Proposta di risoluzione - B9-0485/2021Proposta di risoluzione
B9-0485/2021

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Bielorussia a un anno dalle proteste e dalla loro violenta repressione

4.10.2021 - (2021/2881(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento

Pedro Marques, Tonino Picula, Robert Biedroń
a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B9-0482/2021

Procedura : 2021/2881(RSP)
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B9-0485/2021
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B9-0485/2021

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Bielorussia a un anno dalle proteste e dalla loro violenta repressione

(2021/2881(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bielorussia,

 viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) a nome dell'UE, in particolare la sua dichiarazione dell'8 agosto 2021 sul primo anniversario delle elezioni presidenziali fraudolente tenutesi in Bielorussia il 9 agosto 2020,

 viste le dichiarazioni del portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) del 6 settembre 2021 sulla condanna di Maria Kalesnikava e Maksim Znak, del 30 agosto 2021 sulla repressione dei giornalisti e dei media e del 6 luglio 2021 sulla condanna di Viktar Babaryka e altri processi politici,

 viste le conclusioni del Consiglio europeo del 25 giugno 2021 sulla Bielorussia,

 viste le conclusioni del Consiglio del 21 giugno 2021 sulla Bielorussia,

 vista la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

 vista la Carta di Parigi per una nuova Europa dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),

 visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il popolo bielorusso sta subendo violenze e azioni repressive continue per mano dello Stato, compresi torture e maltrattamenti, sin dall'inizio delle proteste scoppiate in seguito alle elezioni presidenziali del 9 agosto, gravemente manipolate, vale a dire da ormai quattordici mesi;

B. considerando che la situazione dei diritti umani in Bielorussia si è costantemente deteriorata a causa di violazioni massicce, sistematiche e incessanti dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi i diritti dei lavoratori, e di numerose repressioni orchestrate contro le organizzazioni della società civile, tra cui le organizzazioni a sostegno delle donne, la minoranza polacca, i lavoratori, gli attivisti sindacali, le istituzioni accademiche e di istruzione, i media indipendenti, le piattaforme online e i giornalisti, tra cui l'Associazione bielorussa dei giornalisti, che ha ricevuto il premio Sacharov per la libertà di pensiero del Parlamento europeo nel 2004, nonché contro il centro per i diritti umani "Viasna", principale gruppo bielorusso per i diritti umani, che monitora e documenta attivamente le violazioni dei diritti umani avvenute in seguito alle elezioni dell'agosto 2020, di cui sette membri sono stati arrestati, compreso il suo fondatore Ales Bialitski, vincitore del premio Sacharov nel 2020;

C. considerando che dall'agosto 2020 sono state detenute quasi 40 000 persone, oltre 700 prigionieri politici sono stati incarcerati e sono state presentate oltre 4 600 accuse penali contro cittadini bielorussi, mentre non è stata avviata neanche una causa contro le persone responsabili o complici della violenza e della repressione; che l'indagine sulla morte di Raman Bandarenka è stata sospesa il 17 settembre 2021;

D. considerando che dal luglio 2021 diversi membri di spicco dell'opposizione democratica e del movimento di protesta sono stati condannati a pene detentive di almeno dieci anni, tra cui Viktar Babaryka, Maksim Znak e Maria Kalesnikava, vincitrice del premio Sacharov per la libertà di pensiero del Parlamento nel 2020;

E. considerando che l'intera magistratura del paese sembra essersi trasformata in un agente del regime ed è utilizzata per garantirne la sopravvivenza; che le condizioni di detenzione sono disumane e caratterizzate da strutture sovraffollate, mancanza di igiene e accesso a cure mediche e medicinali adeguati, brutali violenze fisiche e sessuali, tra cui torture e maltrattamenti, e abusi psicologici; che sono stati documentati e segnalati diversi casi di tentato suicidio in tribunale e in carcere nonché decessi inspiegati;

