Presidente. ‐ Il processo verbale della seduta di ieri è stato distribuito.
Vi sono osservazioni?
Green (PSE). – (EN)
Signora Presidente, vorrei sollevare una questione che ritengo essere di grandissimo interesse per la popolazione dell'Unione europea. Si tratta della notizia apparsa questa mattina sulla stampa, secondo cui ieri sera il governo di Londra avrebbe deciso di interrompere l'abbattimento dei bovini britannici ritenuti o sospettati di essere contaminati dalla BSE. È un fatto molto grave e sappiamo l'enorme impatto che avrà sulla popolazione europea e sui relativi timori per la salute pubblica e la sicurezza dei consumatori.
Vorrei invitare la Commissione europea a far sapere immediatamente come intende reagire all'iniziativa intrapresa dal governo britannico, che risulta essere in totale contrasto con il piano d'azione presentato dal primo ministro britannico all'ultima riunione del Consiglio europeo.
Presidente. – Onorevole Green, è chiaro che non possiamo improvvisare un dibattito. Se la Commissione è d"accordo, ovviamente, suggerisco che la Commissione affronti eventualmente questa questione nel quadro della discussione sulla relazione dell"on. Funk prevista all"ordine del giorno di questa mattina. Lei capisce che non si può improvvisare un dibattito in apertura di seduta.
Poettering (PPE). – (DE)
Signora Presidente, la proposta della presidente di gruppo Pauline Green corrisponde anche al nostro parere in seno al gruppo PPE. Trattasi di una procedura di importanza cruciale, di cui dobbiamo prender atto: non si tratta soltanto della salute, bensì della comunità di diritto dell'Unione europea, e quanto è stato deciso giuridicamente non può essere revocato unilateralmente da nessuno Stato membro. Signora Presidente, appoggiamo la sua proposta che la Commissione formuli una dichiarazione a tal riguardo in occasione della relazione del collega Funk.
Presidente. – Grazie onorevole Pöttering. Vedo che anche l"on. Green è d"accordo.
Provan (PPE). – (EN)
Signora Presidente, mi sorprendono le osservazioni fatte stamane dalla onorevole Green. Si tratta del genere di osservazioni che non fanno che peggiorare i problemi che il settore delle carni bovine sta attualmente attraversando. È il tipo di osservazioni inflazionistiche e incendiarie che stanno creando e aggravando il problema.
Vorrei rassicurare gli onorevoli parlamentari che la decisione presa ieri sera dal governo britannico riguarda un abbattimento più efficace dei capi di bestiame, per poter superare più velocemente il problema della BSE e ritornare al più presto alla normalità.
(Applausi)
Presidente. ‐ Onorevole Provan, ho detto che non ci sarebbe stato un dibattito adesso.
Green (PSE). – (EN)
Signora Presidente, la questione da me sollevata è di immenso interesse per la popolazione europea. Naturalmente nessuno di noi intende danneggiare ulteriormente l'industria della carne bovina, ma sono proprio osservazioni come quelle che abbiamo appena sentito che hanno fatto tanto male a tutto il settore. È assolutamente ridicolo che rappresentanti del governo britannico non vogliano ammettere in questa sede la gravità della situazione. È stato il loro atteggiamento per tanti anni ingannevole a generare il problema. È ora che affrontino la realtà e trattino la popolazione europea con un pò di rispetto.
(Applausi)
Presidente. ‐ Onorevoli colleghi, parleremo di tutto questo nel quadro della discussione sulla relazione dell"on. Funk.
Martinez (NI). – (FR)
Signora Presidente, intervengo a proposito della votazione sulla relazione dell"on. von Wogau relativa alle accise. Due giorni fa il presidente Pasty ci aveva chiaramente segnalato i rischi di interferenze tra votazioni, svolgimento della plenaria e riunioni delle commissioni.
Ebbene, l"esito della votazione sulla relazione in materia di accise è stato deciso da un voto; l"aumento delle accise sul vino è stato deciso da un singolo voto. In quel momento vari membri della commissione agricoltura, incluso il sottoscritto che rappresenta il Languedoc‐Roussillon, la più grande regione vitivinicola europea e del mondo, stavano partecipando ad una riunione della commissione d"inchiesta sull"encefalite spongiforme bovina. Come giurista, signora Presidente, lei si rende conto che siamo di fronte ad un caso di vizio di consenso dovuto ad una manovra che consiste nel prevedere in contemporanea una riunione di commissione e la votazione in plenaria, una manovra che ha permesso di sottrarre un voto. E" un caso esemplare di vizio di consenso e di nullità del voto. Ritengo inammissibili questi metodi da truffatore, mi si passi l"espressione un po" forte.
Signora Presidente, forse bisognerebbe trovare un"altra formula e rivedere questo voto fraudolento.
Presidente. – Onorevole Martinez, questa non è una modifica del processo verbale. Per il momento ci stiamo occupando dell"approvazione del processo verbale; la invito pertanto a limitarsi a formulare osservazioni relative a questo punto.
Ciò detto, lei ha posto un problema sostanziale di natura generale. Propongo pertanto che l"Ufficio di presidenza esamini la questione, ovvero se sia effettivamente normale che si tengano altre riunioni al momento delle votazioni. Credo che dovremmo attenerci alla regola ferrea di non prevedere altre riunioni al momento delle votazioni; vedo d"altronde che i presidenti dei gruppi concordano. Sarebbe importante che ne discutesse anche la conferenza dei presidenti.
Ci sono ulteriori osservazioni sul processo verbale?
von Wogau (PPE). – (DE)
Signora Presidente, ho un'osservazione sul verbale e sulla votazione di cui ha parlato ieri l'onorevole Martinez. Al termine di tale votazione vi era tutta una serie di incertezze su quanto è stato di fatto convenuto. Vorrei ribadire che ieri abbiamo respinto, per un voto, la richiesta di introduzione di un'accise sul vino, sicché questa parte dell'intervento dell'onorevole Martinez senz'altro non è esatta.
des Places (EDN). ‐ (FR)
Signora Presidente, la prego di scusarmi, ma non interverrò a proposito del processo verbale. Vorrei semplicemente associarmi a...
(La Presidente interrompe l"oratore)
Arias Cañete (PPE). – (ES)
Signora Presidente, in ordine alla relazione von Wogau, nella votazione per appello nominale dell"emendamento n. 15 figura il mio nome come a favore. Io ho votato contro.
Presidente. – Onorevole Arias Canete, verificheremo come stanno le cose e, se del caso, correggeremo il processo verbale.
1 Presentazione dei documenti – Trasmissione dei testi di accordo da parte del Consiglio – Autorizzazione ad elaborare relazioni – Rinvio in commissione Piccola pesca costiera (art. 52): cfr. Processo verbale.
2. Votazioni
Presidente. – L"ordine del giorno reca la discussione sulla relazione A4‐0272/96, ai sensi dell"articolo 52, presentata dall"on. Vallvé in nome della commissione per la pesca, sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo (COM(96)0102 – C4‐0214/96) «Piccola pesca costiera» (linea di bilancio B2521).
In assenza di opposizioni scritte, si considerano approvati gli emendamenti e la risoluzione contenuti nella relazione.
***
Proposta di direttiva del Consiglio (COM(95)0628 – C4‐0080/96‐95/0322(CNS)) relativa al catalogo comune delle varietà di specie di piante agricole (versione codificata).
(Il Parlamento approva la proposta della Commissione)
***
Proposta di regolamento del Consiglio (COM(96)0240‐C4‐0392/96‐96/0144(CNS)) in deroga, per la campagna 1996/97, al regolamento CEE n. 1035/77 che prevede misure particolari volte a favorire la commercializzazione dei prodotti trasformati a base di limoni.
(Il Parlamento approva la proposta della Commissione)
***
Proposta di regolamento del Consiglio (COM(96)0240‐C4‐0393/96‐96/0145(CNS)) recante modifica al regolamento CE n. 1543/95 in materia di periodo di applicazione.
(Il Parlamento approva la proposta della Commissione)
***
Relazione presentata dall"on. Adam (A4‐0242/96) a della commissione per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l"energia in materia di attività di cooperazione est‐ovest nel campo dell"energia e della sicurezza nucleare.
(Il Parlamento approva la proposta della Commisione)
Relazione dell"on. Toivonen a nome della commissione per le relazioni economiche esterne sulla relazione della Commissione (COM(96)0609 – C4‐0017/96) relativa allo stato attuale e alle prospettive della cooperazione nella regione Baltica
(Il Parlamento approva la risoluzione)
Dichiarazioni di voto
‐Sulla relazione Adam
Pompidou (UPE), per iscritto. – (FR)
Alla luce della crescente dipendenza energetica degli Stati membri è diventato indispensabile per l"Unione europea dotarsi di una strategia globale e coerente nei confronti dei PECO e della Russia.
Altrettanto necessario è sviluppare con questi paesi una politica di cooperazione nel campo della sicurezza nucleare, sia per favorire gli scambi nel settore della ricerca, sia per evitare catastrofi analoghe a quella di Chernobyl. In tale contesto, tuttavia, è opportuno ricordare come sia necessario distinguere tra impianti civili e impianti militari.
Per quanto concerne la relazione in esame, è necessario soprattutto sottolineare le priorità, quali l"ammodernamento delle reti di distribuzione dell"energia e la creazione di un quadro giuridico affidabile atto a garantire gli investimenti esteri. In tale contesto è essenziale creare un"istanza preposta al controllo dello sviluppo dell"industria del gas nei PECO e in Russia.
A tale fine, è necessario appoggiare l'iniziativa a favore della creazione a Mosca di un centro congiunto per il petrolio e il gas tra Russia e Unione europea. È anche opportuno sostenere l'idea di un'operazione dello stesso tipo con la regione del Mar Caspio. Il bacino del Mar Caspio, l'Ucraina e i paesi baltici svolgeranno infatti un ruolo essenziale nel prossimo futuro: essi avranno il compito di collegare l'Europa centrale e orientale alle economie in rapida crescita dell'Est e del Sud‐Aest asiatico.
Per quanto riguarda i programmi PHARE e TACIS, finora essi non hanno portato il livello di sicurezza richiesto.
In conclusione, il sostegno finanziario accordato nell'ambito del settore nucleare dev'essere prioritariamente destinato alla sicurezza in tale campo. L'approccio industriale dev'essere integrato da una costante preoccupazione di attuare norme di sicurezza che portino a chiudere i reattori nucleari pericolosi e a modernizzare i più recenti. Per il futuro, è fondamentale sottolineare l'importanza di progetti quali lo sviluppo del reattore di tipo EPR, affinché iil XXI secolo sia quello dello sviluppo di un'energia pulita e senza pericolo per le prossime generazioni.
‐Sulla relazione Toivonen
Wibe (PSE), per iscritto. – (SV)
Per motivi procedurali la mia proposta d'emendamento non ha potuto essere trattata in Parlamento, e mi ripropongo di tornare sulla questione al più presto.
È mio fermo convincimento che all'interno dell'Unione europea occorre mettere in piedi un programma armonico per il Baltico dotato di una propria linea di bilancio. Ciò offrirebbe il vantaggio di un buon coordinamento laddove al momento diverse voci di bilancio previste per attività nella zona del Baltico sono disperse in vari programmi diversi. Un programma per il Baltico dello stesso tipo del Programma per il Mediterraneo testimonierebbe una chiara intenzione dell'Unione europea di estendersi ad est e di creare coesione sociale nell'intera Europa. Che sia necessario fare enormi investimenti per raggiungere una condizione di coesione sociale fra i paesi baltici è fuori di ogni dubbio. Non esiste alcuna altra regione in Europa con differenze sociali ed economiche così vistose come fra i paesi bagnati dal Baltico. Per poter creare stabilità sociale, economica e politica nella regione occorre accordare alla cooperazione baltica un ruolo di primo piano. Sussiste un forte rischio che molti dei paesi dell'Europa dell'Est passino a forme crude di economia di mercato, con una democrazia superficiale, grande insicurezza sociale e molta criminalità. Una situazione del genere sarebbe una fonte di disturbo della stabilità dell'intera Europa.
3. OCM della carne bovina
Presidente. – L"ordine del giorno reca la relazione (A4‐0281/96) presentata dall"on. Funk a nome della commissione per l"agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di regolamento CE del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 805/68 in materia di organizzazione comune del mercato della carne bovina (COM(96)0422 – C4‐0447/96‐96/0211 CNS)).
Funk (PPE), relatore. – (DE)
Signora Presidente, signor Commissario Fischler, onorevoli colleghi, oggi votiamo sulla modifica dell'organizzazione comune di mercato della carne bovina. Il Consiglio e la Commissione avevano previsto una procedura d'urgenza per il 4 e il 5 settembre, ma essa era stata a suo tempo respinta dalla commissione competente, in quanto non disponevamo di documenti. Il Consiglio ha rinnovato la sua richiesta in merito all'urgenza il 10 settembre, e lunedì 16 settembre 1996 la commissione per l'agricoltura l'ha accolta. Nel contempo, tuttavia, essa respingeva il ricorso alla procedura d'urgenza per la modifica del regolamento di sostegno ai seminativi e per il potenziamento dell'efficacia della struttura agricola. Queste decisioni sono state convalidate dall'intero Parlamento il 17 settembre con un'ampia maggioranza. La commissione ed il Parlamento respingono le proposte della Commissione sul finanziamento della crisi bovina: nella stampa si leggeva che neppure il Consiglio approva questa modalità di finanziamento.
La drammatica crisi del mercato della carne bovina richiede un intervento tempestivo, ma non può ricadere sui cerealicoltori: più della metà degli ingrassatori, signor Commissario, sono infatti al contempo anche cerealicoltori. Ciò altro non significa se non che questi ultimi, per volere della Commissione, debbono farne le spese. Nella motivazione della Commissione si dice che la flessione del consumo di carne bovina ammonta al 20‐30 %: questa è, per sua ammissione, la portata dei danni. Non è più necessario che se ne discuta: alla luce di tutto ciò, dobbiamo elaborare nuove strategie, il che non è fattibile senza ripristinare la fiducia dei consumatori nella carne bovina. Il programma di lotta contro la malattia dev'essere condotto senza esitazioni: la decisione di ieri è controproducente, e non ci fa affatto progredire.
(Applausi)
Si deve subito provvedere all'introduzione di un sistema obbligatorio di contrassegno di origine e qualità per la carne bovina esente da BSE: bisogna potenziare le informazioni e la pubblicità in merito a tale carne. Le possibilità di sgravare il mercato sono lungi dall'essere esaurite; sono previste anche azioni promozionali per i gruppi della popolazione socialmente sfavoriti. A tal riguardo, abbiamo fatto in passato una buona esperienza per quanto concerne il burro. Vanno condotti negoziati con i paesi PECO, in quanto si rischia un circolo vizioso: compriamo i vitelli, li ingrassiamo, e la carne fa ritorno in questi paesi a migliore mercato. Bisogna chiedersi se si possano apportare determinate modifiche contro compensazione: un aumento a breve termine dei quantitativi d'intervento, dovuto all'imminente discesa dai pascoli, è inevitabile, ma questo provvedimento è la forma più costosa di sgravio del mercato, in quanto successivamente la carne vi viene reimmessa. Per ridurre questi grossi quantitativi di carne, ho cercato, coi miei emendamenti, di creare nuovi incentivi al macello degli animali più leggeri. Questi ultimi vengono imputati al limite superiore: non metto in discussione l'estensivizzazione, ma ritengo che tre categorie siano poco gestibili dal punto di vista democratico, e suscitino altresì confusione negli agricoltori. Lei, signor Commissario, ha parlato, in un'importante rivista specializzata, di un valido programma attuato in Austria, un'iniziativa riguardante i vitelli da latte. Purtroppo, però, non abbiamo reperito questo valido spunto nelle sue proposte: la pregherei ed esorterei ad offrire tali opportunità, quando siano valide.
Gli agricoltori rischiano il crollo di un mercato in precedenza funzionante, e non vedono di buon occhio i politici. La prego quindi, signor Commissario, di cercare, col Consiglio e con noi, soluzioni adeguate per ovviare a tale piaga. Tutti debbono contribuire adeguatamente a riequilibrare domanda ed offerta. Di regola, molte delle proposte del Parlamento vengono respinte lapidariamente dalla Commissione, ma a prescindere da quali siano le migliori proposte, abbiamo bisogno di un successo, signor Commissario! Dobbiamo risolvere con successo l'attuale crisi! Non ho la pretesa di essere il migliore: se lo è lei, me ne rallegro, e la prego di formulare le proposte, ma in modo tale da conseguire un successo! È questo che conta. Gli agricoltori danneggiati, i produttori di carne, i consumatori disorientati, i dipendenti del settore della carne bovina sono tutti colpiti: già oggi si riconosce che le trascuratezze politiche, i controlli non eseguiti, le valutazioni tecniche erronee sono responsabili della catastrofe sul mercato della carne bovina. In tutto questo, gli agricoltori sono per lo più le vittime, e non i colpevoli: ciò è determinante e deve essere tenuto presente all'atto della formulazione di proposte finanziarie. Prego con urgenza il Parlamento di accogliere la mia proposta: gli accadimenti di stanotte in Gran Bretagna rappresentano un ulteriore esempio della necessità assoluta di appoggiare la relazione.
(Vivi applausi)
McCartin (PPE), relatore per parere della commissione per i bilanci. – (EN)
Signora Presidente, vorrei ringraziare l'onorevole Funk per aver voluto preparare con tanta cura la sua relazione nonostante il poco tempo a disposizione. Dev'essere confortante per gli agricoltori dell'Unione europea sapere che in questo Parlamento esistono persone solidali con loro e ben informate. Desidero inoltre ringraziare il Commissario per come ha gestito questa gravissima crisi e per la competenza e abilità dimostrate.
Alla luce delle attuali restrizioni di bilancio non è realistico pensare a domande di compensazione illimitate per gli agricoltori europei. In questo e nel prossimo esercizio la Commissione propone di spendere complessivamente più di 3 miliardi di ECU per sostenere gli allevatori di bovini nel corso della presente crisi. Bisogna riconoscere che gli agricoltori continueranno a perdere 3 miliardi di ECU all'anno. Nel paese che rappresento, l'Irlanda, gli agricoltori che dipendono notevolmente da tali finanziamenti si ritroveranno con un reddito decurtato di almeno altri 300 milioni di ECU nonostante tali misure. Pertanto non esiste la possibilità di finanziare tutte queste perdite mediante l'attuale bilancio dell'Unione europea.
È un pò difficile presentare e discutere una misura in Aula senza sapere quali costi comporti e avere un'idea di come sostenerli. È compito di un parlamento far sì che le risorse vengano rese disponibili.
La commissione per i bilanci ritiene che queste misure vadano accolte, ma debbano essere finanziate con le risorse disponibili nell'attuale progetto di bilancio. Avendo esaminato i risultati dei bilanci degli ultimi tre esercizi e, in particolare, di quello relativo all'esercizio in corso, dove abbiamo già stanziato 1, 6 miliardi di ECU per far fronte alla presente crisi, mentre la Commissione sta persino prevedendo di rendere disponibili ulteriori 460 milioni di ECU entro la fine dell'anno, credo personalmente che nell'attuale bilancio vi siano risorse sufficienti per fornire i 1, 33 miliardi di ECU che la Commissione propone di spendere per questa misura. Penso che non sia necessario sconvolgere tutti gli accordi presi con gli altri settori nel corso della riorganizzazione della politica agricola comune e che i fondi necessari possano essere trovati. Se così non fosse, riteniamo sia possibile prevedere per la fine dell'anno un bilancio suppletivo che ripristini per il miliardo di ECU cancellato dal Consiglio e che la soluzione possa almeno essere contenuta nell'attuale progetto preliminare di bilancio.
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Signora Presidente, onorevoli deputati, ritengo che tutti noi, in quest'Aula ed anche all'esterno, abbiamo le idee chiare circa la difficile situazione che attraversa attualmente il settore della carne bovina. Dall'inizio della crisi della BSE, quest'anno, il consumo è calato, in taluni Stati membri, del 20‐30 %, così come i prezzi, che attualmente toccano in due paesi membri il 63 % del prezzo d'intervento, venendosi quindi a trovare molto vicino alla rete di sicurezza.
Purtroppo non vi sono segnali di un miglioramento nel prossimo futuro: nell'avvenire immediato, la tematica della BSE resterà sulla bocca di tutti, e di conseguenza il consumo non potrà tornare ai livelli precedenti. Proprio ora, in autunno, verranno immessi sul mercato notevoli quantitativi di bovini, senza che vi sia una domanda corrispondente, e, come sapete, l'intervento si limita a 400000 tonnellate: volume che raggiungeremo prossimamente. In siffatte circostanze, hanno ragione tutti coloro che affermano che abbiamo bisogno urgente di provvedimenti: scopo generale dev'essere però sgravare il mercato e ricondurre al più presto la produzione ad un livello commercializzabile.
Poiché l'Assemblea ha accettato l'urgenza solo per il settore della carne bovina, ma non per la proposta sui seminativi, che costituisce la base finanziaria, il Consiglio si trova in una situazione difficile, in quanto può adottare provvedimenti volti a ridurre la produzione di carne senza peraltro poterli finanziare. È quindi chiaro che i provvedimenti debbono essere fortemente limitati sia sotto il profilo temporale che per quanto riguarda le loro ripercussioni. L'intera problematica potrà essere veramente affrontata soltanto quando avrete dato la vostra valutazione dell'intero pacchetto. A maggior ragione sorprende quindi che, spingendosi oltre la proposta della Commissione, gli emendamenti contemplino spese aggiuntive dell'ordine di grandezza di svariate centinaia di milioni di ecu.
Nelle mie ulteriori osservazioni, intendo riferirmi soltanto alla proposta sulla carne bovina ed ai vostri emendamenti. Anzitutto vorrei ancora chiarire che le proposte sottopostevi sono concepite soltanto come provvedimenti d'urgenza, e non come soluzione definitiva dell'intero problema. La crisi BSE in quanto tale dev'essere vista nel contesto globale del mercato della carne bovina, che si trovava già prima in una situazione difficile, come ho detto chiaramente a voi ed al Consiglio già all'inizio di quest'anno.
