Proposta di risoluzione - B8-0896/2016Proposta di risoluzione
B8-0896/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul programma di lavoro della Commissione per il 2017

4.7.2016 - (2016/2773(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 37, paragrafo 3, del regolamento e dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea

Vicky Ford a nome del gruppo ECR

Procedura : 2016/2773(RSP)
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B8-0896/2016
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B8-0896/2016

Risoluzione del Parlamento europeo sul programma di lavoro della Commissione per il 2017

(2016/2773(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la dichiarazione della Commissione del 19 febbraio 2016, relativa a un meccanismo di attuazione della sussidiarietà e a un meccanismo di attuazione della riduzione degli oneri,

–  vista la dichiarazione del Consiglio europeo del 19 febbraio 2016 sulla competitività,

–  visto l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" tra il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea e la Commissione europea,

–  vista la relazione finale del Gruppo ad alto livello sugli oneri amministrativi, datata 24 luglio 2014, dal titolo "Cutting Red Tape in Europe – Legacy and Outlook" (Ridurre la burocrazia in Europa - Bilancio e prospettive),

–  vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 dal titolo "Verso una migliore normativa sul mercato unico"[1],

–  vista la sua risoluzione del 12 aprile 2016 sulle relazioni annuali 2012 e 2013 in materia di sussidiarietà e proporzionalità[2],

–  visto l'articolo 37, paragrafo 3, del suo regolamento,

A.  considerando che gli Stati membri dell'Unione europea si troveranno ad affrontare importanti sfide economiche nei decenni a venire, in un mercato mondiale in rapida evoluzione e sempre più complesso;

B.  considerando che soltanto le economie competitive saranno in grado di creare posti di lavoro e generare una prosperità che consenta di innalzare il tenore di vita dei loro cittadini, di finanziare gli investimenti futuri, di offrire un'istruzione di qualità e opportunità ai giovani, di migliorare l'assistenza sanitaria e i sistemi pensionistici e di fornire migliori servizi pubblici;

C.  considerando che gli Stati membri dell'Unione europea devono migliorare i livelli di produttività e innovazione per rispondere alle sfide economiche cui sono confrontati;

D.  considerando che gli Stati membri dell'Unione europea devono ridurre il debito pubblico e privato onde creare una base solida per una crescita economica sostenibile a lungo termine;

E.  considerando che l'opinione pubblica è sempre più diffidente nei confronti di una Unione europea che sembra assumersi poteri e responsabilità che sarebbe più adeguato esercitare a livello degli Stati membri, delle loro autorità regionali e locali o dei cittadini stessi;

F.  considerando che i cittadini dell'Unione europea auspicano chiaramente un'Unione "leggera", che faciliti la cooperazione tra gli Stati membri nei settori in cui ciò può apportare un valore aggiunto, ma che rispetti innanzi tutto i principi fondamentali di sussidiarietà e proporzionalità;

1.  invita la Commissione a dare la priorità, nel 2017, a misure in grado di contribuire a una crescita sostenibile a lungo termine, che genera posti di lavoro e prosperità;

2.  appoggia la dichiarazione della Commissione del 19 febbraio 2016 "relativa a un meccanismo di attuazione della sussidiarietà e un meccanismo di attuazione della riduzione degli oneri", nella quale la Commissione afferma che "istituirà un meccanismo teso a esaminare la conformità dell'attuale corpus legislativo dell'UE al principio di sussidiarietà e di proporzionalità"; esorta la Commissione ad attuare pienamente le raccomandazioni contenute nella risoluzione del Parlamento del 12 aprile 2016 sulle relazioni annuali 2012 e 2013 in materia di sussidiarietà e proporzionalità;

3.  invita la Commissione a dar prova di ambizione nell'attuare l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", in particolare per quanto concerne le sezioni relative al test per le PMI e la competitività nel quadro delle valutazioni d'impatto, alla fissazione di obiettivi di riduzione degli oneri, all'indagine annuale sugli oneri e ai lavori del comitato per il controllo normativo; invita la Commissione a garantire che le microimprese siano escluse, per quanto possibile, da tutte le proposte legislative, in modo da incoraggiare le nuove start up e gli imprenditori; chiede alla Commissione di far sì che il suo programma di lavoro attui le raccomandazioni contenute nella risoluzione del Parlamento europeo del 12 aprile 2016 dal titolo "Verso una migliore normativa sul mercato unico";

4.  sottolinea che la conclusione di nuovi accordi commerciali è una componente essenziale di questo programma per la crescita, al fine di sviluppare un quadro economico europeo aperto e competitivo, in grado di offrire vantaggi tangibili e prezzi più bassi ai consumatori nonché di creare nuovi posti di lavoro;

5.  invita la Commissione a concentrarsi sull'elaborazione di un bilancio moderno ed efficace; rileva che, sebbene venga sistematicamente dichiarato che i conti dell'UE presentano un quadro "fedele" delle finanze dell'Unione europea, permangono preoccupazioni circa l'efficacia della spesa, e invita pertanto la Commissione a ridefinire interamente le priorità del suo approccio al controllo di bilancio, qualora i progressi rispetto a una questione di interesse fondamentale per l'opinione pubblica europea risultino insufficienti; sottolinea la necessità di un utilizzo più efficace del denaro dei contribuenti, che coinvolga appieno gli Stati membri nel rispondere alle preoccupazioni relative alla cattiva gestione e alle frodi; chiede che le politiche esistenti siano valutate su base regolare, rivedute e, se necessario, adeguate, per garantire che siano rispondenti alle esigenze future e a un contesto tecnologico ed economico in rapida evoluzione; sottolinea l'importanza che tali valutazioni siano effettuate da organismi assolutamente indipendente e obiettivi;

PARTE 2: PROPOSTE SPECIFICHE PER IL PROGRAMMA DI LAVORO

"Un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti"

Il meccanismo di attuazione della sussidiarietà e della proporzionalità e il meccanismo di attuazione della riduzione degli oneri

6.  ritiene che i due nuovi meccanismi delineati nella dichiarazione della Commissione del 19 febbraio 2016, concernenti rispettivamente l'attuazione della sussidiarietà e della proporzionalità e la riduzione degli oneri, rafforzeranno la piattaforma del programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT) e contribuiranno alla crescita economica, alla creazione di posti di lavoro e a una maggiore prosperità;

7.  osserva che il Consiglio europeo, nella dichiarazione sulla competitività del 19 febbraio 2016 sollecita inoltre "obiettivi di riduzione degli oneri nei settori chiave"; invita la Commissione a fare della riduzione degli oneri, in linea con tali dichiarazioni, un elemento centrale della "lettera d'intenti" del programma di lavoro per il 2017, al fine di definire una vera agenda di riforma per il programma di lavoro stesso e l'annunciata dichiarazione comune sulla programmazione istituzionale annuale;

8.  esorta la Commissione a includere i seguenti punti prioritari nel "programma di lavoro" relativo ai meccanismi di attuazione della sussidiarietà e della proporzionalità e della riduzione degli oneri:

–  il regolamento (CE) n. 883/2004, relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale,

–  la direttiva 2003/88/CE, concernente taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro,

–  la direttiva 2008/104/CE, relativa al lavoro tramite agenzia interinale,

–  la direttiva 96/71/CE, relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi,

–  la direttiva 2012/27/UE, sull'efficienza energetica,

–  il regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e le restrizione delle sostanze chimiche (REACH),

–  il regolamento (UE) n. 528/2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi,

–  il regolamento (CE) n. 1107/2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari,

–  il regolamento (CE) n. 396/2005, concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale,

–  la direttiva 91/676/CEE, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole,

–  il regolamento (CE) n. 1967/2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo,

–  lo Small Business Act,

–  il regolamento (UE) n. 165/2014, relativo ai tachigrafi nel settore dei trasporti su strada,

–  la direttiva 2014/95/UE, per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni,

–  il regolamento di esecuzione (UE) n. 815/2012, recante modalità d'applicazione del regolamento (UE) n. 904/2010 del Consiglio, per quanto riguarda i regimi speciali applicabili ai soggetti passivi non stabiliti che prestano servizi di telecomunicazione, servizi di teleradiodiffusione o servizi elettronici a persone che non sono soggetti passivi;

9.  invita la Commissione a ritirare la proposta legislativa riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure;

10.  invita la Commissione a rivedere la proposta concernente una revisione mirata della direttiva 2013/32/UE recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale;

11.  chiede che le priorità del programma di lavoro da proporre entro la fine del 2016 in applicazione del nuovo meccanismo di sussidiarietà e di proporzionalità e del nuovo meccanismo di riduzione degli oneri siano incluse nel programma di lavoro 2017;

Legiferare meglio

12.  prende atto del fatto che la Commissione ha deciso di fissare un obiettivo netto per la riduzione dei costi economici connessi agli oneri normativi per le imprese; chiede che tale obiettivo sia fissato al 25 % entro il 2020, in linea con le ambizioni precedenti, e che si preveda un obiettivo a più lungo termine concernente il dimezzamento, entro il 2030, degli oneri connessi alla vigente normativa dell'Unione, in cooperazione con i parlamenti degli Stati membri; sottolinea che questo obiettivo globale dovrebbe comprendere anche i costi di conformità e che sarebbe necessario uno sforzo significativo anche per quanto riguarda tali costi; chiede che per ciascuna nuova Commissione siano fissati obiettivi intermedi, in consultazione con il Parlamento e il Consiglio europeo; ritiene che REFIT rappresenta un importante primo passo verso la semplificazione normativa e la riduzione degli oneri amministrativi che la regolamentazione impone alle imprese, nonché verso l'eliminazione degli ostacoli alla crescita e alla creazione di posti di lavoro; incoraggia vivamente la Commissione ad applicare, ove possibile, la formula secondo cui "per ogni nuova norma che viene creata sono abrogate due norme precedenti", valutando i benefici legati all'introduzione della compensazione normativa, in virtù della quale possono essere imposte nuove norme che aggiungono oneri amministrativi e normativi solo se è possibile ridurre del doppio gli oneri esistenti;

