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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 12 novembre 2001 - Strasburgo Edizione GU

5. Accesso del pubblico ai documenti del Parlamento
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  Presidente. – L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0349/2001) della onorevole Maij-Weggen, a nome della commissione per gli affari costituzionali, sull'adattamento del Regolamento del Parlamento europeo al regolamento (CE) 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (2001/2135(REG)).

 
  
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  Maij-Weggen (PPE-DE), relatore. - (NL) Signora Presidente, questa settimana al Parlamento europeo si conclude in via preliminare il dossier relativo al regolamento "trasparenza dell'amministrazione". In termini tecnici detto regolamento reca il nome "accesso ai documenti", ma nel linguaggio comune viene chiamato in altro modo. A maggio, dopo mesi di negoziati con Consiglio e Commissione, abbiamo concluso il regolamento con un contenuto positivo. Personalmente è stato per me un momento importante, dato che per anni mi sono adoperata per aumentare la trasparenza nell'Unione europea.

Secondo il regolamento, tutte le Istituzioni, Commissione, Consiglio e Parlamento, sono tenute a recepire il regolamento entro il 3 dicembre nei loro regolamenti interni, nelle disposizioni di lavoro e negli ordini delle riunioni. Per il nostro Parlamento ciò implicava l’obbligo di analizzare il nostro Regolamento interno per controllare se fossero necessari ulteriori miglioramenti. Spesso abbiamo la sensazione che siano Commissione e Consiglio ad essere negligenti in materia, tuttavia abbiamo constatato che anche nel nostro Regolamento interno si potrebbero apportare alcune migliorie. Signora Presidente, quando dico "noi" intendo espressamente includere anche il mio co-relatore, onorevole Cashman con cui ho collaborato strettamente. Il dossier è stato analizzato in commissione affari costituzionali, e anche nella commissione per le libertà pubbliche e diritti dei cittadini, la giustiziai e gli affari interni il che è logico, dato che anche in una fase precedente ambedue le commissioni hanno collaborato. Ringrazio l'onorevole Cashman per il modo costruttivo con cui ci siamo sempre consultati.

Vediamo ora quali sono gli emendamenti che proponiamo al nostro Regolamento interno per cui chiediamo il vostro sostegno. Innanzi tutto il diritto di tutti i cittadini dell'Unione europea, quindi anche dei cittadini di paesi terzi, di avere accesso ai documenti del Parlamento europeo. Tale diritto era già stato stipulato per i cittadini europei, ma non per i cittadini di paesi terzi registrati nell'UE. Su questo punto occorre dunque un ampliamento che non era ancora previsto. Del resto ciò corrisponde al "Freedom of Information Act" degli Stati Uniti. Quindi non stiamo facendo niente di speciale.

Secondo punto, la definizione di documenti accessibili al pubblico ai sensi del regolamento deve essere più ampia rispetto alla definizione contenuta nell'attuale Regolamento interno. Devono rientrare in tale definizione tutti i documenti parlamentari e anche i documenti di preparazione, quali i documenti di lavoro dei relatori o delle delegazioni parlamentari. Non vi rientra invece la corrispondenza personale dei parlamentari o i documenti interni di tutti i gruppi, dato che non sono documenti ufficiali del Parlamento. In proposito esistono sentenze della Corte di Giustizia europea che ovviamente dobbiamo e vogliamo rispettare.

Il terzo requisito contenuto nel regolamento, non previsto nel nostro Regolamento interno, è la registrazione di tutti i documenti con indicazione effettiva del nome e del numero di tutti i documenti. Detto registro deve inoltre essere disponibile e consultabile su Internet, il che richiederà notevoli sforzi e pertanto le Istituzioni hanno tempo fino a giugno per ottemperare a questo obbligo. Al nostro team e al vicesegretario generale auguriamo buona fortuna nella esecuzione di questo compito, dato che sarà un lavoro mastodontico. A giugno controlleremo se le cose saranno a posto.

