Proposta di risoluzione - B8-0189/2017Proposta di risoluzione
B8-0189/2017

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017

13.3.2017 - (2017/2598(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Barbara Lochbihler a nome del gruppo Verts/ALE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0183/2017

Procedura : 2017/2598(RSP)
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B8-0189/2017

Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità dell'UE per le sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2017

(2017/2598(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Carta delle Nazioni Unite,

–  visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli facoltativi,

–  vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio dei diritti umani (CDU),

–  viste la convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle sessioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite,

–  vista la sua raccomandazione del 7 luglio 2016 al Consiglio sulla 70ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite[1],

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, tra cui le sue risoluzioni d'urgenza del 2016 su Etiopia, Corea del Nord, India, Crimea, Hong Kong, Kazakhstan, Egitto, Repubblica democratica del Congo, Pakistan, Honduras, Nigeria, Gambia, Gibuti, Cambogia, Tagikistan, Vietnam, Malawi, Bahrein, Myanmar, Filippine, Somalia, Zimbabwe, Ruanda, Sudan, Thailandia, Cina, Brasile, Russia, Tibet, Myanmar, Iraq, Indonesia, Repubblica centrafricana, Burundi, Nicaragua, Kuwait e Guatemala,

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia (2015)[2],

–  visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,

–  vista la relazione annuale 2015 del CDU all'Assemblea generale delle Nazioni Unite,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono elementi fondanti dell'unità e dell'integrità europee; che il rispetto dei diritti umani va integrato in tutte le politiche dell'Unione;

B.  considerando che l'Unione europea è fermamente impegnata a favore del multilateralismo e degli organi delle Nazioni Unite per quanto concerne la promozione e la protezione dei diritti umani;

C.  considerando che le sessioni ordinarie del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (CDU), la nomina di relatori speciali, il meccanismo della revisione periodica universale (UPR) e le procedure speciali riguardanti situazioni nazionali specifiche o questioni tematiche contribuiscono tutti alla promozione e al rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite

1.  plaude al lavoro svolto dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein, e dal suo Ufficio (OHCHR); ricorda l'impegno dell'UE a continuare a sostenerne e difenderne l'integrità, l'indipendenza e il funzionamento; valuta positivamente il ruolo svolto dall'OHCHR nel far progredire la cooperazione tra i meccanismi internazionali e regionali in materia di diritti umani e nell'individuare soluzioni per accrescere il ruolo degli "accordi regionali" relativamente alle norme universali sui diritti umani;

2.  è del parere che l'efficacia e la credibilità del CDU dipendano dall'impegno concreto dei suoi membri a proteggere tutti, in tutti i paesi, da qualsiasi violazione dei diritti umani, conformemente alle convenzioni internazionali sui diritti umani, promuovendo l'universalità, l'imparzialità, l'obiettività, la non selettività, il dialogo costruttivo e la cooperazione; esorta a evitare la polarizzazione nelle discussioni in seno al CDU e incoraggia il dialogo costruttivo;

3.  invita gli Stati a garantire l'accesso al proprio territorio agli esperti indipendenti del CDU, ai relatori speciali e agli esperti dell'OHCHR per permettere loro di investigare sulle presunte violazioni dei diritti umani e a impegnarsi in modo costruttivo per correggere la situazione, nonché a onorare gli impegni assunti relativamente alle convenzioni sui diritti umani e a offrire piena cooperazione nel quadro delle procedure speciali del CDU;

4.  incoraggia tutti gli Stati ad adottare misure concrete per dare seguito alle raccomandazioni formulate nel quadro delle revisioni periodiche universali e a rimediare alle carenze istituendo un meccanismo di attuazione e seguito, comprendente anche la messa a punto di piani d'azione nazionali e di meccanismi nazionali di coordinamento;

5.  deplora che paesi con documentati precedenti di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani continuino a occupare seggi in seno al CDU, come attualmente l'Arabia Saudita, la Cina e l'Egitto, e invita nuovamente gli Stati membri dell'UE a rendere noti i propri voti in tale sede; invita, a questo proposito, l'UE e gli Stati membri a garantire che le rispettive modalità di voto riflettano la pari importanza dei diritti nonché a determinare il loro voto sulle risoluzioni del CDU sulla base della sostanza piuttosto che degli autori di questi testi;

6.  ricorda che l'Assemblea generale, nell'eleggere i membri del CDU, ha l'obbligo di tenere conto del rispetto, da parte dei candidati, della promozione e tutela dei diritti umani, dello Stato di diritto e della democrazia; accoglie con favore la decisione con cui il CDU ha chiesto che il comitato consultivo del CDU prepari una relazione per valutare i progressi realizzati quanto alla definizione di accordi regionali e subregionali per la promozione e la tutela dei diritti umani; invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire che le rispettive modalità di voto riflettano la pari importanza dei diritti, nonché a migliorare il coordinamento delle posizioni dell'UE in proposito; chiede vivamente all'Unione di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune dell'UE nelle votazioni in seno al CDU;

7.  ribadisce l'importanza di garantire un impegno attivo e costante dell'UE nei meccanismi per i diritti umani delle Nazioni Unite, in particolare nella terza commissione, nell'Assemblea generale e nel CDU, per migliorare la sua credibilità; sostiene gli sforzi compiuti dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), dalle delegazioni dell'UE a New York e a Ginevra e dagli Stati membri per accrescere ulteriormente la coerenza dell'UE sulle questioni dei diritti umani a livello di Nazioni Unite;

