PROPOSTA DI RISOLUZIONE sugli ultimi sviluppi relativi all'Assemblea nazionale del Venezuela
18.1.2021 - (2021/2508(RSP))
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Kati Piri, Maria-Manuel Leitão-Marques, Javi López
a nome del gruppo S&D
B9-0062/2021
Risoluzione del Parlamento europeo sugli ultimi sviluppi relativi all'Assemblea nazionale del Venezuela
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Venezuela, in particolare quelle del 10 luglio 2020 sulla situazione umanitaria in Venezuela e la crisi migratoria e dei rifugiati[1], del 16 gennaio 2020 sulla situazione in Venezuela in seguito all'elezione illegale della nuova presidenza e del nuovo Ufficio di presidenza dell'Assemblea nazionale (golpe parlamentare)[2] e del 18 luglio 2019 sulla situazione in Venezuela[3],
– viste le dichiarazioni rese il 6 gennaio 2021 e il 7 dicembre 2020 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), a nome dell'Unione europea, sulle elezioni dell'Assemblea nazionale,
– visti il regolamento (UE) 2017/2063 del Consiglio, del 13 novembre 2017, concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Venezuela[4] e l'estensione della sua applicabilità fino a novembre 2021,
– viste le dichiarazioni del Gruppo di contatto internazionale per il Venezuela dell'8 dicembre 2020 e 17 settembre 2020,
– viste le dichiarazioni del gruppo di Lima del 5 gennaio 2021 e 13 ottobre 2020,
– vista la relazione della missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite sulla Repubblica bolivariana del Venezuela, pubblicata il 16 settembre 2020,
– vista la dichiarazione rilasciata il 2 luglio 2020 dall'Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani durante la 44a sessione del Consiglio dei diritti umani,
– vista la relazione della Corte penale internazionale, del 14 dicembre 2020, dal titolo "Attività di esame preliminare (2020) – Venezuela I",
– vista la Costituzione venezuelana,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che le elezioni dell'Assemblea nazionale venezuelana tenutesi il 6 dicembre 2020 non hanno soddisfatto le condizioni accettate a livello internazionale, come auspicato dall'Unione europea, dal Gruppo di contatto internazionale per il Venezuela, dal gruppo di Lima e da molti altri attori internazionali; che le elezioni non hanno rispettato nemmeno i requisiti imposti dalla legislazione venezuelana;
B. considerando che il Grande Polo Patriottico (Gran Polo Patriótico Simón Bolívar), una coalizione di partiti politici filogovernativi guidata dal Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), ha vinto le elezioni dell'Assemblea nazionale del 6 dicembre 2020, ottenendo il 68,4 % dei voti e 240 dei 277 seggi; che i partiti non governativi hanno ottenuto circa il 30 % dei voti e 20 seggi (pari al 7 % del totale); che le elezioni sono state caratterizzate da un'affluenza storicamente bassa, pari ad appena il 30,5 %;
C. considerando che la maggior parte dei partiti di opposizione non ha partecipato alle elezioni per mancanza di garanzie; che, in tali circostanze, né l'Unione né altri attori internazionali hanno riconosciuto i risultati del processo elettorale come legittimi o rappresentativi della volontà del popolo venezuelano;
D. considerando che i principali partiti di opposizione hanno invocato un referendum nazionale – Consulta Popular – tenutosi tra il 7 e il 12 dicembre 2020; che, secondo alcune organizzazioni, vi hanno preso parte quasi 6,5 milioni di venezuelani, ovvero il 31,2 % degli aventi diritto, un'affluenza leggermente superiore a quella osservata durante le elezioni parlamentari; che, non essendovi stata alcuna osservazione esterna, non è possibile verificare tali risultati;
E. considerando che la COVID-19 ha aggravato ulteriormente la situazione già molto tesa nel paese; che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, al 13 gennaio 2021 il Venezuela aveva segnalato 116 983 casi e 1 073 decessi; che è probabile che si tratti di una segnalazione incompleta; che il crollo del sistema sanitario, l'iperinflazione, la grave penuria di cibo e medicinali e una crisi umanitaria disastrosa hanno costretto almeno un sesto della popolazione ad abbandonare il paese, contando oltre cinque milioni e mezzo di venezuelani che hanno lasciato il paese entro la fine del 2020;