Un quarto requisito, anch'esso non previsto dal nostro attuale Regolamento interno, è l'accessibilità del pubblico ai verbali dell'Ufficio di Presidenza del Parlamento. Non credo che costituisca un grosso problema, dato che dopo un certo lasso di tempo i verbali già ora diventano di dominio pubblico. Solo che non era obbligatorio ai sensi del nostro Regolamento interno, pertanto adesso occorre inserirvi detto obbligo. Il mio parere, d’altro canto, sarebbe di pubblicare i verbali un po' prima di quanto non succeda adesso, dato che il pomeriggio successivo alla seduta plenaria, tutto il Parlamento sa di cosa abbiamo parlato.

E poi il quinto punto, signora Presidente. Nel nostro Parlamento conosciamo anche il fenomeno delle riunioni a porte chiuse, nel caso in cui si debba discutere di punti delicati. La nostra proposta è di permettere che tali riunioni si tengano a porte chiuse, ma di verificarne i verbali ai sensi degli articoli 4 e 9 del regolamento. Tutto ciò che non rientra nel campo di questi due articoli deve essere pubblicato insieme ai verbali. Ciò spero che induca le commissioni a non tenere riunioni a porte chiuse se non è strettamente necessario.

L'ultimo punto riguarda le consultazioni fra Commissione, Consiglio e Parlamento in caso di controversie. Il Parlamento deve partecipare alle consultazioni e la cosa migliore ci pare sia incaricare di questo un vicepresidente del Parlamento europeo. Vogliamo che anche questo sia contenuto nel Regolamento interno, affinché sia chiaro chi è responsabile.

Signor Presidente, queste sono le principali modifiche al nostro Regolamento. Al momento della votazione finale la grande maggioranza della commissione affari costituzionali si è schierata a favore di detti emendamenti. Non sono molti e penso quindi che si possa giungere a una conclusione positiva. Sono stati presentati altri quattro emendamenti, uno del mio gruppo e tre del gruppo Verts/ALE. In qualità di relatrice l'emendamento del mio gruppo non mi crea problemi, quelli del gruppo Verts/ALE dobbiamo ancora analizzarli in modo approfondito, poiché non ha senso andare oltre le disposizioni del regolamento. Se volevamo qualcos'altro avremmo dovuto metterlo nel regolamento, e quindi tenderei a votare contro tali emendamenti.

Signora Presidente, un'ultima cosa, il presente regolamento e la relativa modifica del nostro Regolamento interno sono molto importanti in quanto garantirebbero ai nostri cittadini un maggiore accesso ai documenti interni del Parlamento e di tutta l'Unione europea, con un aumento della trasparenza. Anche la fiducia dei cittadini aumenterà, un aspetto di cui abbiamo un grande bisogno. E' una conseguenza positiva e pertanto spero che martedì approveremo questo regolamento.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. VIDAL-QUADRAS ROCA
Vicepresidente

 
  
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  Cashman (PSE), relatore per parere della commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni. – (EN) Signor Presidente, desidero come prima cosa ringraziare la onorevole Maij-Weggen per i suoi commenti. Ho sinceramente apprezzato la nostra cooperazione su questo punto e sono lieto di affermare che il lavoro nella sua relazione rappresenta il nostro comune lavoro. Condivido anche le sue affermazioni sugli emendamenti.

Prima di fare altre osservazioni vorrei che i servizi si pronunciassero sull’ammissibilità dell’emendamento n. 17 dei Verdi, poiché è inteso a riscrivere il regolamento. Esso invita il Parlamento ad adottare criteri per la definizione di informazioni e documenti sensibili, allorquando la definizione di documenti sensibili è contenuta nel regolamento all’articolo 9, rinvio all’articolo 4, paragrafo 1, lettera a).

Desidero nuovamente ringraziare la onorevole Maij-Weggen per la coerenza della sua impostazione in materia di trasparenza e apertura. E’ assolutamente legittimo adottare modifiche al Regolamento del Parlamento in modo non soltanto da conformarci al regolamento sull’accesso ai documenti ma altresì di cominciare ad assumerci la nostra responsabilità di fronte ai cittadini che siamo supposti rappresentare.

Dunque, ora che è arrivato il Commissario Barnier, mi preme esprimere alcune mie preoccupazioni in merito all’entrata in vigore del regolamento il 3 dicembre 2001. Una volta entrato in vigore il regolamento, il diritto di accesso del pubblico ai documenti delle Istituzioni non sarà più una concessione discrezionale, ma un diritto fondamentale ai sensi dell’articolo 255. In mancanza di qualunque altra base giuridica sull’accesso ai documenti nel Trattato, il regolamento basato sull’articolo 255 sarà il quadro giuridico per tutta la legislazione secondaria e per i regolamenti di procedura delle Istituzioni che dovranno conformarvisi. Alla Commissione incombe dunque l’obbligo di presentare proposte formali intese ad abrogare o emendare la legislazione secondaria che non dovesse essere conforme ai principi e ai limiti di cui all’articolo 18, paragrafo 3 del regolamento. Ciò è estremamente importante se vogliamo che il regolamento entri in vigore.

Allo stesso modo, in ordine alla definizione più ampia di Istituzioni, organi ed agenzie, la Commissione è tenuta a rivedere i regolamenti interni delle agenzie e, se del caso, a proporre emendamenti quanto prima, ai sensi del considerando 8 e della dichiarazione comune.

Per quanto concerne il comitato interistituzionale – e tutti tali punti sono pertinenti anche per noi ora che stiamo per approvare le modifiche al nostro Regolamento interno – la Presidenza del Consiglio ha affermato di ritenere che il comitato interistituzionale dovrebbe operare a livello di Segretariato generale, un parere da cui dissente il Presidente Prodi e lo stesso Parlamento. Ho qualche esitazione ad affermarlo, ma non ha senso suggerire che il Segretariato generale sia rappresentato nel detto comitato interistituzionale: la presenza politica è solo un fatto di controllo politico.

Infine, la onorevole Maij-Weggen ha svolto un lavoro eccellente ed è ora che la Commissione faccia in modo che il Trattato sia rispettato e che i regolamenti che ne derivano siano presentati dinanzi al Parlamento.

 
  
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  Méndez de Vigo (PPE-DE). - (ES) Signor Presidente, oggi pomeriggio stiamo discutendo in Aula una relazione importante, che ha a che vedere con un concetto da sempre difeso da questo Parlamento: il principio di trasparenza, tradotto in diritto di accesso del pubblico ai documenti e, al contempo, in principio di apertura e di prossimità ai cittadini. Stiamo parlando insomma dell'articolo 255 del Trattato (come modificato ad Amsterdam), ma anche di un articolo essenziale della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, l'articolo 42.

Dopo l'accordo al quale sono giunti il Consiglio e il Parlamento, occorre ora recepire nel Regolamento di questa Assemblea i principi di cui ai menzionati articoli del Trattato e, rispettivamente, della Carta dei diritti fondamentali.

Mi congratulo sentitamente con la onorevole Maij-Weggen per l'eccellente lavoro svolto; la sua relazione (con gli emendamenti da lei proposti) è stata adottata in commissione con 25 voti a favore e uno contrario. Mi congratulo anche con l'onorevole Cashman. Credo vi sia stato un buon rapporto fra tutti e che ogni proposta della commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni sia stata tenuta in considerazione dalla commissione per gli affari costituzionali.

Pertanto, signor Presidente, con il voto di domani recepiremo e inseriremo nel nostro Regolamento un principio politico fondamentale. Con esso, recepiamo nell'ordinamento che disciplina i nostri rapporti un principio fondamentale ai fini della trasparenza e apertura alle quali ho alluso poc’anzi.

Signor Presidente, il mio gruppo appoggerà un emendamento presentato dal medesimo, non a caso visto che si tratta di un ottimo emendamento. Quanto al resto, ci atterremo alle proposte della onorevole Maij-Weggen. Confido che l'esito della votazione sia positivo - più di 314 voti - e che queste proposte possano quindi essere integrate nel Regolamento del Parlamento.

A nome del Partito popolare europeo, mi congratulo ancora una volta con i due relatori per l'enorme lavoro che hanno svolto.