Priorità tematiche

8.  sottolinea l'importanza del ruolo che le ONG impegnate per i diritti umani e i difensori dei diritti umani rivestono nella promozione e tutela di tali diritti; evidenzia che i diritti umani e le libertà fondamentali devono essere protetti in tutte le diverse forme in cui si declinano, anche nel contesto delle nuove tecnologie; condivide le preoccupazioni del CDU in merito alle segnalazioni di minacce e rappresaglie nei confronti di membri di organizzazioni della società civile e ONG che hanno cooperato con il CDU, anche nel quadro delle sue procedure speciali e nel processo di revisione periodica universale;

9.  esprime profonda preoccupazione per i numerosi e crescenti tentativi di ridurre lo spazio della società civile e dei difensori dei diritti umani, anche attraverso l'adozione di leggi antiterrorismo; condanna qualsiasi atto di violenza, vessazione, intimidazione o persecuzione contro i difensori dei diritti umani, gli informatori, i giornalisti e i blogger, sia online che offline; invita tutti gli Stati a promuovere e garantire un ambiente sicuro e favorevole in cui le ONG, la società civile, i giornalisti e i difensori dei diritti umani, con un'attenzione particolare per le donne, i bambini, gli ambientalisti e i membri di gruppi vulnerabili come le persone LGBTI, possano operare in modo autonomo e senza ingerenze; invita nuovamente gli Stati che hanno adottato norme restrittive o misure repressive quali il divieto di viaggio e il congelamento dei beni nei confronti delle organizzazioni indipendenti impegnate per i diritti umani a revocare tali provvedimenti;

10.  ritiene che mezzi di comunicazione liberi, indipendenti e imparziali costituiscano uno dei capisaldi fondamentali di una società democratica, nella quale il dibattito pubblico ha un ruolo cruciale; appoggia l'appello a favore della nomina, presso il Segretario generale delle Nazioni Unite, di un rappresentante speciale per la sicurezza dei giornalisti; invita l'UE ad affrontare in tutti i consessi internazionali i temi della libertà di espressione online, delle libertà digitali e dell'importanza di una rete libera e aperta; chiede la riduzione del divario digitale, un accesso illimitato all'informazione e alla comunicazione, nonché un accesso a internet privo di censure; ribadisce, a tale riguardo, il suo invito all'UE affinché adotti software gratuiti e open-source e incoraggi altri attori a fare altrettanto, giacché tali software garantiscono migliore sicurezza e maggiore rispetto dei diritti umani;

11.  ricorda che il diritto alla libertà di riunione e di associazione continua a essere violato in tutto il mondo; plaude vivamente al lavoro del relatore speciale per i diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Maina Kiai; invita tutti i paesi a tenere in debita considerazione le relazioni a cura del relatore speciale;

12.  esorta tutti gli Stati a ratificare rapidamente i protocolli facoltativi del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR), che istituiscono meccanismi di denuncia e indagine;

13.  si oppone a qualsiasi forma di discriminazione o persecuzione per qualsiasi motivo, quali razza, colore, lingua, religione o credo, identità di genere od orientamento sessuale, origine sociale, casta, nascita, età o disabilità; appoggia l'impegno dell'UE nel quadro delle pertinenti procedure speciali, tra cui il nuovo esperto indipendente sulla protezione dalla violenza e dalla discriminazione fondate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere; invita l'Unione europea a continuare attivamente a promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione e a combattere la violenza e la discriminazione, quali che ne siano le vittime;

14.  esprime preoccupazione per il fatto che molte persone, individualmente o come categoria, subiscono violazioni del loro diritto alla libertà di religione o credo da parte di organi dello Stato e di attori non statali, il che causa discriminazione, disuguaglianza e stigmatizzazione; ricorda la necessità di combattere l'intolleranza e la discriminazione fondate sulla religione o il credo per garantire il rispetto di altri diritti umani interdipendenti, come il diritto alla libertà di espressione; chiede che l'UE si adoperi per proteggere maggiormente le minoranze etniche e religiose da persecuzioni e violenza e per ottenere l'abrogazione delle leggi che, facendo della blasfemia o dell'apostasia un reato, fungono da pretesto per perseguitare le minoranze religiose ed etniche e i non credenti; invita a sostenere il lavoro del relatore speciale sulla libertà di religione o di credo;

15.  incoraggia fermamente l'UE a continuare a sostenere un approccio di totale intransigenza nei confronti della pena di morte e la invita ad adoperarsi ulteriormente per rafforzare il sostegno transregionale per la prossima risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite relativa a una moratoria sulla pena di morte; plaude alla decisione adottata nel 2015 da Madagascar, Figi, Suriname e Repubblica del Congo di abolire la pena di morte per tutti i reati; deplora la ripresa delle esecuzioni in diversi paesi, tra cui Bahrein, Kuwait, Bielorussia, Bangladesh, India, Oman, Sud Sudan, Indonesia e Ciad; deplora altresì l'aumento segnalato del numero di condanne a morte pronunciate in particolare in Cina, Egitto, Iran, Nigeria, Pakistan e Arabia Saudita; ricorda alle autorità di questi paesi che essi sono firmatari della Convenzione sui diritti del fanciullo, la quale vieta categoricamente l'applicazione della pena di morte per reati commessi da persone di età inferiore a 18 anni; denuncia con forza il crescente ricorso alle condanne a morte per reati connessi alla droga e chiede di vietare l'uso della pena capitale e delle esecuzioni sommarie quale punizione per tali reati; esprime forte preoccupazione per le migliaia di esecuzioni extragiudiziali autorizzate negli ultimi mesi dal presidente delle Filippine Duterte nonché per il voto del parlamento filippino in favore del ripristino della pena di morte per reati connessi alla droga, dopo che, nel 2007, il paese era stato il primo della sua regione ad abolire la pena capitale;