F. considerando che dall'ottobre 2020 il Consiglio ha finora adottato diversi cicli di misure restrittive nei confronti di 166 persone e 15 entità; che il Consiglio ha adottato sanzioni settoriali nel giugno 2021 e sta preparando ulteriori sanzioni;

G. considerando che, dopo oltre un anno di proteste e la loro violenta repressione, il popolo bielorusso continua a subire ogni giorno una repressione sistematica e gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, mentre il regime bielorusso non ha intrapreso alcuna misura credibile per soddisfare le legittime richieste della popolazione, in particolare il rilascio incondizionato e la riabilitazione di tutti i prigionieri politici e delle persone detenute arbitrariamente, la fine immediata della violenza e della repressione e il dialogo con le forze democratiche su un processo di transizione che conduca a nuove elezioni libere ed eque;

H. considerando che, dal luglio 2020, un aumento della migrazione illegale dalla Bielorussia verso la Lituania, la Polonia e la Lettonia ha fatto sì che migliaia di migranti siano bloccati alle frontiere dell'UE; che le autorità polacche hanno negato ai migranti l'accesso al territorio polacco, all'assistenza medica, al cibo e all'acqua; che le autorità polacche hanno impedito a Frontex di coordinare la situazione sul campo;

1. ribadisce la sua più profonda preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Bielorussia, per la costante repressione sistematica e per la persistente impunità nel paese, e ribadisce che, in linea con i principi dell'OSCE, occorre soddisfare le legittime richieste del popolo bielorusso di una democrazia basata sui diritti umani e le libertà fondamentali, la prosperità, la sovranità e la sicurezza;

2. continua a chiedere con urgenza il rilascio immediato di tutti i prigionieri politici e di tutte le persone detenute arbitrariamente, arrestate o condannate a lunghe pene detentive, l'immediata cessazione delle violenze e della repressione da parte delle autorità statali nei confronti del popolo bielorusso, un processo di dialogo tra il regime e i rappresentanti delle forze democratiche mediato dall'OSCE, nonché nuove elezioni libere ed eque sotto osservazione internazionale da parte dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE (ODIHR);

3. denuncia i processi politici contro gli ex candidati presidenziali, i membri dell'opposizione democratica, i manifestanti, i giornalisti e le altre persone detenute arbitrariamente; osserva che tali procedimenti si tengono spesso a porte chiuse e senza un giusto processo e violano pertanto gli obblighi e gli impegni internazionali assunti dal paese;

4. esprime il proprio rammarico per il fatto che finora l'UE non sia riuscita a sviluppare una strategia globale nei confronti del regime bielorusso ed esorta il Consiglio, la Commissione e il VP/AR a elaborare una strategia globale nei confronti della Bielorussia, basata sull'attuale sostegno di emergenza alle vittime della repressione, sul sostegno politico, tecnico e finanziario strategico e a lungo termine alla società civile bielorussa, ai difensori dei diritti umani, ai media indipendenti, ai sindacati e alle forze democratiche nel paese e all'estero, sulla cooperazione con i paesi vicini su questioni umanitarie urgenti, sullo stretto coordinamento con i partner internazionali e le pertinenti organizzazioni multilaterali (ex. ONU, OSCE) nonché con i donatori internazionali e su un'azione comune a livello internazionale per affrontare l'impunità;

5. esorta il Consiglio europeo a concordare, nella prossima riunione del 21 e 22 ottobre 2021, ulteriori sanzioni contro il regime bielorusso che devono avere un campo di applicazione il più ampio possibile, essere mirate a un numero considerevolmente più elevato di persone ed entità rispetto ai precedenti pacchetti di sanzioni, limitare l'accesso del regime alle risorse finanziarie di cui ancora dispone e alle sue attività economiche e interessare coloro che continuano a garantire la sopravvivenza del regime; chiede il passaggio da un approccio graduale alle sanzioni a uno più deciso, basato sulla natura sistematica della repressione e sulle gravi violazioni dei diritti umani;