I provvedimenti previsti a medio termine servono quindi anzitutto a creare il margine di manovra necessario per poter nuovamente smaltire, prima o poi, gli stock d'intervento. Le proposte‐fulcro sulla riduzione della produzione di carne bovina consistono in un programma di macellazione dei vitelli e nell'apertura dell'intervento ai vitelloni. Riconosco che la proposta sulla macellazione dei vitelli è assai controversa, ma trattasi di un provvedimento relativamente facile da applicarsi, come si può constatare in Gran Bretagna e Portogallo. Trattasi inoltre del provvedimento meno costoso per ridurre la produzione, poiché interviene nella prima fase del ciclo produttivo e a mio avviso, tenendo conto della situazione eccezionalmente critica, è sostenibile nei confronti dei consumatori preoccupati.
Onorevole Funk, le nostre proposte contengono inoltre, a mò d'integrazione, un programma di macellazione precoce per i vitelli da latte. L'altra alternativa che ho reperito nei suoi emendamenti, consistente nel ridurre la quota delle vacche nutrici anziché macellare vitelli, non è a mio avviso fattibile: infatti, in tal modo indurremmo ora gli agricoltori a macellare le loro vacche nutrici, e vi è tutta una serie di buone ragioni per non farlo. In primo luogo, questa macellazione aggiuntiva di vacche non ridurrebbe, in un primo tempo, l'offerta di carne bovina, bensì la aumenterebbe ulteriormente; in secondo luogo, la diminuzione dei diritti al premio per le vacche nutrici e del numero di queste ultime pregiudicherebbe la futura organizzazione del settore: penso quindi che dovremmo piuttosto valutare tale questione in un contesto di lunga scadenza. In terzo luogo, una sostanziale riduzione – e dobbiamo sempre tener presente che, diversamente da quanto accade per i bovini maschi, per le vacche nutrici abbiamo a che fare con diritti attribuiti individualmente – ci porterebbe probabilmente a dover intraprendere, in fin dei conti, un'iniziativa per l'accaparramento di tali diritti. Sappiamo però che attualmente un milione di questi diritti non è utilizzato, ossia dovremmo acquistare un milione di tali diritti senza alcun effetto. Peraltro, in caso di riduzione della quota delle vacche nutrici non dovremmo forse ridurre anche le quote lattiere, in quanto le vacche da latte producono la maggior parte dei vitelli destinati all'ingrasso? Riassumendo, sono convinto che ora ci si debba occupare dei vitelli e non tanto delle vacche.
Vi ringrazio comunque per aver appoggiato la mia proposta di includere nell'intervento i giovani animali maschi, e per le proposte fatte a tal riguardo in merito all'età ed al peso. Ritengo che valga la pena di prendere in considerazione tale alternativa, ma lascerò ai miei esperti il compito di valutare questo aspetto.
Parallelamente al programma di macellazione dei vitelli ed all'intervento sugli animali giovani propongo anche una riduzione dei contingenti nazionali per l'attribuzione dei premi speciali. Secondo me, ciò dovrebbe essere accettabile per ogni Stato membro, in quanto, a seguito del programma di macellazione dei vitelli, prossimamente saranno richiesti meno premi, e noi abbiamo scelto, quale base di partenza per la nostra proposta, il livello sinora più elevato di notifica.
Ogni Stato membro parte in base alla notifiche registrate per il 1995, e deve assorbire una riduzione del 5 %, ma si tiene conto solo per metà del numero delle notifiche eccedenti quelle previste nel 1992. So che questo provvedimento è vivacemente criticato, soprattutto in quegli Stati membri che finora, per riequilibrare la propria posizione, hanno fatto ricorso sostanzialmente o in buona parte ai premi per i seminativi per le superficie di mais in silo anziché ai premi per i tori.
Dopo un certo periodo di applicazione ritengo però che si potrebbe, tramite una clausola di revisione, tenere debitamente conto di questo problema. Per potenziare i provvedimenti volti a ridurre la produzione propongo infine di ridurre alquanto la densità per la concessione di premi di estensivizzazione, ma tali premi vanno aumentati di conseguenza per quegli agricoltori che sono disposti ad accontentarsi di un coefficiente di densità inferiore ad un'unità di bestiame grosso per ettaro.
Prossimamente dovremo aumentare i quantitativi all'intervento: ciò è inevitabile. Sono però d'accordo con coloro che affermano che quest'ultimo dev'essere mantenuto per il più breve periodo possibile: esso è, e resta, un provvedimento a breve scadenza. Quindi l'aumento proposto vale solo sino all'adozione delle altre misure. Mi chiedo però se l'intervallo previsto di 14 mesi – ed i quantitativi vengono aumentati solo in questo lasso di tempo – sia troppo lungo. O non è forse un obiettivo estremamente ambizioso cercare di tornare entro un anno ai livelli normali di produzione?
Se chiedete poi una riduzione dei pesi d'intervento, ciò ha in linea di massima il mio pieno appoggio. Credo tuttavia che sia più realistico procedere per tappe che non tutto d'un tratto.
Mi è stato altresì chiesto di pronunciarmi brevemente su quanto la Commissione avrebbe deciso mercoledì, e quanto il governo britannico ha deciso ieri. Devo però dire che, a tal riguardo, sono al corrente soltanto della dichiarazione‐stampa di quest'ultimo. Vorrei chiarire diversi aspetti: anzitutto, la Commissione adotta naturalmente le proprie decisioni in base alle conclusioni del vertice di Firenze; in secondo luogo, nella sua ultima riunione la Commissione ha preso atto esclusivamente di una mia relazione sull'ultima seduta del Consiglio. Ho informato la Commissione di aver fatto dinnanzi al Consiglio le stesse affermazioni, ossia che ci atteniamo a Firenze e che inoltre, più di una settimana fa, ho fatto quanto sono sempre solito fare quando ci viene trasmesso un nuovo studio, ossia ho trasmesso entrambi gli studi al comitato multidisciplinare ed al comitato scientifico veterinario: trattasi dello studio che riguarda l'eventuale trasmissione della BSE dalle vacche ai vitelli nonché dello studio sempre più citato nel frattempo con la denominazione di studio di Oxford.
Non si sono potute adottare decisioni su modifiche o simili in quanto nessuno, nella Commissione, lo ha richiesto. E così, almeno mi pare, le cose sono chiare. Le conclusioni di Firenze prevedono quanto segue: in primo luogo, devono essere soddisfatti i requisiti, fra cui rientra un programma aggiuntivo di macellazione. In secondo luogo, una volta soddisfatti i criteri, è prevista un procedura a fasi di rimozione del divieto all'esportazione per cui, stando alla procedura prevista, il governo britannico deve presentare anzitutto un documento di lavoro alla Commissione, la quale lo trasmette ad entrambi i comitati scientifici. Se questi ultimi formulano una raccomandazione positiva, si avvia la procedura decisionale normale prevista in tal caso.
So che il mio pacchetto di proposte, volto a prevedere aiuti per risolvere i problemi del mercato dei bovini, è oggetto di accesi dibattiti. D'altro canto, ad ogni esperto dovrebbe essere chiaro che in una crisi di tale entità è logico che interessi conflittuali conducano a loro volta ad un dibattito controverso. Inoltre, le posizioni di partenza sono sin troppo divergenti da Stato membro a Stato membro. Tuttavia credo che per tutti conti un solo principio, ossia che un aiuto rapido è sempre il più efficace. Vi prego quindi di formulare al più presto il vostro parere sull'intero pacchetto.
Green (PSE). – (EN)
Signora Presidente, dal momento che all'inizio della seduta avevo chiesto alla Commissione di fare una dichiarazione sulle ultime notizie provenienti dal governo britannico, vorrei rivolgere una domanda al Commissario Fischler. Le sue proposte, su cui si basa la relazione Funk, partono dal presupposto che il Regno Unito avrebbe ordinato un ulteriore abbattimento di 147.000 capi, cosa che a quanto pare è stata ora sospesa. Se così fosse, quali ne sarebbero le implicazioni per le proposte contenute nella relazione dell'onorevole Funk e che sono state discusse questa mattina in Aula?
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Signora Presidente, onorevole deputata, vorrei chiarire che le conclusioni di Firenze fanno riferimento al fatto che vengono fissati requisiti che devono essere soddisfatti per procedere alla graduale rimozione del divieto d'esportazione per la Gran Bretagna. Il pacchetto che è oggi in discussione non è il risultato delle conclusioni di Firenze, bensì mira a risolvere la crisi nel settore bovino andando oltre il pacchetto altresì convenuto a Firenze. Allora si era infatti raccomandato di stanziare 850 milioni di ecu per un sostegno diretto all'introito degli agricoltori.
Ecco quanto è stato raccomandato a Firenze, ma i provvedimenti di cui trattasi oggi riguardano tutti e quindici i Paesi membri e non si ricollegano direttamente al quesito di come procedere in futuro circa la rimozione del divieto d'esportazione. Ritengo che questi due aspetti vadano scissi.
Martens (PPE). – (NL)
Signor Commissario, la domanda è abbastanza semplice e spero che anche la risposta lo sia. Le decisioni prese dal governo a Londra ieri sono in accordo con le decisioni della Commissione?
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Signora Presidente, onorevole deputato, a mio avviso le cose sono del tutto chiare: quanto ha deciso ieri il governo britannico si riferisce al futuro modo di procedere in Gran Bretagna. Trattasi, per così dire, di un problema britannico: se le condizioni di Firenze non verranno soddisfatte, non si otterrà la rimozione del divieto all'esportazione.
Il quesito che il governo britannico deve porsi è cosa intenda ottenere. Sintantoché esso non soddisfa questi requisiti, e fino a che non avremo in mano un documento che possiamo esaminare, non si può logicamente parlare di rimozione del divieto d'esportazione. Ciò non ha nulla a che vedere col fatto che abbiamo bisogno di una nuova normativa, ad esempio, per i provvedimenti d'intervento, per cui il prossimo mese supereremo il limite delle 400000 tonnellate. Altrimenti, il mercato della carne bovina crollerà in tutta Europa: è così che vedo le cose.
Fantuzzi (PSE). – Signora Presidente, come portavoce agricolo del più numeroso gruppo politico presente al Parlamento, confesso la mia incapacità ad esprimere un voto serio e ragionato sugli emendamenti. Io non so, onorevole Funk, chi debba essere più preoccupato, io o lei.
Onorevoli colleghi, sappiate infatti che oggi non diamo il via solo ad un intervento a breve per la carne, per evitare la cosiddetta rete di sicurezza: qui si fa una riforma profonda del regolamento sull'OCM della carne bovina in Europa. Un giochetto da un 1, 4 MECU solo nel '97, che apre, in modo sconcertante, la stagione della riforma della PAC. Dove sono finite, signor Commissario, le buone intenzioni di coinvolgere il Parlamento fin dall'inizio sulle riforme agricole fondamentali?
Io pensavo che la strategia dei documenti di riflessione, aperta con il vino e l'ortofrutta, fosse una scelta permanente. Mesi e mesi per discutere di quei dossier
. Per la carne bovina – dossier
non meno complesso – abbiamo i documenti il 5 settembre e oggi, 20 settembre, eccoci qui in cento deputati, di venerdì, a fare la riforma. Sembra di sognare ad occhi aperti, specie dopo le decisioni di questa notte che, secondo me, signor Commissario, rimetteranno in discussione oggettivamente, per le loro ripercussioni sul mercato, questa stessa proposta.
Tanto per essere chiari sulle responsabilità, l'urgenza dell'intervento a breve avrebbe potuto esserci chiesta con una proposta di semplice modifica del solo articolo 6 del regolamento 805. Così avrebbe dovuto fare il Consiglio, dopo il nostro voto di appena 15 giorni fa, dove si espresse un chiaro «no» all'urgenza nella sua globalità. Perché ripresentarci adesso tutto il pacchetto nel suo insieme, come se nulla fosse stato, e non scegliere invece la sola strada ragionevole?
Anche per il Parlamento – mi consentano gli onorevoli colleghi – la decisione di separare l'urgenza come si taglia una mela bacata in due, tenendoci la parte buona, cioè quella della spesa, addirittura aumentandola come indica la relazione Funk, e rispedendo al mittente quella cattiva, cioè quella dell'entrata con il taglio ai seminativi, a me non pare una figura molto esaltante. Siamo lo stesso Parlamento che vuole contenere le spese agricole nel bilancio '97? Se c'è un'urgenza, credo che essa riguardi l'uso e la ripartizione delle risorse nel capitolo agricolo, ma l'onorevole Funk ha scelto invece la comodità del silenzio e del rinvio, dopo averci proposto addirittura un aumento delle risorse.
Io credo che non si possa far finta di niente, a maggior ragione dopo la decisione di stanotte del governo. Osi, signor Commissario, perché non mi pare ammissibile che sia la Svizzera a dover dare l'esempio a questa Europa. Ci dia quel minimo di condizioni necessarie per darle una mano: saprà che il nostro gruppo è con lei!
Arias Cañete (PPE). – (ES)
Signora Presidente, il nostro gruppo desidera anzitutto congratularsi con l"onorevole Funk per la sua eccellente relazione, redatta in un tempo record, il cui contenuto condivide pienamente. Tuttavia, il nostro gruppo desidera esprimere il proprio disaccordo rispetto alla strategia seguita dalla Commissione in questa materia. È intollerabile che per affrontare una crisi grave del settore bovino ci venga presentato un pacchetto di proposte in cui, al tempo stesso, si modificano regolamenti che sono di sostegno ai produttori di colture foraggere e che sono intesi a potenziare l"efficacia di strutture agrarie, si vincolano le linee di bilancio relative ai tre settori e si esigono sacrifici economici da alcuni per aiutare altri. Questa tecnica per il nostro gruppo è deprecabile, in quanto significa mescolare azioni urgenti con riforme che necessitano di più pacata riflessione. Significa cercare di forzare la volontà del Parlamento affinché accetti ciò che è inaccettabile sotto pena di veder respinto ciò che è necessario. Tuttavia, è altresì evidente che vi erano in questa riforma elementi inderogabili, che hanno giustificato la posizione del nostro gruppo: accettare l"urgenza in un settore che ha bisogno di soluzioni e respingerla negli altri, perché nel bilancio vi sono margini per affrontare le riforme più urgenti, e con un po" di immaginativa è possibile coprire a livello di bilancio le proposte avanzate da questo Parlamento.
Noi condividiamo pienamente le proposte dell"onorevole Funk. Tuttavia, nel nostro gruppo vi sono delegazioni che non capiscono perché ci si opponga alla proposta della Commissione in ordine alla produzione estensiva e all"incremento dei premi, quando il coefficiente di densità diminuisce; di fatto, in un contesto di crisi del settore come quello che stiamo vivendo – crisi dovuta ad una malattia – è difficile per alcune delegazioni nazionali comprendere perché ci si opponga alla produzione estensiva e all"alimentazione naturale del bestiame.
Infine, è discutibile il criterio seguito dalla Commissione per modificare i massimali regionali dei premi ai vitelli, giacché gli indici relativi al rapporto tra massimali e sacrifici effettivi sono molto diversi da paese a paese, e in alcuni casi implicano un inadempimento degli impegni assunti nel pacchetto prezzi.
Mulder (ELDR). – (NL)
In primissimo luogo i miei complimenti per la rapidità del lavoro svolto dall'onorevole Funk. La decisione britannica di ieri sera di prendere una decisione unilaterale è biasimevole, soprattutto perchè la decisione è unilaterale. E da quello che ho sentito dall'onorevole Fischler posso solo appoggiare il comportamento della Commissione di attenersi agli accordi di Firenze.
Sono anche d'accordo con l'onorevole Fischler che è inevitabile a breve termine creare la possibilità di aumentare le scorte d'intervento. Non vedo nessun'altra possibilità a questo stadio. Vi è inoltre la necessità di altre misure. Per quel che riguarda le altre misure, io penso che le proposte della Commissione siano un pò troppo unilaterali. Sono troppo unilaterali, perchè riguardano troppo l'estensione. Se guardiamo la situazione in Europa, vediamo che vi sono circa 20 milioni di vacche da latte e circa 10 milioni da carne. La produzione di carne del settore lattiero‐caseario bovino è in costante diminuzione. Le vacche producono sempre più latte. Quindi la produzione del settore lattiero‐caseario bovino aumenta sempre. Penso quindi che i premi per tutti i segmenti di questo settore debbano essere ridotti e quindi anche i premi per le vacche da riproduzione.
Infine, il settore dei vitelli rimane quasi inalterato. Credo che sia positivo abbassare il peso dei vitelli alla macellazione di una determinata percentuale per tutti i paesi dell'Unione europea. Questo può significare un considerevole spostamento del settore della carne e del latte verso il settore dei vitelli, che è meglio che macellare i vitelli in giovane età.
L'ultimo punto non è contenuto nella proposta. Noi pensiamo che la Commissione debba fare delle proposte il più presto possibile sui marchi di qualità per la carne bovina in tutti i paesi europei. Ci deve essere un marchio di qualità europeo.
E l'ultimissimo punto, pensiamo che sia una cattiva idea quella di far scaturire l'intero finanziamento dal settore agricolo. Un settore non può dover pagare i costi degli altri.
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, intervengo ora semplicemente sul regolamento e la prego di non addebitarmi questo tempo di parola. In precedenza, lei mi aveva detto che ora sarebbe toccato a me, e vorrei sapere perché solo i grandi gruppi hanno diritto di parola allorché si tratta di interrogare un Commissario. Ascolto molto volentieri la onorevole Green, anche due volte, e pure l'onorevole Martens – erano tutti quesiti assai ragionevoli – ma gli altri gruppi non possono forse porre alcuna domanda? Perché mai li trascura e tratta solo con i gruppi più grandi? È, questo, un modo di procedere non consentito dal regolamento! La pregherei poi, quando chiederò la parola sul regolamento, di trattare questo punto in via prioritaria: anche il nostro regolamento prevede che lei soddisfi tali richieste. Ritengo che non si possa procedere così: non so come lei intenda motivare tale procedura.
Ora può far partire il tempo, in quanto interverrò nel merito.
Presidente. – Onorevole Graefe zu Baringdorf, come avrà senz"altro compreso, ci siamo trovati di fronte ad una situazione del tutto inattesa a causa di quanto è successo ieri sera. E" stata richiesta l"iscrizione di questo punto all"ordine del giorno. A seguito dell"intervento dell"on. Green, l"abbiamo incluso nel dibattito sulla relazione dell"on. Funk. Si tratta effettivamente di una procedura un po" anomala dovuta a impellenti motivi contingenti.
D"altronde, ad un certo punto, il presidente Jacob mi ha chiesto la parola – come egli stesso potrà confermare – e io gliel"ho negata rendendomi conto che non sarebbe stato corretto non dare priorità agli oratori iscritti. Poiché anche lei era iscritto, onorevole Graefe zu Baringdorf, e sarebbe intervenuto pochi minuti dopo, mi sono detto che forse non era necessario darle la parola per poi ridargliela dieci minuti più tardi, mentre altri oratori regolarmente iscritti aspettavano il loro turno.
Questo è il ragionamento che ho seguito, fermo restando che non appena concluso il dibattito e ridata la parola al commissario Fischler, altri colleghi potranno intervenire, in particolare, come è ovvio, il presidente della commissione per l"agricoltura e lo sviluppo rurale.
Ho cercato di gestire nel miglior modo possibile una situazione del tutto insolita e inattesa ed ora, onorevole Graefe zu Baringdorf, posso darle la parola perché intervenga a nome del suo gruppo.
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, rispetto le sue riflessioni, ma le ritengo erronee. In una situazione così eccezionale è consuetudine che tutti i gruppi abbiano modo di formulare domande in proposito. Si è sempre proceduto così, e lo si sarebbe dovuto fare anche questa volta. Ma ora la questione è chiusa: prendo nota della sua dichiarazione e procedo come lei ha proposto, facendo il mio intervento.
Signor Commissario Fishler, lei ha detto che i provvedimenti del governo inglese sono provvedimenti di cui esso stesso si deve assumere la responsabilità. Ma ciò che ne risulterà – e anche lei lo sa bene – è che la crisi di fiducia, che costa denaro anche agli altri agricoltori dell'Unione, andrà aggravandosi. Quindi, i provvedimenti del governo britannico sono fatti per costare a coloro che non hanno nulla a che vedere con tutto ciò. Quanto alla relazione dell'onorevole Funk, ce ne rallegriamo e la appoggiamo in sostanza.
Anche per noi conta poter macellare e ripristinare la fiducia nel mercato: questo è possibile soltanto qualora ci si adoperi anche fattivamente perché i consumatori riprendano a comprare carne. È però necessario che venga accolto il nostro emendamento, che prevede che tale premio vada versato soltanto per la carne di cui si garantisca e si dimostri la provenienza da bestiame esente da BSE. Analogamente dicasi degli interventi, che ora vengono privilegiati in base al peso: a questo proposito si deve dimostrare che non si tratta di bestiame affetto da BSE, per non ritrovarci, fra un paio d'anni, ad immettere tale carne sul mercato ed a seppellire nuovamente la fiducia e, quindi, il mercato.
Signor Commissario Fischler, l'eccezione per i vitelli è giusta, ma non sotto forma di premio di Erode. Si devono abbattere vitelli che hanno potuto, in un primo tempo, sviluppare carne, la quale va immessa sul mercato. Trattasi di carne di elevato valore, che deve ottenere un aiuto, in modo da non divenire più cara della carne di manzo. Sarebbe così possibile uno sgravio del mercato, ma non nel senso di sottrarre tale carne al consumo, come lei ha proposto. Inoltre – e sono giunto all'ultima osservazione – anche per i premi speciali dev'esservi una limitazione a 90 animali, in modo da avere uno scaglionamento. Questa è la nostra richiesta: come per i premi speciali consueti, non bisogna versarli per tutti gli allevamenti, bensì solo per i primi 90 animali.
