presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
presentata a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
sulla situazione in Libia (2016/2537(RSP))
Charles Tannock, Raffaele Fitto, Angel Dzhambazki, Ruža Tomašić, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki, Monica Macovei, Pirkko Ruohonen-Lerner, Geoffrey Van Orden, Anna Elżbieta Fotyga, Jana Žitňanská, Branislav Škripek, Kazimierz Michał Ujazdowski, Beatrix von Storch
a nome del gruppo ECR
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Libia(2016/2537(RSP))
B8-0146/2016
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Libia,
– viste le conclusioni del Consiglio del 18 gennaio 2016,
– viste le varie risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Libia, tra cui la risoluzione 2259 (2015),
– visto l'accordo politico sulla Libia firmato a Skhirat, in Marocco, il 17 dicembre 2015,
– visti il mandato della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) e quello del rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite,
– viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla situazione in Libia,
– visti i colloqui sulla Libia attualmente in corso sotto l'egida dell'ONU,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,
– visto il mandato dell'operazione Sophia dell'EUNAVFOR MED,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che, dalla caduta del colonnello Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia è tormentata da instabilità, conflitti interni e settarismo;
B. considerando che, nonostante le elezioni legislative nazionali svoltesi a giungo 2014, le aspirazioni del popolo libico in seguito alla caduta del colonnello Gheddafi sono state vanificate dalle divisioni politiche e dalla violenza; che a Tripoli e a Tobruk siedono governi e parlamenti rivali;
C. considerando che l'IS/Daesh e altre forze estremiste hanno approfittato del vuoto politico e dell'assenza di un governo stabile, minacciando la pace e la sicurezza nell'intera regione;
D. considerando che l'accordo politico sulla Libia firmato il 17 dicembre 2015 si inserisce in un processo finalizzato all'unificazione delle fazioni belligeranti del paese e alla creazione di un governo e di un processo politico inclusivi, stabili e sostenibili;
E. considerando che i civili sono le principali vittime della violenza e delle divisioni in Libia, e che devono far fronte al peggioramento delle loro condizioni di vita e ad un rischio accresciuto di rimanere feriti o uccisi a causa delle violenze; che gli autori di atti di violenza sembrano trascurare o ignorare del tutto le conseguenze delle loro azioni per i civili innocenti;
F. considerando che il caos politico e la violenza in Libia hanno consentito ai trafficanti di sfruttare migranti e rifugiati nel loro intento disperato di raggiungere l'Europa; e che, a giugno 2015, è stata lanciata l'operazione militare dell'UE nel Mediterraneo centromeridionale, EU NAVFOR MED (attualmente rinominata Sophia), con l'obiettivo ultimo di individuare, catturare ed eliminare le imbarcazioni e gli altri mezzi utilizzati, o che si sospetta siano utilizzati dai contrabbandieri o trafficanti di migranti;
1. approva l'accordo politico sulla Libia e i colloqui sotto l'egida dell'ONU e invita tutte le parti a collaborare ai fini dell'unità nazionale, della stabilità e dell'inclusione;
2. resta profondamente preoccupato per l'impatto delle attuali violenze in Libia sulla vita dei comuni cittadini libici; ritiene che tali atti mettano seriamente a repentaglio ogni speranza di creare una Libia democratica, pluralista e pacifica in seguito alla caduta del colonnello Gheddafi nel 2011; condanna tutti coloro che cercano di far ricorso alla violenza per sfruttare la divisione politica;
3. rimane estremamente preoccupato per la presenza di forze dell'IS/Daesh in Libia e per le implicazioni per la sicurezza dell'intera regione che ne derivano; ritiene inoltre che la formazione di un nuovo governo in Libia rappresenti il mezzo migliore per portare stabilità nel paese e affrontare la crescente minaccia posta dall'IS/Daesh;
4. è d'avviso che la causa alla base dell'instabilità in Libia risieda nelle decisioni prese durante i 40 anni di dittatura del colonnello Gheddafi, che ha lasciato il paese senza un adeguato sistema di governo e con istituzioni governative deboli;
5. sostiene il governo di intesa nazionale (GNA) in quanto governo libico legittimo e incoraggia tutti gli attori, nonché i paesi terzi, a riconoscerne l'autorità;
6. incoraggia la titolarità libica del processo politico e sottolinea l'importanza di mantenerne il carattere inclusivo, anche attraverso la partecipazione delle donne, della società civile, di tutti i gruppi religiosi ed etnici e degli attori politici e locali;
7. elogia gli sforzi della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia e del rappresentante speciale dell'ONU volti a garantire la pace, la riconciliazione e un governo stabile e inclusivo;
8. offre il proprio sostegno al governo di intesa nazionale e al popolo libico nella lotta contro la violenza e l'estremismo; ritiene inoltre che la creazione del governo di intesa nazionale rappresenti l'unica opportunità credibile di garantire la pace, la stabilità e la prosperità in Libia, e far fronte alle molteplici minacce e sfide a tali obiettivi, tra cui il terrorismo e la tratta di esseri umani;
9. esprime grave preoccupazione per la difficile situazione dei rifugiati in fuga dalla Libia verso l'Europa via mare e deplora che centinaia di persone abbiano perso la vita tentando la traversata nel 2015; incoraggia ulteriormente l'operazione dell'Unione europea NAVFOR MED Sophia ad intensificare gli sforzi per far fronte al flusso di rifugiati e contrastare i trafficanti che li sfruttano;
10. invita tutti gli attori regionali, comprese la Lega araba e l'Unione africana, a collaborare con le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali per contribuire a costruire una Libia stabile, inclusiva e democratica;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia, alla Lega araba, all'Unione africana e ai rappresentanti del Consiglio di Presidenza libico.