Proposta di risoluzione - B9-0296/2021Proposta di risoluzione
B9-0296/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'iniziativa dei cittadini europei "End the cage age" (Basta animali in gabbia)

25.5.2021 - (2121/2633(RSP))

presentata a norma dell'articolo 222, paragrafo 8, del regolamento

Norbert Lins
a nome della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale


Procedura : 2021/2633(RSP)
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Risoluzione del Parlamento europeo sull'iniziativa dei cittadini europei "End the cage age" (Basta animali in gabbia)

(2121/2633(RSP))

Il Parlamento europeo,

 vista l'iniziativa dei cittadini europei (ICE) "End the cage age" (Basta animali in gabbia) (ECI(2018)000004), che ha ricevuto 1,4 milioni di firme convalidate da tutti gli Stati membri dell'allora UE-28 ed è la prima ICE valida sugli animali d'allevamento,

 vista l'audizione pubblica sull'iniziativa dei cittadini europei "End the cage age" del 15 aprile 2021,

 vista l'indagine speciale Eurobarometro 442 dal titolo "Atteggiamento degli europei nei confronti del benessere animale",

 visto l'articolo 13 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

 vista la direttiva 98/58/CE del Consiglio, del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti[1],

 vista la direttiva 1999/74/CE del Consiglio, del 19 luglio 1999, che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole[2],

 vista la direttiva 2008/119/CE del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli[3],

 vista la direttiva 2008/120/CE del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini[4],

 visto il parere del Comitato europeo delle regioni sulla politica agricola comune, adottato il 5 dicembre 2018 (CDR 3637/2018),

 visto il parere del Comitato europeo delle regioni sull'agroecologia, adottato il 5 febbraio 2021 (CDR 3137/2020),

 visto il parere scientifico dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del 21 novembre 2019, dal titolo "Health and welfare of rabbits farmed in different production systems" (Salute e benessere dei conigli allevati nell'ambito di diversi sistemi di produzione),

 vista la sua risoluzione del 14 marzo 2017 sulle norme minime per la protezione dei conigli d'allevamento[5],

 vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2018 sul benessere degli animali, l'uso di medicinali antimicrobici e l'impatto ambientale dell'allevamento industriale dei polli da carne[6],

 visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 31 marzo 2021 dal titolo "Evaluation of the European Union Strategy for the Protection and Welfare of Animals 2012-2015" (Valutazione della strategia dell'Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015) (SWD(2021)0077),

 vista la relazione speciale n. 31/2018 della Corte dei conti europea sul benessere degli animali nell'UE,

 visto lo studio del servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS) del novembre 2020 dal titolo: "End the Cage Age: Looking for Alternatives" (Basta animali in gabbia: alla ricerca di alternative),

 visto l'articolo 222, paragrafo 8, del suo regolamento,

 vista la proposta di risoluzione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale,

A. considerando che il TFUE istituisce la cittadinanza dell'Unione e potenzia ulteriormente il funzionamento democratico dell'Unione, affermando tra l'altro che ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione mediante l'iniziativa dei cittadini europei (ICE);

B. considerando che andrebbe riconosciuta l'importanza dell'ICE nell'elaborazione delle iniziative e degli sviluppi politici dell'UE, come pure la mancanza di azione per dare seguito a precedenti iniziative dei cittadini europei che hanno riscosso successo;

C. considerando che l'articolo 13 TFUE riconosce chiaramente gli animali  quali esseri senzienti; che esso stabilisce inoltre che l'Unione e gli Stati membri devono tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali nella formulazione e nell'attuazione delle politiche agricole dell'Unione;

D. considerando che andrebbero riconosciute le norme rigorose a tutela del benessere degli animali già applicate nell'UE, che sono tra le più elevate al mondo;

E. considerando che la strategia "Dal produttore al consumatore" riconosce l'urgente necessità di migliorare il benessere degli animali e di ampliarne la portata, sottolineando i vantaggi che ciò comporta per gli animali, la qualità degli alimenti, la minore necessità di farmaci e la conservazione della biodiversità, nel rispetto dei più recenti pareri scientifici;

F. considerando che uno studio del servizio Ricerca del Parlamento europeo, su richiesta della commissione per le petizioni, dal titolo "End the Cage Age: Looking for Alternatives" evidenzia che in Europa è possibile introdurre sistemi di stabulazione senza gabbie, raccomandando misure finanziarie e politiche nel breve periodo e misure legislative nel lungo periodo, che tale studio conferma che l'UE può fare in modo di impedire l'importazione nell'Unione dei prodotti di origine animale che non sono conformi alle norme dell'UE;

