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Resoconto integrale delle discussioni
Venerdì 20 settembre 1996 - Strasburgo Edizione GU

3. OCM della carne bovina

  Presidente . – L"ordine del giorno reca la relazione (A4‐0281/96) presentata dall"on. Funk a nome della commissione per l"agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di regolamento CE del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 805/68 in materia di organizzazione comune del mercato della carne bovina (COM(96)0422 – C4‐0447/96‐96/0211 CNS)).

  Funk (PPE), relatore. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario Fischler, onorevoli colleghi, oggi votiamo sulla modifica dell'organizzazione comune di mercato della carne bovina. Il Consiglio e la Commissione avevano previsto una procedura d'urgenza per il 4 e il 5 settembre, ma essa era stata a suo tempo respinta dalla commissione competente, in quanto non disponevamo di documenti. Il Consiglio ha rinnovato la sua richiesta in merito all'urgenza il 10 settembre, e lunedì 16 settembre 1996 la commissione per l'agricoltura l'ha accolta. Nel contempo, tuttavia, essa respingeva il ricorso alla procedura d'urgenza per la modifica del regolamento di sostegno ai seminativi e per il potenziamento dell'efficacia della struttura agricola. Queste decisioni sono state convalidate dall'intero Parlamento il 17 settembre con un'ampia maggioranza. La commissione ed il Parlamento respingono le proposte della Commissione sul finanziamento della crisi bovina: nella stampa si leggeva che neppure il Consiglio approva questa modalità di finanziamento.

La drammatica crisi del mercato della carne bovina richiede un intervento tempestivo, ma non può ricadere sui cerealicoltori: più della metà degli ingrassatori, signor Commissario, sono infatti al contempo anche cerealicoltori. Ciò altro non significa se non che questi ultimi, per volere della Commissione, debbono farne le spese. Nella motivazione della Commissione si dice che la flessione del consumo di carne bovina ammonta al 20‐30 %: questa è, per sua ammissione, la portata dei danni. Non è più necessario che se ne discuta: alla luce di tutto ciò, dobbiamo elaborare nuove strategie, il che non è fattibile senza ripristinare la fiducia dei consumatori nella carne bovina. Il programma di lotta contro la malattia dev'essere condotto senza esitazioni: la decisione di ieri è controproducente, e non ci fa affatto progredire.

(Applausi)

Si deve subito provvedere all'introduzione di un sistema obbligatorio di contrassegno di origine e qualità per la carne bovina esente da BSE: bisogna potenziare le informazioni e la pubblicità in merito a tale carne. Le possibilità di sgravare il mercato sono lungi dall'essere esaurite; sono previste anche azioni promozionali per i gruppi della popolazione socialmente sfavoriti. A tal riguardo, abbiamo fatto in passato una buona esperienza per quanto concerne il burro. Vanno condotti negoziati con i paesi PECO, in quanto si rischia un circolo vizioso: compriamo i vitelli, li ingrassiamo, e la carne fa ritorno in questi paesi a migliore mercato. Bisogna chiedersi se si possano apportare determinate modifiche contro compensazione: un aumento a breve termine dei quantitativi d'intervento, dovuto all'imminente discesa dai pascoli, è inevitabile, ma questo provvedimento è la forma più costosa di sgravio del mercato, in quanto successivamente la carne vi viene reimmessa. Per ridurre questi grossi quantitativi di carne, ho cercato, coi miei emendamenti, di creare nuovi incentivi al macello degli animali più leggeri. Questi ultimi vengono imputati al limite superiore: non metto in discussione l'estensivizzazione, ma ritengo che tre categorie siano poco gestibili dal punto di vista democratico, e suscitino altresì confusione negli agricoltori. Lei, signor Commissario, ha parlato, in un'importante rivista specializzata, di un valido programma attuato in Austria, un'iniziativa riguardante i vitelli da latte. Purtroppo, però, non abbiamo reperito questo valido spunto nelle sue proposte: la pregherei ed esorterei ad offrire tali opportunità, quando siano valide.

Gli agricoltori rischiano il crollo di un mercato in precedenza funzionante, e non vedono di buon occhio i politici. La prego quindi, signor Commissario, di cercare, col Consiglio e con noi, soluzioni adeguate per ovviare a tale piaga. Tutti debbono contribuire adeguatamente a riequilibrare domanda ed offerta. Di regola, molte delle proposte del Parlamento vengono respinte lapidariamente dalla Commissione, ma a prescindere da quali siano le migliori proposte, abbiamo bisogno di un successo, signor Commissario! Dobbiamo risolvere con successo l'attuale crisi! Non ho la pretesa di essere il migliore: se lo è lei, me ne rallegro, e la prego di formulare le proposte, ma in modo tale da conseguire un successo! È questo che conta. Gli agricoltori danneggiati, i produttori di carne, i consumatori disorientati, i dipendenti del settore della carne bovina sono tutti colpiti: già oggi si riconosce che le trascuratezze politiche, i controlli non eseguiti, le valutazioni tecniche erronee sono responsabili della catastrofe sul mercato della carne bovina. In tutto questo, gli agricoltori sono per lo più le vittime, e non i colpevoli: ciò è determinante e deve essere tenuto presente all'atto della formulazione di proposte finanziarie. Prego con urgenza il Parlamento di accogliere la mia proposta: gli accadimenti di stanotte in Gran Bretagna rappresentano un ulteriore esempio della necessità assoluta di appoggiare la relazione.

(Vivi applausi)

  McCartin (PPE), relatore per parere della commissione per i bilanci. – (EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare l'onorevole Funk per aver voluto preparare con tanta cura la sua relazione nonostante il poco tempo a disposizione. Dev'essere confortante per gli agricoltori dell'Unione europea sapere che in questo Parlamento esistono persone solidali con loro e ben informate. Desidero inoltre ringraziare il Commissario per come ha gestito questa gravissima crisi e per la competenza e abilità dimostrate.

Alla luce delle attuali restrizioni di bilancio non è realistico pensare a domande di compensazione illimitate per gli agricoltori europei. In questo e nel prossimo esercizio la Commissione propone di spendere complessivamente più di 3 miliardi di ECU per sostenere gli allevatori di bovini nel corso della presente crisi. Bisogna riconoscere che gli agricoltori continueranno a perdere 3 miliardi di ECU all'anno. Nel paese che rappresento, l'Irlanda, gli agricoltori che dipendono notevolmente da tali finanziamenti si ritroveranno con un reddito decurtato di almeno altri 300 milioni di ECU nonostante tali misure. Pertanto non esiste la possibilità di finanziare tutte queste perdite mediante l'attuale bilancio dell'Unione europea.

È un pò difficile presentare e discutere una misura in Aula senza sapere quali costi comporti e avere un'idea di come sostenerli. È compito di un parlamento far sì che le risorse vengano rese disponibili.

La commissione per i bilanci ritiene che queste misure vadano accolte, ma debbano essere finanziate con le risorse disponibili nell'attuale progetto di bilancio. Avendo esaminato i risultati dei bilanci degli ultimi tre esercizi e, in particolare, di quello relativo all'esercizio in corso, dove abbiamo già stanziato 1, 6 miliardi di ECU per far fronte alla presente crisi, mentre la Commissione sta persino prevedendo di rendere disponibili ulteriori 460 milioni di ECU entro la fine dell'anno, credo personalmente che nell'attuale bilancio vi siano risorse sufficienti per fornire i 1, 33 miliardi di ECU che la Commissione propone di spendere per questa misura. Penso che non sia necessario sconvolgere tutti gli accordi presi con gli altri settori nel corso della riorganizzazione della politica agricola comune e che i fondi necessari possano essere trovati. Se così non fosse, riteniamo sia possibile prevedere per la fine dell'anno un bilancio suppletivo che ripristini per il miliardo di ECU cancellato dal Consiglio e che la soluzione possa almeno essere contenuta nell'attuale progetto preliminare di bilancio.

