa nazionale per i diritti umani (NHRC) e per l'invito che, nel settembre 2014, ha permesso la visita senza precedenti del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto di riunione pacifica; esprime l'auspicio che questi passi costruttivi determinino un maggiore impegno da parte dell'Oman con i rappresentanti per i diritti umani delle Nazioni Unite e le organizzazioni indipendenti per i diritti umani;
36. incoraggia l'Oman ad adottare le misure necessarie per alleviare ciò che il relatore speciale dell'ONU ha descritto come un clima diffuso di paura e intimidazione nel paese, quando ha affermato che i cittadini hanno "paura di esprimere le proprie opinioni, paura di parlare al telefono, paura di riunirsi"; esprime una persistente preoccupazione, in tale contesto, per il divieto relativo a tutti i partiti politici e per la nuova legge sulla cittadinanza adottata nel mese di agosto 2014, che prevede che i cittadini che aderiscono a gruppi ritenuti nocivi per gli interessi nazionali potrebbe vedersi revocata la cittadinanza e invita il governo ad un ripensamento; invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri ad offrire assistenza tecnica e legale per aiutare l'Oman a creare un ambiente sicuro e favorevole per le organizzazioni della società civile;
Ruanda
37. esprime la propria preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Ruanda, comprese le restrizioni alla libertà di espressione e di associazione, il restringimento dello spazio democratico per i partiti politici di opposizione e le attività indipendenti della società civile, nonché l'assenza di un ambiente favorevole per l'indipendenza del potere giudiziario; invita il governo ruandese ad aprire uno spazio democratico in cui tutti i segmenti della società possano operare liberamente;
38. esprime preoccupazione per la modifica costituzionale, resa possibile dal referendum del 18 dicembre 2015, che consente al presidente in carica di concorrere per un terzo mandato; invita il governo ruandese a rispettare la Carta africana sulla democrazia, le elezioni e la governance, il cui articolo 5 stabilisce che gli Stati contraenti adottino tutte le misure adeguate per garantire il rispetto dell'ordine costituzionale, in particolare il trasferimento costituzionale di potere, e il cui articolo 23 stabilisce che qualsiasi modifica della Costituzione, che violi i principi di alternanza democratica di governo, è illegale;
Sud Sudan
39. accoglie con favore l'accordo di pace sottoscritto dalle parti in conflitto il 28 agosto 2015 per porre fine alla guerra civile e che comprende una condivisione transitoria del potere, misure di sicurezza e la creazione di un tribunale ibrido per esaminare tutti i crimini commessi dall'inizio del conflitto; ricorda che il conflitto ha causato migliaia di vittime e provocato centinaia di migliaia di sfollati e di rifugiati;
40. invita tutte le parti ad astenersi dal commettere violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, segnatamente per quanto riguarda i crimini internazionali, come le esecuzioni extragiudiziali, la violenza mirata di stampo etnico, la violenza sessuale utilizzata nei conflitti, tra cui lo stupro, nonché la violenza di genere, il reclutamento e l'impiego di bambini, le sparizioni forzate e gli arresti e la detenzione arbitrari;
Siria
41. sottolinea l'importanza del lavoro svolto dalla commissione internazionale indipendente d'inchiesta dell'ONU sulla Repubblica araba di Siria; rileva, con grave preoccupazione, la principale conclusione della commissione d'inchiesta secondo la quale le principali cause delle vittime civili, dei trasferimenti arbitrari e della distruzione rimangono gli attacchi deliberati a danno di civili, gli attacchi indiscriminati e sproporzionati, gli attacchi contro beni civili e protetti appartenenti al patrimonio culturale, nonché l'imposizione punitiva di assedi e embarghi;
42. chiede che l'UE e gli Stati membri contribuiscano a fare in modo che la commissione d'inchiesta riceva finanziamenti adeguati ad adempiere il proprio mandato, che consiste nello stabilire i fatti e le circostanze alla base di tutte le gravi violazioni dei diritti umani che sono state commesse, e se possibile, nell'identificare i responsabili al fine di garantire che gli autori delle violazioni, tra cui violazioni che possono costituire crimini contro l'umanità, rispondano delle loro azioni;
Venezuela
43. accoglie con favore lo svolgimento in Venezuela di elezioni libere e regolari il 6 dicembre 2015; accoglie con favore il fatto che sia il governo che le forze dell'opposizione ne abbiano accettato i risultati; ricorda l'importanza di far applicare la costituzione, rispettare i diritti umani e compiere la volontà del popolo venezuelano, e sottolinea che il nuovo parlamento deve essere in grado di fare il proprio lavoro e che le istituzioni dello Stato devono essere in grado di cooperare tra loro;
44. ricorda che il nuovo governo dovrà affrontare una vasta gamma di questioni riguardanti i diritti umani, che vanno dall'impunità e dalla responsabilità per le uccisioni extragiudiziali, anche da parte delle forze di sicurezza, agli arresti e alle detenzioni arbitrari, al diritto dei prigionieri politici a un processo regolare e all'indipendenza del potere giudiziario, alla libertà di riunione e di associazione e alla libertà dei media;
Cina
45. prende atto del recente peggioramento della situazione dei diritti umani in Cina; è profondamente preoccupato per l'arresto, il processo e la condanna di numerosi attivisti dei diritti civili, difensori dei diritti umani e critici del governo; rimane preoccupato per il persistere di severe restrizioni alla libertà di espressione, di associazione, di riunione e di religione, nonché alle attività di organizzazioni dei diritti umani, e deplora il trattamento spesso discriminatorio delle minoranze religiose ed etniche in Cina; invita l'UE e il Consiglio per i diritti umani a collaborare con le autorità cinesi nei loro dialoghi per far progredire il rispetto per l'universalità dei diritti umani;
Russia
46. è profondamente preoccupato per la situazione dei diritti umani in Russia, e in particolare per la manipolazione del sistema giudiziario da parte delle autorità politiche; ricorda che si sospetta che alcuni legislatori dell'opposizione russa e taluni giornalisti investigativi siano stati assassinati mentre indagavano su corruzione e presunti crimini da parte delle autorità statali o del Servizio federale di sicurezza russo (FSB); deplora il fatto che la stampa e altri mezzi di comunicazione rimangano fortemente dipendenti dalle autorità politiche; si rammarica del fatto che la Russia abbia continuato con la propria politica ostile nei confronti delle ONG straniere, costringendole a ri-registrarsi come organizzazioni russe soggette alla giurisdizione russa, e quindi a severe restrizioni finanziarie e legali;
Iran
47. esprime la propria profonda preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Iran, in particolare per il gran numero di esecuzioni di prigionieri, tra cui minorenni presunti responsabili di reati, nonché prigionieri politici e membri di minoranze religiose;
o
o o
48. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente della 69ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Segretario generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
- [1] Testi approvati, P8_TA(2015)0470.