16.  esorta l'UE a pronunciarsi chiaramente a sostegno del lavoro delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, disumani o degradanti, le esecuzioni di massa e le esecuzioni per reati connessi alla droga, e chiede al SEAE di intensificare, a tutti i livelli di dialogo e in tutte le sedi, le azioni dell'UE nella lotta contro le esecuzioni sommarie, la tortura e altri maltrattamenti, in linea con gli orientamenti per una politica dell'UE nei confronti dei paesi terzi in materia di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti; invita a procedere alla ratifica universale e all'attuazione effettiva della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e del relativo protocollo facoltativo; sottolinea l'importanza fondamentale di sostenere la prevenzione della tortura, anche attraverso il rafforzamento dei meccanismi nazionali di prevenzione istituiti nel quadro del protocollo facoltativo, nonché di continuare a sostenere la riabilitazione delle vittime di tortura;

17.  esprime profonda preoccupazione per il persistere di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo; sostiene con determinazione la Corte penale internazionale (CPI), istituzione fondamentale per perseguire i responsabili e aiutare le vittime a ottenere giustizia, sulla base del principio di complementarietà, nei casi di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra; invita tutte le parti a fornire appoggio politico, diplomatico, finanziario e logistico per le attività quotidiane della CPI; invita l'UE a continuare a rafforzare le attività della CPI; incoraggia un dialogo e una cooperazione solidi tra la CPI, le Nazioni Unite e le relative agenzie nonché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; si rammarica per la decisione di taluni Stati africani di ritirarsi dalla CPI, ma si compiace del fatto che la decisione sia stata revocata da due dei tre Stati interessati; invita il restante paese a riconsiderare la propria decisione; invita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite ad aderire alla CPI ratificando quanto prima lo Statuto di Roma, unitamente agli emendamenti di Kampala;

18.  ritiene che gli Stati debbano compiere tutti gli sforzi possibili per combattere l'impunità e garantire che non esistano rifugi sicuri per gli autori di crimini internazionali e gravi violazioni dei diritti umani, anche adottando, a livello nazionale, disposizioni su una giurisdizione universale e il relativo esercizio;

19.  condanna la diffusa mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario ed esprime grande preoccupazione per il crescente tasso di danni civili nei conflitti armati in tutto il mondo e per l'aumento di attacchi mortali contro ospedali, scuole, convogli umanitari e altri bersagli civili; insiste affinché tali violazioni siano tenute in debita considerazione nei rapporti specifici per paese del CDU e nelle pertinenti revisioni nel quadro del meccanismo UPR;

20.  esprime grave preoccupazione per l'uso di droni armati al di fuori del quadro giuridico internazionale; invita l'UE e i suoi Stati membri a promuovere un quadro internazionale sull'uso di droni armati, che difenda i diritti umani e il diritto internazionale umanitario e tratti questioni quali il quadro giuridico, la proporzionalità, la responsabilità, la protezione dei civili e la trasparenza; chiede nuovamente all'UE e ai suoi Stati membri di includere i droni armati e le armi completamente autonome nei pertinenti meccanismi europei e internazionali di controllo del disarmo e delle armi ed esorta gli Stati membri a collaborare con tali meccanismi di controllo e a rafforzarli;

21.  condanna con la massima fermezza le gravi e persistenti violazioni dei diritti umani perpetrate da organizzazioni terroristiche o paramilitari, come ISIS/Daesh e Boko Haram, ai danni di civili, in particolare donne e bambini; denuncia la frequenza e la portata degli atti di distruzione del patrimonio culturale e chiede di sostenere gli sforzi profusi in questo ambito nei vari consessi ONU;

22.  invita l'UE a incoraggiare tutti gli Stati a porre i diritti umani al centro delle rispettive politiche di sviluppo e ad attuare la Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo del 1986; accoglie positivamente la recente nomina da parte del CDU di un relatore speciale sul diritto allo sviluppo, il cui mandato comprende il contributo alla promozione, alla tutela e al rispetto del diritto allo sviluppo nel contesto dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e di altri accordi internazionali sulla cooperazione allo sviluppo; sottolinea che i diritti umani per tutti devono essere un elemento trasversale nella realizzazione di tutti gli obiettivi e le finalità dell'Agenda 2030; accoglie con favore l'ultima relazione del relatore speciale sul diritto all'alimentazione, la quale esamina, tra l'altro, l'impatto dell'uso dei pesticidi sui diritti umani, e ne approva le raccomandazioni;

23.  invita l'UE a continuare a promuovere la parità tra donne e uomini e a sostenere attivamente l'attività di "UN Women" e le iniziative di integrazione della dimensione di genere nell'ambito delle sue attività e dei suoi programmi; chiede misure di sostegno continuo per rafforzare l'emancipazione delle donne e delle ragazze e l'eradicazione di tutte le forme di violenza e discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze, compresa la violenza di genere; chiede con fermezza all'UE di attuare iniziative transregionali per la promozione, la tutela e la realizzazione dei diritti delle donne e per la piena ed effettiva attuazione della piattaforma d'azione di Pechino e del programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), come pure, nello stesso contesto, di mantenere il proprio impegno a favore della promozione di un accesso facile e senza ostacoli alla pianificazione familiare, alla salute materna, alla contraccezione e all'aborto sicuro nonché all'intera gamma di diritti sessuali e riproduttivi;