13.  invita pressantemente la Commissione, conformemente alle disposizioni pertinenti del nuovo accordo interistituzionale (AII), ad avanzare quanto prima proposte intese a fissare obiettivi per la riduzione degli oneri in settori chiave; invita la Commissione a presentare il metodo che intende utilizzare per individuare i settori chiave per i quali saranno stabiliti obiettivi di riduzione degli oneri;

14.  sottolinea l'importanza che riveste "l'indagine annuale sugli oneri", concordata nel quadro dell'AII "Legiferare meglio", quale importante strumento per identificare e monitorare, in maniera chiara e trasparente, i risultati degli sforzi dell'Unione volti a evitare e ridurre l'eccessiva regolamentazione e gli oneri amministrativi che dovrebbe includere un elenco riguardante specificamente le PMI; ritiene che l'indagine annuale sugli oneri debba essere utilizzata per individuare gli oneri imposti dalle singole proposte e dai singoli atti legislativi della Commissione nonché dagli Stati membri;

15.  osserva che il rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità è attualmente valutato soltanto all'inizio dell'iter legislativo; sottolinea, pertanto, che occorre introdurre un'analisi della sussidiarietà e della proporzionalità al termine del processo legislativo e prima dell'adozione del testo definitivo, il che contribuirebbe a garantire il rispetto di tali principi nel corso del processo legislativo; esorta la Commissione a ricorrere, ove possibile, a un "periodo di riflessione" dopo la conclusione dei negoziati di trilogo, per completare la valutazione d'impatto e l'analisi della sussidiarietà, nonché ai fini della trasparenza;

16.  invita la Commissione a riconoscere che l'agenda "Legiferare meglio" presenta una dimensione locale/regionale che non viene necessariamente affrontata attraverso la sussidiarietà, e la invita altresì a estendere la sua valutazione dell'impatto della regolamentazione (diversa da una "valutazione dell'impatto territoriale") al fine di analizzare l'impatto finanziario e amministrativo delle norme attuali e delle nuove norme sugli enti locali e regionali;

17.  invita la Commissione a rivedere con urgenza lo Small Business Act per valutare come possa essere applicato in modo efficace, parallelamente all'agenda "Legiferare meglio";

18.  suggerisce che, nel quadro del suo programma di miglioramento della regolamentazione, la Commissione esamini percorsi innovativi per pervenire a risultati politici senza ricorrere a interventi normativi, ad esempio avvalendosi dell'economia comportamentale per esaminare e influenzare i comportamenti;

19.  invita la Commissione a consultare i portatori d'interesse in tutte le fasi del processo legislativo, incluse le primissime fasi di tale processo, per evitare conseguenze indesiderate;

20.  invita la Commissione a riesaminare il funzionamento della piattaforma REFIT per garantire trasparenza e facilità di utilizzo; chiede che nel 2017 se ne valutino l'efficacia e i risultati raggiunti;

21.  invita la Commissione a elaborare, nel 2017, una valutazione dell'indipendenza del comitato per il controllo normativo nell'assolvimento della sua funzione di supervisione e di consulenza obiettiva sulle varie valutazioni d'impatto, nonché a definire quali azioni di follow up potrebbero essere necessarie;

22.  invita le parti sociali, in relazione all'articolo 155 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e nel contesto degli attuali e futuri accordi quadro, tra cui l'accordo quadro del 2012 nel settore degli acconciatori, a utilizzare gli strumenti per il miglioramento della regolamentazione, a ricorrere più spesso alle valutazioni d'impatto nei loro negoziati e a sottoporre gli accordi contenenti proposte di azioni legislative al comitato per il controllo normativo presso la Commissione;

23.  invita la Commissione a individuare i progressi e i risultati raggiunti nell'ambito di quelle che sono state definite le "Top Ten" fra le norme più gravose per le PMI, compresa la direttiva sull'orario di lavoro e quella sulle agenzie interinali, e a dare priorità alle azioni volte ad avanzare ulteriormente in tali ambiti;

24.  richiama l'attenzione sulla recente tendenza delle imprese a far rientrare la produzione e i servizi in Europa e sule opportunità che ne conseguono per la creazione di posti di lavoro; invita la Commissione a valutare in che modo l'Unione può aiutare le imprese a cogliere le opportunità offerte dal rimpatrio delle attività manifatturiere;

25.  invita la Commissione, nel contesto del riesame dell'acquis in materia di salute e sicurezza, ad adottare i principi di una migliore regolamentazione al fine di garantire che il nuovo quadro sia proporzionato e adattabile al mutare delle condizioni sul posto di lavoro; ritiene che sarebbe opportuno prevedere, ad esempio nella direttiva quadro, disposizioni che richiedano una valutazione da effettuarsi ogni 10 anni;

26.  invita la Commissione ad associare maggiormente i parlamenti nazionali e a consultarli ampiamente quando prevede di rivedere o di abrogare atti normativi dell'UE; chiede una clausola automatica di durata massima per tutti gli atti normativi dell'UE, cosa che comporterebbe una valutazione d'impatto indipendente e mirata che potrebbe a sua volta dare luogo a un riesame o all'abrogazione dell'atto in questione; evidenzia che la valutazione d'impatto può altresì esaminare, tra l'altro, elementi quali il rispetto della sussidiarietà e della proporzionalità, gli oneri per gli Stati membri, le imprese, in particolare le PMI, e le parti interessate, nonché il "rimpatrio" potenziale di una competenza dell'UE; osserva che, a meno che la valutazione d'impatto possa dimostrare che una legislazione dell'UE resta pertinente, l'abrogazione sarebbe automaticamente prevista;

27.  esprime delusione dinanzi alla risposta della Commissione ai parlamenti nazionali nei casi in cui si è arrivati al "cartellino giallo"; ritiene necessario che la Commissione attui le raccomandazioni formulate nella risoluzione del Parlamento del 12 aprile 2016 sulle relazioni annuali 2012 e 2013 in materia di sussidiarietà e proporzionalità, intensifichi il dialogo con i parlamenti nazionali e risponda in modo esauriente alle perplessità da essi sollevate nei pareri pubblicati; ritiene che sia altresì necessario che la Commissione si presenti dinanzi alla commissione o alle commissioni competenti del Parlamento per spiegare nel dettaglio la propria posizione relativamente ai pareri riguardanti la sussidiarietà;

28.  esorta la Commissione a intensificare il dialogo politico e legislativo con i parlamenti nazionali e, se del caso, con i parlamenti regionali in modo coordinato, al fine di valutare approfonditamente la conformità delle proposte dell'UE, potenziali ed esistenti, con le competenze di detti parlamenti e con i principi di sussidiarietà e proporzionalità; osserva che questa procedura dovrebbe avere luogo nella fase di consultazione e nella fase preparatoria della pianificazione legislativa, prima della pubblicazione delle proposte dell'UE, e dovrebbe essere costantemente monitorata onde garantire che la legislazione esistente sia valutata regolarmente; osserva che, nel quadro della cooperazione con i loro omologhi di altri Stati membri, i parlamenti nazionali dispongono a tale scopo di un certo numero di strumenti mediante i quali si chiederà alla Commissione di intraprendere azioni significative e di reagire alle richieste dei parlamenti nazionali, fra cui un diritto di iniziativa legislativa vincolante (procedura del "cartellino verde"), quale proposto dalla COSAC, la procedura del "cartellino rosso" in virtù del principio di sussidiarietà, che consentirebbe a 16 Stati membri di impedire l'avanzamento di un atto normativo dell'Unione, un maggiore coinvolgimento nel riesame degli atti delegati e degli atti di esecuzione, e il diritto di lanciare un'inchiesta parlamentare su questioni europee, compresa la trasparenza finanziaria;

29.  invita la Commissione a contribuire ad agevolare l'applicazione e la ratifica del trattato di Marrakech volto a facilitare l'accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa;

30.  si oppone alla proposta di un "equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in borsa", una normativa che non rispetta i principi di sussidiarietà e proporzionalità; sottolinea che gli Stati membri sono nella posizione migliore per fornire soluzioni adatte alla loro cultura e al loro ambiente imprenditoriale specifici, piuttosto che essere sottoposti a un approccio unico basato su quote controproducente per tutti;

Servizi finanziari

31.  invita a compiere sforzi per accelerare e rendere prioritario il completamento dell'Unione dei mercati dei capitali, dato il ruolo che essa svolge nello stimolare la crescita e la competitività globale; sottolinea che è importante effettuare una valutazione d'impatto cumulativa della legislazione economica, al fine di individuare le incongruenze legislative suscettibili di ostacolare un'Unione dei mercati dei capitali;

32.  chiede che nell'elaborazione delle politiche si ponga maggiormente l'accento sulla competitività globale dei settori finanziari dell'UE; rileva la necessità di un coordinamento migliore delle autorità europee di vigilanza (AEV) e della Commissione con gli organismi internazionali per promuovere gli interessi dell'UE;

33.  invita la Commissione a monitorare con regolarità l'attuazione della normativa finanziaria, per valutare i problemi di attuazione, le conseguenze indesiderate e gli elementi che potrebbero essere rivisti, aggiornati o rimossi; sottolinea il ruolo che le AEV e il meccanismo di vigilanza unico (SSM) devono svolgere nel conseguire gli obiettivi di miglioramento della regolamentazione; osserva, a tale proposito, che le AEV dovrebbero collaborare strettamente con gli esperti nazionali e le parti interessate quando definiscono norme tecniche, al fine di evitare conseguenze indesiderate;

34.  sottolinea che le proposte di nuovi atti normativi dovrebbero essere soggette a una valutazione d'impatto e a un'analisi costi-benefici approfondite da parte della Commissione, in linea con l'agenda "Legiferare meglio", così da garantire che siano presentate proposte solo se gli effetti auspicati non possono essere ottenuti con strumenti non legislativi; invita la Commissione a rispettare il suo nuovo impegno di riesaminare il corpus legislativo dell'UE in materia finanziaria e i principi di sussidiarietà e proporzionalità, e attende con vivo interesse i risultati nel settore dei servizi finanziari; rileva inoltre l'importanza di garantire un'adeguata ripartizione delle competenze tra il livello UE e quello nazionale, tenendo presenti le competenze e le conoscenze delle autorità nazionali di vigilanza per quanto riguarda il loro mercato locale;