G. considerando che la proposta di ICE fa riferimento al fatto che "nell'Unione europea centinaia di milioni di animali da allevamento passano la maggior parte della loro esistenza tenuti in gabbia";

H. considerando che i conigli sono gli animali più comunemente allevati in gabbia e di questi circa l'85 % è allevato in gabbie non attrezzate e il 9 % in gabbie modificate, mentre nel 2019 circa il 50 % delle galline ovaiole nell'UE è stato allevato in gabbie modificate, con percentuali notevolmente più elevate nella maggior parte degli Stati membri dell'Europa orientale, centrale e meridionale; che nel settore suinicolo la stragrande maggioranza delle scrofe è tenuta in gabbia durante alcune fasi del ciclo riproduttivo;

I. considerando che la proposta di ICE mira a migliorare il benessere degli animali;

J. considerando che la detenzione degli animali in gabbia quale sistema di produzione zootecnica è frutto della convergenza di diversi fattori, ossia la necessità di individuare gli animali migliori a fini di selezione genetica, il miglioramento delle condizioni igieniche e una migliore gestione che ha consentito l'automazione e quindi un uso più efficiente di una forza lavoro sempre più scarsa, al fine di compensare l'aumento del prezzo dei terreni o dei costi degli impianti;

K. considerando che andrebbe riconosciuta la complessità della salute e del benessere degli animali; che si dovrebbe tenere conto delle caratteristiche dei diversi animali nel progettare sistemi di stabulazione che siano adatti alle loro esigenze;

L. considerando che ogni anno più di 300 milioni di animali d'allevamento sono tenuti in gabbia per parte della loro vita o per tutta la loro esistenza e che in tutta l'UE si nutrono serie preoccupazioni riguardo al benessere degli animali cresciuti e allevati in gabbia, poiché tali animali non sono nemmeno in grado di stare dritti, di stirarsi o di girarsi e sono impossibilitati a manifestare il loro comportamento naturale;

M. considerando che gli agricoltori hanno effettuato ingenti investimenti per migliorare il benessere degli animali, e non li hanno ancora recuperati del tutto; che tali sistemi sono stati messi a punto congiuntamente da agricoltori, veterinari, scienziati e organizzazioni non governative al fine di garantire che siano tenute in considerazione le esigenze di benessere di ogni specie;

N. considerando che andrebbero riconosciuti gli sforzi orientati al mercato che gli agricoltori stanno compiendo, così come la necessità di ottenere profitti sul mercato per continuare a investire nella sostenibilità;

O. considerando che dovrebbe essere riconosciuto il rischio della delocalizzazione della produzione zootecnica e il conseguente trasferimento ai paesi terzi delle questioni fondamentali riguardanti la salute e il benessere degli animali;

P. considerando che il cambio dei sistemi di stabulazione in sistemi di stabulazione completamente senza gabbia richiederà ulteriori investimenti e determinerà un aumento dei costi di produzione, soprattutto nella fase iniziale della transizione a causa dei costi di investimento che gli agricoltori dovranno sostenere; che nell'ambito della zootecnia occorre sempre tenere presente le questioni sanitarie;

Q. considerando chele spese cumulate della politica agricola comune (PAC) 2014-2020 dichiarate dagli Stati membri alla fine del 2019 per le misure in materia di benessere degli animali rappresentano soltanto l'1,15 % della dotazione della PAC[7];

R. considerando che qualsiasi cambiamento nell'ambito dei sistemi di stabulazione dovrebbe assicurare un equilibrio tra i vari aspetti della sostenibilità, ossia il benessere degli animali, la loro salute, la tutela dell'ambiente e la competitività degli agricoltori;

S. considerando che i sistemi di stabulazione totalmente senza gabbie devono offrire condizioni microclimatiche adeguate e devono essere adatti a ogni regione geografica dell'Unione e a ogni condizione climatica, comprese le condizioni meteorologiche estreme;

T. considerando che alcuni Stati membri hanno già adottato norme più avanzate rispetto alle norme minime dell'UE e hanno vietato l'uso di gabbie modificate per le galline ovaiole, di gabbie non attrezzate e modificate per i conigli o di box e stalli da parto per le scrofe e che in altri Stati membri una legislazione che prevede la graduale eliminazione entrerà in vigore entro il 2030;