6. invita il Consiglio a dare un seguito adottando e attuando immediatamente ulteriori sanzioni e a colmare tutte le lacune delle attuali sanzioni, in particolare delle sanzioni settoriali imposte nel giugno 2021 nei confronti dei prodotti di cloruro di potassio e petroliferi e di quelle contro il settore finanziario; ribadisce i suoi precedenti inviti ad adottare misure restrittive nei confronti di un numero notevolmente maggiore di persone, in particolare del settore della giustizia, delle autorità di contrasto e dei funzionari che lavorano per il regime negli ambiti della propaganda, dei media e della disinformazione, nonché a includere le persone interessate che lavorano per il servizio nazionale di frontiera e i servizi della migrazione e nel settore del turismo che sono state coinvolte nell'organizzazione della migrazione illegale e della tratta di esseri umani; chiede inoltre l'inclusione di altri settori nelle sanzioni economiche dell'UE, come l'acciaio, il legno e i prodotti chimici, nonché di tutte le restanti banche e imprese di proprietà statale, come la Belaruskali e la Beltelecom; chiede che siano prese in considerazione le possibilità di applicazione retroattiva;

7. invita il Consiglio, la Commissione e il VP/AR a coordinare strettamente le sanzioni economiche e settoriali con partner che condividono gli stessi principi, come gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito, e a cercare una cooperazione e un ampio allineamento con altri partner europei al fine di aumentare sia l'importanza simbolica che l'impatto e l'efficacia concreti delle sanzioni nei confronti del regime bielorusso; esprime rammarico per il fatto che l'anniversario delle proteste contro le elezioni presidenziali, fortemente falsificate, del 9 agosto 2020 non sia stato utilizzato per un annuncio comune di ulteriori sanzioni, in quanto ciò avrebbe dimostrato solidarietà internazionale con il popolo bielorusso e unità contro il regime bielorusso; invita l'UE ad assumere un ruolo guida nel coordinare in futuro l'azione congiunta internazionale circa date altrettanto simboliche;

8. accoglie con favore la proposta della Commissione, del 29 settembre 2021, di sospendere parzialmente l'accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'UE e la Bielorussia per i membri delle delegazioni ufficiali bielorusse, i rappresentanti dei governi regionali e locali e i membri della Corte costituzionale e della Corte suprema; chiede di ampliare l'elenco delle persone interessate e di prendere già in considerazione l'inclusione di categorie di persone che potrebbero essere oggetto di misure restrittive individuali nell'ambito di futuri pacchetti di sanzioni;

9. chiede con urgenza di affrontare il problema della persistente impunità, nonché della totale mancanza di indagini e procedimenti giudiziari, nei confronti di tutti i responsabili della brutalità senza precedenti nei confronti dei manifestanti, di coloro che sostengono le proteste e dei loro partecipanti, di coloro che riferiscono in merito agli avvenimenti, nonché dei semplici passanti; invita pertanto la Commissione, il Consiglio e il VP/AR a mantenere la questione ai primi posti dell'agenda internazionale e a continuare a sostenere attivamente la piattaforma internazionale di responsabilità, il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e iniziative analoghe; esorta tutti gli Stati membri ad applicare il principio della giurisdizione universale e a preparare procedimenti giudiziari contro i funzionari bielorussi responsabili o complici della violenza e della repressione, tra cui Alexander Lukashenko;

10. esorta la Commissione, il Consiglio, il VP/AR e gli Stati membri dell'UE a continuare a segnalare la situazione in Bielorussia in tutte le organizzazioni europee e internazionali pertinenti, in particolare l'OSCE, l'ONU e i suoi organi specializzati, al fine di promuovere un'azione a livello internazionale in risposta alla situazione in Bielorussia e di vincere l'ostruzionismo della Russia e di altri paesi rispetto a tale azione; invita l'UE e i suoi Stati membri ad assumere un ruolo guida negli sforzi internazionali per l'organizzazione di una conferenza internazionale ad alto livello sulla situazione in Bielorussia e ad accelerare l'organizzazione di una conferenza internazionale dei donatori per una Bielorussia democratica al fine di riunire le istituzioni finanziarie internazionali, i paesi del G7, le istituzioni dell'UE, gli Stati membri e altri soggetti disposti a impegnarsi in vista di un pacchetto finanziario volto a sostenere le future riforme democratiche e la ristrutturazione economica del paese; chiede alla Commissione di informare il Parlamento in merito ai progressi compiuti nel conseguimento di tale obiettivo;