  Fischler , Membro della Commissione. – (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, ritengo che tutti noi, in quest'Aula ed anche all'esterno, abbiamo le idee chiare circa la difficile situazione che attraversa attualmente il settore della carne bovina. Dall'inizio della crisi della BSE, quest'anno, il consumo è calato, in taluni Stati membri, del 20‐30 %, così come i prezzi, che attualmente toccano in due paesi membri il 63 % del prezzo d'intervento, venendosi quindi a trovare molto vicino alla rete di sicurezza.

Purtroppo non vi sono segnali di un miglioramento nel prossimo futuro: nell'avvenire immediato, la tematica della BSE resterà sulla bocca di tutti, e di conseguenza il consumo non potrà tornare ai livelli precedenti. Proprio ora, in autunno, verranno immessi sul mercato notevoli quantitativi di bovini, senza che vi sia una domanda corrispondente, e, come sapete, l'intervento si limita a 400000 tonnellate: volume che raggiungeremo prossimamente. In siffatte circostanze, hanno ragione tutti coloro che affermano che abbiamo bisogno urgente di provvedimenti: scopo generale dev'essere però sgravare il mercato e ricondurre al più presto la produzione ad un livello commercializzabile.

Poiché l'Assemblea ha accettato l'urgenza solo per il settore della carne bovina, ma non per la proposta sui seminativi, che costituisce la base finanziaria, il Consiglio si trova in una situazione difficile, in quanto può adottare provvedimenti volti a ridurre la produzione di carne senza peraltro poterli finanziare. È quindi chiaro che i provvedimenti debbono essere fortemente limitati sia sotto il profilo temporale che per quanto riguarda le loro ripercussioni. L'intera problematica potrà essere veramente affrontata soltanto quando avrete dato la vostra valutazione dell'intero pacchetto. A maggior ragione sorprende quindi che, spingendosi oltre la proposta della Commissione, gli emendamenti contemplino spese aggiuntive dell'ordine di grandezza di svariate centinaia di milioni di ecu.

Nelle mie ulteriori osservazioni, intendo riferirmi soltanto alla proposta sulla carne bovina ed ai vostri emendamenti. Anzitutto vorrei ancora chiarire che le proposte sottopostevi sono concepite soltanto come provvedimenti d'urgenza, e non come soluzione definitiva dell'intero problema. La crisi BSE in quanto tale dev'essere vista nel contesto globale del mercato della carne bovina, che si trovava già prima in una situazione difficile, come ho detto chiaramente a voi ed al Consiglio già all'inizio di quest'anno.

I provvedimenti previsti a medio termine servono quindi anzitutto a creare il margine di manovra necessario per poter nuovamente smaltire, prima o poi, gli stock d'intervento. Le proposte‐fulcro sulla riduzione della produzione di carne bovina consistono in un programma di macellazione dei vitelli e nell'apertura dell'intervento ai vitelloni. Riconosco che la proposta sulla macellazione dei vitelli è assai controversa, ma trattasi di un provvedimento relativamente facile da applicarsi, come si può constatare in Gran Bretagna e Portogallo. Trattasi inoltre del provvedimento meno costoso per ridurre la produzione, poiché interviene nella prima fase del ciclo produttivo e a mio avviso, tenendo conto della situazione eccezionalmente critica, è sostenibile nei confronti dei consumatori preoccupati.

Onorevole Funk, le nostre proposte contengono inoltre, a mò d'integrazione, un programma di macellazione precoce per i vitelli da latte. L'altra alternativa che ho reperito nei suoi emendamenti, consistente nel ridurre la quota delle vacche nutrici anziché macellare vitelli, non è a mio avviso fattibile: infatti, in tal modo indurremmo ora gli agricoltori a macellare le loro vacche nutrici, e vi è tutta una serie di buone ragioni per non farlo. In primo luogo, questa macellazione aggiuntiva di vacche non ridurrebbe, in un primo tempo, l'offerta di carne bovina, bensì la aumenterebbe ulteriormente; in secondo luogo, la diminuzione dei diritti al premio per le vacche nutrici e del numero di queste ultime pregiudicherebbe la futura organizzazione del settore: penso quindi che dovremmo piuttosto valutare tale questione in un contesto di lunga scadenza. In terzo luogo, una sostanziale riduzione – e dobbiamo sempre tener presente che, diversamente da quanto accade per i bovini maschi, per le vacche nutrici abbiamo a che fare con diritti attribuiti individualmente – ci porterebbe probabilmente a dover intraprendere, in fin dei conti, un'iniziativa per l'accaparramento di tali diritti. Sappiamo però che attualmente un milione di questi diritti non è utilizzato, ossia dovremmo acquistare un milione di tali diritti senza alcun effetto. Peraltro, in caso di riduzione della quota delle vacche nutrici non dovremmo forse ridurre anche le quote lattiere, in quanto le vacche da latte producono la maggior parte dei vitelli destinati all'ingrasso? Riassumendo, sono convinto che ora ci si debba occupare dei vitelli e non tanto delle vacche.

Vi ringrazio comunque per aver appoggiato la mia proposta di includere nell'intervento i giovani animali maschi, e per le proposte fatte a tal riguardo in merito all'età ed al peso. Ritengo che valga la pena di prendere in considerazione tale alternativa, ma lascerò ai miei esperti il compito di valutare questo aspetto.

Parallelamente al programma di macellazione dei vitelli ed all'intervento sugli animali giovani propongo anche una riduzione dei contingenti nazionali per l'attribuzione dei premi speciali. Secondo me, ciò dovrebbe essere accettabile per ogni Stato membro, in quanto, a seguito del programma di macellazione dei vitelli, prossimamente saranno richiesti meno premi, e noi abbiamo scelto, quale base di partenza per la nostra proposta, il livello sinora più elevato di notifica.

Ogni Stato membro parte in base alla notifiche registrate per il 1995, e deve assorbire una riduzione del 5 %, ma si tiene conto solo per metà del numero delle notifiche eccedenti quelle previste nel 1992. So che questo provvedimento è vivacemente criticato, soprattutto in quegli Stati membri che finora, per riequilibrare la propria posizione, hanno fatto ricorso sostanzialmente o in buona parte ai premi per i seminativi per le superficie di mais in silo anziché ai premi per i tori.

Dopo un certo periodo di applicazione ritengo però che si potrebbe, tramite una clausola di revisione, tenere debitamente conto di questo problema. Per potenziare i provvedimenti volti a ridurre la produzione propongo infine di ridurre alquanto la densità per la concessione di premi di estensivizzazione, ma tali premi vanno aumentati di conseguenza per quegli agricoltori che sono disposti ad accontentarsi di un coefficiente di densità inferiore ad un'unità di bestiame grosso per ettaro.

Prossimamente dovremo aumentare i quantitativi all'intervento: ciò è inevitabile. Sono però d'accordo con coloro che affermano che quest'ultimo dev'essere mantenuto per il più breve periodo possibile: esso è, e resta, un provvedimento a breve scadenza. Quindi l'aumento proposto vale solo sino all'adozione delle altre misure. Mi chiedo però se l'intervallo previsto di 14 mesi – ed i quantitativi vengono aumentati solo in questo lasso di tempo – sia troppo lungo. O non è forse un obiettivo estremamente ambizioso cercare di tornare entro un anno ai livelli normali di produzione?

Se chiedete poi una riduzione dei pesi d'intervento, ciò ha in linea di massima il mio pieno appoggio. Credo tuttavia che sia più realistico procedere per tappe che non tutto d'un tratto.

