PROPOSTA DI RISOLUZIONE sui residui chimici nel Mar Baltico, sulla base delle petizioni nn. 1328/2019 e 0406/2020
22.4.2021 - (2021/2567(RSP))
Dolors Montserrat
a nome della commissione per le petizioni
B9‑0224/2021
Risoluzione del Parlamento europeo sui residui chimici nel Mar Baltico, sulla base delle petizioni nn. 1328/2019 e 0406/2020
Il Parlamento europeo,
– viste le petizioni nn. 1328/2019 e 0406/2020,
– visti l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea, gli articoli 4 e 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e gli articoli 35 e 37 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE,
– visti la sua risoluzione del 18 settembre 1997 sul problema ecologico del Mar Baltico[1], l'obiettivo della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque[2] di ridurre l'inquinamento e le sostanze pericolose, e l'impegno degli Stati membri a monitorare le munizioni chimiche sottomarine a norma della direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino)[3],
– visti gli impegni a "salvare il mare" e rendere la regione del Mar Baltico un leader mondiale in materia di sicurezza marittima nel contesto della strategia dell'UE per la regione del Mar Baltico, e l'impegno degli Stati membri a eliminare gli ordigni inesplosi e le munizioni chimiche riversate in mare a norma del piano d'azione della strategia dell'UE per la sicurezza marittima,
– visti l'obiettivo "inquinamento zero" della Commissione per un ambiente privo di sostanze tossiche, come definito alla sezione 2.1.8 della comunicazione della Commissione, dell'11 dicembre 2019, sul Green Deal europeo (COM(2019)0640), e l'impegno dell'UE ad arrestare la perdita della biodiversità e a diventare un leader mondiale nel far fronte alla crisi globale della biodiversità conformemente alla sua strategia sulla biodiversità fino al 2020 e alla sua strategia sulla biodiversità per il 2030,
– visti gli obblighi assunti dagli Stati parte a norma dell'articolo 2 della convenzione del 1992 della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali e dell'articolo 4 del relativo Protocollo su acqua e salute del 1999,
– visto l'imminente programma interregionale per la regione del Mar Baltico per il periodo 2021-2027 della Commissione,
– visti la convenzione di Helsinki del 1992 sulla protezione dell'ambiente marino della zona del Mar Baltico, il piano d'azione per il Mar Baltico e le risultanze della commissione per la protezione dell'ambiente marino nel Mar Baltico (HELCOM) sulle munizioni chimiche riversate in mare,
– visti gli impegni degli Stati nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, segnatamente il target 3.9 di ridurre il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione, il target 6.3 di migliorare la qualità dell'acqua eliminando le discariche e riducendo il rilascio di sostanze chimiche pericolose, e i target 14.1 e 14.2 di prevenire l'inquinamento marino e di proteggere l'ecosistema marino e costiero,
– viste la risoluzione 1612(2008) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulle munizioni chimiche sepolte nel Mar Baltico e la relazione del 28 aprile 2008 che la accompagna,
– viste le deliberazioni sulle petizioni nn. 1328/2019 e 0406/2020 in occasione della riunione della commissione per le petizioni del 3 dicembre 2020,
– visto l'articolo 227, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che dalla fine della Seconda guerra mondiale sono state riversate nel Mar Baltico come minimo 50 000 tonnellate di armi chimiche e convenzionali contenenti sostanze pericolose (quali iprite, gas lacrimogeno e agenti chimici nervini e soffocanti);
B. considerando che tali munizioni hanno una degradazione lenta e rilasciano sostanze tossiche nell'acqua, costituendo un pericolo per la salute umana poiché contaminano gli alimenti e provocano gravi bruciature e intossicazioni a seguito di un contatto diretto, danneggiando gli ecosistemi marini e la biodiversità e mettendo a repentaglio le attività economiche locali quali la pesca, l'estrazione di risorse naturali e la generazione di energia rinnovabile presso le centrali elettriche;