Barthet‐Mayer (ARE). – (FR)
Signora Presidente, mai si sono visti tanti bovini nei prati come in questa fine estate ‘96! Che ne sarà degli allevatori che perdono tra 100 e 300 ecu a capo in questo mercato depresso, mentre i prezzi sono ovunque in calo in un settore produttivo caratterizzato dai redditi più bassi del comparto agricolo?
Condividiamo l"idea, espressa nella relazione Funk, di completare le proposte della Commissione sul sostegno al mercato e l"idea che questa non sarà una crisi passeggera. Ma la relazione non indica un approccio sufficiente ad evitare il fallimento delle aziende nelle quali l"allevamento rappresenta la principale voce di reddito e che rischiano di scomparire dalle zone meno favorite. Questa crisi bovina deve incitarci ad accelerare riforme profonde a medio termine su due punti fondamentali. Da un lato è necessario modificare la struttura dei premi per aiutare maggiormente chi alleva bovini al pascolo producendo carne di qualità e preservando la campagna e il paesaggio, in particolare nelle zone di montagna; dall"altro bisogna aiutare i mercati senza aumentare eccessivamente gli acquisti di carne all"intervento, promuovendo l"abbattimento anticipato dei vitelli, diminuendo i premi all"allevamento intensivo, concedendo aiuti complementari agli allevatori specializzati, per evitare che i pascoli rischino di ridursi nuovamente a vantaggio dei seminativi che bisognerà aiutare o mettere a riposo.
La Commissione ci trascina in un circolo vizioso che sarà molto difficile spezzare. I costi supplementari che si annunciano saranno superiori al previsto; le modeste misure congiunturali previste dalla Commissione non basteranno. Bisogna avere il coraggio politico di rendersene conto fin d"ora e di votare le necessarie linee di sostegno diretto agli allevatori minacciati. In questo contesto le decisioni del governo britannico rappresentano chiaramente una catastrofe.
PRESIDENZA DELLA ON. SCHLEICHER Vicepresidente
des Places (EDN). – (FR)
Signora Presidente, bene o male, il collega Funk ha tentato l"impossibile, anche se la nostra ottica è diversa poiché diversi sono i nostri interessi specifici.
Sono mesi che il reddito di tutti gli operatori della filiera «carne bovina» crolla: è proprio questo il momento di rimborsare 9, 2 miliardi di ECU agli Stati membri dalle rimanenze del bilancio 1995 e di ridurre di 2, 75 miliardi di ECU il progetto preliminare per il 1997? Sappiamo tutti che queste decisioni politiche hanno il solo scopo di permettere agli Stati membri di raggiungere gli obiettivi necessari per partecipare alla moneta unica e, in particolare, ridurre i cosiddetti «eccessivi»disavanzi di bilancio di taluni Stati.
Di fronte a questa crisi, cosa ci viene proposto? Semplicemente uno storno interno di parte del bilancio cereali e una modifica della data prevista per il versamento dei premi delle oleaginose, al fine di realizzare un artificio di bilancio e, ovviamente, senza garanzia alcuna di iscrizione permanente in bilancio e nel FEOGA.
Il presidente Chirac e il Cancelliere Kohl hanno addirittura riconosciuto, in occasione dell"ultimo incontro, che il settore industriale non era mai stato colpito da una catastrofe di queste dimensioni. Piuttosto che batterci per difendere la PMTVA, il PSBM e il livello di intervento, io proporrò, a nome del mio gruppo e con il sostegno di altri colleghi, tre emendamenti di compromesso che permetteranno di adeguare i premi in funzione della realtà regionale nel settore della produzione della carne bovina. Spero che otterranno il sostegno della maggioranza poiché è necessario trovare soluzioni rapide ed efficaci per il bene di tutta la zootecnia europea.
Martinez (NI). – (FR)
Signora Presidente, stiamo assistendo ad una catastrofe che è economica e umana allo stesso tempo. In Francia abbiamo visto allevatori di Charroux, nella regione di Vienne, partire, spingere i loro bovini, marciare su Parigi come se si recassero dal re perché, se questi avesse saputo, non avrebbe permesso che accadesse! Abbiamo visto migliaia di agricoltori riunirsi a Clermont‐Ferrand... Ma, di fronte a questa catastrofe, anziché riflettere e rimettere tutto in discussione, vi lanciate in un miserabile dibattito tecnico. Noi vi parliamo di responsabilità finanziaria e voi ci rispondete: »austerità di bilancio»!
Ma, in realtà, poiché gli allevatori che sono le vittime hanno le mani pulite – quello che i giuristi chiamano «clean hands
», principio fondamentale per il risarcimento danni, mentre noi, comuni mortali, parliamo di responsabilità: in base a questo principio, secondo il diritto ambientale, chi inquina paga: gli avvelenatori industriali devono pagare, e qui penso ai fratelli de Mulder.
Ci dite: »No, non responsabilità, ma solidarietà!». Pensavamo che si trattasse di solidarietà nazionale ed europea. Nient"affatto! Ci dite: »Solidarietà interprofessionale»: si spogliano i produttori di cereali per rivestire, molto succintamente, gli allevatori. Tutto comincia dalla tecnica: 1, 3 miliardi di ECU di risarcimento, si diminuisce il premio per la messa a riposo, si taglia del 5 % il premio alle vacche nutrici, i torelli sono favoriti a spese dei bovini da ristallo, non si raggiunge la linea direttrice, si traffica un po", si buttano i soldi ai quattro venti, in Nicaragua, in Papuasia, ma niente per gli agricoltori!
In realtà, siete perversi. Sappiamo benissimo dove volete arrivare. Singapore si avvicina, si preparano i grandi negoziati del 1999 e voi vi preparate a rimettere in discussione il grande accordo della PAC del 1992. Piano, piano, ci preparate ad ammettere che il premio per la messa a riposo deve sparire, ecc.
In altre parole, siete come quegli immigrati dell"inizio del XIX secolo in Francia che non sapevano niente e non avevano capito niente. Non volete capire che è stata la vostra agricoltura folle a creare questa situazione. BarthetMayer vi diceva che bisognava cambiare strada, scegliere la strada dei marchi, della riconoscibilità del paese d"origine, sapere da dove vengono i prodotti, cioè, in definitiva, rimettervi in discussione. E invece, niente affatto: assistiamo ai lavori della commissione d"inchiesta e scopriamo che, per cinque anni, non avete capito niente, non avete saputo niente e che questa crisi istituzionale non sarà risolta.
Signor Commissario, bisogna far tesoro delle esperienze negative, bisogna che questo dramma serva a qualcosa! Ma pare che così non sia; da qui la nostra tristezza. Signor Commissario, siete veramente incorreggibili!
Gillis (PPE). – (EN)
Signora Presidente, il Commissario ha fatto tre proposte. Questa mattina trattiamo soltanto la prima, quella volta a migliorare l'accesso all'intervento, correggere i vari regimi di premi e promuovere altre modifiche nel settore delle carni bovine. Abbiamo respinto l'urgenza per le restanti due proposte. Condivido la decisione del Parlamento di non prendere in considerazione la proposta della Commissione di tagliare gli aiuti ai cerealicoltori. Tale proposta è stata mal concepita e può soltanto incrinare la fiducia di tutto il comparto agricolo. Con la riforma della PAC gli agricoltori si sono visti sostituire i prezzi garantiti con gli aiuti al reddito e una serie di garanzie molto minori. È stato loro più volte assicurato che gli aiuti al reddito avevano carattere permanente e che sarebbero stati pienamente finanziati. Ora la Commissione propone un taglio consistente dei pagamenti compensativi al settore cerealicolo. Gli agricoltori non possono accettare di essere trattati in questo modo. Le promesse vanno mantenute. Se la Commissione dovesse riuscire a tagliare gli aiuti ai seminativi, potrebbe successivamente proporre misure analoghe per altri settori.
Non condivido tutti i vari aspetti delle proposte oggi in esame. Tuttavia, è importante che il Parlamento definisca la sua posizione per consentire al Consiglio «Agricoltura» di apportare le tanto necessarie modifiche. Mi riferisco in particolare agli aumenti dei massimali d'intervento previsti per il 1996/97. Tali modifiche servono immediatamente per evitare un ulteriore crollo del mercato delle carni bovine.
Signor Commissario, mi rendo conto che sta facendo del suo meglio pur trovandosi in una posizione assai difficile, ma le sue osservazioni sulla decisione di ieri del governo britannico sono fin troppo benevole. Anzi, con tutto il rispetto, le considero un pò deboli. Ignorano il danno e la distruzione arrecati all'industria della carne bovina degli Stati membri confinanti. Mi riferisco in particolare al mio paese, l'Irlanda.
Invito la Commissione a valutare nuovamente, per un altro aspetto, l'opportunità di inoltrare una domanda all'OMC o al GATT per ottenere un aumento delle nostre quote per l'esportazione di carne bovina. Lo avevo già richiesto, ma la Commissione non aveva ritenuto fosse opportuno. Quest'anno non siamo stati in grado di colmare la nostra quota a causa della crisi della BSE. Dovremmo pertanto ricercare una certa flessibilità nelle quote di esportazione. Per la maggior parte degli Stati membri le esportazioni tradizionali stanno progressivamente ritornando alla normalità. Credo sia importante sfruttare al meglio le opportunità offerteci.
Infine, ritengo sia molto importante lanciare subito una campagna promozionale per tentare di stimolare il consumo di carne bovina. Non abbiamo affrontato adeguatamente tale aspetto.
Watson (ELDR). – (EN)
Signora Presidente, io rappresento la zona per eccellenza dell'allevamento britannico, il Somerset e il North Devon. Abbiamo alcune delle migliori industrie casearie e mandrie di bovini, ma sappiamo anche tutto della BSE, che ci ha colpito più di altre regioni.
Molte persone del mio collegio elettorale hanno visto il ritorno da Firenze del nostro primo ministro nella stessa luce in cui avevano visto il ritorno da Monaco di Chamberlain mezzo secolo fa. Il problema della BSE è oggi tanto sentito, come allora quello della pace. È chiaro che John Major sta cercando di guadagnare tempo. Per me la prima regola in politica è di non scavarsi la fossa da soli. Il nostro primo ministro sembra invece soffrire del morbo della «talpa pazza».
(Ilarità)
Speriamo che in questo campo si facciano dei passi avanti. Non sarà certo l'atteggiamento assunto dal ministro dell'Agricoltura britannico lunedì e martedì dinanzi alla Commissione a consentirli: si è comportato come un elefante in una cristalleria. Potranno invece essere conseguiti mantenendo l'atteggiamento più saggio di Sir Leon Brittan nelle consultazioni avute con il Commissario. Sono lieto che il Commissario abbia accettato di rivedere i dati scientifici tenendo conto i quelli nuovi emersi ed eventualmente di riconsiderare l'accordo di Firenze. Credo che ogni decisione unilaterale da parte del governo britannico rappresenti una violazione di tale accordo e un tradimento della fiducia accordatagli. Deploro ogni tentativo del partito conservatore britannico di riaccendere la guerra della carne bovina al fine di guadagnare un modesto vantaggio politico.
La domanda essenziale da rivolgere al Commissario Fischler è se un'eventuale decisione del governo britannico di ritardare l'abbattimento dei capi infetti possa incidere sui pagamenti compensativi previsti per gli agricoltori britannici dai piani convenuti a Firenze. È a questa domanda che vorrei avere una risposta stamane.
Saluto, e in questo so di esprimere anche il parere del Commissario, la decisione del governo svizzero, annunciata all'inizio della settimana, di abbattere un ottavo delle mandrie di bovini, nonostante abbiano avuto soltanto 290 casi di BSE. In Gran Bretagna se ne sono riscontrati 160.000 e avremmo dovuto risolvere la questione più velocemente. Ora che il problema è stato riconosciuto dobbiamo fare il possibile, insieme con i nostri vicini europei, per risolvere la questione una volta per tutte.
(Applausi)
Provan (PPE). – (EN)
Signora Presidente, desidero ringraziare l'onorevole Funk per la sua relazione, che intendiamo appoggiare. Vorrei inoltre ringraziare il Commissario per le sue osservazioni di prima, perché ci troviamo di fronte ad una crisi molto grave nel settore delle carni bovine. Vorrei intervenire a proposito di quanto è stato detto questa mattina sulla politica di abbattimento.
Da quanto mi risulta – non so se ci sia qualcuno qui che al momento conosca pienamente tutti gli aspetti della decisione del governo britannico – tale politica dovrebbe essere rafforzata e riorientata, con l'abbattimento del numero di capi indispensabile per poter debellare efficacemente la BSE nel più breve tempo possibile, al fine di recuperare la necessaria fiducia non soltanto in Gran Bretagna, ma in tutta Europa.
L'accordo di Firenze prevedeva una politica intesa ad accelerare l'abbattimento di un'ampia gamma di capi, che andavano eliminati per soddisfare l'opinione pubblica. Ciò che il governo britannico sta ora proponendo è una politica di abbattimento molto più mirata. Possiamo eliminare soltanto 30.000 capi a settimana. Continueremo ad eliminare 30.000 capi a settimana, limitando le ripercussioni sulla catena alimentare a non più di 30 mesi. Ciò che è importante – sulla base dei nuovi dati scientifici che hanno indotto il governo a prendere questa decisione – è procedere nel modo più efficace possibile. L'abbattimento va mirato con precisione per eliminare quei capi che hanno maggiori probabilità di essere infetti. Se ci limitiamo a ritirare dal mercato e dalle mandrie un numero imprecisato di capi, l'operazione non sarà stata efficace.
Mi sorprendono le parole pronunciate stamane in Aula dalla onorevole Green, perché il portavoce del suo partito laburista presso la Camera dei comuni britannica concorda pienamente con la politica del governo.
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Signora Presidente, onorevoli deputati, ho seguito molto attentamente la discussione e, affinché sia veramente chiaro di cosa si tratta, vorrei sottolineare ancora una volta cosa accadrà se, per così dire, non si farà nulla. Sostanzialmente, e data l'urgenza, il problema risiede nel fatto che, allorché ci troviamo in una situazione in cui raggiungiamo i massimali esistenti per l'intervento e non possiamo più intervenire, si può applicare soltanto la rete di sicurezza. Ciò comporterebbe, in due Stati membri, una riduzione dei prezzi di circa il 3 %, ma dell'ordine di grandezza del 10‐15 % in tutti i paesi, e riteniamo che nessuno, nell'Unione, lo voglia.
Perciò bisogna assolutamente creare i presupposti affinché questo canale almeno sia aperto. Dal punto di vista logico, la nostra proposta aggiuntiva è direttamente subordinata a ciò, poiché ognuno vuole limitare l'intervento. Come possiamo ridurre al minimo l'intervento se non smettiamo sin d'ora di ingrassare giovani animali? Altrimenti ciò significherebbe automaticamente un lungo periodo d'intervento.
Ho già menzionato inizialmente il punto successivo di cui trattasi. Se ora, e questa è la conseguenza automatica, riceviamo quantitativi per l'intervento che si aggirano sull'ordine di grandezza di un milione di tonnellate, non si tratta di bazzecole. Dobbiamo ora riflettere al da farsi per togliere questi quantitativi dai depositi d'intervento: il tutto è lungi dal lasciar intravedere una soluzione duratura. A lungo termine, e su questo siamo d'accordo, dovremo tornare al mercato della carne bovina, in merito alla discussione sulla riforma del mercato lattiero; naturalmente, dovremo inoltre approntare, come primo passo, un miglior sistema di identificazione e, di conseguenza, una pubblicità adeguata alla carne europea.
Una proposta in tal senso è quasi pronta, ma non ha molto senso far ora pubblicità alla carne europea, se al tempo stesso discutiamo di tutti gli aspetti che fanno sì che il consumatore non abbia l'impressione che tale carne sia particolarmente sicura. Se lo si fa contemporaneamente, si corre il pericolo che qualsivoglia pubblicità sia controproducente: anche questo dev'esserci chiaro. Infine, vorrei sottolineare ancora qualcosa: vale quanto deciso a Firenze e null'altro!
Samland (PSE), presidente della commissione per i bilanci. – (DE)
Signora Presidente, penso che questo sia il momento giusto per fare un'osservazione: martedì sera, la commissione per i bilanci ha formulato un parere sulla relazione Funk. In quanto relatore, l'onorevole McCartin vi ha fatto riferimento. In seguito, la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale ha accolto complessivamente sei emendamenti alla relazione Funk: tali emendamenti fanno sì che il volume della spesa proposto dalla Commissione, pari a 1, 381 miliardi di ecu, aumenti di circa 600 milioni di ecu. Questi emendamenti non sono stati in alcun momento oggetto di discussione per l'elaborazione del parere della commissione per i bilanci destinato alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.
Vorrei quindi far notare che, a queste condizioni, secondo me non si potrà procedere oggi, venerdì, ad una decisione sulla relazione Funk, bensì si dovrà tenere una nuova consultazione tenendo conto dei maggiori volumi di spesa, per cui non vi è mai stata una proposta di copertura.
Vorrei quindi chiedere, congiuntamente al mio gruppo, che la relazione dell'onorevole Funk venga rinviata alla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, per darci così modo di deliberare di conseguenza.
Presidente. – Grazie, onorevole Samland. Il suo gruppo chiede quindi il rinvio in commissione. Prima di votare, vi è modo di sentire un parere favorevole ed uno contrario. Chi desidera pronunciarsi per il rinvio? Prego, onorevole Fantuzzi.
Fantuzzi (PSE). – Signora Presidente, per i motivi che ho esposto precedentemente, credo che qui si stia andando ben al di là dell'intervento urgente. L'urgenza avrebbe potuto essere richiesta in modo completamente diverso da quanto ha fatto il Consiglio e, oltretutto, alla luce delle decisioni di questa notte, credo che questa proposta in sede di discussione del Consiglio subirà rilevanti modifiche. Non c'è, a mio avviso, ragione di decidere oggi un pacchetto che, fra l'altro, nella sua globalità deve essere valutato organicamente.
Presidente. – Grazie, onorevole Fantuzzi. La onorevole Keppelhoff‐Wiechert vorrebbe ora pronunciarsi contro la proposta.
Keppelhoff‐Wiechert (PPE). – (DE)
Vorrei dirmi favorevole a che si proceda oggi a tale votazione. Gli agricoltori si sono trovati in questa crisi senza colpa: chi ora, in questa fase, avesse ancora il coraggio di differire le cose, dovrebbe prestare attenzione a che gli agricoltori non gli scarichino, dinnanzi alla porta, tutta la carne bovina. Sono quindi a favore della votazione.
Presidente. – Procediamo ora alla votazione sulla richiesta di rinvio in commissione.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, il nostro gruppo ha votato contro la richiesta, in quanto non ne ritenevamo ragionevole la motivazione, dato che gli aumenti di spesa indicati sommariamente non sono esatti. Di conseguenza, l'intervento diminuisce. Conformemente al regolamento, ci riserviamo di chiedere alla Commissione, dopo il voto, se accoglie gli emendamenti del Parlamento. Se tali emendamenti non saranno sostanzialmente accolti, chiederemo il rinvio in commissione, in modo da poter avviare negoziati con la Commissione: infatti, questo è per noi il punto più importante.
Presidente. – La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Emendamento 22:
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, l'emendamento 22 del gruppo Verde è identico, salvo due punti, all'emendamento 16 della commissione per l'agricoltura. Trattasi dell'aggiunta «Deve provenire da allevamenti esenti da BSE, se vi è un premio speciale», e della seconda aggiunta, ossia che anche questo premio è limitato ai 90 animali. Se accettiamo tale ampliamento, signor relatore, lo possiamo aggiungere?
Funk (PPE), relatore. – (DE)
Vi è una notevole differenza: »da carne esente da BSE», questo lo posso accettare, ma non «allevamenti esenti da BSE». Se un agricoltore si ritrova con l'allevamento affetto da BSE senza poterci far nulla è escluso da ogni sostegno, ed è quindi rovinato. Se diciamo «allevamento esente da BSE», ciò significa che nel suo allevamento non può mai esservi alcun capo infetto, ma se si dice «carne esente da BSE», allora posso accogliere queste sue richieste, onorevole Graefe zu Baringdorf, ossia «si può solo intervenire su carne esente dalla BSE» e così via. Ma se lei dice che un agricoltore non ottiene più premi qualora si trovi ad avere a che fare con la BSE, costui è rovinato, senza peraltro potervi far nulla. Come ho appreso in commissione d'inchiesta, vi sono tali tortuosità in quest'intera vicenda, signor Commissario, che non sono più in grado di dire ad un agricoltore cosa può accadergli anche senza alcun suo intervento.
Prima della votazione conclusiva:
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, prima della votazione sulla risoluzione legislativa vorrei chiedere, a nome del nostro gruppo, che il Commissario indichi quali emendamenti accoglie, per chiedere eventualmente il rinvio in commissione. Lo avevo già annunciato in precedenza.
Presidente. – Il relatore può chiedere alla Commissione di rilasciare una dichiarazione supplementare su ogni emendamento accolto, e può proporre di rinviare la votazione sul progetto di risoluzione legislativa. Ciò non può essere fatto, però, da alcun gruppo o singolo deputato. Devo ora chiedere al relatore qual è la sua posizione in merito.
Funk (PPE), relatore. – (DE)
Signora Presidente, chiedo che si proceda alla votazione sulla relazione. Il Commissario ha indicato in precedenza quanto può e quanto non può accettare; la relazione è votata e non torna più in commissione. È quanto abbiamo convenuto; abbiamo anche approvato le risoluzioni, ed il Commissario ha detto cosa accoglie e cosa no. Chiedo che si proceda ora alla votazione definitiva, per appello nominale!
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, è vero, secondo il regolamento non posso interpellare il Commissario se non sono relatore. Posso tuttavia chiedere il rinvio in commissione a nome del gruppo Verde, ed è quanto faccio.
Presidente. – Anche questo non è più possibile: lo si può fare solo una volta nel corso della procedura, e la richiesta è stata già avanzata. Tale possibilità, quindi, non sussiste più.
