Proposta di risoluzione - B8-0351/2017Proposta di risoluzione
B8-0351/2017

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'applicazione degli orientamenti del Consiglio per le persone LGBTI, in particolare in relazione alla persecuzione di (presunti) uomini omosessuali in Cecenia, Russia

15.5.2017 - (2017/2688(RSP))

presentata a seguito dell'interrogazione con richiesta di risposta orale B8-0219/2017
a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, del regolamento

Ulrike Lunacek, Rebecca Harms, Heidi Hautala, Ernest Urtasun, Terry Reintke a nome del gruppo Verts/ALE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0349/2017

Procedura : 2017/2688(RSP)
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B8-0351/2017
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B8-0351/2017

Risoluzione del Parlamento europeo sull'applicazione degli orientamenti del Consiglio per le persone LGBTI, in particolare in relazione alla persecuzione di (presunti) uomini omosessuali in Cecenia, Russia

(2017/2688(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia,

–  vista la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–  visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

–  visti la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e i relativi protocolli,

–  vista la Costituzione della Federazione russa, in particolare il capitolo 2 sui diritti e le libertà dell'uomo e del cittadino,

–  visti gli orientamenti del Consiglio europeo, del 24 giugno 2013, per la promozione e la tutela dell'esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI),

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo, del 16 giugno 2016, sull'uguaglianza delle persone LGBTI,

–  visti gli orientamenti dell'Unione europea sulla tortura e altri maltrattamenti e quelli sui difensori dei diritti umani,

–  vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2014 sulla tabella di marcia dell'UE contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere[1],

–  vista la dichiarazione, del 13 aprile 2017, degli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani sulle violenze nei confronti di uomini omosessuali in Cecenia e sulla loro detenzione,

–  visto il piano d'azione dell'Unione europea per i diritti umani e la democrazia (2015-2019),

–  vista la sua risoluzione del 14 dicembre 2016 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2015 e sulla politica dell'Unione europea in materia[2],

–  vista la dichiarazione rilasciata il 6 aprile 2017 dal portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, sulle violazioni dei diritti umani nei confronti di uomini omosessuali in Cecenia,

–  vista l'interrogazione alla Commissione (vicepresidente/alto rappresentante) sull'applicazione degli orientamenti del Consiglio per le persone LGBTI, in particolare in relazione alla persecuzione di (presunti) omosessuali di sesso maschile in Cecenia, Russia (O-000039/2017 – B8-0219/2017),

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il 1º aprile 2017 è stato pubblicato un articolo sul giornale russo indipendente Novaja Gazeta, dove si denuncia che oltre un centinaio di uomini, gay o considerati e percepiti come tali, sono stati rapiti e detenuti nella Repubblica autonoma della Cecenia nella Federazione russa, nell'ambito di una campagna coordinata presumibilmente organizzata dalle autorità e dalle forze di sicurezza della repubblica su ordine diretto del presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov;

B.  considerando che Novaja Gazeta ha riferito che le vittime rapite hanno subito maltrattamenti e torture e sono state costrette a rivelare l'identità di altre persone LGBTI; che è stato inoltre riferito che almeno tre uomini sono stati uccisi, due a seguito del trattamento durante la detenzione e uno per mano della sua famiglia in un cosiddetto "delitto d'onore";

C.  considerando che le segnalazioni iniziali sono state confermate separatamente da Human Rights Watch e da International Crisis Group, i quali citano entrambi fonti sul campo che confermano che i presunti uomini omosessuali sarebbero stati presi di mira dalla polizia e dalle forze di sicurezza per essere incarcerati;

D.  considerando che gran parte delle vittime si astiene dal chiedere giustizia, poiché teme ritorsioni da parte delle autorità locali; che le persone gay e lesbiche e quelle percepite come tali sono particolarmente vulnerabili a causa della forte omofobia all'interno della società e rischiano di essere vittime di delitti d'onore per mano dei loro parenti;