F. considerando che la missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite sulla Repubblica bolivariana del Venezuela ha pubblicato la sua relazione il 16 settembre 2020; che, secondo la relazione, vi sono motivi per credere che le autorità e le forze di sicurezza venezuelane abbiano pianificato e commesso gravi violazioni dei diritti umani dal 2014, tra cui esecuzioni arbitrarie e sommarie, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, torture e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti che potrebbero costituire crimini contro l'umanità;
G. considerando che, nell'ottobre 2020, l'Assemblea nazionale costituente ha adottato la Legge anti-blocco, intesa a derogare a qualsiasi restrizione legale o regolamentare che l'Assemblea ritenga necessaria per aggirare le sanzioni e sospendere le restrizioni e il controllo parlamentare sull'esportazione di minerali e altri beni strategici; che, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, i lavoratori nella regione venezuelana dell'arco minerario dell'Orinoco sono vittime di sfruttamento del lavoro e di alti livelli di violenza per mano di gruppi criminali che controllano le miniere della regione;
H. considerando che il 12 novembre 2020 il Consiglio ha prorogato fino al 14 novembre 2021 le misure restrittive dell'UE nei confronti del Venezuela; che tali misure comprendono un embargo sulle armi e attrezzature destinate alla repressione interna, nonché il divieto di viaggio e il congelamento dei beni nei confronti di 36 leader e alti funzionari venezuelani;
I. considerando che l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto a più riprese la revoca delle sanzioni economiche nei confronti del Venezuela, quali le sanzioni sulle esportazioni di diesel, al fine di facilitare l'assegnazione delle risorse durante la pandemia; che le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti hanno esacerbato gli effetti di questa drammatica crisi e, di conseguenza, la situazione umanitaria, tenendo presente che la maggior parte dei proventi in valuta estera deriva dalle esportazioni di petrolio, molte delle quali sono legate al mercato statunitense;
J. considerando che, nel dicembre 2020, la procuratrice della Corte penale internazionale ha concluso la sua valutazione preliminare della competenza ratione materiae, stabilendo che vi è motivo di ritenere che in Venezuela siano stati commessi reati rientranti nella giurisdizione della Corte; che una decisione definitiva sulla questione sarà presa nel primo semestre del 2021;
K. considerando che dal 2014 l'opposizione venezuelana sta intensificando gli sforzi per portare a un cambiamento di governo; che l'opposizione ha assunto molteplici forme, comprese azioni politiche, civili, diplomatiche e militari; che l'operazione Libertà nell'aprile 2019 e l'operazione Gideon nel maggio 2020 miravano ad avviare una manovra, sostenuta dai militari, volta a rovesciare il presidente Maduro; che tali azioni non contribuiscono a creare un clima di fiducia tra le parti interessate;
L. considerando che accuse di corruzione e di appropriazione indebita hanno messo in luce numerose proposte di accordi che coinvolgono i leader dell'Assemblea nazionale uscente; che le accuse riguardano, tra l'altro, un possibile contratto con il governo del Paraguay relativo a una commissione di 26 milioni di USD da pagare a terzi e un altro accordo fallito per il recupero di attività da una banca britannica;
M. considerando che, nell'ambito del piano di emergenza dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) per il Venezuela nel 2020, l'80,3 % del fabbisogno non è stato soddisfatto (solo 150,6 milioni di USD rispetto ai 762,5 milioni di USD impegnati); che, a seguito della conferenza internazionale dei donatori in solidarietà ai rifugiati e ai migranti venezuelani del maggio 2020, è stato impegnato un totale di 2 544 miliardi di EUR; che non sono ancora disponibili informazioni pubbliche sugli importi effettivamente erogati dagli Stati o dalle organizzazioni regionali; che il pacchetto di sostegno Team Europe prevede 6 milioni di EUR per il Venezuela e ulteriori fondi per gli aiuti a livello subregionale; che il 10 dicembre 2020 l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati hanno lanciato un appello per un finanziamento di 1,4 miliardi di USD nel 2021 per far fronte alle esigenze dei rifugiati venezuelani e alla crisi migratoria;