Dichiarazioni di voto
Graefe zu Baringdorf (V). – (DE)
Signora Presidente, il nostro gruppo ha votato contro la relazione, anche se tendenzialmente siamo d'accordo che si tratta di promuovere la commercializzazione e non l'intervento. Ciò è stato sostanzialmente anche deciso, ma il Commissario non si è pronunciato in merito. Ciò significa che le deliberazioni del Consiglio non devono essere riprese quanto ai contenuti: ne discende che non si terrà conto delle riflessioni progressiste formulate dal Parlamento.
Inoltre, non sono stati accolti entrambi gli emendamenti dei Verdi, volti ad accertare, sia per l'intervento che per i premi anticipati, che questa carne, che viene immessa sul mercato od approda all'intervento, provenga da allevamenti esenti da BSE. Ritengo che questa sia una grave lacuna. Da un canto, stiamo esaminando, nell'ambito di una commissione d'inchiesta, le eventuali inadempienze della Commissione in materia di BSE; dall'altro, ci rendiamo responsabili per il fatto di non appurare che questa carne provenga da allevamenti esenti.
Peraltro, non è stato accolto l'emendamento consistente nel limitare anche il premio di commercializzazione anticipata a 90 animali: ciò è importante, per far sì che non venga inclusa in questo premio l'intera produzione di massa, bensì che si prediliga la produzione effettuata in allevamenti adeguati ed in piccole imprese. Perciò, ci siamo visti costretti a respingere tale relazione.
Ahlqvist e Wibe (PSE), per iscritto. – (SV)
Noi ci siamo astenuti dal votare su tutti i punti sia perché consideriamo l'intera politica agricola comunitaria inefficiente e scialacquatrice, sia perché non intendiamo contribuire all'introduzione di una nuova forma di aiuto il cui finanziamento è peraltro incerto.
(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)
***
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Vorrei avere qualche chiarimento sull'ordine del giorno previsto per questa mattina. Ho appena parlato con il servizio della sessione e mi è sembrato di capire che il dibattito sulla bioetica non avrà più luogo. Penso che sia una cosa deplorevole. Perchè questo? Perchè i ministri parleranno in questi giorni di questo argomento e io vorrei sapere, e questa era la sola ragione perchè questo dibattito doveva avere luogo, se le decisioni che il Parlamento prenderà possono ancora servire. Le chiedo quindi se vede qualche possibilità di proseguire questo dibattito sulla bioetica, perchè penso che sia molto importante.
Hallam (PSE). – (EN)
Signora Presidente, desidero sollevare la stessa questione di procedura. All'inizio della settimana sembrava che si volesse a tutti i costi discutere questa materia, ma oggi siamo andati avanti a passo di lumaca. Vorrei sapere se fosse possibile anticipare in qualche modo questo punto dell'ordine del giorno.
Ho già fissato la mia partenza in automobile per l'aeroporto di Francoforte, ma non vorrei partire di qui alle 15.00 perché perderei l'aereo.
Cot (PSE). – (FR)
Signora Presidente, a nome del gruppo socialista mi oppongo a questa richiesta. Questo dibattito si tiene in condizioni estremamente discutibili, come ho già avuto modo di dire lunedì. Il voto non avrà molto senso, come ho detto poco fa. Vista la situazione, non vedo perché si dovrebbe privilegiare un tale dibattito.
Presidente. – L'ordine del giorno reca comunque la discussione. Trattavasi solo della richiesta di anticipare i punti all'ordine del giorno 361 e 362. È giusto, onorevole Oomen‐Ruijten?
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Sì, signora Presidente, voglio ricordare innanzi tutto al collega Cot che deve rispettare i desideri di questo Parlamento. Se questo Parlamento lo scorso lunedì ha auspicato con una votazione che dovevamo tenere questo dibattito oggi, dobbiamo rispettare questa decisione. In secondo luogo, se l'onorevole Cot parla a nome del Gruppo socialista, ho alcune osservazioni da fare, perchè in ogni caso ho l'impressione, ascoltando anche altri oratori, che non tutto il Gruppo socialista sia d'accordo con quanto portato avanti dall'onorevole Cot. Signora Presidente, le chiedo ancora, per rispetto alla votazione di questo Parlamento, di proporre a questo Parlamento di tenere ora questo dibattito, altrimenti non avrà senso. E l'onorevole Cot può sempre affermare di non essere d'accordo.
Lulling (PPE). – (FR)
Signora Presidente, sono d"accordo per discutere di bioetica, ma vorrei semplicemente far presente che ho all"ordine del giorno una relazione per la quale il Consiglio ha richiesto l"urgenza, urgenza che è stata accordata all"unanimità. L"esame della relazione richiederà cinque minuti ed è indispensabile prendere una decisione per evitare danni al sistema Edicom.
Se vuole, può quindi passare alla discussione sulla bioetica, ma dopo bisognerebbe procedere con la mia relazione.
Cot (PSE). – (FR)
Signora Presidente, mi rammarica sentire quanto dice l"on. Oomen‐Ruijten. Quando dico di parlare a nome del gruppo, parlo a nome del gruppo.
Carnero González (GUE/NGL). – (ES)
Signora Presidente, la verità è che in questa situazione sono coinvolti molti deputati. Io sono uno tra questi. Il dibattito sulla relazione di cui sono relatore era stato programmato, ad esempio, per la prima ora della mattina. Ma sono ancora qui ad aspettare. Non sono d"accordo con la proposta della onorevole Oomen‐Ruijten, e in ogni caso mi piacerebbe sapere se si procederà alla discussione delle relazioni oppure no. Ed intendo di tutte le relazioni. Che ci venga detto chiaramente quale ordine seguiremo oggi nel nostro dibattito.
Pelttari (ELDR). ‐ (FI)
Signora Presidente, l'intero riesame della bioetica costituisce a mio avviso un abuso delle norme procedurali. La relazione che porta il mio nome è stata posta ai voti già in luglio ed ora la si riporta in Aula tramite l'interrogazione. L'onorevole Cot ha a mio avviso pienamente ragione.
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Signora Presidente, c'è stata una votazione di questo Parlamento. E ho constatato, e questo è un dato di fatto, e lo dico ancora una volta ai colleghi del Gruppo socialista, che una grande maggioranza di questo Parlamento era d'accordo di tenere questo dibattito. Le chiedo di iniziare ora questo dibattito. Lei può fare questa proposta, signora Presidente.
Breyer (V). – (DE)
Dovremmo appoggiare la onorevole Oomen‐Ruijten. Dato che la prossima settimana si tiene l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, dovremmo assolutamente votare a tal riguardo questa settimana, ossia al più presto. Trovo già vergognoso che in giugno non si sia riusciti ad approvare la relazione Pelttari, ma è ancora più deplorevole che si preveda di trattare un punto così importante, che rappresenta di fatto una tematica altamente controversa per l'opinione pubblica europea, per ultimo, sicché verosimilmente esso non potrà più essere trattato o concluso. Quindi la pregherei ancora di aprire immediatamente il dibattito sulla Convenzione bioetica.
Presidente. – Bene, abbiamo ancora 9 punti all'ordine del giorno, e si è chiesto di anticipare l'ultimo punto. Procediamo alla votazione sulla richiesta.
(Il Parlamento respinge la richiesta)
Presidente. – Esaminiamo quindi i vari punti all'ordine del giorno nella sequenza prevista.
4. Protezione dei vitelli
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0261/96) dell'onorevole Rosado Fernades, a nome della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di direttiva del Consiglio (COM(96)0021‐C4‐0133/96‐96/0029(CNS)) recante modifica della direttiva 91/629/CEE, che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli.
Rosado Fernandes (UPE), relatore. – (PT) Signora Presidente, vorrei inserire questa mia relazione nella realtà che stiamo vivendo in termini di carne bovina. Si tratta di una relazione importante dal punto di vista filosofico, poiché ci sono correnti di pensiero e di comportamento che si confrontano nell'analisi del problema. Evidentemente ritengo che qualsiasi sforzo volto al miglioramento della condizione animale è lodevole e naturalmente altrettanto lodevole è qualsiasi sforzo atto a non provocare una crisi ancor più grave nel settore della carne bovina. Comunque è difficile rendere compatibili le due cose.
Penso tuttavia che le informazioni che ci provengono dai vari comitati d'inchiesta sulla BSE relativamente alla non osservanza delle ragionevole proposte di presentate da questo Parlamento mi spingono a essere cauto. Anticipare i tempi che la Commissione aveva stabilito nella sua prima direttiva del 1991, ignorare lo sforzo di investimento fatto dagli allevatori di vitelli negli ultimi anni impedendo l'ammortamento dell'investimento effettuato e accelerando così la crisi, significa distruggere rapidamente il settore della carne bianca di vitello. Potrebbe infatti diventare una crisi molto grave poiché sono in gioco 840.000 tonnellate di carne di vitello prodotte come carne bianca in Europa. Solo una bassa percentuale è carne rossa e anche in questo settore accadrebbe la stessa cosa se la crisi dovesse continuare poiché provocherebbe il fallimento e la disoccupazione delle 40.000 famiglie occupate in questa produzione. Non c'è alcun dubbio che il latte in polvere usato finora nella fase preruminante per alimentare gli animali non verrà più venduto e lo stesso vale per il siero del latte anzi rappresenterà un fattore inquinante.
Tutti sappiamo che l'applicazione di queste misure richiede tempo. Proponiamo che ci sia un lasso di tempo per consentire alle aziende di adattarsi alle nuove regole. La Commissione ha l'abitudine, per trovare la giustificazione a determinate misure più rapide, di convocare dei comitati veterinari. Io rispetto molto la scienza ma come dicevano i medioevali, sono amico di Platone ma anche amico della verità. La verità è che non sempre la scienza è imparziale, molte volte essa cede alle pressioni di chi la finanzia, soprattutto quando gli scienziati sono funzionari pubblici, anch'io lo sono stato, questo non significa che non lavorino in buona fede. La verità è che ci sono state delle relazioni contraddittorie per quanto riguarda il benessere dei vitelli, per quanto riguarda l'emoglobina e l'alimentazione dei vitelli.
Chiaramente se io parlassi soltanto del modo in cui gli animali vengono alloggiati vedrei il problema in modo frammentario e senza interesse alcuno. Quindi, estrapolando questo aspetto da una dialettica che ritengo unicamente pura chiacchiera, ho proposto ai colleghi, e mi pare di esserci riuscito, di presentare degli emendamenti che hanno notevolmente arricchito la proposta della Commissione. Sono loro grato perché la loro opinione è contraria alla mia. Dobbiamo allora affrontare una problema di natura sociale, poiché la situazione della carne bovina può aggravarsi ulteriormente in Europa. Sappiamo tutti che gli animali dovranno essere abbattuti in età inferiore rispetto a quanto avviene adesso e non ho alcun dubbio che un modo per risolvere il problema del benessere dei vitelli e di abbatterli in età più giovane e con peso inferiore affinché stiano più a loro agio e non debbano aspettare a lungo. Per quanto concerne la possibilità di socializzazione sono in parte d'accordo, e quindi con un atteggiamento che ritengo sensato ho accettato molti emendamenti e sono disposto a assumere le conseguenze di quello che ho scritto.
Olsson (ELDR), relatore per parere della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori. – (SV)
Signora Presidente, negli ultimi dieci anni il consumo di carne di vitello è andato regolarmente diminuendo, e una possibile causa può essere il fatto che si è cominciato a parlare delle condizioni di allevamento dei vitelli in Europa. Oggigiorno il consumatore consapevole non solo critica il sapore della carne, ma è anche naturalmente attento ai metodi di produzione e agli aspetti etici. Soltanto una normativa comunitaria efficiente e credibile potrà restituire la fiducia ai consumatori.
In qualità di relatore della commissione per l'ambiente, propongo una serie di misure con lo scopo di migliorare l'ambiente di vita dei vitelli. Il recinto dei vitelli deve essere strutturato in modo tale che vi sia uno spazio asciutto su cui l'animale può sdraiarsi. Le dimensioni dei recinti devono essere indicate nella normativa in maniera tale che si possa controllare l'adempimento alla legge. Inoltre, i vitelli devono essere trasferiti in recinti di grandi dimensioni dopo l'ottava settimana d'età onde assecondare il comportamento naturale di animale di gruppo.
La mia proposta di migliorare le condizioni di allevamento mira innanzitutto ad assicurare un miglior trattamento degli animali, ma anche a rafforzare la fiducia dei consumatori nella carne di vitello europea. Quale unico organo dell'Unione eletto direttamente, il Parlamento europeo riveste una responsabilità particolare. Le rivendicazioni dei consumatori di buoni prodotti alimentari ottenuti con grande cura degli animali e rispetto della natura devono essere prese con molta serietà, e l'inasprimento dei requisiti minimi comuni voluti dal Parlamento europeo per l'allevamento dei vitelli in Europa rappresenta un passo considerevole verso codesto obiettivo.
Hardstaff (PSE). – (EN)
Signora Presidente, devo purtroppo essere in disaccordo con il nostro relatore quando sembra voler affermare che sia più importante produrre carne bianca che non allevare gli animali nel modo più umano possibile. In realtà è possibile ottenere carne bianca di vitello senza dover ricorrere a quei metodi assai crudeli che vengono adottati nell'Unione europea, o almeno in alcuni Stati membri.
Grazie al collega, onorevole Sonneveld, ho avuto l'opportunità di visitare all'inizio dell'anno con due parlamentari britannici un allevamento di vitelli nei Paesi Bassi. Qui i giovani animali vengono allevati in recinti collettivi invece che in box individuali. Vengono nutriti con mais e latte per evitare che diventino anemici. Ci è stato assicurato che la carne prodotta è bianca e di prima qualità e che viene commercializzata molto bene a livello europeo.
È chiaro che vi potrebbero essere dei problemi finanziari per alcuni produttori chiamati a sostituire i box esistenti con nuovi recinti. Abbiamo pertanto presentato un emendamento che prevede un'assistenza a tal fine e che vi invito a sostenere. Invito l'Aula a votare a favore di tutti quegli emendamenti che chiedono di anticipare le presenti proposte e contro tutti quelli che propongono di rinviare ulteriormente questo genere di miglioramenti per gli animali o che, anzi, consentono scappatoie per mantenere invariata la situazione attuale.
Nell'Unione europea non dovremmo mantenere prassi di allevamento crudeli e vergognose. Chiedo il vostro sostegno per gli emendamenti menzionati.
Provan (PPE). – (EN)
Signora Presidente, vorrei ringraziare il nostro relatore per il lavoro svolto. Se sulla presente questione non sono pienamente d'accordo con lui, posso dire che nel complesso condivido la proposta della Commissione, anche se, come la onorevole Hardstaff, vorrei che il tutto trovasse un'attuazione più veloce.
Dalla relazione del comitato scientifico veterinario emerge piuttosto chiaramente che l'allevamento di vitelli in box individuali produce gravi problemi per quanto riguarda il benessere degli animali, per cui ritengo che il periodo di graduale abbandono di tale metodo non debba superare i cinque anni. Forse non tutti sanno che vitelli di uno‐tre settimane raggiungono un'azienda dopo essere stati trasportati in apposite gabbie da varie parti della Comunità. Un periodo di tre settimane è sufficiente per consentire ai vitelli di ambientarsi e per riconoscere e trattare eventuali problemi sanitari. Dopodiché è preferibile raggruppare al più presto gli animali. I giovani vitelli sono animali gregari e sviluppano molto presto l'istinto del branco. Ritengo pertanto che negare ad un vitello tale possibilità rappresenti un rischio per il futuro.
Credo che la relazione e gli emendamenti oggi in esame possano essere accettati da tutti. Non si tratta di un problema così urgente come altri che abbiamo discusso questa mattina. Tuttavia, è da molto tempo che se ne parla e sarebbe opportuno prendere ora una decisione. Credo inoltre che si debba fare qualcosa per tentare di incoraggiare il futuro della produzione di carne di vitello e per aiutare il consumatore a capire che i vitelli vengono allevati in modo sano e corretto, senza trascurare gli aspetti collegati al benessere degli animali.
Sjöstedt (GUE/NGL). – (SV)
Signora Presidente, qui si tratta di vedere fino a che punto si considera l'animale come essere vivente e cosciente oppure come cosa morta. Io penso che debba essere visto come un essere vivente, e quindi si deve tener conto del suo comportamento naturale, il suo bisogno di spazio e la sua natura di animale di gruppo. Non si deve inoltre nemmeno trascurare la sua alimentazione naturale.
Le obiezioni mosse sono, in pratica, grossolanamente economiche, mentre noi ragioniamo da un punto di vista etico. Vorrei però invitare un attimo a riflettere i sostenitori della teoria economica: qual'è il motivo oggigiorno per il quale la gente non vuole più mangiare questa carne? Sono, fra l'altro, i metodi brutali di allevamento, l'aggiunta di additivi non naturali ai mangimi e l'inutile trasporto degli animali per lunghe distanze. Sono queste
le cause che minacciano un buon funzionamento del comparto della carne in Europa, non il fatto che non si possano mettere i vitelli in recinti più lunghi o altre forme brutali di allevamento. Perciò, noi voteremo a favore delle proposte d'emendamento intese ad inasprire le norme e contro quelle che peggiorerebbero ulteriormente la proposta della Commissione.
Barthet‐Mayer (ARE). – (FR)
Ieri l"altro sera mi trovavo non lontano da qui, sui Vosgi, presso un allevatore della valle di Munster. I vitelli se ne stavano tranquillamente allineati nella stalla con le madri mentre altri erano installati su pagliericci in box di circa 6m2. Erano sani, belli e, indubbiamente, potenzialmente deliziosi.
Un animale giovane che soffre non produce buona carne. L"attuale sistema di allevamento dei vitelli stipati in recinti individuali va modificato, senza per questo cadere nell"assurdo. Bisognerà concedere agli allevatori un periodo di tempo sufficiente per adeguare le strutture e, per ottenere tali adeguamenti, bisognerà aiutarli finanziariamente e non penalizzarli ingiustamente.
Ho presentato, a nome del mio gruppo, diversi emendamenti in tal senso, il primo dei quali riguarda una definizione dei tipi di vitelli, per eliminare qualsiasi ambiguità, mentre un altro concerne un limite fisico di allevamento, fino ad un massimo di 110 kg per carcassa, limite più facile da controllare di quanto non siano l"età dell"animale o altri fattori. Mi auguro che, in un prossimo futuro, tutti i vitelli siano allevati come nell"esempio che ho citato, in nome di una nuova etica di produzione e di tutela del consumatore, incoraggiando l"allevamento tradizionale dei vitelli mediante l"allattamento materno.
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Onorevole signora Presidente, onorevole deputati, la protezione animale è, come sappiamo, una causa che va acquisendo una sempre maggiore rilevanza politica. Il Parlamento, nonché numerose associazioni per la protezione degli animali, hanno ribadito l'auspicio che la Comunità adotti provvedimenti efficaci in questo settore. La Commissione condivide il parere che siano necessarie decisioni comunitarie efficaci a tal riguardo.
L'opinione pubblica nell'Unione, ed in particolare i consumatori, seguono con notevole attenzione questa spinosa tematica. La Commissione comprende appieno tali preoccupazioni e, ve lo posso assicurare, attribuirà un'elevata priorità alla protezione animale. L'attuale proposta sulla protezione dei vitelli, elaborata sulla scorta della migliore perizia scientifica e tecnica disponibile, migliorerà considerevolmente i requisiti in materia di allevamento dei vitelli. Vorrei quindi ringraziare sentitamente i deputati, segnatamente il relatore, onorevole Rosado Fernandes, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, e l'onorevole Olsson, della commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori, per il modo approfondito e positivo in cui hanno trattato la proposta.
A mio avviso, l'emendamento 2, la seconda parte dell'emendamento 7 e l'emendamento 25 comportano un effettivo miglioramento e potenziamento del testo, per cui li accolgo volentieri. Purtroppo, però, non posso accettare gli altri emendamenti per i seguenti motivi: gli emendamenti 1, 4, 9, 10, 11, 23, 24 e 26 non possono essere accolti in quanto attenuerebbero il divieto di detenzione in stalli individuali da noi previsto. A parere della Commissione, infatti, tale detenzione è deleteria per il benessere degli animali e non è neppure necessaria sotto il profilo sanitario, a meno che si tratti di vitelli giovanissimi o che il veterinario abbia deciso che l'animale deve essere isolato per motivi sanitari o di comportamento, per essere trattato in modo adeguato.
L'emendamento 4 limiterebbe il campo d'applicazione della direttiva agli allevamenti con oltre 10 vitelli, ma a nostro avviso la direttiva è importante per tutti vitelli, e non solo per quelli provenienti da allevamenti con più di dieci animali. Gli emendamenti 3, 21, 28 e 33 non sono accettabili per la Commissione in quanto il Consiglio decide quali parti della direttiva possano essere modificate dalla Commissione stessa. Gli emendamenti 5, 7 (prima parte), 22 e 31 non posso accettarli, in quanto valgono a tal proposito le disposizioni dell'allegato alla direttiva, che possono essere modificate dalla Commissione solo dopo una procedura di Comitato veterinario permanente.
Quanto all'emendamento 6, le disposizioni inerenti agli impianti costruiti o rinnovati fra il 1994 ed il 1998 sono già previste nell'attuale direttiva, che stabilisce che l'ulteriore utilizzo di tali stabilimenti non vada oltre il 31 dicembre 2010. A mio avviso, non vi è alcun motivo per discostarsi nuovamente da questo periodo transitorio decennale e prolungarlo oltre.
L'emendamento 8, a mio parere, è già contemplato dall'attuale direttiva e non fa altro che ribadire le disposizioni dell'articolo 7. L'emendamento 13 non può essere accolto, in quanto secondo noi le ripercussioni della proposta della Commissione sui costi dell'allevamento di vitelli sono del tutto sopportabili.
