Proposta di risoluzione - B9-0414/2022/REV1Proposta di risoluzione
B9-0414/2022/REV1

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sugli obiettivi strategici dell’UE per la diciannovesima riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che si terrà a Panama dal 14 al 25 novembre 2022

3.10.2022 - (2022/2681(RSP))

presentata a seguito delle interrogazioni con richiesta di risposta orale B‑0023/2022 e B9‑0024/2022
a norma dell'articolo 136, paragrafo 5, del regolamento

Lídia Pereira, César Luena, María Soraya Rodríguez Ramos, Ville Niinistö, Pietro Fiocchi, Anja Hazekamp
a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare


Procedura : 2022/2681(RSP)
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B9-0414/2022
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B9‑0414/2022

Risoluzione del parlamento europeo sugli obiettivi strategici dell’UE per la diciannovesima della Conferenza delle parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che si terrà a Panama dal 14 al 25 novembre 2022

(2022/2681(RSP))

Il Parlamento europeo,

 vista la relazione di valutazione globale del 2019 sulla biodiversità e i servizi ecosistemici della piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES),

 vista la relazione 2020 del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura dal titolo "Stato delle foreste del mondo 2020", che sottolinea il ruolo fondamentale delle foreste nel fornire un habitat per oltre l'80 % della biodiversità terrestre mondiale, offrendo innumerevoli servizi ecosistemici e garantendo un sostentamento a molte comunità, comprese le popolazioni indigene,

 vista la biodiversità marina e costiera,

 vista la futura diciannovesima riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), che si terrà dal 14 al 25 novembre 2022 a Panama (CoP19),

 vista la risoluzione 75/311 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 26 luglio 2021 sulla lotta al traffico illecito di specie selvatiche,

 vista la risoluzione CITES Conf. 12.10 (Rev.CoP15) sulla registrazione delle imprese che allevano in cattività a fini commerciali le specie animali di cui all'appendice I,

 viste le decisioni CITES 18.226 e 18.227 sul commercio di elefanti asiatici (Elephas maximus),

 viste le decisioni CITES 18.81-18.85 sui reati contro le specie selvatiche connessi a internet,

 viste la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020, dal titolo "Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita" (COM(2020)0380), e la risoluzione del Parlamento europeo del 9 giugno 2021 al riguardo[1],

 vista la direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche[2], che mira a promuovere la conservazione della biodiversità e rappresenta la pietra miliare della strategia dell'Europa per la conservazione della natura,

 viste la convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD) e la 15a riunione della conferenza delle parti alla CBD che si terrà dal 7 al 19 dicembre 2022 a Montreal, Canada,

 vista la proposta della Commissione relativa a una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela penale dell'ambiente, che sostituisce la direttiva 2008/99/CE (COM(2021)0851),

 viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sugli obiettivi chiave per la Conferenza delle parti della CITES che si terrà dal 14 al 25 novembre 2022 a Panama (O‑000038/2022 – B9‑0023/2022 e O‑000039/2022 – B9‑0024/2022),

 visti l'articolo 136, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il declino globale senza precedenti della biodiversità, che avviene attualmente a un tasso superiore tra le dieci e le cento volte rispetto al tasso naturale di estinzione delle specie, è il risultato diretto dell'attività umana e minaccia l'estinzione di circa 1 milione di specie animali e vegetali; che, stando agli elementi disponibili, non è troppo tardi per arrestare e invertire le attuali tendenze relative alla perdita di biodiversità;

B. considerando che la biodiversità contribuisce positivamente alla salute della popolazione umana; che fino all'80 % dei medicinali utilizzati dagli esseri umani sono di origine naturale;

C. considerando che gli oceani, che rappresentano il 95 % della biosfera, sono uno dei più importanti pozzi di assorbimento del carbonio, in quanto regolano il clima e assorbono CO2 dall'atmosfera;

D. considerando che è importante proteggere la biodiversità marina e costiera e contrastare le minacce rappresentate dall'uso scarsamente o non regolamentato delle risorse marine vive; che è altresì importante proteggere la biodiversità delle acque dolci, che sta diminuendo in misura maggiore rispetto agli ecosistemi marini e terrestri, con una diminuzione delle popolazioni di acqua dolce dell'83 % tra il 1970 e il 2014;

E. considerando che la stragrande maggioranza delle specie soggette al commercio non è protetta dalla CITES; che il commercio internazionale di tali specie rimane non regolamentato e contribuisce significativamente all'estinzione delle popolazioni selvatiche;

F. considerando che la CITES, sottoscritta da 184 parti, compresa l'UE e i 27 Stati membri, rappresenta il più importante accordo globale relativo alla conservazione delle specie selvatiche; che la CITES riconosce che la fauna e la flora selvatiche costituiscono, per la loro unicità e varietà, un elemento insostituibile dei sistemi naturali della Terra, che devono essere protetti a beneficio delle generazioni future;

G. considerando che l'obiettivo della CITES consiste nell'assicurare che il commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche non costituisca una minaccia per la sopravvivenza delle specie allo stato selvatico;

H. considerando che il commercio illegale e legale e l'uso di specie selvatiche e la distruzione degli habitat naturali contribuiscono in modo significativo al declino della biodiversità, compromettono gli sforzi globali nella lotta ai cambiamenti climatici e sono sia una causa che una conseguenza della corruzione;

I. considerando che l'appendice I della CITES comprende tutte le specie minacciate di estinzione che sono o potrebbero essere interessate dal commercio; che l'appendice II include tutte le specie che possono diventare a rischio di estinzione, a meno che il commercio degli esemplari di tali specie non sia soggetto a una rigida regolamentazione per evitarne un utilizzo incompatibile con la loro sopravvivenza e a meno che il commercio di tali specie non sia soggetto a un controllo efficace;

J. considerando che il commercio di specie selvatiche aumenta il contatto tra gli esseri umani e le specie selvatiche e crea un rischio potenzialmente elevato di comparsa e diffusione di zoonosi; che, poiché il 70 % di tutte le malattie infettive emergenti nell'uomo sono zoonotiche, il commercio di specie selvatiche comporta gravi rischi per la salute degli animali e degli esseri umani; che vi è la necessità di un controllo migliore e più approfondito del commercio di carni e del commercio di animali vivi; che gli esperti consigliano di limitare il rischio di zoonosi affrontando i mercati con animali vivi ed elaborando un "elenco positivo" delle specie animali che possono essere trasportate a livello internazionale, tenendo conto dei rischi di zoonosi e di altre considerazioni quali il benessere degli animali, lo stato di conservazione e le tendenze della popolazione;

K. considerando che il costo delle strategie globali per prevenire le pandemie attraverso la riduzione del commercio illegale di specie selvatiche, evitando il cambiamento della destinazione d'uso dei terreni e aumentando la sorveglianza, è stimato tra i 22 e i 31 miliardi di dollari USA[3], che è soltanto una piccola frazione dei costi sostenuti da una pandemia;