E.  considerando che, dopo anni di minacce e di repressione e un drammatico deterioramento della situazione relativa ai diritti umani nel Caucaso settentrionale, praticamente nessun giornalista indipendente o attivista per i diritti umani è in grado di lavorare nella regione; che funzionari civili e personalità religiose ceceni hanno minacciato il giornale che ha per primo denunciato la brutale campagna contro gli omosessuali;

F.  considerando che la Federazione russa è firmataria di numerosi trattati internazionali in materia di diritti umani e, in qualità di membro del Consiglio d'Europa, è firmataria della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e ha quindi il dovere di garantire la sicurezza di tutte le persone potenzialmente a rischio, compresi quanti lo sono a causa del proprio orientamento sessuale; che la Russia ha l'obbligo di indagare sui reati commessi dalle autorità cecene e dispone dei mezzi per farlo; che nella Federazione russa l'omosessualità è stata depenalizzata nel 1993;

G.  considerando che le persone LGBTI sono protette dalla legislazione internazionale vigente in materia di diritti umani e dalla legislazione nazionale russa; che, tuttavia, sono spesso necessarie azioni specifiche per assicurare il pieno godimento dei diritti umani da parte delle persone LGBTI, dal momento che l'orientamento sessuale e l'identità di genere possono comportare ulteriori rischi di discriminazione, bullismo e persecuzione nelle scuole, sul posto di lavoro e nella società in senso lato, ma anche all'interno delle famiglie; che spetta alla polizia, alla magistratura e alle autorità combattere tali forme di discriminazione e contrastare i comportamenti sociali negativi;

H.  considerando che il 7 marzo 2017 la Federazione russa ha adottato una legislazione che depenalizza la violenza domestica, riducendo gli atti di violenza all'interno del contesto familiare da illecito penale a infrazione amministrativa, con sanzioni più moderate per i trasgressori; che il Parlamento europeo ha affrontato la questione nella tornata di marzo (13-16 marzo 2017) a Strasburgo;

1.  esprime profonda preoccupazione per le segnalazioni di detenzioni arbitrarie e torture di presunti uomini omosessuali nella Repubblica di Cecenia, nella Federazione russa; invita le autorità a porre fine a questa campagna persecutoria, a rilasciare immediatamente quanti siano ancora illegalmente detenuti, a garantire protezione giuridica e fisica alle vittime, nonché ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti che hanno lavorato a questo caso, e a consentire alle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani di condurre un'indagine credibile sui presunti reati;

2.  deplora le diffuse violazioni dei diritti umani e il clima di impunità nella regione che consente il verificarsi di tali atti e chiede che siano predisposti strumenti giuridici e di altro tipo per prevenire tali violenze e monitorare e perseguire efficacemente i responsabili, in cooperazione con la società civile; sottolinea che la Russia e il suo governo sono responsabili in ultima istanza di indagare su tali atti, di consegnare gli autori delle violenze alla giustizia e di proteggere tutti i cittadini russi da abusi illegittimi;

3.  condanna la dichiarazione del portavoce del governo ceceno, che nega l'esistenza di omosessuali in Cecenia e scredita la segnalazione come "menzogne e disinformazione assoluta"; rammenta alle autorità che diritti quali la libertà di riunione, associazione ed espressione costituiscono diritti universali applicabili a tutti; chiede l'immediato rilascio delle persone ancora detenute illegalmente; esorta le autorità russe a fornire protezione giuridica e fisica alle vittime, nonché ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti che hanno lavorato a questo caso;

4.  prende atto del fatto che il Presidente Putin ha incaricato il ministero russo dell'Interno e il procuratore federale di indagare su quanto accaduto in Cecenia e invita la Commissione, gli Stati membri e il Consiglio d'Europa a fornire sostegno materiale e consulenza alle autorità russe nell'ambito di tali indagini;

5.  invita le autorità cecene e quelle della Federazione russa a osservare la legislazione nazionale e gli impegni internazionali, a rispettare lo Stato di diritto e le norme universali in materia di diritti umani e a promuovere l'uguaglianza e la non discriminazione, anche per le persone LGBTI, con il sostegno di misure quali campagne di sensibilizzazione volte a promuovere una cultura di tolleranza, rispetto e inclusione basata sull'uguaglianza e sulla non discriminazione;