35.  valuta positivamente le iniziative della Commissione e degli Stati membri volte a promuovere attivamente la lotta contro la frode fiscale, l'evasione fiscale, la pianificazione fiscale aggressiva e il ricorso ai paradisi fiscali; sollecita, a tale proposito, la Commissione a prendere in considerazione la dimensione globale della frode fiscale, dell'evasione fiscale, della pianificazione fiscale aggressiva e del ricorso ai paradisi fiscali, e a garantire che le misure adottate tutelino la competitività delle imprese dell'UE, garantendo nel contempo una sufficiente trasparenza, per accrescere la fiducia dei consumatori nell'equità dei sistemi fiscali degli Stati membri dell'UE;

36.  chiede un'attuazione tempestiva della legislazione in vigore sull'Unione bancaria e il rafforzamento del dialogo con gli esperti del settore per valutare l'impatto e l'efficacia della legislazione adottata; rammenta che vari Stati membri non hanno ancora recepito la legge sul bail-in ed esorta pertanto la Commissione a garantire il rapido e completo recepimento della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche; sollecita la Commissione a effettuare una valutazione approfondita dei rischi nel contesto della proposta relativa al sistema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS); rileva, a questo proposito, che tale valutazione dovrebbe includere una panoramica completa dello stato di sviluppo dell'infrastruttura e del finanziamento dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi; osserva che gli interessi degli Stati membri che non partecipano all'Unione bancaria o all'area dell'euro devono essere anch'essi rispettati;

37.  chiede misure più proporzionate per le banche piccole, cosicché gli obblighi di comunicazione siano adattati alle dimensioni delle banche, evitando in tal modo che i piccoli istituti comunichino più informazioni di quelle che le autorità di vigilanza reputano necessarie per poter capire il profilo di rischio delle banche e il potenziale impatto sulla stabilità finanziaria; rileva inoltre che il futuro coefficiente netto di finanziamento stabile potrebbe essere adattato in base ai modelli operativi delle banche, in modo tale che i piccoli istituti bancari che non sono così dipendenti dal finanziamento all'ingrosso possano essere esentati;

38.  chiede alla Commissione di prendere in considerazione, per completare l'Unione economica e monetaria europea (UEM), modalità che non siano la direzione indicata nella relazione dei cinque presidenti; si oppone alla creazione di una capacità di bilancio per l'area dell'euro; sostiene che un impegno credibile a favore del principio di non salvataggio di cui all'articolo 125 TFUE rafforzerebbe la sovranità e la responsabilità degli Stati membri in termini di politiche sociali, economiche e fiscali;

"Un mercato unico del digitale connesso"

39.  sostiene la politica della Commissione volta ad accordare priorità al mercato unico del digitale a motivo delle opportunità che le attività digitali possono far nascere per l'occupazione e la creazione di imprese in fase di avviamento (start-up) e di imprese in fase di espansione (scale-up), per la crescita e l'innovazione; riconosce che la trasformazione digitale dell'industria dell'UE è importante per creare posti di lavoro, stimolare la produttività e rafforzare la competitività, garantendo così la crescita; sottolinea che il 2017 sarà un anno di realizzazioni, in quanto le proposte legislative dovranno essere concluse e i lavori di attuazione dovranno essere intrapresi negli Stati membri;

40.  raccomanda che, prima di varare proposte legislative nel settore del digitale, la Commissione esamini le migliori prassi negli Stati membri e a livello internazionale, promuova misure guidate dall'industria, si concentri sull'attuazione della normativa esistente, modernizzi, se del caso, l'attuale legislazione nazionale e unionale, e presenti una nuova legislazione solo se è assolutamente necessario;

41.  invita la Commissione a eliminare gli oneri burocratici e gli ostacoli normativi o non normativi ingiustificati o sproporzionati, al fine di sfruttare appieno le potenzialità di una trasformazione digitale dell'industria e del commercio elettronico transfrontaliero; sottolinea che le misure non dovrebbero essere protezionistiche, bensì volte a rendere l'ambiente digitale favorevole allo sviluppo delle imprese europee e attraente per le società che intendono insediarsi e commerciare in Europa, nonché per i consumatori e altri utenti;

42.  si rammarica delle forti preoccupazioni espresse per quanto concerne le misure fiscali nell'economia digitale, in particolare l'imposta sul valore aggiunto (IVA), che non sono state affrontate dalla Commissione; ribadisce l'invito a proporre l'introduzione di una misura di semplificazione comune a livello dell'UE (soglia IVA) per aiutare le piccole imprese di commercio elettronico; sottolinea che occorre affrontare con urgenza tale questione; ribadisce, in questo contesto, che la politica fiscale è di competenza degli Stati membri;

43.  chiede alla Commissione di sostenere un regime di proprietà intellettuale solido e un maggiore rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, cosa che stimolerebbe la competitività e sosterrebbe le imprese innovative, remunererebbe i creatori e offrirebbe vantaggi agli utenti di opere protette dal diritto d'autore; accoglie con favore l'approccio "segui il denaro", e sottolinea che la Commissione, insieme agli Stati membri, dovrebbe promuovere la consapevolezza e il dovere di diligenza lungo tutta la filiera e incoraggiare lo scambio di informazioni e migliori prassi per combattere le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale a livello commerciale, nonché una migliore cooperazione tra il settore pubblico e il settore privato;

"Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici"

44.  appoggia con convinzione le conclusioni della comunicazione della Commissione (COM(2016)0062) che valuta le implicazioni dell'accordo di Parigi, che confermano gli obiettivi principali del Consiglio europeo e l'architettura per il quadro d'azione in materia di clima ed energia all'orizzonte 2030; mette in guardia, tuttavia, contro qualsiasi futuro adeguamento degli impegni dell'UE in materia di riduzione delle emissioni all'orizzonte 2030 nel quadro del primo bilancio globale dell'UNFCCC nel 2023, che potrebbe incidere negativamente sulla certezza di cui le imprese e gli investitori hanno bisogno per guidare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio; reputa assolutamente necessario mantenere le disposizioni intese a proteggere i settori industriali a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio;

45.  invita la Commissione a prevedere, tramite il suo futuro assetto del mercato dell'energia elettrica, una reale parità di condizioni fra tutte le fonti energetiche che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nell'UE;

46.  invita la Commissione a fornire una valutazione d'impatto dettagliata incentrata sulle conseguenze socioeconomiche del nuovo assetto del mercato dell'energia elettrica, in particolare nell'Europa centro-orientale, dove la transizione energetica avrà probabilmente costi più elevati rispetto ad altri Stati membri dell'UE;

47.  ritiene che il futuro assetto del mercato dell'energia elettrica debba valorizzare una gamma di diversi componenti per sviluppare un sistema pienamente funzionante; riconosce, a tale proposito, l'importanza di massimizzare le opportunità per lo stoccaggio di elettricità in Europa e invita la Commissione ad agevolare un quadro favorevole agli investimenti e non distorsivo per diversi tipi di tecnologie di stoccaggio dell'energia elettrica;

48.  esprime preoccupazione per quanto concerne l'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica e invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri con orientamenti coerenti al fine di assicurare un'attuazione efficace; sostiene il principio dell'"efficienza energetica al primo posto", se del caso, e ritiene che gli obiettivi dovrebbero essere proporzionati e realistici; invita la Commissione ad assicurare che le disposizioni dell'UE in materia di clima e di energia siano esse stesse efficaci e proporzionate, e non entrino in concorrenza o si sovrappongano;

49.  rammenta che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto aereo sono state incorporate, il 1° gennaio 2012, nel sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS), obbligando tutti gli operatori aerei rientranti nell'ambito di applicazione del sistema a ottenere quote di emissioni di carbonio; prende atto dell'adozione, nel 2013 e nel 2014, di due decisioni di sospensione dei termini che riducono temporaneamente il campo di applicazione del sistema ETS dell'UE per escludere i voli internazionali, onde dare all'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (ICAO) il tempo necessario per definire una misura mondiale unica basata sul mercato (GMBM) che riduca le emissioni del trasporto aereo internazionale; ricorda che tale esenzione scadrà nel 2017; invita la Commissione a presentare una relazione e delle raccomandazioni in tempo utile per l'esame della decisione adottata dalla 39a assemblea dell'ICAO a settembre/ottobre 2016 su una GMBM, e ad adeguare i requisiti della direttiva mediante una nuova proposta legislativa;

"Un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida"

50.  sostiene l'impegno contenuto nella strategia per il mercato unico di garantire che l'Europa resti all'avanguardia nell'elaborazione di norme a livello mondiale; incoraggia una normazione che sia compatibile con un approccio internazionale, tramite lo sviluppo di norme internazionali globali o, se del caso, il riconoscimento di norme internazionali equivalenti; invita la Commissione a garantire che l'iniziativa congiunta sulla normazione sia sospinta da un approccio dal basso verso l'alto e risponda a una necessità individuata dall'industria, producendo norme che dimostrino di essere pertinenti per il mercato;

51.  ritiene che sia necessario un maggiore impegno per assicurare che all'elaborazione delle norme si applichi una procedura di ricorso ben pubblicizzata e accessibile; incoraggia la Commissione, unitamente agli organismi di normazione nazionali ed europei, a basarsi sulle buone prassi per migliorare i meccanismi di ricorso;

52.  invita la Commissione a presentare annualmente una panoramica completa degli ostacoli non tariffari che incidono sul mercato unico a livello interno e un'analisi dei mezzi per affrontarli, al fine di sfruttare il potenziale ancora inespresso del mercato unico;

53.  sottolinea che le regolamentazioni che impongono restrizioni all'esercizio delle attività al dettaglio e all'ingrosso, che sono in contrasto con l'ordinamento dell'UE e sproporzionate, possono creare considerevoli barriere all'ingresso, portando all'apertura di un numero inferiore di punti vendita, ostacolando la concorrenza e provocando un aumento dei prezzi per i consumatori; invita la Commissione ad analizzare in modo approfondito le restrizioni operative al commercio all'ingrosso e al dettaglio nel mercato unico;

