Proposta di risoluzione - B8-0977/2016Proposta di risoluzione
B8-0977/2016

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sui recenti sviluppi in Polonia e il loro impatto sui diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

7.9.2016 - (2016/2774(RSP))

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Manfred Weber, Tania González Peñas a nome del gruppo PPE
Gianni Pittella, Tanja Fajon, Josef Weidenholzer, Péter Niedermüller, Birgit Sippel, Marc Tarabella a nome del gruppo S&D
Guy Verhofstadt a nome del gruppo ALDE
Barbara Spinelli, Marie-Christine Vergiat, Gabriele Zimmer, Cornelia Ernst, Patrick Le Hyaric, Sofia Sakorafa, Kateřina Konečná, Takis Hadjigeorgiou, Xabier Benito Ziluaga, Tania González Peñas, Lola Sánchez Caldentey, Miguel Urbán Crespo, Estefanía Torres Martínez, Josu Juaristi Abaunz, Merja Kyllönen a nome del gruppo GUE/NGL
Rebecca Harms, Judith Sargentini, Ulrike Lunacek, Terry Reintke, Benedek Jávor, Helga Trüpel a nome del gruppo Verts/ALE


Procedura : 2016/2774(RSP)
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B8-0977/2016
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B8-0977/2016

Risoluzione del Parlamento europeo sui recenti sviluppi in Polonia e il loro impatto sui diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

(2016/2774(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  visti i trattati, in particolare gli articoli 2, 3, 4 e 6 del trattato sull'Unione europea (TUE),

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la Costituzione della Repubblica di Polonia,

–  viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e la relativa giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo,

–  vista la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2014 intitolata "Un nuovo quadro dell'UE per rafforzare lo Stato di diritto" (COM(2014)0158),

–  vista la sua discussione del 19 gennaio 2016 sulla situazione in Polonia,

–  vista la sua risoluzione del 13 aprile 2016 sulla situazione in Polonia[1],

–  visto il parere adottato dalla Commissione il 1° giugno 2016 sullo Stato di diritto in Polonia,

–  vista la raccomandazione della Commissione del 27 giugno 2016 relativa allo Stato di diritto in Polonia,

–  visto il parere degli esperti del Consiglio d'Europa, del 6 giugno 2016, sui tre progetti di legge riguardanti i media del servizio pubblico polacco,

–  visto il parere della commissione di Venezia dell'11 marzo 2016 sulle modifiche alla legge del 25 giugno 2015 sul Tribunale costituzionale della Polonia,

–  visto il parere della commissione di Venezia, del 13 giugno 2016, sulla legge del 15 gennaio 2016 che modifica la legge sulla polizia e altre leggi,

–  vista la relazione del Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa del 15 giugno 2016, a seguito della visita effettuata in Polonia dal 9 al 12 febbraio 2016,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che l'UE si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze; che questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini e che sono stati approvati dal popolo polacco con il referendum del 2003;

B.  considerando che l'articolo 6, paragrafo 3, del TUE stabilisce che i diritti fondamentali, garantiti dalla CEDU e risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, costituiscono principi generali del diritto dell'UE;

C.  considerando che l'azione dell'UE poggia sulla fiducia reciproca e sulla presunzione del rispetto, da parte degli Stati membri, della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali sanciti dalla CEDU e dalla Carta dei diritti fondamentali;

D.  considerando che l'articolo 9 della Costituzione polacca afferma che la Repubblica di Polonia rispetta il diritto internazionale in quanto vincolante;

E.  considerando che lo Stato di diritto è uno dei valori comuni sui quali si fonda l'UE e che la Commissione, di concerto con il Parlamento e il Consiglio, è tenuta in virtù dei trattati a garantire il rispetto dello Stato di diritto quale valore fondamentale della nostra Unione, come pure a garantire il rispetto del diritto, dei valori e dei principi dell'UE;

F.  considerando che l'indipendenza della magistratura è sancita dall'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 6 della CEDU ed è un requisito essenziale del principio democratico della separazione dei poteri, che trova riscontro anche nell'articolo 10 della Costituzione polacca;