24.  ricorda l'impegno dell'UE a favore dell'integrazione dei diritti umani e delle questioni di genere, in conformità con le storiche risoluzioni 1325 (2000) e 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza; invita l'UE a sostenere a livello internazionale il riconoscimento del valore aggiunto della partecipazione delle donne alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti, alle operazioni di mantenimento della pace, all'assistenza umanitaria, nonché alla ricostruzione e alla riconciliazione sostenibile dopo un conflitto;

25.  chiede all'UE di continuare a promuovere i diritti dei minori, in particolare contribuendo a garantire il loro accesso all'acqua, ai servizi igienico-sanitari, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, in particolare nelle zone di conflitto e nei campi profughi, ed eliminando il lavoro minorile, il reclutamento dei bambini nei gruppi armati, la privazione della libertà personale, la tortura, la tratta di esseri umani, i matrimoni infantili, precoci e forzati, lo sfruttamento sessuale e le pratiche dannose, quali le mutilazioni genitali femminili, invita ad adottare misure volte a sostenere e rafforzare le azioni internazionali realizzate attraverso le Nazioni Unite per porre fine all'impiego di bambini nei conflitti armati, nonché ad affrontare in modo più efficace l'impatto delle situazioni di conflitto e postbelliche sulle donne e le ragazze; invita tutti i paesi membri delle Nazioni Unite ad adempiere i loro obblighi derivanti dal trattato e gli impegni assunti nel quadro della Convenzione sui diritti del fanciullo, adottata nel 1989, al fine di rispettare i diritti di tutti i minori sotto la loro giurisdizione, a prescindere dal loro status giuridico, e senza discriminazioni di alcun tipo; chiede agli Stati Uniti, quale unico paese a non aver ancora ratificato la suddetta Convenzione delle Nazioni Unite, di aderirvi con urgenza;

26.  invita gli Stati a promuovere i diritti delle persone con disabilità, compresa l'equa partecipazione e inclusione sociale; chiede inoltre ad essi di ratificare e attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sulle persone con disabilità;

27.  invita l'UE a collaborare con i partner per l'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani, anche incoraggiando un maggior numero di Stati ad adottare piani d'azione nazionali e a partecipare ai vari filoni operativi dei gruppi di lavoro delle Nazioni Unite e dell'OHCHR; valuta positivamente la partecipazione dell'UE e di un numero cospicuo di suoi Stati membri alla sessione del gruppo di lavoro intergovernativo dell'ottobre 2016, in occasione della quale si è discusso degli elementi di un trattato vincolante delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; accoglie con favore la relazione del presidente-relatore del gruppo di lavoro intergovernativo, che sarà presentata durante la prossima sessione del CDU; rinnova l'invito all'UE e ai suoi Stati membri a partecipare in modo costruttivo alla terza sessione del gruppo di lavoro intergovernativo, che si terrà a ottobre 2017, e a contribuire attivamente alle discussioni sugli elementi chiave, compreso il rapporto fra la proposta di trattato delle Nazioni Unite e gli accordi commerciali, la dovuta diligenza in materia di diritti umani, l'attuazione e l'accesso ai mezzi di ricorso nonché il ruolo delle imprese nell'elaborazione del trattato stesso;

28.  invita l'Unione a porre l'accento, nell'ambito dei consessi delle Nazioni Unite, sulle questioni dell'accaparramento delle terre, anche da parte delle imprese, e del trattamento dei difensori dei diritti fondiari e degli ambientalisti, che sono spesso vittime di rappresaglie e di minacce, vessazioni, arresti arbitrari, attacchi e omicidi;

29.  accoglie con favore la dichiarazione di New York delle Nazioni Unite per i rifugiati e i migranti, che affronta la questione dei grandi flussi di rifugiati e migranti e ha condotto all'adozione di un patto mondiale su un quadro globale di risposta per i rifugiati, e l'impegno che si applica a migranti e rifugiati al fine di salvare vite, far fronte alle necessità specifiche, contrastare il razzismo e la xenofobia, lottare contro la tratta di esseri umani, garantire parità di riconoscimento e protezione di fronte alla legge nonché l'inclusione nei piani nazionali di sviluppo; invita tutte le parti interessate a garantire impegno politico, finanziamenti e atti concreti di solidarietà a sostegno della dichiarazione di New York e ricorda che la questione della migrazione dovrebbe continuare ad essere esaminata a livello mondiale e non solo europeo; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assumere un ruolo guida in questi sforzi internazionali e, innanzitutto, a tener fede agli impegni derivanti dagli obblighi assunti a norma del diritto internazionale di tutelare i diritti di richiedenti asilo, rifugiati, migranti e di tutti gli sfollati, in particolare le donne, i minori e i gruppi vulnerabili, tra cui le persone con disabilità; avverte che, rendendo prioritarie le questioni dei controlli delle frontiere e dei rimpatri nei paesi terzi con una deplorevole situazione dei diritti umani, l'UE e gli Stati membri rischiano di mettere in pericolo tali principi guida e di minare pertanto la loro credibilità nei consessi internazionali dei diritti umani, in particolare il CDU;