Mi è stato altresì chiesto di pronunciarmi brevemente su quanto la Commissione avrebbe deciso mercoledì, e quanto il governo britannico ha deciso ieri. Devo però dire che, a tal riguardo, sono al corrente soltanto della dichiarazione‐stampa di quest'ultimo. Vorrei chiarire diversi aspetti: anzitutto, la Commissione adotta naturalmente le proprie decisioni in base alle conclusioni del vertice di Firenze; in secondo luogo, nella sua ultima riunione la Commissione ha preso atto esclusivamente di una mia relazione sull'ultima seduta del Consiglio. Ho informato la Commissione di aver fatto dinnanzi al Consiglio le stesse affermazioni, ossia che ci atteniamo a Firenze e che inoltre, più di una settimana fa, ho fatto quanto sono sempre solito fare quando ci viene trasmesso un nuovo studio, ossia ho trasmesso entrambi gli studi al comitato multidisciplinare ed al comitato scientifico veterinario: trattasi dello studio che riguarda l'eventuale trasmissione della BSE dalle vacche ai vitelli nonché dello studio sempre più citato nel frattempo con la denominazione di studio di Oxford.

Non si sono potute adottare decisioni su modifiche o simili in quanto nessuno, nella Commissione, lo ha richiesto. E così, almeno mi pare, le cose sono chiare. Le conclusioni di Firenze prevedono quanto segue: in primo luogo, devono essere soddisfatti i requisiti, fra cui rientra un programma aggiuntivo di macellazione. In secondo luogo, una volta soddisfatti i criteri, è prevista un procedura a fasi di rimozione del divieto all'esportazione per cui, stando alla procedura prevista, il governo britannico deve presentare anzitutto un documento di lavoro alla Commissione, la quale lo trasmette ad entrambi i comitati scientifici. Se questi ultimi formulano una raccomandazione positiva, si avvia la procedura decisionale normale prevista in tal caso.

So che il mio pacchetto di proposte, volto a prevedere aiuti per risolvere i problemi del mercato dei bovini, è oggetto di accesi dibattiti. D'altro canto, ad ogni esperto dovrebbe essere chiaro che in una crisi di tale entità è logico che interessi conflittuali conducano a loro volta ad un dibattito controverso. Inoltre, le posizioni di partenza sono sin troppo divergenti da Stato membro a Stato membro. Tuttavia credo che per tutti conti un solo principio, ossia che un aiuto rapido è sempre il più efficace. Vi prego quindi di formulare al più presto il vostro parere sull'intero pacchetto.

  Green (PSE).(EN) Signora Presidente, dal momento che all'inizio della seduta avevo chiesto alla Commissione di fare una dichiarazione sulle ultime notizie provenienti dal governo britannico, vorrei rivolgere una domanda al Commissario Fischler. Le sue proposte, su cui si basa la relazione Funk, partono dal presupposto che il Regno Unito avrebbe ordinato un ulteriore abbattimento di 147.000 capi, cosa che a quanto pare è stata ora sospesa. Se così fosse, quali ne sarebbero le implicazioni per le proposte contenute nella relazione dell'onorevole Funk e che sono state discusse questa mattina in Aula?

  Fischler , Membro della Commissione. – (DE) Signora Presidente, onorevole deputata, vorrei chiarire che le conclusioni di Firenze fanno riferimento al fatto che vengono fissati requisiti che devono essere soddisfatti per procedere alla graduale rimozione del divieto d'esportazione per la Gran Bretagna. Il pacchetto che è oggi in discussione non è il risultato delle conclusioni di Firenze, bensì mira a risolvere la crisi nel settore bovino andando oltre il pacchetto altresì convenuto a Firenze. Allora si era infatti raccomandato di stanziare 850 milioni di ecu per un sostegno diretto all'introito degli agricoltori.

Ecco quanto è stato raccomandato a Firenze, ma i provvedimenti di cui trattasi oggi riguardano tutti e quindici i Paesi membri e non si ricollegano direttamente al quesito di come procedere in futuro circa la rimozione del divieto d'esportazione. Ritengo che questi due aspetti vadano scissi.

  Martens (PPE).(NL) Signor Commissario, la domanda è abbastanza semplice e spero che anche la risposta lo sia. Le decisioni prese dal governo a Londra ieri sono in accordo con le decisioni della Commissione?

  Fischler , Membro della Commissione. – (DE) Signora Presidente, onorevole deputato, a mio avviso le cose sono del tutto chiare: quanto ha deciso ieri il governo britannico si riferisce al futuro modo di procedere in Gran Bretagna. Trattasi, per così dire, di un problema britannico: se le condizioni di Firenze non verranno soddisfatte, non si otterrà la rimozione del divieto all'esportazione.

Il quesito che il governo britannico deve porsi è cosa intenda ottenere. Sintantoché esso non soddisfa questi requisiti, e fino a che non avremo in mano un documento che possiamo esaminare, non si può logicamente parlare di rimozione del divieto d'esportazione. Ciò non ha nulla a che vedere col fatto che abbiamo bisogno di una nuova normativa, ad esempio, per i provvedimenti d'intervento, per cui il prossimo mese supereremo il limite delle 400000 tonnellate. Altrimenti, il mercato della carne bovina crollerà in tutta Europa: è così che vedo le cose.

  Fantuzzi (PSE). – Signora Presidente, come portavoce agricolo del più numeroso gruppo politico presente al Parlamento, confesso la mia incapacità ad esprimere un voto serio e ragionato sugli emendamenti. Io non so, onorevole Funk, chi debba essere più preoccupato, io o lei.

Onorevoli colleghi, sappiate infatti che oggi non diamo il via solo ad un intervento a breve per la carne, per evitare la cosiddetta rete di sicurezza: qui si fa una riforma profonda del regolamento sull'OCM della carne bovina in Europa. Un giochetto da un 1, 4 MECU solo nel '97, che apre, in modo sconcertante, la stagione della riforma della PAC. Dove sono finite, signor Commissario, le buone intenzioni di coinvolgere il Parlamento fin dall'inizio sulle riforme agricole fondamentali?

Io pensavo che la strategia dei documenti di riflessione, aperta con il vino e l'ortofrutta, fosse una scelta permanente. Mesi e mesi per discutere di quei dossier . Per la carne bovina – dossier non meno complesso – abbiamo i documenti il 5 settembre e oggi, 20 settembre, eccoci qui in cento deputati, di venerdì, a fare la riforma. Sembra di sognare ad occhi aperti, specie dopo le decisioni di questa notte che, secondo me, signor Commissario, rimetteranno in discussione oggettivamente, per le loro ripercussioni sul mercato, questa stessa proposta.

Tanto per essere chiari sulle responsabilità, l'urgenza dell'intervento a breve avrebbe potuto esserci chiesta con una proposta di semplice modifica del solo articolo 6 del regolamento 805. Così avrebbe dovuto fare il Consiglio, dopo il nostro voto di appena 15 giorni fa, dove si espresse un chiaro «no» all'urgenza nella sua globalità. Perché ripresentarci adesso tutto il pacchetto nel suo insieme, come se nulla fosse stato, e non scegliere invece la sola strada ragionevole?

Anche per il Parlamento – mi consentano gli onorevoli colleghi – la decisione di separare l'urgenza come si taglia una mela bacata in due, tenendoci la parte buona, cioè quella della spesa, addirittura aumentandola come indica la relazione Funk, e rispedendo al mittente quella cattiva, cioè quella dell'entrata con il taglio ai seminativi, a me non pare una figura molto esaltante. Siamo lo stesso Parlamento che vuole contenere le spese agricole nel bilancio '97? Se c'è un'urgenza, credo che essa riguardi l'uso e la ripartizione delle risorse nel capitolo agricolo, ma l'onorevole Funk ha scelto invece la comodità del silenzio e del rinvio, dopo averci proposto addirittura un aumento delle risorse.

Io credo che non si possa far finta di niente, a maggior ragione dopo la decisione di stanotte del governo. Osi, signor Commissario, perché non mi pare ammissibile che sia la Svizzera a dover dare l'esempio a questa Europa. Ci dia quel minimo di condizioni necessarie per darle una mano: saprà che il nostro gruppo è con lei!

