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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 14 maggio 2002 - Strasburgo Edizione GU

4. Spazio europeo di ricerca (2002-2006)
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la raccomandazione per la seconda lettura, (A5-0153/2002) presentata dall’onorevole Caudron a nome della commissione per l’industria, il commercio estero, la ricerca e l’energia, sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al sesto programma quadro della Comunità europea di azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a contribuire alla realizzazione dello spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006)

 
  
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  Caudron (PSE), relatore. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il 14 novembre scorso il nostro Parlamento ha adottato a larghissima maggioranza la mia relazione sul sesto PQRS. All’epoca avevamo mantenuto la struttura, i principi e la filosofia del progetto Busquin pur completandolo con contributi della società civile provenienti dal mondo della ricerca per rispondere meglio alle aspettative degli europei.

Il 10 dicembre 2001, il Consiglio “ricerca”, in modo senz’altro eccellente, ha risposto a molti dei nostri quesiti e proposte. Da quella data, abbiamo continuato a lavorare collettivamente per precisare taluni punti e migliorare ancora il programma quadro in stretta collaborazione con il Commissario Busquin e i suoi servizi nonché con la Presidenza e il Ministro Marimón. Nessuno si è risparmiato, ognuno ha ascoltato gli altri e abbiamo cercato di capirci, di tenere conto dei vincoli altrui e di trovare dei compromessi.

Il 23 aprile scorso la nostra commissione per l’industria, il commercio estero, la ricerca e l’energia ha approvato 90 emendamenti, di cui 30 da inserire nei programmi specifici. In tali emendamenti esprimevamo una nostra richiesta di nuove precisazioni sugli strumenti di attuazione del programma, sull’aiuto alle PMI e alle microimprese. Abbiamo insistito sulla ricerca, sullo sviluppo sostenibile e sulla riduzione dei costi esterni, ambientali. Abbiamo ricordato il nostro attaccamento alla ricerca fondamentale. Infine, abbiamo ribadito l’importanza della ricerca nel campo della salute e della lotta contro le grandi malattie senza dimenticare ciò che riguarda la ricerca umana e della società.

Prima e dopo quelle votazioni, i vari incontri a livello di trilogo, formali e informali, hanno consentito il ravvicinamento dei punti di vista. Le équipes amministrative e tecniche delle tre Istituzioni, i deputati coinvolti e i loro assistenti hanno lavorato accanitamente. Il 7 maggio, durante un lungo trilogo particolarmente fruttuoso siamo giunti ad accordi che si sono esplicitati in 34 emendamenti di compromesso che la commissione ITRE, ieri sera, ha approvato quasi all’unanimità affidandomi, nella mia veste di relatore, il mandato di sostituirli agli emendamenti approvati il 23 aprile.

Sulla questione più delicata dell’etica è scaturito un ampio accordo affinché la Commissione confermi chiaramente i limiti da non superare in materia, il Consiglio ne tenga conto e il tutto risulti concretamente nei programmi specifici. Il Commissario Busquin dovrebbe confermarcelo fra poco. Solo poche ore ci separano dall’adozione definitiva, il Consiglio ci ha già informati per iscritto del suo accordo sui 34 emendamenti di compromesso che domani saranno sottoposti al vostro voto.

Desidero concludere il mio intervento ringraziando nuovamente la Presidenza belga che aveva consentito una posizione comune molto positiva fin dal 10 dicembre 2001. Rinnovo i miei ringraziamenti al Commissario Busquin e ai suoi servizi che hanno dato prova di saper ascoltare, di comprensione, di rispetto nei confronti del Parlamento e d’immaginazione per proporre soluzioni. Grazie anche al presidente Westendorp e a tutto il segretariato della commissione ITRE. Un grazie agli amministratori e ai segretariati dei gruppi politici e un altro grazie alla mia assistente Gaëlle Le Bouler. Un caloroso ringraziamento ai colleghi che hanno lavorato con me su questo dossier per un anno e mezzo: i relatori ombra, i coordinatori, i relatori per parere. Consentitemi di citare fra di essi: gli onorevoli Wim van Velzen, Yves Piétrasanta, Konstantinos Alyssandrakis, le onorevoli Plooij-van Gorsel e McNally. Un grazie particolare alla Presidenza spagnola e al Ministro Marimón che hanno dato prova di ascolto e di disponibilità tali da meritare di essere specialmente riconosciuti e ringraziati.