30.  rammenta che il rimpatrio dei migranti dovrebbe avvenire unicamente nel pieno rispetto dei loro diritti e solo quando nei loro paesi sia garantita la tutela dei loro diritti; invita i governi a porre fine agli arresti e alla detenzione arbitrari di migranti, inclusi i minori; invita tutti gli Stati ad adottare misure concrete nell'interesse superiore dei minori rifugiati e migranti, sulla base della Convenzione sui diritti del fanciullo, e a introdurre misure volte a rafforzare i sistemi di tutela dei minori, in particolare attraverso la formazione degli operatori sociali e di altri gruppi professionali nonché in collaborazione con le ONG; chiede nuovamente a tutti i paesi, compresi gli Stati membri dell'UE, di ratificare e applicare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;

31.  valuta positivamente il lavoro del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani e l'ambiente; sottolinea con grave preoccupazione che la perdita di biodiversità mette a rischio il godimento di un'ampia gamma di diritti umani, tra cui il diritto alla vita, alla salute e all'acqua, e si ripercuote soprattutto sui gruppi più vulnerabili, tra cui le popolazioni indigene; chiede all'UE di sostenere le ulteriori misure adottate dal CDU in quest'ambito che riveste un'importanza fondamentale per il futuro dell'umanità;

32.  ribadisce la propria preoccupazione in merito all'assegnazione di grandi eventi sportivi a paesi ospitanti che presentano una pessima situazione dei diritti umani, nonché in merito alle violazioni dei diritti umani derivanti da tali eventi, tra cui gli sgomberi forzati senza consultazione o compensazione per le popolazioni interessate, lo sfruttamento dei gruppi vulnerabili, come i bambini e i lavoratori migranti, nonché la riduzione al silenzio delle organizzazioni della società civile che denunciano tali violazioni; invita l'UE e i suoi Stati membri a promuovere un'iniziativa transregionale sullo sport e i diritti umani in seno al CDU, nell'ottica di creare meccanismi di salvaguardia che prevengano, controllino e pongano rimedio a tutte le violazioni dei diritti umani legate ai grandi eventi sportivi;

33.  sottolinea l'importanza di promuovere l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, in conformità dell'articolo 21 del trattato sull'Unione europea e delle disposizioni generali sull'azione esterna dell'Unione;

34.  sottolinea la necessità di adottare un approccio basato sui diritti e di integrare il rispetto dei diritti umani in tutte le politiche dell'UE, anche nell'ambito del commercio, degli investimenti, dei servizi pubblici, della cooperazione allo sviluppo e della migrazione, nonché nella politica di sicurezza e di difesa comune;

35.  ricorda che la coerenza interna ed esterna nel settore dei diritti umani è essenziale per la credibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani nelle sue relazioni con i paesi terzi e invita l'UE a rispettare i propri impegni al riguardo;

Priorità per paese

Bielorussia

36.  esprime profonda preoccupazione per il protrarsi delle limitazioni alle libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica in Bielorussia; condanna i soprusi e la detenzione ai danni di giornalisti indipendenti e di opposizione e di attivisti per i diritti umani; condanna il persistente ricorso alla pena di morte; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia in occasione della 35a sessione del CDU e invita il governo bielorusso a cooperare pienamente con il relatore speciale nonché a impegnarsi ad apportare le riforme da tempo attese per tutelare i diritti umani, attuando inoltre le raccomandazioni formulate dal relatore speciale e da altri meccanismi per i diritti umani;

Burundi

37.  esprime la sua più profonda preoccupazione per il peggioramento della situazione politica e della sicurezza nel Burundi; condanna le violenze perpetrate nel paese dal 2015, ovvero le uccisioni, le torture, gli atti di violenza mirati contro le donne, compresi gli stupri collettivi, le vessazioni e la detenzione di migliaia di persone, lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di burundesi nonché le violazioni della libertà di stampa e di espressione; condanna la prevalente impunità per tali atti; sostiene la decisione del Consiglio dell'UE, dopo il fallimento delle discussioni avviate nel quadro dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, di sospendere il sostegno finanziario diretto a favore dell'amministrazione burundese, compreso il sostegno al bilancio, mantenendo tuttavia il pieno sostegno finanziario per la popolazione e gli aiuti umanitari attraverso i canali diretti; esprime pieno sostegno all'istituzione di una commissione d'inchiesta sul Burundi per identificare i presunti autori delle violazioni e degli abusi dei diritti umani commessi nel paese, al fine di garantire la piena assunzione di responsabilità; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere una dichiarazione congiunta sul Burundi che ne metta in discussione l'appartenenza al CDU, a meno che il paese non inizi a cooperare pienamente con la commissione d'inchiesta e con il Consiglio e i suoi meccanismi, e non si impegni costruttivamente con la commissione d'inchiesta affrontando le gravi preoccupazioni in materia di diritti umani; invita le autorità burundesi a riconsiderare la loro decisione di ritirarsi dalla CPI;

Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC)