C. considerando che, per via della sua situazione geografica, il Mar Baltico è un mare semichiuso con un lento ricambio d'acqua e una capacità di autopulizia molto ridotta; che è ritenuto uno dei mari più inquinati del mondo, con livelli di ossigeno che diminuiscono nelle sue acque profonde, il che sta già mettendo in pericolo la flora e fauna marina;
D. considerando che sono state condotte ricerche importanti dal gruppo di lavoro ad hoc dell'HELCOM sulle munizioni chimiche scaricate (CHEMU), dal progetto finanziato dall'UE dal titolo "Modelling of Ecological Risks related to Sea-Dumped Chemical Weapons" (Modellizzazione dei rischi ecologici associati alle armi chimiche riversate in mare, MERCW) e dai gruppi di esperti ad hoc dell'HELCOM per l'aggiornamento e la revisione delle informazioni esistenti sulle munizioni chimiche riversate nel Mar Baltico (MUNI) e sui rischi ambientali degli oggetti sommersi pericolosi (SUBMERGED);
E. considerando che durante il convegno sulle sfide poste dalle munizioni inesplose nel Mar Baltico tenutosi a Bruxelles il 20 febbraio 2019 è stata espressa la necessità di una maggiore cooperazione;
F. considerando che la comunità internazionale è sprovvista di informazioni affidabili relative al volume, alla natura e alla localizzazione delle munizioni smaltite a causa di una scarsa documentazione di tali attività e di ricerche insufficienti sul fondale marino del Mar Baltico;
G. considerando che non è stato raggiunto un consenso sullo stato attuale delle munizioni, sull'esatto pericolo che rappresentano e sulle possibili soluzioni a tale problema;
H. considerando che il programma interregionale per la regione del Mar Baltico ha fornito finanziamenti per i progetti CHEMSEA, relativo alla valutazione e ricerca delle munizioni chimiche per il periodo 2011-2014, DAIMON, relativo al supporto decisionale riguardante le munizioni in mare per il periodo 2016-2019, e DAIMON 2 per il periodo 2019-2021, per un totale di 10,13 milioni di EUR (di cui 7,8 milioni di EUR, pari al 77 %, provenivano dal Fondo europeo di sviluppo regionale); che i suddetti progetti hanno studiato i luoghi di scarico e il contenuto e lo stato delle munizioni, nonché le loro reazioni alle condizioni del Mar Baltico, e hanno fornito alle amministrazioni strumenti decisionali e formazione in merito alle tecnologie usate per l'analisi dei rischi, i metodi di bonifica e la valutazione di impatto ambientale;
I. considerando che la questione delle munizioni chimiche e convenzionali scaricate in mare è attualmente oggetto di esame da parte della NATO, che possiede strumenti, attrezzature ed esperienza adeguati per risolvere positivamente il problema;
J. considerando che il progetto CHEMSEA, conclusosi alla fine del 2014, ha riscontrato che, sebbene i siti di scarico delle munizioni chimiche non rappresentino una minaccia immediata, continueranno a costituire un problema per il Mar Baltico;
K. considerando che l'elevata densità di trasporto e l'alto tasso di attività economica nella regione del Mar Baltico, rendono tale questione non soltanto un problema ambientale, bensì anche un problema con considerevoli implicazioni economiche, anche per l'industria della pesca;
1. sottolinea che i pericoli ambientali e per la salute rappresentati dalle munizioni smaltite nel Mar Baltico dopo la Seconda guerra mondiale non costituiscono soltanto una questione regionale europea, bensì un grave problema mondiale con effetti transfrontalieri a breve e lungo termine imprevedibili;
2. esorta la comunità internazionale ad adottare uno spirito di cooperazione e solidarietà genuina per migliorare il monitoraggio delle munizioni scaricate, al fine di ridurre al minimo gli eventuali rischi per le attività e l'ambiente marini; esorta tutte le parti terze in possesso di informazioni confidenziali relative alle attività di scarico e alla loro localizzazione esatta a renderle disponibili e a consentire l'accesso, con carattere d'urgenza, alle stesse ai paesi interessati, alla Commissione e al Parlamento;
