La crisi del settore automobilistico dell'UE, le potenziali chiusure di impianti e la necessità di migliorare la competitività e mantenere i posti di lavoro in Europa (discussione)
Antonio Decaro (S&D). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, le difficoltà dell'automotive europeo sono sotto i nostri occhi e noi abbiamo il dovere di occuparcene, vista la rilevanza di questo settore per l'occupazione e per il PIL europeo.
Sbaglia però chi propone di rallentarne la transizione green o di cambiare il target 2035: non è quello che ci chiedono le imprese, che sull'elettrico hanno investito oltre 250 miliardi di euro. Cina e Stati Uniti vanno in quella direzione e ci vanno molto rapidamente, accompagnando l'innovazione con ingenti risorse pubbliche.
Non si tratta quindi di rallentare il percorso ma di accelerare sapendo che la competitività deriva dall'insieme delle componenti dell'ecosistema dell'auto elettrica: riduzione del costo dell'energia e potenziamento delle reti elettriche, approvvigionamento delle materie prime critiche, produzione e riciclo di batterie, microprocessori, standard di software europei, formazione dei lavoratori, incentivi alla domanda per ridurre il gap di prezzo rispetto alla Cina, orientamento delle flotte aziendali.
Sì, dunque, alla richiesta di anticipare l'assessment previsto per il 2026. Ma soprattutto chiediamo alla Commissione di varare con urgenza un Automotive Action Plan che abbracci tutte le componenti dell'ecosistema e ne sostenga l'evoluzione con risorse adeguate.