PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Serbia in seguito alle elezioni
5.2.2024 - (2024/2521(RSP))
a norma dell'articolo 132, paragrafo 2, del regolamento
Anna Fotyga, Angel Dzhambazki, Assita Kanko, Joachim Stanisław Brudziński, Witold Jan Waszczykowski, Waldemar Tomaszewski, Adam Bielan, Andżelika Anna Możdżanowska
a nome del gruppo ECR
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B9-0106/2024
B9‑0134/2024
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Serbia in seguito alle elezioni
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall'altra[1], entrato in vigore il 1° settembre 2013,
– vista la domanda di adesione all'UE presentata dalla Serbia il 19 dicembre 2009,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Serbia e il Kosovo, in particolare quelle del 10 maggio 2023 sulla relazione 2022 della Commissione sulla Serbia[2] e del 10 maggio 2023 sulla relazione 2022 della Commissione sul Kosovo[3],
– visti il primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni tra i governi della Serbia e del Kosovo, del 19 aprile 2013, gli accordi del 25 agosto 2015 e il dialogo in corso, facilitato dall'UE, per la normalizzazione delle relazioni,
– visto il processo di dialogo parlamentare co-facilitato dal Parlamento europeo in Serbia,
– viste la dichiarazione e le raccomandazioni adottate in occasione della quattordicesima riunione della commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Serbia del 23 e 24 novembre 2022,
– vista la sua risoluzione del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo[4],
– vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sull'aggressione nei confronti dell'Ucraina, adottata il 2 marzo 2022,
– visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che, in seguito alle elezioni parlamentari e locali anticipate svoltesi il 17 dicembre 2023, il partito progressista serbo di Aleksandar Vučić (Srpska napredna stranka — SNS) è stato proclamato vincitore delle elezioni dalla commissione elettorale nazionale;
B. considerando che i partiti dell'opposizione hanno accusato il presidente Vučić di aver commesso frodi durante le elezioni, in particolare nella capitale Belgrado; che la commissione elettorale nazionale ha respinto le accuse dell'opposizione; che la Corte costituzionale non si è ancora pronunciata sulla controversia;
C. considerando che, secondo una dichiarazione dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE/ODHIR), le elezioni svoltesi in Serbia il 17 dicembre 2023, sebbene siano state tecnicamente ben gestite e abbiano offerto agli elettori una scelta di alternative politiche, sono state dominate dal coinvolgimento decisivo del Presidente, il che, unitamente ai vantaggi sistemici del partito al governo, ha creato condizioni ingiuste; che la relazione finale dell'ODIHR non è ancora stata presentata; che gli osservatori internazionali hanno segnalato gravi irregolarità nelle elezioni di dicembre, affermando che l'SNS aveva ottenuto un ingiusto vantaggio a causa della parzialità dei media, dell'indebita influenza del presidente Aleksandar Vučić e delle irregolarità di voto, quali "l'acquisto di voti" e "il deposito di schede illegali nell'urna", e hanno inoltre affermato che le elezioni serbe si sono tenute in un clima generale di "condizioni ingiuste", chiedendo l'avvio di un'indagine sui loro risultati; che le autorità serbe hanno negato qualsiasi irregolarità;
D. considerando che la condanna delle elezioni all'interno del paese si è intensificata a causa delle brutali percosse e del ricovero in ospedale del leader dell'opposizione Nikola Sandulović, a quanto sembra per mano delle forze di sicurezza serbe;
E. considerando che migliaia di persone hanno manifestato pacificamente a Belgrado per chiedere l'annullamento delle elezioni e la possibilità di tenerne di nuove;
F. considerando che, nella loro dichiarazione del 19 dicembre 2023, il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il commissario per il Vicinato e l'allargamento, Olivér Várhelyi, hanno preso atto delle osservazioni iniziali dell'ODIHR concludendo con preoccupazione che il processo elettorale richiede miglioramenti tangibili e ulteriori riforme;
G. considerando che lo Stato di diritto e il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche in Serbia rimangono una sfida fondamentale per il processo di adesione della Serbia all'UE;
H. considerando che la metodologia di allargamento riveduta stabilisce chiaramente che i progressi compiuti in relazione agli aspetti fondamentali determinano l'andamento generale dei negoziati;
I. considerando che ci si attende che tutte le segnalazioni credibili di irregolarità saranno trattate in modo trasparente dalle autorità competenti e dagli osservatori internazionali e che ciò include anche le accuse relative alle elezioni locali di Belgrado e di altri comuni;
J. considerando che il Cremlino ha condannato le manifestazioni di protesta pubbliche contro le elezioni generali fraudolente della Serbia, etichettandole come tentativi occidentali di rovesciare il governo e orchestrare un altro "colpo di Stato di Maidan";
K. considerando che la tutela dei diritti delle minoranze è un pilastro importante della politica di allargamento dell'UE;
L. considerando che nel marzo 2014 l'Unione ha adottato una serie di sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia, che sono state ulteriormente rafforzate dopo l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022; che la maggior parte degli Stati membri considera reato anche la violazione delle sanzioni dell'UE; che la Serbia sta attualmente cooperando con l'Unione per prevenire l'elusione delle misure restrittive dell'UE, sebbene non sia ancora pienamente allineata alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'Unione;