Onorevoli colleghi, ho quasi concluso questa che senza dubbio sarà la mia ultima grande relazione europea dopo tredici anni in quest’Aula. In rotta con il PS francese da sei mesi, nelle elezioni legislative francesi sarò candidato della sinistra della società civile contro un candidato dell’apparato del PS. O sarò eletto e vi lascerò, o sarò sconfitto e il PS mi farà certamente escludere dal gruppo del PSE. In entrambi i casi, la mia situazione sarà totalmente stravolta ed è per questa ragione che desidero concludere questa fase della mia vita politica avendo contribuito all’avvento di un ottimo programma di ricerca europeo che, con 17 miliardi e mezzo di euro, rappresenta la terza politica europea. In questa mattina del 14 maggio 2002, volevo esprimere la mia legittima fierezza, rendere omaggio al mondo scientifico europeo con il quale ho strettamente lavorato e ringraziare nuovamente tutti i miei colleghi e i loro collaboratori che per un anno e mezzo mi hanno aiutato e sostenuto.

(Applausi)

 
  
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  Van Velzen (PPE-DE). - (NL) Signor Presidente, inizio con una dichiarazione inusuale. Voglio augurare personalmente al signor Commissario buona fortuna per la difficile situazione personale che sta attraversando a causa della malattia della moglie. Voglio che sappia che gode di tutto il nostro appoggio.

Signor Presidente, il gruppo PPE dà il suo appoggio entusiasta e incondizionato ai compromessi raggiunti. Alcuni dei miei colleghi hanno motivi che li spingono a presentare un emendamento al paragrafo relativo alla questione etica, la cosiddetta procedura delle 32 firme. Penso che sia un bene che i nostri colleghi esercitino tale diritto per poter dimostrare che ai loro occhi il paragrafo sulla questione etica non è redatto in modo sufficientemente ambizioso. Francamente, signor Presidente, spero anche che il Consiglio e la Commissione coglieranno l'occasione per venirsi incontro nel prossimo futuro, per venire incontro anche al Parlamento, e per discutere più diffusamente delle questioni etiche. Queste ultime restano irrisolte nel sesto programma quadro - sappiamo che fra gli Stati membri le posizioni sono diametralmente opposte - ma credo che valga davvero la pena approfondire lo scambio di opinioni su questo punto.

Ringrazio l'onorevole Caudron per la sua eccellente collaborazione, caratterizzata da apertura e disponibilità al dialogo. Ringrazio anche il nostro presidente, onorevole Westendorp, per i suoi ottimi consigli e per il suo appoggio, nonché il Commissario, il suo gabinetto e i membri della Commissione per il loro atteggiamento estremamente positivo e rivolgo un ringraziamento particolare anche al Consiglio. La Presidenza belga è stata eccellente, ma quella spagnola è un esempio di come Consiglio e Parlamento riescono a collaborare e a mio avviso siamo giunti a questo risultato grazie al Consiglio.

Resta ovviamente che il bilancio è stato sensibilmente ritoccato nel senso da noi auspicato. In qualità di parlamentare è evidente che non sono mai contento, ma alla fine si deve accettare il compromesso. Personalmente sono molto lieto che adesso relativamente alla ricerca sul cancro si sia riusciti a creare un esempio di come stanziare fondi sia nazionali che europei e di come combinando due fondi si riesce a sviluppare una forza molto più grande nel settore della ricerca sul cancro. Me ne rallegro infinitamente. Mi rallegro inoltre che si sia resa più forte e coerente la relazione fra il programma quadro e il programma specifico e ringrazio il Consiglio per i suoi sforzi in questo senso.

Signor Presidente, tutto considerato penso che sia valsa davvero la pena percorrere una strada tanto lunga per ottenere alla fine questo risultato. Ma siamo anche in grado di dire al mondo scientifico che Parlamento, Consiglio e Commissione, tutti e tre insieme, hanno collaborato per ottenere il miglior risultato possibile in questo momento e credo che questo oggi rappresenti un grande successo per il Commissario, ma soprattutto per noi tutti.

(Applausi)

 
  
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  McNally (PSE).(EN) Signor Presidente, desidero anch’io aggiungere le mie congratulazioni a quelle già espresse nei confronti del relatore, della Presidenza spagnola e del Commissario Busquin, il quale ha dimostrato pazienza, comprensione e rispetto esemplari per le posizioni del Parlamento.

In tutta Europa vi sono persone dotate di un alto quoziente intellettivo che attendono le decisioni che adotteremo questa settimana, perché l’anno prossimo potranno utilizzare la loro intelligenza a nostro favore. Noi finanzieremo il loro lavoro che andrà a sostegno della nostra economia e della nostra società. Esiste una forte correlazione tra sforzo della ricerca e successo economico e l’Unione europea finalmente sta dando un esempio e sta dimostrando di comprendere tale collegamento.

Sul sesto programma quadro di ricerca siamo riusciti a raggiungere in Parlamento un consenso assai ampio, oltre le divisioni politiche e nazionali. Il programma che presentiamo pone in evidenza settori chiave della ricerca ma al contempo esprime gli auspici dei cittadini europei rispetto a piaghe quali il cancro ed altre malattie e rispetto a pericoli ambientali che vanno combattuti con intelligenza.