  Arias Cañete (PPE).(ES) Signora Presidente, il nostro gruppo desidera anzitutto congratularsi con l"onorevole Funk per la sua eccellente relazione, redatta in un tempo record, il cui contenuto condivide pienamente. Tuttavia, il nostro gruppo desidera esprimere il proprio disaccordo rispetto alla strategia seguita dalla Commissione in questa materia. È intollerabile che per affrontare una crisi grave del settore bovino ci venga presentato un pacchetto di proposte in cui, al tempo stesso, si modificano regolamenti che sono di sostegno ai produttori di colture foraggere e che sono intesi a potenziare l"efficacia di strutture agrarie, si vincolano le linee di bilancio relative ai tre settori e si esigono sacrifici economici da alcuni per aiutare altri. Questa tecnica per il nostro gruppo è deprecabile, in quanto significa mescolare azioni urgenti con riforme che necessitano di più pacata riflessione. Significa cercare di forzare la volontà del Parlamento affinché accetti ciò che è inaccettabile sotto pena di veder respinto ciò che è necessario. Tuttavia, è altresì evidente che vi erano in questa riforma elementi inderogabili, che hanno giustificato la posizione del nostro gruppo: accettare l"urgenza in un settore che ha bisogno di soluzioni e respingerla negli altri, perché nel bilancio vi sono margini per affrontare le riforme più urgenti, e con un po" di immaginativa è possibile coprire a livello di bilancio le proposte avanzate da questo Parlamento.

Noi condividiamo pienamente le proposte dell"onorevole Funk. Tuttavia, nel nostro gruppo vi sono delegazioni che non capiscono perché ci si opponga alla proposta della Commissione in ordine alla produzione estensiva e all"incremento dei premi, quando il coefficiente di densità diminuisce; di fatto, in un contesto di crisi del settore come quello che stiamo vivendo – crisi dovuta ad una malattia – è difficile per alcune delegazioni nazionali comprendere perché ci si opponga alla produzione estensiva e all"alimentazione naturale del bestiame.

Infine, è discutibile il criterio seguito dalla Commissione per modificare i massimali regionali dei premi ai vitelli, giacché gli indici relativi al rapporto tra massimali e sacrifici effettivi sono molto diversi da paese a paese, e in alcuni casi implicano un inadempimento degli impegni assunti nel pacchetto prezzi.

  Mulder (ELDR).(NL) In primissimo luogo i miei complimenti per la rapidità del lavoro svolto dall'onorevole Funk. La decisione britannica di ieri sera di prendere una decisione unilaterale è biasimevole, soprattutto perchè la decisione è unilaterale. E da quello che ho sentito dall'onorevole Fischler posso solo appoggiare il comportamento della Commissione di attenersi agli accordi di Firenze.

Sono anche d'accordo con l'onorevole Fischler che è inevitabile a breve termine creare la possibilità di aumentare le scorte d'intervento. Non vedo nessun'altra possibilità a questo stadio. Vi è inoltre la necessità di altre misure. Per quel che riguarda le altre misure, io penso che le proposte della Commissione siano un pò troppo unilaterali. Sono troppo unilaterali, perchè riguardano troppo l'estensione. Se guardiamo la situazione in Europa, vediamo che vi sono circa 20 milioni di vacche da latte e circa 10 milioni da carne. La produzione di carne del settore lattiero‐caseario bovino è in costante diminuzione. Le vacche producono sempre più latte. Quindi la produzione del settore lattiero‐caseario bovino aumenta sempre. Penso quindi che i premi per tutti i segmenti di questo settore debbano essere ridotti e quindi anche i premi per le vacche da riproduzione.

Infine, il settore dei vitelli rimane quasi inalterato. Credo che sia positivo abbassare il peso dei vitelli alla macellazione di una determinata percentuale per tutti i paesi dell'Unione europea. Questo può significare un considerevole spostamento del settore della carne e del latte verso il settore dei vitelli, che è meglio che macellare i vitelli in giovane età.

L'ultimo punto non è contenuto nella proposta. Noi pensiamo che la Commissione debba fare delle proposte il più presto possibile sui marchi di qualità per la carne bovina in tutti i paesi europei. Ci deve essere un marchio di qualità europeo.

E l'ultimissimo punto, pensiamo che sia una cattiva idea quella di far scaturire l'intero finanziamento dal settore agricolo. Un settore non può dover pagare i costi degli altri.

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, intervengo ora semplicemente sul regolamento e la prego di non addebitarmi questo tempo di parola. In precedenza, lei mi aveva detto che ora sarebbe toccato a me, e vorrei sapere perché solo i grandi gruppi hanno diritto di parola allorché si tratta di interrogare un Commissario. Ascolto molto volentieri la onorevole Green, anche due volte, e pure l'onorevole Martens – erano tutti quesiti assai ragionevoli – ma gli altri gruppi non possono forse porre alcuna domanda? Perché mai li trascura e tratta solo con i gruppi più grandi? È, questo, un modo di procedere non consentito dal regolamento! La pregherei poi, quando chiederò la parola sul regolamento, di trattare questo punto in via prioritaria: anche il nostro regolamento prevede che lei soddisfi tali richieste. Ritengo che non si possa procedere così: non so come lei intenda motivare tale procedura.

Ora può far partire il tempo, in quanto interverrò nel merito.

  Presidente . – Onorevole Graefe zu Baringdorf, come avrà senz"altro compreso, ci siamo trovati di fronte ad una situazione del tutto inattesa a causa di quanto è successo ieri sera. E" stata richiesta l"iscrizione di questo punto all"ordine del giorno. A seguito dell"intervento dell"on. Green, l"abbiamo incluso nel dibattito sulla relazione dell"on. Funk. Si tratta effettivamente di una procedura un po" anomala dovuta a impellenti motivi contingenti.

D"altronde, ad un certo punto, il presidente Jacob mi ha chiesto la parola – come egli stesso potrà confermare – e io gliel"ho negata rendendomi conto che non sarebbe stato corretto non dare priorità agli oratori iscritti. Poiché anche lei era iscritto, onorevole Graefe zu Baringdorf, e sarebbe intervenuto pochi minuti dopo, mi sono detto che forse non era necessario darle la parola per poi ridargliela dieci minuti più tardi, mentre altri oratori regolarmente iscritti aspettavano il loro turno.

Questo è il ragionamento che ho seguito, fermo restando che non appena concluso il dibattito e ridata la parola al commissario Fischler, altri colleghi potranno intervenire, in particolare, come è ovvio, il presidente della commissione per l"agricoltura e lo sviluppo rurale.

Ho cercato di gestire nel miglior modo possibile una situazione del tutto insolita e inattesa ed ora, onorevole Graefe zu Baringdorf, posso darle la parola perché intervenga a nome del suo gruppo.

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, rispetto le sue riflessioni, ma le ritengo erronee. In una situazione così eccezionale è consuetudine che tutti i gruppi abbiano modo di formulare domande in proposito. Si è sempre proceduto così, e lo si sarebbe dovuto fare anche questa volta. Ma ora la questione è chiusa: prendo nota della sua dichiarazione e procedo come lei ha proposto, facendo il mio intervento.

Signor Commissario Fishler, lei ha detto che i provvedimenti del governo inglese sono provvedimenti di cui esso stesso si deve assumere la responsabilità. Ma ciò che ne risulterà – e anche lei lo sa bene – è che la crisi di fiducia, che costa denaro anche agli altri agricoltori dell'Unione, andrà aggravandosi. Quindi, i provvedimenti del governo britannico sono fatti per costare a coloro che non hanno nulla a che vedere con tutto ciò. Quanto alla relazione dell'onorevole Funk, ce ne rallegriamo e la appoggiamo in sostanza.