54.  invita la Commissione ad agire con determinazione per migliorare l'applicazione del riconoscimento reciproco; si aspetta, in tale contesto, che la Commissione adotti dei piani in vista di una maggiore sensibilizzazione delle autorità competenti e della revisione del regolamento sul riconoscimento reciproco e dei relativi orientamenti, al fine di risolvere i problemi di attuazione o di applicazione del principio del riconoscimento reciproco, tenendo conto della necessità di garantire la tutela dei consumatori;

55.  sottolinea che le azioni future, ad esempio il proposto passaporto per i servizi, non dovrebbero comportare ulteriori oneri amministrativi, bensì affrontare la questione degli ostacoli non tariffari e promuovere il riconoscimento reciproco;

56.  incoraggia la Commissione a presentare lo strumento di analisi dei dati nella strategia per il mercato unico, che potrebbe migliorare il monitoraggio del recepimento della legislazione in materia di mercato unico;

57.  invita la Commissione a includere nella sua prossima revisione del quadro delle telecomunicazioni i seguenti principi:

a.  la legislazione deve continuare ad essere flessibile, basata sui principi e adeguata alle esigenze future, piuttosto che tentare di stabilire preventivamente la traiettoria tecnologica dell'industria;

b.  la concorrenza stimola gli investimenti, anziché minarli; le autorità nazionali di regolamentazione (NRA) devono conservare la capacità di sostenere i diversi modelli di concorrenza in funzione dei loro mercati nazionali, in particolare in relazione alle zone geografiche;

c.  i mercati delle telecomunicazioni continueranno a essere caratterizzati da mercati nazionali strutturalmente e storicamente diversi, e pertanto le stesse soluzioni non saranno sempre adatte a tutti i mercati;

d.  l'efficienza dello spettro dovrebbe essere massimizzata, ma l'armonizzazione è un mezzo piuttosto che un fine in sé; si dovrebbero quindi prevedere condizioni per incoraggiare sviluppi costanti e guidati dall'industria nell'uso dello spettro, invece di cercare di definire preventivamente la sua forma;

58.  attende proposte sulla creazione del Consiglio europeo per l'innovazione, che dovranno essere accompagnate da un'approfondita valutazione d'impatto e finanziate nell'ambito degli attuali massimali del QFP; prende atto dei risultati iniziali di Orizzonte 2020 e sollecita la Commissione, nella sua revisione intermedia, a trarre opportune conclusioni basate sui fatti e sui risultati, in particolare per quanto riguarda i tassi di successo, la procedura di sovvenzione e il modello di costo;

59.  incoraggia la Commissione ad attuare una strategia spaziale europea, affrontando l'esigenza di un'industria spaziale dell'UE globalmente competitiva; sottolinea che l'assorbimento da parte del mercato dei programmi Galileo e Copernicus rappresenta un'occasione per realizzare le potenzialità di start-up e di altre imprese europee nello sviluppo di servizi e applicazioni spaziali a favore dell'innovazione, della crescita e dell'occupazione;

"Accordi di libero scambio realistici ed equilibrati"

60.  chiede che la Commissione porti avanti il mandato affidatole in ordine alle questioni pendenti che vanno risolte a seguito dell'esito della 10a conferenza ministeriale a Nairobi; osserva, tuttavia, che l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) deve continuare a rappresentare un forum flessibile e dinamico per i negoziati tra i paesi membri dell'OMC in vista di un rafforzamento dell'integrazione commerciale tra i paesi interessati; sostiene gli sforzi dell'OMC volti ad aumentarne l'efficacia e la responsabilità; chiede che, dopo un periodo di riflessione, l'UE inizi a lavorare all'introduzione di nuove tematiche specifiche per i negoziati a Ginevra, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli investimenti, le imprese statali e i servizi;

61.  chiede l'avvio formale di negoziati volti a concludere con Australia e Nuova Zelanda accordi di integrazione economica ambiziosi, equilibrati e di alto livello in materia di scambi commerciali e investimenti; ritiene che tali negoziati dovrebbero seguire un calendario ambizioso alla luce non solo degli interessi e dei valori condivisi dall'UE e da Nuova Zelanda e Australia, ma anche dell'affinità delle norme in materia di lavoro e diritti sociali nonché di protezione dell'ambiente;

62.  invita la Commissione ad approfittare dello slancio che caratterizza attualmente i paesi del Mercosur, in particolare l'Argentina, e a sbloccare i negoziati commerciali tra l'UE e il Mercosur per conseguire un accordo globale ambizioso; appoggia la modernizzazione degli accordi dell'UE con Messico e Cile, paesi con legami chiave nella regione dell'America latina, segnatamente in veste di membri del dinamico gruppo regionale dell'Alleanza del Pacifico; chiede che, dopo la conclusione di tali trattative, la Commissione rifletta sulla possibilità di un accordo su base regionale tra l'UE e l'Alleanza del Pacifico;

63.  riconosce l'importanza di potenziare le relazioni in materia di scambi commerciali e investimenti con paesi di recente industrializzazione, come India, Malaysia, Taiwan e Cina, e incarica la Commissione di compiere ogni sforzo possibile per negoziare con tali paesi accordi commerciali e di investimento di elevata qualità; chiede altresì che, quando la Corte di giustizia dell'Unione europea avrà presentato il proprio parere sull'accordo di libero scambio con Singapore, la Commissione faccia in modo che l'accordo pervenga agli Stati membri e al Parlamento europeo il più rapidamente possibile;

64.  riconosce che il regime SPG+ contribuisce al rafforzamento dei diritti umani e delle norme in materia di lavoro e all'aumento delle opportunità per gli investimenti UE nei paesi beneficiari; ribadisce che il regime SPG+ quale strumento in grado di promuovere i diritti umani sarà efficace soltanto se debitamente applicato; chiede alla Commissione di rispettare gli obblighi che le incombono a norma del regolamento (UE) n. 978/2012 e di fornire un riesame completo entro la fine del 2017, che comprenda gli interventi eventualmente necessari qualora un beneficiario non rispetti gli impegni assunti nel quadro del regime SPG+; attende con interesse che la richiesta dello Sri Lanka di ottenere lo status di beneficiario dell'SPG+ possa essere accolta, a condizione che soddisfi i criteri necessari;

65.  rileva il persistente problema dei lunghi periodi di tempo di cui necessita la Commissione per rivedere e tradurre i testi giuridici al termine dei negoziati, rispetto a quanto accade per altri accordi a livello mondiale; ritiene che, data la natura in rapida evoluzione del contesto commerciale mondiale e l'urgente necessità di aprire ulteriormente i mercati per le imprese e i consumatori dell'UE, sia opportuno riflettere ulteriormente, come già richiesto dal Parlamento, sul miglioramento e la razionalizzazione del processo di revisione giuridica e di traduzione, onde assicurare che tutti i testi giuridici siano presentati agli Stati membri e al Parlamento per la firma e la ratifica nel più breve tempo possibile; chiede alla Commissione di comunicare al Parlamento, entro il 31 marzo 2017, proposte specifiche al riguardo;

66.  appoggia il fatto che la Commissione, sostenuta dagli Stati membri e dal Parlamento, insista a più riprese affinché tutti i negoziati in corso per gli accordi di libero scambio contemplino capitoli specificamente concepiti per fornire determinate misure giuridiche e tecniche volte a migliorare la capacità delle piccole e medie imprese di intraprendere scambi commerciali e investimenti, una questione di importanza cruciale data la proliferazione di catene di approvvigionamento globali integrate nella struttura del commercio mondiale;

67.  sottolinea la costante importanza degli investimenti interni ed esteri per l'economia dell'UE e l'esigenza che le imprese dell'UE di ogni forma o dimensione siano pienamente tutelate quando effettuano investimenti nei mercati dei paesi terzi; sottolinea che la protezione degli investimenti è un elemento necessario della politica commerciale dell'UE, pur riconoscendo il principio del diritto di legiferare, la necessità di trasparenza delle procedure e un sistema basato su regole chiaramente definite; chiede alla Commissione di continuare a garantire la protezione degli investimenti degli investitori dell'UE nel quadro dei futuri negoziati;

68.  riconosce che gli accordi di libero scambio dovrebbero essere monitorati e fatti rispettare opportunamente in seguito alla loro applicazione e oltre, al fine di garantire non soltanto una corretta analisi e valutazione del loro impatto sugli scambi, ma anche un adeguato rispetto delle norme, delle discipline e delle misure pattuite; rileva l'attuale mancanza di attenzione da parte della Commissione nei confronti dell'attuazione degli accordi commerciali e sottolinea l'importanza cruciale di assicurare che i partner commerciali mantengano le promesse sottoscritte negli accordi commerciali; invita la Commissione a includere il Parlamento in tutte le fasi di tale processo;

69.  è convinto del fatto che, nell'attesa che i partner commerciali soddisfino i cinque criteri dell'UE per qualificarsi come economie di mercato, l'UE dovrebbe avvalersi di una metodologia non standard nel pieno rispetto della legislazione dell'OMC, allo scopo di preservare la competitività delle imprese europee e portare avanti la lotta contro ogni forma di concorrenza sleale;

70.  invita la Commissione a intensificare la sue misure commerciali offensive in relazione all'apertura e al sostegno di nuovi mercati, e a concentrarsi su questioni sia tariffarie sia non tariffarie; sottolinea che l'elevato livello delle norme dell'UE in materia di sicurezza alimentare e salute e benessere degli animali, che risulta fondamentale per garantire la fiducia dei consumatori dell'Unione, non dovrebbe essere oggetto di compromessi né di negoziati;

71.  invita la Commissione ad assicurare parità di condizioni nel quadro degli accordi commerciali che l'UE intende concludere con i paesi terzi, identificando un elenco di prodotti sensibili che, per vari motivi, potrebbero essere esposti a pressioni eccessive; chiede che tali prodotti, che potrebbero risultare sensibili in un'ottica di liberalizzazione, ricevano un adeguato trattamento speciale e differenziato negli accordi commerciali;

"Uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia"