Questa è una parte del settore della ricerca europea. Gli Stati membri devono fare il resto. E’ la loro responsabilità. L’Unione europea sta facendo la propria parte. Ringrazio quanti hanno consentito che fossero spesi più soldi nel settore importante della scienza e della società, che include un esame dettagliato dell’etica. Il gruppo socialista non sosterrà gli emendamenti sull’etica, ma apprezziamo la dichiarazione che è stata presentata.

Alla fine di un processo tanto lungo, desidero ringraziare ancora una volta il nostro eccellente relatore per il suo eccelso lavoro, i nostri relatori ombra e tutti gli altri che hanno collaborato. Cervelloni d’Europa, i soldi stanno per arrivare!

(Applausi)

 
  
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  Plooij-van Gorsel (ELDR). - (NL) Mi associo con gioia alle parole dei miei colleghi e ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del presente programma quadro.

In questo momento, onorevoli colleghi, non esiste un vero spazio di ricerca europeo. Uno dei presupposti più importanti per la sua realizzazione è un'infrastruttura di comunicazione rapida e ben funzionante. Per questo motivo il gruppo liberale ha sempre attribuito tanta importanza al progresso del progetto GEANT. Del resto, per la collaborazione fra i ricercatori una comunicazione rapida e funzionante è essenziale. Pertanto sono lieta che sotto la pressione del Parlamento innanzitutto il bilancio per GEANT sia stato aumentato e secondo che la struttura di gestione sia stata sensibilmente migliorata grazie agli accordi presi all'interno della Commissione europea.

Signor Presidente, un altro presupposto importante per la collaborazione e il trasferimento delle conoscenze è la mobilità dei ricercatori. Tengo ad attirare la vostra attenzione anche su questo punto. Molti dei nostri elementi migliori - lo sento dire dappertutto nel mondo della ricerca - a volte si recano per qualche tempo in America per familiarizzarsi con i nuovi sviluppi. Ma in Europa mancano i giusti presupposti per il ritorno di questi ricercatori, cosicché a volte preferiscono restare in America. In tal modo noi perdiamo i nostri cervelli, che invece ci servono per trasformare l'Europa nell'economia basata sul sapere più dinamica e competitiva del mondo.

Il mio ultimo punto, Signor Presidente, riguarda le questioni etiche, di cui si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi. Mi preme parlare dell'atteggiamento di taluni colleghi, che tentano di bloccare sul nascere le innovazioni nel campo della ricerca biomedica. Anche il gruppo liberale è ben consapevole dei dilemmi etici posti dal rapido sviluppo delle possibilità tecnologiche. Occorre assumere un'impostazione sfumata e ben ponderata. Ma come possiamo diventare quella economia competitiva se ci opponiamo a tutte - lo sottolineo, a tutte - le novità con la scusa degli standard morali e se addirittura tentiamo di imporre le nostre opinioni agli altri Stati membri? Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, vi posso dire che il gruppo liberale è lieto dell'attuale formulazione contenuta nella posizione comune relativamente alle questioni etiche.

 
  
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  Piétrasanta (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, in primo luogo mi preme ringraziare il nostro relatore, onorevole Caudron, nonché i relatori ombra. L’onorevole Caudron ha svolto un eccellente lavoro di ascolto e per noi è stato un piacere collaborare con lui alla realizzazione di questo sesto programma quadro.

Per quanto riguarda il Consiglio, debbo ringraziare anche la Presidenza belga, nella persona del Ministro de Donnea, per l’impegno a favore delle proposte che specialmente questo Parlamento auspicava, nonché l’attuale Presidenza spagnola. Comunque il vero artefice del sesto programma quadro è proprio il Commissario Busquin. Mi preme rendergli omaggio e ringraziarlo perché ha sempre ascoltato le nostre proposte; le ha ascoltate con competenza e con umanesimo. Mi preme ringraziarlo sinceramente per il suo contributo a questo sesto programma quadro che è il programma dello spazio europeo della ricerca – è una sua idea – e dei nuovi strumenti: reti integrate, reti d’eccellenza, programmi integrati e “scala d’eccellenza”.