Anche per noi conta poter macellare e ripristinare la fiducia nel mercato: questo è possibile soltanto qualora ci si adoperi anche fattivamente perché i consumatori riprendano a comprare carne. È però necessario che venga accolto il nostro emendamento, che prevede che tale premio vada versato soltanto per la carne di cui si garantisca e si dimostri la provenienza da bestiame esente da BSE. Analogamente dicasi degli interventi, che ora vengono privilegiati in base al peso: a questo proposito si deve dimostrare che non si tratta di bestiame affetto da BSE, per non ritrovarci, fra un paio d'anni, ad immettere tale carne sul mercato ed a seppellire nuovamente la fiducia e, quindi, il mercato.

Signor Commissario Fischler, l'eccezione per i vitelli è giusta, ma non sotto forma di premio di Erode. Si devono abbattere vitelli che hanno potuto, in un primo tempo, sviluppare carne, la quale va immessa sul mercato. Trattasi di carne di elevato valore, che deve ottenere un aiuto, in modo da non divenire più cara della carne di manzo. Sarebbe così possibile uno sgravio del mercato, ma non nel senso di sottrarre tale carne al consumo, come lei ha proposto. Inoltre – e sono giunto all'ultima osservazione – anche per i premi speciali dev'esservi una limitazione a 90 animali, in modo da avere uno scaglionamento. Questa è la nostra richiesta: come per i premi speciali consueti, non bisogna versarli per tutti gli allevamenti, bensì solo per i primi 90 animali.

  Barthet‐Mayer (ARE).(FR) Signora Presidente, mai si sono visti tanti bovini nei prati come in questa fine estate ‘96! Che ne sarà degli allevatori che perdono tra 100 e 300 ecu a capo in questo mercato depresso, mentre i prezzi sono ovunque in calo in un settore produttivo caratterizzato dai redditi più bassi del comparto agricolo?

Condividiamo l"idea, espressa nella relazione Funk, di completare le proposte della Commissione sul sostegno al mercato e l"idea che questa non sarà una crisi passeggera. Ma la relazione non indica un approccio sufficiente ad evitare il fallimento delle aziende nelle quali l"allevamento rappresenta la principale voce di reddito e che rischiano di scomparire dalle zone meno favorite. Questa crisi bovina deve incitarci ad accelerare riforme profonde a medio termine su due punti fondamentali. Da un lato è necessario modificare la struttura dei premi per aiutare maggiormente chi alleva bovini al pascolo producendo carne di qualità e preservando la campagna e il paesaggio, in particolare nelle zone di montagna; dall"altro bisogna aiutare i mercati senza aumentare eccessivamente gli acquisti di carne all"intervento, promuovendo l"abbattimento anticipato dei vitelli, diminuendo i premi all"allevamento intensivo, concedendo aiuti complementari agli allevatori specializzati, per evitare che i pascoli rischino di ridursi nuovamente a vantaggio dei seminativi che bisognerà aiutare o mettere a riposo.

La Commissione ci trascina in un circolo vizioso che sarà molto difficile spezzare. I costi supplementari che si annunciano saranno superiori al previsto; le modeste misure congiunturali previste dalla Commissione non basteranno. Bisogna avere il coraggio politico di rendersene conto fin d"ora e di votare le necessarie linee di sostegno diretto agli allevatori minacciati. In questo contesto le decisioni del governo britannico rappresentano chiaramente una catastrofe.

PRESIDENZA DELLA ON. SCHLEICHER
Vicepresidente

  des Places (EDN).(FR) Signora Presidente, bene o male, il collega Funk ha tentato l"impossibile, anche se la nostra ottica è diversa poiché diversi sono i nostri interessi specifici.

Sono mesi che il reddito di tutti gli operatori della filiera «carne bovina» crolla: è proprio questo il momento di rimborsare 9, 2 miliardi di ECU agli Stati membri dalle rimanenze del bilancio 1995 e di ridurre di 2, 75 miliardi di ECU il progetto preliminare per il 1997? Sappiamo tutti che queste decisioni politiche hanno il solo scopo di permettere agli Stati membri di raggiungere gli obiettivi necessari per partecipare alla moneta unica e, in particolare, ridurre i cosiddetti «eccessivi»disavanzi di bilancio di taluni Stati.

Di fronte a questa crisi, cosa ci viene proposto? Semplicemente uno storno interno di parte del bilancio cereali e una modifica della data prevista per il versamento dei premi delle oleaginose, al fine di realizzare un artificio di bilancio e, ovviamente, senza garanzia alcuna di iscrizione permanente in bilancio e nel FEOGA.

Il presidente Chirac e il Cancelliere Kohl hanno addirittura riconosciuto, in occasione dell"ultimo incontro, che il settore industriale non era mai stato colpito da una catastrofe di queste dimensioni. Piuttosto che batterci per difendere la PMTVA, il PSBM e il livello di intervento, io proporrò, a nome del mio gruppo e con il sostegno di altri colleghi, tre emendamenti di compromesso che permetteranno di adeguare i premi in funzione della realtà regionale nel settore della produzione della carne bovina. Spero che otterranno il sostegno della maggioranza poiché è necessario trovare soluzioni rapide ed efficaci per il bene di tutta la zootecnia europea.

  Martinez (NI).(FR) Signora Presidente, stiamo assistendo ad una catastrofe che è economica e umana allo stesso tempo. In Francia abbiamo visto allevatori di Charroux, nella regione di Vienne, partire, spingere i loro bovini, marciare su Parigi come se si recassero dal re perché, se questi avesse saputo, non avrebbe permesso che accadesse! Abbiamo visto migliaia di agricoltori riunirsi a Clermont‐Ferrand... Ma, di fronte a questa catastrofe, anziché riflettere e rimettere tutto in discussione, vi lanciate in un miserabile dibattito tecnico. Noi vi parliamo di responsabilità finanziaria e voi ci rispondete: »austerità di bilancio»!

Ma, in realtà, poiché gli allevatori che sono le vittime hanno le mani pulite – quello che i giuristi chiamano «clean hands », principio fondamentale per il risarcimento danni, mentre noi, comuni mortali, parliamo di responsabilità: in base a questo principio, secondo il diritto ambientale, chi inquina paga: gli avvelenatori industriali devono pagare, e qui penso ai fratelli de Mulder.

Ci dite: »No, non responsabilità, ma solidarietà!». Pensavamo che si trattasse di solidarietà nazionale ed europea. Nient"affatto! Ci dite: »Solidarietà interprofessionale»: si spogliano i produttori di cereali per rivestire, molto succintamente, gli allevatori. Tutto comincia dalla tecnica: 1, 3 miliardi di ECU di risarcimento, si diminuisce il premio per la messa a riposo, si taglia del 5 % il premio alle vacche nutrici, i torelli sono favoriti a spese dei bovini da ristallo, non si raggiunge la linea direttrice, si traffica un po", si buttano i soldi ai quattro venti, in Nicaragua, in Papuasia, ma niente per gli agricoltori!

In realtà, siete perversi. Sappiamo benissimo dove volete arrivare. Singapore si avvicina, si preparano i grandi negoziati del 1999 e voi vi preparate a rimettere in discussione il grande accordo della PAC del 1992. Piano, piano, ci preparate ad ammettere che il premio per la messa a riposo deve sparire, ecc.

In altre parole, siete come quegli immigrati dell"inizio del XIX secolo in Francia che non sapevano niente e non avevano capito niente. Non volete capire che è stata la vostra agricoltura folle a creare questa situazione. BarthetMayer vi diceva che bisognava cambiare strada, scegliere la strada dei marchi, della riconoscibilità del paese d"origine, sapere da dove vengono i prodotti, cioè, in definitiva, rimettervi in discussione. E invece, niente affatto: assistiamo ai lavori della commissione d"inchiesta e scopriamo che, per cinque anni, non avete capito niente, non avete saputo niente e che questa crisi istituzionale non sarà risolta.