U. considerando che prima di introdurre qualsiasi cambiamento nell'ambito dei sistemi di stabulazione occorre valutare i costi della necessaria trasformazione sia sul breve che sul lungo periodo; che una valutazione d'impatto deve tenere conto delle esigenze dei diversi settori a seconda della specie animale, ivi comprese le questioni di natura economica e sanitaria;

V. considerando che il cambiamento nell'ambito dei sistemi di stabulazione accentuerà il rischio di diffusione delle malattie trasmissibili tra gli animali e di sviluppo di stress sociale dovuto alla dominanza e alla competizione, il che ha un impatto sullo stato di salute e potrebbe far aumentare la necessità di farmaci;

W. considerando che, per agevolare tale cambiamento sostanziale, occorre garantire un adeguato sostegno agli investimenti finanziari e compensazioni per coprire i maggiori costi di produzione sostenuti dagli agricoltori e le loro perdite di reddito;

X. considerando che il benessere degli animali è stato incluso come obiettivo specifico nella politica agricola comune e che gli Stati membri possono pertanto mettere a disposizione tale dotazione finanziaria per la transizione verso l'eliminazione delle gabbie, ad esempio tramite il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale;

Y. considerando che si dovrebbe riconoscere che, in taluni casi, una qualche forma di gabbia per la stabulazione comporta maggiori benefici piuttosto che effetti negativi in termini di benessere dell'animale interessato; che in ogni caso le gabbie devono essere proporzionate alle dimensioni dell'animale allevato e all'obiettivo da perseguire;

Z. considerando che la relazione speciale della Corte dei conti europea sul benessere degli animali nell'UE ha rilevato che gli Stati membri hanno fatto soltanto un uso limitato dei fondi della politica agricola comune per perseguire gli obiettivi in materia di benessere degli animali;

AA. considerando che norme in materia di benessere degli animali e miglioramenti in termini di dimensioni delle gabbie sono stati programmati nell'ambito di diversi programmi di sviluppo rurale nel corso degli anni; che l'obiettivo di tale misura era stato automaticamente incluso in una serie di programmi, mediante misure volte ad aumentare le dimensioni della gabbia o della stia;

AB. considerando che eventuali modifiche degli obblighi giuridici in materia di stabulazione degli animali dovranno tenere conto del livello di attuazione delle norme in materia di benessere degli animali negli Stati membri dell'UE e si dovrà adottare un approccio per specie;

AC. considerando che l'Unione europea importa prodotti ottenuti da animali di cui in genere è impossibile verificare le condizioni di allevamento;

AD. considerando che vi sono sistemi alternativi commercialmente sostenibili e già in uso, quali le voliere e i sistemi di allevamento all'aperto e biologici per le galline, i recinti a terra e i sistemi all'aperto o biologici per i conigli, i sistemi di stabulazione libera e di gruppo al chiuso e all'aperto per le scrofe, le voliere e le uccelliere per le quaglie, i sistemi di stabulazione in gruppo per i vitelli;

1. invita la Commissione a fornire informazioni entro il 2022 in merito al controllo dell'adeguatezza in corso della legislazione vigente dell'UE in materia di benessere degli animali;

2. chiede che la Commissione metta a punto una politica alimentare più a vasto raggio al fine di sostenere la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile, tenendo in considerazione le sue dimensioni economica, sociale e ambientale e fornendo un sostegno adeguato agli agricoltori, in particolare per evitare che le aziende agricole di piccole e medie dimensioni continuino ad abbandonare la produzione zootecnica e per impedire l'ulteriore concentrazione di tale produzione;

3. constata che le alternative all'allevamento in gabbia sono già utilizzate con ottimi risultati in diversi Stati membri; ritiene che si dovrebbero sviluppare, migliorare e incentivare sistemi alternativi;

4. invita la Commissione a basare le nuove iniziative in materia di benessere degli animali rigorosamente su ricerche scientifiche indipendenti, tenendo conto anche di ogni possibile ripercussione negativa, come il rischio di malattie, fratture dello sterno o cannibalismo nel settore avicolo;

5. chiede che la Commissione garantisca il corretto recepimento delle richieste contenute nell'ICE "End the cage age" nel quadro dell'attuale revisione della direttiva 98/58/CE, in linea con il Green Deal europeo e la strategia "Dal produttore al consumatore";

6. esorta la Commissione a eliminare la burocrazia e i vincoli normativi per consentire agli allevatori di apportare le necessarie modifiche strutturali ai loro allevamenti, onde integrare le nuove disposizioni in materia di benessere degli animali;