Naturalmente, affronteremo i vari temi. C’è il caso difficile dell’etica, che non voglio eludere perché ci preoccupa. In seno ai Verdi sembra che si stia delineando una maggioranza per non adottare emendamenti sull’etica. Ci sentiamo coinvolti da questa grave questione e dobbiamo renderci conto che il pubblico e gli scienziati europei ci guardano mentre prendiamo decisioni in questo campo. Riconosco che la questione dell’impiego di embrioni per la ricerca è una questione assai personale, che vi sono oppositori e sostenitori di questo utilizzo in tutti i gruppi politici e non tradirò nessun segreto dicendovi che anche in seno al nostro gruppo esistono opinioni divergenti. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che, nella sua prima lettura, il Parlamento, ha approvato un emendamento volto a limitare le attività di ricerca in questo campo estremamente delicato. Attualmente, sembra probabile che il Parlamento accetti la proposta del Consiglio di non trattare l’etica in dettaglio nel programma quadro e se accettiamo questa proposta del Consiglio riconosciamo, di fatto, che tali questioni etiche debbono essere decise dagli esperti, dagli scienziati, dalla Commissione ma non da noi politici. Forse vi sono buone ragioni per accettare il compromesso ed ognuno di noi deve decidere se sia meglio evitare la conciliazione o trovare una soluzione soddisfacente a questi problemi etici. Per il momento, posso dirvi unicamente che quando ci incontreremo con i membri dei nostri gruppi per discutere la questione etica, non dovremo dimenticare che agli occhi dell’opinione pubblica, si tratta di questioni politiche di cui noi politici, uomini e donne, siamo responsabili: si tratta di una responsabilità che non possiamo delegare.

Abbiamo altre ragioni per essere soddisfatti di questo programma quadro: il tema dello sviluppo sostenibile è stato introdotto per la prima volta con un bilancio molto importante, superiore a 2,2 miliardi di euro; la ricerca sull’energia, nell’ambito delle energie rinnovabili, raggiunge il livello della ricerca sull’energia nucleare; anche i trasporti sostenibili e le ricerche sugli ecosistemi urbani e rurali, in particolare con una nozione ecologica, sono temi accettati. D’altro canto ci rallegriamo degli stanziamenti che sono stati aggiunti per le relazioni internazionali segnatamente per quanto riguarda il tema scienza e società.

Non ci resta che migliorare al massimo il sesto programma quadro in occasione dei programmi molto specifici che verranno sviluppati, come la Commissione ha promesso e sui quali faremo rapporto ben presto.

 
  
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  Alyssandrakis (GUE/NGL).(EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero anzitutto ringraziare il relatore Caudron per il suo enorme impegno. Desidero inoltre ringraziare il Commissario Busquin, il Presidente in carica del Consiglio Marimón, nonché ciascuno dei relatori ombra dei gruppi politici, il presidente della commissione per l’industria Westendorp e tutto il personale di segreteria intervenuto nel processo per l’ottima cooperazione instaurata sin dall’inizio.

Esaminando il risultato al quale si giunge, devo dire che è nettamente migliore rispetto al testo iniziale e, per questa ragione, il nostro gruppo lo appoggerà. Vi sono però alcuni punti sui quali vorrei soffermarmi, sia per quanto riguarda la procedura di attuazione del programma quadro, sia per quanto concerne i programmi successivi. Se il programma quadro individua correttamente una serie di aspetti di punta per la ricerca oggi, esso impartisce però un orientamento a mio avviso troppo restrittivo, con pochissimi spazi che consentano a tutti i settori di ricerca degni di aiuti di poter beneficiare dei finanziamenti. Poiché oggettivamente il programma quadro indica agli Stati membri la via da seguire nella ricerca, temo l’eventualità di un orientamento troppo unilaterale in genere.

Il secondo elemento che ci sta a cuore è appurare chi potrà beneficiare, in ultima analisi, dei finanziamenti e temo che buona parte di questi andrà all’industria, mentre una piccola parte verrà destinata a università, centri di ricerca e piccole équipes scientifiche, senza tener conto dalla qualità del lavoro che svolgono.

Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, in tutti gli Stati membri dell’Unione vi è un enorme potenziale di ricerca. Se riusciremo a valorizzarlo, a finanziarne le attività, ad applicarne i risultati, avremo reso un ottimo servizio alle future generazioni.

 
  
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  Ribeiro e Castro (UEN).- (PT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, naturalmente il nostro gruppo appoggia in linea di massima il sesto programma quadro e l’obiettivo che qui si realizza, vale a dire mezzi finanziari più cospicui per la politica europea della ricerca. Siamo consapevoli dell’enorme rilevanza di questo programma per la ricerca scientifica dell’Unione e del fatto che si tratta di un passo decisivo verso la creazione di uno spazio europeo di ricerca.

Tuttavia, la ragione del mio intervento – di un solo minuto – è, ancora una volta, di richiamare l’attenzione sulle questioni etiche che non possono assolutamente essere trascurate. Il nostro gruppo è del parere che la redazione dell’articolo 3 non sia soddisfacente. Pertanto, manteniamo il nostro emendamento n. 89 che, a nostro avviso, prospetta una soluzione corretta: il principio dell’unanimità legislativa. Questa materia etica è di estrema delicatezza e dobbiamo affidarci alle decisioni che, al più alto livello, vengono prese dai vari Stati membri sulla questione. Pensiamo quindi che i fondi europei della ricerca debbano poter essere utilizzati per gli obiettivi e conformemente alle tecniche e ai mezzi che in nessun Stato membro sono considerati illegali.

