Proposta di risoluzione - B8-0409/2017Proposta di risoluzione
B8-0409/2017

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione umanitaria nello Yemen

12.6.2017 - (2017/2727(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 123, paragrafo 2, del regolamento

Marietje Schaake, Petras Auštrevičius, Beatriz Becerra Basterrechea, Gérard Deprez, María Teresa Giménez Barbat, Marian Harkin, Ivan Jakovčić, Ilhan Kyuchyuk, Patricia Lalonde, Louis Michel, Javier Nart, Urmas Paet, Maite Pagazaurtundúa Ruiz, Jozo Radoš, Frédérique Ries, Jasenko Selimovic, Hannu Takkula, Pavel Telička, Ramon Tremosa i Balcells, Ivo Vajgl, Cecilia Wikström, Valentinas Mazuronis a nome del gruppo ALDE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B8-0407/2017

Procedura : 2017/2727(RSP)
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B8-0409/2017
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B8-0409/2017

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione umanitaria nello Yemen

(2017/2727(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 25 febbraio 2016 sulla situazione umanitaria nello Yemen[1] e quella del 9 luglio 2015 sulla situazione nello Yemen[2],

–  viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, dell'8 ottobre 2016, sull'attacco nello Yemen, e del 19 ottobre 2016, sul cessate il fuoco nello Yemen,

–  viste le dichiarazioni del portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, sugli ultimi sviluppi nello Yemen, del 6 ottobre e 21 novembre 2016,

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" sullo Yemen, in particolare quelle del 20 aprile e 16 novembre 2015 e del 3 aprile 2017,

–  vista la decisione di esecuzione (PESC) 2017/634 del Consiglio, del 3 aprile 2017, che attua la decisione 2014/932/PESC concernente misure restrittive in considerazione della situazione nello Yemen[3],

–  viste le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sullo Yemen, in particolare le risoluzioni 2266 (2016) e 2342 (2017), e le dichiarazioni del presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rese a nome di quest'ultimo, sullo Yemen, del 18 febbraio, 23 marzo, 8 settembre e 4 ottobre 2016,

–  viste le dichiarazioni sullo Yemen rese dal portavoce dell'allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, del 14, 15 e 17 agosto, 22 settembre e 8 ottobre 2016, le osservazioni di apertura e chiusura della conferenza dei donatori per lo Yemen, del 25 aprile 2017, e le osservazioni dello stesso in occasione del "dibattito aperto" del Consiglio di sicurezza sulla protezione dei civili nei conflitti armati, del 25 maggio 2017,

–  visto l'evento ad alto livello dei donatori delle Nazioni Unite per la crisi nello Yemen, del 25 aprile 2017, nel corso del quale sono stati impegnati 1,1 miliardi di USD per colmare un deficit di finanziamento di 2,1 miliardi di EUR per il 2017,

–  visti il recente scoppio e la rapida diffusione del colera, che, secondo le previsioni, raggiungerà i 130 000 casi nelle prossime settimane e che ha già portato alla morte di centinaia di persone,

–  viste le dichiarazioni dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein, del 10 ottobre 2016 sull'atroce attentato a un funerale nello Yemen, del 10 febbraio 2017 sui civili nello Yemen bloccati tra le parti in guerra e del 24 marzo 2017 sull'uccisione di oltre 100 civili in un mese, compresi pescatori e rifugiati, mentre il conflitto nello Yemen si avvia a compiere due anni,

–  viste le dichiarazioni dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen Ismail Ould Cheikh Ahmed, del 21 ottobre e 19 novembre 2016 e del 30 gennaio 2017,

–  visto l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, nonostante la pressione internazionale per il conseguimento di una soluzione politica stabile e inclusiva della crisi, le parti in conflitto e i loro sostenitori regionali e internazionali, compresi l'Arabia Saudita e l'Iran, non hanno raggiunto un cessate il fuoco né alcun tipo di soluzione e che i combattimenti e i bombardamenti indiscriminati proseguono senza sosta; che nessuna delle due parti ha ottenuto una vittoria militare né probabilmente la otterrà in futuro;

B.  considerando che il governatore di Aden Aidarous al-Zubaidi ha istituito un "Consiglio di transizione per il Sud", con lo scopo di amministrare la parte meridionale dello Yemen, e che i manifestanti chiedono sempre di più la secessione di quest'ultima;

C.  considerando che, secondo le Nazioni Unite, dal marzo 2015 circa 10 000 persone sono state uccise e più di 40 000 sono rimaste ferite a causa delle violenze; che i combattimenti, sia terrestri sia aerei, hanno impedito agli osservatori sul campo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) di accedere all'area per verificare il numero di vittime civili, il che significa che i numeri relativi ai morti e ai feriti si riferiscono soltanto a ciò che l'OHCHR è stato in grado di verificare e confermare; che gli attacchi aerei guidati dai sauditi hanno causato due terzi delle vittime civili;

D.  considerando che l'aumento della violenza nello Yemen occidentale e centrale, compresi gli attacchi aerei e gli attacchi con navi da guerra della coalizione, colpisce prevalentemente i civili e ha obbligato decine di migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, secondo le Nazioni Unite; che al maggio 2017, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), nello Yemen ci sono ben 3,11 milioni di sfollati, esposti a enormi rischi;

E.  considerando che una relazione del Programma alimentare mondiale sullo Yemen indica che 21 milioni di persone, vale a dire l'82 % della popolazione, necessitano di assistenza umanitaria e 17 milioni di persone necessitano di assistenza alimentare; che 19,4 milioni di persone necessitano di acqua e servizi igienico-sanitari, 3 milioni di persone di servizi nutrizionali e 2,8 milioni di persone dell'accesso a un alloggio e a beni non alimentari; che la situazione è particolarmente drammatica tra i bambini, oltre 2,2 milioni dei quali sono gravemente malnutriti;

F.  considerando che 14,1 milioni di persone necessitano dell'accesso all'assistenza sanitaria, in una situazione in cui oltre la metà di tutte le strutture sanitarie sono chiuse o solo parzialmente funzionanti a causa di bombardamenti deliberati, secondo le informazioni delle Nazioni Unite; che 1,5 milioni di yemeniti che lavorano nei servizi pubblici, compreso il settore sanitario, non ricevono salari da oltre otto mesi e che numerosi operatori sanitari sono stati feriti o uccisi mentre prestavano servizi medici alle persone che ne avevano bisogno;

G.  considerando che beni essenziali come cibo e forniture mediche non possono entrare nel paese; che ciò è l'effetto del blocco dei porti imposto dalle forze guidate dai sauditi, compreso quello del porto di Hodeida, che riceve fino all'80 % di tutte le importazioni dirette alla parte settentrionale dello Yemen; che le forze guidate dai sauditi hanno ingiustamente utilizzato la risoluzione 2216 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per bloccare e distruggere il porto; che tale blocco ha ridotto la disponibilità di beni essenziali e ha determinato un aumento dei prezzi; che, secondo l'UN OCHA, le restrizioni sulle importazioni di prodotti di base, come il cibo, i medicinali e il carburante, hanno aggravato le esigenze umanitarie; che lo Yemen dipende notevolmente dalle importazioni, che rappresentano oltre il 90 % degli alimenti di base, dei medicinali e dei prodotti farmaceutici, nonché la quasi totalità del carburante; che il carburante è essenziale per l'alimentazione delle pompe dell'acqua, per il funzionamento dei generatori negli ospedali e nelle stazioni idriche e per altre infrastrutture civili critiche;

H.  considerando che i gruppi vulnerabili, le donne e i bambini sono particolarmente colpiti dalle ostilità in corso e dalla crisi umanitaria e che la sicurezza e il benessere delle donne e delle ragazze desta estrema preoccupazione; che i bambini sono particolarmente vulnerabili rispetto all'aumento delle violenze nello Yemen, con 1 540 bambini uccisi e 2 450 feriti, come documentato dalle Nazioni Unite; che, oltre alla malnutrizione, i bambini nello Yemen si trovano ad affrontare il colera, la malaria e la dengue; che al marzo 2017 sono stati documentati oltre 1 500 casi di reclutamento e utilizzo di bambini per i combattimenti o l'esecuzione di compiti militari; che, secondo la relazione per paese 2016 degli Stati Uniti sulle pratiche in materia di diritti umani, la maggior parte di questi casi sono da attribuire alle forze ribelli Houthi-Saleh (72 %), seguite dai gruppi armati dei Comitati popolari filogovernativi (15 %) e da Al-Qaeda nella Penisola arabica (AQAP) (9 %);

I.  considerando che, a causa delle violenze, oltre 350 000 bambini non hanno potuto riprendere gli studi nell'ultimo anno scolastico, portando a oltre 2 milioni il numero di bambini che non frequentano la scuola nello Yemen, secondo l'UNICEF; che i bambini che non frequentano la scuola rischiano di essere reclutati per i combattimenti;

J.  considerando che nel settembre 2016 il commissario Christos Stylianides ha annunciato, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo stanziamento di altri 40 milioni di EUR per lo Yemen, che porta a 120 milioni di EUR l'importo totale del finanziamento umanitario dell'UE a favore del paese dall'inizio dell'attuale conflitto (aprile 2015);

K.  considerando che alcuni Stati membri dell'UE, in particolare il Regno Unito, la Francia e la Germania, hanno continuato ad autorizzare il trasferimento di armi verso l'Arabia Saudita a seguito dell'escalation del conflitto; che, stando a quanto riferito, tali armi sono utilizzate per bombardare in modo indiscriminato persone e obiettivi civili nello Yemen; che, in tali casi, la vendita di armi è una violazione della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio sul controllo delle esportazioni di armi, che esclude esplicitamente il rilascio di licenze relative ad armi da parte degli Stati membri laddove vi sia il rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari esportate siano utilizzate per violare il diritto internazionale umanitario e per compromettere la pace, la sicurezza e la stabilità della regione;

L.  considerando che l'edificio del comitato di distensione e di coordinamento, che avrebbe dovuto ospitare il comitato incaricato di vigilare sulla cessazione delle ostilità e di riferire in merito alle violazioni, è stato attaccato il 30 gennaio 2017, il che è un chiaro segnale dell'assenza di una cooperazione volta a porre fine al conflitto in corso nello Yemen; che il rispetto di un cessate il fuoco è la risposta appropriata per evitare ulteriori vittime civili e la distruzione di infrastrutture civili; che il cessate il fuoco offre anche la possibilità di garantire il pieno accesso agli aiuti d'urgenza per venire incontro alle necessità senza precedenti della popolazione yemenita;

M.  considerando che la situazione nello Yemen comporta gravi rischi per la stabilità della regione, in particolare nel Corno d'Africa, nel Mar Rosso e nel resto del Medio Oriente; che AQAP è riuscita a sfruttare il deterioramento della situazione politica e di sicurezza e gli attacchi rivolti ai civili nello Yemen, espandendo la propria presenza e aumentando il numero e la portata dei propri attacchi terroristici; che Daesh ha consolidato la sua presenza nello Yemen e ha sferrato attacchi terroristici contro moschee sciite, uccidendo centinaia di persone;

N.  considerando che l'UE è pronta a sostenere le Nazioni Unite per garantire che i colloqui di pace guidati dalle Nazioni Unite sotto l'egida dell'inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen abbiano un esito positivo e sostenibile per la popolazione yemenita;

O.  considerando che dall'inizio del 2017 si è verificato un drammatico aumento del numero di operazioni extraterritoriali letali condotte dagli Stati Uniti nello Yemen, con almeno 90 attacchi confermati, secondo il Bureau of Investigative Journalism; che, in seguito alla designazione di alcune aree dello Yemen come "aree di ostilità attiva" da parte del governo statunitense, le misure previste per proteggere la popolazione civile sono state drasticamente indebolite; che esistono prove inequivocabili che numerosi civili, compresi donne, bambini e anziani, sono stati uccisi, gravemente feriti o traumatizzati da tali operazioni letali; che tali operazioni possono violare i principi consolidati del diritto in materia di diritti umani; che tali azioni generano risentimento tra la popolazione yemenita e favoriscono le finalità di AQAP;

P.  considerando che la maggioranza degli attacchi condotti dalle forze statunitensi nello Yemen sono eseguiti con droni; che la decisione di aggiungere talune persone alle liste di obiettivi delle operazioni con droni è spesso adottata senza alcun mandato o ordinanza di un tribunale; che la definizione di taluni individui come obiettivi e la loro successiva uccisione sono eseguite senza giusto processo e possono pertanto, in alcune circostanze, essere considerate come esecuzioni extragiudiziali;

Q.  considerando che il 1° ottobre 2016 un attacco aereo saudita durante un funerale a Sana'a, a cui stavano partecipando molti leader politici e militari legati a Ansarul ul Islam, ha causato la morte di 140 persone e il ferimento di oltre 500; che tale attacco non rappresenta un incidente isolato e che gli attacchi aerei della coalizione militare a guida saudita nello Yemen hanno colpito molti bersagli civili, tra cui ospedali, scuole, convogli umanitari e mercati, provocando molte vittime tra i civili nonché l'interruzione della fornitura di assistenza sanitaria di base, di cibo, di acqua, di elettricità e di carburante;

R.  considerando che, in base al diritto internazionale umanitario, tutte le parti hanno l'obbligo di non compiere attacchi diretti contro la popolazione civile e di prestare la massima attenzione al fine di evitare di colpire i civili nel corso delle operazioni militari; che qualsiasi attacco diretto e intenzionale contro persone e obiettivi civili è considerato una violazione del diritto internazionale umanitario; che sono state documentate violazioni, tra cui possibili crimini di guerra, e che la loro frequenza è aumentata dall'inizio del conflitto armato due anni fa; che in alcuni attacchi aerei sono state utilizzate bombe a grappolo, che sono vietate a livello internazionale;

S.  considerando che il governo nazionale riconosciuto non ha alcuna influenza nel paese giacché ha sede in Arabia Saudita e non è in grado di agire come un governo e nemmeno di garantire la propria sicurezza; che lo Yemen è ora diviso tra Ansarul ul Islam nel nord del paese, un movimento secessionista guidato da Aidarus al-Zoubaidi nel sud del paese e le forze terroristiche;

1.  condanna con la massima fermezza le violenze in atto nello Yemen e tutti gli attacchi diretti contro la popolazione civile, nonché l'attacco contro il comitato di coordinamento e di distensione a Dhahran al-Janoub; condanna i numerosi morti e feriti ingiustificati; ricorda a tutte le parti e ai loro sostenitori regionali e internazionali che gli attacchi deliberati contro i civili e le infrastrutture civili, compresi gli ospedali e il personale medico, costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario; esorta la comunità internazionale a prendere provvedimenti affinché i responsabili delle violazioni del diritto internazionale nello Yemen siano perseguiti penalmente a livello internazionale;

2.  ribadisce il proprio impegno a continuare a sostenere lo Yemen e il popolo yemenita; esorta tutte le parti a cercare un cessate il fuoco immediato e a tornare al tavolo dei negoziati; ribadisce il suo sostegno all'integrità territoriale dello Yemen; invita tutti gli Stati coinvolti, in particolare l'Arabia Saudita e l'Iran, a esercitare la massima pressione su tutte le parti del conflitto affinché si adoperino per pervenire a una soluzione politica del conflitto e consentano un accesso umanitario continuo e senza restrizioni per coloro che ne hanno bisogno; chiede all'Iran e all'Arabia Saudita di interrompere immediatamente il sostegno politico e finanziario (nonché militare nel caso dell'Arabia Saudita) alle forze di Ansarul ul Islam nello Yemen, sia direttamente che tramite mandatari;

3.  condanna fermamente tutti gli atti di violenza finalizzati al raggiungimento di obiettivi politici compiuti da tutte le parti del conflitto, compresi i loro sostenitori regionali e internazionali; condanna in particolare l'intensificazione degli attacchi aerei ad opera della coalizione guidata dall'Arabia Saudita, che prendono di mira i civili e le infrastrutture civili e includono bombardamenti, l'uso di munizioni a grappolo e il presunto utilizzo di mine antipersona;

4.  deplora l'aumento del numero di operazioni extraterritoriali letali condotte dagli Stati Uniti nello Yemen e le vittime civili da esse causate e invita gli Stati Uniti, come pure tutte le altre parti che conducono operazioni militari nel paese, ad aumentare le proprie misure di salvaguardia per garantire la protezione dei civili; invita gli Stati Uniti e i loro partner a sottoporre il loro programma con droni al controllo giurisdizionale e a garantire che non venga effettuata alcuna esecuzione tramite attacchi con droni senza un giusto processo; chiede con urgenza l'istituzione di un'inchiesta internazionale, imparziale e trasparente in relazione a tutte le operazioni che hanno preso di mira civili e che hanno provocato vittime tra la popolazione civile, come pure la garanzia di un accesso efficace ai mezzi di ricorso per le vittime di operazioni militari letali; deplora, a questo proposito, l'incapacità del Consiglio dei diritti umani dell'ONU del settembre 2016 di raggiungere un accordo sull'istituzione di un'inchiesta indipendente finalizzata all'invio di una missione conoscitiva dell'ONU nello Yemen;

5.  ribadisce il suo sostegno a un'azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite e sollecita tutti i paesi a fornire il proprio contributo nell'ambito della risposta alle esigenze umanitarie; deplora il fatto che il sostegno umanitario dell'ONU per lo Yemen presenti ancora un deficit di finanziamento; si compiace dei nuovi fondi messi a disposizione dal commissario Christos Stylianides allo scopo di fornire aiuti umanitari nello Yemen, tuttavia esorta tutte le parti, inclusi l'UE e i suoi Stati membri, a mantenere i propri impegni;

6.  esprime, inoltre, preoccupazione dinanzi alle terribili condizioni di vita dei cittadini yemeniti, alla drastica riduzione dei servizi sanitari in tutti gli ospedali pubblici e privati, alla diffusione di malattie endemiche e alla mancanza di strutture sanitarie, di forniture, di mezzi e di personale; è estremamente preoccupato per i 7,3 milioni di yemeniti esposti al grave rischio di carestia e per il tasso di malnutrizione infantile, che è tra i più elevati al mondo; sollecita tutte le parti a consentire l'ingresso e la distribuzione dei generi alimentari, dei farmaci e del carburante di cui vi è urgente bisogno, nonché di qualsiasi altra assistenza umanitaria necessaria, tramite le Nazioni Unite e i canali umanitari internazionali;

7.  condanna il blocco dei porti dello Yemen attualmente imposto dall'Arabia Saudita, a causa del quale l'accesso del popolo yemenita agli aiuti umanitari essenziali è fortemente limitato; invita la coalizione a guida saudita a cessare immediatamente il blocco navale e a consentire l'ingresso delle navi che trasportano aiuti umanitari, nonché ad astenersi dall'attaccare il porto di Hodeida, che è di importanza vitale per la popolazione del nord dello Yemen;

8.  sostiene l'appello rivolto dall'UE a tutte le parti del conflitto affinché adottino tutte le misure necessarie per prevenire e rispondere a tutte le forme di violenza, comprese la violenza sessuale e la violenza di genere, in situazioni di conflitto armato; condanna con fermezza le violazioni dei diritti dei minori ed esprime preoccupazione per l'accesso limitato dei bambini persino all'assistenza sanitaria e all'istruzione di base; condanna il reclutamento e l'impiego di bambini soldato nelle ostilità, sia da parte delle forze di governo che dei gruppi armati dell'opposizione; invita tutte le parti e i loro sostenitori regionali e internazionali coinvolti nel conflitto ad astenersi dal reclutamento e dall'utilizzo di bambini soldato sotto i 18 anni di età; ricorda al governo di Abdo Rabbu Mansour Hadi che lo Yemen è firmatario della Convenzione sui diritti del fanciullo e del relativo protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, che vieta il reclutamento e l'utilizzo di bambini nelle ostilità; invita l'UE e la comunità internazionale a sostenere la riabilitazione e il reinserimento dei bambini soldato smobilitati nella comunità;

9.  invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) a proporre con urgenza una strategia integrata dell'UE per lo Yemen e a rinnovare gli sforzi per promuovere un'iniziativa di pace nello Yemen sotto l'egida delle Nazioni Unite; chiede, a tale proposito, che sia nominato un rappresentante speciale dell'UE per lo Yemen;

10.  ricorda la sua precedente risoluzione del 25 febbraio 2016, nella quale il VP/AR è stato esortato a dare avvio a un embargo sulle armi nei confronti dell'Arabia Saudita; rinnova la sua richiesta al VP/AR di avviare un'iniziativa finalizzata all'imposizione di un embargo dell'UE sulle armi nei confronti dell'Arabia Saudita, tenuto conto delle gravi accuse di violazione del diritto internazionale umanitario da parte di tale paese nello Yemen; ricorda agli Stati membri interessati che il continuo rilascio di licenze di vendita di armi all'Arabia Saudita costituisce una violazione della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008;

11.  offre il suo pieno sostegno agli sforzi profusi dall'inviato speciale delle Nazioni Unite, Ismail Ould Cheikh Ahmed, al fine di pervenire a una soluzione politica; sostiene tutti gli sforzi volti a porre fine alle ostilità e manifesta la sua fiducia per nuove iniziative che condurranno a un allentamento delle tensione e a una risoluzione negoziata che rispetti l'indipendenza, l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dello Yemen; chiede che il dialogo sia esteso a livello regionale e che vi siano inclusi gli attori della società civile, in modo da assicurare un processo pacifico dal basso; ricorda alle parti che la futura ricostruzione dello Yemen sarà una responsabilità di tutti gli attori;

12.  chiede che la presente risoluzione sia tradotta in arabo;

13.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo, al Segretario generale della Lega degli Stati arabi e al governo dello Yemen.