PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla riluttanza nei confronti dei vaccini e il calo del tasso di vaccinazione in Europa
16.4.2018 - (2017/2951(RSP))
a norma dell'articolo 128, paragrafo 5, del regolamento
Joëlle Mélin a nome del gruppo ENF
B8-0195/2018
Risoluzione del Parlamento europeo sulla riluttanza nei confronti dei vaccini e il calo del tasso di vaccinazione in Europa
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 168 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– viste le conclusioni del Consiglio sulla vaccinazione infantile: successi, sfide e prospettive della vaccinazione infantile in Europa, adottate dai ministri della Sanità degli Stati membri dell'UE il 6 giugno 2011[1],
– viste le conclusioni del Consiglio del 1° dicembre 2014 sulle vaccinazioni quale strumento efficace per la sanità pubblica,
– vista la comunicazione della Commissione, del 29 giugno 2017, dal titolo "Piano d'azione europeo "One Health" contro la resistenza antimicrobica" (COM(2017)0339),
– visto il piano d'azione globale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sui vaccini, approvato nel maggio 2012 dai 194 paesi membri dell'Assemblea mondiale della sanità,
– vista la risoluzione 68.6 dell'OMS, approvata dai 194 paesi membri dell'Assemblea mondiale della sanità il 26 maggio 2015,
– visto il piano d'azione dell'OMS sui vaccini in Europa (2015-2020) approvato il 18 settembre 2014,
– vista la relazione tecnica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), del 27 aprile 2017, dal titolo "Immunisation information systems in the EU and EEA" (Sistemi d'informazione in materia di immunizzazione nell'UE e nel SEE),
– vista la relazione tecnica dell'ECDC, del 14 giugno 2017, dal titolo "Vaccine-preventable diseases and immunisation: Core competencies" (Malattie a prevenzione vaccinale e immunizzazione: competenze centrali),
– vista la dichiarazione politica della riunione ad alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sulla resistenza antimicrobica, tenutasi a New York il 21 settembre 2016,
– vista la relazione della Banca mondiale del marzo 2017 dal titolo "Drug-Resistant Infections: A Threat to Our Economic Future" (Infezioni farmacoresistenti: una minaccia per il nostro futuro economico),
– vista la raccomandazione del Consiglio, del 22 dicembre 2009, relativa alla vaccinazione contro l'influenza stagionale[2],
– visto il crescente flusso di viaggiatori intercontinentali,
– viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sulla riluttanza nei confronti dei vaccini e il calo del tasso di vaccinazione in Europa (O-000008/2018 – B8-0011/2018 e O-000009/2018 – B8-0012/2018),
– visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la tecnica della vaccinazione preventiva contro determinate malattie come, per esempio, il tetano, la poliomielite, il vaiolo e la tubercolosi ha finora dato ottimi risultati, senza provocare effetti collaterali significativi, a livello sia europeo che mondiale, e senza destare preoccupazioni su un tasso minimo di copertura vaccinale;
B. considerando che oggi in Europa le predette patologie stanno tornando in una forma resistente e presentano una correlazione diretta e comprovata con le grandi ondate migratorie;
C. considerando che nell'arco di sette anni si sarebbero registrati 215 000 casi di malattie a prevenzione vaccinale nell'UE, esclusa l'influenza, vale a dire 30 000 all'anno, ovvero lo 0,0055 % della popolazione europea, il che, da un punto di vista scientifico, rappresenta un valore estremamente basso in termini di rapporto rischi/benefici[3];
D. considerando che il 95 % di tali malattie, alcune delle quali sono potenzialmente mortali e potrebbero essere prevenute con la vaccinazione, è stato sostanzialmente debellato in Europa esclusivamente mediante tecniche igieniche, in particolare il morbillo;
E. considerando che nel mondo si registrano ancora 2,5 milioni di decessi non imputabili direttamente a vaccinazioni insufficienti bensì alla diffusione di talune malattie esclusivamente a causa di scarse condizioni igieniche;
F. considerando che, al 1º gennaio 2018, la situazione relativa alle vaccinazioni nei 28 Stati membri era estremamente eterogenea e che in Europa si registra una carenza di vaccini da dieci anni;
G. considerando che, nonostante ciò, non vi è stata alcuna pandemia in Europa o nel mondo che possa giustificare discorsi allarmistici a favore dei vaccini;
H. considerando che sono proprio questi discorsi allarmistici orchestrati a costituire vere e proprie notizie false;
I. considerando che, inoltre, non sono stati eseguiti esperimenti sui vaccini polivalenti contro ceppi multipli, sebbene l'impiego di tali vaccini stia per essere imposto in vari paesi dell'Unione;
J. considerando che il nesso tra vaccini e resistenza antimicrobica non è diretto; che la resistenza antimicrobica può essere contrastata solo attraverso l'uso corretto degli antibiotici a livello globale, e non soltanto attraverso l'impiego corretto dei vaccini;
K. considerando che l'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo recita quanto segue: "1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza. 2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell'esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell'ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui";
1. chiede controlli molto scrupolosi sui migranti alle frontiere esterne dell'UE, al fine di verificare se possono essere portatori di germi resistenti;
2. chiede che vengano effettuati i medesimi controlli alle frontiere di ciascuno Stato membro;
3. invita ciascuno Stato membro ad avviare esperimenti importanti sui vaccini polivalenti prima della loro commercializzazione e imposizione per legge, e a confrontare il loro rapporto rischi/benefici con quello di altre tecniche di prevenzione;
4. chiede la pubblicazione – all'insegna della massima trasparenza – di tutte le informazioni sui bandi di gara europei lanciati e approvati dai 24 Stati membri con la partecipazione di laboratori che producono vaccini;
5. chiede che il rispetto della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo relativa al rispetto della vita privata[4] venga esteso, per estrapolazione, alla vaccinazione obbligatoria;
6. chiede di mantenere la competenza degli Stati membri relativa alla definizione dei piani di vaccinazione;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, all'Organizzazione mondiale della sanità nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.