L. considerando che 19 Stati membri hanno sostenuto il documento di sintesi del governo cipriota su un nuovo quadro legislativo dell'UE per un elenco positivo a livello dell'UE di animali autorizzati come animali da compagnia, che è stato presentato alla riunione del Consiglio "Agricoltura e pesca" del 24 maggio 2022;

M. considerando che l'UE è un importante hub, punto di transito e una destinazione rilevante delle specie animali e vegetali selvatiche di provenienza legale e illegale, vive o morte, nonché di loro parti o prodotti; che nel 2019 le operazioni segnalate di importazione nell'UE di specie selvatiche protette dalla CITES rappresentavano il 36 % del volume totale delle importazioni;

N. considerando che tra il 2014 e il 2018 l'UE è al secondo posto per importazioni di trofei di caccia delle specie selvatiche figuranti nell'elenco CITES, seguendo solo gli Stati Uniti; che un numero crescente di paesi europei sta vietando o prendendo in considerazione il divieto di importare trofei di caccia;

O. considerando che il commercio internazionale di flora e fauna selvatiche ammonta ogni anno a miliardi di euro e coinvolge milioni di piante e specie selvatiche; che il traffico illecito di specie selvatiche è diventato il quarto più grande mercato nero, dopo quello della droga, degli esseri umani e delle armi; che i reati legati al traffico illecito di specie selvatiche spesso non vengono puniti con la severità necessaria a fare da deterrente e che i soggetti di medio o alto livello vengono perseguiti raramente;

P. considerando l'importanza cruciale assunta da Internet nel facilitare il traffico illecito di specie selvatiche;

Q. considerando che è fondamentale un maggiore impegno per migliorare la trasparenza e l'effettiva partecipazione della società civile al processo decisionale;

R. considerando che l'UE svolge un ruolo chiaro nel definire collaborazioni e scambi costruttivi tra i centri di recupero e le riserve governative e non governative, al fine di garantire soluzioni a lungo termine e adeguate per le specie selvatiche sequestrate;

S. considerando che le medicine tradizionali sono implicate nella maggior parte dei sequestri di merci legate alla CITES segnalati dagli Stati membri; che l'uso di animali selvatici nelle medicine tradizionali danneggia la biodiversità, soprattutto quando si tratta di specie della lista rossa; che la richiesta di medicine tradizionali con ingredienti animali sta portando a un aumento del commercio illegale di animali selvatici;

T. considerando che le popolazioni di squali pelagici sono diminuite del 71 % dal 1970, che oltre il 50 % delle specie di squali è a rischio o quasi a rischio di estinzione[4] e che la caccia ai fini del commercio delle loro parti è una delle principale cause di tale declino; che il 20 % delle popolazioni di squali del reef è ritenuto funzionalmente estinto; che nel 2020 dagli Stati membri dell'UE proveniva oltre il 45 % di tutti i prodotti collegati alle pinne degli squali importati nei tre principali centri di scambio: Hong Kong, Singapore e Taiwan;

U. considerando che, a seguito di un calo della popolazione in tutta l'Africa di oltre il 60 % per gli elefanti della savana africana (Loxodonta africana)  e dell'86 % per gli elefanti forestali africani (Loxodonta ciclotis)  nell'arco di tre generazioni, nel 2021 l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha innalzato il livello di minaccia per l'elefante della savana africana da vulnerabile a minacciato e ha elencato separatamente gli elefanti della foresta africana come criticamente minacciati[5];

V. considerando che il bracconaggio per il commercio dell'avorio è il principale fattore di declino delle popolazioni di elefanti africani; che il commercio illegale dell'avorio danneggia lo sviluppo economico, favorisce la criminalità organizzata, promuove la corruzione e alimenta i conflitti; che il traffico illecito di avorio è cresciuto significativamente dopo l'introduzione delle vendite legali;

W. considerando che il commercio di tigri selvatiche è vietato; che la normativa dell'UE sul commercio delle specie di selvatiche non è riuscita tuttavia a evitare il commercio delle tigri allevate in cattività e delle loro parti, nonostante la decisione 14.69 della CITES sull'allevamento in cattività e le specie di allevamento sia contraria all'allevamento per scopi commerciali e al commercio di tigri e delle loro parti; che gli Stati membri continuano a importare ed esportare tigri vive e parti di tigre registrate nel codice CITES degli scambi commerciali;

Introduzione

1. sottolinea la chiara necessità di un approccio più precauzionale alla protezione della fauna selvatica, data la continua minaccia rappresentata dal commercio di specie selvatiche per i singoli animali, le singole specie e la salute umana e animale, nonché per l'ambiente;

2. chiede un maggiore allineamento tra la CITES e la Convenzione sulla diversità biologica, la Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici della fauna selvatica e gli altri trattati e accordi in materia di biodiversità, al fine di realizzare efficacemente gli impegni internazionali sulla tutela della biodiversità;

3. teme che il mercato degli animali esotici da compagnia e il numero delle specie coinvolte stiano crescendo nell'UE e a livello internazionale;

4. sottolinea che l'impronta ambientale della produzione e del consumo dell'UE dovrebbe essere urgentemente ridotta al fine di rimanere entro i limiti del pianeta;

5. sottolinea che i servizi ecosistemici e le risorse fornite dalle foreste sono essenziali per le popolazioni di tutto il mondo; invita l'UE e gli Stati membri a incoraggiare l'adozione di una risoluzione CITES sulle foreste durante la CoP19, al fine di garantire che le specie di alberi elencate nella CITES siano adeguatamente tutelate e che il loro commercio avvenga solo se legale, sostenibile e tracciabile;

6. sottolinea che il coinvolgimento delle donne nella tutela delle specie selvatiche è vantaggioso sia per la parità di genere che per la sostenibilità ambientale e consente di intraprendere azioni più mirate ed efficaci per combattere il traffico illecito di specie selvatiche; invita la Commissione a collaborare con il segretariato della CITES per inserire l'integrazione di genere nella CITES e a sostenere le iniziative sensibili alla specificità di genere per influenzare e affrontare i comportamenti criminali connessi alle specie selvatiche e alla loro conservazione; ritiene che l'applicazione, il processo decisionale e l'attuazione della CITES debbano favorire la parità di genere e invita l'UE e gli Stati membri a promuovere un piano di azione sul genere per la CITES, che potrebbe essere introdotto con una risoluzione;

Attuazione, conformità e applicazione

7. sottolinea che la relazione di valutazione globale 2019 dell'IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici individua una serie di punti deboli della CITES, quali la conformità, l'applicazione, la necessità di quote basate su dati scientifici, i finanziamenti, la lotta alla corruzione e la riduzione della domanda; evidenzia che tali punti deboli dovrebbero essere affrontati ai fini di una migliore attuazione della convenzione ed esorta tutte le parti ad adoperarsi per affrontare in modo esauriente tali questioni;

