PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Venezuela
1.6.2016 - (2016/2699(RSP))
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento
Fabio Massimo Castaldo, Ignazio Corrao, Isabella Adinolfi, Rolandas Paksas a nome del gruppo EFDD
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione del portavoce del SEAE del 5 gennaio 2016 sull'inaugurazione della nuova Assemblea nazionale del Venezuela,
– vista la Carta democratica interamericana,
– visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,
– vista la Costituzione del Venezuela, in particolare gli articoli 72 e 233,
– visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'aggravarsi della crisi economica in Venezuela, unito al braccio di ferro politico tra il governo e il Parlamento di nuova elezione, è sfociato in una vera e propria crisi caratterizzata da un crescente livello di malcontento e violenze in tutto il paese;
B. considerando che, pur avendo le più grandi riserve di petrolio del mondo, il Venezuela è sull'orlo del dissesto economico a causa del crollo dell'economia negli ultimi anni e dell'aumento vertiginoso dell'inflazione; considerando che la situazione è particolarmente difficile per la popolazione in quanto vi è una grave carenza di beni di prima necessità, quali cibo e medicinali, e anche l'energia elettrica è stata razionata;
C. considerando che la situazione già critica si è aggravata a seguito del crollo dei prezzi del petrolio e della peggiore siccità dal 1969;
D. considerando che la Tavola rotonda dell'unità democratica (MUD), un partito di opposizione di centro-destra, ha vinto le elezioni legislative del 6 dicembre 2015 con una maggioranza di due terzi che le permetterebbe di apportare modifiche alla Costituzione;
E. considerando che, il 2 maggio 2016, il MUD ha depositato una petizione recante 1,85 milioni di firme, ben oltre le 200 000 firme richieste dalla costituzione, per chiedere un referendum sulla revoca del mandato del Presidente in carica Nicolás Maduro; che il governo si oppone al referendum;
F. considerando che il referendum sulla revoca del mandato è un processo in tre fasi; che, dopo aver superato la prima fase della procedura di petizione, l'opposizione sta aspettando che il Consiglio nazionale elettorale (CNE) fornisca i documenti necessari per procedere alla seconda fase nella quale sono richieste le firme del 20% della popolazione; che il CNE ha denunciato irregolarità nella raccolta delle firme;
G. considerando che il 18 maggio 2016 l'opposizione venezuelana ha organizzato una marcia a Caracas a sostegno del referendum sulla revoca del mandato, invitando il CNE a non bloccare deliberatamente il processo referendario; che diversi incidenti si sono verificati quando la guardia nazionale venezuelana ha utilizzato gas lacrimogeni negli scontri con i manifestanti; che non sono state segnalate vittime;
H. considerando che il 13 maggio 2016 il presidente Maduro ha decretato uno stato di emergenza di 60 giorni; che, nonostante le proteste dell'opposizione venezuelana, la Corte suprema ha stabilito che un tale stato di emergenza è costituzionale in virtù della "straordinaria natura sociale, economica, politica, naturale ed ecologica delle circostanze che colpiscono gravemente l'economia nazionale";
I. considerando che le misure adottate dal governo permettono alle forze armate e i comitati locali di distribuire e vendere prodotti alimentari e di ridurre l'orario di lavoro settimanale nel settore privato — una misura già adottate nel settore pubblico — per far fronte alla crisi dell'energia elettrica; che le nuove misure consentono altresì al governo di assumere il controllo dei beni e servizi di base;
J. considerando che diverse società hanno interrotto le loro attività in Venezuela a causa della situazione economica; che il presidente Maduro ha minacciato di nazionalizzare le imprese che hanno interrotto le attività;
K. considerando che il 28 maggio 2016 alti funzionari del governo e dell'opposizione del Venezuela si sono incontrati, sotto l'egida dell'Unione delle nazioni sudamericane, in presenza di un gruppo di mediatori al fine di gettare le basi per un dialogo; che secondo quanto riportato non vi è stato alcun contatto diretto tra governo e opposizione in quanto il dialogo è stato condotto attraverso mediatori;
L. considerando che il 31 maggio 2016 l'Organizzazione degli Stati americani (OSA), ha invocato la sua carta democratica per esaminare la situazione politica in Venezuela in occasione della riunione del Consiglio permanente nella quale "affronterà la violazione dell'ordine costituzionale e le gravi conseguenze per l'ordine democratico nella Repubblica bolivariana di Venezuela";
1. sostiene il popolo venezuelano in questo momento difficile; ricorda a tutti i soggetti politici che dinanzi al peggioramento della crisi economica la loro responsabilità primaria è nei confronti dei loro cittadini e consiste nel proteggere il loro benessere;
2. esorta il governo a non utilizzare lo stato di emergenza per reprimere il dissenso e bloccare il processo referendario, ma di utilizzarlo come un vero e proprio strumento per aiutare la popolazione disperata a soddisfare le proprie esigenze di base, in particolare l'accesso a medicinali e cure mediche e prodotti necessari per la sopravvivenza;
3. sostiene le azioni di intermediazione intraprese dalla comunità internazionale sul Venezuela e si compiace dell'avvio di colloqui mediati nella Repubblica dominicana che offrono l'opportunità di superare la situazione di stallo politico; è fermamente convinto che, sebbene i colloqui mediati rappresentino un punto di partenza, sarebbero utili colloqui diretti tra le parti per il futuro del paese;
4. afferma che il dialogo nazionale rappresenta l'unico modo per superare l'emergenza in Venezuela; ritiene che la priorità per tutte le forze politiche dovrebbero essere quella di dare risposte concrete alle persone che soffrono per il mancato accesso a beni fondamentali quali il cibo e i medicinali;
5. invita la comunità internazionale a sostenere un dialogo franco e aperto tra i soggetti principali del governo e dell'opposizione nonché a non agire in un modo che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione; chiede all'Unione europea di essere pronta a contribuire a tale processo;
6. invita sia il governo che l'opposizione a non coinvolgere l'esercito nel contenzioso politico e sottolinea i rischi che ciò comporta;
7. ritiene che la classe politica non possa ignorare la volontà popolare ma sottolinea che ogni iniziativa, compreso il processo avviato dall'opposizione nel chiedere un referendum sulla revoca del mandato, dovrebbe avvenire nel pieno rispetto delle procedure previste dalla Costituzione;
8. esorta il CNE a continuare a svolgere il proprio ruolo indipendente nel verificare e garantire la trasparenza del referendum in linea con la costituzione, a non bloccare il processo di riesame delle firme e a consentire l'avvio della seconda fase del processo che porta al referendum sulla revoca del mandato; invita i partiti politici a non influenzare il processo costituzionale relativo al referendum di revoca del mandato;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo e all'Assemblea nazionale della Repubblica bolivariana del Venezuela, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana e al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani.