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Resoconto integrale delle discussioni
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Martedì 15 gennaio 2002 - Strasburgo Edizione GU
1. Elezione del Presidente del Parlamento europeo
 2. Elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo


  

PRESIDENZA DELL’ON. M. SOARES
Presidente decano

(La seduta inizia alle 10.05)(1)

 
  

(1) Composizione numerica delle commissioni: cfr. Processo verbale

1. Elezione del Presidente del Parlamento europeo
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  Presidente. – Ai sensi dell’articolo 14 del Regolamento procediamo ora all’elezione del Presidente. Vi informo di aver ricevuto le seguenti candidature:

- Onorevole Bonde

- Onorevole Cox

- Onorevole David W. Martin

- Onorevole Onesta

- Onorevole Wurtz.

 
  
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  Bonde (EDD). – (EN) Buongiorno, onorevoli colleghi, questo Parlamento deve continuare ad essere multilingue. Undici lingue comportano 110 combinazioni. Ventidue lingue comportano 462 combinazioni. Trentacinque lingue comportano 1090 combinazioni. Ve l’immaginate un’interpretazione dal finlandese, via l’inglese e il francese verso il polacco? Con l’interpretazione diretta capita che alcuni votino la linea di bilancio n. 2 mentre altri stanno ancora votando la linea di bilancio n. 1. Con più di un “relay” il nostro sistema non funzionerà. Se non procediamo a una riforma la maggior parte di noi non potrà più usare la propria lingua. Nel giro di due anni potrebbero esserci dieci paesi membri in più. I nostri edifici non sono pronti per questo.

Ben presto molti altri paesi, dall’Ucraina ai Balcani, saranno candidati e pertanto rischiamo una confusione babelica. Il nostro futuro Presidente dovrà impegnarsi nella riforma interna e nella riuscita dell’ampliamento e quindi non avrà molto tempo a disposizione per viaggiare.

Abbiamo bisogno di un artigiano, di un tuttofare più che di uno statista. Se entro il 2004 non saremo pronti per l’ampliamento tutti noi saremo degni di biasimo. Il modo in cui voteremo oggi rientra in tale responsabilità.

Ogni voto a mio favore sarà un chiaro segnale agli onorevoli Cox e Martin per dire: “nelle vostre ambizioni limitatevi all’ampliamento e alla riforma interna”. Attualmente perdiamo molto tempo a causa di votazioni preparate male. Se un giornalista ci chiede come abbiamo votato non sempre lo sappiamo. Per saperlo dovremmo sottrarre il tempo al servizio dei nostri cittadini. Saremmo allora dei cattivi deputati del Parlamento europeo. Lasciamo che siano le commissioni parlamentari a preparare le votazioni e che la seduta plenaria si occupi delle questioni politiche importanti, che si possa disporre di almeno una settimana per consultarci e riflettere su come votare. Oggi come oggi, molti deputati non possono intervenire nelle discussioni. Se si è rappresentanti di una piccola delegazione in seno a un grande gruppo, o di un’opinione alternativa, di rado il coordinatore del gruppo permette di intervenire. Diamo ad ogni deputato la possibilità di intervenire almeno tre volte l’anno. Utilizziamo un terzo del tempo di parola per le discussioni reali. Costringiamo i Commissari a difendersi quando per esempio dichiarano che la Commissione accetta l’emendamento n. 3 e respinge gli emendamenti nn. 2, 4, 5, 6, 7, 8 e 9.

Attualmente, il processo decisionale comune avviene fra la Commissione e il Consiglio che condividono le informazioni. Persino nei comitati di conciliazione i nostri deputati non hanno accesso ai documenti di lavoro, alle note giuridiche o ai processi verbali. Ma allora il termine “comune” significa “unilaterale”? Nelle commissioni parlamentari i deputati discutono progetti di legge basati su versioni obsolete. Alle nostre spalle siedono giovani funzionari delle rappresentanze permanenti. La Commissione e il Consiglio dispongono di tutte le informazioni che noi non otteniamo. Siedo in questo Parlamento da 22 anni e in qualità di membro eletto non ho mai ricevuto l’informazione adeguata dalla commissione parlamentare. Per ottenere informazioni devo rivolgermi ad altre fonti come i giornalisti. Il nostro futuro Presidente deve garantirci la possibilità di accedere a tutte le informazioni disponibili e se necessario adire la Corte di giustizia contro la Commissione e il Consiglio.

Al presente, il 70 percento degli atti legislativi è approvato da funzionari di basso grado nei gruppi di lavoro. Il 15 percento è definito dagli ambasciatori e soltanto il restante 15 percento arriva a livello ministeriale dove i ministri leggono documenti preparati dai funzionari. La democrazia è nata in Europea ed è stata sepolta dalla Commissione e dal Consiglio. Il nostro futuro Presidente dovrà ripristinare la democrazia, egli dovrebbe spronarci a discutere se la nostra futura Europa debba essere quella della visione federalista di una Unione europea democratica o un’Europa di democrazie. Il nostro futuro Presidente dovrebbe riunire i rappresentanti eletti dei parlamenti nazionali e il Parlamento europeo per consentire al processo legislativo di non svolgersi più dietro porte chiuse tra funzionari ma nella trasparenza tra deputati eletti.

Considerate quindi tutte queste esigenze, offro le mie capacità e la mia energia. Tutto quello che vi chiedo è di darmi il vostro voto al primo turno di votazioni: in primo luogo, perché potrebbe essere la vostra unica occasione di votare per me; in secondo luogo, perché molti voti metterebbero alla prova i gruppi che sostengono gli onorevoli Cox e Martin. Questa volta abbiamo bisogno di un rappresentante realista e politicamente neutrale per essere al servizio di tutti. Concedetevi il lusso di una scelta migliore e fate un passo in più rispetto alla scelta di Cox o Martin votando per Bonde, ufficio n. 007.

Entro oggi avremo una Presidenza migliore grazie a coloro che hanno elaborato la “piattaforma per una presidenza equa” e hanno dato il via alla prima autentica battaglia elettorale della nostra storia. La prossima Presidenza avrà un mandato reale e merita il nostro pieno appoggio.

 
  
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  Cox (ELDR). – (EN) Signor Presidente, onorevoli deputati, è giunto il momento delle decisioni. Abbiamo vari candidati, abbiamo discusso, abbiamo avuto una maggiore apertura e questo rappresenta un cambiamento nel metodo e nel modo di svolgere il nostro lavoro. Si tratta di un cambiamento positivo. Spero che ciò sia indice del desiderio di tutta la nostra Assemblea di impegnarsi nei prossimi anni nonché dell’equilibrio di questo mandato in una cultura di trasformazione del modo in cui svolgere la nostra attività.

La campagna elettorale ha messo in luce molte prospettive fra le quali anche i punti di forza e le debolezze dei candidati – e anch’io ho la mia dose di entrambi. Ho letto alcuni garbati articoli di giornale in cui mi si definisce loquace. Io vivo in Irlanda - dove siamo tutti loquaci - vicino a Blarney dove c’è una stele di pietra e un castello e in anglo-irlandese si dice che quando i visitatori di quel luogo baciano la stele se ne vanno con il dono di una parlantina sciolta, vale a dire della loquacità citata da quei garbati articoli.

Io sarò forse così, ma l’aspetto più importante di questa campagna è l’opportunità che ne è scaturita di ascoltare e capire. Ho ascoltato e ho capito che questa Assemblea anela a un cambiamento, sente la necessità di fare più politica nell’accezione migliore e più creativa del termine. Ho capito che vogliamo meno votazioni, meno tecnicismi e più capacità di essere politici ed esercitare la nostra influenza. In altre parole vogliamo più vitalità nel nostro modus operandi. Dobbiamo portare a termine molte delle questioni di riforma che sono in corso da molti anni. Il complesso statuto dei deputati è un compito difficile e il duro lavoro profuso da Nicole Fontaine ne è la prova. Ma non dobbiamo abbandonare i nostri tentativi e vi dico questo: cercherò attivamente di concludere la riforma, ma mai ignorando i deputati di questa Assemblea e con la più totale, trasparente, aperta e partecipata consultazione.

(Applausi)

In questa Assemblea ho potuto constatare la nostra capacità di legiferare e di discutere di pari opportunità e di parità di genere ma talvolta anche la nostra incapacità, in quanto Istituzione, di concretizzare tutto questo. Nel caso in cui avessi il privilegio di essere eletto Presidente, oggi, innanzi a questo Parlamento mi impegno solennemente a promuovere la parità di genere in vari modi, ma concretamente iniziando col renderla tangibile nella composizione del mio gabinetto.

Dal 1998 ho avuto l’onore di essere presidente del gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori e ritengo di aver costruito, insieme ai miei colleghi, la capacità di fare politica, compito peraltro di questa Istituzione. Siamo 626 deputati, costituiamo un Parlamento. Mi rivolgo all’onorevole Bonde e ai colleghi che condividono i suoi stessi timori, per dire che non sto tentando di diventare il sedicesimo Presidente o il Primo ministro del sedicesimo Stato. Sono fiero di esser un parlamentare e sono dell’avviso che dobbiamo operare affinché la nostra visione democratica e parlamentare possa influenzare le grandi questioni d’attualità in Europa. Dobbiamo rendere l’Europa adeguata a un futuro su scala continentale e dobbiamo fare in modo che in questo Parlamento la democrazia sia idonea a offrire un’autentica leadership e funga da contrappeso, da controllo e punto d’equilibrio nei confronti degli eccessi di tecnocrazia o burocrazia.