8. deplora l'inadeguata applicazione dei divieti e delle restrizioni al commercio di specie protette a causa della mancanza di capacità e risorse dedicate dalle parti; invita tutte le parti a intensificare l'applicazione della convenzione;

9. esprime preoccupazione per il fatto che le parti della CITES non siano ritenute responsabili della mancata attuazione efficace delle disposizioni della convenzione, compreso l'obbligo di basare le licenze di importazione e di esportazione su pareri scientificamente validi secondo cui tali importazioni o esportazioni non danneggeranno la sopravvivenza della specie (pareri relativi all'assenza di effetti negativi);

10. chiede l'applicazione coerente e imparziale degli strumenti forniti dalla CITES e delle decisioni adottate nell'ambito della stessa, al fine di promuovere il rispetto della convenzione, compreso il programma di assistenza alla conformità; invita l'UE e tutte le parti a sviluppare misure per garantire il corretto e tempestivo rispetto della convenzione, anche destinandole le risorse necessarie e adottando una legislazione nazionale efficace per attuare le decisioni e le risoluzioni adottate nel quadro della convenzione; chiede la cooperazione reciproca tra le parti e la condivisione delle migliori pratiche;

11. invita inoltre l'UE e gli Stati membri ad adottare misure rigorose, comprese sanzioni a scopo dissuasivo nei casi di mancata conformità, qualora si rilevi che una parte sta compromettendo l'efficacia della convenzione e non sta impedendo in modo efficace lo sfruttamento e il commercio illegali o non sostenibili, sospendendo, in ultima istanza, il commercio con la parte inadempiente;

12. invita tutte le parti ad adoperarsi per garantire la protezione degli informatori, dei giornalisti, delle guardie forestali e dei difensori dell'ambiente e dei diritti umani, che svolgono un ruolo essenziale nel proteggere l'ambiente e porre fine al commercio illegale di specie selvatiche;

13. insiste sul fatto che i reati transnazionali contro le specie selvatiche dovrebbero essere riconosciuti da tutte le parti come forme gravi di criminalità organizzata, il che dovrebbe riflettersi nell'assegnazione delle risorse e comportare il coinvolgimento attivo della polizia e delle agenzie investigative doganali specializzate;

14. sottolinea il ruolo fondamentale della polizia e delle dogane ed esorta tutti gli Stati membri dell'UE a istituire unità specializzate che si concentrino sui reati contro le specie selvatiche a livello nazionale e il cui mandato copra l'intero territorio statale e non si limiti ad alcune regioni o altre unità territoriali; invita gli Stati membri ad autorizzare tali unità speciali a impegnarsi attivamente nella cooperazione e nel coordinamento internazionali; sottolinea che la collaborazione con le autorità competenti negli Stati membri sulle questioni relative al commercio illegale di specie selvatiche potrebbe essere ulteriormente rivista e potenziata attraverso il gruppo di garanzia della legalità dell'UE, che riunisce i funzionari delle autorità di contrasto di tutti gli Stati membri dell'UE, l'Agenzia dell'UE per la cooperazione nell'attività di contrasto (Europol), Eurojust, Interpol, l'Organizzazione mondiale delle dogane e il segretariato della CITES; invita l'UE e gli Stati membri a rafforzare la formazione delle autorità di contrasto in materia di commercio delle specie selvatiche;

15. sottolinea la necessità di una banca dati di esperti in biologia e/o ecologia, sia per individuare le specie e perseguire i reati contro le specie selvatiche, come il bracconaggio, il traffico e lo sfruttamento illegale, sia per fornire alle autorità di contrasto a livello locale, regionale, nazionale e internazionale una migliore comprensione del fenomeno;

16. sottolinea i vantaggi di una banca dati dei sistemi informatici di gestione delle attività di contrasto nella lotta alla criminalità organizzata e al commercio illegale di specie selvatiche; esorta la Commissione e gli Stati membri a creare una banca dati a livello dell'UE riguardante le cause per reati ambientali, compresi i reati relativi alle specie selvatiche, e le azioni intraprese dalle autorità di contrasto nel campo dei reati ambientali; ritiene che tale banca dati dovrebbe consentire la raccolta centralizzata dei dati e aumentare il livello di digitalizzazione e conoscenza; osserva che il riesame dei casi storici può essere utile per le autorità, le agenzie e le organizzazioni del settore;

17. rammenta la sua risoluzione del 9 luglio 2021, sulla strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 - Riportare la natura nella nostra vita, che invitava la Commissione ad agevolare lo sviluppo di capacità, compresi i trasferimenti di conoscenze, la condivisione delle tecnologie e la formazione in materia di competenze per i paesi beneficiari, al fine di attuare la CITES e altre convenzioni e accordi essenziali per la protezione della biodiversità nell'ambito dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale - Europa globale e dell'iniziativa di aiuti al commercio dell'Organizzazione mondiale del commercio; insiste sulla necessità di rafforzare i programmi di cooperazione con i paesi terzi per la conservazione della loro biodiversità autoctona, anche attraverso il dialogo interparlamentare, e di assistere i paesi in via di sviluppo nell'attuazione di tali programmi;

18. si rammarica del fatto che l'UE non stia attuando le raccomandazioni della CITES stabilite nella risoluzione Conf. 12.10 (Rev.CoP15) sulla registrazione delle imprese che allevano in cattività le specie animali di cui all'appendice I a scopi commerciali; teme che questo generi scappatoie e faciliti il commercio illegale; invita gli Stati membri ad attuare l'intera risoluzione e a registrare tutte le pertinenti strutture di allevamento di tali specie, presentando domande di registrazione complete e accurate sia alla Commissione che al segretariato della CITES; esorta la Commissione e gli Stati membri a opporsi a qualsiasi tentativo di indebolire il sistema di registrazione delle imprese di allevamento in cattività per le specie di cui all'appendice I;

19. promuove e sostiene l'attuazione di metodi moderni e innovativi per contrassegnare e tracciare le specie elencate nella CITES o i loro prodotti derivati, per consentire la differenziazione tra i capi allevati in cattività e quelli selvatici e i loro derivati;

Processo decisionale, trasparenza e comunicazione

20. accoglie con favore le relazioni annuali sul commercio illegale quale passo significativo verso una migliore comprensione del traffico illegale di specie selvatiche ed esorta l'UE e tutte le parti a presentarle tempestivamente; sottolinea che le relazioni dovrebbero contenere le informazioni sui permessi e i certificati concessi, le quantità e i tipi di esemplari nonché i nomi delle specie come indicati nelle appendici I, II e III;

21. esorta tutte le parti e l'UE a garantire la trasparenza delle attività e delle operazioni non sensibili del segretariato della CITES, anche mettendo a disposizione del pubblico le relazioni annuali sul commercio illegale, e a garantire il caricamento tempestivo dei dati nella banca dati sul commercio della CITES, comprese le informazioni sull'incarico di redigere le relazioni, l'elaborazione dei termini di riferimento e la selezione dei consulenti; esorta tutte le parti a compiere ulteriori sforzi per garantire che siano ridotte al minimo le discrepanze nei permessi di esportazione e importazione;