 
  
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  Raschhofer (NI). - (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la votazione sulla relazione sul sesto programma quadro di ricerca vengono poste le basi di progetti di finanziamento il cui volume complessivo ammonta a ben 17,5 miliardi, una somma senz'altro considerevole. Il numero incredibilmente elevato di emendamenti presentati già in prima lettura ha dimostrato quanto siano contrastanti le posizioni all'interno del Parlamento in merito all'impostazione del programma quadro. Anche ora, in seconda lettura, i punti più controversi riguardano la definizione dei principi etici fondamentali. Date le profonde divergenze d'opinione, è alquanto difficile raggiungere un compromesso fra i Quindici sui limiti della ricerca nel campo delle cellule staminali.

In futuro saremo sicuramente chiamati ad occuparci ulteriormente delle questioni di bioetica. Personalmente giudico problematico l'utilizzo di embrioni a scopo di ricerca e soprattutto non posso avvallare che venga finanziato con fondi europei destinati alla ricerca ciò che in alcuni dei 15 Stati membri è vietato.

 
  
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  Liese (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esito della procedura legislativa giunta ora a termine relativamente alla relazione Caudron e al sesto programma quadro di ricerca presenta a mio avviso luci e ombre. Tutta una serie di proposte avanzate dal Parlamento europeo sono state accolte nella posizione comune, nella proposta della Commissione e quindi abbiamo ottenuto qualche risultato. A mio parere fra gli aspetti particolarmente positivi va citato il fatto che le malattie dei bambini e il relativo trattamento siano entrate a far parte della politica di ricerca europea. Purtroppo inizialmente la proposta ha suscitato resistenze che tuttavia si è riusciti in seguito a superare.

Di particolare importanza mi pare anche il fatto che nella priorità 1 rientrino non soltanto le biotecnologie - con tutte le opportunità che esse ci offrono - ma anche la ricerca medica in generale. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questi miglioramenti: la Commissione, il Commissario Busquin, il relatore, l'onorevole Caudron, i relatori ombra, in particolare l'onorevole van Velzen, e la Presidenza spagnola. Il compromesso raggiunto presenta tuttavia secondo me anche un limite alquanto grave e rilevante: non sono state stabilite norme chiare per l'operato in settori di ricerca estremamente delicati dal punto di vista etico.

Naturalmente anche il Parlamento europeo ha le proprie difficoltà in questo ambito ma in prima lettura abbiamo approvato un emendamento che, per lo meno, potesse fungere da criterio orientativo per l'Europa. Benché non lo condivida al cento percento si tratta comunque di un compromesso che si è concretizzato in tale ambito. Purtroppo il Consiglio si è sottratto alle proprie responsabilità e non ha definito regole chiare in materia.

Ciò determina ora una situazione difficile per tutte le parti in causa, una situazione di incertezza del diritto. Il testo pone alla Commissione un compito tutt'altro che facile, in quanto non contiene alcun mandato, per esempio a sostegno della ricerca con embrioni umani senza tuttavia neppure escludere chiaramente tale possibilità. Tutto ciò darà adito a controversie. Anche per questa ragione dovremo proseguire gli sforzi in vista di un compromesso. Sono disposto, anche in contrasto con le mie convinzioni personali, che sono alquanto restrittive, a collaborare per raggiungere un compromesso. Finché non avremo un tale compromesso, però, non potremo neppure procedere a un finanziamento comune. La sussidiarietà non può significare che, pur non avendo regole comuni - ciascuno fa ciò che vuole -, però paghiamo tutti insieme. Pertanto in questo ambito dovranno ancora essere presentati e votati degli emendamenti.

(Applausi)

 
  
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  Westendorp y Cabeza (PSE).(ES) Signor Presidente, signor Commissario, ci sono momenti in cui ci si sente particolarmente felici di appartenere a un'Istituzione e questo è uno di quelli. Le tre Istituzioni hanno funzionato bene, proprio come i cittadini europei sperano funzionino le istituzioni legittimamente create. Lo hanno fatto con efficienza e rapidità, grazie al Commissario Busquin e anche alla Presidenza belga, giunta a un difficile accordo sul pacchetto finanziario che, come tutti ricorderanno, cinque anni fa era stato il pomo della discordia causando un ritardo nell'adozione del Quinto programma quadro, cosa che non si ripeterà.