72.  invita la Commissione a rivedere la legislazione esistente in materia di criminalità informatica e a presentare una proposta che introduca un quadro giuridico chiaro per le relazioni tra le imprese private e le autorità preposte all'applicazione della legge nel campo della lotta contro la criminalità organizzata e la radicalizzazione online;

73.  invita la Commissione a presentare una proposta in materia di cooperazione transfrontaliera per quanto riguarda lo scambio di informazioni in materia di tracciabilità del finanziamento del terrorismo;

74.  chiede la rapida adozione della proposta riveduta sulle frontiere intelligenti nella prospettiva di contribuire alla creazione di efficaci controlli alle frontiere esterne dell'UE;

"Verso una nuova politica in materia di migrazione"

75.  ribadisce che i principali aspetti da prendere in considerazione nel quadro della politica in materia di migrazione dovrebbero essere la salvaguardia della fiducia dei cittadini, la conservazione dell'integrità dello spazio Schengen e il mantenimento della sicurezza interna;

76.  invita la Commissione a valutare i regolamenti e le direttive in vigore nel settore della migrazione, in particolare la direttiva sul ricongiungimento familiare, la direttiva sulle procedure di asilo e la direttiva qualifiche, che costituiscono fattori di richiamo indesiderati per i richiedenti asilo nell'UE;

77.  sottolinea che la revisione del regolamento Dublino III deve restare fedele ai principi fondamentali del regolamento, e chiede alla Commissione di presentare proposte specifiche e concrete per contrastare spostamenti secondari da parte dei richiedenti asilo;

78.  sottolinea che eventuali nuove proposte sulla migrazione economica in provenienza da paesi non appartenenti all'UE né al SEE dovrebbero essere di competenza principalmente degli Stati membri e dovrebbero anche mirare a regolare la quantità e la qualità della migrazione in provenienza da paesi non appartenenti all'UE né al SEE;

79.  invita la Commissione a monitorare attentamente l'applicazione dell'accordo UE-Turchia da parte della Turchia;

80.  invita la Commissione a elaborare relazioni di controllo e attuazione in merito all'erogazione e alla spesa a livello nazionale del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e del Fondo sicurezza interna (ISF), nonché a sottoporre a un controllo capillare l'uso dei finanziamenti dell'UE assegnati ai paesi terzi nel settore dell'asilo;

81.  sottolinea che la Commissione dovrebbe monitorare e valutare periodicamente un possibile accordo di liberalizzazione dei visti con la Turchia, al fine di garantire che non vi siano drastici aumenti del numero di soggiornanti con visto scaduto e di persone in cerca di protezione internazionale provenienti dalla Turchia;

82.  chiede alla Commissione di monitorare attentamente l'operato della guardia costiera e di frontiera europea (European Coast and Border Guard – ECBG) dopo la sua istituzione, onde garantire che, anziché limitarsi a gestire l'afflusso alle frontiere esterne, l'Agenzia svolga un ruolo attivo per quanto concerne i rimpatri, le riammissioni e la riduzione del numero complessivo di richiedenti asilo respinti che risiedono sul territorio dell'UE;

83.  invita la Commissione a dare seguito alla sua proposta relativa a un documento di viaggio per il rimpatrio, dotandosi di un ambizioso programma di rimpatri verso paesi terzi quali Pakistan, Marocco e Algeria;

84.  invita la Commissione a condurre una chiara analisi per paese e a definire strategie individuali per i paesi terzi in base ai principi "more for more" (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno) e "less for less" (minori aiuti a fronte di un minore impegno) nel quadro dell'assistenza finanziaria dell'UE per la lotta contro la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani;

"Un ruolo più incisivo a livello mondiale"

85.  chiede revisioni periodiche della politica europea di vicinato (PEV) per garantire che essa affronti la situazione in continua evoluzione alle frontiere orientali e meridionali dell'UE; insiste inoltre affinché l'operato e il bilancio del Servizio europeo per l'azione esterna siano debitamente analizzati e giustificati; ritiene che tale valutazione non dovrebbe limitarsi ad appurare se i fondi siano utilizzati correttamente o meno, ma anche verificare che gli obiettivi della PEV siano raggiunti;

86.  invita il Consiglio e la Commissione, alla luce degli attuali sviluppi, a esaminare in modo critico e costante tutti i negoziati di adesione, il loro stato di avanzamento e la loro efficacia e, se necessario, a modificarne il ritmo e la strategia;

87.  riconosce che la promozione dei diritti umani figura tra gli obiettivi della politica estera dell'UE, in particolare in settori quali la libertà di religione, la libertà di espressione, le libertà politiche, i diritti delle donne e dei bambini e i diritti delle minoranze;

88.  chiede il mantenimento della pressione diplomatica, anche ricorrendo a sanzioni mirate nei confronti di individui, di gruppi e del governo russo, allo scopo di risolvere pacificamente il conflitto in Ucraina; insiste su una rigorosa adesione alla politica di non riconoscimento per quanto riguarda la Crimea occupata dai russi;

89.  riconosce che la NATO è il cardine della politica europea di sicurezza e di difesa;

90.  incoraggia la prosecuzione della cooperazione internazionale per trovare una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese, affinché uno Stato di Israele sicuro e universalmente riconosciuto possa esistere accanto a uno Stato palestinese sovrano e autosufficiente; esorta a compiere ulteriori sforzi per dare nuovo slancio al processo di pace tra la Turchia e i curdi, al fine di sviluppare la fiducia tra le due parti e di iniziare ad affrontare questioni regionali di più ampia portata che interessano il popolo curdo;

Questioni attinenti allo sviluppo

91.  invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri onde conseguire l'obiettivo dello 0,7 % del PNL da consacrare all'aiuto pubblico allo sviluppo (APS);

92.  invita le istituzioni europee a stabilire un quadro chiaro, strutturato, trasparente e responsabile che disciplini i partenariati e le alleanze con il settore privato nei paesi in via di sviluppo; invita altresì a istituire a livello UE piattaforme settoriali e multilaterali che riuniscano il settore privato, organizzazioni della società civile, organizzazioni non governative, gruppi di riflessione, governi partner, donatori e altri portatori d'interesse, al fine di divulgare informazioni sulle opportunità di partecipare a partenariati pubblico-privato, scambiare le migliori pratiche e fornire assistenza tecnica riguardo al quadro giuridico e alle sfide previste derivanti da interventi collaborativi di sviluppo;

93.  invita la Commissione a proporre approcci innovativi in materia di assistenza di primo soccorso e di aiuti umanitari e a concentrarsi con maggiore coerenza sulla prevenzione delle crisi e sui meccanismi di allerta precoce; esorta la Commissione a valutare la possibilità di eventuali partenariati con il settore privato per far fronte alle esigenze umanitarie attuali e future; sottolinea l'importanza di colmare il divario tra gli aiuti di emergenza e l'aiuto allo sviluppo a lungo termine, e di coinvolgere nelle discussioni sugli aiuti umanitari le "nuove" economie emergenti che stanno acquisendo visibilità, impatto e capacità;

94.  invita ad ampliare l'attuale mandato di prestito esterno della Banca europea per gli investimenti (BEI) per consentirle di potenziare il suo ruolo nel conseguimento dello sviluppo sostenibile e, in particolare, di partecipare più attivamente alla nuova strategia per il settore privato mediante il finanziamento combinato e il cofinanziamento di progetti e lo sviluppo del settore privato a livello locale; invita, inoltre, a una maggiore trasparenza e responsabilità nei partenariati e nei progetti legati alla BEI; invita la BEI e le altre istituzioni di finanziamento allo sviluppo degli Stati membri ad assicurare che le società beneficiarie del loro sostegno non contribuiscano all'evasione fiscale;

95.  esorta la Commissione a portare avanti la collaborazione con gli Stati membri nel sostenere i paesi terzi affinché eliminino le pratiche dannose per le donne e le ragazze, tra cui i matrimoni precoci e forzati, le mutilazioni genitali femminili (MGF), i delitti d'onore, la sterilizzazione forzata, gli stupri durante i conflitti, la lapidazione e ogni altra forma di violenza; esorta la Commissione a collaborare con il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) affinché migliori il sostegno a disposizione delle vittime di tali violenze;

"Un'Unione di cambiamento democratico"

Questioni di bilancio

96.  ritiene che uno dei principi fondamentali che guidano la Commissione nell'elaborazione delle stime per il bilancio dell'Unione europea debba essere il "valore aggiunto UE"; invita la Commissione a concentrarsi sul finanziamento di misure in cui il contributo del bilancio UE offre benefici maggiormente dimostrabili rispetto al finanziamento da parte dei singoli Stati membri; è del parere che il bilancio UE possa svolgere un ruolo importante ai fini dell'esito positivo o meno del meccanismo proposto dalla Commissione volto a rivedere il corpus legislativo dell'UE affinché sia conforme con la sussidiarietà e la proporzionalità;

97.  sottolinea che è necessario un cambiamento culturale nell'approccio alla spesa dell'UE, dove attualmente viene posto troppo l'accento sull'assorbimento dei fondi e sul rispetto delle regolamentazioni piuttosto che sul valore aggiunto del rendimento; invita la Commissione ad impegnarsi in una rivalutazione approfondita delle priorità del bilancio dell'Unione europea sulla base di valutazioni ex post e di solidi indicatori di rendimento; reputa che il ricorso a riserve di efficacia, sul tipo di quelle attualmente utilizzate nei fondi strutturali, possa essere potenziato ed applicato ad altri settori di finanziamento UE; ritiene che la strategia del "bilancio dell'UE incentrato sui risultati" rappresenti uno sviluppo promettente a tale riguardo e chiede alla Commissione di integrare pienamente un approccio di bilancio basato sui risultati nella procedura di bilancio annuale;

98.  prende atto del riesame di medio termine in corso del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020; sottolinea che occorre attendere tale riesame ed un'eventuale proposta legislativa sulla revisione del QFP, prima di modificare l'impegno del Parlamento europeo relativo ai massimali finanziari stabiliti nel regolamento 2013 per la durata dell'attuale QFP ai fini della prevedibilità di bilancio;

