PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Libia
1.2.2016 - (2016/2537(RSP))
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
Elmar Brok, Cristian Dan Preda, Andrej Plenković, Mariya Gabriel, David McAllister, Tunne Kelam, Michael Gahler, Barbara Matera, Daniel Caspary, Davor Ivo Stier, Roberta Metsola, Kinga Gál, Adam Szejnfeld, Therese Comodini Cachia, Traian Ungureanu, Lorenzo Cesa, Dariusz Rosati, Tokia Saïfi, Lara Comi, Milan Zver, Ramón Luis Valcárcel Siso a nome del gruppo PPE
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0146/2016
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Libia,
– viste le conclusioni del Consiglio del 18 gennaio 2016,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Libia, tra cui la risoluzione 2259(2015),
– visto l'accordo politico sulla Libia firmato il 17 dicembre 2015 a Skhirat, in Marocco,
– vista la dichiarazione rilasciata il 19 gennaio 2016 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
– visti il mandato della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) e quello del rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che dalla caduta del regime dittatoriale del colonnello Muammar Gheddafi, nel 2011, la Libia è afflitta dall'instabilità, da lotte intestine e dal settarismo;
B. considerando che, nonostante le elezioni legislative nazionali svoltesi nel giungo del 2014, le aspirazioni del popolo libico suscitate dalla caduta del colonnello Gheddafi sono state frustrate dalle divisioni politiche e dalla violenza; che a Tripoli e a Tobruk siedono governi e parlamenti rivali;
C. considerando che l'accordo politico sulla Libia firmato il 17 dicembre 2015 si inserisce in un processo finalizzato all'unificazione del paese e alla creazione di un governo e un processo politico inclusivi, stabili e sostenibili;
D. considerando che il 25 gennaio 2016 il parlamento libico di Tobruk ha bocciato il governo di unità nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite e approvato nel contempo l'accordo politico sulla Libia, che costituisce un punto di partenza per una transizione politica nel paese;
E. considerando che Daesh e altre forze estremiste hanno approfittato del vuoto politico e dell'assenza di un governo stabile, minacciando la pace e la sicurezza dell'intera regione;
F. considerando che i recenti scontri hanno notevolmente agevolato la diffusione e l'insediamento di gruppi terroristici come Daesh nel paese; che, se non viene affrontato, tale problema potrebbe rappresentare una grave minaccia per la sicurezza della regione e dell'Unione europea; che Daesh ha sferrato massicce offensive contro i principali impianti petroliferi libici;
G. considerando che la situazione dei diritti umani si sta ulteriormente deteriorando in tutto il paese e che si sono registrati casi di detenzione arbitraria, sequestri, esecuzioni illegali, torture e violenze contro giornalisti, funzionari, personalità politiche e difensori dei diritti umani; che la caotica situazione in Libia ha permesso ai trafficanti di sfruttare i profughi che cercano di raggiungere l'Europa;
1. appoggia l'accordo politico sulla Libia firmato il 17 dicembre 2015 e plaude alla formazione del Consiglio di presidenza;
2. sostiene il governo di intesa nazionale in quanto governo legittimo della Libia e incoraggia tutti gli attori, nonché i paesi terzi, a riconoscerne l'autorità;
3. deplora la decisione del parlamento di Tobruk di bocciare il governo di intesa nazionale; ritiene che il riconoscimento del governo di intesa nazionale sia un passo fondamentale nell'attuazione dell'accordo politico sulla Libia;
4. resta preoccupato per la crescente crisi umanitaria in Libia; esorta tutte le parti a cessare la violenza, ad astenersi dal compiere azioni che producano ulteriori divisioni e una maggiore polarizzazione e a cercare soluzioni attraverso il dialogo politico;
5. è profondamente preoccupato per la crescente presenza di organizzazioni e movimenti estremisti in Libia; ritiene che tali gruppi rappresentino una grave minaccia per la stabilità e la sicurezza dell'intera regione, come pure per la sicurezza dell'Europa;
6. è preoccupato per le ripercussioni che il conflitto libico può avere, in termini di sicurezza, per l'Egitto e in particolare per la Tunisia, ma anche per l'Algeria e per i giacimenti petroliferi di tale paese; sottolinea il ruolo del conflitto libico nell'aumento dell'estremismo in Tunisia; invita l'UE a potenziare la cooperazione con la Tunisia nella lotta contro il terrorismo e ad aumentare il sostegno alla transizione socio-economica in Tunisia;
7. sottolinea l'impatto destabilizzante del conflitto libico su altri paesi della regione del Sahel; sottolinea che la permeabilità delle frontiere libiche e la mancanza di un controllo politico centrale hanno notevolmente facilitato la proliferazione e il traffico di armi, nonché la libera circolazione di gruppi armati regionali; invita i paesi vicini e gli altri attori regionali a sostenere gli sforzi dell'UNSMIL per stabilire un dialogo e ad astenersi da qualsiasi azione che sia contraria a tale obiettivo;
8. sostiene gli sforzi profusi nel quadro dell'operazione dell'Unione europea NAVFOR MED Sophia per far fronte al flusso di profughi e contrastare i trafficanti che li sfruttano; ricorda che il successo dell'operazione è direttamente collegato alle prospettive di futuro del dialogo politico in Libia e alla necessità di ripristinare la pace e la stabilità nel paese; chiede un accordo che consenta entro breve alla missione dell'UE di effettuare operazioni nelle acque territoriali libiche;
9. chiede che l'Unione europea e la comunità internazionale continuino a fornire assistenza umanitaria, finanziaria e politica per far fronte alla situazione umanitaria in Libia, alle sofferenze degli sfollati interni e dei profughi e a quelle dei civili costretti a subire un'interruzione dell'accesso ai servizi di base;
10. condanna gli attentati di Daesh contro le infrastrutture petrolifere libiche; ricorda che l'eccessiva dipendenza della Libia dall'industria degli idrocarburi aumenta la vulnerabilità economica del paese; ritiene che la ripresa economica sia una tappa importante nella transizione democratica in Libia;
11. sottolinea la titolarità libica del processo politico e l'importanza di mantenere il carattere inclusivo di quest'ultimo, anche attraverso la partecipazione delle donne, della società civile e degli attori politici e locali;
12. plaude al lavoro svolto dall'UNSMIL e dal rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Martin Kobler;
13. invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a coordinare gli interventi degli Stati membri in Libia e a incentrare il loro sostegno sul consolidamento dello Stato e delle istituzioni e, insieme agli Stati membri, alle Nazioni Unite, alla NATO e ai partner regionali, a coadiuvare la creazione di forze di sicurezza efficaci (forze armate e di polizia), sotto il comando e il controllo nazionale, in grado di garantire la pace e l'ordine nel paese, sostenendo nel contempo la firma di un cessate il fuoco e mettendo a punto un meccanismo per il suo monitoraggio; sottolinea che l'Unione europea dovrebbe considerare prioritaria anche l'assistenza ai fini della riforma del sistema giudiziario libico e di altri settori cruciali per la governance democratica;
14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al governo e alla Camera dei rappresentanti della Libia, al Segretario generale delle Nazioni Unite, alla Lega araba e all'Unione africana.