G.  considerando che la separazione dei poteri e l'indipendenza della magistratura sono fondamentali per il sistema democratico e non devono essere messi in discussione;

H.  considerando che gli eventi recenti in Polonia, in particolare la controversia riguardante la composizione e il funzionamento del Tribunale costituzionale e la mancata pubblicazione delle sentenze pronunciate dal Tribunale costituzionale, hanno destato timori per quanto riguarda le garanzie concernenti il rispetto dello Stato di diritto;

I.  considerando che la commissione di Venezia, nel suo parere sulle modifiche alla legge sul Tribunale costituzionale, ha invitato gli organi statali polacchi a pubblicare, rispettare e attuare pienamente le sentenze del Tribunale, sottolineando nel contempo che le succitate modifiche comprometterebbero seriamente i lavori del Tribunale, rendendolo inefficace come custode della Costituzione;

J.  considerando che la paralisi del Tribunale costituzionale ha portato la Commissione ad avviare un dialogo con il governo polacco nel quadro per lo Stato di diritto, al fine di garantire il pieno rispetto dello Stato di diritto; che, in seguito a un intenso dialogo con le autorità polacche e alla luce della mancanza di progressi da parte del governo polacco nella risoluzione della crisi costituzionale, la Commissione ha ritenuto necessario formalizzare la sua valutazione della situazione attuale in un parere;

K.  considerando che, nonostante le ulteriori discussioni intrattenute con le autorità polacche, le questioni che minacciano lo Stato di diritto in Polonia non sono state risolte in maniera soddisfacente e che secondo la Commissione in Polonia lo Stato di diritto è soggetto a una minaccia sistematica; che ha indirizzato pertanto raccomandazioni concrete alle autorità polacche su come affrontare urgentemente i suoi timori;

L.  considerando che il quadro per lo Stato di diritto è inteso a far fronte alle minacce sistemiche nei confronti dello Stato di diritto in qualsiasi Stato membro dell'UE, in particolare nelle situazioni che non possono essere risolte efficacemente mediante procedure di infrazione e laddove le "salvaguardie dello Stato di diritto" esistenti a livello nazionale non sembrano più in grado di affrontare efficacemente tali minacce;

M.  considerando che l'UE si è impegnata a rispettare la libertà e il pluralismo dei media, così come il diritto all'informazione e la libertà di espressione sanciti dall'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 10 della CEDU e che trovano riscontro anche nell'articolo 14 della Costituzione polacca;

N.  considerando che le modifiche già adottate e quelle recentemente proposte alla legge polacca sui media, in particolare per quanto riguarda la governance, l'indipendenza editoriale e l'autonomia istituzionale dei media del servizio pubblico, hanno sollevato preoccupazioni in merito al rispetto della libertà di espressione, della libertà dei media e del pluralismo;

O.  considerando che gli esperti del Consiglio d'Europa, dopo aver svolto un dialogo tra esperti con le autorità polacche in merito al pacchetto dei tre progetti di legge concernenti i mezzi d'informazione del servizio pubblico, hanno concluso che sono necessari miglioramenti, in particolare in materia di governance, contenuto, missione pubblica e protezione dei giornalisti;

P.  considerando che il diritto alla libertà, alla sicurezza, al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati personali è sancito dagli articoli 6, 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali e dagli articoli 5 e 8 della CEDU, come anche dagli articoli 31 e 47 della Costituzione polacca;

Q.  considerando che la commissione di Venezia, nel suo parere sulle modifiche alla legge sulla polizia e altre leggi, è giunta alla conclusione che le garanzie procedurali e le condizioni materiali previste dalla legge sulla polizia per l'attuazione della sorveglianza segreta non siano sufficienti a evitare un suo utilizzo eccessivo o interferenze ingiustificate nella vita privata e nella protezione dei dati delle persone; ricorda, a tale proposito, che sia la Corte di giustizia che la Corte europea dei diritti dell'uomo hanno sottolineato la necessità di introdurre meccanismi di controllo efficaci e, preferibilmente, un controllo giudiziario al fine di garantire la vigilanza di tali attività;