22. ritiene che una maggiore trasparenza nel commercio delle specie di cui all'appendice I, compresi i capi allevati in cattività, sia fondamentale per contrastare la corruzione nonché il commercio illegale, il traffico illecito e il riciclaggio di esemplari;

23. chiede una migliore tenuta dei registri per l'appendice I, anche in merito agli esemplari allevati e mantenuti in cattività e allo sviluppo di indicatori di rischio per quanto riguarda le pratiche ambientali, di sicurezza e di allevamento, come ad esempio maggiori dettagli sulla tenuta dei registri, la gestione dei dati e la rendicontazione nonché su come funziona il sistema di magazzino/inventario e su come viene sottoposto a revisione e reso sicuro in termini di trasporto, immagazzinamento e smaltimento;

24. invita nuovamente la Commissione e gli Stati membri a guidare gli sforzi per porre fine al commercio di specie minacciate di estinzione e delle loro parti e ribadisce la richiesta di vietare pienamente e immediatamente, a livello europeo, gli scambi commerciali, l'esportazione o la riesportazione di avorio all'interno dell'UE e verso destinazioni al di fuori dell'UE, compreso l'avorio "pre-convenzione", sottolineando al contempo che dovrebbero rimanere possibili eccezioni limitate per le importazioni e le esportazioni scientifiche, per gli strumenti musicali acquisiti legalmente prima del 1975 e per il commercio di manufatti e antichità prodotti prima del 1947, a condizione che siano corredati di un certificato valido; chiede restrizioni analoghe per altre specie minacciate, come le tigri e i rinoceronti; invita ad attuare tale divieto senza ulteriori indugi;

25. accoglie con favore le modifiche del regolamento (CE) n. 865/2006 della Commissione[6] e il documento di orientamento riveduto sul regime dell'UE che disciplina il commercio di avorio ed esorta la Commissione a monitorare rigorosamente l'attuazione del regolamento riveduto da parte degli Stati membri; invita la Commissione e gli Stati membri a rendere tali norme una legislazione giuridicamente vincolante e a colmare le lacune rimanenti;

Finanziamento

26. osserva con preoccupazione che molte decisioni della CoP18 non ottengono finanziamenti; invita tutte le parti a garantire finanziamenti sufficienti per la corretta attuazione dell'intera convenzione, compresa la sua applicazione; invita la Commissione e gli Stati membri ad aumentare il sostegno finanziario e di altro tipo all'attuazione delle decisioni della CITES;

27. sottolinea che l'attuazione di numerose decisioni della CITES dipende dalla disponibilità di finanziamenti esterni; invita l'UE e tutte le parti della convenzione ad esplorare meccanismi per garantire che i finanziamenti esterni per le decisioni della CITES siano coerenti con le priorità dei loro programmi di lavoro e che il sostegno allo sviluppo fornito dall'UE ai paesi beneficiari non comprometta la vitalità delle specie selvatiche, la biodiversità, gli habitat naturali, gli ecosistemi e i servizi che essi forniscono;

28. esprime preoccupazione per il crescente carico di lavoro del segretariato della CITES, delle conferenze delle parti e dei comitati rispetto alle risorse di cui dispongono; invita l'UE a dimostrare la propria leadership nell'affrontare il problema; esorta, tra l'altro, tutte le parti a sostenere la solida attuazione dei progetti di decisione e di raccomandazione che emergono dal comitato permanente della CITES;

Visione strategica della CITES 2021-2030

29. accoglie con favore il riconoscimento delle interconnessioni tra la CITES e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la CBD e le conclusioni dell'IPBES;

30. ritiene che la CoP19 debba affrontare la revisione della visione strategica della CITES, alla luce del quadro globale in materia di biodiversità della CBD che sarà adottato quest'anno, al fine di garantire che la CITES contribuisca all'attuazione del quadro;

31. esorta le parti a conseguire l'obiettivo di scambi di fauna e flora selvatiche esclusivamente legali e sostenibili sul piano ambientale entro il 2025; sottolinea che l'obiettivo dovrebbe essere quello di eliminare il commercio illegale di specie selvatiche elencate nella CITES, comprese le specie allevate in cattività, e non solo di ridurlo;

32. sottolinea che le decisioni adottate dagli organi della CITES dovrebbero basarsi su criteri scientifici finalizzati alla conservazione delle specie, sulle migliori informazioni scientifiche disponibili e sul principio di precauzione;

33. deplora l'omissione della questione fondamentale del benessere degli animali nella visione programmatica e invita la Commissione, gli Stati membri e tutte le altre parti a colmare questa lacuna;

Rafforzare il ruolo dell'UE nella lotta globale contro il traffico illegale di specie selvatiche

34. deplora le lacune nell'attuazione dei regolamenti dell'UE sul commercio di specie selvatiche poiché essi non riguardano tutte le specie critiche e non forniscono il medesimo livello di protezione agli animali allevati in cattività; esorta la Commissione a riesaminare e ampliare la legislazione vigente che disciplina il commercio di specie selvatiche al fine di garantire il divieto di importare, trasbordare, esportare, acquistare, vendere o trasportare animali o piante selvatiche che siano prelevati, detenuti, trasportati o venduti in violazione del diritto del paese di origine o di transito;

35. invita nuovamente la Commissione e gli Stati membri a guidare gli sforzi per porre fine al commercio di specie minacciate di estinzione e delle loro parti; sottolinea l'importanza a tal fine di sviluppare obiettivi SMART (Spatial Monitoring and Reporting Tool);

36. sottolinea che il commercio illegale delle specie selvatiche e il consumo sostenibile dovrebbero essere inseriti sistematicamente nelle politiche commerciali dell'UE; ribadisce il suo invito al Consiglio a considerare la CBD un elemento essenziale degli accordi di libero scambio (ALS), a condizione che siano concordati meccanismi obbligatori per il riesame degli obiettivi nazionali[7]; chiede al Consiglio di rendere anche la CITES e l'accordo di Parigi componenti essenziali degli ALS e a sollecitare la loro efficace attuazione; sottolinea l'importanza dell'imminente riforma del regolamento[8] relativo al sistema di preferenze tariffarie generalizzate nel provvedere a un'attuazione efficace delle convenzioni multilaterali sul clima e l'ambiente di cui al regolamento, compresa la convenzione sulla diversità biologica;

37. esorta la Commissione ad adattare la banca dati europea TRACES (sistema esperto per il controllo degli scambi) per raccogliere e mettere a disposizione del pubblico informazioni precise sulle specie, il volume e l'origine di tutti i pesci ornamentali marini in commercio e monitorare in tal modo questi scambi, al momento non regolamentati e spesso insostenibili, per cui l'UE risulta un importante mercato d'importazione;