Signor Commissario, bisogna far tesoro delle esperienze negative, bisogna che questo dramma serva a qualcosa! Ma pare che così non sia; da qui la nostra tristezza. Signor Commissario, siete veramente incorreggibili!

  Gillis (PPE).(EN) Signora Presidente, il Commissario ha fatto tre proposte. Questa mattina trattiamo soltanto la prima, quella volta a migliorare l'accesso all'intervento, correggere i vari regimi di premi e promuovere altre modifiche nel settore delle carni bovine. Abbiamo respinto l'urgenza per le restanti due proposte. Condivido la decisione del Parlamento di non prendere in considerazione la proposta della Commissione di tagliare gli aiuti ai cerealicoltori. Tale proposta è stata mal concepita e può soltanto incrinare la fiducia di tutto il comparto agricolo. Con la riforma della PAC gli agricoltori si sono visti sostituire i prezzi garantiti con gli aiuti al reddito e una serie di garanzie molto minori. È stato loro più volte assicurato che gli aiuti al reddito avevano carattere permanente e che sarebbero stati pienamente finanziati. Ora la Commissione propone un taglio consistente dei pagamenti compensativi al settore cerealicolo. Gli agricoltori non possono accettare di essere trattati in questo modo. Le promesse vanno mantenute. Se la Commissione dovesse riuscire a tagliare gli aiuti ai seminativi, potrebbe successivamente proporre misure analoghe per altri settori.

Non condivido tutti i vari aspetti delle proposte oggi in esame. Tuttavia, è importante che il Parlamento definisca la sua posizione per consentire al Consiglio «Agricoltura» di apportare le tanto necessarie modifiche. Mi riferisco in particolare agli aumenti dei massimali d'intervento previsti per il 1996/97. Tali modifiche servono immediatamente per evitare un ulteriore crollo del mercato delle carni bovine.

Signor Commissario, mi rendo conto che sta facendo del suo meglio pur trovandosi in una posizione assai difficile, ma le sue osservazioni sulla decisione di ieri del governo britannico sono fin troppo benevole. Anzi, con tutto il rispetto, le considero un pò deboli. Ignorano il danno e la distruzione arrecati all'industria della carne bovina degli Stati membri confinanti. Mi riferisco in particolare al mio paese, l'Irlanda.

Invito la Commissione a valutare nuovamente, per un altro aspetto, l'opportunità di inoltrare una domanda all'OMC o al GATT per ottenere un aumento delle nostre quote per l'esportazione di carne bovina. Lo avevo già richiesto, ma la Commissione non aveva ritenuto fosse opportuno. Quest'anno non siamo stati in grado di colmare la nostra quota a causa della crisi della BSE. Dovremmo pertanto ricercare una certa flessibilità nelle quote di esportazione. Per la maggior parte degli Stati membri le esportazioni tradizionali stanno progressivamente ritornando alla normalità. Credo sia importante sfruttare al meglio le opportunità offerteci.

Infine, ritengo sia molto importante lanciare subito una campagna promozionale per tentare di stimolare il consumo di carne bovina. Non abbiamo affrontato adeguatamente tale aspetto.

  Watson (ELDR).(EN) Signora Presidente, io rappresento la zona per eccellenza dell'allevamento britannico, il Somerset e il North Devon. Abbiamo alcune delle migliori industrie casearie e mandrie di bovini, ma sappiamo anche tutto della BSE, che ci ha colpito più di altre regioni.

Molte persone del mio collegio elettorale hanno visto il ritorno da Firenze del nostro primo ministro nella stessa luce in cui avevano visto il ritorno da Monaco di Chamberlain mezzo secolo fa. Il problema della BSE è oggi tanto sentito, come allora quello della pace. È chiaro che John Major sta cercando di guadagnare tempo. Per me la prima regola in politica è di non scavarsi la fossa da soli. Il nostro primo ministro sembra invece soffrire del morbo della «talpa pazza».

(Ilarità)

Speriamo che in questo campo si facciano dei passi avanti. Non sarà certo l'atteggiamento assunto dal ministro dell'Agricoltura britannico lunedì e martedì dinanzi alla Commissione a consentirli: si è comportato come un elefante in una cristalleria. Potranno invece essere conseguiti mantenendo l'atteggiamento più saggio di Sir Leon Brittan nelle consultazioni avute con il Commissario. Sono lieto che il Commissario abbia accettato di rivedere i dati scientifici tenendo conto i quelli nuovi emersi ed eventualmente di riconsiderare l'accordo di Firenze. Credo che ogni decisione unilaterale da parte del governo britannico rappresenti una violazione di tale accordo e un tradimento della fiducia accordatagli. Deploro ogni tentativo del partito conservatore britannico di riaccendere la guerra della carne bovina al fine di guadagnare un modesto vantaggio politico.

La domanda essenziale da rivolgere al Commissario Fischler è se un'eventuale decisione del governo britannico di ritardare l'abbattimento dei capi infetti possa incidere sui pagamenti compensativi previsti per gli agricoltori britannici dai piani convenuti a Firenze. È a questa domanda che vorrei avere una risposta stamane.

Saluto, e in questo so di esprimere anche il parere del Commissario, la decisione del governo svizzero, annunciata all'inizio della settimana, di abbattere un ottavo delle mandrie di bovini, nonostante abbiano avuto soltanto 290 casi di BSE. In Gran Bretagna se ne sono riscontrati 160.000 e avremmo dovuto risolvere la questione più velocemente. Ora che il problema è stato riconosciuto dobbiamo fare il possibile, insieme con i nostri vicini europei, per risolvere la questione una volta per tutte.

(Applausi)

  Provan (PPE).(EN) Signora Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Funk per la sua relazione, che intendiamo appoggiare. Vorrei inoltre ringraziare il Commissario per le sue osservazioni di prima, perché ci troviamo di fronte ad una crisi molto grave nel settore delle carni bovine. Vorrei intervenire a proposito di quanto è stato detto questa mattina sulla politica di abbattimento.

Da quanto mi risulta – non so se ci sia qualcuno qui che al momento conosca pienamente tutti gli aspetti della decisione del governo britannico – tale politica dovrebbe essere rafforzata e riorientata, con l'abbattimento del numero di capi indispensabile per poter debellare efficacemente la BSE nel più breve tempo possibile, al fine di recuperare la necessaria fiducia non soltanto in Gran Bretagna, ma in tutta Europa.

L'accordo di Firenze prevedeva una politica intesa ad accelerare l'abbattimento di un'ampia gamma di capi, che andavano eliminati per soddisfare l'opinione pubblica. Ciò che il governo britannico sta ora proponendo è una politica di abbattimento molto più mirata. Possiamo eliminare soltanto 30.000 capi a settimana. Continueremo ad eliminare 30.000 capi a settimana, limitando le ripercussioni sulla catena alimentare a non più di 30 mesi. Ciò che è importante – sulla base dei nuovi dati scientifici che hanno indotto il governo a prendere questa decisione – è procedere nel modo più efficace possibile. L'abbattimento va mirato con precisione per eliminare quei capi che hanno maggiori probabilità di essere infetti. Se ci limitiamo a ritirare dal mercato e dalle mandrie un numero imprecisato di capi, l'operazione non sarà stata efficace.

Mi sorprendono le parole pronunciate stamane in Aula dalla onorevole Green, perché il portavoce del suo partito laburista presso la Camera dei comuni britannica concorda pienamente con la politica del governo.

  Fischler , Membro della Commissione. – (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, ho seguito molto attentamente la discussione e, affinché sia veramente chiaro di cosa si tratta, vorrei sottolineare ancora una volta cosa accadrà se, per così dire, non si farà nulla. Sostanzialmente, e data l'urgenza, il problema risiede nel fatto che, allorché ci troviamo in una situazione in cui raggiungiamo i massimali esistenti per l'intervento e non possiamo più intervenire, si può applicare soltanto la rete di sicurezza. Ciò comporterebbe, in due Stati membri, una riduzione dei prezzi di circa il 3 %, ma dell'ordine di grandezza del 10‐15 % in tutti i paesi, e riteniamo che nessuno, nell'Unione, lo voglia.