99.  sollecita la Commissione ad utilizzare il riesame di medio termine del QFP per spostare i fondi dai settori strategici con un minore valore aggiunto europeo quali la cultura, la cittadinanza ed i media e riorientare invece maggiormente il bilancio UE verso l'occupazione, la crescita e la competitività; osserva che, mentre l'Unione si trova di fronte a sfide nuove ed impreviste, il bilancio UE non deve perdere di vista tale priorità fondamentale; invita la Commissione a cogliere tale opportunità per semplificare le norme applicabili ai programmi esistenti, come il programma Orizzonte 2020, in linea con l'agenda "Legiferare meglio";

100.  nota che la Commissione intende presentare una proposta per il prossimo QFP prima del 1° gennaio 2018; esorta la Commissione a decidere sulle priorità del bilancio pluriennale in linea con il principio del valore aggiunto UE, prima di pianificare eventuali proposte sulle dimensioni del bilancio UE; invita la Commissione ad allineare il prossimo QFP con i cicli politici della Commissione e del Parlamento al fine di migliorare la responsabilità democratica e la trasparenza del bilancio pluriennale;

101.  osserva che la Commissione esaminerà le proposte del gruppo ad alto livello sulle risorse proprie, comprese eventuali nuove proposte di risorse proprie; ritiene tuttavia che il sistema di risorse proprie rischi di suscitare l'indifferenza dei cittadini dell'UE; rifiuta quindi con forza l'introduzione di qualsiasi nuova forma di imposta europea diretta; è invece favorevole allo sviluppo di un sistema di risorse più semplice e trasparente fondato su contribuiti degli Stati membri basati sull'RNL;

102.  chiede alla Commissione di stabilire relazioni di controllo e attuazione dell'erogazione e della spesa nazionale dei fondi AMIF e ISF;

Questioni ambientali

103.  richiama l'attenzione sull'obbligo giuridico della Commissione, ai sensi dell'articolo 117, paragrafo 4, del regolamento REACH, di riferire in merito all'attuazione e al funzionamento del regolamento entro il 1° giugno 2017 e nota che tale relazione fungerà anche da valutazione REFIT del regolamento; sottolinea che la valutazione dovrebbe accertare l'efficacia e l'efficienza della legislazione, la sua coerenza sia internamente sia con altre politiche UE, se abbia conseguito un valore aggiunto UE, il suo impatto sulle imprese, in particolare le PMI, e la loro capacità di fare investimenti a lungo termine, nonché il suo effetto sull'industria e sull'eventuale delocalizzazione della produzione chimica basata nell'UE; invita la Commissione a proporre regolamenti di esecuzione intesi a razionalizzare e semplificare la procedura di autorizzazione per le richieste concernenti l'utilizzo di sostanze in volumi ridotti (al di sotto di 10 tonnellate all'anno) e di pezzi di ricambio usati;

104.  invita la Commissione a dare una definizione di "prodotto alimentare leggermente trasformato", in particolare per quanto concerne i prodotti lattiero-caseari e quelli a base di carne, a valutare la possibilità di limitare il campo di applicazione dell'indicazione obbligatoria del paese d'origine ai casi in cui l'interesse del consumatore è in equilibrio con i costi, come nel caso del latte destinato al consumo diretto nonché dei prodotti lattiero-caseari e a base di carne leggermente trasformati, e a elaborare proposte legislative in questi settori; esorta la Commissione a prendere in considerazione le recenti preoccupazioni espresse in merito all'etichettatura e all'applicazione coerente della legislazione relativa alla catena alimentare dell'UE, avvalendosi nel contempo dei più recenti sviluppi scientifici e tecnologici in questo campo; nota che l'etichettatura d'origine è già in vigore ed opera in modo efficace per molti altri prodotti alimentari, tra cui carne non trasformata, uova, frutta e verdura, pesce, miele, olio extravergine di oliva, olio vergine di oliva, vino e bevande alcoliche;

105.  osserva che le principali disposizioni del regolamento sui biocidi concernenti il riconoscimento dei fornitori e la registrazione di principi attivi utilizzati per gli articoli trattati destano preoccupazioni significative in materia di conformità a causa della scarsa consapevolezza tra le imprese interessate; sollecita con forza la Commissione a includere il regolamento nella sua agenda REFIT 2017, prestando particolare attenzione agli oneri finanziari e amministrativi che gravano sulle PMI e le microimprese nel compilare i fascicoli di autorizzazione per l'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) ai sensi di tale normativa;

106.  prende atto delle sfide finanziarie e normative per gli Stati membri nel conformarsi alla direttiva nitrati (91/676/CEE) spesso considerata un cattivo esempio di legislazione UE efficace, con numerosi casi di violazione ancora in corso; sottolinea la necessità di armonizzare il suo ciclo di rendicontazione con quello della direttiva quadro sulle acque (WDF) in modo che gli stessi dati di monitoraggio possano essere utilizzati per la revisione di entrambe le direttive, nonché per limitare e semplificare i requisiti in materia di pianificazione dei nitrati, che si sono rivelati un onere burocratico superfluo per il settore agricolo; invita la Commissione a includere una revisione sistematica della direttiva nitrati nella sua agenda REFIT 2017 al fine di semplificare i requisiti gravosi e ridurre i costi di conformità;

107.  ribadisce l'importanza di investire in o incentivare la transizione verso un'economia circolare, che è compatibile con il programma a lungo termine della Commissione in materia di occupazione, crescita e competitività e che ridurrà la dipendenza dell'UE dalle importazioni di materie prime, ponendo le condizioni per creare una situazione vantaggiosa per tutte le parti interessate; invita la Commissione a garantire un'attuazione efficace del suo piano d'azione per l'economia circolare, con particolare attenzione agli obiettivi fissati per il 2017;

108.  ribadisce l'importanza di conseguire gli obiettivi stabiliti nella strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2020 e sottolinea l'importanza strategica di tale strategia, anche da una prospettiva socioeconomica; esprime serie preoccupazioni per la costante perdita di biodiversità e nota che gli obiettivi 2020 non saranno conseguiti senza sforzi ulteriori, sostanziali e continui; sottolinea l'importanza fondamentale di una maggiore volontà politica al più elevato livello per tutelare la biodiversità e fermare la perdita di biodiversità; chiede alla Commissione, insieme alle autorità competenti negli Stati membri e a tutte le parti interessate, di dare la priorità all'attuazione della legislazione esistente, alla sua applicazione e ad un'ulteriore integrazione della tutela della biodiversità in altri settori strategici; ribadisce che le direttive in materia di protezione della natura dovrebbero essere pienamente attuate e non rivedute;

109.  invita la Commissione ad adottare misure urgenti per frenare il commercio illegale di animali domestici; ricorda l'importanza, in tale contesto, dei sistemi di identificazione e registrazione, e ricorda alla Commissione e al Parlamento la richiesta esplicita[3] di rafforzare la compatibilità di tali sistemi negli Stati membri al fine di migliorare il benessere degli animali;

110.  richiama l'attenzione sulla necessità di una valutazione di attuazione esaustiva dei regolamenti (CE) n. 1107/2009 e (CE) n. 396/2005 e chiede che la Commissione conduca una valutazione indipendente e dettagliata nel 2017; ritiene che tale revisione debba esaminare i principali elementi di entrambi i regolamenti, cercando nel contempo di migliorare l'efficienza ed il coordinamento tra i due atti legislativi; invita la Commissione a garantire che il quadro normativo per i prodotti fitosanitari aderisca ai principi ed alle prassi della strategia "legiferare meglio" e fornisca un quadro decisionale coerente, efficiente, prevedibile e solido sul piano scientifico;

Politica agricola comune

111.  invita la Commissione, nel contesto del riesame di medio termine del quadro finanziario pluriennale (QFP) e della costante domanda che grava sugli agricoltori europei in termini di produrre di più a costi inferiori, rispettare le norme ambientali e di benessere ed offrire beni pubblici, a mantenere i massimali agricoli di cui alla rubrica 2;

112.  chiede alla Commissione, ai fini di ridurre l'onere che grava sui produttori e migliorare la politica agricola comune (PAC) in termini di un'offerta efficace di beni pubblici e obiettivi ambientali, di eseguire una piena revisione intermedia della PAC, volta a conseguire una politica maggiormente orientata al mercato che dia più spazio all'innovazione e alla competitività, equipari i pagamenti diretti tra gli Stati membri e riveda le disposizioni dell'organizzazione comune dei mercati (OCM) unica, al fine di rafforzare le organizzazioni di produttori, incoraggiare l'adozione di tali misure ed offrire agli agricoltori nuovi strumenti finanziari e la possibilità di far fronte alla continua volatilità del mercato;

113.  sottolinea l'importanza dell'agenda di semplificazione della PAC e chiede alla Commissione di valutare in modo approfondito l'efficacia delle misure di inverdimento; plaude all'impegno della Commissione di eseguire una revisione a medio termine delle aree di interesse ecologico, ma sottolinea la necessità di estendere tale misura a tutte e tre le misure di inverdimento; chiede alla Commissione di sviluppare ulteriormente e attuare misure intese a introdurre proporzionalità, flessibilità e livelli più elevati di tolleranza per quanto riguarda la gestione della PAC, e di affrontare la "cultura della paura" che si sta diffondendo tra gli agricoltori in relazione ai controlli incrociati di conformità e all'applicazione delle sanzioni;

114.  sottolinea la necessità di correggere gli squilibri nella filiera agroalimentare, in particolare per garantire la correttezza e la trasparenza nei rapporti tra produttori primari, trasformatori, fornitori e distributori, e invita la Commissione ad impegnarsi con il settore per affrontare le preoccupazioni riguardo alle segnalazioni anonime ed al rafforzamento della posizione dei produttori primari;

115.  invita la Commissione a sostenere l'innovazione nell'agricoltura assicurando coerenza normativa e tenendo pienamente conto dell'innovazione nelle prossime revisioni e riforme della legislazione pertinente; sottolinea che la Commissione deve dare la priorità alla ricerca e all'innovazione nell'agricoltura se vuole che il settore resti competitivo e risponda alle sfide attuali e future;