38. ribadisce il suo invito agli Stati membri dell'UE a istituire un elenco positivo basato su dati scientifici a livello dell'UE di animali che possono essere tenuti come animali da compagnia, in adeguate condizioni di benessere, senza danneggiare le popolazioni selvatiche e la biodiversità europea; sottolinea a tale proposito la necessità di uno studio della Commissione per agevolare l'adozione di tale elenco, che dovrebbe basarsi, tra l'altro, sulle esperienze esistenti degli Stati membri e sugli insegnamenti tratti;

39. esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure efficaci immediate nel quadro degli impegni delineati nella strategia dell'UE sulla biodiversità al fine di vietare l'importazione di trofei di caccia derivati da specie elencate nella CITES;

40. accoglie con favore l'impegno profuso dall'UE per fornire sostegno agli sforzi per contrastare il traffico illecito di specie selvatiche nei paesi in via di sviluppo; invita la Commissione a sostenere gli sforzi dei paesi partner da cui provengono le specie selvatiche e i loro prodotti e che sono punti di transito e/o destinazioni per venditori e acquirenti, al fine di sviluppare alternative economiche realizzabili per il sostentamento e la sostenibilità delle comunità locali;

Piano d'azione dell'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche

41. accoglie con favore la revisione e il proseguimento del piano d'azione dell'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche; invita la Commissione a pubblicare senza indugio un ambizioso piano d'azione dell'UE;

42. sottolinea tuttavia che il successo del futuro piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche dipenderà in larga misura dall'assegnazione delle risorse; invita pertanto l'UE e gli Stati membri a destinare stanziamenti di bilancio specifici all'attuazione del piano;

43. ritiene che il piano d'azione non abbia fornito uno stimolo sufficiente ad affrontare il ruolo dei cittadini dell'UE nel favorire la domanda di prodotti illegali delle specie selvatiche, sia all'interno dell'Unione che nei paesi del vicinato, e ritiene che il piano d'azione dell'UE debba essere rafforzato; invita la Commissione ad attuare iniziative di riduzione della domanda basate su dati concreti nei principali paesi consumatori, anche all'interno dell'UE;

44. sottolinea che il piano d'azione dell'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche dovrebbe ricevere finanziamenti adeguati, anche per quanto riguarda l'assistenza ai paesi terzi e ai centri di recupero e alle riserve per le specie selvatiche;

45. ritiene che il nuovo piano d'azione dell'UE debba condurre a un miglioramento delle attività di contrasto e di ispezione svolte dalle pertinenti autorità nell'Unione e a un potenziamento della raccolta dei dati e dell'accesso agli stessi, che consentiranno migliori valutazioni delle tendenze e analisi dei rischi; invita la Commissione e gli Stati membri ad assegnare risorse umane e finanziarie sufficienti per attuare il piano d'azione e a investire nello sviluppo di capacità e nella formazione delle autorità giudiziarie e di contrasto; sottolinea che la condivisione e l'approfondimento delle conoscenze dei funzionari competenti e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica devono essere parte integrante del futuro piano;

46. invita inoltre la Commissione a elaborare obiettivi e azioni chiari e attuabili nell'ambito del piano d'azione e a sviluppare un meccanismo chiaro di monitoraggio e valutazione;

47. ritiene fondamentale che il piano d'azione sia pienamente in linea con la strategia sulla biodiversità per il 2030 e garantisca sinergie con la pertinente legislazione dell'UE e il quadro globale post-2020 in materia di biodiversità; è fermamente convinto che il piano d'azione debba identificare le specie prioritarie e concentrarsi in particolare su di esse e debba anche affrontare la questione delle specie protette a livello nazionale commerciate illegalmente nell'UE;

48. invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare la questione del commercio sia online che offline nel piano d'azione riveduto dell'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche, garantendo che alla criminalità informatica connessa alle specie selvatiche sia attribuito lo stesso livello di priorità delle altre forme di criminalità informatica che minacciano la salute umana, l'ambiente, l'economia, la sicurezza e l'istruzione, anche attraverso la comunicazione, la cooperazione e il coordinamento tra i settori pubblici e privati interessati; invita la Commissione a valutare prontamente in che modo la legge sui servizi digitali[9] potrebbe costituire uno strumento per affrontare il commercio illegale online di fauna e flora;

49. osserva che esistono prove che dimostrano come il commercio legale di animali selvatici serva da copertura per attività commerciali illecite, offra ampie opportunità di riciclaggio e complichi le attività di contrasto; invita l'UE ad affrontare la questione del commercio sia legale che illegale di specie selvatiche nella revisione del piano d'azione dell'UE contro il traffico di specie selvatiche;

50. sottolinea che il piano d'azione dovrebbe adottare un approccio globale dalla fonte al consumatore;

51. ritiene importante che il piano d'azione coinvolga il settore privato nella lotta al traffico illecito di specie selvatiche e che vengano effettuati investimenti pubblici e privati sufficienti nella ricerca per migliorare le conoscenze sul commercio di specie selvatiche;

52 sottolinea che il piano d'azione rivisto dovrebbe integrare i temi dei diritti umani e del genere, riconoscere il ruolo delle organizzazioni della società civile, prevedere la consultazione dei portatori di interessi e assicurare la partecipazione pubblica;

Criminalità organizzata, cibersicurezza e animali confiscati

53. esorta gli Stati membri a sviluppare, attraverso le rispettive istituzioni competenti, una cooperazione e un coordinamento transfrontalieri con le diverse autorità e istituzioni internazionali pertinenti al fine di contrastare la partecipazione delle organizzazioni criminali al commercio illegale di specie selvatiche;

54. esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'elaborazione e l'adozione di un protocollo ambizioso ed efficace sui reati ambientali nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, come indicato nella strategia dell'UE per la lotta alla criminalità organizzata[10] 2021-2025, che includa una disposizione che obblighi le parti a configurare come reato l'importazione e il commercio di specie selvatiche prelevate illegalmente dal paese di origine;

55. accoglie con grande favore la proposta di revisione della direttiva sulla tutela penale dell'ambiente (2008/99/CE) al fine di includere la maggior parte delle forme di reati ambientali in modo che siano punibili con pene o sanzioni armonizzate, dissuasive, efficaci e proporzionate;

56. invita la Commissione a garantire il coordinamento dell'attuazione della direttiva sulla tutela penale dell'ambiente, delle normative dell'UE sul commercio di specie selvatiche e del piano d'azione rivisto dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche, ricorrendo nel modo più efficace agli strumenti offerti nell'ambito dei diversi quadri di riferimento;

57. chiede l'inclusione della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e dell'inquinamento acustico sottomarino tra i reati elencati nella direttiva riveduta sulla tutela penale dell'ambiente;

58. si rammarica che la proposta non preveda considerazioni sul benessere degli animali; invita la Commissione a garantire che a norma della direttiva rivista sulla tutela penale dell'ambiente la crudeltà verso gli animali sia considerata una circostanza aggravante che comporta pene più severe;