L'emendamento 27 non può essere accolto in quanto la proposta concernente lo spazio non si basa sulla relazione del Comitato scientifico veterinario. Neppure gli emendamenti 12, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 32 e 34, volti a modificare la trasposizione temporale, possono essere accettati. La Commissione ha deciso un periodo decennale per due motivi: in primo luogo, la nuova proposta, recante data 2008, corrisponde alla direttiva attuale, che prevede lo stesso arco temporale; in secondo luogo, questo periodo è stato prescelto affinché non ne conseguano per gli agricoltori costi aggiuntivi, imputabili ad investimenti supplementari, che dovrebbero essere anticipati.
Presidente. – Molte grazie, signor Commissario!
La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Dichiarazioni di voto
Martinez (NI). – (FR)
Signora Presidente, in questa questione dei vitelli in gabbia, come in gran parte delle questioni agricole, tutti sono vittime: sono vittime i vitelli, sono vittime gli allevatori costretti ad una folle iperproduttività che si spinge fino ai livelli rivelati dal problema della mucca pazza, e non sono certo che il consumatore ci guadagni.
Sono sensibile alle argomentazioni dell"on. Rosado Fernandes a proposito delle 100.000 tonnellate di siero di latte che avveleneranno il pianeta, delle 800.000 tonnellate di carne che destabilizzeranno ulteriormente il mercato, delle 42.000 famiglie che si ritroveranno a spasso, dell"emoglobina, del ferro, ecc.
Ma in realtà non si tratta di scegliere tra produttivismo e sentimentalismo, bensì tra un ordine naturale delle cose e un ordine che naturale non è. Prioritario è l"ordine naturale delle cose, che non è certo mettere i vitelli in campi di concentramento.
Le cose sono chiare: esiste un problema di costi legati all"adeguamento dei box: bisogna risolverlo e finirla, cominciando dai vitelli, con questa agricoltura assurda che ci ha portati fino alla crisi della vacca pazza. Così, stanno le cose, signora Presidente.
van der Waal (EDN), per iscritto. – (NL)
I problemi della qualità della vita degli animali sono in larga parte una conseguenza della tendenza generale dell'agricoltura all'intensificazione e all'aumento scalare. Uno sviluppo che è stato fortemente stimolato dalla linea di politica pubblica degli scorsi decenni. Sarebbe quindi ingiusto scaricare unilateralmente il problema della qualità della vita negli allevamenti di vitelli su questo settore. Le conseguenze socio‐economiche del nuovo regolamento devono essere seriamente valutate.
La stabulazione individuale dei vitelli deve essere limitata. Con questo metodo di produzione non si viene sufficientemente incontro alle esigenze elementari degli animali, per esempio della libertà di movimento e della possibilità di cibarsi. A grandi linee sono favorevole quindi alle proposte della Commissione. Facendo entrare in vigore le nuove direttive in teoria dal 2008 si sceglie un approccio realista, che dà alle aziende il tempo di adeguarsi.
Dubito invece del fatto che le aziende siano in grado finanziariamente di fare gli investimenti necessari. Malgrado l'opposizione sociale alla posta singola, rimane da chiedersi se il consumatore sia disposto a pagare di più per una carne prodotta in modo più rispettoso per gli animali. Per questo faccio un appello alla Commissione affinchè valuti maggiormente le conseguenze finanziarie e, se necessario, avanzi proposte per un sussidio temporaneo che stimoli il passaggio all'allevamento di gruppo.
Mi preoccupo inoltre delle aziende che volontariamente passano a questo tipo di allevamento. Siccome queste aziende hanno fatto grossi investimenti, per esempio nella costruzione di stalle, si trovano momentaneamente in una situazione finanziaria vulnerabile. Molti di questi allevamenti non rispondono alle norme stabilite. Se anche questi precursori dovranno adeguarsi alle nuove esigenze fissate per il 2008, saranno costretti a rinunciare alle misure già applicate in precedenza. Risulteranno quindi puniti per il loro buon comportamento. La proposta del relatore di concedere una proroga fino al 2013 alle aziende che già praticano l'allevamento di gruppo, merita quindi il nostro sostegno.
Infine ho ancora qualche dubbio sulla possibilità di controllare le nuove regole. La Commissione propone di definire la grandezza minima dei box in base alla grandezza del vitello. Le norme quindi crescono con la crescita dell'animale, il che rende difficile il controllo sul rispetto delle stesse. Le norme che indicano la grandezza del box in centimetri faciliterebbero il controllo. Respingendo l'emendamento relativo della commissione per l'ambiente abbiamo perso una possibilità.
(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)
***
Breyer (V). – (DE)
Dato che, a mio avviso, abbiamo un interesse urgente a che la tematica bioetica sia trattata ancora oggi, e che in precedenza, al momento della votazione, non era forse chiaro a molti che il servizio d'interpretazione smette alle 13.00, e lei pensava che gli interpreti avrebbero lavorato più a lungo, sicché si correrebbe il pericolo di non poter adottare alcuna risoluzione per la seconda volta, vorrei pregarvi caldamente di votare solo sulla relazione Lulling senza discussione – in quanto punto urgente – e di aggiornare od esaminare senza discussione le altre relazioni. La pregherei di chiarirci ancora la procedura, altrimenti corriamo il rischio di dover stralciare il punto inerente alla bioetica dall'ordine del giorno.
Per questo motivo mi appello ancora una volta a lei – so che si potrebbe aprire ora un dibattito sul regolamento – affinché si consideri questo punto come questione urgente e si cerchi di anticipare la relazione senza discussione ed esaminare poi il punto bioetica.
Lulling (PPE). – (DE)
Signora Presidente, sono pienamente d'accordo, in quanto devo dire una sola frase in merito alla mia relazione: devo cioè apportare una rettifica orale al nostro emendamento. Si tratta solo di questo, ma devo farlo, in quanto altrimenti l'Assemblea non saprebbe di cosa si tratta. Sarei d'accordo con la proposta.
Presidente. – È molto difficile: abbiamo un ordine del giorno densissimo. Mi spiace, è quanto ha deciso l'Assemblea, anche con l'accordo dei presidenti di gruppo. Ho ancora otto punti all'ordine del giorno, e non posso semplicemente anticiparne uno. Non possiamo lavorare così. Se si giungerà a questo punto all'ordine del giorno e vi sarà ancora tempo, tutti dovranno limitarsi e lavorare celermente. Praticamente, possiamo rinunciare ad una discussione se gli oratori lo accettano, ma non posso procedere ora ad una modifica dell'ordine del giorno, in quanto abbiamo già votato in precedenza a tal riguardo. Non possiamo perdere tempo: se lavoreremo rapidamente, potremo anche votare in merito. Non vedo per ora altre possibilità.
Liese (PPE). – (DE)
Rapidamente, penso che si debba ora chiarire in modo univoco se l'Assemblea è d'accordo di trattare le altre relazioni senza discussione. A questo punto potremmo farlo molto rapidamente. Chi non desideri farlo deve però sapere che reca la responsabilità del fatto che il Parlamento non si potrà pronunciare su questa scottante tenmatica, »Dignità umana e biomedicina».
Presidente. – Onorevole Liese, è senz'altro un'ottima proposta, ma devo dire che la relazione è stata approntata dalle commissioni, e che qui si ha la possibilità di esprimersi in merito. Posso fare quanto segue: chiedere di volta in volta, quando si esaminano le singole relazioni, se gli oratori rinunciano ad intervenire. È l'unica cosa che posso fare.
Martinez (NI). – (FR)
Signora Presidente, poco fa il mio collega, l"on. Jean‐Pierre Cot, doppiamente in collera, ha fatto un intervento pieno di buon senso. Se un tema come quello della bioetica è tanto importante quanto si dice – e importante lo è – non si può certo infilarlo frettolosamente in un emiciclo vuoto, tra due treni e due aerei. Onorevole Liese, concordo talmente sull"importanza del tema da essere contrario al fatto di trattarlo in questo modo. Per questo sarebbe stupido privarci del nostro tempo di parola per eludere un dibattito di fondamentale importanza.
5. Protezione contro alcune zoonosi
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0237/96) dell'onorevole Martinez, a nome della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di direttiva del Consiglio (COM(95)0491 – C4‐0527/95‐95/0255(CNS)) che modifica la direttiva 92/117/CEE, riguardante le misure di protezione dalle zoonosi specifiche e la lotta contro agenti zoonotici specifici negli animali e nei prodotti di origine animale allo scopo di evitare focolai di infezioni e intossicazioni alimentari.
Martinez (NI), relatore. – (FR)
Signora Presidente, l"argomento è apparentemente ben più modesto della bioetica: ci viene chiesto di modificare alcuni dettagli nel quadro di una direttiva del 1992. Un testo insignificante, quindi, in un contesto angosciante.
All"inizio si trattava solo delle zoonosi classiche, ovvero delle malattie trasmesse dagli animali all"uomo mediante virus, parassiti o batteri; il problema più grave è quello delle salmonellosi o delle listeriosi, malattie a 38, 5 ° nell"uomo che appaiono regolarmente nella ristorazione collettiva o altrove.
Orbene, in questo contesto modesto, ma non scevro di importanza, è comparsa la questione dell"ESB, dell"encefalopatite spongiforme bovina, che ha cambiato l"intero quadro. Credo che la commissione per l"agricoltura, nella sua grande saggezza, abbia pensato che si dovesse applicare il principio della prudenza. Non si sapeva se l"EBS fosse trasmissibile all"uomo ma, indubbiamente, bisognava considerare l"ipotesi più grave per proteggere i consumatori, ovvero comportarsi come se fosse trasmissibile. E non mancavano certo le argomentazioni a sostegno di questa tesi. La barriera della specie era stata superata nei gatti, negli struzzi, inclusi quelli della Commissione europea, nelle antilopi, in totale in una quarantina di specie. Come pensare che non fosse possibile superare la barriera dell"uomo? La commissione per l"agricoltura aveva consultato, in particolare, Heino Diringer, il responsabile dell"Istituto Robert Koch di Berlino, e Heino Diringer diceva, almeno lo scorso febbraio, davanti alla commissione per l"agricoltura: »Avverto le autorità sanitarie europee: tutto induce a ritenere che il virus, il virino o il prione siano in grado di superare la barriera umana».
In un senso, quindi, leggerezza delle autorità sanitarie del continente. in senso inverso, probabilmente per far dimenticare la loro leggerezza, sono passate da Scilla a Cariddi arrivando persino a chiedere lo sterminio dell"intero patrimonio bovino britannico, cosa assurda in quanto era risaputo che la trasmissione avviene per via orale o parenterale, ma non orizzontale. La malattia non è pasteuriana, non si trasmette da un bovino all"altro, anche se questi si sfregano l"un l"altro. Capisco pertanto perfettamente la posizione del governo britannico sul piano scientifico.
Ciò non toglie che fosse necessario trarre qualche lezione. Innanzitutto una lezione giuridica: esiste un principio di diritto internazionale, che è ora anche diritto nazionale, come si evince da tutta una serie di convenzioni, un principio del diritto ambientale: chi inquina paga. Ebbene, se chi inquina paga, anche chi avvelena deve pagare e i fratelli de Mulder, a Doncaster, che hanno fabbricato le farine contaminate, dovrebbero pagare! E" un principio fondamentale.
Seconda lezione, una lezione politica, di politica sanitaria innanzitutto. Ci si è trovati di fronte al totale smarrimento delle autorità comunitarie che si sono spinte fino ad una soluzione magica, irrazionale, una specie di capro espiatorio, consistente nel proporre di abbattere 11, 2 milioni di vacche britanniche ovvero, l"una sull"altra, 11 km di altezza di cadaveri, più dell"Himalaya, sufficienti per coprire, fianco a fianco, metà della circonferenza terrestre. Giusto per spiegare fino a che punto la Commissione fosse persa. Sono le farine, non i bovini che bisogna eliminare!
Altra lezione politica da trarre: il carattere illusorio della protezione comunitaria. Ieri ci siamo sentiti dire dal direttore della sanità presso la DG VI – persino i pro‐europei erano sgomenti ‐: »Non lo sapevamo. Per cinque anni siamo rimasti nel dubbio. Si pensava che la malattia fosse in incubazione. Per questo non abbiamo fatto niente». E abbiamo sentito tutti i commissari ribattere: »Ma insomma, non è possibile che non abbiate fatto niente». Al che, il direttore ha ripreso: »Sì, non si sapeva, era in incubazione, così non ci si è mossi».
Oltre a queste lezioni giuridiche e politiche, si devono trarre alcune lezioni anche sul piano della politica agricola. Sono gli allevamenti intensivi che hanno condotto a questa situazione pazzesca. Forse adesso bisognerebbe riflettere non su anacronismi o idee balzane, bensì su un"agricoltura più biologica, ovvero studiata nell"ottica dei marchi. Un gigante della Federazione nazionale delle associazioni degli agricoltori francesi ritiene che oggi parlare di agricoltura biologica non sia più folklore.
Un ultimo punto che la commissione d"inchiesta sta pure affrontando piano piano riguarda un problema di strategia: chi ha tratto vantaggio dalla questione della vacca folle? Non sono forse aumentate le vendite della soia americana? Lo scontro strategico sul problema della carne trattata con ormoni tra il continente europeo e gli Stati Uniti non potrebbe spiegare, in toto o in parte, l"eco irrazionale che questa questione ha avuto da parte dei media?
Ecco dunque, signora Presidente, a partire da un testo modesto, alcuni sviluppi che possono portare a problemi di strategia.
Glase (PPE). – (DE)
In considerazione della scarsità del tempo a nostra disposizione, rinuncio alla facoltà di parlare, ma la prego di trasformare il mio intervento in dichiarazione di voto.
Crepaz (PSE). – (DE)
Signora Presidente, signor Commissario, il solo sospetto che la malattia bovina della BSE sia trasmissibile all'uomo ha fatto praticamente crollare il mercato europeo della carne bovina. Il ripristino della fiducia del consumatore costa alle finanze pubbliche miliardi di ecu: la BSE ha gettato l'Unione europea in una profonda crisi politica. Per mesi il governo britannico ha paralizzato il Consiglio, e continuerà a farlo. Per anni il governo britannico ha minimizzato il pericolo di una trasmissione all'uomo della BSE e, come risulta ora, persino la Commissione ha partecipato a quest'operazione di occultamento.
Si potrebbe ora ritenere che la Commissione abbia imparato la lezione, ma apparentemente non è così. Signor Commissario, le ho posto un quesito in merito alla cosiddetta malattia dell'AIDS bovino. Trattasi di un virus BIV, che, come il virus HIV, appartiene al gruppo dei retrovirus. Nella sua risposta, signor Commissario, lei spiega che questa malattia si sarebbe manifestata in un'azienda del Regno Unito, ma già nel paragrafo successivo parla di una propagazione a livello mondiale del virus BIV. Poi, cito testualmente, parla di buone indicazioni del fatto che il BIV e gli altri retrovirus che si manifestano negli animali non abbiano alcuna ripercussione sulla salute umana. Che io sappia, vi è l'insistente sospetto che il virus HIV sia stato trasmesso all'uomo dalle scimmie. Ma sarebbe fuorviante, è quanto lei, signor Commissario, afferma, parlare di immunodeficienza congenita, e di AIDS, poiché la malattia in questione non induce sintomi apparentati all'AIDS. Al tempo stesso, tuttavia, lei parla di ulteriori studi che sarebbero necessari perché la Commissine possa valutare la rilevanza di tale virus BIV.
La sua argomentazione mi suona familiare. Proprio così si è argomentato, per anni, anche nel caso della BSE, ed ora la Commissione si trova dinnanzi ad una catastrofe agricola. Essa deve adoperarsi al più presto affinché il principio della responsabilità si applichi anche in campo agricolo. La Commissione deve altresì riconoscere che la diffusione epidemica delle zoonosi è agevolata dall'agricoltura intensiva sovvenzionata dall'UE con metà del suo bilancio.
Santini (UPE). – Signora Presidente, vorrei subito precisare che non intendo fare torto ai colleghi che erano più interessati alla bioetica ma, come ha sottolineato molto bene il relatore, onorevole Martinez, questa relazione che sembrava destinata ad interessare esclusivamente i veterinari o poco più, con l'esplosione del caso ESB, con il suo inserimento soprattutto nel dialogo della commissione d'inchiesta, riveste invece un grandissimo interesse, e soprattutto è di grande attualità.
Ci siamo riuniti per quattro ore ieri con la commissione d'inchiesta sull'ESB, e proprio durante questi lavori sono emerse lacune, nuove preoccupazioni che motivano una prosecuzione del dibattito su questa relazione, dato che, tra le circa 200 zoonosi sulle quali si sta studiando oggi in Europa, direi che l'ESB è clamorosamente ancora la meno conosciuta, non soltanto per gli effetti che essa può avere sull'uomo e quindi per le possibilità che possa diventare agente provocatore del famoso morbo di Creutzfeld‐Jacob, ma anche per gli effetti che essa ha sugli stessi animali.
La presente relazione rappresenta pertanto un ulteriore motivo di approfondimento in un momento di grandissima preoccupazione per l'Europa, dopo i fatti di cui il Commissario Fischler ci ha reso edotti anche oggi. Quindi, non sembri una relazione inferiore alle altre, non sembri un'occasione per sprecare del tempo. È un ulteriore richiamo ad una maggiore concentrazione di impegni e di sforzi, ad una maggiore volontà di lottare in trasparenza, chiarezza, ma soprattutto con una disponibilità di mezzi adeguati.
Abbiamo appreso ieri che la Commissione, durante gli anni nefandi del cosiddetto «buco nero» nella lotta all'ESB, quando dopo l'allarme non si è fatto praticamente nulla o ben poco per tentare di capirne le cause e tentare di correre ai ripari, non aveva i mezzi per organizzare le squadre degli ispettori, per pagare loro le trasferte, per andare a chiedere a degli scienziati di grande fama di contribuire a fare chiarezza su quest'epidemia. Questo è preoccupante! Se è accaduto per una delle 200 zoonosi in quel momento, che cosa possiamo dire delle altre che finora sono solo in parte oggetto di studio?
Direi che la preoccupazione di base è sempre la stessa: prima di tutto la salute del cittadino, poi, in secondo piano, la tutela del mercato. Ma è proprio per la salute del cittadino che noi siamo preoccupati in relazione alle notizie che vengono dagli studi degli scienziati. Si dice che non si è ben certi che l'ESB o altre zoonosi possono incidere sulla salute del cittadino e sul morbo di Creutzfeld‐Jacob. Ebbene, se gli scienziati non hanno coraggio o sono prudentemente arroccati dietro ai dati che la scienza mette loro a disposizione, involontariamente più coraggiosa è la statistica, se è vero che nei primi quattro mesi di quest'anno – tanto per non inondarvi di numeri riporto solo alcune cifre riferite al momento che stiamo vivendo – il morbo di Creutzfeld‐Jacob ha colpito due soggetti in Francia, tre in Italia, uno in Germania, undici nel Regno Unito. Ma chi ha ancora il coraggio di dire che, forse, l'ESB non colpisce l'uomo, che forse non ha nulla a che fare con questo tipo di malattia? Chi ci dice inoltre, signora Presidente, che questa ESB non possa avere presenze negative in altre forme di malattia che ancora non conosciamo?
Ecco perché è giusto preoccuparsi, è giusto che questo dibattito abbia avuto luogo, e prometto, come penitenza, di ascoltare anche tutto il dibattito sulla biotecnologia o sulla bioetica.
Fischler , Membro della Commissione. – (DE)
Onorevole signora Presidente, vorrei contribuire ad abbreviare la discussione, ma desidererei chiarire un aspetto: se la Commissione ha respinto gli emendamenti dell'onorevole Martinez, non è perché non fossimo interessati ai migliori dati possibili sulla BSE, bensì perché l'accettazione di tali emendamenti porterebbe ad un deterioramento del grado d'informazione. Attualmente, infatti, la frequenza e la precisione delle informazioni sulla BSE sono superiori a quanto previsto dalla proposta. Vorrei inoltre dire alla onorevole Crepaz che sono disposto a spiegarle, al di fuori della Plenaria, come si comporta il virus BIV, in quanto ho dedotto dal suo intervento che ha diverse lacune informative.
Presidente. – Grazie molte.
La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Dichiarazioni di voto
Klaß (PPE), per iscritto. – (DE)
La direttiva 92/117/CEE si prefigge di creare un sistema affidabile di notifica degli episodi zoonotici: per zoonosi si intendono malattie animali direttamente o indirettamente trasmissibili all'uomo. Questa direttiva va verificata, in quanto la prevenzione e la lotta contro le zoonosi ha assunto enorme rilevanza negli ultimi anni. Sino alla conclusione di questo esame, la Commissione propone la proroga dei termini di esecuzione attualmente vigenti.
La commissione per l'agricoltura, con la relazione dell'onorevole Martinez, si pronuncia a favore di tale proroga. Inoltre, il relatore propone di includere la malattia bovina BSE, quale potenziale zoonosi, in nuovo articolo nell'elenco delle zoonosi. Queste proposte sono state accolte dalla commissione per l'agricoltura.
A nome del gruppo PPE vorrei appoggiare questa proposta. Allorché, nel 1986, comparvero i primi casi di BSE, si sapeva pochissimo di questa malattia: si sospettava che essa traesse origine dalla malattia del trotto della pecora. Nessuno, allora, avrebbe pensato che essa potesse costituire indirettamente un pericolo per l'uomo. Con la constatazione, nel marzo di quest'anno, di una nuova variante del morbo di Creutzfeld‐Jakob, si acuisce il sospetto che la BSE possa trasmettersi all'uomo. Tuttavia, nonostante un'intensa attività di ricerca, non si è potuta finora addurre la prova scientifica di questo nesso.
Da allora, l'agricoltura europea è precipitata nella più profonda crisi sinora attraversata: la fiducia del consumatore si è trasformata in acuto scetticismo, ed il mercato della carne bovina è praticamente crollato in ampie regioni dell'Unione. Molti agricoltori, ma anche gestori di macelli e di aziende produttrici di carne, sono sull'orlo del fallimento. Le reazioni più vivaci da parte dei consumatori si sono avute anzitutto nei paesi in cui non si sono verificati casi di BSE.