6.  chiede con urgenza l'avvio di indagini immediate, indipendenti, obiettive e approfondite su questi casi di incarcerazione, tortura e omicidio, al fine di consegnare alla giustizia i mandanti e gli autori materiali e di porre fine all'impunità; accoglie positivamente, a tale proposito, la creazione di un gruppo di lavoro sotto l'egida del mediatore russo per i diritti umani, che sta indagando sulla questione; invita le autorità russe a incaricare l'Ufficio del procuratore generale di garantire un autentico anonimato e altre tutele per le vittime e i testimoni dell'epurazione cecena ai danni degli omossessuali e delle relative famiglie, di modo che possano prendere parte all'indagine; invita la delegazione dell'UE nonché le ambasciate e i consolati degli Stati membri in Russia a seguire attivamente l'indagine e a intensificare gli sforzi volti ad avviare un dialogo con le vittime, le persone LGBTI, i giornalisti e i difensori dei diritti umani che al momento si trovano in una situazione di pericolo;

7.  esorta le autorità russe a punire tutti i dipendenti statali e altre personalità pubbliche, tra cui quelle della televisione di Stato, che utilizzano un linguaggio discriminatorio e improntato all'odio nelle loro apparizioni in pubblico, dichiarazioni, interviste, conversazioni e altre situazioni in pubblico;

8.  invita la Commissione a instaurare un dialogo con le organizzazioni internazionali per i diritti umani e con la società civile russa, al fine di aiutare quanti sono fuggiti dalla Cecenia e portare allo scoperto questa campagna di violenze; invita inoltre gli Stati membri dell'UE a valutare la possibilità di aumentare il numero degli spazi destinati al reinsediamento delle vittime, dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani della Cecenia e ad accelerare il reinsediamento diretto di quanti sono in fuga per motivi di sicurezza;

9.  accoglie con favore e riconosce gli sforzi compiuti da numerosi capi delle delegazioni UE e dal rispettivo personale, nonché dagli ambasciatori degli Stati membri e dal relativo personale, al fine di sostenere i difensori dei diritti umani delle persone LGBTI e di promuovere la non discriminazione e la parità di diritti; invita i capi delle delegazioni UE e gli altri membri del personale del SEAE a consultarsi con il Parlamento e i deputati competenti ogniqualvolta abbiano domande o desiderino trasmettere informazioni al Parlamento, anche in occasione della Conferenza annuale degli ambasciatori di settembre; esprime tuttavia preoccupazione riguardo alla conoscenza e all'attuazione incoerenti degli orientamenti per le persone LGBTI da parte di talune delegazioni dell'UE e rappresentanze degli Stati membri; chiede a questo proposito al SEAE e alla Commissione di premere per un'attuazione più strategica e sistematica degli orientamenti, tra l'altro mediante la sensibilizzazione e la formazione del personale dell'UE nei paesi terzi, al fine di sollevare efficacemente la questione dei diritti delle persone LGBTI nel contesto dei dialoghi politici e in materia di diritti umani con i paesi terzi e nei consessi multilaterali, nonché di sostenere gli sforzi da parte della società civile;

10.  sottolinea con fermezza l'importanza di una valutazione continua dell'attuazione degli orientamenti sulla base di parametri chiari; esorta la Commissione a svolgere e a pubblicare una valutazione approfondita dell'attuazione degli orientamenti da parte delle delegazioni dell'UE e delle rappresentanze diplomatiche degli Stati membri in tutti i paesi terzi, al fine di rilevare eventuali differenze e lacune nell'attuazione e porvi rimedio;

11.  osserva con preoccupazione e considera come un passo indietro l'adozione da parte della Russia della nuova legislazione in materia di violenza domestica, anche nei confronti di minori; sottolinea che una legislazione che tollera la violenza all'interno della famiglia rischia di avere conseguenze gravi sia per le vittime sia per la società nel suo insieme; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a continuare a promuovere l'eliminazione della violenza domestica, a proteggere le persone vulnerabili e a offrire sostegno alle vittime, sia all'interno sia all'esterno dell'Europa;

12.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani nonché ai governi della Federazione russa e della Repubblica cecena.