La politica comune della pesca

116.  chiede alla Commissione di incoraggiare il contributo economico e sociale della pesca artigianale alle economie locali in via prioritaria, al fine di garantire la conservazione della popolazione costiera e ridurre i livelli elevati di disoccupazione in altri settori economici;

117.  ricorda che la politica comune della pesca (PCP) è volta a garantire che la pesca sia sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale e rappresenti una fonte alimentare sana per i cittadini dell'UE; ricorda che uno degli obiettivi principali della PCP è di evitare le catture accidentali e nota che una priorità chiave nell'applicare l'obbligo di sbarco consiste nel ridurre le catture indesiderate ed accrescere la sopravvivenza della pesca; invita la Commissione ad eseguire valutazioni e controlli costanti dell'insorgenza di "choke species" (specie la cui cattura è rigorosamente limitata) quale conseguenza dell'obbligo di sbarco, specie nella pesca mista; chiede alla Commissione di continuare a lavorare a stretto contatto con pescatori e scienziati per identificare e prevedere l'insorgenza di eventuali "choke species" e ricercare soluzioni quali tecniche di pesca innovative;

118.  sottolinea che è essenziale che la scienza sia al centro della politica della pesca; ricorda alla Commissione che è essenziale che i piani pluriennali in particolare si basino su dati scientifici; accoglie con favore l'iniziativa del Commissario Vella di proporre un piano pluriennale per il Mare Mediterraneo nel 2016; prende atto delle preoccupazioni della Commissione in merito allo stato degli stock nel Mare Mediterraneo;

119.  sottolinea la necessità che la Commissione riveda il regolamento sul Mediterraneo del 2006 onde garantire che l'uso delle attrezzature e delle tecniche di pesca sia concepito a livello regionale ed adeguato alle specificità dell'area del Mediterraneo e della sua pesca, tenendo conto delle specifiche caratteristiche idrografiche del bacino del Mediterraneo; invita la Commissione a garantire una rivalutazione dello stato degli stock ittici per quanto concerne la pesca costiera e sottolinea la necessità di analizzare l'impatto della pesca su piccola scala sugli stock ittici, dal momento che le specie bersaglio della pesca costiera possiedono un grande valore socioeconomico, sebbene non rappresentino una porzione significativa della pesca commerciale;

120.  evidenzia che lo sviluppo dell'acquacoltura e della maricoltura può svolgere un ruolo importante non solo nel recupero della diversità delle specie, ma anche nella crescita dell'economia marina; chiede alla Commissione di sostenere gli Stati membri nella promozione delle politiche volte a incoraggiare la pesca e il turismo (turismo di pesca, maricoltura ecc.) in linea con il principio di sostenibilità;

121.  accoglie con favore il nuovo quadro di misure tecniche per la pesca quale strumento di semplificazione della politica della pesca; sottolinea che un approccio universale alla politica della pesca dell'UE non è efficace e chiede alla Commissione di adottare misure atte a garantire che il nuovo approccio di regionalizzazione porti ad una maggiore libertà del settore della pesca e riduca gli oneri burocratici a carico dei pescatori;

Politica di sviluppo regionale

122.  ritiene che in questo periodo del programma di lavoro della Commissione i fondi SIE dovrebbero aiutare gli Stati membri a effettuare le difficili, ma essenziali, riforme economiche che sono necessarie per conseguire una maggiore competitività, e sottolinea che i fondi SIE dovrebbero essere investiti negli ambiti in cui conseguono il massimo valore aggiunto; invita la Commissione, in quest'ottica, a utilizzare le conclusioni del suo progetto relativo alle "regioni in ritardo" per individuare i fattori legati ai lenti progressi nell'innalzamento dei bassi livelli di sviluppo economico e per predisporre i pertinenti piani d'azione recanti le misure per garantire un'efficace politica in materia di investimenti;

123.  constata che l'amministrazione dei fondi SIE resta complessa e che le PMI e i gruppi della società civile continuano ad avere difficoltà di accesso; sollecita la Commissione ad adoperarsi ulteriormente per semplificare le procedure e i processi dei fondi SIE per tutte le parti interessate, al fine di migliorare l'impatto, l'assorbimento e l'impiego dei fondi, garantendo nel contempo controlli finanziari efficaci e l'eliminazione delle irregolarità, ivi comprese le frodi; sottolinea, in particolare, la necessità di contrastare le pratiche di sovraregolamentazione, semplificare l'accesso agli strumenti finanziari e avvicinare alle imprese i regimi di aiuto; invita la Commissione a includere pienamente i fondi SIE nella strategia dell'UE "Legiferare meglio", con l'obiettivo specifico di ridurre gli oneri burocratici per le PMI e raddoppiare i propri sforzi per operare come entità unica nei rapporti con i fondi SIE, con un coordinamento più efficace tra le direzioni generali competenti;

124.  sottolinea il valore di approcci allo sviluppo regionale basati sul territorio e dal basso verso l'alto, atti a sostenere le strategie di sviluppo locale, creare opportunità di lavoro e incoraggiare lo sviluppo rurale sostenibile e un uso più ampio delle valutazioni di impatto territoriale; ritiene che i nuovi strumenti di sviluppo territoriale (investimenti territoriali integrati, sviluppo locale di tipo partecipativo e piani d'azione comuni) siano potenzialmente in grado di rispondere in maniera più efficace alle esigenze locali nelle zone urbane e rurali; esorta pertanto la Commissione ad attuare la normativa concernente il loro finanziamento attraverso i fondi SIE nel loro insieme, al fine di rafforzare le sinergie rivedendo il loro impiego limitato;

125.  invita la Commissione ad adoperarsi ai fini di una maggiore flessibilità della spesa nei programmi dei fondi SIE per garantire gli investimenti nelle zone prioritarie delle regioni, rispettando nel contempo la necessità di ridurre le disparità regionali e di conseguire l'obiettivo generale della coesione territoriale nell'ottica di migliorare la competitività;

126.  invita la Commissione, pur riconoscendo che potrebbe essere opportuno ridefinire le priorità dei fondi per il periodo di programmazione 2014-2020 per consentire alle autorità locali e regionali di rispondere efficacemente alle esigenze sul campo, a evitare qualsiasi trasferimento di fondi preprogrammati dall'alto verso il basso al fine di mitigare gli effetti della migrazione; sottolinea che i fondi SIE esistono per sostenere uno sviluppo regionale stabile e a lungo termine al fine di accrescere la competitività e non per finanziare misure di emergenza;

127.  invita la Commissione ad impegnarsi con il Parlamento e gli Stati membri quanto prima possibile in merito al futuro dei fondi SIE per il periodo post-2020, incentrando l'attenzione in modo particolare sugli investimenti mirati che comportano un valore aggiunto per i contribuenti; ritiene preziose le nuove riflessioni in materia di orientamento al risultato e strumenti di finanziamento integrati che abbinano i diversi programmi UE concernenti le sovvenzioni e i prestiti nell'ambito dello sviluppo territoriale, e per quanto concerne il rafforzamento del sostegno finanziario a favore dei paesi percettori netti dei fondi SIE e parallelamente una maggior flessibilità e un minore intervento degli investimenti dei contribuenti netti;

Questioni inerenti ai trasporti

128.  sottolinea la necessità di portare avanti a titolo prioritario la rete transeuropea di trasporto (TEN-T) e i corridoi della rete centrale, al fine di collegare le reti di trasporto di tutte le regioni dell'UE e risolvere problemi quali la mancanza di infrastrutture adeguate, l'accessibilità e la scarsa interoperabilità tra le aree orientali e occidentali dell'UE; sottolinea la necessità di una sinergia tra le risorse finanziarie del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il Meccanismo per collegare l'Europa (CEF) e i fondi SIE al fine di assicurare il miglior uso di tutti i finanziamenti UE disponibili; ritiene che, nonostante il Libro bianco sui trasporti del 2011, l'UE continui ad adottare un approccio compartimentato e reputa che i singoli modi di trasporto siano troppo isolati; invita la Commissione a mettere a punto una strategia per lo sviluppo del trasporto intermodale e multimodale;

129.  sollecita la Commissione a procedere con il chiarimento e la semplificazione della vigente legislazione in materia di tempi di guida e di riposo, in particolare il regolamento (CE) n. 561/2006 relativo all'armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e il regolamento (UE) n. 165/2014 relativo ai tachigrafi nel settore dei trasporti su strada, al fine di migliorare la certezza del diritto per gli Stati membri e gli operatori del trasporto stradale e facilitare la libera prestazione di servizi di trasporto in tutta l'UE, garantendo nel contempo un'attuazione coerente e uniforme delle norme;

130.  prende atto dell'accordo raggiunto sul regolamento (CE) n. 1365/2006 relativo alle statistiche sui trasporti di merci per vie navigabili interne per quanto riguarda il conferimento alla Commissione di poteri delegati e competenze di esecuzione ai fini dell'adozione di determinate misure; sottolinea che la tendenza di ampliare la portata dei vari dati statistici da raccogliere (ad esempio, come nel caso di specie, un nuovo sistema di raccolta di dati statistici sul trasporto di passeggeri), comporterà maggiori oneri burocratici senza alcun valore aggiunto;

131.  esorta la Commissione ad adoperarsi per una maggiore efficienza delle misure rispetto a quelle previste nel regolamento (CE) n. 868/2004 per contrastare nel mercato europeo dell'aviazione la concorrenza sleale di compagnie aeree non UE sostenute dallo Stato, onde salvaguardare una concorrenza leale e parità di condizioni per tutti gli operatori di mercato;

132.  chiede alla Commissione di incoraggiare gli Stati membri a intensificare la loro cooperazione con Euro Contrôle Route, al fine di garantire un'attuazione più efficace della legislazione UE vigente per quanto concerne le frodi in materia di documentazione e licenze nel settore dei trasporti stradali;