1. esprime solidarietà e pieno sostegno al popolo venezuelano, che sta subendo gli effetti di una grave crisi umanitaria e politica, attualmente esacerbata dalla pandemia di COVID-19; chiede la revoca delle numerose sanzioni economiche contro il Venezuela, che colpiscono direttamente la popolazione e ostacolano la lotta alla pandemia, anche per quanto riguarda la fornitura di attrezzature e materiali essenziali necessari per combattere il coronavirus e limitarne la diffusione a livello mondiale;
2. rimane convinto che una soluzione democratica, politica e pacifica sia l'unica via d'uscita sostenibile dalla crisi venezuelana e ricorda che la violenza, comprese le incursioni militari o violente nel paese, non è un'opzione;
3. deplora che le elezioni venezuelane per l'Assemblea nazionale, tenutesi il 6 dicembre 2020, si siano svolte senza un accordo nazionale sulle condizioni elettorali;
4. sottolinea che le elezioni non hanno né rispettato le norme internazionali per un processo credibile né mobilitato i cittadini venezuelani a parteciparvi; rammenta che la mancanza di pluralismo politico e il modo in cui sono state programmate e realizzate le elezioni, ivi compresa l'esclusione dei leader dell'opposizione, non hanno consentito all'UE di considerare questo processo elettorale credibile, inclusivo o trasparente né di ritenerne i risultati rappresentativi della volontà democratica del popolo venezuelano;
5. si rammarica profondamente del fatto che l'Assemblea nazionale sia stata istituita il 5 gennaio 2021 sulla base di tali elezioni non democratiche;
6. ribadisce la sua posizione secondo cui occorre trovare con urgenza una soluzione politica in Venezuela per porre fine all'attuale situazione di stallo attraverso un processo inclusivo di dialogo e negoziazione che porti a processi, ivi comprese elezioni locali, presidenziali e legislative sotto osservazione internazionale, che siano credibili, inclusivi e democratici, un Consiglio elettorale nazionale e una Corte suprema pienamente indipendenti, la piena libertà di stampa e la partecipazione politica di tutti i venezuelani;
7. invita l'UE a portare avanti il proprio dialogo con tutti gli attori politici e della società civile che mirano a riportare la democrazia in Venezuela, in particolare Juan Guaidó e altri rappresentanti dell'Assemblea nazionale uscente eletta nel 2015 in quella che è stata l'ultima espressione libera dei cittadini venezuelani in un processo elettorale;
8. ribadisce l'obbligo di garantire appieno il rispetto e la tutela dei diritti umani in Venezuela e si impegna a essere particolarmente vigile rispetto a qualsiasi atto di repressione, soprattutto nei confronti di membri dell'opposizione;
9. invita le autorità e i leader venezuelani a dare priorità agli interessi del popolo venezuelano e a riunirsi con urgenza per avviare un processo di transizione a guida venezuelana, al fine di trovare una soluzione pacifica, inclusiva e sostenibile alla crisi politica; ricorda che l'UE è pronta a sostenere un tale processo e ad adottare ulteriori misure mirate;
10. riconosce che l'UE è l'unico attore internazionale che può fungere da interlocutore per tutti i venezuelani; esprime pieno sostegno al VP/AR nel suo ruolo cruciale di mediatore; invita il Servizio europeo per l'azione esterna e la Commissione a parlare con una sola voce e a creare un consenso con i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché sostengano una soluzione duratura della crisi;
11. ricorda che la crisi in Venezuela è la più sottofinanziata al mondo e chiede alla comunità internazionale di onorare i suoi impegni finanziari e di erogare gli importi impegnati per affrontare la crisi umanitaria nel paese;
12. sottolinea la necessità di utilizzare beni e risorse venezuelani situati all'estero per combattere la profonda crisi umanitaria che il paese sta affrontando, e di farlo sotto l'egida delle Nazioni Unite;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti del gruppo di Lima, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana nonché al Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani.
- [1] Testi approvati, P9_TA(2020)0193.
- [2] Testi approvati, P9_TA(2020)0013.
- [3] Testi approvati, P9_TA(2019)0007.
- [4] GU L 295 del 14.11.2017, pag. 21.