Ciò di cui abbiamo bisogno ora, oltre al sostegno finanziario agli agricoltori, sono provvedimenti volti a ripristinare la fiducia, per dare nuovo impulso allo smercio dei prodotti. Necessitiamo di controlli efficaci nonché, nell'intera Unione, di un sistema obbligatorio di contrassegno della carne, affinché il consumatore possa riconoscerne la provenienza regionale. Abbiamo bisogno di sistemi di accertamento della provenienza, quali già esistono in Germania.
Con l'inclusione della BSE quale potenziale zoonosi nella direttiva 92/117/CEE, il Parlamento europeo sollecita una classificazione sistematica di tale malattia: è, questo, un contributo al ripristino della fiducia del cittadino europeo nella carne bovina.
Sjöstedt (GUE/NGL), per iscritto. – (SV)
Io voterò a favore delle proposte d'emendamento alla relazione Martinez, ma desidero tuttavia muovere alcune obiezioni alle affermazioni errate che troviamo nel testo***.
Per quanto riguarda il cosiddetto fondamentalismo scandinavo della salmonella, si può solo constatare che prima dell'adesione svedese all'Unione europea la salmonella nel nostro paese era praticamente stata estirpata, allorché il nostro vicino scandinavo, la Danimarca, registrava ancora un'incidenza relativamente elevata di salmonellosi nei suoi polli. Dubito che questa differenza dipendesse da un diverso timore di contagio oppure da una diversa quantità di misure igieniche preventive e requisiti sanitari. La spiegazione è da ricercare piuttosto nel fatto che noi avevamo la possibilità di effettuare severi controlli alla frontiera e che noi usavamo in maniera limitata gli antibiotici nei mangimi.
Wibe (PSE), per iscritto. – (SV)
Non avrei mai pensato che una relazione pubblica parlamentare definisse la premura svedese per la sanità pubblica e la nostra efficiente lotta contro la salmonellosi «fondamentalismo scandinavo della salmonella». Inoltre, il relatore accusa in maniera più o meno palese le popolazioni dell'Europa settentrionale di essere ipocondriaci riguardo la salmonellosi.
La ragione perché i casi di salmonellosi aumentano andando dalla regione mediterranea verso la Scandinavia si può spiegare con molte teorie. Personalmente, credo che il motivo sia dovuto a visite sanitarie più accurate e un sistema sanitario efficiente, per cui in Scandinavia viene curato ogni singolo caso di salmonellosi. Non credo che i controlli sanitari e i servizi medici siano altrettanto efficienti nelle regioni del Mediterraneo.
Al titolo «Diverse posizioni culturali nei confronti delle zoonosi» il relatore ha scritto nella sua relazione dei veri e propri affronti, da cui i deputati del Parlamento europeo hanno il dovere di distanziarsi, soprattutto trattandosi di una relazione ufficiale.
(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)
6. Rispetto dei principi democratici negli accordi CE‐paesi terzi
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0212/96) dell'onorevole Carnero Gonzáles, a nome della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa, sulla comunicazione della Commissione sul richiamo al rispetto dei principi democratici e dei diritti dell'uomo negli accordi tra la Comunità e i paesi terzi (COM(95)0216 – C4‐0197/95).
Carnero Gonzalez , relatore. – (ES)
Signora Presidente, farò un intervento quanto più breve possibile per consentire che vengano trattati tutti i punti all"ordine del giorno. Stiamo parlando di una questione indubbiamente di grande significato per la stragrande maggioranza dei cittadini dell"Unione, i quali ritengono che il processo di costruzione europea non debba essere né soltanto né esclusivamente economico o monetario. Se vogliamo un processo di costruzione politica, è evidente che dobbiamo basarlo sulla difesa e sullo sviluppo di certi princìpi democratici chiari e di certi diritti umani inviolabili.
Il Parlamento europeo è sempre stato in prima linea allorquando si è trattato di chiedere che l"Unione definisse una vera politica di promozione dei diritti dell"uomo e dei princìpi democratici a livello internazionale.
Le pressioni congiuntamente esercitate dalla società civile e da questa Assemblea sono servite a far sì che a poco a poco, con resistenze maggiori o minori, il Consiglio accettasse il principio per cui gli accordi stabiliti con i paesi terzi debbono far riferimento ad un quadro politico atto a promuovere sia i princìpi democratici sia i diritti dell"uomo. È questo il positivo senso che noi diamo al contenuto della comunicazione presentata dalla Commissione al Consiglio.
Affinché questa politica di promozione dei diritti dell"uomo e dei princìpi democratici sia possibile, occorrono quanto meno tre cose: primo, che obbedisca ad una linea strategica; secondo, che venga applicata sempre ed in tutti i casi; terzo, che sia messa a punto e promossa mediante la partecipazione di una pluralità di attori.
L"Unione deve avvalersi sistematicamente, con fermezza e ponderazione, dello strumento rappresentato dagli accordi con i paesi terzi per promuovere la democrazia e i diritti dell"uomo. Ovviamente in questo campo l"obiettivo dovrebbe essere quello di abolire il criterio dei “due pesi e due misure», nonché le eccezioni dipendenti dalla rilevanza economica della controparte dell"Unione. È perciò fondamentale una revisione della politica UE, che dovrebbe passare attraverso vari assi: definizione quanto più chiara possibile di che cosa si intenda per princìpi democratici e diritti dell"uomo, che a mio avviso debbono basarsi sui princìpi di universalità, indivisibilità e interdipendenza; promozione e difesa della democrazia e dei diritti dell"uomo, da realizzare o attraverso misure positive o attraverso l"esercizio delle sanzioni; e massima limitazione, nel processo decisionale, della discrezionalità del Consiglio, allorquando si tratti di applicare quella che potremmo genericamente definire “clausola democratica», giacché ora le azioni in questo campo si inquadrano in una vera e propria politica estera e di sicurezza comune, i cui effetti si ripercuotono su tutti gli attori della nostra società.
È dovere del Parlamento esercitare fortissime pressioni in questa direzione, tenendo conto dell"indipendenza di giudizio di cui esso gode e di cui, per ragioni oggettive, non godono i governi. Si deve riuscire a conseguire il massimo risultato possibile, come esige l"opinione pubblica. Ed è questa la direzione nella quale va la relazione da me presentata, che gode dell"appoggio unanime della commissione per gli affari esteri. La relazione propone l"inclusione nel nuovo Trattato sull"Unione europea di una disposizione che preveda l"inserimento di una clausola, normativa e generale, relativa al rispetto dei diritti dell"uomo; incoraggia l"impiego della clausola nella sua forma più avanzata; chiede che il Consiglio e la Commissione tengano conto della posizione del Parlamento, e che il Parlamento possa fare raccomandazioni in tal senso; chiede altresì che il Consiglio, al momento di definire le sue azioni, tenga conto delle valutazioni espresse dal Consiglio d"Europa, dall"ONU, dall"OIL e dalle principali ONG; ed infine invita il Consiglio a prendere decisioni in questo campo a maggioranza qualificata anziché all"unanimità.
Signora Presidente, la credibilità dell"Unione dipende dalla sua capacità, nell"agire quotidiano, di essere coerente a tutti i livelli rispetto ai princìpi su cui si basa la nostra convivenza democratica. Non si tratta di imporre ai nostri amici nel mondo qualche cosa di alieno. Si tratta piuttosto di non relativizzare mai e di apporre sul frontespizio della nostra azione politica quotidiana la nostra determinazione a difendere i diritti dell"uomo.
Aelvoet (V), relatore per parere della commissione per lo sviluppo e la cooperazione. – (NL)
Signora Presidente, sarò chiarissimo. La Commissione per lo sviluppo e la cooperazione ha approvato un eccellente parere e rimando per questo al testo scritto.
Bertens (ELDR). – (NL)
Ho già detto lunedì al mio gruppo di ritenere estremamente ridicolo che la relazione Carnero fosse stata rimandata a venerdì. Ma voglio comunque collaborare con tutto quello che rende efficiente questo Parlamento. Le farò avere il mio testo scritto e ringrazio l'onorevole Carnero per la sua eccellente relazione.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Signora Presidente, lei mi mette in difficoltà, giacché questo argomento è realmente molto importante e poiché in rapporto ad alcuni punti, oggetto di discussione in sede di Conferenza intergovernativa, sosteniamo in ampia misura la proposta avanzata dalla relazione dell"onorevole Carnero, mi piacerebbe spiegare perché riguardo ad altri punti dissentiamo e, al tempo stesso, mi piacerebbe altresì poter informare il Parlamento circa la posizione della Commissione in ordine alla modifica dell"articolo 228 del Trattato. Tuttavia, tenendo conto che la maggior parte degli oratori ha rinunciato alla facoltà di parlare, se l"onorevole Carnero non lo considera come una mancanza di rispetto da parte mia verso la sua relazione, io non ho alcuna difficoltà anche a consegnare per iscritto il documento della Commissione. Tale documento segue le linee di fondo della relazione dell"onorevole Carnero, ma in merito ad alcune questioni precise, oggetto della Conferenza intergovernativa, volendo noi affrontare non soltanto il problema dei diritti umani in generale, bensì anche il problema dei diritti sociali, della protezione dell"infanzia, dei lavori forzati, ecc., abbiamo idee nostre su come procedere in futuro nell"ambito degli accordi internazionali.
Gutiérrez Díaz (GUE/NGL). – (ES)
Signora Presidente, chiedo che nella sua qualità di Vicepresidente esercitante funzioni di Presidente, lei presenti una relazione all"Ufficio di presidenza per far conoscere le condizioni di degrado in cui si sono svolti i lavori questa mattina.
(Applausi)
Presidente. – La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Dichiarazioni di voto
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, non intendo affatto rinunciare al mio tempo di parola, anzi le chiedo di non conteggiare il tempo che impiegherò per il commento che intendo fare a quella che credo sia la sua interpretazione di considerare come possibile dare contributi scritti quando si tratta di interventi durante il dibattito. Mi pare che sia molto grave se lei fa passare questa prassi. Le dichiarazioni di voto possono essere consegnate anche per iscritto, non certo gli interventi durante il dibattito.
Vengo dunque alla dichiarazione di voto per dire che è davvero grave e lamentevole che, in soli trenta deputati davanti al Vicepresidente Marín, si sia qui a discutere su un tema così importante. È una conquista fondamentale quella dell'inserimento della clausola dei diritti dell'uomo negli accordi con i paesi terzi; è stata una conquista del dovere e diritto di ingerenza che con tenacia il Parlamento europeo, in tanti anni, almeno dall'epoca del Commissario Natali in poi, ha cercato di portare avanti. È con vivo compiacimento che dobbiamo dire grazie alla Commissione, e al Commissario Marín in particolare, per continuare su questa strada e cercare di corroborarla nel migliore dei modi.
Ieri abbiamo votato una risoluzione sul Tribunale penale internazionale. L'idea che già ho espresso ieri e che molti colleghi hanno recepito è che, un domani, nella clausola «diritti dell'uomo» si possa inserire anche la competenza del Tribunale internazionale come fattore di condizionalità degli accordi della Comunità con i paesi terzi.
Mi pare un tema molto importante: grave è stato trattarlo con un numero così esiguo di partecipanti e merito vada alla Commissione per andare avanti, se possibile, e cercare di inserire questa clausola nei futuri accordi di revisione del Trattato.
Presidente. – Vorrei chiarire ancora una volta che a nessuno si prescrive di non intervenire, bensì i singoli hanno dichiarato spontaneamente di rinunciare al proprio intervento o di trasformarlo in dichiarazione di voto scritta. Un intervento orale è qualcosa di diverso da una dichiarazione di voto.
Barros Moura (PSE), per iscritto. – (PT) In linea con la risoluzione proposta, voglio manifestare il mio appoggio alla comunicazione della Commissione che promuove un auspicabile progresso nel sistema di promozione dei diritti dell'uomo nell'azione esterna dell'Unione europea.
Questo sistema ha registrato progressi importanti soprattutto dalla fine del regime comunista quando la difesa dei diritti umani ha potuto essere svincolata dal conflitto ideologico e geostrategico e la cosiddetta «condizionalità» ha potuto essere intesa come qualcosa che deve interessare innanzitutto i popoli dei paesi terzi.
Pertanto la difesa della democrazia e dei diritti dell'uomo a livello internazionale non può essere considerata, e non deve essere praticata, come una forma di imposizione di un sistema politico, occidentale o europeo, alieno alla realtà sociologica o alle tradizioni autoctone ma come un modo per promuovere valori universali e quindi garantire ai popoli e alle persone la difesa contro regimi dispotici e l'accesso, il controllo e l'influenza sul potere, indispensabile perché tutti possano usufruire dei risultati dello sviluppo.
Quindi l'appoggio a queste proposte della Commissione presuppone la garanzia del rispetto, da parte dell'Unione europea e dei suoi paesi membri, dei principi fondamentali:
‐ l'universalità, a prescindere dalle differenze geografiche, religiose, culturali o politiche;
‐ l'indivisibilità fra i diritti personali, civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali;
‐ l'interdipendenza fra i diritti dell'uomo, la democrazia e lo sviluppo.
Pertanto non è ammissibile che l'Unione europea o i suoi Stati membri si mostrino talvolta più esigenti nei confronti dei paesi terzi di quanto lo siano per molti dei nostri paesi. Basta guardare alle recenti ondate di espulsioni di immigrati «senza documenti» per concludere che tutto non va bene nemmeno in quei paesi che, a giusto titolo, fanno riferimento al loro prezioso patrimonio di diritti umani.
Non possiamo permettere la convivenza di due pesi e due misure, fra l'Europa e i paesi terzi, o fra i paesi terzi stessi per ragioni che violano il principio dell'universalità.
La fine della guerra fredda non permette che l'Arabia Saudita continui a essere trattata con lo stesso rigore che si applica all'Iraq, o che si continui ad esigere da Cuba ciò che non si esige dalla Colombia.
Gli interessi economici europei non possono legittimare il continuo appoggio all'Indonesia di Suharto o allo Zaire di Mobutu.
Non c'è nessuna farsa elettorale che possa legittimare personaggi come Mobutu, fra l'altro beneficiari della lunga complicità di vari paesi europei.
Anche i principi universali indicati non consentono che un grado maggiore di severità venga applicato ai paesi deboli di un Africa depressa, in contrasto con la tolleranza scandalosa di cui beneficiano certe «tigri» del sud‐est asiatico, soltanto perché grossi interessi di un mercato globalizzato e deregolato obbligano certi responsabili politici a chiudere gli occhi.
La globalizzazione richiede anche degli imperativi di garanzia della democrazia e dei diritti dell'uomo. Non possiamo ancora accettare che il rispetto dei diritti sociali fondamentali continui a non essere preteso nelle relazioni economiche e commerciali. Anticipando contro un protezionismo mascherato, che perpetrasse un ordine economico internazionale ingiusto, difendiamo l'inclusione della clausola sociale negli accordi internazionali di scambio commerciale.
Infine appoggiamo le proposte della relazione volte al rafforzamento dei mezzi di controllo e assistenza tecnica, così come le «misure positive» di cui può avvalersi l'Unione europea. Infine occorrerà rafforzare l'intervento consultivo del Parlamento europeo sia nei negoziati internazionali dell'Unione europea che nel controllo e nelle sanzioni relative alle norme dei trattati internazionali per quanto concerne i diritti dell'uomo.
Bertens (ELDR), per iscritto. – (NL)
Mi congratulo con il relatore per la sua ottima relazione. In merito alla buona comunicazione della Commissione, egli fa alcune proposte interessanti per il rafforzamento della politica estera dell'Unione per quel che riguarda i diritti umani. L'Unione europea deve tenere alta la sua buona reputazione per quel che riguarda la politica sui diritti umani e deve fare di tutto per rendere questa politica il più efficiente possibile.
Le clausole sui diritti umani contenute nei Trattati internazionali dell'Unione europea sono molto utili, ma è comunque auspicabile un buon controllo sul loro rispetto. Per questo è necessario lavorare ancora allo sviluppo dei criteri di controllo. È inoltre necessario controllare con attenzione l'applicazione di questi criteri. Un buono scambio di informazioni tra le istituzioni e gli Stati membri è quindi essenziale. L'unità di analisi da costituire dopo la Conferenza intergovernativa deve poter contare anche su un'unità di controllo dei diritti umani. Rientra in questo ambito una relazione annuale sulla situazione dei diritti umani nei paesi con cui l'Unione europea ha sottoscritto accordi. Mi chiedo tuttavia se questo debba interessare ogni anno tutti i paesi. Questa massa di carta è veramente il meccanismo di controllo più efficace?
Ritengo che sia molto importante un controllo efficace sulle sanzioni e sugli embargo che l'Unione europea ha accettato contro paesi terzi. L'applicazione di questo mezzo negativo non deve rimanere lettera morta. È quindi necessario un controllo efficace. La drastica riduzione dei fondi per il controllo del rispetto degli embargo, proposta dalla Commissione e dal Consiglio nella procedura di bilancio, costituisce un intralcio in questo senso e deve quindi essere respinta.
È naturalmente auspicabile trovare un buon equilibrio tra gli strumenti positivi e quelli negativi per controllare la situazione dei diritti umani nei paesi terzi. Si può ottenere questo non solo con le sanzioni, ma anche con il sostegno alle forze democratiche e con il controllo sulle elezioni.
Ringrazio infine la Commissione per l'attenzione che ha prestato nella sua comunicazione al miglioramento della coesione, della trasparenza e della controllabilità dell'approccio comunitario.
Schroedter (V), per iscritto. – (DE)
La questione dei diritti dell'uomo non può essere subordinata agli interessi economici. Bisogna quindi frenare le tendenze che si insinuano nel Consiglio.
Mentre, negli accordi di associazione, la violazione grave dei diritti dell'uomo potrebbe portare ad una parziale sospensione dell'accordo, con la cosiddetta clausola bulgara ciò è
previsto solo in alcuni casi particolarmente urgenti, ed ora si riflette già a come utilizzare la fattispecie dell'accordo intermedio per stralciare del tutto tali riserve dagli accordi economici.
Perciò era urgentemente necessario che il Parlamento, con la relazione Carnero‐González, ponesse freno a tali tendenze.
Il prossimo passo necessario sarebbe che la Commissione estraesse infine dal cassetto le direttive negoziali per l'attuazione di tali clausole e collegasse direttamente l'applicazione sia dei trattati dotati della cosiddetta clausola bulgara sia di tutti i trattati futuri alla clausola sui diritti dell'uomo. L'inclusione delle clausole internazionali sui diritti dell'uomo nel Trattato di Maastricht II rappresenterebbe un ulteriore passo volto a disciplinare in modo vincolante
il requisito del rispetto dei diritti dell'uomo per le attività economiche dell'UE.
Vaz da Silva (ELDR), per iscritto. – (PT) Il concetto di diritti umani è il principio che regge la nostra democrazia. Questa base fondamentale delle nostre società non deve essere minata dall'aggiunta di «mode» effimere.
Tuttavia è necessario sottolineare che questo concetto è pur sempre un concetto in evoluzione. E sarà così mano a mano che la società perfeziona le sua coscienza sociale, mano a mano che nuove forme di criminalità «in rete» insorgono, vedi il sinistro esempio del recente caso di pedofilia. Così sarà, mano a mano che la società perfezionerà la sua coscienza etica, mano a mano che dovrà confrontarsi a nuovi problemi derivanti dai progressi della scienza i cui esempi sono i casi di manipolazione genetica e informatica, inquietanti ma non cinici.
Rifiutarci di arricchire il concetto di diritti umani significa condannare, a termine, quella democrazia che vogliamo mostrare come esempio ai paesi terzi con cui stabiliamo degli accordi.
(Il Parlamento approva la risoluzione)
Dury (PSE). ‐ (FR)
Signora Presidente, vorrei rivolgermi direttamente al commissario Marín per dirgli, innanzitutto, che sono veramente desolato per la piega che ha preso questa parte della seduta. Apprezziamo molto il suo lavoro e avremmo voluto che la qualità del lavoro suo e del relatore fossero state apprezzate molto di più da questo Parlamento.
Il gruppo socialista vuole indicare qui che, poiché il tema è, ahimè, di grande importanza, noi ci auguriamo vivamente che in questo Parlamento ci sia un altro dibattito su questo tema che rimette in gioco veramente l"Europa e i suoi valori.
In secondo luogo, credo che alcuni nostri colleghi non si siano espressi per protestare contro il fatto che si parli di questa questione un venerdì mattina. Sappiamo perfettamente che sono soltanto i più coriacei a restare, i duri, o quelli che hanno un aereo più tardi, ma sono anche coloro che sono veramente interessati. E" stata, per così dire, una protesta positiva e vorrei pregare il commissario Marìn di prenderla per tale.
C"è poi il secondo atteggiamento, quello di certi colleghi che vorrebbero ritardare i dibattiti, persino un dibattito importante come questo. Perchè? Per un motivo prettamente tattico: perché vorrebbero che si arrivasse rapidamente a votare alla chetichella una questione importante come quella della bioetica. Allora, chiaramente, per creare l"avvenimento sulla bioetica, mascherano la discussione su questa relazione di estrema importanza. Personalmente me ne rammarico molto. Ripeto che avevamo veramente apprezzato i lavori del nostro relatore e che nutriamo grande stima, signor commissario, per le sue prese di posizione, anche se non siamo sempre totalmente d"accordo.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Signora Presidente, la Commissione condivide, in linea generale, la posizione del Parlamento europeo. Crediamo che effettivamente occorra rivedere il Trattato e il suo articolo 228. Preferiremmo che vi fosse, se possibile, una clausola unica sui diritti umani, e riteniamo che il tipo di clausola previsto nell"Accordo di cooperazione con la Bulgaria, con il relativo sistema di sospensione dell'accordo, sia il più corretto. Tuttavia, voglio fare questa precisazione: la Commissione non concorda con il Parlamento europeo circa l"inclusione della clausola sui diritti umani in tutti gli accordi internazionali dell"Unione europea. Riteniamo che la clausola debba essere inserita negli accordi di cooperazione economica, negli accordi di cooperazione finanziaria e negli accordi di cooperazione allo sviluppo. Mi spiego meglio: facciamo accordi internazionali, ad esempio, nel settore marittimo. Non ha molto senso inserire la clausola sui diritti umani in un accordo relativo al settore marittimo. Facciamo accordi molto tecnici sulla doppia fiscalità. Non sembra avere molto senso inserire in un accordo sulla doppia fiscalità la clausola sui diritti umani. Facciamo accordi sulla normalizzazione di standard nel mercato interno: ad esempio, standard di lavatrici, frigoriferi, televisori, automobili. Non sembra avere senso inserire in un accordo di normalizzazione di standard del mercato interno una clausola sui diritti umani.