59. esorta la Commissione ad adottare orientamenti specifici dell'UE per affrontare la criminalità informatica connessa alle specie selvatiche, garantendo l'attuazione di politiche armonizzate negli Stati membri e la collaborazione tra tutti i pertinenti portatori di interessi;

60. esorta gli Stati membri ad attuare pienamente e con efficacia le decisioni CITES 18.81-18.85 sui reati contro le specie selvatiche associati a Internet nonché ad avvalersi pienamente degli orientamenti di Interpol dal titolo "Wildlife Crime Linked to the Internet – Practical Guidelines for Law Enforcement Practitioners" (Reati contro le specie selvatiche associati a Internet – Orientamenti pratici per i professionisti preposti all'azione di contrasto) elaborati per attuare le pertinenti disposizioni della decisione CITES 17.93;

61. esorta l'UE a promuovere e sostenere iniziative per migliorare in modo significativo la capacità di recupero e riabilitazione delle specie selvatiche attraverso le risorse, i finanziamenti, la formazione e soprattutto l'istituzione di una rete di strutture di recupero e riserve competenti e accreditate nonché di piani d'azione nazionali per la gestione degli animali vivi confiscati;

62. osserva che la scarsa capacità delle riserve e dei centri di recupero può contribuire alla mancata applicazione delle pertinenti disposizioni sul commercio di specie selvatiche da parte di uno Stato membro e può portare a misure inadeguate per scoraggiare i reati contro le specie selvatiche; ritiene che la direttiva rivista sulla tutela penale dell'ambiente potrebbe contenere, ad esempio, norme per la gestione dei proventi confiscati, comprese cure adeguate per gli animali vivi confiscati;

63. sottolinea l'importanza di intraprendere sistematicamente indagini finanziarie e procedure di recupero dei beni; invita l'UE e gli Stati membri a sostenere misure volte a sequestrare i flussi finanziari illeciti dannosi e a confiscare i proventi dei reati relativi alle specie selvatiche;

64. invita gli Stati membri ad attuare e promuovere una comunicazione coerente e trasparente su tutti gli animali vivi sequestrati o confiscati alla CITES, a Europol e ai paesi d'origine;

Approccio "One Health" e ruolo della CITES nella riduzione del rischio di future malattie zoonotiche associate al commercio internazionale di specie selvatiche

65. ricorda che, secondo l'IPBES, il 70 % delle malattie emergenti e delle pandemie è di origine animale; esprime profonda preoccupazione, non da ultimo alla luce della pandemia di COVID-19 in corso, per l'insorgenza e la diffusione sempre più frequenti di malattie zoonotiche trasferite dagli animali all'uomo (antropozoonosi), che sono aggravate dai cambiamenti climatici, dal degrado ambientale, dai cambiamenti di uso del suolo, dalla deforestazione, dalla distruzione e dalle pressioni sulla biodiversità e sugli habitat naturali, dal traffico illegale di animali selvatici e dai modelli di produzione e consumo alimentari insostenibili; sottolinea che è necessario approfondire le conoscenze relative ai legami tra la comparsa di malattie, da un lato, e il commercio legale e illegale di specie selvatiche, la conservazione e il degrado degli ecosistemi, dall'altro;

66. sottolinea che il rischio di pandemia può essere notevolmente ridotto limitando le attività umane che causano la perdita di biodiversità e che il costo stimato della riduzione dei rischi di pandemie è 100 volte inferiore rispetto al costo della risposta ad esse; sottolinea l'importanza fondamentale della protezione e del rispristino degli habitat delle specie selvatiche per prevenire altre pandemie di origine animale; esorta tutte le parti a intensificare i propri sforzi;

67. esorta l'Unione e tutte le altre parti a garantire il benessere degli animali vivi nel commercio e nelle strutture di allevamento, riconoscendo le prove scientifiche a sostegno del fatto che cattive condizioni di benessere nel mantenimento, nel trasporto e nel commercio sono collegate all'insorgere e alla diffusione di malattie e minacciano quindi la salute degli animali e degli esseri umani; sottolinea i vantaggi di un elenco positivo a livello dell'Unione degli animali autorizzati come animali da compagnia a tale riguardo;

68. invita la Commissione a utilizzare i dialoghi sulle normative previsti negli accordi di libero scambio allo scopo di promuovere rigorose norme dell'Unione in materia sanitaria, fitosanitaria e di benessere degli animali, onde ridurre al minimo il rischio di future epidemie e pandemie; invita inoltre la Commissione a prendere in considerazione, se necessario, l'adozione di una moratoria sulle importazioni di animali selvatici o di qualsiasi altra specie provenienti da focolai di malattie infettive emergenti al fine di affrontare qualsiasi preoccupazione in materia di sicurezza;

69. sottolinea l'importante ruolo che la CITES dovrebbe svolgere nel prevenire future pandemie in quanto autorità internazionale di regolamentazione del commercio di specie selvatiche;

70. sottolinea gli orientamenti dell'Organizzazione mondiale della sanità, dell'Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, che invitano le autorità nazionali competenti a sospendere il commercio di mammiferi selvatici vivi catturati a fini alimentari o di riproduzione e a chiudere le sezioni dei mercati alimentari che vendono mammiferi selvatici vivi catturati come misura di emergenza, a meno che non esistano norme efficaci dimostrabili e un'adeguata valutazione dei rischi, e sottolinea le raccomandazioni dell'IPBES di eliminare dal commercio di specie selvatiche le specie vive, che secondo la revisione degli esperti implicano un rischio elevato di insorgenza di malattie; invita la Commissione e gli Stati membri dell'Unione a sostenere la comunità globale nell'affrontare la questione del commercio e della vendita sui mercati di animali selvatici vivi per il consumo umano, in particolare gli uccelli e i mammiferi, in vista della loro progressiva eliminazione, quale passo fondamentale per raggiungere l'obiettivo di evitare future pandemie di origine zoonotica;

71. sottolinea l'importante ruolo della Commissione e degli Stati membri nel coordinare e sostenere l'approccio "One Health" nell'Unione e nel difenderlo in tutti i consessi internazionali; chiede l'urgente adozione di una nuova risoluzione che incoraggi le parti ad istituzionalizzare un approccio "One Health" all'uso e al commercio delle specie selvatiche, utilizzando la definizione operativa di "One Health" elaborata dal gruppo di esperti di alto livello "One Health" (OHHLEP), in sede di attuazione della convenzione e nel loro diritto nazionale e a intraprendere adeguate analisi dei rischi e programmi di prevenzione per quanto riguarda la salute animale, umana e ambientale nella fase di valutazione delle richieste di permessi e certificati legati al commercio di specie selvatiche;