All’onorevole Hans-Gert Poettering e al gruppo PPE-DE desidero esprimere il mio grande apprezzamento per il fermo impegno, suo personale e del suo gruppo, ad essere partners fedeli e totali nei confronti dell’accordo che avevamo sottoscritto. Desidero tuttavia aggiungere anche che ho avuto il privilegio di far visita a molti gruppi, molte commissioni, molti intergruppi. E’ mia intenzione, se mi sarà possibile, condurre una Presidenza fiduciaria, pronta a lavorare avvalendosi dell’ingegno di coloro che vorranno contribuire. Chiedo il vostro sostegno.

Infine, signor Presidente, i gruppi più piccoli di questa Assemblea ritengono di non avere le reali possibilità di cui si trova a godere quest’oggi il mio gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori. Non so quale sarà il risultato finale ma non riesco a capire come, chi dice di apprezzare una maggiore apertura, un cambiamento di sistema e vuole una maggiore equità per tutti, possa conciliare tutto ciò con un voto a favore del candidato di un grande gruppo, non certo perché ci sia qualcosa da dire sul candidato, ma per il tipo di sistema attualmente in vigore. Se volete cambiare il sistema, il voto di oggi sarà il primo segnale che indicherà la nostra volontà di trasformazione e di cambiamento. Il mio appello è questo: chiedo il vostro appoggio, mi piacerebbe avere il privilegio della Presidenza, ma ora la scelta sta a voi.

 
  
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  Martin, David W. (PSE). – (EN) Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi scuso per il fatto d’iniziare il mio intervento ringraziando la Presidente uscente, la onorevole Nicole Fontaine, per il lavoro svolto in veste di Presidente. Ha condotto la lotta contro il terrorismo molto prima dell’11 settembre ed è un suo merito aver preso quelle iniziative all’epoca.

Per quanto riguarda questa elezione, sappiamo chi è il vincitore ancor prima che un solo voto sia espresso. Il vincitore è il Parlamento europeo perché, come giustamente ha detto l’onorevole Pat Cox, abbiamo avuto una campagna elettorale aperta, disputata vivacemente ma lealmente e questo non fa altro che mettere in rilievo e migliorare l’immagine di questa Istituzione – e di questo sinceramente vi è un gran bisogno. Le elezioni europee del 1999, l’Eurobarometro e altri sondaggi d’opinione mettono in luce il problema d’immagine di quest’Istituzione. Con la Convenzione, l’ampliamento e le elezioni europee del 2004 abbiamo innanzi a noi enormi sfide da affrontare

Ogni deputato di questa Assemblea ha adesso la possibilità, con scrutinio segreto, di votare per la persona che ritiene meglio in grado di guidarci attraverso questa fase fondamentale.

Sono deputato di questo Parlamento da 17 anni e ho l’onore di esserne vicepresidente da 12. In questo periodo ho dimostrato la mia determinazione nell’operare a favore del Parlamento e dei suoi deputati. In qualità di relatore sui Trattati di Amsterdam e di Maastricht, ho negoziato con i Capi di governo per garantire la codecisione con il Parlamento. In qualità di uno dei rappresentanti del Parlamento alla COSAC, mi sono adoprato per convincere i parlamenti nazionali dell’importanza del metodo della Convenzione per la prossima riforma dei Trattati. In veste di vicepresidente del Parlamento ho cercato di modernizzare e migliorare i nostri metodi di lavoro.

Sono senz’altro consapevole del fatto che quanto ho conseguito in Parlamento l’ho conseguito grazie alla collaborazione con i colleghi di tutte le forze politiche. Ho lottato per ciò che ritenevo giusto, talvolta anche contro gli interessi del mio stesso gruppo politico e addirittura talvolta contro gli interessi del mio stesso paese.

Se sarò eletto Presidente, mi impegno a lottare per ciò di cui questo Parlamento ha bisogno, vale a dire: primo, un ruolo più preponderante nelle elezioni del prossimo Presidente della Commissione europea; secondo, la codecisione per ogni atto legislativo; terzo, la cessazione della distinzione artificiale nel bilancio fra spese obbligatorie e non obbligatorie; quarto, garantire che questa nostra Assemblea sia pronta per l’ampliamento.

E’ noto a tutti noi che nei prossimi mesi e anni l’Unione europea dovrà affrontare questioni molto delicate. Il mio compito in qualità di Presidente sarà di garantire che in quella congiuntura fondamentale la voce del Parlamento sia ascoltata e tenuta in considerazione al momento di agire su tali questioni. Le sedute plenarie costituiscono la vetrina del Parlamento sul mondo. Dovrebbero essere il luogo in cui il mondo esterno possa identificare i vari punti di contenzioso sia al nostro interno, sia fra noi, Commissione e Consiglio. Eppure, con tutta sincerità, bisogna dire che essendo innumerevoli le questioni da noi trattate - circa 35 ogni tornata di quattro giorni – e a causa della struttura delle nostre discussioni e della quantità di tempo utilizzata nei turni di votazione, l’incidenza di quanto facciamo in quest’Aula talvolta è oscura per il mondo esterno. Dobbiamo, in quanto Parlamento, risolvere un numero maggiore di questioni in sede di commissione parlamentare e dobbiamo riformare sia la struttura delle nostre discussioni, sia la metodologia di votazione. Dobbiamo fornire alle nostre commissioni e ai relatori le risorse tecniche e giuridiche necessarie per assurgere effettivamente allo stesso rango del Consiglio in qualità di colegislatori.

In breve, desidero che questo Parlamento diventi un’autentica Aula di discussione, un Parlamento in cui il pubblico possa ascoltare dal vivo i dibattiti sulle reali scelte politiche e dove ogni deputato sia consapevole di avere l’opportunità di partecipare.

Ritengo che i deputati di questo Parlamento compiano veramente un eccellente lavoro nello svolgimento delle funzioni legislative, di bilancio e di controllo. Tuttavia, nessun Parlamento può lavorare al buio. E’ necessario ristabilire i rapporti con i cittadini così da potere essere effettivamente ciò che sosteniamo, vale a dire la voce dei cittadini nel processo decisionale dell’Unione europea.

Trenta mesi sono pochi. La riforma sarà possibile unicamente se il Presidente avrà l’appoggio di tutti i membri di questa Assemblea. Occorre un Presidente per tutto il Parlamento.

Il mio lavoro in Parlamento dimostra che sarei un Presidente onnicomprensivo. Mi sono già impegnato a formare un gabinetto equilibrato in termini di genere, nazionalità e partito politico. Vorrei una squadra composta da talenti provenienti da destra o sinistra, da gruppi piccoli o grandi, medi o dai non iscritti. Se sarò eletto mi impegno a essere il Presidente di tutto il Parlamento e di tutti i suoi deputati.

Se oggi sarò eletto lo riterrò il culmine della mia carriera politica. Tutta la mia energia, tutto il mio impegno e tutto il mio entusiasmo saranno canalizzati verso l’obiettivo di garantire che questo sia un Parlamento di cui essere fieri.

(Vivi applausi)

 
  
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  Onesta (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho l’impressione che sia successo qualcosa durante questa campagna elettorale, una qualità negli scambi d’opinione e di ascolto fra noi raramente raggiunta. A mio avviso, ormai sarà difficile tornare indietro e immaginare un’elezione concordata in anticipo che l’Assemblea dovrebbe soltanto vidimare. Valeva la pena di vivere questa campagna anche solo per questo.

L’aspetto più sorprendente è che i vostri cinque candidati abbiano presentato gli stessi tre temi. Forse però non è sorprendente, poiché, prescindendo dalle nostre differenze, abbiamo fatto le stesse constatazioni: il Parlamento deve riformare il suo modus operandi, deve garantire il pluralismo nonché il rispetto e l’equità di ognuno di noi, qui, in questa sede e deve aprirsi di più verso i nostri concittadini.

Allora un sì alle riforme! Rendiamo la seduta plenaria la vetrina dei nostri lavori. Io coltivo un sogno folle: creare momenti così appassionanti da attirare, qui in Emiciclo, un numero di colleghi maggiore del numero degli interpreti nelle cabine. Credo sia un sogno realistico. Tuttavia, per quanto indispensabili, le riforme non devono costarci la nostra diversità. Siamo politici tanto fini da poter operare consensualmente tra di noi il distinguo fra ciò che è possibile trattare in sede di commissione e ciò che deve essere discusso necessariamente a livello politico in seduta plenaria.

Il più forte non deve mai semplificare il dibattito al punto da restare l’unico a potersi esprimere. E’ vero che talvolta la democrazia è complessa, ma preferisco la complessità del dialogo alla sterilità del monologo. Per quanto concerne la riforma ho tentato di dimostrare che volere è potere. Vi ricordo lo statuto degli assistenti di cui ero incaricato: dopo 23 anni di blocco, alla data concordata, il 99,5 percento dei nostri colleghi ha consegnato tutti i documenti comprovanti che gli assistenti avevano un vero contratto e una copertura sociale completa. Quindi per quanto riguarda le riforme se ne può parlare e si può agire e questo è quanto ho modestamente tentato di fare.

Parliamo ora del pluralismo e dell’equità. Mi ricordo il giorno in cui ho avuto l’onore di presiedere il turno di votazione su un tema importante per il mio gruppo: si trattava degli OGM. Le votazioni sono state sospese a causa di una seduta solenne e quando sono state riprese mancava qualche collega per raggiungere la fatidica soglia dei 314 voti. Qualche amico dei Verdi allora mi ha detto: “Gérard, avresti potuto rallentare un po’ per consentire ai nostri alleati di rientrare in Aula”. Ma, che valore avrebbe un presidente che rallentasse o accelerasse un turno di votazione in funzione dell’influenza che ciò potrebbe avere sui risultati? Sembra che io conduca le votazioni con un ritmo rapido ma costante; il rispetto che vi debbo e la fiducia che avete accordato, a mio avviso, ha questo prezzo.

Bisogna prestare lo stesso ascolto sia al deputato del gruppo GUE, che attira la mia attenzione sulla precarietà di taluni nostri dipendenti, sia al deputato liberale che mi chiede di intervenire perché alcuni colleghi handicappati necessitano di un’assistenza supplementare. Anche quando l’onorevole Fatuzzo ci fa i suoi bei discorsi, cerco di rispondergli a tono, di mettere in valore il suo talento di oratore. Poiché provengo anch’io da un piccolo gruppo conosco l’importanza del rispetto dovuto a ognuno di noi. Pertanto, anche il pluralismo è un argomento di cui si può parlare, in merito al quale si può agire e questo è quanto ho modestamente tentato di fare.

Tocco ora l’aspetto apertura. Vi ricorderete che fino a poco tempo fa i nostri emicicli erano riservati ai nostri lavori, vale a dire che per la maggiore parte del tempo erano vuoti e questo è ridicolo quando è noto il bisogno esistente nei nostri paesi di discutere sulla nostra società. Sono stato all’origine delle modifiche delle nostre regole, per esempio perché si tenesse qui il primo congresso mondiale per l’abolizione della pena di morte. Altri dibattiti sulla nostra società sono d’altro canto in corso di preparazione a Bruxelles e a Strasburgo con la partecipazione delle nostre commissioni. Ribadisco pertanto anche per quanto riguarda l’apertura che ci si può limitare a parlarne oppure si agisce, e questo è quanto ho modestamente tentato di fare.

In un certo qual modo, non sono in campagna elettorale solo da due mesi e mezzo, perché comunque sono ormai due anni e mezzo che tento di riformare, di pluralizzare o aprire la nostra Assemblea. Se si crede in ciò che si afferma, lo si mette in pratica anche senza sapere che un giorno si avrà l’onore di chiedere i suffragi dei propri colleghi. Naturalmente sarebbe presuntuoso se dicessi di aver portato a termine tutto questo da solo. Come ben sapete tutto qui viene fatto con l’aiuto reciproco e la concertazione.

Per quanto concerne il dossier assistenti siamo partiti da una situazione di blocco fra i gruppi che è poi sbocciata in una posizione di unanimità in sede di gruppo di lavoro: unanimità a livello dei questori e infine unanimità nell’Ufficio di Presidenza del Parlamento. A tal proposito vorrei rendere omaggio a colei che ha consentito tutte queste riforme e molte altre. Pur non avendo partecipato alla sua elezione, quando mi trovavo senza vie d’uscita mi ha sempre dato la spinta necessaria a superare l’ostacolo: grazie, onorevole Nicole Fontaine.

Mi dedico interamente al nostro Parlamento – credo di avere, come pochi altri colleghi, una presenza del 100 percento –perché sento la permanente preoccupazione di concertazione, perché ho la passione della ricerca del consenso, forse perché ritengo che una vittoria schiacciante sull’avversario sia una forma di disfatta perché foriera del germe di una successiva guerra. Allora, riforma, pluralismo, apertura d’accordo, ma esprimo un auspicio: il raggiungimento di questo obiettivo significherà avviare cose ancora più grandi.

Pensate, onorevoli colleghi, abbiamo iniziato i nostri lavori retti da un trattato, li concluderemo forse retti da una costituzione: tanto per significare quale fase storica stiamo attraversando. Sono intimamente convinto che innanzi alle incertezze mondiali, la nostra Assemblea possa contribuire a diminuire le ingiustizie, la violenza, l’inquinamento, la miseria. Il nostro Parlamento è il cuore palpitante di un intero continente e poiché centinaia di milioni di cittadini ci hanno chiamato ad adempiere questo compito godiamo di una legittimità che non ha pari. Questo Parlamento sarà ciò che noi avremo l’audacia di farne.

Concludendo, desidero dire che l’esperienza di questa campagna mi ha arricchito e lo stesso credo valga per tutta la nostra Assemblea. Sono certo che chiunque sarà nostro Presidente saprà mantenere questa atmosfera di ascolto, di lavoro e di dibattito democratico. Non posso quindi far altro che chiudere con una parola declinandola in tutte le nostre lingue di lavoro e anche se il mio accento è orrendo spero la capirete perché è sincera: obrigado, gracias, grazie, tack, xapi, thank you, dank u well, danke, tak, kiitos, merci!

(Applausi)

 
  
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  Wurtz (GUE/NGL). – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, i miei amici e colleghi del gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica hanno proposto la mia candidatura come prolungamento del mio impegno quale presidente del gruppo. A questo titolo, da due anni e mezzo, mi adopro per contribuire a far vivere una certa concezione della politica applicata all’Europa. Questa è la connotazione che simboleggia la mia candidatura.

La prima delle sue caratteristiche è incontestabilmente un dichiarato orientamento a sinistra. A mio avviso, i dirigenti europei non traggono alcuna lezione dalla preoccupante disaffezione delle cittadine e dei cittadini nei confronti delle Istituzioni europee.

Nella realtà le preoccupazioni in materia di occupazione, di protezione sociale, di servizio pubblico, di sviluppo sostenibile si acuiscono mentre al Consiglio e alla Commissione soffia un vento di deregolamentazione, di mercantilizzazione, del mercato totale. Ritengo che innanzi a questa contraddizione occorra schierarsi in modo chiaro.

Parimenti, l’aspirazione degli attori sociali a partecipare alle decisioni che li riguardano costituisce una delle caratteristiche del nostro tempo. Ma nelle nostre Istituzioni la concertazione prima dell’elaborazione delle politiche e, a maggior ragione, la valutazione dei loro effetti dopo la loro applicazione continuano ad essere ampiamente formali se non inesistenti. Non possiamo restare inerti innanzi a questo iato che per molti è da ricercare nella crisi di fiducia di cui siamo oggetto.

Infine, l’attuale globalizzazione solleva interrogativi e provoca mobilitazioni senza precedenti. Lo constateremo fra qualche giorno al Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Tuttavia l’odierna Europa non ha l’ambizione, né si dota dei mezzi atti a rispondere alle aspettative planetarie di prospettive alternative. Occorre reagire. Siamo molti qui, oltre al mio gruppo, a pensare che senza cambiamenti sostanziali, quella Europa ci riserverà gravi delusioni e che l’ampliamento, in particolare, si possa trasformare da occasione storica in trappola pericolosa. Dobbiamo farci ascoltare e per questo dobbiamo saper cogliere ogni occasione. Ciò vale soprattutto per la scadenza politica per eccellenza costituita da questo primo turno di elezioni per la Presidenza del Parlamento.

Un secondo aspetto della connotazione politica che mi sono sforzato di adottare fin dall’inizio della legislatura e che desidero illustrare con la mia candidatura è la volontà di non dividere i progressisti in funzione della loro cultura politica spesso ereditata dalla storia e dall’identità propria di ogni popolo, pertanto cultura politica altrettanto rispettabile. Nel mio gruppo infatti convivono e collaborano deputati federalisti convinti e deputati appassionatamente attaccati alla sovranità del loro paese. Sia gli uni che gli altri rappresentano una parte dell’Europa reale. Quindi, insieme e nel reciproco rispetto dobbiamo concepire e costruire l’Unione del domani. E’ un apprendistato difficile ma necessario e alla fine, secondo la mia esperienza, fruttuoso. Ecco un’altra ragione della mia candidatura.

Last but non least, ne evocherò infine un’altra: un certa etica in politica. Mi piacciono la franchezza, la trasparenza, i rapporti leali anche fra avversari e, a maggior ragione, fra partners. Pertanto non esito a dire che apprezzo umanamente il mio avversario, onorevole Cox, anzi sono lieto delle cortesi relazioni che ho con alcuni deputati di destra, compreso il loro principale rappresentante, onorevole Poettering. Per fortuna nella vita non tutto è politica. Tuttavia, oggi ho il dovere di affermare con la stessa chiarezza che il candidato comune a tutte quelle famiglie politiche, nei successivi turni di votazione, non potrà assolutamente contare sul mio voto o sul mio contributo, diretto o indiretto. Lo affermo e me ne assumo la responsabilità.

A tale proposito, desidero esprimere la mia sorpresa e il mio dispiacere, trattandosi di amici, di fronte al comportamento, quanto mai deludente, di coloro che non esitano a condurre una campagna elettorale su temi progressisti al primo scrutinio per poi, al secondo scrutinio, offrire il loro voto al candidato unico della destra, battezzato un po’ laboriosamente per la circostanza, candidato di un piccolo gruppo. Ognuno ha i suoi principi e i suoi metodi, ma questi decisamente non collimano con i miei.

Adesso, signor Presidente, tutte le carte sono in tavola, non ci resta che assumerci le nostre responsabilità.

 
  
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  Presidente. – Ricordo che ai sensi dell’articolo 14, paragrafo 1, un candidato per essere eletto deve ottenere nei primi tre scrutini la maggioranza assoluta dei voti espressi. Le schede bianche e nulle non saranno considerate ai fini del conteggio dei voti.

Ricordo ancora una volta i nomi dei deputati ieri nominati scrutatori: la onorevole Patsy Sörensen, gli onorevoli Dieter-Lebrecht Kock, Giuseppe Nistico, Reinhard Rack, Ilkka Suominen e la onorevole Alima Boumediene-Thiery. Invito gli onorevoli scrutatori al tavolo della Presidenza.

Le istruzioni per l’elezione del Presidente sono già state distribuite. Procediamo all’elezione del Presidente conformemente al disposto del Regolamento. Sono state distribuite le schede di voto e le buste. Vogliate indicare il nome del candidato scelto poiché si può votare per un unico candidato. Qualora voleste rettificare il voto espresso, basterà chiedere un'altra scheda di voto restituendo la scheda errata che sarà distrutta. Saranno ritenute nulle le schede che contengono alterazioni o iscrizioni e in cui sia stato indicato più di un candidato. Vogliate ripiegare in quattro la scheda di voto e introdurla nella busta. Dirigetevi quindi all’urna corrispondente all’iniziale del vostro cognome.

Non chiamerò nominalmente ciascuno dei deputati ma mi limiterò a dichiarare aperto e chiuso lo scrutinio. I nominativi dei deputati che partecipano a scrutinio segreto debbono figurare a processo verbale. Vi invito pertanto a firmare la lista che troverete accanto all’urna prima di introdurvi la vostra scheda. Vi ricordo che la busta contenente la scheda di voto deve essere introdotta nell’urna corrispondente all’iniziale del vostro cognome. Gli scrutatori voteranno nella parte finale dello scrutinio.

Dichiaro aperto lo scrutinio.

(I deputati si alzano per votare)

Dichiaro chiuso lo scrutinio.

(La seduta, sospesa alle 11.03, riprende alle 11.55)

 
  
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  Presidente. – Onorevoli deputati, vi comunico il risultato dello scrutinio. Votanti: 590. Schede bianche o nulle: 7. Voti espressi 583. Maggioranza assoluta: 292.

Vi do ora lettura del risultato ottenuto da ciascun candidato:

- Onorevole Bonde: 66 voti

- Onorevole Cox: 254 voti

- Onorevole David Martin: 184 voti

- Onorevole Onesta: 37 voti

- Onorevole Wurtz: 42 voti

Poiché nessun candidato ha ottenuto la maggioranza dei voti espressi, procederemo a un secondo scrutinio. Se non vi sono osservazioni sono mantenute le candidature del primo scrutinio.

 
  
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  Wurtz (GUE/NGL). – (FR) Signor Presidente, d’accordo con il mio gruppo, e nel rispetto della prassi che ho illustrato prima dell’inizio del primo scrutinio, ritiro la mia candidatura e invito coloro che hanno votato per me, e che mi preme ringraziare, a far convergere i loro voti sull’onorevole David Martin.

(Applausi)

 
  
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  Onesta (Verts/ALE). – (FR) Onorevoli colleghi, come avevo convenuto con il mio gruppo, ritiro la mia candidatura. Il mio gruppo ha discusso a lungo sulle varie qualità dei candidati. Ritengo pertanto che qualunque sia il risultato avremo un buon Presidente.

(Applausi)

 
  
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  Bonde (EDD). (DA) Signor Presidente, desidero ringraziare per i 66 voti. Quanti hanno votato per me sono invitati alla sala R31 alle 12.00 per decidere quando ritirare la mia candidatura.

 
  
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  Presidente. – I termini per la presentazione di candidature per il secondo scrutinio scadono alle 12.15. Le candidature debbono essere presentate al decano d’età tramite il segretario generale aggiunto.

 
  
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  Barón Crespo (PSE). – (ES) Signor Presidente, conformemente al gentlemen’s agreeement concordato in sede di Conferenza dei presidenti, chiedo un quarto d’ora supplementare, vale a dire di riprendere la seduta all’una meno un quarto.

 
  
  

(La seduta, sospesa alle 12.05, riprende alle 12.45)

 
  
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  Presidente. – Abbiamo ora soltanto tre candidati: gli onorevoli Bonde, Cox e David Martin. Procediamo pertanto a un secondo scrutinio. Le schede di voto e rispettive buste sono in corso di distribuzione.

Lo scrutinio è aperto.

(I deputati si alzano per votare)

Lo scrutinio è chiuso.

(La seduta, sospesa alle 13.15, riprende alle 15.00)

 
  
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  Presidente. - Onorevoli deputati, vi comunico il risultato dello scrutinio. Votanti: 592. Schede bianche o nulle: 13. Voti espressi 579. Maggioranza assoluta: 290.

Vi do ora lettura del risultato ottenuto da ciascuno dei tre candidati che si sono presentati:

- Onorevole Bonde: 76 voti

- Onorevole Cox: 277 voti

- Onorevole David Martin: 226 voti

Poiché nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti espressi, procederemo a un terzo scrutinio. E’ necessario sapere se tutti i candidati mantengono la propria candidatura. Il candidato Cox mantiene la sua candidatura. Il candidato David Martin altrettanto. Onorevole Bonde, mantiene la sua candidatura?

 
  
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  Bonde (EDD).(DA) Signor Presidente, vorrei chiedere una sospensione della seduta in modo da poter proseguire la discussione tra quanti mi hanno votato…

(Tumulto)

Evidentemente non chiediamo alcuna concessione politica. Quanti hanno votato per me sono membri indipendenti di piccoli e grandi gruppi i quali ritengono che non tutti i loro auspici siano stati soddisfatti. Si tratta di una coalizione trasversale che non ha assolutamente nulla di politico, ma queste persone hanno esigenza di discutere con i due candidati che si presenteranno all’ultimo scrutinio, David Martin e Pat Cox. Li abbiamo ricevuti alla sala R31 e vorremmo proseguire ancora per un po’. Diversamente mi vedrei costretto a mantenere la mia candidatura, ma non è quello che desidero fare.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Bonde, debbo consultare tutta l’Assemblea per sapere se è d’accordo a sospendere la seduta.

(Il Parlamento approva la richiesta di sospensione)

(La seduta, sospesa alle 15.10, riprende alle 15.40)

 
  
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  Presidente. - Vi comunico di aver ricevuto le seguenti candidature:

- Onorevole Bonde

- Onorevole Cox

- Onorevole David Martin

Procediamo quindi al terzo scrutinio. Le schede di voto e le rispettive buste sono in corso di distribuzione.

Lo scrutinio è aperto.

(I deputati si alzano per votare)

Lo scrutinio è chiuso. Invito gli scrutatori a recarsi nella sala prevista per lo spoglio dei voti.

(La seduta, sospesa alle 16.05, riprende alle 16.39)

 
  
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  Presidente. – Vi do lettura dell’esito dello spoglio dei voti. Votanti: 586. Schede bianche o nulle: 18. Voti espressi 568. Maggioranza assoluta: 285. Il risultato ottenuto da ciascun candidato è il seguente:

- Onorevole Bonde: 33 voti

- Onorevole Cox: 298 voti

- Onorevole David Martin: 237 voti

Come tutti avranno capito l’onorevole Patrick Cox ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti espressi. Mi congratulo sinceramente con l’onorevole Cox per la sua elezione e gli porgo i miei migliori auguri per l’esercizio del suo mandato, un esercizio felice e positivo per il Parlamento europeo. Invito l’onorevole deputato a occupare il seggio presidenziale.

(Vivi applausi)

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. COX
Presidente

 
  
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  Presidente. – E’ una sensazione molto diversa essere in questo seggio.

Onorevoli colleghi, oggi, nel Parlamento europeo, è stata una buona giornata per la democrazia parlamentare. Desidero ringraziare il collega, onorevole Soares, il doyen d’age, per il modo in cui ha condotto la seduta fino adesso.

(Applausi)

In tre occasioni nell’esercizio di voto odierno la nostra Assemblea si è divisa, ma questa è la politica, la democrazia. La nostra Assemblea ha preso la sua decisione e ciò conferisce legittimità. Mi preme dirvi che dopo il vivace clima democratico che abbiamo vissuto in questi ultimi mesi e in queste ultime ore, percepisco un più profondo senso di legittimità per il mandato presidenziale e ve ne ringrazio.

Ringrazio l’onorevole David Martin per il modo in cui ha portato avanti la sua campagna sulle questioni che ha illustrato e promosso e che costituiscono una preoccupazione comune e per le quali dobbiamo agire.

Ringrazio l’onorevole Bonde per il suo contributo a questa campagna, in particolare per quanto concerne le inquietudini di molti in questa Assemblea che si sentono più marginali di quanto dovrebbero.

Ringrazio l’onorevole Onesta per aver dato il brio tipicamente suo all’agenda della riforma sulla quale io stesso mi impegno.

Ringrazio l’onorevole Wurtz per le cortesi osservazioni fatte all’inizio. So che la politica ci divide perché ognuno di noi ha le sue convinzioni. I nostri convincimenti non li dobbiamo a una persona o a un gruppo di persone. Le convinzioni, la passione e il raziocinio fanno parte del bagaglio che mettiamo nella politica, ma sono anche un apprezzamento della capacità di interagire fra noi. Egli ha apportato anche questo aspetto.

Ringrazio i miei colleghi del gruppo ELDR. Sono molto fiero che per la prima volta in più di vent’anni sia stato eletto un rappresentante di questo gruppo che ha svolto un ruolo importante nella vita democratica di questa Assemblea fin dalla primissima assemblea della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, 50 anni fa. E’ un onore presiedere oggi questa Assemblea. Ai colleghi del gruppo ELDR desidero dire che questo è un momento agrodolce: dolce, come potete immaginare per tutte queste ragioni, e agro perché settimana dopo settimana, giorno dopo giorno ho svolto il mio lavoro politico in seno a quel gruppo. Per questo desidero ringraziarlo per la fiducia che mi ha dimostrato in tutti questi anni. Spero di poter ripagare il debito di gratitudine e il debito d’onore.

(Applausi)

Ringrazio l’onorevole Poettering, e il gruppo PPE-DE, per avermi candidato, oltre alla candidatura del gruppo ELDR, nonché per il sostegno incondizionato a parole e nei fatti . In politica è sempre importante avere un partner affidabile. Ciò costituisce la base su cui, in questo Parlamento, potremo costruire tutti insieme. Ringrazio tutti coloro che hanno votato per me. A coloro che hanno votato per altri candidati, ora che i giochi sono conclusi, dico che spero di poter svolgere una Presidenza che sia un punto di riferimento per tutti, impegnata a costruire in questo Parlamento e nell’Unione, un’Unione e un Parlamento idonei al futuro dell’Europa.

 
  
  

(FR) Personalmente e a nome di tutti i colleghi, rendo molto sinceramente omaggio all’onorevole Nicole Fontaine,

(Applausi)

…al suo grande coraggio, al suo dinamismo e all’instancabile lavoro che, giorno dopo giorno, ha profuso nella difesa degli interessi del nostro Parlamento. Signora Presidente, la sua Presidenza di questa Istituzione è stata incisiva ed eccezionale.

Nicole, in veste di amico, ti ringrazio di tutto cuore.

 
  
  

(EN) Già oggi, all’inizio della seduta quando tutti i candidati sono stati invitati a intervenire per cinque minuti, ho affermato la necessità, a mio avviso, che questa Assemblea faccia più politica. Questa mia affermazione, fare cioè più politica, apparentemente è stata presa davvero sul serio, sebbene non mi aspettassi tre scrutini. E’ così grande il vostro entusiasmo per la politica che dovremo studiare il modo di sfruttarlo per il futuro. Data la mia provenienza irlando-europea, in un certo qual modo ciò mi ricorda il trifoglio d’Irlanda che ha appunto tre foglioline e che per noi rappresenta moltissimo. Questa volta ci sono voluti tre scrutini prima di giungere a un risultato.

Vorrei raccontarvi una storia che non è tipicamente parlamentare, ma ciononostante ha una connessione e un significato per me in questo giorno speciale. E’ una storia scritta da uno dei più illustri artefici dell’integrazione europea, Robert Schuman. Una volta ha scritto, al di fuori di un contesto politico, che un certo santo di origine irlandese, San Colombano, “è il santo protettore di coloro che tentano di costruire un’Europa unita”. Non dico certamente che sia compito del nostro Parlamento trattare queste sante questioni, né di ingerire in questo campo, ma ho rammentato questa storia perché nel sesto secolo e nella prima parte del settimo questo abate, poeta, letterato e predicatore è stato cofondatore, e non fu l’unico irlandese, del monachesimo occidentale agli albori del medioevo europeo. Le sue spoglie mortali riposano e sono tuttora venerate a Bobbio, in Italia.

Milletrecento anni fa questo irlandese europeo della prima ora aveva scritto di provenire “dal confine del mondo”. Io provengo dalla costa occidentale dell’Europa, dal confine del mondo europeo e sono profondamente fiero della mia provenienza. Sebbene oggi io accetti e riconosca di non essere stato eletto per la mia provenienza irlandese, vi ringrazio comunque perché posso ricordare questo fatto e questa nazionalità. Avete trovato, nel cuore della democrazia europea, la capacità di scegliere qualcuno che proviene da uno dei più piccoli gruppi politici e dei più piccoli paesi membri e di affermare che nella democrazia europea contemporanea c’è spazio per includere tutti, compresi coloro che stanno ai margini geografici o ad altri margini ancora. E’ un messaggio poderoso che avete trasmesso all’Europa che sta per ampliarsi. Ve ne ringrazio e di questo vi rendo omaggio.

(Applausi)

Parlerò ora brevemente in irlandese. Perché lo faccio? Perché l’irlandese è la mia lingua madre. E’ una lingua antica di un antico paese europeo. E’ una lingua ufficiale ma non una lingua di lavoro dell’Unione europea. Lo faccio per sottolineare la mia convinzione che il pluralismo culturale e la diversità culturale sono il sine qua non di quell’Europa nei confronti della quale mi sono impegnato e che cerchiamo di costruire.

(Applausi)

 
  
  

(IR) Táimid ar imeall na heachtra is tábhachtaí i nua-stair na hEorpa, forleathnú an Aontais Eorpaigh. Is é an tosaíocht pholaitiúil is práinní ar fád ná go gcuirfí bailchríoch rathúil ar na caibidlí faoin bhforleathnú. As athaontú na hEorpa a leanfaidh sé go dtabharfar Eoraip scoilte le chéile d'fhonn comhluachanna agus rath eacnamaíoch a bheith ag a muintir i bpáirt le chéile.

(Siamo alla vigilia del più importante evento della storia europea recente: l’ampliamento dell’Unione europea. La conclusione positiva dei negoziati costituisce la priorità politica suprema. Riunire l’Europa significa ricongiungere un’Europa divisa per condividerne i valori comuni e la prosperità economica).

 
  
  

(EN) Stiamo costruendo qualcosa in nome dei valori comuni e della futura prosperità economica e sociale e stiamo portando avanti un lavoro di dimensioni storiche.

La Convenzione che inizia a marzo e sulla quale dobbiamo lavorare costituisce un’altra opportunità per definire Istituzioni e Trattati adatti al nostro comune futuro europeo e alle sfide che ci aspettano. Il processo di Barcellona, di cui parleremo domani e nei prossimi mesi e settimane, costituisce un messaggio al quale dobbiamo essere collegati anche noi e sarà foriero di riforme, occupazione e capacità sociale ed economica per l’Europa in cui crediamo. Il tema comune al quale desidero che questa Presidenza si dedichi è l’impegno politico che, tramite la leadership politica, sottolineando il nostro fine pubblico, insistendo sul valore aggiunto che portiamo su scala continentale, ci permetta di costruire la componente democratica del futuro dell’Europa e di fungere da controllo, da equilibrio, da contrappeso ed essere fonte di rendiconto per quanto concerne le responsabilità della tecnocrazia europea. Pertanto, per questo nostro obiettivo pubblico noi siamo un indispensabile strumento per un più ricco futuro europeo.

Mi è stato detto che dopo l’elezione è d’uso che il Presidente usufruisca del privilegio di parlare all’Assemblea la mattina dopo l’elezione, quando, dopo la solennità della votazione, può essere meglio preparato, o preparata, a esprimere un’opinione generale. Ho scelto questo momento per pronunciare poche parole. Vorrei ricorrere al privilegio di parlare del nostro obiettivo strategico un altro giorno, ma non domani, direi, perché domani sentiremo il programma della Presidenza spagnola. Se vogliamo diventare un Parlamento che comunica, dobbiamo trovare il nostro spazio, dobbiamo trovare i nostri tempi, dobbiamo trasmettere il nostro messaggio, avere una nostra storia, raccontare la nostra storia, vendere la nostra storia. Desidero chiedere a tutti voi, se lo vorrete, di riflettere con me su questo.

Occupo un seggio nell’Aula di questa Assemblea da quando ci siamo trasferiti qui due anni fa e prima ancora, dal 1989, quando l’Emiciclo si trovava al di là del canale. Alle spalle del Presidente potete vedere l’immagine dell’Europa con le dodici stelle. Siamo dei politici e quindi, ovviamente, dobbiamo essere pragmatici e stare con i piedi per terra, ma nulla ci vieta di guardare quelle stelle e abbandonarci ai nostri sogni sul futuro che vogliamo creare. Vi invito, per i prossimi due anni e mezzo, tramite una Presidenza che vuole essere il punto di riferimento per tutti, aperta a chi vuole contribuire e desidera far evolvere il nostro Parlamento, a impegnarvi con me in un’operazione di creatività europea, a elevare il nostro sguardo oltre la semplice introspezione, portarlo in alto verso le stelle per arrivare a un’idea europea e per sognare. Perché quello che riusciamo a immaginare oggi costituirà la capacità di realizzazione di domani.

Amici, grazie per questo straordinario privilegio che mi entusiasma, ma mi rende anche umile. Profonderò tutte le mie energie nella misura del possibile per motivare o mobilitare le maggioranze in questa Assemblea. Desidero lavorare con voi nelle commissioni; desidero lavorare con voi nella Conferenza dei presidenti e nell’Ufficio di presidenza per realizzare insieme tutto il nostro potenziale.

Vi ringrazio perché oggi mi avete concesso l’onore di poterlo fare.

(Applausi)

 
  
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  Poettering (PPE-DE). (DE) Signor Presidente, signor Presidente della Commissione, onorevoli colleghi, questo 15 gennaio 2002 è una giornata importante nella storia del Parlamento europeo. Abbiamo eletto un nuovo Presidente e, signor Presidente, a nome del gruppo del Partito popolare europeo e dei democratici europei desidero esprimerle le nostre più vive congratulazioni.

(Applausi)

Mi appello alla comprensione degli altri gruppi politici – tra un attimo mi rivolgerò ai candidati – se faccio la seguente affermazione: molti hanno dubitato che fosse possibile eleggere a Presidente del Parlamento europeo un deputato di un piccolo paese, presidente di un piccolo gruppo. Rivolgendomi a lei, signor Presidente, ma anche a noi tutti, vorrei dire che sono molto grato per questa occasione che abbiamo avuto - anche il mio gruppo - di dare una chiara espressione della cultura in Europa: anche un piccolo gruppo, un piccolo paese ha un’opportunità di farsi carico dei compiti più importanti nell’Unione europea.

(Applausi)

Questa Europa sarebbe un’Europa povera se l’unica cosa che conta fosse attribuire posizioni di responsabilità a persone dei cosiddetti paesi grandi. Questa Europa è un’Europa che rispetta la dignità di tutti, di tutti gli europei, se ciascuno ha un’opportunità e se un irlandese, come lei, può diventare Presidente del Parlamento europeo o anche se il nostro esimio collega Jaques Santer, un lussemburghese, può diventare Presidente della Commissione europea.

Questo è il messaggio odierno: nuovamente dimostriamo che questa Europa non è dominata da pochi, ma che ognuno ha il proprio voto, il proprio peso e la propria responsabilità. signor Presidente, ora che si accinge ad assumere il suo mandato per conto di tutto il Parlamento io le porgo i migliori auguri di successo per il futuro comune del nostro vecchio continente europeo, vecchio ma che si rinnova continuamente.

Mi sia consentito rivolgere qualche parola di riconoscimento agli altri candidati suoi avversari: Gérard Onesta, Francis Wurtz, Jens-Peter Bonde e in modo tutto particolare David Martin. Onorevole David Martin, ricordo bene che qualche anno fa a Edimburgo, capitale di un’altra piccola nazione d’Europa, la Scozia, abbiamo discusso insieme.

Sono passati diversi anni e in quella occasione mi sono reso particolarmente conto – all’epoca non rivestivo alcun incarico particolare in Parlamento – che vi è un elemento che può arricchire molto, ma che è anche una grande necessità, nel quale sono uniti i gruppi del Parlamento europeo, a prescindere dai loro diversi orientamenti politici: il futuro pacifico, libero e democratico del nostro contenente. Per questo motivo desidero anche oggi ringraziare tutti i candidati, in particolare David Martin, ed esprimere loro il mio apprezzamento.

(Applausi)

Mi sia consentita un’ultima parola. signor Presidente, questo continente era diviso. Quando molti di noi sono stati eletti deputati al Parlamento nel 1979, nel mio gruppo come in altri, nessuno avrebbe mai osato sognare che nel giro di qualche anno potremo dare il benvenuto ai colleghi dell’Europa centrale qui al Parlamento europeo.

Signor Presidente, vorrei proporre di invitare al Parlamento europeo osservatori dei primi paesi che aderiranno nel giorno della firma dei Trattati di adesione, affinché questi paesi comincino già a prepararsi alle elezioni democratiche nel 2004.

A nome del mio gruppo le porgo i migliori auguri, signor Presidente! Nessuno se ne avrà a male se dico quest’oggi, a nome del gruppo che sono onorato e orgoglioso di presiedere: abbiamo tenuto fede alla parola data. La fiducia è importante in politica. Nel nostro gruppo, e mi rivolgo anche agli altri gruppi, lei troverà sempre un alleato quando si tratta di costruire un futuro di pace e democrazia per un’Europa forte e unita.

I migliori auguri di successo per il suo lavoro e che la benedizione di Dio l’accompagni!

(Applausi)

 
  
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  Barón Crespo (PSE). – (ES) Signor Presidente, in primo luogo, a nome del gruppo del Partito del socialismo europeo desidero porgerle le nostre più fervide congratulazioni per la sua elezione. Più che congratularmi però desidero augurarle buona fortuna, perché lei occupa la carica di Presidente dopo un’accanita battaglia elettorale con noi. Non l’abbiamo votata, ma lei è il nostro Presidente e auspichiamo che eserciti le sue funzioni con la nobiltà, l’imparzialità e lo stile che la caratterizzano.

Riteniamo altresì di aver attivamente collaborato a dare un esempio di democrazia a tutti gli europei. La democrazia comporta lotta politica nel rispetto e nella comunanza di valori. Ci troviamo in un momento assolutamente cruciale. Perché? Perché abbiamo affermato i nostri valori comuni. Io spero che lei difenderà le posizioni del Parlamento europeo nella Convenzione che stiamo per varare sul futuro dell’Europa e, soprattutto, la dichiarazione della Carta dei diritti fondamentali come affermazione di una comunità di valori. Infatti, siamo anche anfitrioni della Convenzione, poiché si terrà nella nostra sede. Per fortuna il Parlamento ora può essere la casa aperta di tutti gli europei che lei deve difendere seriamente. Tuttavia, lei non dovrà difendere soltanto le tesi del Parlamento europeo, ma contribuire anche a rendere possibile la partecipazione attiva dei nostri colleghi dei parlamenti nazionali a questo processo che inizia quasi in contemporanea con la sua Presidenza.

Penso anche a quegli europei che vogliono partecipare alla nostra avventura comune. A mio avviso è importante trattarli come se fossero di casa a partire dal mese di marzo di quest’anno, senza aspettare che si concludano le ratifiche. Saranno membri della Convenzione e quindi dobbiamo sviluppare le nostre relazioni con loro. Stiamo già parlando di una Unione ampliata. Non è questo però il momento per entrare nei dettagli. Nutro fiducia e spero nella sua allocuzione inaugurale, nella quale constateremo i contenuti che lei vuole dare alla sua Presidenza all’interno di questo processo.

Mi permetta anche, signor Presidente, di ringraziare tutti coloro che hanno collaborato attivamente e lealmente a questo processo elettorale. In primo luogo il mio collega David Martin, con il quale, qualche anno fa, ho avuto occasione di condividere responsabilità all’Ufficio di Presidenza e alla Presidenza, Francis Wurtz che ritengo sia stato un candidato franco e nobile, Gérard Onesta e Jens-Peter Bonde che è stato capace di polarizzare assolutamente tutto il processo elettorale e quindi con grande stile le ha offerto un mazzo di fiori. Io, signor Presidente, non lo avevo preparato.

Comunque, rinnovo le congratulazioni del nostro gruppo e la nostra posizione di leale collaborazione con lei, sperando che sarà il Presidente di tutti gli europei per un’Europa più progressista, con maggiore giustizia sociale, con uno sviluppo sostenibile e, soprattutto, un’Europa in cui siamo capaci di porre le fondamenta di una Costituzione per tutti gli europei.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. – Anche senza mazzo di fiori, bastano le sue parole.

Diversamente dal normale ordine di precedenza e data la giornata particolare, invito l’amico e collega, onorevole David Martin, a prendere la parola.

 
  
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  Martin, David (PSE). – (EN) Signor Presidente, prima di congratularmi con lei, desidero dichiarare che l’intera Assemblea è onorata di avere avuto un illustre europeo e un risoluto democratico come l’onorevole Soares a presiedere le elezioni presidenziali. E’ stato un grande piacere vederlo qui.

(Applausi)

A lei porgo le mie più fervide congratulazioni. E’ stata una vittoria meritata. Lei ha dovuto lottare duramente e lo ha fatto. Lei ha lottato con vigore per il suo obiettivo e durante la campagna elettorale ha dimostrato tutte le qualità che le saranno necessarie per essere un Presidente di prima classe per questa Assemblea. Sono ansioso di lavorare con lei.

Considerate le sue parole e il suo passato in questo Parlamento, so che lei lavorerà per difendere gli interessi e i diritti di ciascun deputato; che lei sarà equo nei confronti dell’intero arco politico; che lei sarà chiaro nella difesa dei diritti di questo Parlamento all’esterno e determinato con le altre Istituzioni se sarà necessario. Le offro il mio sicuro appoggio e la mia lealtà nel corso dei suoi due anni e mezzo di Presidenza. Sono ansioso di lavorare con lei.

Desidero ringraziare il mio gruppo politico, anzitutto per avermi candidato e in secondo luogo per avermi fortemente appoggiato in questi ultimi tre mesi. Forse ancor di più desidero ringraziare coloro che non hanno votato per me. Ho calcolato di aver parlato con circa 300-400 deputati. Ho parlato con tutti i gruppi di questo Parlamento. Ho parlato alle commissioni e agli intergruppi. Ovunque mi sia recato ho trovato un’immancabile cortesia e gentilezza. Anche quando i colleghi erano in disaccordo con me erano pronti ad ascoltarmi. Questa è la democrazia pienamente realizzata. Ringrazio tutta l’Assemblea per il suo comportamento.

(Applausi)

Sempre con questo spirito desidero ringraziare l’onorevole Poettering per le sue parole che rientrano in quella categoria. Questo non è il momento di lunghi discorsi, signor Presidente, ma lei merita la sua vittoria. Le auguro ogni bene. Nel corso della campagna lei ha detto che comunque fossero andate le cose una settimana o due dopo le elezioni ci saremmo fatti un bel brindisi insieme. Non vedo l’ora!

(Ilarità e vivi applausi)

 
  
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  Presidente. – Per quanto riguarda quell’invito, che ora va a finire sul Processo verbale, e che non posso negare, mi ricordo che in un dibattito a Bruxelles il 28 novembre 2001, a proposito del suggerimento testé formulato pubblicamente dall’onorevole Martin, a un certo punto, concludendo le mie osservazioni, avevo detto che la mia parte irlandese avrebbe voluto fare un brindisi, ma l’altra mia parte scozzese non voleva pagarlo.

(Ilarità)

Quindi non abbiamo ancora elaborato norme concernenti le promesse.

(Ilarità)

Chiedo agli onorevoli Bonde, Onesta e Wurtz di unirsi a noi.

 
  
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  Onesta (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, ovviamente come tutti gli altri colleghi non posso che rendere omaggio alla sua vittoria visibilmente meritata perché acquisita con la riflessione, con il dibattito, settimana dopo settimana. Penso che le più belle vittorie siano quelle che si costruiscono lentamente. La sua, dato il ritmo con cui è andata costruendosi, e senz’altro assai bella.

Lei ci aveva annunciato una Presidenza neutrale ma non neutralizzata. Ebbene, dopo il suo primo discorso ho l’impressione che lei manterrà la parola, perché penso che neutrale lei lo sarà: il suo percorso ne è testimone e penso anche che lei ascolterà tutti. La sua Presidenza però non sarà neutralizzata perché lei è un europeo convinto. Ha fatto subito riferimento alla bandiera che noi abbiamo di fronte e lei, signor Presidente, ha alle spalle, ed è vero che quella bandiera ci unisce a prescindere dalle nostre differenze. Differenze che però lei non ha negato parlando una lingua che non è di lavoro ma che è una lingua ufficiale. In questa Europa vi sono tantissime lingue che potrebbero diventare ufficiali il giorno in cui essa sarà più vicina ai cittadini. Sono dell’opinione che lei abbia fatto ricorso a un bel simbolo.