M. considerando che i media serbi continuano ad affrontare sfide, quali minacce derivanti da pressioni politiche rivolte ai giornalisti e l'impunità per i crimini commessi nei loro confronti; che l'accordo sul percorso verso la normalizzazione tra il Kosovo e la Serbia, concluso il 18 marzo 2023, prevede obblighi specifici che entrambe le parti sono tenute a rispettare prima di poter accelerare il loro processo di adesione all'UE;
N. considerando che il perdurare delle strette relazioni politiche, economiche e persino militari della Serbia con la Russia sollevano interrogativi circa l'orientamento strategico della Serbia; che la Serbia non ha imposto sanzioni economiche, finanziarie, commerciali o energetiche nei confronti della Russia per il suo attacco all'Ucraina; che la Serbia continua a beneficiare di accordi commerciali, investimenti, contratti energetici e altri impegni con Mosca;
O. considerando che la Serbia ha accolto migliaia di immigrati russi, molti dei quali esprimono forti sentimenti antiucraini, antiamericani e anti-UE e sostengono l'agenda mini-imperialista della Serbia nei Balcani;
P. considerando che la Serbia continua ad acquistare una serie di armi dalla Russia e che ha rafforzato i suoi legami istituzionali e di intelligence con Mosca, fornendo al Cremlino informazioni sulle forze NATO e statunitensi nella regione, il che contribuisce all'addestramento di agenti e sabotatori, crea le condizioni per una più ampia destabilizzazione nella regione e accresce la dipendenza della Serbia dalla Russia;
Q. considerando che Mosca ha reclutato alcune centinaia di soldati semplici serbi per un dispiegamento immediato in Ucraina; che si sta creando un'"unità serba" nell'ambito della 106a divisione aviotrasportata russa delle guardie;
R. considerando che si ritiene che agenti dei servizi segreti serbi abbiano picchiato Nikola Sandulović poco dopo che quest'ultimo si era scusato per i crimini contro l'etnia albanese;
S. considerando che l'indipendenza della magistratura in Serbia continua a far fronte a sfide significative, quali la costante influenza politica sulle nomine dei giudici e la pressione esterna sulle loro decisioni;
1. si attende che, a seguito dell'adozione della relazione finale dell'OSCE/ODIHR, la Serbia attui rapidamente le raccomandazioni per le future elezioni; sottolinea l'importanza di difendere il diritto alla manifestazione pacifica, sottolineando nel contempo che la violenza non rappresenta una soluzione ed è inaccettabile e che, pertanto, gli interventi della polizia devono essere proporzionati e rispettare i diritti fondamentali garantiti dallo Stato di diritto;
2. si attende che la Serbia dimostri chiaramente la propria determinazione a portare avanti il processo di adesione accelerando i lavori sull'attuazione delle riforme connesse all'adesione all'UE in tutti i settori e ottenendo risultati reali e tangibili, in particolare nell'ambito dello Stato di diritto e della normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, attraverso la rapida attuazione di tutti gli impegni assunti nel quadro del dialogo facilitato dall'UE, compreso l'accordo sul percorso verso la normalizzazione e il relativo allegato di attuazione;
3. ribadisce la forte aspettativa dell'Unione che la Serbia intensifichi, con la massima priorità, i suoi sforzi per allinearsi pienamente alle posizioni e alle misure restrittive dell'UE nell'ambito della PESC, in particolare quelle imposte alla Federazione russa dopo la sua invasione dell'Ucraina;
4. è seriamente preoccupato per il rafforzamento dei legami tra la Serbia e la Russia e per la crescente dipendenza della Serbia dagli investimenti e dal commercio russi;
5. esorta la Serbia a compiere ulteriori sforzi e a dar prova di un fermo impegno politico nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata al fine di conseguire risultati tangibili;
6. ritiene che la Serbia dovrebbe migliorare il contesto generale relativo alla libertà di espressione e all'indipendenza dei media e incoraggia la Serbia a intensificare gli sforzi per l'effettiva attuazione del suo piano d'azione della strategia per i media;
7. esprime preoccupazione per le frequenti riunioni ad alto livello tra i leader serbi e le autorità russe, anche in Russia; ricorda alle autorità serbe che l'approfondimento delle relazioni con la Russia contravviene agli interessi europei comuni;
8. prova particolare sgomento nel constatare la crescente cooperazione della Serbia con la Russia nell'ambito degli scambi militari e di intelligence, nonché la creazione di un'unità di volontari serbi destinatati a combattere in Ucraina nelle fila russe;
9. condanna fermamente le azioni russe in Serbia e nei Balcani occidentali in generale, che mirano a compromettere la credibilità dell'UE, della NATO e degli Stati Uniti e a sfruttare i sentimenti locali per destabilizzare ulteriormente la regione;
10. chiede un'indagine urgente sul rapimento e la tortura presunti del politico dell'opposizione serba Nikola Sandulović da parte di agenti dei servizi segreti nonché di consegnare alla giustizia coloro che hanno emesso tale ordine, nonché i responsabili della sua esecuzione;
11. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché ai Presidenti, ai governi e ai parlamenti della Serbia e del Kosovo.