 
  
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  Martin, Hans-Peter (PSE ). - (DE) Signor Presidente, cos'è la trasparenza? Si potrebbe e dovrebbe argomentare che la trasparenza è garantita se tutti i cittadini UE interessati avessero il massimo accesso possibile a tutti i documenti delle Istituzioni e anche se le riunioni del Consiglio fossero pubbliche. A questa frase banale si riduce il documento costitutivo dell'iniziativa europea per la trasparenza creato da parlamentari e personalità più diverse della vita pubblica europea e che adesso inizia a diventare operativo sulla base del presente regolamento 1049/2001 e delle relative modifiche delle quali il Parlamento adesso è chiamato a decidere.

Come auspichiamo che si realizzi detta trasparenza? I pareri in proposito sono ancora discordanti. Personalmente penso alla formula della trasparenza come a una mescolanza del sistema americano e del sistema svedese, cioè un accesso illimitato a quasi tutto, anche senza registro, e la vera possibilità di controllare e verificare in permanenza la nostra attività in Parlamento, ma in particolare anche laddove vengono prese le decisioni davvero importanti: in sede di Consiglio. Purtroppo in questo Parlamento non c'è ancora la necessaria maggioranza a favore di una tale formula. Si potrebbe anche dire che l'opinione pubblica europea nella sua pluralità non è assolutamente ancora pronta. E' evidente che è difendibile l'affermazione secondo cui quando un cittadino italiano o austriaco invia una lettera a una delle Istituzioni non sa che questa lettera viene iscritta immediatamente in un registro pubblico, e che se lo avesse saputo forse si sarebbe comportato diversamente, mentre per un cittadino svedese è una cosa ovvia.

Credo tuttavia che si debba continuare a percorrere questa via, proprio in questo momento, in cui, anche considerando gli eventi mondiali, è importante definire i valori europei. La trasparenza è senza dubbio uno di tali valori. Il testo in oggetto costituisce un passo in questa direzione. E' già stato detto qual è stata la decisione presa in sede di commissione affari costituzionali. Mi auguro che i Verdi motivino con maggior chiarezza di quanto non abbiano fatto finora l'emendamento n. 15. Personalmente non avrei difficoltà a produrre documenti obbligatori nell'ambito del controllo di bilancio, e non ho problemi nemmeno con quanto si chiede alla fine dell'emendamento. Ma se l'emendamento si rivoltasse contro di noi sarebbe preferibile lasciarlo da parte.

Per quanto riguarda l'emendamento n. 17, il collega, onorevole Cashman ha già detto quello che c'era da dire. L'emendamento n. 14 riceve la piena approvazione anche del nostro gruppo, in quanto costituisce un miglioramento. Accogliamo con favore anche lo stralcio della limitazione alle commissioni "permanenti" nel primo paragrafo dell'emendamento n. 15. Dobbiamo renderci conto che senza trasparenza non può esserci la democrazia. La strada da percorrere però è ancora lunga.

 
  
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  Malmström (ELDR). (SV) Signor Presidente, come già evidenziato, questa relazione è il frutto del lavoro svolto assai faticosamente intorno alla relazione sull’articolo 255 del Trattato CE concernente l’accesso del pubblico ai documenti, sul quale abbiamo votato il 3 maggio. Grazie alla stretta alleanza creatasi a favore della trasparenza e che resiste tuttora in seno al Parlamento, nella quale gli onorevoli Maij-Weggen e Cashman hanno svolto un ruolo significativo, siamo infine riusciti a persuadere il Consiglio e la Commissione a sostenere una proposta che rispecchia il desiderio di questa Assemblea di vedere instaurata la massima trasparenza possibile.

La legislazione che abbiamo adottato presenta alcune carenze e ambiguità, ma costituisce pur sempre un primo, importantissimo passo avanti nella battaglia per una maggior trasparenza nei lavori dell’Unione a beneficio dei cittadini. Abbiamo altresì deciso di rivedere la normativa entro e non oltre il mese di gennaio del 2004.