3. chiede alla Commissione e al comitato congiunto di programmazione del programma interregionale per la regione del Mar Baltico di garantire un finanziamento adeguato alla ricerca e alle azioni necessarie per risolvere i pericoli costituiti dalle munizioni riversate nel Mar Baltico; accoglie con favore i grandi sforzi profusi e la ricerca costruttiva condotta da HELCOM e nel quadro dei progetti CHEMSEA, DAIMON e DAIMON 2 finanziati dal programma interregionale per la regione del Mar Baltico;
4. invita tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto ambientale internazionale e a fornire contributi finanziari aggiuntivi al programma interregionale per la regione del Mar Baltico per il periodo 2021-2027; accoglie con favore il programma transnazionale Interreg per la regione del Mar Baltico per il periodo 2021-2027, che finanzierà misure volte a ridurre l'inquinamento del Mar Baltico;
5. sottolinea la necessità di monitorare regolarmente lo stato di corrosione delle munizioni e di eseguire una valutazione del rischio ambientale aggiornata sugli impatti che i contaminanti rilasciati hanno sulla salute umana, sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità della regione;
6. accoglie con favore gli sforzi profusi a livello nazionale, quali la mappatura dei luoghi in cui si trovano le munizioni scaricate e il monitoraggio e la rimozione dei materiali pericolosi;
7. pone l'accento sull'importanza, a tale riguardo, dei meccanismi di cooperazione interregionale e interstatale, dell'accesso gratuito all'informazione pubblica e dello scambio efficiente di conoscenze e ricerche scientifiche;
8. invita la Commissione, ai fini dell'obiettivo "inquinamento zero" per un ambiente privo di sostanze tossiche, a istituire un gruppo di esperti composto dagli Stati membri interessati e da altri portatori di interessi e organizzazioni, incaricato del mandato seguente: i) studiare e mappare i luoghi esatti delle aree contaminate; ii) proporre adeguate soluzioni rispettose dell'ambiente ed efficaci in termini di costi per il monitoraggio e la pulizia dell'inquinamento, con lo scopo ultimo di rimuovere o neutralizzare completamente i materiali pericolosi ove l'estrazione risulti impossibile; iii) elaborare strumenti di supporto decisionale affidabili; iv) condurre una campagna di sensibilizzazione per informare i gruppi interessati (quali pescatori, residenti locali, turisti e investitori) in merito ai potenziali rischi economici e per la salute; ed v) elaborare orientamenti di risposta alle emergenze per le catastrofi ambientali;
9. si rammarica del fatto che gli 8,8 milioni di EUR stanziati a titolo dello strumento europeo di vicinato non siano stati usati affatto per i progetti DAIMON e DAIMON 2 nel contesto del programma interregionale per la regione del Mar Baltico;
10. invita la Commissione a coinvolgere tutte le istituzioni e agenzie dell'UE pertinenti, inclusa l'Agenzia europea per la difesa, a utilizzare tutte le risorse disponibili e ad assicurarsi che il problema sarà integrato in tutti i processi di programmazione e le politiche dell'UE pertinenti, compresi la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e il piano d'azione della strategia dell'UE per la sicurezza marittima;
11. chiede alla Commissione di garantire che la questione delle munizioni riversate nei mari europei sia inclusa nei programmi orizzontali, affinché sia possibile presentare progetti relativi a regioni colpite dallo stesso problema (il Mare Adriatico e il Mar Ionio, il Mare del Nord e il Mar Baltico) e si faciliti lo scambio di esperienze e migliori pratiche;
12. chiede alla Commissione di dedicare sforzi congiunti alla lotta contro l'inquinamento nel Mar Baltico e di promuovere tutti i tipi di cooperazione regionale, nazionale e internazionale a tal fine, ivi compreso attraverso il suo partenariato con la NATO;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e degli altri Stati interessati.