38.  esprime profonda preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani nella RPDC; chiede un'inchiesta internazionale sulle circostanze della morte di Kim Jong Nam, fratellastro di Kim Jong Un, che sarebbe stato ucciso con il VX, uno dei più letali gas nervini bandito a livello internazionale, nell'aeroporto di Kuala Lumpur il 13 febbraio 2017; invita il governo della RPDC ad adempiere agli obblighi che incombono al paese in virtù degli strumenti sui diritti umani di cui è parte e a garantire che le organizzazioni umanitarie, gli osservatori indipendenti per i diritti umani e il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella RPDC abbiano accesso al paese e possano avvalersi della necessaria cooperazione; invita la RPDC a permettere la libertà di espressione e la libertà di stampa per i mezzi di comunicazione nazionali e internazionali e a consentire ai cittadini un accesso a Internet non soggetto a censura; condanna fermamente il ricorso sistematico alla pena di morte su vasta scala nella RPDC; invita il governo della RPDC a dichiarare una moratoria su tutte le esecuzioni, in vista di un'abolizione della pena di morte nel prossimo futuro; chiede che i responsabili dei reati contro l'umanità commessi nella RPDC siano chiamati a risponderne, siano condotti a giudizio dinanzi alla CPI e siano oggetto di sanzioni mirate; condanna fermamente i test nucleari ritenendoli una provocazione inutile e pericolosa, nonché una violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e una grave minaccia alla pace e alla stabilità nella penisola coreana e nella regione dell'Asia nordorientale; chiede il rinnovo del mandato del relatore speciale; chiede che la relazione del gruppo di esperti sia presentata dinanzi all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; raccomanda di includere nella risoluzione le principali raccomandazioni in materia di responsabilità contenute nella relazione degli esperti, tra cui il rafforzamento della capacità dell'Ufficio di Seoul con competenze investigative e di azione penale nonché la nomina di un esperto in giustizia penale al fine di compiere progressi verso l'assunzione di responsabilità;

Repubblica democratica del Congo

39.  condanna le violazioni dei diritti umani commesse nella Repubblica democratica del Congo (RDC) dalle forze di sicurezza nell'assoluta impunità e chiede che i responsabili siano chiamati a risponderne; invita il Consiglio a considerare la possibilità di estendere le misure restrittive esistenti, quali le sanzioni mirate dell'UE, inclusi il divieto di viaggio e il congelamento dei beni, nei confronti dei responsabili della violenta repressione e della destabilizzazione del processo democratico nella RDC qualora le violenze tornassero a ripetersi, come previsto dall'accordo di Cotonou; esorta le autorità della RDC ad attuare l'accordo raggiunto nel dicembre 2016 e a indire elezioni entro dicembre 2017, con il sostegno degli attori internazionali; ricorda che desta estrema preoccupazione la stabilità nella regione dei Grandi Laghi, soprattutto per quanto concerne la situazione dei diritti umani nella parte orientale della RDC, incluso il problema della violenza sessuale; invita il CDU a tenere sotto continua osservazione la RDC fino a quando avranno luogo le elezioni e una transizione democratica, e incoraggia l'Alta commissione a informare il Consiglio circa la situazione nella RDC, ove del caso, e ad adottare provvedimenti più incisivi se necessario;

Egitto

40.  esprime grave preoccupazione per il continuo deteriorarsi della situazione dei diritti umani in Egitto, tra cui la drastica chiusura dello spazio pubblico per la società civile, la dura repressione ai danni dei difensori dei diritti umani, in particolare delle attiviste donne, e di altre voci dissenzienti, nonché la mancanza di libertà di espressione; esprime inoltre preoccupazione per la legge draconiana sulle ONG, adottata dal parlamento egiziano nel 2016, che viola gravemente il diritto costituzionale alla libertà di associazione e numerosi impegni giuridici internazionali del paese volti a rispettare tale diritto; sottolinea che è urgentemente necessario che il governo egiziano affronti i diffusi fenomeni di torture, sparizioni forzate e decessi in stato di detenzione; chiede all'UE di promuovere una risoluzione sul paese in seno al CDU;

Le regioni georgiane dell'Abkhazia e la regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud

41.  continua a nutrire preoccupazione per la libertà di espressione, la libertà dei mezzi d'informazione e la mancanza di accesso alle regioni occupate dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud, in cui le violazioni dei diritti umani restano diffuse; esorta a rafforzare i contatti interpersonali tra il territorio controllato da Tbilisi e le due regioni occupate; invita a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale della Georgia nonché l'inviolabilità dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale; sottolinea la necessità che i rifugiati e gli sfollati interni possano fare ritorno al luogo dove risiedono permanentemente in condizioni di sicurezza e dignità; esorta il governo della Georgia ad adottare opportune misure al fine di garantire un seguito alle raccomandazioni formulate nel quadro dell'UPR e la relativa attuazione;

Iran

42.  invita l'Iran a collaborare pienamente con tutti i meccanismi delle Nazioni Unite in favore dei diritti umani e a lavorare per l'applicazione delle raccomandazioni emesse in tale ambito, compresa l'UPR, consentendo alle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani di svolgere le loro missioni; invita il governo dell'Iran ad affrontare le preoccupazioni sostanziali evidenziate nelle relazioni del relatore speciale e del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, nonché gli specifici inviti all'azione che si trovano nelle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; rileva con preoccupazione che in Iran si registra il più alto livello di esecuzioni capitali pro capite al mondo; invita l'Iran a dichiarare una moratoria sulla pena di morte; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici;

