PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania
22.10.2019 - (2019/2883(RSP))
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Anna Fotyga, Witold Jan Waszczykowski, Adam Bielan, Ryszard Czarnecki, Karol Karski, Zdzisław Krasnodębski, Angel Dzhambazki
a nome del gruppo ECR
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B9-0156/2019
B9‑0156/2019
Risoluzione del Parlamento europeo sull'apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania
Il Parlamento europeo,
– viste la decisione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005 di concedere alla Macedonia del Nord (all'epoca ex Repubblica iugoslava di Macedonia) lo status di paese candidato all'adesione all'Unione europea e la decisione del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014 di concedere all'Albania il medesimo status,
– visti la dichiarazione di Sofia del vertice UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018 e il programma delle priorità di Sofia ad essa allegato,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull'Albania e la Macedonia del Nord,
– visto il protocollo di adesione della Macedonia del Nord alla NATO, firmato il 6 febbraio 2019,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il processo di allargamento dell'UE continua a rappresentare un investimento strategico in termini di pace, democrazia, prosperità, sicurezza e stabilità dell'Europa;
B. considerando che la Commissione ha raccomandato l'apertura dei negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord in considerazione dei notevoli progressi conseguiti ai fini dell'attuazione delle priorità fondamentali;
C. considerando che l'Albania e la Macedonia del Nord hanno continuato a compiere progressi costanti verso il rispetto dei criteri politici e delle cinque priorità fondamentali per l'apertura dei negoziati di adesione nonché ai fini del consolidamento delle istituzioni e delle pratiche democratiche;
D. considerando che la regione dei Balcani riveste un'importanza strategica per l'UE;
E. considerando che, nel caso della Macedonia del Nord, l'accordo di Prespa del 17 giugno 2018 sulla composizione delle controversie e l'istituzione di un partenariato strategico tra l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia ha inviato un segnale positivo quanto mai necessario di stabilità e riconciliazione e ha aperto la strada all'adesione;
F. considerando che, alla riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019, la Francia, appoggiata dai Paesi Bassi e dalla Danimarca, ha di fatto bloccato i negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord sulla base della necessità che i due paesi attuino ulteriori riforme;
G. considerando che l'Albania è membro della NATO dal 2009 e che la Macedonia del Nord diventerà a breve il 30° membro dell'Alleanza;
1. esprime il suo forte disappunto per il blocco dell'apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania, nonostante entrambi i paesi abbiano chiaramente soddisfatto i criteri stabiliti dal Consiglio;
2. ritiene che il rinvio di questo processo nonostante i progressi compiuti da entrambi i paesi rappresenti un errore strategico che avrà un effetto negativo sulla reputazione dell'UE e potrebbe indebolire lo strumento di persuasione più efficace di cui dispone l'Unione, vale a dire la prospettiva dell'adesione;
3. sottolinea che lo stallo dell'adesione dei paesi dei Balcani occidentali potrebbe causare una destabilizzazione dell'intera regione e rallentare o addirittura arrestare completamente l'attuazione delle riforme proeuropee in altri paesi candidati all'adesione;
4. è preoccupato che la mancanza di progressi nell'allargamento possa anche incidere direttamente sulla sicurezza e il benessere dell'UE, dal momento che potrebbe gradualmente spingere tutti i paesi dei Balcani occidentali verso paesi terzi che stanno già cercando di accrescere la loro influenza nella regione, tra cui – ma non solo – la Russia e la Cina;
5. è fortemente impegnato a favore della politica di allargamento quale una delle priorità fondamentali dell'UE;
6. ribadisce che, a norma dell'articolo 49 TUE, qualsiasi Stato in Europa può domandare di diventare membro dell'Unione europea a condizione che aderisca ai criteri di Copenaghen e ai principi della democrazia, che rispetti le libertà fondamentali e i diritti umani e delle minoranze e che sostenga lo Stato di diritto;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti di Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Kosovo e Serbia.