Perciò bisogna assolutamente creare i presupposti affinché questo canale almeno sia aperto. Dal punto di vista logico, la nostra proposta aggiuntiva è direttamente subordinata a ciò, poiché ognuno vuole limitare l'intervento. Come possiamo ridurre al minimo l'intervento se non smettiamo sin d'ora di ingrassare giovani animali? Altrimenti ciò significherebbe automaticamente un lungo periodo d'intervento.

Ho già menzionato inizialmente il punto successivo di cui trattasi. Se ora, e questa è la conseguenza automatica, riceviamo quantitativi per l'intervento che si aggirano sull'ordine di grandezza di un milione di tonnellate, non si tratta di bazzecole. Dobbiamo ora riflettere al da farsi per togliere questi quantitativi dai depositi d'intervento: il tutto è lungi dal lasciar intravedere una soluzione duratura. A lungo termine, e su questo siamo d'accordo, dovremo tornare al mercato della carne bovina, in merito alla discussione sulla riforma del mercato lattiero; naturalmente, dovremo inoltre approntare, come primo passo, un miglior sistema di identificazione e, di conseguenza, una pubblicità adeguata alla carne europea.

Una proposta in tal senso è quasi pronta, ma non ha molto senso far ora pubblicità alla carne europea, se al tempo stesso discutiamo di tutti gli aspetti che fanno sì che il consumatore non abbia l'impressione che tale carne sia particolarmente sicura. Se lo si fa contemporaneamente, si corre il pericolo che qualsivoglia pubblicità sia controproducente: anche questo dev'esserci chiaro. Infine, vorrei sottolineare ancora qualcosa: vale quanto deciso a Firenze e null'altro!

  Samland (PSE), presidente della commissione per i bilanci. – (DE) Signora Presidente, penso che questo sia il momento giusto per fare un'osservazione: martedì sera, la commissione per i bilanci ha formulato un parere sulla relazione Funk. In quanto relatore, l'onorevole McCartin vi ha fatto riferimento. In seguito, la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale ha accolto complessivamente sei emendamenti alla relazione Funk: tali emendamenti fanno sì che il volume della spesa proposto dalla Commissione, pari a 1, 381 miliardi di ecu, aumenti di circa 600 milioni di ecu. Questi emendamenti non sono stati in alcun momento oggetto di discussione per l'elaborazione del parere della commissione per i bilanci destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.

Vorrei quindi far notare che, a queste condizioni, secondo me non si potrà procedere oggi, venerdì, ad una decisione sulla relazione Funk, bensì si dovrà tenere una nuova consultazione tenendo conto dei maggiori volumi di spesa, per cui non vi è mai stata una proposta di copertura.

Vorrei quindi chiedere, congiuntamente al mio gruppo, che la relazione dell'onorevole Funk venga rinviata alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, per darci così modo di deliberare di conseguenza.

  Presidente . – Grazie, onorevole Samland. Il suo gruppo chiede quindi il rinvio in commissione. Prima di votare, vi è modo di sentire un parere favorevole ed uno contrario. Chi desidera pronunciarsi per il rinvio? Prego, onorevole Fantuzzi.

  Fantuzzi (PSE). – Signora Presidente, per i motivi che ho esposto precedentemente, credo che qui si stia andando ben al di là dell'intervento urgente. L'urgenza avrebbe potuto essere richiesta in modo completamente diverso da quanto ha fatto il Consiglio e, oltretutto, alla luce delle decisioni di questa notte, credo che questa proposta in sede di discussione del Consiglio subirà rilevanti modifiche. Non c'è, a mio avviso, ragione di decidere oggi un pacchetto che, fra l'altro, nella sua globalità deve essere valutato organicamente.

  Presidente . – Grazie, onorevole Fantuzzi. La onorevole Keppelhoff‐Wiechert vorrebbe ora pronunciarsi contro la proposta.

  Keppelhoff‐Wiechert (PPE).(DE) Vorrei dirmi favorevole a che si proceda oggi a tale votazione. Gli agricoltori si sono trovati in questa crisi senza colpa: chi ora, in questa fase, avesse ancora il coraggio di differire le cose, dovrebbe prestare attenzione a che gli agricoltori non gli scarichino, dinnanzi alla porta, tutta la carne bovina. Sono quindi a favore della votazione.

  Presidente . – Procediamo ora alla votazione sulla richiesta di rinvio in commissione.

(Il Parlamento respinge la richiesta)

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, il nostro gruppo ha votato contro la richiesta, in quanto non ne ritenevamo ragionevole la motivazione, dato che gli aumenti di spesa indicati sommariamente non sono esatti. Di conseguenza, l'intervento diminuisce. Conformemente al regolamento, ci riserviamo di chiedere alla Commissione, dopo il voto, se accoglie gli emendamenti del Parlamento. Se tali emendamenti non saranno sostanzialmente accolti, chiederemo il rinvio in commissione, in modo da poter avviare negoziati con la Commissione: infatti, questo è per noi il punto più importante.

  Presidente . – La discussione è chiusa.

Passiamo ora alla votazione.

Emendamento 22:

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, l'emendamento 22 del gruppo Verde è identico, salvo due punti, all'emendamento 16 della commissione per l'agricoltura. Trattasi dell'aggiunta «Deve provenire da allevamenti esenti da BSE, se vi è un premio speciale», e della seconda aggiunta, ossia che anche questo premio è limitato ai 90 animali. Se accettiamo tale ampliamento, signor relatore, lo possiamo aggiungere?

  Funk (PPE), relatore. – (DE) Vi è una notevole differenza: »da carne esente da BSE», questo lo posso accettare, ma non «allevamenti esenti da BSE». Se un agricoltore si ritrova con l'allevamento affetto da BSE senza poterci far nulla è escluso da ogni sostegno, ed è quindi rovinato. Se diciamo «allevamento esente da BSE», ciò significa che nel suo allevamento non può mai esservi alcun capo infetto, ma se si dice «carne esente da BSE», allora posso accogliere queste sue richieste, onorevole Graefe zu Baringdorf, ossia «si può solo intervenire su carne esente dalla BSE» e così via. Ma se lei dice che un agricoltore non ottiene più premi qualora si trovi ad avere a che fare con la BSE, costui è rovinato, senza peraltro potervi far nulla. Come ho appreso in commissione d'inchiesta, vi sono tali tortuosità in quest'intera vicenda, signor Commissario, che non sono più in grado di dire ad un agricoltore cosa può accadergli anche senza alcun suo intervento.

Prima della votazione conclusiva:

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, prima della votazione sulla risoluzione legislativa vorrei chiedere, a nome del nostro gruppo, che il Commissario indichi quali emendamenti accoglie, per chiedere eventualmente il rinvio in commissione. Lo avevo già annunciato in precedenza.

  Presidente . – Il relatore può chiedere alla Commissione di rilasciare una dichiarazione supplementare su ogni emendamento accolto, e può proporre di rinviare la votazione sul progetto di risoluzione legislativa. Ciò non può essere fatto, però, da alcun gruppo o singolo deputato. Devo ora chiedere al relatore qual è la sua posizione in merito.

  Funk (PPE), relatore. – (DE) Signora Presidente, chiedo che si proceda alla votazione sulla relazione. Il Commissario ha indicato in precedenza quanto può e quanto non può accettare; la relazione è votata e non torna più in commissione. È quanto abbiamo convenuto; abbiamo anche approvato le risoluzioni, ed il Commissario ha detto cosa accoglie e cosa no. Chiedo che si proceda ora alla votazione definitiva, per appello nominale!

