La crisi del settore automobilistico dell'UE, le potenziali chiusure di impianti e la necessità di migliorare la competitività e mantenere i posti di lavoro in Europa (discussione)
Mariateresa Vivaldini (ECR). – Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la crisi del settore dell'automotive è una realtà: il fallimento delle vostre politiche green degli ultimi cinque anni ha avuto come uniche conseguenze calo delle vendite, aziende chiuse e disoccupazione.
Va bene ridurre le emissioni, è giusto e va fatto, ma non a scapito della competitività di un settore che vale il 7% del PIL europeo e dà lavoro a 13 milioni di persone.
Sappiamo che l'elettrico non è la soluzione. Già nel 2017 Marchionne avvertiva che, senza prima sapere come produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili, l'elettrico avrebbe rappresentato una minaccia per il nostro pianeta.
La legislazione dell'Unione europea non solo ha forzato quel percorso, ma con la sua strategia fallimentare ci ha consegnato un'Europa più povera in termini economici, occupazionali, di innovazione e di ricerca.
Commissario, il settore chiede di anticipare la verifica dei risultati raggiunti dalle diverse tecnologie, nel mercato e nei risultati ambientali, senza attendere la verifica del 2026. Tocca alla politica dare una risposta e darla in fretta. Il punto è capire se questa Europa, pervasa di ideologia green, sia disposta ad ascoltare.