Proprio come allora, anche adesso occorre rimboccarsi nuovamente le maniche per compiere nuovi progressi. La trasparenza e l’apertura sono alla base di ogni sistema democratico e sono indispensabili per consentire al cittadino di seguire le decisioni pubbliche e di esserne partecipe. Le possibilità di accesso ai documenti dell’Unione, sfortunatamente, non sono tali da giovare alla credibilità e alla legittimazione – beni purtroppo rari nell’Unione d’oggi. Quindi, accingendoci ad adeguare le nostre regole, evitiamo di renderle ora troppo complesse. Interpretiamo l’articolo 255 nel senso più generoso possibile, e il concetto di “documenti” nell’accezione più vasta. La legislazione prevede alcune deroghe, di cui all’articolo 4, ma evitiamo di lasciare spazio a nuove interpretazioni sulla riservatezza o sul vincolo di segretezza. Evitiamo anche di dar vita a inutili burocrazie.

E’ essenziale che i cittadini possano ottenere i documenti cui hanno diritto nel minor tempo possibile, e che tali documenti siano disponibili anche in Internet. Il gruppo del partito europeo dei liberali democratici e riformatori ha presentato in commissione emendamenti al riguardo, purtroppo non recepiti. Ma spero che, in pratica, così sarà.

Il mio gruppo appoggia questa relazione, dal momento che la trasparenza e l’apertura per noi sono sinonimo di efficienza e di democrazia – e non di inutili adempimenti burocratici. Con il varo di norme sulla trasparenza progressiste e approfondite noi dimostreremo che il Parlamento esiste per i cittadini, e non viceversa.

 
  
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  MacCormick (Verts/ALE).(EN) Signor Presidente, è costume ringraziare i relatori ma noi vogliamo veramente congratularci con la onorevole Maij-Weggen per il lavoro che ha svolto. Desidero riecheggiare quanto ha appena detto la onorevole Malström parlando di quanto siano urgenti la trasparenza e l’apertura soprattutto al Parlamento e desidero anche fare mia l’osservazione dell’onorevole Cashman riguardo alla responsabilità politica. Noi, politici eletti, siamo responsabili nei confronti dell’elettorato per garantire la massima trasparenza di tutte le procedure.

Alla luce di ciò vorrei brevemente ricordare gli emendamenti presentati a nome del nostro gruppo. Spero che la onorevole Maij-Weggen accetti il primo, che estende le disposizioni a tutte le commissioni. Io ho un’esperienza limitata in qualità di vicepresidente della recente commissione Echelon, ma non vedo perché le commissioni speciali e le commissioni d’inchiesta non dovrebbero essere incluse. L’emendamento più avanti prevede di ampliare il ventaglio di documenti che valgono come documenti parlamentari e anche questa parte è utile. Spero che possa essere accolta.

In materia di responsabilità politica, a nostro avviso, per alcune questioni, la Conferenza dei presidenti sarebbe un organo maggiormente adatto a decidere piuttosto che l’Ufficio di presidenza, nel senso che i membri della Conferenza dei presidenti rappresentano il proprio partito politico, mentre i presidenti all’Ufficio di presidenza non difendono una posizione politica, ma si suppone che parlino a nome di tutto il Parlamento.

Il nostro terzo emendamento suggerisce di introdurre una definizione di documenti sensibili. L’onorevole Cashman ne ha messo in dubbio la validità. Noi riteniamo che ci sia spazio nel nostro Regolamento per una definizione estesa riferita ai documenti parlamentari. Verificheremo e ritireremo l’emendamento se, con il senno di poi, dovessimo ritenere di esserci spinti troppo oltre.

Infine, vorremmo un voto per parti separate sull’adozione di regole di sicurezza per il Parlamento in modo da sopprimere le parole basate sulla proposta dell’Ufficio di presidenza che nuovamente scaricherebbe la responsabilità sulla Conferenza dei presidenti. Comunque sia apprezziamo veramente lo spirito con cui la onorevole Maij-Weggen ha presentato questo punto e le saremmo grati se volesse considerare con attenzione i nostri emendamenti.

I parlamenti devono essere trasparenti. E’ molto triste constatare che più apriamo le nostre serre, meno la gente vuole guardarci dentro. Anche i mezzi di comunicazione devono contribuire. Questo Parlamento, per essere trasparente, deve essere al centro dell’informazione, oltre che aperto.

