PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa
17.9.2019 - (2019/2819(RSP))
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Michal Šimečka, Frédérique Ries, Ramona Strugariu, Katalin Cseh, Ondřej Kovařík, Vlad Marius Botoş, Izaskun Bilbao Barandica, Jan Christoph Oetjen, Christophe Grudler
a nome del gruppo Renew Europe
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B9-0097/2019
B9-0100/2019
Risoluzione del Parlamento europeo sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa
Il Parlamento europeo,
– visti i principi universali dei diritti umani e i principi fondamentali dell'Unione europea in quanto comunità basata su valori comuni,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite adottata il 10 dicembre 1948,
– vista la risoluzione 1481 (2006) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 26 gennaio 2006, relativa alla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi totalitari comunisti,
– vista la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale[1],
– vista la Dichiarazione di Praga sulla coscienza europea e il comunismo, adottata il 3 giugno 2008,
– vista la sua dichiarazione sulla proclamazione del 23 agosto come Giornata europea della memoria per le vittime dello stalinismo e del nazismo, adottata il 23 settembre 2008,
– vista la sua risoluzione del 2 aprile 2009 su coscienza europea e totalitarismo[2],
– vista la dichiarazione congiunta del 23 agosto 2018 dei rappresentanti del governo dei paesi dell'Unione europea per commemorare le vittime del comunismo,
– viste le sue numerose risoluzioni sulla democrazia e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, tra cui la risoluzione del 12 maggio 2005 sul sessantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa, l'8 maggio 1945[3], la risoluzione del 23 ottobre 2008 sulla commemorazione dell'Holodomor, la carestia artificiale del 1932-1933 in Ucraina[4], e la risoluzione del 15 gennaio 2009 su Srebrenica[5],
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che ottanta anni fa, il 23 agosto 1939, l'Unione Sovietica comunista e la Germania nazista firmarono il trattato di non aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop, e i suoi protocolli segreti, dividendo l'Europa e i territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in sfere di interesse, spianando la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale;
B. considerando che la memoria del tragico passato dell'Europa deve essere mantenuta viva, onde onorare le vittime, condannare i colpevoli e gettare le basi per una riconciliazione fondata sulla verità e la memoria; che quest'anno si celebra l'ottantesimo anniversario dello scoppio della Seconda guerra mondiale, che ha causato sofferenze umane di proporzioni fino ad allora sconosciute nonché l'occupazione di taluni paesi europei per molti decenni a venire;
C. considerando che, fin dall'inizio, l'integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all'Olocausto e all'espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell'Europa centrale e orientale, nonché un mezzo per superare profonde divisioni e ostilità in Europa attraverso la cooperazione e l'integrazione, ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul continente;
D. considerando che il processo di integrazione europea ha avuto successo e ha portato alla nascita dell'Unione europea, che include ora i paesi dell'Europa centrale e orientale, dominati da regimi comunisti dalla fine della Seconda guerra mondiale all'inizio degli anni Novanta, e che la precedente adesione di Grecia, Spagna e Portogallo ha contribuito a consolidare la democrazia nell'Europa meridionale;
E. considerando che nel 2012 l'Unione europea è stata insignita del premio Nobel per la pace per aver contribuito, per oltre sessant'anni, al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa;
F. considerando che le forze politiche estremiste e xenofobe in Europa fanno ricorso con sempre maggior frequenza alla distorsione di fatti storici e utilizzano simbologie e retoriche che richiamano aspetti della propaganda totalitaria, come il razzismo, l'antisemitismo e l'odio nei confronti delle minoranze sessuali e di altro tipo;
G. considerando che la storia dell'integrazione europea come antitesi dell'oppressione totalitaria e della distruzione è condivisa da tutti i cittadini e da tutti gli Stati membri dell'UE, a prescindere dall'ubicazione geografica, e che dovrebbe costituire le fondamenta della solidarietà europea e di propositi condivisi;
1. esprime il suo profondo rispetto per tutte le vittime dei regimi totalitari e antidemocratici dell'Europa e rende omaggio a quanti hanno combattuto contro la tirannia e l'oppressione;
2. rinnova il suo impegno a favore di un'Europa pacifica e prospera, fondata sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani;