Grazie anche alla Presidenza spagnola, che ha colto specialmente la sensibilità del Parlamento europeo e grazie soprattutto a tutti i relatori, sia al relatore principale onorevole Caudron che ai relatori ombra, intervenuti con professionalità nell'intento di servire l'Europa. Pertanto questo è uno dei momenti in cui ci si può sentire veramente felici e lieti di rappresentare questa Istituzione.

I lavori non sono ancora stati ultimati, indubbiamente vi sono alcune incognite, fra cui quella relativa all'etica. Noi siamo molto rispettosi di tutti coloro che hanno una sensibilità diversa dalla nostra. Però vorrei anticipare che vi renderete conto come, con la proposta di posizione comune del Consiglio e con la dichiarazione della Commissione in tutti i programmi specifici, si verrà incontro a ogni vostra preoccupazione. Soprattutto non bisogna permettere che il tema sia tale da non consentire l'adozione di un programma quadro nel quale la comunità scientifica europea ha riposto le proprie speranze.

 
  
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  Ahern (Verts/ALE).(EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Caudron e il Commissario Busquin per il duro lavoro in circostanze difficili. In particolare esprimo il mio apprezzamento per la sostenibilità e le energie rinnovabili nel programma.

In merito ai dilemmi etici nella bioteconologia dobbiamo considerare con estrema serietà tali dilemmi e gli sforzi di rispondere alle preoccupazioni etiche relative al finanziamento europeo della ricerca. In particolare: la brevettabilità del genoma umano; la clonazione umana nelle sue varie forme; la manipolazione e la modifica della linea germinale umana – una preoccupazione particolare – e la creazione e l’utilizzo degli embrioni umani nella ricerca. I nostri cittadini sono molto preoccupati e le nostre politiche e il nostro finanziamento dovrebbero corrispondere alle loro preoccupazioni.

Nutro qualche preoccupazione anche riguardo al benessere degli animali, in particolare in termini di sviluppo di metodi di validazione alternativa per i test sugli animali e di accelerazione della sostituzione di test di tossicità sugli animali per i prodotti chimici.

In merito ai fondi destinati alla salute, ho apprezzato le modifiche apportate e desidero ringraziare l’onorevole Caudron perché la ricerca sul genoma umano non può essere l’unica area della ricerca sulla salute finanziata dall’UE. Stava per essere così e mi rallegro per i finanziamenti a favore della salute e della medicina complementare.

Infine so che il programma Euratom non rientra nel programma facente capo alla Comunità europea ma apprezzerei se il Commissario potesse garantire che la Commissione rifletterà sulle preoccupazioni del Parlamento europeo riguardo a tali attività, e in particolare sui nostri emendamenti al programma Euratom.

 
  
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  Dell’Alba (NI). – (FR) Signor Presidente, Commissario Busquin, onorevoli colleghi, in nome dei radicali italiani, vorrei rendere omaggio al relatore, onorevole Caudron, per avere portato a buon fine questa seconda lettura di un tema assai difficile: il presidente Westendorp ha giustamente dichiarato che possiamo essere fieri che ci venga presentato nella stessa veste in cui era stato approvato in sede di commissione competente.

Dopo che una commissione temporanea d’inchiesta, che aveva tentato di spianare il terreno senza riuscirvi, ha fatto cilecca, l’attuale posizione del Parlamento sulla relazione Caudron è, ovviamente, un compromesso ma a mio avviso è molto importante per i nostri paesi, per la ricerca, per il futuro di milioni di persone che oggi vedono nella ricerca sulle cellule staminali una possibilità di vita reale e non di vita immaginaria, di cui si è parlato molto in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi in seno a questo Parlamento. Questo compromesso, che prevede in particolare che con il programma quadro si possano finanziare ricerche sugli embrioni “eccedenti” fino a 14 giorni, per potervi trovare le cellule staminali suscettibili di curare malattie oggi incurabili, costituisce un passo fondamentale rispetto al quale non possiamo fare marcia indietro. Lancio un appello alla Commissione perché si prodighi al massimo affinché il compromesso, che beninteso esclude qualsiasi manipolazione volta alla clonazione umana a fini di riproduzione, pur essendo finalmente un notevole passo avanti della ricerca, rappresenti una luce di speranza per milioni di cittadini europei. Non dobbiamo deluderli. Dobbiamo approvare la relazione dell’onorevole Caudron tale e quale.

 
  
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  Purvis (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, in qualità di autore della relazione dell’anno scorso sul futuro delle industrie biotecnologiche, non posso che accogliere con grande piacere l’elevata priorità riconosciuta alle scienze della vita nel sesto programma quadro di ricerca e fortemente sostenuta nell’eccellente relazione dell’onorevole Caudron.