 
  
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  Bonde (EDD). - (DA) Signor Presidente, la relazione della onorevole Maij-Weggen sull’accesso ai documenti del Parlamento costituisce un progresso che non possiamo che sostenere. Il problema semmai è tutto quanto nella relazione non è contemplato. Il problema principale è che la Commissione e il Consiglio non trasmettono al Parlamento i documenti della fase preparatoria della legislazione, che è poi la fase che i cittadini hanno interesse a seguire per influenzare il contenuto della legislazione. I nostri relatori e i presidenti di commissione possono ricevere i documenti sottomano. I deputati che gravitano nei giri influenti spesso ottengono ciò di cui hanno bisogno tramite i loro amici politici nelle delegazioni della Commissione o del Parlamento, eppure questi stessi documenti non sono accessibili a tutti i deputati del Parlamento o al pubblico. La relazione non modifica neanche il vergognoso accordo quadro che la maggioranza del Parlamento ha concluso con la Commissione e che divide i parlamentari in deputati di prima e di seconda categoria a seconda che abbiano o meno accesso a informazioni riservate.

Può avere un senso fare una distinzione tra relatori e deputati in generale, ma tale distinzione non è in funzione di chi ha la necessità di accedere alle informazioni riservate. Sta bene fissare requisiti severi se un deputato viola la riservatezza, ma è contrario al principio fondamentale dell’eguaglianza, e quindi illegittimo, considerare i presidenti di commissione particolarmente probi mentre un relatore con la medesima esigenza non può beneficiare del medesimo accesso. E comunque è assolutamente folle e lesivo di ogni tradizione parlamentare che la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento, il Mediatore e la Corte dei conti dell’Unione europea continuino a non avere la possibilità di esaminare tutta la documentazione collegata all’operato della Commissione. La relazione della onorevole Maij-Weggen, peraltro eccellente, non interviene minimamente in tale sfera. Noi che siamo chiamati a dare il nostro assenso agli accordi relativi all’allargamento non possiamo nemmeno ricevere le relazioni di screening, anche se tali documenti includono unicamente un raffronto tra la legislazione comunitaria vigente e la capacità dei paesi candidati di copiare le regole comunitarie affinché diventino le loro leggi. L’entrata in vigore del regolamento sull’accesso ai documenti cambia ben poco in materia. Dal punto di vista della trasparenza siamo ancora nel Medioevo profondo, ma anche un piccolo passo in avanti va salutato con favore, quindi domani premerò il pulsante verde del “sì” per incoraggiare Hanja Maij-Weggen a continuare ad adoperarsi per una maggiore trasparenza nell’Unione europea.

 
  
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  Wuermeling (PPE-DE ). - (DE) Signor Presidente, signor Commissario Barnier, onorevole Maij-Weggen, onorevole Cashman, onorevoli colleghi, se oggi le serre del Parlamento europeo si aprono un po' di più, per riprendere le parole dell'onorevole MacCormick, gran parte del merito spetta alla onorevole Maij-Weggen e all'onorevole Cashman. Tante grazie per il vostro impegno e i miei complimenti per il successo che avete ottenuto per la trasparenza! Io non mi considero assolutamente una persona che brancola nel buio, per parlare con l'onorevole Bonde, bensì a mio parere stiamo appunto percorrendo una strada che ci porta alla luce.

Con la decisione di domani invitiamo anche i cittadini dell'Unione europea a fare uso di questa nostra trasparenza, a venire a vedere come vanno le cose qui da noi, e se lo vogliono anche a guardare nelle nostre carte, addirittura a venire a vedere dietro le quinte. La trasparenza ha poco senso se nessuno mostra interesse nel nostro lavoro. Non è nostra intenzione lamentarci della mancanza di interesse dei nostri cittadini, dei nostri elettori, tuttavia desideriamo rivolgere loro un accorato appello di fare uso di questa nuova trasparenza del Parlamento europeo, dato che oggi, grazie alla tecnica, si sono aperte possibilità che anni fa erano ancora impensabili. Ad esempio basta un colpo di mouse per poter vedere i testi originali sui quali noi discutiamo qui in Parlamento. Anche se a volte la stampa fa dei resoconti incompleti su questa Europa, il cittadino interessato con l'ausilio di Internet può entrare direttamente in casa nostra. Questa è un'opportunità e pertanto noi diamo tutto il nostro appoggio alla relazione in esame.