R.  considerando che la nuova legge antiterrorismo desta preoccupazioni analoghe per quanto riguarda il rispetto, in particolare, degli articoli 5, 8, 10 e 11 della CEDU nonché il rispetto della Costituzione polacca;

S.  considerando che secondo la Commissione europea non sarà possibile effettuare un controllo efficace del rispetto della Costituzione, nonché delle sue disposizioni sui diritti fondamentali e degli atti legislativi come quelli nuovi particolarmente sensibili adottati di recente dal Sejm, fino a quando al Tribunale costituzionale verrà impedito di garantire pienamente un efficace controllo di costituzionalità;

T.  considerando che la commissione di Venezia è composta da esperti indipendenti nell'ambito del diritto costituzionale nominati da tutti i membri del Consiglio d'Europa, tra cui la Polonia, e che il suo parere rappresenta l'interpretazione più autorevole degli obblighi degli Stati membri del Consiglio d'Europa in materia di Stato di diritto e democrazia; che l'attuale governo polacco ha chiesto direttamente il parere della commissione di Venezia;

U.  considerando che il diritto a un processo equo, la presunzione di innocenza e il diritto alla difesa sono diritti sanciti dagli articoli 47 e 48 della Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 6 della CEDU, nonché dagli articoli 41, 42 e 45 della Costituzione polacca;

V.  considerando che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nella sua relazione sulla visita in Polonia, ha concluso che le recenti modifiche del codice di procedura penale e della legge sulla procura possono compromettere la tutela del diritto a un equo processo nei procedimenti penali, la presunzione di innocenza e il diritto alla difesa, soprattutto nei casi in cui le salvaguardie poste in essere per evitare abusi di potere siano insufficienti, nonché il principio della separazione dei poteri;

W.  considerando che, secondo la Carta dei diritti fondamentali, la CEDU e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la salute sessuale e riproduttiva delle donne è connessa a molteplici diritti umani, tra cui il diritto alla vita e alla dignità, la libertà dai trattamenti disumani e degradanti, il diritto di accesso alle cure mediche, il diritto al rispetto della vita privata, il diritto all'istruzione e il divieto di discriminazione, il che trova riscontro anche nella Costituzione polacca;

X.  considerando che una funzione pubblica efficiente, imparziale, professionale e politicamente neutra costituisce un elemento fondamentale della governance democratica, ma che la nuova legge sulla funzione pubblica sembra minacciare tale principio, come pure l'articolo 153 della Costituzione polacca;

Y.  considerando che secondo il Tribunale costituzionale polacco alcune disposizioni della legge adottata il 22 luglio sono tuttora incostituzionali;

Z.  considerando che il ministro dell'Ambiente polacco ha approvato un progetto che prevede l'aumento dell'estrazione di legname nella foresta di Białowieża; che dopo le obiezioni sollevate dal Consiglio nazionale per la conservazione della natura il governo ha sostituito 32 dei suoi 39 membri; che nel mese di maggio è iniziato l'abbattimento degli alberi nella foresta di Białowieża; che la Commissione ha avviato una procedura di infrazione, il 16 giugno 2016, in merito al disboscamento della foresta di Białowieża;

1.  sottolinea che è di fondamentale importanza garantire che siano pienamente sostenuti i valori comuni europei elencati nell'articolo 2 TUE e nella Costituzione polacca e che siano garantiti i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali;

2.  ribadisce la posizione espressa nella sua risoluzione del 13 aprile 2016 sulla situazione in Polonia, con particolare riferimento alla paralisi del Tribunale costituzionale, che sta mettendo a repentaglio la democrazia, i diritti fondamentali e lo Stato di diritto in Polonia;

3.  esprime rammarico e preoccupazione per il fatto che finora non sia stata trovata alcuna soluzione di compromesso e che non siano state attuate le raccomandazioni della commissione di Venezia dell'11 marzo 2016; esprime altresì rammarico per il rifiuto del governo polacco di pubblicare tutte le sentenze del Tribunale costituzionale, comprese quelle del 9 marzo 2016 e dell'11 agosto 2016;