Myanmar/Birmania

43.  esprime profonda preoccupazione per le notizie di violenti scontri nello Stato di Rakhine settentrionale e deplora la perdita di vite umane, di mezzi di sussistenza e di abitazioni nonché il presunto uso sproporzionato della forza da parte delle forze armate del Myanmar/Birmania che, secondo l'OHCHR, potrebbe costituire un crimine contro l'umanità; esorta l'esercito e le forze di sicurezza a porre immediatamente fine alle uccisioni, ai soprusi e agli stupri perpetrati contro l'etnia rohingya come pure agli incendi delle loro abitazioni; insiste affinché il governo e le autorità civili del Myanmar/Birmania pongano immediatamente fine alla discriminazione e alla segregazione nei confronti della minoranza rohingya; chiede che i diritti della popolazione rohingya siano salvaguardati e che siano garantite la sicurezza, la protezione e l'uguaglianza di tutti i cittadini del Myanmar/Birmania; accoglie con favore la decisione del governo del Myanmar/Birmania di rendere prioritarie la pace e la riconciliazione nazionale; accoglie con favore l'annuncio da parte del governo del Myanmar/Birmania relativo all'istituzione di una commissione d'inchiesta sui recenti episodi di violenza nello Stato di Rakhine; sottolinea la necessità di adottare gli opportuni provvedimenti per perseguire i responsabili e fornire adeguati mezzi di ricorso alle vittime di violazioni; invita il governo del Myanmar/Birmania a proseguire il processo di democratizzazione del paese e a rispettare lo Stato di diritto, la libertà di parola e i diritti umani fondamentali; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere un nuovo mandato del relatore speciale sul Myanmar/Birmania;

Territori palestinesi occupati

44.  invita l'UE e gli Stati membri, nell'ambito delle discussioni e risoluzioni sui territori palestinesi occupati in seno al CDU, a esprimere il loro rammarico per la mancata attuazione delle precedenti raccomandazioni degli organismi delle Nazioni Unite competenti per i diritti umani, compresa la commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite incaricata di indagare sul conflitto a Gaza del 2014, i limitati progressi compiuti nelle indagini sulle presunte violazioni del diritto internazionale ad opera di tutte le parti, nonché l'esistenza di numerosi ostacoli giuridici, procedurali e pratici all'accesso alla giustizia e ai risarcimenti; esorta l'Unione a riavviare le discussioni in relazione al punto 7 dell'ordine del giorno del CDU e a votare a favore delle risoluzioni in materia di responsabilità, compresa la risoluzione adottata dal CDU a sostegno della relazione completa dell'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e delle misure di follow-up che propone; invita l'UE a condannare gli atti di intimidazione e le minacce nei confronti dei difensori dei diritti umani che promuovono la responsabilità e il rispetto del diritto internazionale nel quadro del conflitto israelo-palestinese, e a denunciare altre pratiche e regolamentazioni restrittive nei confronti delle ONG da entrambi i lati; invita l'UE a sostenere le future risoluzioni del CDU sugli insediamenti nonché la pubblicazione della banca dati annuale dell'OHCHR sulle imprese coinvolte in violazioni del diritto internazionale;

Arabia Saudita

45.  ribadisce la propria preoccupazione per le violazioni sistematiche dei diritti umani nel paese, comprese la repressione dei difensori dei diritti umani e le violazioni della libertà di religione o di credo e dei diritti delle donne; condanna l'allarmante frequenza con cui è comminata la pena di morte in Arabia Saudita, comprese le esecuzioni di massa, e invita tale paese a introdurre una moratoria sulle esecuzioni capitali; esorta le autorità saudite a rilasciare tutti i prigionieri di coscienza, compreso il vincitore del premio Sacharov 2015, Raif Badawi; chiede all'UE di seguire da vicino il suo caso; ribadisce che i membri del CDU dovrebbero essere eletti tra gli Stati che rispettano i diritti umani, lo Stato di diritto e la democrazia; invita le autorità saudite a cooperare pienamente con le procedure speciali del CDU e con l'OHCHR; invita l'UE a fornire il proprio sostegno per la creazione del posto di rappresentante speciale per la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita;

Sud Sudan

46.  invita tutte le parti in Sud Sudan a porre fine alle violazioni dei diritti umani e alle violazioni del diritto internazionale umanitario, comprese le violazioni che equivalgono a crimini internazionali, come le esecuzioni extragiudiziali, la violenza mirata di stampo etnico, la violenza sessuale nei conflitti, compreso lo stupro, nonché la violenza di genere, il reclutamento e l'impiego di bambini, le sparizioni forzate e gli arresti e la detenzione arbitrari; prende atto che il governo del Sud Sudan ha firmato l'accordo su una tabella di marcia il 16 marzo 2016 e ha successivamente precisato i suoi impegni in merito all'inclusione di altri pertinenti soggetti interessati nel dialogo nazionale e al fatto di continuare a rispettare le decisioni adottate tra i firmatari dell'opposizione e il meccanismo 7 + 7, il comitato direttivo del dialogo nazionale; insiste sulla necessità che tutte le parti rispettino i loro impegni e chiede un dialogo continuo finalizzato all'istituzione di un cessate il fuoco definitivo; invita l'UE e i suoi Stati membri a portare avanti il loro impegno a sostenere gli sforzi dell'Unione africana per portare la pace in Sud Sudan e al popolo sud-sudanese nella transizione verso una democrazia riformata dall'interno; osserva che le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia in parti del paese; invita l'UE e i suoi Stati membri a rinnovare il mandato della commissione per i diritti umani nel Sud Sudan e a rafforzarne il ruolo al fine di indagare sulle violazioni dei diritti umani e realizzare una mappatura delle violenze sessuali; sostiene l'integrazione delle sue raccomandazioni in una relazione destinata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