Per quanto riguarda il settore della salute vi sono grosse prospettive di cure innovative per alcune delle malattie più temute dall’umanità: tumori, cardiopatie, diabete e fibrosi cistica, tutte le malattie neurologiche, quali Alzheimer, Parkinson, demenza, sclerosi laterale amiotrofica, lesioni spinali e del cervello. L’intervento genetico potrebbe eliminare disastri ereditari come l’emofilia e la Corea di Huntington che colpiscono così tragicamente alcune famiglie.

Nel settore dell’agricoltura il potenziale non è meno allettante nonostante la campagna di opposizione da parte di interessi costituiti vergognosi. Centinaia di migliaia di persone sono morte e continuano a morire a causa del fumo e degli incidenti stradali ma nessuno è mai morto a causa di prodotti agricoli o alimenti geneticamente modificati.

Un simile potenziale positivo è possibile e si tradurrebbe in un ridotto utilizzo di erbicidi e pesticidi, un minor consumo energetico, minore rilascio di CO2 , una maggiore qualità e rese più elevate. Senza considerare poi il potenziale per i paesi in via di sviluppo rispetto al problema della fame, dell’attività agricola in terreni salini e aridi, delle carenze vitaminiche, prevenendo così milioni di casi di malattia.

Mi appello alla Commissione e ai governi degli Stati membri perché si facciano forza e si battano con determinazione per quello che notoriamente è un bene per l’umanità. La nostra comunità scientifica, i nostri ricercatori – non di meno nel mio collegio in Scozia che è leader in questi settori vitali – meritano il nostro convinto sostegno, che possiamo esprimere non soltanto approvando a larga maggioranza la relazione dell’onorevole Caudron, ma appoggiando la procedura semplificata e giuridicamente certa per l’autorizzazione dei prodotti biofarmaceutici, dei prodotti e alimenti geneticamente modificati a fini sperimentali e commerciali e per la tutela della proprietà intellettuale con un brevetto comunitario economico ed efficace.

L’approvazione del sesto programma quadro di ricerca è soltanto l’inizio. Dobbiamo seguire i passi pratici che realizzeranno pienamente il potenziale della biotecnologia.

 
  
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  Linkohr (PSE). - (DE) Signor Presidente, è stata compiuta una grande opera e vorrei ringraziare davvero di cuore l'onorevole Caudron, ma anche il Commissario Busquin, che in questo programma si è distinto in particolare per il contributo di nuove idee. Gli auguro di ottenere grande successo nell'esecuzione di questo programma. Non sarà semplice, non soltanto con i 15 Stati membri ma anche con gli altri Stati che partecipano al programma, gestire e attuare un programma di così grandi dimensioni. In ogni caso faccio i miei migliori auguri per questa impresa!

Sono molto soddisfatto che siano state riprese due tematiche sulle quali ho ripetutamente richiamato l'attenzione. Si tratta, in primo luogo del tema dei lavori di ricerca per il miglioramento dello sminamento delle mine antiuomo. Alla Commissione chiedo che questi lavori vengano riuniti il più possibile sotto un unico tetto. Il secondo tema è quello del disarmo, di un contributo allo smantellamento delle armi ABC, un contributo tecnico alla distruzione di queste armi. Leggendo i quotidiani di oggi apprendiamo che le ex superpotenze vogliono liquidare l'eredità della guerra fredda, ossia che intendono davvero procedere a un disarmo su vasta scala. L'Unione europea potrebbe svolgere un nobile compito contribuendo a tale processo.

Per quanto riguarda gli aspetti etici, abbiamo raggiunto un compromesso. La Commissione ha rilasciato una dichiarazione che sostanzialmente coincide con quanto il Parlamento europeo ha deciso in prima lettura. A tale proposito la mia richiesta sarebbe quella di portare avanti il discorso sulle finalità della scienza, anche sull'etica in Europa. Il vero problema non è costituito dal Consiglio, dal Parlamento o dalla Commissione, bensì dalle diverse opinioni pubbliche. Sarebbe importante contribuire in tal senso, avviare un dibattito pubblico il più possibile ampio sullo scopo, il contenuto, la finalità della scienza e tecnologia in Europa e questo aspetto dovrebbe assumere un'importanza cruciale nel corso del sesto programma quadro. A tale proposito vorrei assicurarvi che il Parlamento europeo è interessato a tutto ciò. Essendo stato personalmente cofondatore della STOA, so che cosa significhi l'importante compito della valutazione delle tecnologie e mi auguro che collaboreremo proficuamente con la Commissione.

 
  
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  Fiori (PPE-DE). - Signor Presidente, non posso che complimentarmi col relatore Caudron e dispiacermi se questa sarà l'ultima delle grandi relazioni che egli ha svolto al Parlamento europeo. Il lavoro della sua relazione è stato in effetti notevole e apre grandi speranze in tanti campi della ricerca.