4.  si compiace della determinazione della Commissione a intrattenere con il governo polacco un dialogo costruttivo e proficuo, al fine di trovare soluzioni rapide e concrete alle summenzionate minacce sistemiche allo Stato di diritto; sottolinea che tale dialogo deve essere condotto in maniera imparziale, basato su dati concreti e animato da spirito di cooperazione e deve rispettare, nel contempo, le competenze dell'UE e dei suoi Stati membri, quali sancite dai trattati, nonché il principio di sussidiarietà;

5.  prende atto dell'adozione, da parte della Commissione, di un parere e della conseguente raccomandazione nell'ambito del quadro per lo Stato di diritto, a seguito di una valutazione della situazione in Polonia; si attende che la Commissione, conformemente all'allegato II dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea, assicuri al Parlamento l'accesso a tale parere;

6.  invita il governo polacco a collaborare con la Commissione in virtù del principio di leale cooperazione sancito dal trattato, e lo sollecita a utilizzare i tre mesi concessi dalla Commissione affinché tutti i partiti rappresentati in seno al Sejm polacco trovino un compromesso atto a risolvere la crisi costituzionale in corso, nel pieno rispetto del parere della commissione di Venezia e della raccomandazione della Commissione europea;

7.  invita la Commissione, in veste di custode dei trattati, a monitorare, quale passo successivo, il seguito dato dalle autorità polacche alle raccomandazioni, continuando nel contempo a offrire pieno sostegno alla Polonia nella ricerca di soluzioni adeguate intese a rafforzare lo Stato di diritto;

8.  è preoccupato, nell'assenza di un Tribunale costituzionale pienamente funzionale, per i recenti e rapidi sviluppi legislativi che hanno luogo in altri settori senza consultazioni adeguate e sollecita la Commissione a effettuare una valutazione della legislazione adottata per quanto concerne la sua compatibilità con il diritto primario e derivato dell'UE e con i valori su cui si fonda l'Unione, tenendo conto delle raccomandazioni formulate dalla commissione di Venezia l'11 giugno 2016 e dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa il 15 giugno 2016, nonché della raccomandazione della Commissione sullo Stato di diritto del 27 luglio 2016, con particolare riferimento a:

–  la legge sugli organi d'informazione pubblici, tenendo presente la necessità di un quadro normativo per i mezzi d'informazione del servizio pubblico volto a garantire che essi forniscano contenuti indipendenti, imparziali e accurati che riflettano la diversità della società polacca, nonché la pertinente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e l'acquis dell'UE nel settore dei media audiovisivi;

–  la legge che modifica la legge sulla polizia e altre leggi, tenendo presente le sue interferenze sproporzionate nel diritto al rispetto della vita privata e l'incompatibilità fra le attività di sorveglianza di massa indiscriminata e il trattamento massiccio dei dati personali dei cittadini con la giurisprudenza dell'UE e della Corte europea dei diritti dell'uomo;

–  la legge che modifica il codice penale e la legge sulla procura, tenendo conto della necessità di rispettare l'acquis dell'UE in materia di diritti processuali nonché il diritto fondamentale a un processo equo;

–  la legge che modifica la legge sulla funzione pubblica, tenendo conto del grave rischio di politicizzazione dell'amministrazione polacca, che pregiudicherebbe l'imparzialità del servizio pubblico;

–  la legge sulla lotta al terrorismo, tenendo conto della grave minaccia per il diritto al rispetto della vita privata e il diritto alla libertà di espressione rappresentata dall'ampliamento dei poteri dell'Agenzia di sicurezza interna in assenza di adeguate garanzie giudiziarie;

–  altre questioni che destano preoccupazione poiché possono configurarsi come violazioni del diritto dell'UE, della giurisprudenza della CEDU e dei diritti umani fondamentali, compresi i diritti delle donne;

9.  invita la Commissione a informare il Parlamento in modo regolare e puntuale in maniera trasparente circa i progressi compiuti e le azioni intraprese;

10.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa e al Presidente della Repubblica di Polonia.