7. Reti telematiche per le statistiche degli scambi di beni (EDICOM)
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0274/96) della onorevole Lulling, a nome della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, sulla proposta modificata di decisione del Consiglio (COM(96)0319 – C4‐0420/96 – C4‐0421/96‐96/0173(SYN)) relativa alle reti telematiche fra amministrazioni per le statistiche degli scambi di beni fra Stati membri (EDICOM).
Lulling (PPE), relatore. – (FR)
Signora Presidente, questa relazione non viene discussa per motivi di tempo. Rinuncio a presentarla perché tutti erano d"accordo sull"urgenza chiesta dal Consiglio per evitare una interruzione delle azioni Edicom. Si può quindi votare.
Devo però fare una precisazione. Abbiamo presentato un piccolo emendamento, sotto forma di considerando, per inserire questa decisione Edicom nel quadro degli orientamenti generali in materia di reti transeuropee di telecomunicazione. Poiché il Consiglio non è ancora addivenuto ad una decisione su tali reti, bisogna cancellare dal nostro emendamento il riferimento alla data di tale decisione, ovvero concludere il testo dopo la parola «telecomunicazioni».
Per il resto, rinuncio e fornirò come dichiarazione di voto l"introduzione che intendevo fare alla mia relazione. Ma mi consenta di aggiungere qualcosa, signora Presidente. Se questo parlamento è d"accordo per accordare all"unanimità l"urgenza ad un testo che è urgente, non capisco perché non lo si iscriva all"inizio di una seduta, anche quella di venerdì mattina! Ci vogliono solo tre o quattro minuti! Mi chiedo come si stabiliscano gli ordini del giorno in questo Parlamento. Chiedo che si proceda alla votazione e sono certo che anche il signor commissario sarà d"accordo per accettare questo emendamento orale al nostro emendamento.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Onorevole Lulling, la Commissione prende nota della modifica che lei suggerisce riguardo all"emendamento, ed accetta di inserire nella propria proposta questo considerando, nella nuova formulazione da lei indicata.
Presidente. – La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Dichiarazioni di voto
Lulling (PPE), per iscritto. – (FR)
Non potendo presentare oralmente la mia relazione, per motivi di tempo, vorrei indicare i motivi per i quali essa ha dovuto essere trattata con procedura d"urgenza.
Non avremmo dovuto occuparci nuovamente di questo tema, frutto di una proposta inizialmente presentata nel 1993, se il Consiglio ci avesse ascoltati più di due anni fa, quando abbiamo contestato la sua scelta dell"articolo 235 come base giuridica, scelta contraria anche alla proposta della Commissione.
Abbiamo ovviamente presentato un ricorso per ottenere l"annullamento della decisione del Consiglio il quale si è ostinato a basare la decisione Edicom sull"articolo 235. La Commissione ha sostenuto le nostre conclusioni; la Corte ci ha chiaramente dato ragione annullando la decisione del Consiglio del 1994. Poiché nel frattempo è entrato in vigore il trattato di Maastricht, la base giuridica più idonea è ora l"articolo 129 B in materia di reti transeuropee e, in particolare, il secondo paragrafo che contempla specificamente le azioni volte a garantire l"interoperabilità delle reti e connesso alla procedura di cooperazione.
Abbiamo quindi motivo di essere soddisfatti per quanto concerne la base giuridica nonché per le azioni concrete intraprese fino ad oggi nel quadro di Edicom. Sono molto utili per le imprese private interessate le quali, grazie ad Edicom, beneficiano di procedure più rapide e meno farraginose per effettuare le dichiarazioni statistiche obbligatorie che ci consentono di sapere quali merci vengano scambiate tra gli Stati membri, dato utile e interessante anche per le stesse imprese.
Per evitare un"interruzione di tali azioni, si rende necessario operare per l"adozione di una nuova decisione Edicom, fondata sulla base giuridica giusta, questa volta, senza modificare neppure una virgola del contenuto di Edicom che soddisfa tutti.
Per questo motivo la Commissione ha rapidamente presentato una proposta di decisione modificata, la commissione economica e monetaria e per la politica industriale ha adottato tempestivamente la mia relazione e questo Parlamento ha accettato la procedura d"urgenza per votare oggi e permettere così al Consiglio di rimediare al suo errore.
Mi auguro che questo precedente servirà da lezione al Consiglio e che questo non si ostini più a scegliere basi legali inadeguate rischiando di mettere a repentaglio azioni che godono di un sostegno unanime e che non sono oggetto di alcuna controversia, ideologica o di altra natura.
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, io intendo certamente parlare su questa relazione, innanzitutto per contestare, come ha fatto la collega Dury, il modo con il quale stiamo lavorando. Mi pare assai curioso che una relatrice su un tema come questo, che a giusto titolo è considerato urgente e importante e al quale il mio gruppo esprime il pieno sostegno, rinunci a presentare un punto che riguarda una materia così importante – reti transeuropee – alla quale il Parlamento, come sappiamo tutti, presta grande attenzione.
Ma voglio protestare anche per la maniera con cui, grazie al cattivo funzionamento del nostro Parlamento, siamo giunti in Aula a discutere su questa relazione così importante. Io ero stato designato come relatore per parere della commissione per i bilanci proprio su questa vicenda EDICOM. Ero stato designato relatore per parere e, mentre mi apprestavo a presentare la mia relazione, abbiamo scoperto in seno alla commissione per i bilanci che, nel frattempo, la commissione competente per il fondo aveva già votato la sua relazione. Intendo pertanto che venga messa a verbale, con la mia dichiarazione di voto, anche questa protesta a nome della commissione per i bilanci, per il fatto che il relatore per parere è stato messo nell'impossibilità di compiere il proprio lavoro. Insisto perché questo figuri nel nostro processo verbale.
Lulling (PPE), relatrice. – (FR) Signora Presidente, vorrei semplicemente dire all"on. Dell"Alba che se la commissione per i bilanci avesse preparato tale relazione l"avremmo allegata, ma aspettare sarebbe stato pericoloso, per così dire. Ecco perché abbiamo lavorato in fretta. L"avrei spiegato se avessi avuto il tempo di farlo.
(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, mi voglio felicitare perché lei ha fatto votare la relazione Lulling dopo le dichiarazioni di voto, come dovremmo fare in ciascuna seduta e non soltanto il venerdì. Mi congratulo con lei di tutto cuore.
Presidente. – Vi è un grosso equivoco: abbiamo votato soltanto sulla risoluzione legislativa. Il resto è stato trattato in precedenza.
8. Aiuti alla costruzione navale
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0273/96) dell'onorevole Moretti, a nome della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, sulla proposta di regolamento del Consiglio (COM(96) 0309 – C4‐0387/96‐96/0165(CNS)) sugli aiuti alla costruzione navale.
Moretti (ELDR), relatore
. – Signora Presidente, il lavoro assegnatomi dalla commissione economica e monetaria, in data 8 luglio scorso, sulla proposta di regolamento del Consiglio sugli aiuti alla costruzione navale, è stato eseguito in poche settimane, grazie anche alla collaborazione di validi funzionari. Com'è noto, la relazione esamina la difficile situazione di mercato in cui versa l'industria cantieristica navale. Per migliorarne le condizioni, al fine di assicurare normali condizioni di concorrenza, è stato concluso un accordo nel quadro OCSE, che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° gennaio 1996. Tale accordo che prevede il divieto di concessione e di sostegno alla costruzione navale, fatta eccezione degli aiuti alla ricerca e degli aiuti di carattere sociale, è già stato ratificato dall'Unione europea, dalla Corea, dalla Norvegia, dal Giappone: manca solo la ratifica degli USA, attesa entro il 15 luglio 1996 e non attuata a causa di ritardi nell'adozione della legislazione necessaria.
Di fronte a tale incertezza rimane attualmente in vigore, fino al 1° gennaio 1997, la settima direttiva del Consiglio, il quale deve pronunciarsi, entro il 1° ottobre 1996, circa la futura politica di aiuti. Se non vi sarà la ratifica di tutte le parti, si manterrà in vigore il sistema di sovvenzione e di altre misure di sostegno distorsive del mercato ed il Consiglio dovrà sostenere uno strumento di difesa dei cantieri comunitari da una concorrenza sleale.
Propongo quindi di approvare la mia relazione, modificata da due emendamenti approvati in commissione economica e monetaria.
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, vorrei riallacciarmi ai timori espressi dall"on. Moretti a proposito del futuro dei cantieri navali. Sappiamo bene che in alcuni dei nostri paesi l"occupazione rappresenta una grande sfida. Non parlo soltanto del Belgio, ma di paesi come la Germania – credo che a tutti i colleghi tedeschi interessi il futuro del nord e dei cantieri navali – e come la Francia e l"Italia. Abbiamo notato che il problema dell"occupazione non viene trattato nell"accordo dell"OCSE e che non è trattato in misura soddisfacente neppure dalle varie istanze internazionali.
Abbiamo problemi di ricostruzione, di chiusura di cantieri ed è un fenomeno che rischia di continuare. Dal 1976 l"Unione europea ha perso quasi 200.000 posti di lavoro e, negli ultimi quattro anni, ne ha persi 14.500. Contemporaneamente i cantieri coreani ne hanno creati 9000.
Non voglio dire che non sono contento che gli operai coreani abbiano trovato lavoro, voglio semplicemente dire che noi non siamo abbastanza forti rispetto ai nostri concorrenti esterni.
Il punto sul quale insistiamo è la necessità di pensare innanzitutto al problema dell"occupazione nella nostra cantieristica: penso, ad esempio, alla strada della riduzione dell"orario di lavoro già indicata da questo Parlamento. Ma questo tipo di misure richiede un sostegno in termini di aiuti finanziari.
In secondo luogo, noi chiediamo che si faccia un grosso sforzo di ricerca in questo settore. Sappiamo che il successo degli altri è dovuto alle loro tecnologie. L"on. Moretti l"ha sottolineato chiaramente chiedendo che si facciano degli studi per dare a tutti i nostri cantieri navali la possibilità di essere competitivi laddove devono esserlo, ovvero in termini di qualità.
Stenmarck (PPE). – (SV)
Signora Presidente, a titolo di introduzione, vorrei soltanto dire che mi sembra lamentevole trattare un tema così vasto e importante quando sono presenti in Aula ormai non più di una decina di deputati. Mi sia quindi consentita solo una breve introduzione con una constatazione: tutti sono consapevoli del fatto che la cantieristica europea sta attraversando grosse difficoltà. Credere che gli aiuti pubblici portino la soluzione al problema è probabilmente lo stesso che mordersi la coda.
Ciò che preme ora è di cercare in ogni modo di convincere tutti
a sottoscrivere l'accordo OCSE sulla cessazione degli aiuti all'industria navale. È deplorevole che il processo di ratifica negli Stati Uniti non sia terminato e che la Commissione, in attesa che ciò avvenga, proponga che anche l'Unione seguiti ad erogare aiuti alla cantieristica, anche se ciò non continuerà oltre la fine del 1998. Si tratta, tuttavia, anche di una soluzione che rischia di avere delle conseguenze, perché finora nell'Unione sono pochi i paesi che hanno abolito gli aiuti all'industria cantieristica, come per esempio Svezia e Gran Bretagna. Gli altri paesi continuano ancora ad erogare aiuti pubblici pari al 9 per cento dell'offerta. È logico che queste sovvenzioni vanno abolite, perché generano una distorsione della concorrenza.
Se come conseguenza di una concorrenza distorta la Svezia e la Gran Bretagna dovessero rintrodurre le sovvenzioni pubbliche che il Ministro dell'industria svedese ha prospettato come ultima
via d'uscita, non v'è dubbio che si andrebbe in una direzione del tutto sbagliata. Perciò, dev'essere stabilito un obiettivo chiaro: gli aiuti e le sovvenzioni all'industria cantieristica devono cessare, anche se per le lentezze degli americani ciò dovesse avvenire fra alcuni anni. Io sono del parere che l'obiettivo del libero commercio e della libera concorrenza debba essere perseguito in modo del tutto chiaro e logico.
Novo (GUR/NGL). – (PT)
Signora Presidente, onorevoli deputati, in poco più di un anno questa è la terza volta che intervengo qui sulle implicazioni dell'Accordo dell'OCSE.
L'attuale situazione e la sua evoluzione confermano che avevamo ragione ad opporci. Accettando tale accordo, la Commissione applicò delle restrizioni all'investimento pubblico produttivo, influenzò la concentrazione di questa industria nelle mani di pochi gruppi privati e contribuì in modo deciso alla quasi eliminazione di questo settore in alcuni Stati membri, come è accaduto in Portogallo. Nel contempo si è fatto credere che dei paesi terzi avessero ratificato l'accordo OCSE e avrebbero osservato le stesse regole di concorrenza detta «leale» verso le quali si sono impegnati gli Stati membri con il consenso dei rispettivi governi. Oggi vediamo che nulla di tutto ciò è accaduto e, come si dice nella relazione, non c'è nemmeno la certezza che un giorno accadrà.
Nel frattempo sono spariti più di duecentomila posti di lavoro in questa industria nell'Unione europea, più di quattordicimila negli ultimi quattro anni. Per questa ragione le proposte di proroga per gli aiuti minimi all'industria navale che ancora sopravvive e che sono previsti nel regolamento e nella relazione ora approvati, o che approveremo, costituiscono un atto di minima equità e di giustizia nei confronti del settore e dei suoi lavoratori.
Tuttavia, presumendo che questo accordo potrebbe non essere mai approvato e ratificato, e mai diventare l'ambito per una crescente ricerca nel settore della costruzione e riparazione navale, diventa abbastanza importante che la Commissioni modifichi le opzioni e definisca degli orientamenti e incentivi da destinare al settore privato o privatizzato, per conseguire una stabilizzazione economica e sociale e un aumento di capacità produttiva di questa industria nell'Unione europea, segnatamente negli Stati membri in cui essa continua a rivestire una notevole importanza.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Signora Presidente, ringrazio l"onorevole Moretti per la sua relazione, che ci sembra seguire, in linea generale, il punto di vista della Commissione. Tenendo conto dei problemi di tempo che oggi abbiamo, l"onorevole Moretti e gli altri onorevoli deputati vorranno scusarmi se mi limiterò a precisare il punto di vista della Commissione in ordine alle modifiche del testo.
Sono state proposte tre modifiche del testo. La prima implica una revisione della formulazione dell"articolo 1, paragrafo 2, della proposta della Commissione, e come effetto di tale modifica l"attuale direttiva verrebbe prorogata a tempo indeterminato, sino all"entrata in vigore dell"accordo OCSE. La Commissione non può accogliere questa modifica per due ragioni: la prima è che disposizioni giuridiche di questo tipo vengono sempre stabilite con riferimento ad un periodo di tempo limitato; e la seconda ragione, più sostanziale, è che il fatto di adottare una proroga a tempo indeterminato potrebbe essere interpretato come un indebolimento della nostra determinazione di raggiungere un accordo. Si invierebbe così un segnale ambiguo in un momento in cui sia noi che i nostri alleati stiamo esercitando pressioni per fare in modo che gli Stati Uniti ratifichino gli accordi quanto prima possibile. Pertanto, se proponessimo una proroga a tempo indeterminato, gli Stati Uniti potrebbero pensare che l"Unione europea, anziché continuare ad esigere dagli Stati Uniti la ratifica dell"accordo OCSE, si stia adeguando alla posizone statunitense.
Inoltre, prorogando la direttiva fino al 31 dicembre 1998, come propone la Commissione, l"Unione europea mantiene aperte tutte le possibilità, compresa quella di tornare a prorogare la direttiva a partire da quella data, ove fosse necessario.
La seconda modifica è più conforme al criterio seguito dalla Commissione, in quanto introduce la possibilità di uno studio inteso a valutare le eventuali conseguenze della mancanza di un accordo, nonché le possibili azioni politiche che l"Unione dovrebbe considerare per il futuro. La Commissione è pienamente consapevole della preoccupazione che ha motivato questa proposta di modifica, e ne condivide del tutto lo spirito.
Nel proporre una proroga della direttiva abbastanza estesa nel tempo, la Commissione ha ritenuto che, in caso di ulteriore ritardo nell"entrata in vigore dell"accordo OCSE o in caso di una complicazione dello stesso, sarà necessario ed opportuno procedere ad una profonda revisione della politica dell"Unione europea in questo settore. Vi posso assicurare che tale revisione, che implicherebbe ovviamente la consultazione del Parlamento, verrebbe effettuata con sufficiente anticipo, onde consentire l"adozione delle opportune decisioni prima della scadenza della direttiva per la quale ora proponiamo la proroga.
La Commissione non può tuttavia accogliere la forma con cui la modifica viene proposta, con l"inclusione cioè di un nuovo articolo 1 bis. Poiché il Consiglio deve adottare una decisione prima del 1˚ ottobre, non vi è il tempo materiale – bisogna essere realistici – per fare ciò prima del 1˚ ottobre, ove la Commissione accettasse di presentare una proposta di modifica al Consiglio. Onorevoli deputati, voi sapete che nella procedura di cooperazione legislativa ciò è impossibile.
Per quanto riguarda l"emendamento n. 3, esso si propone di definire il campo di revisione della politica, e in tal senso posso assicurare che la Commissione procederà ad una revisione di fondo, che potrebbe includere la questione degli aiuti di Stato nei paesi membri. Tuttavia, anche a questo riguardo la Commissione redige una relazione annuale il cui ambito è ancora più vasto di quello proposto dal Parlamento europeo. E naturalmente la Commissione non ha alcuna difficoltà ad inviare sistematicamente tale relazione a questa Assemblea.
Presidente. – La discussione è chiusa.
Passiamo ora alla votazione.
Dichiarazione di voto
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, faccio, a nome del mio gruppo, questa dichiarazione di voto anche per lasciare agli atti questa mia protesta per il fatto che una materia così importante sia stata discussa con uno scarso numero di parlamentari. Ciò non fa onore al Parlamento e non fa onore alla presenza assidua e puntuale del Vicepresidente Marín: pertanto intendo assolutamente che nel processo verbale figuri questa mia dichiarazione di voto.
Oltre a ciò, io vengo da una città portuale molto importante come Livorno e quindi la questione del premio alla costruzione navale è particolarmente sentita. Da questo punto di vista la relazione Moretti è importante perché, nonostante le nostre posizioni divergenti rispetto al Commissario Marín, che personalmente mi permetto di contestare, credo invece nella fondatezza – del resto i colleghi hanno dimostrato di condividere l'importanza della relazione Moretti – delle scelte fatte: scelte che rappresentano anche un modo di indicare alla Commissione la necessità di un maggiore coinvolgimento, necessario su questa materia che, come diceva l'onorevole Dury a giusto titolo, riguarda innanzitutto il problema dell'impiego, problema che forse nel testo non è sufficientemente specificato, non è sufficientemente sviluppato ma che certamente si inserisce nella nostra rivendicazione costante, cioè che ogni proposta abbia come riferimento la questione del lavoro e dell'occupazione.
Il nostro gruppo esprime voto favorevole, come ha già annunciato, alla relazione Moretti, auspicando che la Commissione possa rivedere la sua posizione e accogliere i due emendamenti proposti.
(Il Parlamento approva il progetto di risoluzione legislativa)
9. Modelli di utilità nel mercato interno
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0216/96) dell'onorevole Añoveros Trías de Bes, a nome della commissione giuridica e per i diritti dei cittadini, sul Libro verde presentato dalla Commissione sui modelli di utilità nel mercato interno (COM(95)0370 – C4‐0353/95).
Schulz (PSE). – (DE)
Signora Presidente, conformemente all'articolo 131, paragrafo 1, del regolamento, chiedo l'aggiornamento al lunedì della prossima Plenaria, qui a Strasburgo, della discussione sulle relazioni dell'onorevole Añoveros Trías de Bes e dell'onorevole Kouchner nonché dell'interrogazione orale dell'onorevole Hughes. La prego di votare in merito e di appurare se 29 colleghi appoggino la mia richiesta, come credo, e poi trattare l'interrogazione orale della onorevole Oomen‐Ruijten e della onorevole Roth.
Presidente. – Onorevole Schulz, anzitutto tali richieste possono essere formulate soltanto per un punto alla volta dell'ordine del giorno. In secondo luogo, tale richiesta può essere avanzata soltanto da un gruppo o da almeno 29 altri deputati. Prima di trattarla, do facoltà di parlare alla onorevole Dury sul regolamento.
Dury (PSE). – (FR)
Vorrei dire al collega che c"è anche una interrogazione orale dell"on. Hughes. Si tratta di una questione importante che deve essere trattata adesso perché si tratta della conferenza dell"Organizzazione internazionale del lavoro che si apre l"8 ottobre. Il collega Hughes ha voluto presentare questa interrogazione a questa parte della sessione perché la conferenza inizierà tra non molto e perché riguarda l"orario di lavoro nel settore marittimo, una delle priorità del gruppo socialista.
Presidente. – La prego di ascoltarmi: per ora si tratta soltanto del prossimo punto all'ordine del giorno, ossia la relazione dell'onorevole Añoveros Trías de Bes. A questo proposito, l'onorevole Schulz ha avanzato una richiesta: l'ha fatto a nome del gruppo?