72. osserva con preoccupazione che significative quantità di carne provenienti da animali domestici e selvatici sono ancora contrabbandate negli Stati membri attraverso i passeggeri degli aerei, causando rischi per gli animali, la salute umana e la biodiversità; invita la Commissione a intensificare la raccolta di dati su questo fenomeno insieme agli Stati membri nonché a promuovere e coordinare una risposta dell'UE alle importazioni illegali di carne;

73. accoglie con favore l'intenzione della CITES di lavorare assieme all'OIE al fine di sviluppare un programma di lavoro comune per colmare in modo collaborativo le lacune nelle conoscenze e individuare soluzioni pratiche ed efficaci per ridurre i rischi di salto di specie nelle catene di approvvigionamento delle specie selvatiche; incoraggia la CITES a proseguire il consolidamento della collaborazione attiva con altre organizzazioni e convenzioni internazionali coinvolte nella prevenzione delle zoonosi seguendo un approccio "One Health";

74. ricorda l'importanza di coinvolgere le popolazioni indigene e le comunità locali in merito alla conservazione delle specie e all'attuazione della convenzione; riconosce la dipendenza di alcune comunità dalle specie elencate nella CITES per il loro sostentamento; deplora il fatto che nella CITES non vi sia un certo livello di riconoscimento delle popolazioni indigene e delle comunità locali, a differenza della convenzione sulla diversità biologica; ritiene che le riunioni della CITES trarrebbero vantaggio dalla rappresentanza e dalla partecipazione delle popolazioni indigene e delle comunità locali e deplora gli scarsi progressi compiuti finora; esorta le parti e il segretariato a continuare il lavoro per definire e attuare meccanismi efficaci, affinché le voci delle popolazioni indigene e delle comunità locali siano ascoltate;

75. invita l'Organizzazione mondiale della sanità a prendere posizione contro l'uso degli animali selvatici in medicina, in particolare contro l'uso delle specie classificate come (quasi) minacciate, vulnerabili o a rischio di estinzione nella lista rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali (IUCN);

Modifiche alle appendici della CITES

76. è pienamente favorevole alle proposte concernenti gli inserimenti negli elenchi presentate dall'Unione e dagli Stati membri per modificare le appendici della CITES;

77. invita gli Stati membri a sostenere le proposte alla COP21, presentate o promosse dai paesi dell'area di distribuzione, volte a inserire specie o a trasferirle dall'appendice II all'appendice I,

78. invita gli Stati membri dell'Unione e le altre parti della CITES a sostenere le proposte presentate alla COP21 per migliorare la protezione di rettili, anfibi, uccelli, pesci e mammiferi che sono minacciati dal commercio internazionale destinato al mercato degli animali da compagnia, riconoscendo che il mercato degli animali esotici da compagnia e il numero delle specie coinvolte sono in crescita, sia nell'Unione che a livello internazionale;

79. invita l'Unione e tutte le parti della CITES a rispettare il principio di precauzione per quanto riguarda la protezione delle specie in tutte le loro posizioni formali sui documenti di lavoro e sulle proposte di inserimento nell'elenco, e a tenere pienamente conto, in particolare, del principio "chi utilizza paga", del principio dell'azione preventiva, del principio delle migliori informazioni scientifiche disponibili e dell'approccio ecosistemico;

80. esorta l'UE a chiedere la revisione della risoluzione Conf. 9.21 (Rev. CoP18) sull'interpretazione e l'applicazione delle quote per le specie incluse nell'appendice I, al fine di aumentare la frequenza con cui le quote di queste specie, che hanno il livello massimo di protezione nelle appendici, vengono riviste, dato che l'attuale periodo di nove anni (tre periodi intersessionali) è troppo lungo;

81. sostiene le raccomandazioni volte a rafforzare la protezione e la conservazione delle specie, compresi gli squali e le razze, le tartarughe marine, i cavalli marini, i grandi felini, gli elefanti, l'antilope tibetana e l'antilope saiga;

82. esorta l'Unione a promuovere l'istituzione di un processo trasparente e inclusivo per un'ulteriore revisione globale e definita nel tempo della ris. Conf. 10.21 sul trasporto di animali vivi e le linee guida CITES correlate sul trasporto non aereo; chiede la costituzione di un gruppo di lavoro comune del comitato animali e piante in materia di trasporto degli animali, con il mandato di gestire la revisione periodica delle linee guida e di elaborare gli emendamenti alla ris. Conf. 10.21 (Rev. CoP16), di migliorare i requisiti dettagliati per il trasporto, chiarendo le responsabilità sulla conformità, e di rivederne l'attuazione a opera delle parti;

83. invita l'UE e gli Stati membri a promuovere l'adozione di una decisione proposta dal comitato permanente per riconvocare la task force CITES sui rinoceronti, sottolineando il fatto che il bracconaggio e il commercio illegale dei corni di rinoceronte continuano a essere le minacce principali alla sopravvivenza dei rinoceronti africani e asiatici;

Questioni specifiche per specie

Squali e razze

84. sottolinea che gli squali e le razze hanno un ruolo fondamentale nel mantenere sana la vita degli oceani e che una nuova ricerca pubblicata in seguito alla CoP18 CITES indica che al momento il 37 % delle specie di squali e razze è già a rischio di estinzione, il che rappresenta la seconda percentuale più alta tra tutti i gruppi di vertebrati dopo gli anfibi[11]; evidenzia che uno dei principali motori di questo declino è il commercio internazionale dei loro prodotti e che l'Unione è uno dei principali esportatori e commercianti di parti di squalo e dei prodotti derivati;

85. deplora il fatto che ad oggi solo il 25 % delle specie colpite dal commercio di pinne sia elencato nell'appendice II della CITES; esorta l'UE a chiedere al segretariato, al comitato permanente e alle parti della CITES di approfondire e affrontare lo squilibrio preoccupante e critico, individuato nel documento SC74  67.2, tra i livelli di cattura e di commercio delle specie di squali elencate nella CITES e a identificare le potenziali fonti di segnalazioni incomplete o del commercio illegale di tali specie;

86. accoglie quindi con favore la proposta della Commissione di decisione del Consiglio che include una proposta di appendice II che integrerebbe l'intera famiglia degli squali martello nel quadro del regolamento CITES;

87. esorta l'UE, che ha un ruolo fondamentale nella pesca e nel commercio mondiali di squali, a sostenere la proposta, guidata dal paese che ospita la CoP19, Panama, di inserire i carcarinidi (famiglia Carcharhinidae)  nell'appendice II, insieme agli altri esemplari della famiglia Carcharhinidae che hanno le caratteristiche per essere inseriti in quanto specie simili, ovvero di aspetto analogo;

Grandi felini

88. riconosce che alcune specie di grandi felini sono tra le specie CITES a maggior rischio di estinzione, con popolazioni che continuano a diminuire fino alle recenti estinzioni a livello nazionale, e che la conservazione e il commercio delle specie di grandi felini elencate nella CITES hanno sofferto della mancanza di attenzione e di sostegno finanziario rispetto ad altre questioni trattate dalla CITES;