3. sottolinea l'importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, in quanto non può esserci riconciliazione senza memoria, e ribadisce la sua posizione comune contro tutti i regimi totalitari di qualsivoglia ideologia;
4. ricorda che l'ultimo episodio di genocidio in Europa ha avuto luogo a Srebrenica non in un passato remoto ma nel luglio 1995, e che è necessario rimanere costantemente vigili per contrastare idee e tendenze antidemocratiche, xenofobe, autoritarie o totalitarie;
5. sottolinea che, per rafforzare la consapevolezza europea dei crimini commessi dai regimi totalitari e antidemocratici, occorre promuovere la documentazione e i resoconti che testimoniano il tragico passato europeo, in quanto non può esserci riconciliazione senza memoria;
6. invita tutti gli Stati membri dell'UE a celebrare il 23 agosto come la Giornata europea della memoria delle vittime dei regimi totalitari, sia a livello europeo che governativo, e a sensibilizzare le nuove generazioni in merito a detti temi, includendo la storia e l'analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi e nei libri di testo di tutte le scuole dell'Unione;
7. ricorda che il patto Molotov-Ribbentrop e i suoi protocolli segreti rimangono un simbolo della distruzione e dell'oppressione causate da politiche di potere aggressive e dalla logica delle sfere di influenza; pone in evidenza che il progetto europeo di cooperazione pacifica e sovranità condivisa è la miglior garanzia contro il ritorno delle politiche di potere e la divisione del continente europeo, e invita la Commissione e gli Stati membri a tener fede a tale principio anche nell'ambito delle politiche esterne e di vicinato dell'Unione;
8. condanna le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come nazismo e stalinismo, all'interno dell'UE;
9. esprime preoccupazione per l'ascesa di movimenti estremisti e retoriche xenofobe che ricordano il passato totalitario dell'Europa, anche sotto forma di odio e discriminazione nei confronti della comunità LGBTI, dei rom, di altre minoranze etniche e religiose e dei rifugiati, e invita la Commissione e gli Stati membri a contrastare tutte le forme di estremismo e ad arginare la diffusione dell'incitamento all'odio online;
10. dichiara che l'integrazione europea, in quanto modello di pace e di riconciliazione, rappresenta una libera scelta dei popoli europei di impegnarsi per un futuro comune, e che all'Unione europea incombe la particolare responsabilità di promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, sia all'interno che all'esterno del suo territorio;
11. invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi ulteriormente per rafforzare l'insegnamento della storia europea e porre l'accento sulla conquista storica rappresentata dall'integrazione europea, nonché sullo stridente contrasto tra il tragico passato e l'ordine sociale pacifico e democratico che caratterizza oggi l'Unione europea;
12. chiede alla Commissione e agli Stati membri di adoperarsi per conseguire una comprensione e un insegnamento comuni dell'integrazione europea come antidoto alla distruzione totalitaria, di stampo nazista e stalinista, al fine di promuovere un senso comune di storia e identità tra i cittadini dell'Unione e di superare le divisioni che ancora persistono tra vecchi e nuovi Stati membri;
13. ribadisce il suo sostegno coerente al rafforzamento della giustizia internazionale, attraverso la Corte penale internazionale e altri tribunali specializzati; invita la Commissione a fornire un sostegno effettivo ai progetti di memoria e commemorazione storiche negli Stati membri e alle attività della Piattaforma della memoria e della coscienza europea, nonché a stanziare risorse finanziarie adeguate nel quadro del programma "Europa per i cittadini" per sostenere la commemorazione e il tributo alla memoria delle vittime dei totalitarismi;
14. sottolinea che tutti i paesi europei dovrebbero affrontare il loro tragico passato e la loro eredità storica; osserva che i cittadini russi rimangono le vittime più colpite dal passato regime comunista e che lo sviluppo democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il regime stalinista sarà riabilitato o esaltato;
15. pone in evidenza che il tragico passato dell'Europa dovrebbe continuare a fungere da ispirazione morale e politica per far fronte alle sfide del mondo odierno, compresi la lotta per un mondo più equo, l'azione contro i cambiamenti climatici, la migrazione e i rifugiati, la creazione di società aperte e tolleranti e di comunità che accolgano le minoranze etniche, religiose e sessuali, facendo in modo che tutti possano riconoscersi nei valori europei;
16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e parlamenti dei paesi candidati, ai governi e parlamenti dei paesi associati all'Unione europea nonché ai governi e parlamenti dei membri del Consiglio d'Europa.