Siria

47.  condanna con la massima fermezza le atrocità e le diffuse violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse dalle forze del regime di Assad, con il sostegno di Russia e Iran, nonché le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario perpetrate da gruppi armati terroristici non statali, in particolare ISIS/Daesh, i cui crimini equivalgono ad atti di genocidio, Jabhat Fateh al-Sham/fronte al-Nusra e altri gruppi jihadisti; insiste sulla necessità di continuare a investigare in merito all'uso e alla distruzione di armi chimiche da parte di tutti gli attori in conflitto in Siria e deplora la decisione di Russia e Cina di bloccare una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'uso delle armi chimiche; torna a chiedere che sia concesso un pieno accesso senza ostacoli all'assistenza umanitaria e che i responsabili di crimini di guerra e crimini contro l'umanità siano chiamati a rispondere delle loro azioni; appoggia l'iniziativa dell'UE di deferire la questione della situazione in Siria alla CPI ed esorta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad agire in tal senso; sostiene il continuo lavoro della commissione d'inchiesta come pure l'istituzione del meccanismo internazionale, imparziale e indipendente per la Siria, nonché il mandato della commissione d'inchiesta di svolgere un'indagine speciale su Aleppo, sulla quale dovrebbe riferire entro il 34° CDU nel marzo 2017, e chiede che tale relazione sia presentata all'Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

Ucraina

48.  deplora il fatto che l'aggressione russa in corso abbia causato una drammatica situazione umanitaria nella regione del Donbas, mentre alle organizzazioni umanitarie ucraine e internazionali viene rifiutato l'accesso alle regioni occupate; esprime profonda preoccupazione per le difficili condizioni umanitarie in cui si trovano oltre 1,5 milioni di sfollati interni; è profondamente preoccupato per le continue violenze sessuali commesse durante il conflitto; esprime la propria profonda inquietudine per le violazioni dei diritti umani perpetrate nella Crimea occupata dai russi, segnatamente nei confronti dei tatari di Crimea; sottolinea la necessità di un'ulteriore assistenza dell'UE all'Ucraina; ribadisce il suo pieno impegno a favore della sovranità, dell'indipendenza, dell'unità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché della sua scelta libera e sovrana di seguire un percorso europeo; invita tutte le parti a perseguire senza indugio la reintegrazione pacifica della penisola di Crimea occupata nel sistema giuridico ucraino, attraverso il dialogo politico e nel pieno rispetto del diritto internazionale; sostiene la proroga delle sanzioni contro la Russia finché l'accordo di Minsk non sarà pienamente attuato e la Crimea riconsegnata; invita il SEAE e il Consiglio a intensificare le pressioni sulla Federazione russa per consentire l'accesso in Crimea alle organizzazioni internazionali, allo scopo di monitorare la situazione dei diritti umani in considerazione delle gravi violazioni delle libertà fondamentali e dei diritti umani in corso nella penisola, nonché di istituire meccanismi di monitoraggio internazionale permanenti e basati su convenzioni; chiede altresì la piena attuazione dell'accordo di Minsk; ricorda che tutte le parti coinvolte nel conflitto sono tenute ad adottare tutte le misure possibili per proteggere la popolazione civile sotto il loro controllo dagli effetti delle ostilità; sostiene e incoraggia il dialogo interattivo previsto nell'ambito del 34° CDU;

Yemen

49.  è estremamente preoccupato per la catastrofica situazione umanitaria in Yemen ed evidenzia la particolare responsabilità dell'Arabia Saudita in tale contesto; condanna il fatto che i civili siano presi di mira e si trovino intrappolati in una situazione intollerabile tra le parti belligeranti che commettono violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani; sottolinea che la coscrizione e l'impiego di bambini nei conflitti armati sono rigorosamente vietati dal diritto internazionale in materia di diritti umani e dal diritto internazionale umanitario e possono costituire un crimine di guerra in caso di coscrizione di minori di età inferiore ai quindici anni; invita tutte le parti a rilasciare immediatamente tali bambini; esorta tutte le parti ad allentare le tensioni e a introdurre immediatamente un cessate il fuoco stabile che conduca a una soluzione politica, inclusiva e negoziata al conflitto; sostiene pienamente, in tale contesto, gli sforzi dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismaïl Ould Cheikh Ahmed, nonché l'attuazione della risoluzione del Consiglio dei diritti umani 33/16 dell'ottobre 2016, nella quale si chiede alle Nazioni Unite di collaborare con la commissione d'inchiesta nazionale indipendente, e appoggia tutti gli sforzi volti a condurre un'indagine internazionale indipendente per porre fine al clima di impunità in Yemen; invita gli Stati membri dell'UE a sostenere la dichiarazione congiunta guidata dai Paesi Bassi, nella quale si esprime preoccupazione per le violazioni e gli abusi commessi in Yemen e si chiede un'indagine approfondita e imparziale al riguardo; invita l'alto commissario a impiegare il formato d'informazione intersessione in modo da tenere il CDU costantemente informato in merito ai risultati delle indagini;

Sahara occidentale

50.  chiede che siano rispettati i diritti fondamentali della popolazione del Sahara occidentale, compresi la libertà di associazione, la libertà di espressione e il diritto di riunione; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici sahrawi; chiede garanzia di accesso ai territori del Sahara occidentale per i rappresentanti delle Nazioni Unite, i parlamentari, gli osservatori indipendenti, le ONG e i giornalisti; esorta le Nazioni Unite a dotare la missione MINURSO di un mandato per i diritti umani, in linea con tutte le altre missioni dell'ONU per il mantenimento della pace nel mondo; appoggia una soluzione equa e duratura del conflitto nel Sahara occidentale basata sul diritto del popolo sahrawi all'autodeterminazione e in conformità con le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite; invita l'UE e i suoi Stati membri a sollevare la questione della situazione nel Sahara occidentale alla prossima sessione dell'UPR relativa al Marocco;

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51.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 71ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, all'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al Segretario generale dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.