11. ribadisce i suoi inviti a tutte le imprese dell'UE che operano in Bielorussia ad agire con particolare diligenza e ad adempiere alla propria responsabilità di rispettare i diritti umani, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; chiede loro di astenersi da qualsiasi nuovo investimento e di protestare pubblicamente presso le autorità bielorusse contro la continua repressione dei lavoratori e dei cittadini in generale;

12. condanna fermamente la strumentalizzazione degli esseri umani per fini politici, come dimostrato dal traffico di migranti, compresi i richiedenti asilo, sponsorizzato dallo Stato alla frontiera UE-Bielorussia da parte delle autorità statali bielorusse in risposta alle sanzioni dell'UE e al sostegno degli Stati membri all'opposizione democratica in Bielorussia; denuncia i tragici decessi segnalati alle frontiere UE-Bielorussia e sottolinea l'urgente necessità di garantire il rispetto della sicurezza e della dignità umana su entrambi i lati di tali frontiere; insiste sul fatto che tutti gli Stati membri debbano rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto dell'UE e del diritto internazionale pertinente, in particolare la convenzione di Ginevra, e garantire l'accesso alle loro procedure di asilo per coloro che chiedono protezione internazionale; invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad adottare un approccio comune a tale situazione sulla base del pertinente diritto dell'UE e internazionale e dei principi di solidarietà, trasparenza, responsabilità e rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; ricorda che percorsi legali accessibili per la migrazione sarebbero lo strumento migliore non solo per combattere il traffico di migranti, ma soprattutto per garantire la dignità umana e la sicurezza delle persone; esprime preoccupazione per la mancanza di trasparenza alla frontiera polacco-bielorussa ed esorta le autorità polacche a garantire, in modo trasparente, che qualsiasi legislazione, politica o prassi alla frontiera polacco-bielorussa sia conforme al diritto dell'UE e a garantire l'accesso alla regione di frontiera per le organizzazioni della società civile e i media, nonché a cooperare con Frontex al fine di risolvere congiuntamente la crisi in corso;

13. ricorda che Alexander Lukashenko non è il leader legittimo della Bielorussia e che pertanto qualsiasi accordo internazionale da lui concluso non deve essere riconosciuto; sottolinea che i deputati e i funzionari bielorussi non dovrebbero essere invitati a eventi internazionali o bilaterali; esorta gli Stati membri ad astenersi dal nominare nuovi ambasciatori in Bielorussia e a rifiutare l'accreditamento dei nuovi ambasciatori proposti dal regime bielorusso; condanna la strumentalizzazione di Interpol da parte del regime bielorusso;

14. ribadisce il suo fermo sostegno alle forze democratiche bielorusse, sia in Bielorussia che in esilio, e sottolinea l'importanza di mantenere relazioni con esse e con la società civile bielorussa, nonostante il regime abbia annunciato il ritiro della sua cooperazione con il partenariato orientale; chiede un maggiore coinvolgimento e una maggiore presenza dei rappresentanti della società civile e dell'opposizione democratica bielorusse negli organi multilaterali del partenariato orientale, in particolare il Forum della società civile del partenariato orientale e l'Assemblea parlamentare Euronest; invita gli Stati membri a rafforzare la cooperazione parlamentare sulla Bielorussia istituendo gruppi nei parlamenti nazionali; invita la Commissione ad aumentare il suo sostegno alla società civile bielorussa, anche attraverso mezzi finanziari e facilitando le richieste di fondi dell'UE;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'OSCE e alle autorità della Repubblica di Bielorussia.

Ultimo aggiornamento: 6 ottobre 2021
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