133.  prende atto delle preoccupazioni del pubblico relative al rumore del trasporto ferroviario di merci in quanto uno degli effetti collaterali del trasporto ferroviario, con ripercussioni sull'ambiente e sulla salute; sottolinea, tuttavia, che il rumore è "per definizione un problema locale" e dovrebbe essere affrontato a livello di Stati membri, e che l'obiettivo di riduzione del rumore deve essere bilanciato con il mantenimento della competitività delle ferrovie evitando distorsioni di mercato e situazioni svantaggiose per le imprese del settore ferroviario, che necessiterebbero di ingenti risorse supplementari per l'adeguamento dei vagoni;

Politica sociale

134.  constata che i cinque settori chiave d'intervento identificati nella strategia della Commissione per le pari opportunità tra donne e uomini 2010-2015 rimangono prioritari per il mandato della Commissione Juncker (2014-2019) e prende atto della pubblicazione di un documento di lavoro dei servizi della Commissione, di 40 pagine, che illustra il suo impegno strategico per l'uguaglianza di genere per il periodo 2016-2019; invita la Commissione, nell'affrontare le politiche in materia di pari opportunità tra uomini e donne, a concentrarsi sull'attuazione della legislazione esistente da parte degli Stati membri, e sottolinea l'importanza degli scambi delle migliori prassi, in particolare qualora gli Stati membri esercitino una competenza esclusiva, prima di prendere in esame la necessità di presentare nuove proposte legislative e strumenti politici in materia di pari opportunità;

135.  invita la Commissione a monitorare efficacemente l'attuazione della direttiva 2014/67/UE da parte di tutti gli Stati membri; è fermamente convinto che tutte le preoccupazioni sollevate dai parlamenti di 11 Stati membri attraverso la procedura del "cartellino giallo" debbano essere oggetto di un'adeguata valutazione da parte della Commissione; esorta vivamente la Commissione ad attendere la piena attuazione della direttiva 2014/67/UE da parte degli Stati membri prima di procedere con la sua proposta di revisione della direttiva 96/71/CE;

136.  ricorda alla Commissione che, in linea con l'articolo 153 del TFUE, la fissazione delle retribuzioni compete agli Stati membri;

137.  sostiene gli sforzi della Commissione intesi a modificare e rivedere il regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, onde tenere conto delle mutevoli realtà e della diversità strutturale all'interno degli Stati membri e tra di essi; sottolinea, tuttavia, che l'offerta e la gestione dei sistemi di sicurezza sociale sono di competenza degli Stati membri e che l'Unione coordina ma non armonizza;

138.  accoglie positivamente il ritiro da parte della Commissione della direttiva 92/85/CEE sul congedo di maternità; ritiene che il mancato raggiungimento di un accordo sulla proposta indichi le difficoltà di conseguire accordi a livello dell'UE nel settore dell'occupazione e degli affari sociali;

139.  sottolinea che, nel contesto della tabella di marcia della Commissione "Nuovo inizio per affrontare le sfide dell'equilibrio tra vita professionale e vita privata incontrate dalle famiglie che lavorano", qualsiasi nuova proposta deve rispettare appieno il principio di sussidiarietà e proporzionalità;

140.  ricorda alla Commissione la relazione dei cinque Presidenti, che riconosce come nel contesto della convergenza sociale non esista un modello unico adatto a tutti; è fermamente convinto, a tale riguardo, che la proposta di un pilastro dell'UE sui diritti sociali debba innanzitutto concentrarsi sull'uso dei parametri di riferimento e sullo scambio delle migliori prassi;

141.  prende atto dell'intenzione della Commissione di rivedere l'acquis sociale; invita la Commissione a rivedere l'importanza dell'acquis alla luce delle nuove tendenze e a individuare le possibilità per semplificare e ridurre gli oneri, anche attraverso il ritiro o l'abrogazione di atti legislativi, ove opportuno;

142.  riconosce gli obiettivi generali della garanzia per i giovani in termini del suo potenziale valore per focalizzare l'attenzione degli Stati membri sulla necessità di intervenire per combattere la disoccupazione giovanile; sottolinea, tuttavia, nel contesto della relazione speciale della Corte dei conti n. 3/2015, l'importanza di valutare l'efficacia dei risultati del programma al fine di creare politiche e strumenti più mirati; che qualsiasi futuro sostanziale aumento dei fondi dovrebbe essere approvato soltanto dopo che sono state affrontate le conclusioni e le raccomandazioni della relazione della Corte dei conti sulla garanzia per i giovani;

143.  esorta la Commissione a garantire che le proposte legislative e i programmi di finanziamento dell'UE siano conformi alla Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità; accoglie con favore l'impegno a garantire l'accessibilità a beni e servizi, compresi gli edifici, congiuntamente a meccanismi di applicazione e reclamo efficaci; invita la Commissione, in fase di preparazione dei futuri atti legislativi nei settori pertinenti, ad esempio in relazione all'agenda digitale, a tenere conto del fatto che l'accessibilità riveste la stessa importanza sia nell'ambiente fisico che nel contesto delle TIC;

Politica della cultura e dell'istruzione

144.  sottolinea l'opportunità offerta dalla revisione intermedia del QFP per valutare l'efficacia e il valore aggiunto dei programmi in materia di cultura e istruzione dell'UE nell'attuale periodo di finanziamento, e al fine di garantirne la gestione efficace; invita la Commissione, in particolare, a valutare il valore aggiunto dei programmi "Europa per i cittadini" e "Europa creativa", in linea con il principio di sussidiarietà e con l'agenda "Legiferare meglio";

145.  accoglie con favore l'applicazione del programma REFIT della Commissione al riesame della direttiva sui servizi di media audiovisivi; invita la Commissione ad applicare attivamente le conclusioni del processo REFIT e i risultati della consultazione delle parti interessate a qualsiasi revisione della direttiva; sottolinea la necessità di garantire la continuità degli investimenti nel ciclo creativo e nell'accesso a contenuti di alta qualità per i consumatori, migliorando nel contempo la protezione dei minori dai contenuti nocivi e sostenendo la produzione e la distribuzione delle opere dei media audiovisivi;

146.  ricorda che il quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione (ET2020) dovrebbe integrare le azioni nazionali e sostenere gli Stati membri nei loro sforzi per sviluppare i sistemi di istruzione e formazione; invita la Commissione, a tale riguardo, a garantire che gli Stati membri e, se del caso, la competenza regionale in tale settore e in tutti gli altri settori della politica della cultura e dell'istruzione, siano pienamente rispettati e che i principi di sussidiarietà e proporzionalità siano osservati; invita la Commissione a garantire che la comunità di esperti e le parti interessate pertinenti, in particolare le organizzazioni dei genitori, siano sufficientemente coinvolti nei lavori relativi all'ET2020;

147.  sostiene gli sforzi della Commissione intesi a promuovere la visibilità e la trasparenza dei titoli di istruzione superiore attraverso il processo di Bologna; raccomanda una maggiore attenzione nell'affrontare gli effetti collaterali sia del processo di Bologna che dei programmi di mobilità garantendo una maggiore flessibilità agli istituti scolastici nell'organizzazione dei loro programmi di apprendimento; invita a esaminare ulteriormente la cooperazione e lo scambio di buone prassi nell'ambito della formazione continua, e lo sviluppo di collegamenti con le imprese e gli istituti di istruzione superiore al fine di garantire che l'istruzione e la formazione professionale dei maggiori di 16 anni in tutta l'UE sviluppino le competenze necessarie per la crescita e l'occupazione;

148.  esprime preoccupazione per il fatto che le scuole europee non siano riuscite a far fronte alle preoccupazioni sollevate dalla Corte dei conti; invita la Commissione, pur accogliendo con favore l'adozione, nel 2014, del nuovo regolamento finanziario per le scuole europee quale mezzo per rispondere ad alcune delle questioni sollevate, a intraprendere, nel 2017, una revisione tempestiva e globale della governance, della gestione e dell'organizzazione del sistema delle scuole europee, dato che il 60 % del bilancio delle scuole europee proviene dal bilancio dell'UE;

Questioni istituzionali

149.  invita la Commissione a riconoscere che gli enti locali e regionali democraticamente eletti, nonché le loro associazioni rappresentative, fanno parte integrante del processo legislativo europeo, contrariamente alle "parti interessate" o ai "lobbisti"; chiede specificamente che siano esentati dagli obblighi relativi al registro per la trasparenza, come avviene già per le singole regioni;

150.  invita la Commissione ad avviare una procedura ordinaria per la revisione del trattato a norma dell'articolo 48 del trattato sull'Unione europea, al fine di proporre le modifiche all'articolo 341 del TFUE e al protocollo 6 necessarie per consentire al Parlamento di decidere in merito all'ubicazione della propria sede e alla propria organizzazione interna;

151.  invita la Commissione a proporre una modifica dello statuto della Corte di giustizia affinché qualsiasi giudice che ha preso parte all'esame di una causa possa allegare alla sentenza il suo parere separato, concordante o discordante, o una semplice dichiarazione di dissenso;

152.  invita la Commissione a seguire i principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità e a rispettare le attuali e future clausole di esenzione, deroghe e garanzie giuridiche concesse a taluni Stati membri dai trattati, dai protocolli e dalle dichiarazioni ivi allegate;

153.  invita la Commissione a rispettare il perimetro della sovranità nazionale, anche nell'ambito dei controlli alle frontiere, dell'immigrazione selettiva, delle norme e delle politiche sociali, del diritto di cittadinanza, del diritto penale, del diritto di famiglia, della legge elettorale, delle politiche della cultura e dell'istruzione, nonché, più in generale, il primato assoluto delle loro costituzioni;

154.  invita la Commissione a dimostrare in modo chiaro che tutte le iniziative che essa adotta nei confronti degli Stati membri, come la procedura di accertamento dello Stato di diritto, abbiano una solida base giuridica e siano fondate su fatti ben argomentati e su una diagnosi affidabile della situazione;

155.  invita la Commissione a prestare una maggiore e più rigorosa attenzione al rispetto della trasparenza e della separazione dei poteri, attraverso una maggiore conformità con le disposizioni dell'articolo 290 del TFUE e, pertanto, a non ricorrere ad atti delegati per varare autentiche misure legislative che dovrebbero essere adottate nel quadro della procedura legislativa ordinaria;

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156.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, al Consiglio europeo nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.