89. esorta l'Unione a istituire un Fondo per la conservazione delle specie di grandi felini che sostenga, tra l'altro, l'attuazione delle risoluzioni e delle decisioni della CITES specifiche per i grandi felini, l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese e definite nel tempo nonché i risultati e i prodotti della task force sui grandi felini della CITES;

90. esorta ulteriormente l'Unione ad assicurare che il segretariato della CITES adotti un approccio basato sul rischio per l'attuazione delle missioni della CITES nei paesi con strutture di cattività per grandi felini asiatici che destano preoccupazione;

91. osserva con grande preoccupazione che tutte le cinque specie del genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi) hanno uno stato di conservazione sfavorevole, che varia da "quasi minacciate" a "a rischio di estinzione", mentre le loro popolazioni sono in calo;

92. esorta tutte le parti a vietare, senza eccezioni, il commercio commerciale delle cinque specie del genere Panthera (tigri, leoni, giaguari, leopardi e leopardi delle nevi); invita inoltre gli Stati membri a vietare l'allevamento in cattività di tali specie da parte di privati, tranne gli zoo dotati di licenza, in quanto esso può facilitarne il commercio illecito;

93. sottolinea che il commercio legale di specie allevate in cattività, come le tigri o gli altri grandi felini, è molto dannoso, dato che stimola la domanda, complica le attività di contrasto e fornisce ampie opportunità di riciclaggio;

94. chiede la chiusura degli allevamenti di tigri e che si metta fine al commercio di tigri allevate in cattività e delle loro parti;

95. invita la Commissione, gli Stati membri e tutte le parti della CITES a garantire che il leone africano sia inserito nell'appendice I per conferirgli uno stato di protezione ottimale e chiede sia operato un giro di vite sul commercio illegale del leone africano, destinato principalmente ai paesi asiatici;

Elefanti

96. invita la Commissione a sostenere pienamente e a difendere attivamente l'inclusione di tutti gli elefanti africani nell'appendice I della CITES e a opporsi ai tentativi di declassamento di qualsiasi popolazione di elefanti dall'appendice I all'appendice II;

97. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere lo sviluppo di un quadro giuridico semplice e unificato sul commercio degli elefanti africani selvatici vivi catturati nel loro habitat selvatico, limitando le esportazioni ai programmi di conservazione in situ o a zone selvatiche sicure nell'area di distribuzione naturale e storica della specie in Africa;

98. sottolinea la posizione degli Stati dell'area di distribuzione dell'elefante africano appartenenti alla Coalizione per l'elefante africano e del gruppo di specialisti dell'elefante africano della commissione per la sopravvivenza delle specie dell'IUCN, che non approva la rimozione degli elefanti africani dall'habitat selvatico per qualsiasi uso in cattività;

99. esorta l'Unione a sottolineare la scarsa attuazione attuale di tutte le disposizioni delle decisioni CITES 18.226 e 18.227 e incoraggia con forza tutte le parti a considerare tali disposizioni nel loro complesso, pur ricordando gli impegni di diversi Stati dell'area di distribuzione dell'elefante asiatico per realizzare sistemi più sicuri di registrazione, marchiatura e tracciamento di questi animali;

100. esorta la chiusura urgente dei mercati domestici legali di avorio ancora attivi, come in Giappone, e invita l'Unione e tutte le parti a opporsi a qualsiasi proposta che intenda eliminare le limitazioni al commercio dell'avorio;

101. invita la Commissione e gli Stati membri a esigere maggiore trasparenza e una migliore gestione delle scorte e delle riserve di avorio e a incoraggiarne la distruzione;

102. invita l'Unione a dare seguito ai propri suggerimenti alla 74a riunione del comitato permanente della CITES e ad assicurare l'inserimento nelle relazioni del sistema d'informazioni sul commercio di elefanti (ETIS), compresa quella da presentare alla CoP19, di un'analisi dei sequestri di avorio relativi a ciascuna parte che ha mercati domestici legali per gli scambi commerciali di avorio, e a chiedere al segretariato della CITES di usare le informazioni raccolte attraverso il programma MIKE (Monitoring the Illegal Killing of Elephants), ETIS e il processo del piano d'azione nazionale sull'avorio (NIAP) per condurre un'analisi volta a capire dove potrebbero trovarsi le più grandi riserve non dichiarate;

103. esorta l'Unione e gli Stati membri a sostenere la raccomandazione di una revisione del processo del piano d'azione nazionale sull'avorio per garantire che continui a essere adatto allo scopo e chiede ulteriori sforzi delle parti interessate in merito alle scorte di avorio nell'ambito del processo NIAP;

104. invita l'Unione a garantire che il sistema d'informazioni sul commercio di elefanti (ETIS) continui a essere il solido meccanismo e la fonte di informazioni sulle tendenze del commercio illegale di avorio che ha dimostrato di essere per oltre due decenni;

Altre specie

105. invita l'Unione e tutte le parti a:

 sostenere le proposte volte a inserire nell'appendice I l'ippopotamo comune (Hippopotamus amphibius), dati gli attuali timori relativi al declino della popolazione e al commercio della specie;

 sostenere le proposte volte a inserire altre specie di tartaruga nelle appendici della CITES, tra cui quelle che coinvolgono il genere Kinosternon, Claudius e Staurotypus;

 sostenere la proposta avanzata dalla Costa Rica, con il sostegno di altri Stati dell'area di distribuzione, di inserire la rana di vetro (famiglia Centrolenidae)  nell'appendice II della CITES per garantire che il commercio di questa specie sia legale e sostenibile;

 esorta il Botswana a comunicare le attività che sta svolgendo per affrontare il bracconaggio e il commercio illegale di rinoceronti nel quadro della risoluzione Conf. 9.14 (Rev.CoP17) sulla conservazione e sul commercio dei rinoceronti africani e asiatici, date le gravi preoccupazioni sull'aumento del bracconaggio di rinoceronti in Botswana dalla CoP18;

 ad anticipare decisioni e/o emendamenti alla risoluzione Conf. 17.10 sulla conservazione e il commercio di pangolini per incoraggiare le parti che hanno mercati domestici ad adottare tutte le misure per chiudere tali mercati e distruggere le loro riserve di pangolini;

 anticipare le decisioni per chiedere conto al Messico della mancata prevenzione della pesca e del commercio illegali di Totoaba macdonaldi, una specie elencata nell'appendice I, che sta portando la vaquita (Phocoena sinus) all'estinzione, in cui si valuti anche la sospensione del commercio delle specie elencate nella CITES nel rispetto della ris. Conf. 14.3;

106. invita Hong Kong e la Cina a intensificare i controlli alle frontiere per fermare le importazioni di totoaba, destinate principalmente alla Cina;

107. esorta tutte le parti a vietare del tutto il commercio di totoaba;

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108. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle parti della convenzione CITES e al segretariato della convenzione CITES.

Ultimo aggiornamento: 4 ottobre 2022
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