Avrei voluto dire ancora due parole al rappresentante del Consiglio, ma purtroppo non è presente. Tuttavia anche lì sul tema della trasparenza non ci sarebbe molto da dire.

 
  
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  Corbett (PSE).(EN) Signor Presidente, anche io desidero congratularmi con la onorevole Maij-Weggen e con l’onorevole Cashman per questo secondo successo. Meritano già le nostre congratulazioni per il lavoro svolto sulla legislazione originaria, il regolamento n. 1049/2001 del Consiglio e del Parlamento, lavoro che si è rivelato cruciale per garantire il risultato positivo in quell’occasione. Ora si sono rimessi al lavoro per tradurre tutto ciò nel nostro Regolamento, per garantire la trasparenza del nostro operato.

Si può sostenere che in qualche modo l’Unione europea è già più trasparente di alcuni dei nostri Stati membri. Certamente non raggiunge i livelli più alti di alcuni degli Stati membri, ma ci stiamo muovendo nella giusta direzione, anche se non tutto è ancora perfetto. In ogni caso si procederà ad una revisione tra qualche anno alla luce dell’esperienza.

Esaminando il pacchetto di emendamenti al nostro Regolamento presentati dalla commissione per gli affari costituzionali posso solo dire, a nome del mio gruppo, che appoggeremo il taglio che la commissione per gli affari costituzionali ha voluto dare.

Ascolteremo le argomentazioni che saranno presentate nel corso della discussione e rivedremo la nostra posizione ma il nostro gruppo è propenso a sostenere l’emendamento n. 14 del gruppo PPE-DE, la prima metà dell’emendamento n. 15 del gruppo Verts/ALE e probabilmente l’emendamento n. 16 del gruppo Verts/ALE. Siamo contrari all’emendamento n. 15 dei Verdi che è assolutamente impraticabile e creerebbe una serie di problemi pratici se venisse adottato. Come ha spiegato l’onorevole Cashman ci chiediamo se l’emendamento n. 17 del gruppo Verts/ALE sia ammissibile e ci rallegriamo che lo stesso onorevole MacCormick abbia espresso dei dubbi. Secondo me potrebbe essere ritirato e lo apprezzerei.

Questa è la posizione del mio gruppo in funzione delle argomentazioni cui stiamo prestando ascolto qui in Aula. Tuttavia, a prescindere dalla sorte degli emendamenti di cui sopra, confido che l’esito del voto domani sarà positivo.

 
  
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  Perry (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, mi aggiungo alle congratulazioni rivolte alla onorevole Maij-Weggen per la sua eccellente relazione. E’ chiaro che il Parlamento deve fare ordine al suo interno dopo gli accordi conclusi con la Commissione. L’accesso ai documenti è importante, ma lo si professa solo a parole. All’inizio ho pensato che l’onorevole Corbett fosse alquanto elogiativo: concordo con lui, ci stiamo muovendo nella giusta direzione, ma rimane ancora molta strada da fare.

Desidero portare all’attenzione del Parlamento il problema specifico con cui si trova a combattere la commissione per le petizioni in materia di accesso ai documenti. So che il problema principale riguarda la Commissione ma riguarda anche il Parlamento. Alcuni cittadini europei hanno rivolto al Parlamento petizioni relative ai Lloyds di Londra. Al governo britannico è stato inviato un questionario molto dettagliato che solo i membri della commissione per i bilanci e nessun altro deputato hanno potuto visionare. Nemmeno i membri della commissione per le petizioni, riunendosi a porte chiuse, possono avere consulenti legali o politici e non possono fare copie.

Nessuno in Parlamento ha avuto il permesso di prendere visione della risposta del governo britannico. Il Commissario Bolkenstein ha dichiarato di non poter svelare tali informazioni in quanto sarebbero state usate legalmente dalla Commissione contro il governo britannico. La risposta del governo britannico è stata che non ci avrebbero concesso un diritto di esame perché consideravano la risposta una comunicazione informale da parte dell’Esecutivo su richiesta della commissione per le petizioni: ventuno domande dettagliate al governo britannico e il governo britannico afferma che si tratta di una comunicazione informale!