7. sottolinea che nell'UE il mercato dei prodotti di origine animale provenienti da sistemi di allevamento senza gabbie, all'aperto e biologici, come pure il mercato delle alternative di origine vegetale, sono in crescita;

8. rileva che l'UE è stata la prima a introdurre alcuni divieti riguardanti le gabbie degli animali d'allevamento, in particolare il divieto parziale di recinti individuali per i vitelli nel 2007, il divieto di gabbie convenzionali in batteria per le galline ovaiole nel 2012, il divieto parziale delle gabbie per scrofe nel 2013 e il divieto assoluto di utilizzare le gabbie in tutti gli allevamenti biologici dell'intera Unione;

9. ricorda che alcuni Stati membri dell'UE hanno già adottato normative nazionali che vietano talune forme di allevamento in gabbia e vanno oltre le norme minime dell'UE, rendendo ancora più urgente un'azione legislativa a livello dell'Unione per porre fine alla pratica dell'allevamento in gabbia e garantire condizioni di parità agli agricoltori di tutta l'UE;

10. invita la Commissione a proporre strumenti legislativi in materia di agricoltura equa e sostenibile, e in particolare una revisione della direttiva 98/58/CE del Consiglio, con l'obiettivo di eliminare gradualmente l'uso delle gabbie negli allevamenti dell'UE, valutando la possibilità di completare tale transizione entro il 2027;

11. ritiene necessario che tale eliminazione graduale si basi su una valutazione d'impatto scientificamente fondata e che sia garantito un periodo di transizione adeguato;

12. chiede che la Commissione adotti un approccio per specie che tenga in considerazione ed esamini le caratteristiche di ogni animale, prevedendo sistemi di stabulazione adatti alle sue esigenze specifiche;

13. invita la Commissione a rivalutare gli accordi commerciali con paesi terzi per garantire che rispettino le stesse norme in materia di benessere degli animali e di qualità dei prodotti;

14. sottolinea che i conigli sono la seconda specie di animali da allevamento più diffusa nell'UE in termini numerici e che la maggior parte di essi è allevata in gabbie soggette a norme inadeguate in materia di benessere; invita in tal senso la Commissione a proporre una normativa specifica dell'Unione concernente le norme minime per la protezione dei conigli d'allevamento;

15. chiede che le catene di approvvigionamento per l'alimentazione animale e umana siano accorciate e si basino su colture proteiche prodotte a livello locale o regionale destinate all'alimentazione animale e al consumo umano; osserva che la strategia "Dal produttore al consumatore" sostiene una produzione animale sostenibile, la creazione di catene alimentari più corte per i prodotti alimentari e una politica commerciale più equa in cui le norme europee assumano una posizione di maggior rilievo;

16. prende atto dei progressi compiuti dall'UE negli ultimi anni, segnatamente il generale miglioramento delle condizioni di benessere degli animali, l'introduzione di divieti sull'uso delle gabbie per taluni animali d'allevamento e il divieto di utilizzare le gabbie in tutti gli allevamenti biologici;

17. si compiace delle buone pratiche già attuate da diversi Stati membri mediante l'adozione di una legislazione nazionale che va oltre le norme minime dell'Unione in materia di benessere degli animali, in particolare per quanto riguarda il divieto di alcune forme di allevamento in gabbia; esorta tutti gli Stati membri ad adottare rapidamente misure volte a promuovere la sostituzione dell'allevamento in gabbia con sistemi alternativi senza gabbie;

18. invita la Commissione a sostenere gli agricoltori nei loro sforzi per migliorare il benessere degli animali, in particolare nel contesto del Green Deal europeo, dei piani strategici della PAC e della strategia "Dal produttore al consumatore", al fine di evitare una perdita di competitività e una conseguente delocalizzazione della produzione dell'UE verso paesi terzi con obiettivi meno ambiziosi in termini di benessere degli animali; ritiene che tutti i sistemi di produzione dell'UE dovrebbero avere la possibilità di investire nella sostenibilità e nel benessere degli animali;

19. chiede che gli Stati membri assistano gli agricoltori e gli allevatori offrendo consulenza e formazione, ove necessario, al fine di agevolare la transizione verso i sistemi senza gabbie;

20. chiede altresì che la Commissione e gli Stati membri garantiscano lo svolgimento di verifiche e controlli doganali efficaci volti ad assicurare la reciprocità dei requisiti di qualità e sicurezza e delle norme dell'UE in materia di benessere degli animali, al fine di rafforzare la competitività dell'agricoltura europea nel mercato mondiale per tutti i prodotti agroalimentari importati nell'UE;