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, è vero, secondo il regolamento non posso interpellare il Commissario se non sono relatore. Posso tuttavia chiedere il rinvio in commissione a nome del gruppo Verde, ed è quanto faccio.

  Presidente . – Anche questo non è più possibile: lo si può fare solo una volta nel corso della procedura, e la richiesta è stata già avanzata. Tale possibilità, quindi, non sussiste più.

Dichiarazioni di voto

 

  Graefe zu Baringdorf (V).(DE) Signora Presidente, il nostro gruppo ha votato contro la relazione, anche se tendenzialmente siamo d'accordo che si tratta di promuovere la commercializzazione e non l'intervento. Ciò è stato sostanzialmente anche deciso, ma il Commissario non si è pronunciato in merito. Ciò significa che le deliberazioni del Consiglio non devono essere riprese quanto ai contenuti: ne discende che non si terrà conto delle riflessioni progressiste formulate dal Parlamento.

Inoltre, non sono stati accolti entrambi gli emendamenti dei Verdi, volti ad accertare, sia per l'intervento che per i premi anticipati, che questa carne, che viene immessa sul mercato od approda all'intervento, provenga da allevamenti esenti da BSE. Ritengo che questa sia una grave lacuna. Da un canto, stiamo esaminando, nell'ambito di una commissione d'inchiesta, le eventuali inadempienze della Commissione in materia di BSE; dall'altro, ci rendiamo responsabili per il fatto di non appurare che questa carne provenga da allevamenti esenti.

Peraltro, non è stato accolto l'emendamento consistente nel limitare anche il premio di commercializzazione anticipata a 90 animali: ciò è importante, per far sì che non venga inclusa in questo premio l'intera produzione di massa, bensì che si prediliga la produzione effettuata in allevamenti adeguati ed in piccole imprese. Perciò, ci siamo visti costretti a respingere tale relazione.

  Ahlqvist e Wibe (PSE), per iscritto. – (SV) Noi ci siamo astenuti dal votare su tutti i punti sia perché consideriamo l'intera politica agricola comunitaria inefficiente e scialacquatrice, sia perché non intendiamo contribuire all'introduzione di una nuova forma di aiuto il cui finanziamento è peraltro incerto.

(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)

***

  Oomen‐Ruijten (PPE).(NL) Vorrei avere qualche chiarimento sull'ordine del giorno previsto per questa mattina. Ho appena parlato con il servizio della sessione e mi è sembrato di capire che il dibattito sulla bioetica non avrà più luogo. Penso che sia una cosa deplorevole. Perchè questo? Perchè i ministri parleranno in questi giorni di questo argomento e io vorrei sapere, e questa era la sola ragione perchè questo dibattito doveva avere luogo, se le decisioni che il Parlamento prenderà possono ancora servire. Le chiedo quindi se vede qualche possibilità di proseguire questo dibattito sulla bioetica, perchè penso che sia molto importante.

  Hallam (PSE).(EN) Signora Presidente, desidero sollevare la stessa questione di procedura. All'inizio della settimana sembrava che si volesse a tutti i costi discutere questa materia, ma oggi siamo andati avanti a passo di lumaca. Vorrei sapere se fosse possibile anticipare in qualche modo questo punto dell'ordine del giorno.

Ho già fissato la mia partenza in automobile per l'aeroporto di Francoforte, ma non vorrei partire di qui alle 15.00 perché perderei l'aereo.

  Cot (PSE).(FR) Signora Presidente, a nome del gruppo socialista mi oppongo a questa richiesta. Questo dibattito si tiene in condizioni estremamente discutibili, come ho già avuto modo di dire lunedì. Il voto non avrà molto senso, come ho detto poco fa. Vista la situazione, non vedo perché si dovrebbe privilegiare un tale dibattito.

  Presidente . – L'ordine del giorno reca comunque la discussione. Trattavasi solo della richiesta di anticipare i punti all'ordine del giorno 361 e 362. È giusto, onorevole Oomen‐Ruijten?

  Oomen‐Ruijten (PPE).(NL) Sì, signora Presidente, voglio ricordare innanzi tutto al collega Cot che deve rispettare i desideri di questo Parlamento. Se questo Parlamento lo scorso lunedì ha auspicato con una votazione che dovevamo tenere questo dibattito oggi, dobbiamo rispettare questa decisione. In secondo luogo, se l'onorevole Cot parla a nome del Gruppo socialista, ho alcune osservazioni da fare, perchè in ogni caso ho l'impressione, ascoltando anche altri oratori, che non tutto il Gruppo socialista sia d'accordo con quanto portato avanti dall'onorevole Cot. Signora Presidente, le chiedo ancora, per rispetto alla votazione di questo Parlamento, di proporre a questo Parlamento di tenere ora questo dibattito, altrimenti non avrà senso. E l'onorevole Cot può sempre affermare di non essere d'accordo.

  Lulling (PPE).(FR) Signora Presidente, sono d"accordo per discutere di bioetica, ma vorrei semplicemente far presente che ho all"ordine del giorno una relazione per la quale il Consiglio ha richiesto l"urgenza, urgenza che è stata accordata all"unanimità. L"esame della relazione richiederà cinque minuti ed è indispensabile prendere una decisione per evitare danni al sistema Edicom.

Se vuole, può quindi passare alla discussione sulla bioetica, ma dopo bisognerebbe procedere con la mia relazione.

  Cot (PSE).(FR) Signora Presidente, mi rammarica sentire quanto dice l"on. Oomen‐Ruijten. Quando dico di parlare a nome del gruppo, parlo a nome del gruppo.

  Carnero González (GUE/NGL).(ES) Signora Presidente, la verità è che in questa situazione sono coinvolti molti deputati. Io sono uno tra questi. Il dibattito sulla relazione di cui sono relatore era stato programmato, ad esempio, per la prima ora della mattina. Ma sono ancora qui ad aspettare. Non sono d"accordo con la proposta della onorevole Oomen‐Ruijten, e in ogni caso mi piacerebbe sapere se si procederà alla discussione delle relazioni oppure no. Ed intendo di tutte le relazioni. Che ci venga detto chiaramente quale ordine seguiremo oggi nel nostro dibattito.

  Pelttari (ELDR). (FI) Signora Presidente, l'intero riesame della bioetica costituisce a mio avviso un abuso delle norme procedurali. La relazione che porta il mio nome è stata posta ai voti già in luglio ed ora la si riporta in Aula tramite l'interrogazione. L'onorevole Cot ha a mio avviso pienamente ragione.

  Oomen‐Ruijten (PPE).(NL) Signora Presidente, c'è stata una votazione di questo Parlamento. E ho constatato, e questo è un dato di fatto, e lo dico ancora una volta ai colleghi del Gruppo socialista, che una grande maggioranza di questo Parlamento era d'accordo di tenere questo dibattito. Le chiedo di iniziare ora questo dibattito. Lei può fare questa proposta, signora Presidente.

  Breyer (V).(DE) Dovremmo appoggiare la onorevole Oomen‐Ruijten. Dato che la prossima settimana si tiene l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, dovremmo assolutamente votare a tal riguardo questa settimana, ossia al più presto. Trovo già vergognoso che in giugno non si sia riusciti ad approvare la relazione Pelttari, ma è ancora più deplorevole che si preveda di trattare un punto così importante, che rappresenta di fatto una tematica altamente controversa per l'opinione pubblica europea, per ultimo, sicché verosimilmente esso non potrà più essere trattato o concluso. Quindi la pregherei ancora di aprire immediatamente il dibattito sulla Convenzione bioetica.

  Presidente . – Bene, abbiamo ancora 9 punti all'ordine del giorno, e si è chiesto di anticipare l'ultimo punto. Procediamo alla votazione sulla richiesta.

(Il Parlamento respinge la richiesta)

  Presidente . – Esaminiamo quindi i vari punti all'ordine del giorno nella sequenza prevista.

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