Schulz (PSE). – (DE)
Ho chiesto di verificare se 29 colleghi appoggiano la mia richiesta, onorevole collega.
Presidente. – Ripeto: questa richiesta può essere avanzata da un gruppo o da 29 persone. Verificherò se essa abbia il sostegno di 29 deputati. Ora si è semplicemente chiesto di metterla ai voti. Ora procediamo dunque alla votazione per appurare se questo punto, la relazione Añoveros Trías, vada stralciato dall'ordine del giorno. Ha facoltà di parlare l'onorevole Dell'Alba sul regolamento.
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, innanzitutto vorrei chiederle se lei ha accettato la domanda per una relazione, come prevede il Regolamento, o per due. A me pare che sia per una.
Presidente. – Onorevole Dell'Alba, ho detto molto chiaramente che si tratta della prossima relazione all'ordine del giorno, la relazione dell'onorevole Añoveros Trías de Bes. È stata avanzata la richiesta di votare in merito: si procede ora alla votazione. Onorevole Dell'Alba, desidera pronunciarsi per la richiesta?
Dell'Alba (ARE). – Cari colleghi, va bene voler cercare di fare il possibile per far passare una questione importantissima in venticinque, ma rispettate il Regolamento! Ai sensi dell'articolo 126 ho un minuto per parlare contro questa mozione. Ritengo la relazione Añoveros Trias molto importante. Questa questione del Libro verde sulla protezione del modello di utilità nel mercato interno è una relazione iscritta all'ordine del giorno: tutti i gruppi ne avevano convenuto l'importanza. Alla Conferenza dei presidenti di gruppo...
(Il Presidente interrompe l'oratore)
Presidente. – Onorevole Dell'Alba, vi è un equivoco. È stata avanzata una richiesta in base all'articolo 131 del regolamento, e non in base a quanto da lei menzionato. Passiamo ora alla votazione a questo riguardo. Prego, onorevole Kellett‐Bowman.
Kellett‐Bowman (PPE). – (EN)
Signora Presidente, già lunedì era palese che oggi vi sarebbe stata confusione. Perché non si è provveduto a organizzare meglio l'ordine del giorno odierno?
Presidente. – Passiamo ora alla votazione, che è stata richiesta, e che è possibile ai sensi dell'articolo 131. Prego, onorevole Dell'Alba.
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, sto parlando contro la richiesta dei colleghi che chiedono il riporto della relazione in questione. È ovvio quindi che voglia difendere la mia posizione di mantenere la relazione all'ordine del giorno. La mia dichiarazione di voto contraria riguardava il fatto che avevamo deciso – e il presidente Martens era presente – di inserire questo punto all'ordine del giorno. Mi stupisco quindi che oggi alcuni colleghi lo vogliano sopprimere, e ripeto l'importanza di votare contro la richiesta dell'onorevole Schulz.
Presidente. – Passiamo ora alla votazione.
(Il Parlamento accoglie la richiesta di aggiornamento)
Schulz (PSE). – (DE) Signora Presidente, faccio riferimento all'articolo 19, paragrafo 2, del regolamento, che prevede che il Presidente apra e conduca la riunione e decida in merito alla sua chiusura. Poiché normalmente il dibattimento si chiude alle 13.00, la pregherei, in quanto Presidente in carica, di prendere contatto col Servizio interpreti, in modo da prolungare la seduta di mezzora.
Presidente. – Procediamo alla votazione sulla richiesta. Nel frattempo, proseguiamo l'esame dell'ordine del giorno, e trattiamo la relazione dell'onorevole Kouchner.
10. Nona convenzione CE‐UNRWA
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A4‐0280/96) dell'onorevole Kouchner, a nome della commissione per lo sviluppo e la cooperazione, sulla proposta di decisione del Consiglio che approva il testo della nona Convenzione CE‐UNRWA per il periodo 1996‐1998 prima che la Convenzione sia firmata dalla Commissione e dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi (COM(96)0257 – C4‐0422/96‐96/0154(CNS)).
Liese (PPE). – (DE)
A nome del gruppo PPE, chiedo di non trattare oggi neppure questa relazione e di passare al punto successivo all'ordine del giorno.
Presidente. – Un gruppo ha formulato la richiesta: possiamo quindi votare in merito. Chi accoglie questa richiesta?
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, siamo seri! So benissimo che l"on. Liese è arrabbiato. E" da stamane che è chiaramente disturbato da questo Parlamento. Ciò non toglie che il tema trattato nella relazione dell"on. Kouchner è importante. Propongo quindi di rinunciare al dibattito e di votare direttamente, ma mi oppongo alla soppressione di una relazione sulla Palestina, un"altra delle priorità del gruppo socialista, e chiedo a tutti i colleghi di prestare attenzione a tutti gli argomenti importanti.
Presidente. – Onorevole Dury, se legge l'articolo 131 del regolamento, noterà che dopo la presentazione delle richieste non è più previsto alcun dibattito, né a favore né contro. La Commissione desidera intervenire ancora.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Signora Presidente, io mi rendo conto che questa mattina la situazione non è molto tranquilla, tuttavia desidererei chiarire agli onorevoli deputati che per la Commissione è indispensabile che su questa relazione si voti oggi
, giacché la decisione deve essere adottata prima del 21 settembre.
Il problema è il seguente. Primo, l'UNRWA si trova in una situazione finanziaria molto delicata, come è ben noto. Secondo, l"Unione europea e gli Stati membri sono i principali finanziatori dell'UNRWA, cioè l'UNRWA dipende direttamente dal bilancio comunitario. Terzo, in questo momento il Consiglio attende la decisione del Parlamento per autorizzare la Commissione a firmare la nuova convenzione di finanziamento con l'UNRWA.
Voi capite che, tenuto conto della situazione politica e del fatto che l'UNRWA ha bisogno del denaro proveniente dal bilancio comunitario, non si può ritardare ulteriormente l"approvazione del parere, e affinché si veda quanto neutrale sia la posizione della Commissione, voglio informare tutti che la Commissione non accoglierà gli emendamenti proposti dall"onorevole Kouchner. Tuttavia, io ho bisogno di questo strumento giuridico per poter firmare l"accordo di cooperazione. Chiedo, per favore, la vostra collaborazione, quantunque io comprenda che il momento è molto complicato.
Presidente. – Passiamo ora alla votazione sulla richiesta avanzata, volta a stralciare dall'ordine del giorno la relazione 359. Non si può più tenere alcuna discussione a questo riguardo. Chi accoglie la richiesta?
(Il Parlamento decide l'aggiornamento della relazione)
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, lei ha compiuto un atto molto grave. Spero che il consiglio della Presidenza la voglia illuminare in proposito. L'articolo 126 del nostro Regolamento elenca gli articoli per i quali si può modificare l'ordine del giorno e – mi stia a sentire, onorevole Schulz – recita testualmente: »Su tali mozioni possono unicamente intervenire, oltre agli autori, un oratore a favore e uno contrario e il presidente o il relatore della commissiona competente». Io avevo pertanto il diritto di parlare a favore o contro la mozione presentata dal collega del gruppo democristiano. Lei ha compiuto un atto molto grave, che io la prego di voler rettificare, perché è stato in violazione dell'articolo 126 combinato con l'articolo 131. Non è colpa mia, caro collega, se abbiamo violato in questo momento il Regolamento!
11. Aiuti alla costruzione navale
Presidente. – L'ordine del giorno reca l'interrogazione orale (B4‐0851/96‐0‐0194/96) presentata alla Commissione dall'onorevole Hughes, a nome della commissione per gli affari sociali e l'occupazione, sull'orario di lavoro nel settore della navigazione marittima.
Liese (PPE). – (DE)
Vorrei nuovamente proporre di aggiornare questo punto o, eventualmente, di trattarlo al più presto senza discussione. A nome del gruppo chiedo di passare alla votazione senza discussione.
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, non so se l"on. Liese abbia deciso di boicottare questa seduta, ma se così fosse non potrebbe riuscirci meglio. Riesce persino a compromettere la credibilità della causa che difende. Nessuno di noi ha chiesto che non si parli della bioetica. Vorrei che questo risultasse ben chiaro dal verbale. Accetto le manovrine tattiche per difendere questioni fondamentali, ma chiedo la sua collaborazione, onorevole Liese.
Ci interessiamo alla interrogazione Hughes sull"orario di lavoro nel settore marittimo perché la conferenza dell"OIL si apre l"8 ottobre. So anche perché lei vuole che si discuta della sua risoluzione oggi, ma cerchi di tener conto anche degli interessi degli altri gruppi. Trovo il suo atteggiamento scandaloso, antiparlamentare e antidemocratico e penso che talvolta i metodi utilizzati per difendere una causa nuocciano alla credibilità della causa stessa.
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Non mi piace quello che sta succedendo. Ma voglio dire ugualmente una cosa all'onorevole Dury. Subito dopo la votazione della parte più importante, la relazione dell'onorevole Funk, abbiamo chiesto di onorare la richiesta espressa dal plenum di lunedì. È stata una decisione democratica e ho constatato che l'onorevole Dury, l'onorevole Cot e alcuni altri si oppongono in continuazione. Ogni volta si utilizzano nuove argomentazioni e io affermo che è positivo quando diciamo alla Commissione europea e al Consiglio europeo come il Parlamento pensa che si debba decidere in merito a questa cosa di vitale importanza. Signora Presidente, sono quindi favorevole alla proposta dell'onorevole Liese.
Schulz (PSE). – (DE)
Signora Presidente, proprio per evitare quanto sta accadendo ora le avevo proposto di chiedere agli interpreti se possono rimanere sino alle 13.30, in modo da poter discutere le relazioni dell'onorevole Kouchner e dell'onorevole Hughes nonché la questione della bioetica. Abbiamo sentito dalla Commissione che, per quanto riguarda la questione della Palestina, bisogna soltanto procedere ad una votazione, che possiamo tenere. Quanto alla relazione Hughes, anche in questo caso trattasi solo di una votazione, se procederemo come abbiamo fatto oggi per molte altre relazioni. Avremo poi tempo per discutere sino alle 13.30. Perciò le chiedo, signora Presidente, se gli interpreti possono restare o meno sino alle 13.30. Se ciò è possibile, la prego di procedere alla votazione sulle relazioni Kouchner ed Hughes e di discutere poi della bioetica. Tutto qui!
Presidente. – Sono responsabile dell'ordinato svolgimento del dibattito, ed è anche importante che tutto proceda scorrevolmente. Proporrei quindi di non tener più alcun dibattito, bensì di votare sulle tre relazioni. Siete d'accordo?
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, siamo d"accordo per votare subito la relazione sulla UNRWA e perché, come diceva il collega, si proceda normalmente per l"interrogazione Hughes e per l"interrogazione orale sulla bioetica. Mi pare che abbiamo tempo fino alle 13.30.
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Se mi guardo intorno in questo Parlamento, penso che siamo tutti d'accordo di voler procedere il più velocemente possibile a questa votazione, di non discutere più e quindi di iniziare il dibattito.
Menrad (PPE). – (DE)
L'onorevole Hughes mi ha pregato di formulare queste richieste. Penso che, dati i limiti di tempo, sarebbe meglio procedere passando subito alla votazione. Questa relazione tratta dell'estensione della direttiva europea sull'orario di lavoro al settore della navigazione marittima, ed in ottobre si terrà una conferenza internazionale dell'OIL, volta ad elaborare una normativa adeguata dell'orario lavorativo per questo ambito. È questo il contenuto del nostro progetto di risoluzione, e vi prego di votare ora a tal riguardo.
Dury (PSE). – (FR)
Mi sarebbe piaciuto sentire la risposta del commissario; comunque, quello che noi vogliamo è un impegno a sostenere le varie convenzioni dell"OIL in materia di orario di lavoro nel settore marittimo.
Vorrei concludere semplicemente dicendo che il mio gruppo si rammarica profondamente per l"esito della votazione appena conclusa sulla relazione Kouchner. Credo che ci sarà molto difficile spiegare alle autorità palestinesi e ai profughi palestinesi l"atteggiamento di alcuni colleghi di questo emiciclo.
Martens (PPE). – (NL)
Signora Presidente, chiedo di votare e di rispettare la volontà che questo Parlamento ha espresso lunedì scorso, discutendo quindi anche l'interrogazione orale dell'onorevole Liese.
Dichiarazione di voto
Wolf (V), per iscritto. – (DE)
Le condizioni di lavoro nel settore della navigazione marittima non costituiscono solo uno scandalo, bensì una piaga che rischia di estendersi a tutti gli altri settori. Invito i colleghi a chiedersi cosa accadrebbe se dovessimo pilotare per mare questo Parlamento, con le sue molteplici lingue ed attività, senza l'ausilio di alcun interprete!
È ormai ora di cercare soluzioni europee – anche al di là dello strumento del controllo dello Stato portuale, che non ha potuto evitare il ricorso alle bandiere ombra ed ai secondi registri – e di ripristinare anche a bordo delle navi condizioni di lavoro e di comunicazione dignitose, che rispettino i diritti in materia di tutela dei lavoratori e promuovano la sicurezza!
(Il Parlamento approva la risoluzione)
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, non posso non far mettere a verbale i lavori di questa seduta, che poi forse l'Ufficio di presidenza potrà esaminare nelle sedi opportune. Per la prima volta, credo, nella storia del nostro Parlamento, a un'interrogazione orale alla Commissione – non era una relazione, signora Presidente, era un'interrogazione orale del collega Hughes – la Commissione ha ritenuto opportuno non rispondere. Mi pare che faccia parte del delirio che informa in questo momento il nostro lavoro.
Presidente. – Abbiamo preso nota.
Marín , Vicepresidente della Commissione. – (ES)
Onorevole Dell"Alba, alla Commissione piacerebbe intervenire su tutti i punti, però sinceramente in questo momento, con tutti i fascicoli che ho sul tavolo – e sono esattamente otto – non so come fare. Lo confesso: non so come fare. Non mi si chieda di compiere miracoli, quando qui si cambia posizione ogni trenta secondi. Di più non posso fare. Sono abbastanza deluso.
12. Biologia e medicina
Presidente. – Ora non autorizzo più alcun dibattito: passiamo al punto successivo all'ordine del giorno. Trattasi della discussione congiunta sulle interrogazioni orali alla Commissione degli onn. Oomen‐Ruijten, Tindemans e Liese, a nome del gruppo PPE, e Roth, a nome del gruppo Verde, sulla Convenzione sui diritti dell'uomo e la biomedicina del Consiglio d'Europa. Mi risulta che i richiedenti rinunciano ad una discussione.
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, ho sentito l"on. Martens dire che si vorrebbe votare la relazione Kouchner. Non potrebbe mettere ai voti questa relazione sulla quale siamo tutti d"accordo? Non chiediamo un dibattito, assolutamente. Faccia votare subito!
Presidente. – Bene, procediamo ora anzitutto alla votazione sulla relazione Oomen‐Ruijten e, successivamente, Kouchner.
All fine della discussione ho ricevuto sette proposte di risoluzione ai sensi dell'articolo 37, paragrafo 2, del regolamento(1)
.
Si procede ora alla votazione su queste sette proposte di risoluzione concernenti la bioetica.
Cot (PSE). – (FR)
Signora Presidente, questo è un tema importante. Ci sarà quindi un dibattito, mi auguro, perché sarebbe assolutamente scandaloso se, alla chetichella e senza la minima spiegazione, si stravolgesse con una cinquantina di voti quanto deciso da 400 voti lo scorso luglio!
Chiedo quindi che vi sia un dibattito. Penso che si faccia ancora in tempo. In ogni caso, il gruppo socialista non può prestarsi ad una simile buffonata.
Oomen‐Ruijten (PPE). – (NL)
Signora Presidente, ciò che mi dispiace maggiormente e che mi rattrista è la statura democratica dell'onorevole Cot. Già da una settimana si tenta di rimandare questo dibattito. Signora Presidente, le persone che sono state qui, sono qui presenti perchè questo dibattito abbia luogo. Vorrei quindi chiederle con urgenza di portare in votazione questa proposta di risoluzione di cui si è parlato già molto.
Presidente. – Onorevoli deputati, vi prego di essere un pò ragionevoli: si è convenuto con gli interpreti di prolungare questa seduta a condizione di passare alla votazione, altrimenti la riunione sarebbe finita da tempo.
Ora abbiamo concluso; abbiamo detto che si vota su questa proposta e, successivamente, sulla relazione Kouchner. Ce ne stiamo occupando, ed io sono in procinto di far votare sul preambolo ed i considerandi. Prego, onorevole Pelttari.
Pelttari (ELDR). – (FI)
Signora Presidente, mi associo all'opinione dell'onorevole Cot, per dirla in due parole, quanto necessario a esprimere la mia considerazione nei confronti della discussione in corso nel contesto della votazione di oggi. Desidero che ciò sia messo a verbale e reso pubblico, dato che si tratta della medesima questione posta in votazione qui, in luglio, sotto forma di relazione recante il mio nome.
La proposta di risoluzione presentata in comune dal PPE, dall'UPE, dai Verdi e dal gruppo Europa delle Nazioni in risposta alle interrogazioni orali è una procedura che non posso approvare. Faccio notare che dal 26.6.1995 al 17.7.1996 il Parlamento ha esaminato il progetto di Convenzione del Consiglio d'Europa sui diritti dell'uomo e la biomedicina.
All'esame della questione in parola, la commissione giuridica, ovvero la commissione giuridica e per i diritti dei cittadini, ha dedicato quattro riunioni e la proposta di risoluzione approvata dalla commissione dopo la votazione è stata respinta dal Parlamento europeo in plenaria, perché troppo conservativa. Stando così le cose, la discussione sulla questione in parola è chiusa.
Contrariamente alla procedura parlamentare, tramite l'interrogazione orale avete riposto in esame una proposta di risoluzione che il Parlamento ha già respinto, ragion per cui si tratta di un abuso evidente.
È ovvio che il gruppo ELDR non possa prendere parte a tale manovra e voterà perciò contro la proposta di risoluzione in questione, presentata in comune, visto che non possiamo approvarne il contenuto, né la procedura.
Presidente. – Ne prendiamo atto.
Dell'Alba (ARE). – Signora Presidente, va bene tutto, anche strappare a venticinque deputati un testo. Buona fortuna col vostro testo! Io vorrei mettere a verbale che non solo il gruppo socialista ha protestato ma anche il gruppo dell'Alleanza radicale europea protesta vigorosamente per questa maniera di procedere e considera questo voto preso in condizioni di illegalità.
Dury (PSE). – (FR)
Signora Presidente, concordo pienamente con l"on. Dell"Alba, ma vorrei chiederle di votare sulla relazione Kouchner e di passare successivamente alle dichiarazioni di voto. E" questa la prassi: non cambiamo regolamento e procedura per favore! Tradizione vuole in questo Parlamento che si proceda prima a tutte le votazioni per passare poi alle varie dichiarazioni di voto. E" così che si fa di solito. Le chiedo di votare la relazione Kouchner. Si vota sulla bioetica, credo anzi che questo voto sia concluso. Passiamo allora alla relazione Kouchner. Terminiamo la bioetica e passiamo alla relazione Kouchner e poi alle dichiarazioni di voto.
Schulz (PSE). – (DE)
Signora Presidente, lo faccio controvoglia. Le avevo chiesto di portare a termine la votazione, affinché si potesse concludere in modo dignitoso. La prego di farlo ora e di non dar più all'onorevole Dell'Alba modo di ostacolare, con le sue mozioni d'ordine, il dibattito da lui stesso promosso, cosa che sta facendo da due ore a questa parte. Inoltre, il comportamento dell'onorevole Cot non è antidemocratico, bensì legittimo: è quanto intendevo dire alla onorevole Oomen‐Ruijten. Ma ora la prego, signora Presidente, di concludere questa votazione, altrimenti, se dopo ogni singola votazione ridiamo la parola all'onorevole dell'Alba, mercoledì prossimo saremo ancora qui.
Presidente. – Vedo che questo è anche l'auspicio dell'Assemblea.
(Il Parlamento approva la proposta comune di risoluzione)
Presidente. – Passerei ora alla votazione per appurare se mettere ai voti la relazione Kouchner.
(Il Parlamento accoglie la richiesta)
(Il Parlamento approva la risoluzione legislativa)
***
Cot (PSE). – (FR)
Signora Presidente, mi scusi se ritorno sul voto sulla bioetica ma, in particolare alla presenza del presidente Martens, vorrei rinnovare, a nome del mio gruppo, le nostre proteste contro le condizioni nelle quali si è svolta questa votazione.
Lo scorso luglio avevamo votato, con 417 votanti, su un testo che era stato respinto in condizioni regolari. Adesso, in condizioni un po" diverse e con 35 votanti, abbiamo appena votato all"incirca lo stesso testo, ma con risultato contrario. E" un metodo di lavoro che nessun parlamento può approvare!
Trasmetteremo questa risoluzione al Consiglio d"Europa, poiché così si è deciso, ma vi garantisco che sarà nostra premura informare i gruppi politici del Consiglio d"Europa delle condizioni assolutamente inaccettabili in cui abbiamo dovuto esprimere un voto che non ha molto senso.
Presidente. – Onorevoli deputati, le 13.30 sono passate, ed ora non autorizzo più alcun intervento. Gli interpreti sono veramente sfiniti, in quanto sono rimasti qui molto più a lungo di quanto convenuto: ora vorrei quindi concludere del tutto. Vi pregherei però di trattare nuovamente la questione in seno alla Conferenza dei presidenti, in modo da avere in futuro un ordine del giorno meno denso di quello odierno.
Ringrazio di cuore gli interpreti per la collaborazione(1)
.
Composizione delle commissioni e delle delegazioni interparlamentari – Composizione del Parlamento – Dichiarazioni scritte – Trasmissione delle risoluzioni approvate nel corso della presente seduta – Calendario della prossima seduta: cfr. Processo verbale.
14. Interruzione della sessione
Presidente. – Dichiaro interrotta la sessione del Parlamento europeo.