Concludendo, spero che la sua Presidenza rispecchierà il suo primo discorso e sarà volitiva e sorridente.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. – Tenterò.

 
  
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  Wurtz (GUE/NGL). – (FR) Signor Presidente, a nome del mio gruppo e personalmente le porgo le più sincere congratulazioni per la sua elezione. E’ noto che noi non abbiamo appoggiato la sua candidatura ma che rispettiamo la sua persona e siamo democratici. Adesso, lei è il Presidente di tutte e tutti noi. Lei subentra in una carica che nella prima metà della legislatura è stata disimpegnata con successo dalla onorevole Nicole Fontaine che, nel corso di tutto il suo mandato, ha saputo rispettare il pluralismo e collaborare lealmente con tutti. Il nostro auspicio è che tale collaborazione continui anche con lei. Conoscendola, non ho ragioni per dubitarne, pertanto è in questo spirito che le auguro buona fortuna, signor Presidente.

(Applausi)

 
  
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  Pasqua (UEN). – (FR) Signor Presidente, in qualsiasi votazione a scrutinio segreto tenuta in un’Assemblea, vi sono sempre dei rischi e sempre un po’ di incertezza. Debbo dire che alla fine di questa corsa-inseguimento che ci ha appassionato tutti, lei è arrivato in testa, adesso è eletto. Naturalmente ci congratuliamo con lei. Troviamo in lei il Presidente che auspicavamo. In seno alla Conferenza dei presidenti ho avuto modo di constatare il suo senso della diplomazia e l’acutezza dei suoi interventi, il che non esclude, a mio avviso, una certa fermezza.

Detto questo, signor Presidente, nel corso di tutta la giornata ho percepito la sua inquietudine, ho condiviso le angosce che nutre innanzi all’incertezza di questo scrutinio e infine, ho vissuto con lei il risultato come una liberazione.

Fin dalla sua elezione lei ha affermato di essere il Presidente di tutta l’Assemblea, di essere il Presidente di tutti i deputati, di coloro che l’hanno votata e di coloro che non l’hanno votata. Ormai lei è il Presidente di tutti. Naturalmente, se lei consultasse singolarmente i deputati, constaterebbe che quelli che hanno votato per lei sono molto più numerosi del numero che le è stato attribuito. Ma dopo tutto, così stanno le cose.

Le promesse che lei fa, signor Presidente, tenuto conto delle sue qualità irlandesi, non debbono essere rivolte soltanto a un deputato di questa Assemblea. Perciò quando, inaugurando la sua Presidenza, lei deciderà di offrire un bicchiere, capisco le preoccupazioni della sua metà irlandese che dovrà pagare, ma mi permetta di dirle, signor Presidente, che se vuole essere equo e mantenere le promesse, non è solo un bicchiere a una sola persona che lei dovrà offrire, ma ben 626 bicchieri a tutti quelli che sono qui. Eh si, è proprio così, signor Presidente!

Per concludere con una nota più seria, desidero dire che il gruppo che presiedo, il gruppo “Unione per l’Europa delle nazioni” è stato ricettivo alle sue parole iniziali sulla necessità di salvaguardare la diversità delle nostre culture perché la forza dell’Europa sarà data dalla somma delle qualità di ciascuno dei popoli e non dalla tendenza che può esistere qua e là di far sparire tali differenze. Anche di questo prendiamo atto. Contiamo su di lei per questo. Lei può contare sul nostro appoggio ma altrettanto, se del caso, sulla nostra vigilanza per quanto riguarda le decisioni che saranno prese.

 
  
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  Presidente. - La ringrazio, onorevole Pasqua, non le nasconderò più a lungo che domani alle 13.00 tutti i deputati saranno invitati a una bicchierata con me all’esterno del nostro Emiciclo lei compreso, presidente Pasqua.

 
  
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  Cohn-Bendit (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente Pat Cox, lei è stato eletto da una maggioranza ma nel fondo dell’urna vi sono dei voti diversi e desidero ricordarle qualcosa. So che quando si fa parte di un gruppo minoritario, lei è stato a lungo in un gruppo minoritario, si ha l’abitudine di dare consigli a tutti. Resto pertanto fedele alla sua abitudine e do consigli al Presidente di questa Assemblea la cui statura supera di molto quella del presidente di un piccolo gruppo o di un copresidente. Desidero allora ricordarle la saggezza di un vecchio rabbino: quando, in occasione di situazioni difficili, gli veniva detto: ”puoi scegliere fra due possibilità” egli soleva rispondere ”in tal caso scelgo la terza”.

Signor Presidente, ritengo che da oggi lei debba dimenticare chi ha votato per lei e chi ha votato contro di lei. Lei rappresenta l’Istituzione che difende l’interesse comunitario. Lei rappresenta un’idea dell’Europa e quest’idea è attaccata da un uomo politico che fa parte di una delle famiglie di quelli che hanno votato per lei: per caso e a caso, il signor Haider, per caso e a caso, il signor Berlusconi. Mi aspetto che lei prenda posizione non a favore degli interessi di chi l’ha votata ma degli interessi dell’Europa, senza tenere conto di quelli che hanno votato per lei e delle ragioni per cui l’hanno votata.

Questo ci aspettavamo dalla onorevole Nicole Fontaine, che quasi sempre si è comportata così. So che nessuno farà mai tutto ciò che l’Istituzione gli chiede. Però, onorevole Cox, lei si trova di fronte a una sfida morale, questa sfida morale è di emanciparsi dall’immensa forza di coloro che l’hanno sostenuta e che l’hanno candidata. Non sarà facile e se lei avrà bisogno d’indipendenza, di alleati che difendono il pluralismo, il gruppo dei Verdi, sia quelli che hanno votato per lei, sia quelli che per lei non hanno votato, è a sua disposizione. Non si lasci soffocare dagli uni o dagli altri: difendere la libertà del pluralismo, ecco il suo compito in qualità di Presidente.

 
  
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  Riis-Jørgensen (ELDR). – (EN) Signor Presidente, ce l’ha fatta! E’ stato bellissimo. Lei aveva un sogno e lo ha realizzato. Per fortuna lei ha altri sogni e altre visioni e sono certa che li realizzerà.

A nome del gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori, le porgo le nostre più fervide congratulazioni. Siamo fieri di lei e ci mancherà. Ci mancheranno il suo impegno, la sua immaginazione e il suo senso dell’umorismo. Per fortuna però lei resta fra noi e noi faremo il massimo possibile per collaborare con lei e per fare in modo che i suoi sogni, i nostri sogni, diventino realtà. Tanti auguri. Mi mancherà terribilmente!

(Applausi)

 
  
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  Bonde (EDD). – (EN) Signor Presidente, 29 anni fa ho reso visita a Mario Soares nel suo esilio di Parigi. All’epoca non immaginavo che oggi l’avrei ringraziato per l’eccellente conduzione di questa seduta. Ho firmato la lettera del mio ritiro e preparato il discorso di ritiro e mi rammarico che l’ultima votazione sia iniziata con il mio nome. Mi sia consentito di ringraziare i 76 colleghi che mi hanno dato la loro preferenza nel secondo scrutinio per sostenere “la piattaforma per una presidenza equa”.

Fin dall’inizio è stato chiaro che la battaglia si sarebbe svolta fra l’onorevole Cox e l’onorevole David Martin. In seno ai gruppi abbiamo avuto dei buoni dibattiti e uno splendido confronto televisivo organizzato da “European voice” e dalla Campagna per la riforma parlamentare. Il dibattito finale prima della votazione di oggi è stato il risultato di un’iniziativa comune dei cinque candidati. La nostra amicizia non ne è uscita indebolita ma rafforzata.

Caro onorevole Cox, congratulazioni per la sua vittoria. Lei ha ottenuto la maggioranza a scrutinio segreto e la sua elezione non è più il risultato di un accordo. Lei ha un mandato chiaro dall’Assemblea. La campagna elettorale le ha consentito di comprendere i problemi che dobbiamo risolvere. Il sistema di votazione deve essere riformato; il tempo di parola dovrebbe permettere discussioni animate; tutti i deputati dovrebbero avere accesso a tutti i documenti del processo legislativo; i piccoli gruppi e i membri non iscritti dovrebbero avere la loro giusta quota di incarichi; i semplici deputati dovrebbero poter intervenire almeno tre volte all’anno; i nuovi venuti dovrebbero poter assistere in veste di osservatori e la loro lingua dovrebbe essere accettata. La Convenzione deve rappresentare in modo adeguato le diverse opinioni sia della maggioranza federalista, sia delle minoranze. Una democrazia deve sempre essere equa nei confronti delle sue minoranze e lei sarà equo nel trattamento che riserverà alle minoranze di questa Assemblea. Le auguro 30 mesi di duro lavoro a favore equamente di tutti noi. Congratulazioni.

(Applausi)

 
  
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  Balfe (PSE). – (EN) Signor Presidente, a nome del non tanto esiguo gruppo dei Non iscritti di trenta e più membri, alcuni dei quali fuoriusciti da altre formazioni, le porgo le mie congratulazioni per la sua elezione. Il nostro è un gruppo ampio e diversificato con molte filosofie politiche, che spazia su tutto l’arco politico, ma in comune ha il fatto che tutti hanno ricevuto un mandato politico, tutti sono stati sostenuti da migliaia e spesso da milioni di elettori nelle varie elezioni di diversi paesi. Una volta Winston Churchill ha detto che la democrazia talvolta può essere scomoda ma è il sistema migliore che conosciamo.