Vogliamo chiarezza in modo da sapere cosa facciamo e a quali documenti possiamo avere accesso. Per il momento i deputati, le commissioni e il Parlamento non sono in grado di lavorare come dovrebbero a causa della riservatezza eccessiva. Mi preme sollecitare che un rappresentate della commissione per le petizioni, il presidente, partecipi in qualità di membro al Comitato interistituzionale, di modo che i cittadini sappiano che i deputati che tutelano i loro interessi si fanno garanti che la riservatezza non aumenti ancora più di oggi.

 
  
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  Barnier, Commissione.(FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio molto per avermi consentito di esprimermi per qualche minuto a nome della Commissione sul lavoro che abbiamo svolto, e non parlo soltanto di me stesso e della Commissione, bensì anche della vostra Assemblea e della Presidenza del Consiglio, per arrivare a questo regolamento del 30 maggio in un momento importante per voi, dato che con l'adozione della relazione Meij-Weggen vi dotate degli strumenti per applicare dal 3 dicembre prossimo questo regolamento relativo all'accesso del pubblico ai documenti. Agli occhi della Commissione, il regolamento rappresenta un progresso molto significativo verso una maggiore trasparenza e una più forte responsabilizzazione delle Istituzioni verso i cittadini. L'impegno del Parlamento di adottare il regolamento entro i termini imposti dal Trattato, punto che peraltro avevo sottolineato nel corso di un precedente intervento, dimostra chiaramente l'importanza che la vostra Istituzione dedica anche alla trasparenza in generale, e in particolare al diritto di accesso del pubblico ai documenti. Nel riconoscere e sottolineare questo impegno, mi consentirete di esprimere il mio riconoscimento al presidente della commissione per la libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni, onorevole Watson, ma anche a lei, onorevole Meij-Weggen, e all’onorevole Michael Cashman, che ha molto lavorato con lei, onorevole relatrice, su questi argomenti. Vorrei inoltre dire che anche la Commissione sta per portare a conclusione un progetto di decisione riguardante l'attuazione del regolamento del 30 maggio e adotterà la relativa decisione durante questo mese, che poi allegherà al proprio regolamento interno. Anche la Commissione sarà dunque in grado di applicare il regolamento nei termini previsti, il che garantirà ai cittadini l'esercizio effettivo del loro diritto d'accesso a questi documenti.

In tali circostanze, è normale che la Commissione dedichi particolare attenzione all'impostazione seguita dal Parlamento negli emendamenti al proprio Regolamento interno, la quale diventerà una fonte d'ispirazione utilissima per le proprie norme attuative interne, in quanto mi sembra importante che le Istituzioni seguano un'impostazione simile per applicare questi importanti regolamenti. L'applicazione naturalmente deve rispettare lo spirito del regolamento, ecco l'elemento essenziale del messaggio che la Commissione tiene a trasmettervi oggi, naturalmente nel rispetto totale della vostra autonomia relativamente alla scelta di come modificare le vostre regole.

In conclusione vorrei, signor Presidente, fare una brevissima osservazione su un aspetto affrontato dalla onorevole Meij-Weggen nella sua relazione, che riguarda l'accordo quadro fra le nostre due Istituzioni e ricordava a priori la diversa natura dei due atti, quali il regolamento del 30 maggio 2001 e dall'altro, l'accordo quadro che ho appena citato.

Dal canto suo, la Commissione ritiene che non sussistano a priori incompatibilità fra i due testi, nella misura in cui l'allegato III dell'accordo quadro disciplina l’inoltro al Parlamento dei documenti riservati che non possono comunque essere trasmessi al pubblico in virtù di una delle deroghe previste dal regolamento del 30 maggio. La prassi dovrà naturalmente riflettere questa considerazione giuridica.

Signor Presidente, onorevoli deputati, in qualsiasi ipotesi tengo a confermarvi la chiarissima intenzione della Commissione di applicare con lealtà l'insieme delle disposizioni di questo accordo quadro.

 
  
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  Presidente. - Grazie, signor Commissario.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, alle 12.00.

 
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