21. ribadisce l'importanza di includere capitoli applicabili al commercio e allo sviluppo sostenibile in tutti gli accordi commerciali dell'UE, quali strumenti per garantire che le maggiori ambizioni normative dell'UE siano coerenti con la politica commerciale dell'Unione e siano rispettate dai paesi terzi che hanno firmato accordi commerciali con l'UE;

22. sottolinea che i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile dovrebbero tenere conto anche di norme di produzione equivalenti, in particolare in relazione al benessere degli animali;

23. ritiene che una politica commerciale equa, che garantisce condizioni di parità, sia un prerequisito per il miglioramento delle norme europee; esorta pertanto la Commissione a intensificare gli sforzi sul fronte dei controlli sui prodotti alimentari importati;

24. chiede che tutti i prodotti di origine animale importati nell'UE siano prodotti nel pieno rispetto della pertinente legislazione dell'Unione, anche per quanto riguarda l'uso di sistemi di allevamento senza gabbie;

25. esorta la Commissione a garantire un sostegno adeguato e un periodo di transizione per il progressivo adeguamento di agricoltori e allevatori, che tenga conto del ciclo di investimenti degli agricoltori, come pure meccanismi di finanziamento, onde agevolare la transizione, mantenendo al contempo la competitività e la resilienza sociale del settore agroalimentare dell'UE;

26. ritiene che tale sostegno e tale periodo di transizione debbano essere assicurati prima che vengano proposte modifiche legislative in materia di garanzie per la salute animale e umana e di protezione dei lavoratori, al fine di prevenire l'abbandono dei terreni e un ulteriore allontanamento dalla produzione zootecnica, soprattutto da parte delle piccole e medie aziende agricole prive delle risorse necessarie per affrontare tale adeguamento;

27. ribadisce che la Commissione deve offrire sostegno agli agricoltori affinché possano sensibilizzare e informare i consumatori circa le rigorose norme vigenti in materia di benessere degli animali; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a fornire sostegno finanziario e consulenza adeguati al fine di garantire un'agevole transizione agli agricoltori europei interessati;

28. sottolinea che il settore zootecnico è molto dinamico e in grado di adattarsi ai cambiamenti, sia a livello di normativa che di preferenze dei consumatori; evidenzia tuttavia che, a tal fine, detto settore deve essere ricompensato per i suoi sforzi tramite aiuti diretti, in modo da non compromettere la sostenibilità della produzione e la redditività delle sue aziende;

29. sottolinea l'importanza generale di un'equa distribuzione dei costi e dei benefici lungo la filiera alimentare e il ruolo del mercato nel consentire agli agricoltori di divenire più sostenibili; ritiene a tal proposito che un'etichetta facoltativa relativa al benessere degli animali sarebbe idonea a indicare che la filiera, dal produttore al consumatore, si impegna a dare il proprio contributo per conseguire gli obiettivi dell'ICE "End the cage age", garantendo nel contempo un'adeguata politica dei prezzi;

30. sottolinea l'importanza di sostenere gli agricoltori e di aiutarli ad adottare pratiche agricole più sostenibili, fornendo servizi di consulenza e formazione adeguati, incentivi e programmi finanziari atti a sostenere il loro tenore di vita e la loro competitività nelle zone rurali, nonché favorendo gli investimenti e l'organizzazione della filiera alimentare, rafforzando i piccoli stabilimenti di trasformazione locali e promuovendo la filiera corta;

31. chiede che la Commissione promuova il benessere degli animali a livello internazionale e intraprenda iniziative tese a sensibilizzare i paesi terzi, anche attraverso misure quali il rafforzamento dell'assistenza reciproca e uno scambio di informazioni accelerato tra le autorità competenti di tutti gli Stati membri e dei paesi terzi;

32. ricorda che le aziende zootecniche sono realtà innovative, che investono costantemente nel miglioramento delle loro infrastrutture e delle loro pratiche per stare al passo con le evidenze scientifiche più recenti e le aspettative dei consumatori;

33. chiede lo sviluppo di un mercato della domanda adeguato, in cui sia possibile commercializzare a prezzi più elevati tutti i prodotti ottenuti nel rispetto di norme di qualità più rigorose;

34. invita la Commissione a presentare possibili programmi di riconversione, comprensivi di una valutazione dei costi derivanti, al fine di accelerare la graduale eliminazione dell'allevamento in gabbia;

35. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 4 giugno 2021
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