Anche lei nel suo intervento introduttivo ha accennato a coloro che si sentono marginali. Spesso, i deputati di questo gruppo si sono sentiti marginali; alcuni di essi infatti facevano parte di un gruppo che poi si è sciolto e si sono sentiti molto infelici per il modo in cui ciò è avvenuto. Non desidero fare un intervento di natura politica perché sarebbe difficile trovare un punto politico in comune in questo gruppo; intendo però indicare cosa unisce i membri del gruppo dei Non iscritti, vale a dire il fatto che da lei ci aspettiamo equità e un trattamento ragionevole, ci aspettiamo che lei riconosca i deputati di questa parte dell’Emiciclo quando intervengono e ci aspettiamo che, sebbene alcuni di noi possano apparire inopportuni, lei riconosca che siamo dei democratici e che comunque desideriamo svolgere un ruolo nelle attività di questa Assemblea.

Lei proviene da un piccolo paese e da un piccolo gruppo politico; infatti, sappiamo che lei proviene da un piccolissimo gruppo perché quando è venuto dall’Irlanda lei formava un gruppo di una sola persona. Io adesso sono un gruppo di una sola persona per cui abbiamo qualcosa in comune. Pertanto, da membro di un gruppo composto da una persona all’altro, mi permetta di porgerle le mie congratulazioni. Siamo ansiosi di lavorare con lei e so che tutti i miei colleghi di questi nuovi banchi si aspettano da lei equità di trattamento e, spero, quel rispetto democratico che tutti loro si meritano.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. – Onorevole Balfe, come gruppo formato da una sola persona sono certo della sua unanimità a tal proposito.

Abbiamo espletato le nostre questioni parlamentari ma siamo stati raggiunti anche dai colleghi della Commissione europea, della cui presenza sono grato perché questo è un momento importante della vita democratica del nostro Parlamento.

 
  
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  Prodi, Presidente della Commissione. - Signor Presidente, vorrei rivolgerle le più sentite congratulazioni per la sua elezione alla Presidenza del Parlamento europeo. Essa corona il percorso politico di un europeista leale e convinto, ed è quindi con grande entusiasmo che mi appresto ad instaurare con lei un rapporto di collaborazione che mi auguro pieno e proficuo; così com'è stato pieno e proficuo il rapporto di collaborazione che abbiamo avuto con la signora Fontaine e che ci ha permesso di instaurare una relazione, fra Commissione e Parlamento, che io ritengo davvero esemplare. Una cooperazione forte e costruttiva fra le nostre Istituzioni, infatti, è l'elemento cruciale per il buon funzionamento dell'intero sistema comunitario, e sono certo che sotto la sua guida questo non verrà a mancare.

Onorevoli parlamentari, il vostro ruolo di controllo e di verifica delle funzioni esecutive della Commissione è imprescindibile per il buon funzionamento e per la trasparenza del sistema comunitario. Su questo principio di trasparenza debbono fondarsi i grandi processi in cui le nostre Istituzioni sono impegnate in questo grande momento storico: l'allargamento e il cammino costituente che si è aperto poche settimane fa a Laeken e che comincerà fra pochi mesi qui.

Quest'Aula rappresenta direttamente i cittadini europei ed è ovvio che in essa si svolga il ruolo primario della costruzione della nuova Europa. Il Parlamento e la Commissione hanno, insieme, la possibilità, e anzi il dovere, di dimostrare che si può dar vita a un nuovo rapporto fra i cittadini e le Istituzioni europee.

Signor Presidente, complimenti ancora per la sua elezione. Io sarò lieto, insieme ai miei colleghi Commissari, di collaborare con lei per raggiungere questo obiettivo.

(Applausi)

 
  
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  Sylla (GUE/NGL). – (FR) Signor Presidente, la ringrazio e anch’io mi congratulo. Non ho molto da aggiungere a quanto ha dichiarato il presidente Francis Wurtz.

Mi limiterò unicamente alla seguente osservazione. Spesso ci viene detto che il Parlamento non rispecchia la nostra società, le nostre scuole, i nostri campi di calcio. E’ vero che non vi è ancora una sufficiente presenza femminile, non vi sono ancora abbastanza membri provenienti dall’immigrazione. Per quanto riguarda queste due categorie, invece, vi è un settore, e attiro la sua attenzione su questo, in cui la quota è ampiamente superata, si tratta del personale delle pulizie, gente che si occupa del nostro confort. Se ci prendiamo la briga di farvi attenzione – e siccome lei è il Presidente di tutti, mi preme che lei accordi anche a loro la sua attenzione- ci rendiamo conto che molte delle persone che si occupano del nostro confort provengono dall’immigrazione.

La seconda cosa che volevo dire, e forse non è una battuta, riguarda il fatto che lei ha sorpreso tutti parlando nella sua lingua d’origine. La mia - provengo dal Senegal e sono deputato francese – è il bambara. Non mi resta pertanto che formulare l’auspicio di potermi esprimere, almeno una volta prima della fine di questa legislatura, nella mia lingua madre, perché credo che questa sia la diversità e sia anche un modo di riconoscimento per ognuno, e perché malgrado tutte le nostre differenze, abbiamo un futuro da costruire insieme.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. – Onorevoli colleghi, ringrazio tutti per gli auguri e i consigli che mi avete rivolto e rinnovo il mio invito a tutti i deputati di unirsi a me domani, all’ora di pranzo, per un breve festeggiamento.

L’ordine del giorno reca ora l’elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo. Sono le 17.30. Se vi sono modifiche le accetto ma propongo di fissare la scadenza per la presentazione delle candidature alle 18.00. Dovranno essere presentate al vicesegretario generale nella sala R 00-101 dell’edificio Louise Weiss. Spero che siate d’accordo.

 
  
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  Barón Crespo (PSE). – (FR) Signor Presidente, per evidenti ragioni, dobbiamo fare una scelta fra due scenari possibili e le chiediamo pertanto di rispettare l'ordine del giorno stabilito, vale a dire che il termine di presentazione delle candidature sia prorogato fino alle 18.30.

 
  
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  Presidente. – Tale richiesta scaturisce probabilmente da circostanze speciali e quindi, se l’Assemblea è d’accordo, – abbiamo avuto una lunga giornata di votazioni e per i deputati è necessario riunirsi e consultarsi – ad accettare la richiesta, le candidature dovranno essere presentate entro le 18.30 e ciò significa che procederemo allo scrutinio alle 19.00.

Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle 17.35, riprende alle 19.05)

 
  
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  Banotti (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, anzitutto mi congratulo sentitamente con lei per la sua elezione. Desidero soltanto fare un annuncio tecnico prima dell’inizio dello scrutinio. Vi è stato un guasto generale di cinque minuti nella nostra rete informatica, causato da un hardware difettoso. Il problema è stato individuato e risolto e la buona notizia è che il sistema adesso funziona. Non facciamoci prendere quindi dal panico perché le persone giuste se ne stanno occupando e non dovremmo avere più problemi.

 

2. Elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca l’elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo.

Vi do lettura dell’elenco dei candidati che ho ricevuto. Le candidature presentate sono le seguenti: onorevoli Cederschiöld, Colom i Naval, Dimitrakopoulos, Friedrich, Imbeni, Lalumière, David Martin, ...

(Vivi applausi)

... Onesta, Pacheco Pereira, Podestà, Provan, Puerta, Gerhard Schmid, Vidal-Quadras Roca.

I candidati mi hanno comunicato di accettare le rispettive candidature. Il numero di candidati non supera il numero di seggi da assegnare. Pertanto, ai sensi dell’articolo 13, paragrafo 1 del Regolamento, vi propongo di eleggerli per acclamazione.

(Vivi applausi)

I vostri applausi sono l’acclamazione che conferma l’elezione a vicepresidenti dei quattordici candidati. Tuttavia, dobbiamo votare per stabilire l’ordine di precedenza. Dichiaro questi candidati eletti vicepresidenti del Parlamento europeo e globalmente e singolarmente porgo loro le mie congratulazioni per la loro elezione.

A questo punto occorre procedere alla votazione per determinare l’ordine di precedenza. Poiché votiamo soltanto per determinare l’ordine di precedenza non è necessaria la maggioranza assoluta. Le schede di voto per stabilire l’ordine di precedenza vengono distribuite. Gli scrutatori sono gli stessi dell’elezione del Presidente. Chiedo pertanto agli scrutatori di prendere posto accanto alle urne di voto.

 
  
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  Friedrich (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, avrei una domanda: ci è sempre stato detto che occorre contrassegnare il nome di almeno sette candidati affinché la scheda di voto sia considerata valida. E’ applicabile tuttora tale requisito, secondo cui occorre apporre una croce accanto almeno a sette candidati?

 
  
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  Presidente. - Onorevole Friedrich, secondo le mie informazioni lei può contrassegnare il numero di candidati che vuole, pochi o tanti, come lei desidera. Non vi sono regole al riguardo, può fare a suo piacimento.

Utilizzate, per favore, soltanto le schede ufficiali e contrassegnate le caselle corrispondenti ai candidati per i quali volete votare. Se desiderate modificare il vostro voto, chiedete all’usciere una nuova scheda di voto e consegnate la vecchia.

Procediamo ora allo scrutinio.

Il risultato sarà annunciato domani.

Per l’elezione dei Questori la scadenza per la presentazione delle candidature è fissata alle 22.00 di oggi.

Le candidature dovranno essere presentate al vicesegretario generale nella sala R00.101 dell’edificio Louise Weiss.(1)

(La seduta termina alle 19.28)

 
  

(1) Richiesta di procedura d’urgenza - Ordine del giorno della prossima seduta: cfr. Processo verbale

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