Io continuo ad avere una determinata posizione sui temi della bioetica, sui quali posso dire - a lei, signor Commissario, e ai miei colleghi - che ho solo dubbi. Da due anni sto lavorando su questi temi, e ho solo dubbi e una sola certezza, rappresentata dal valore inviolabile della dignità umana.

Probabilmente io credo nelle istituzioni che tracciano le linee del futuro, e il Parlamento europeo sicuramente è un punto di riferimento, non solo per l'Europa. Dobbiamo renderci conto che sta accadendo qualcosa di impensato, che cambia radicalmente le regole del gioco. Valutiamo allora cosa sta producendo l'innovazione che procede a ritmo sempre più incalzante, pensiamo a come si stanno evolvendo le biotecnologie e a come potrebbero intervenire sulla natura stessa della nostra specie.

La biochimica è solo all'inizio; in un futuro sempre più prossimo ci troveremo a dover prendere posizioni sulla possibilità di un genitore di alterare il DNA dei propri embrioni, fornendo ai propri discendenti geni sempre più soddisfacenti. Ci troveremo di fronte alla selezione - al fine di un miglioramento genetico - di decine di embrioni prodotti allo scopo. Le tecniche di clonazione presto consentiranno agli individui di replicare se stessi creando gemelli genetici identici, capaci di autoreplicarsi, dando specie e origine ad una sorta di immortalità genetica.

La lotta contro la morte, il dolore e la sofferenza è insita in ognuno di noi, e la scienza interpreta perfettamente questo istinto. La prospettiva all'apparenza è allettante, ma abbiamo veramente capito quali cambiamenti radicali dovrà subire il nostro modo di essere? E' poi tanto lontano uno scenario dove le tecniche di miglioramento genetico potrebbero essere utilizzate dai ceti dominanti per perpetuare la propria superiorità genetica nei confronti delle classi sociali più deboli?

Ho seguito con attenzione il lungo e travagliato processo decisionale sul sesto programma quadro; ho assistito a una sorta di rassegnazione degli Stati membri per non essere in grado di trovare un accordo sull'etica. Io ho mantenuto il mio emendamento consapevole degli ostacoli e delle difficoltà dei miei stessi colleghi, per dare un messaggio chiaro e coerente. Quando vedo fiorire su Internet società pronte a vendere a caro prezzo un clone di noi stessi, prendo atto che al peggio non c'è mai fine, ma trovo anche un forte stimolo a perseverare nella battaglia da cui molti, comprensibilmente delusi, si sono già ritirati.

 
  
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  Zrihen (PSE). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, mi unisco a tutti i ringraziamenti rivolti al relatore e al Commissario europeo, Philippe Busquin. L’efficienza di entrambi ci ha consentito di giungere oggi a questa tappa decisiva che conferma la possibilità di relazioni democratiche fra Parlamento europeo e Commissione e che, spero, darà un chiaro segnale alla comunità scientifica sulle responsabilità che il Parlamento europeo è capace di assumere.

Ci capita regolarmente in quest’Aula di approvare atti fondamentali per la costruzione europea. Questo sesto programma quadro per azioni di ricerca e di sviluppo tecnologico costituirà una delle fondamenta di questo edificio. Infatti, che sarebbe mai una società in cui la scienza non occupasse il suo giusto spazio, che sarebbe un territorio in cui i livelli di conoscenza e di ricerca segnassero il passo? Queste prospettive di arretratezza, di oscurantismo sono quelle che noi respingiamo quando affermiamo la volontà europea di creare uno spazio di ricerca e d’innovazione.

Tuttavia, a prescindere dalle considerazioni filosofiche, il sesto programma quadro sottolinea anche l’impegno chiaro e risoluto dell’Europa di essere all’avanguardia delle tecnologie, di essere innovatrice, competitiva, dinamica, di costruire il nostro futuro. La prova è costituita dai numerosi aspetti specifici che contiene: la ricerca umana, la ricerca sulla società, i principi d’integrazione dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, la nuova mobilità, le pari opportunità, il ruolo delle università, dell’insegnamento e l’apertura al mondo.

Eccellente anche il coordinamento sotto le due Presidenze, belga e spagnola, fra le varie componenti dell’Unione europea.

E’ altresì opportuno prendere atto della comunicazione permanente con la comunità scientifica, le prospettive atte a creare una rete e il contatto che il Parlamento europeo e la Commissione hanno sviluppato per non perdere di vista le reali esigenze, le reali richieste della popolazione.

Un’Europa della ricerca al servizio della sua popolazione, dei suoi ricercatori, questa è l’Europa che vogliamo costruire, giorno dopo giorno, in contatto con la realtà.

 
  
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  Matikainen-Kallström (PPE-DE). – (FI) Signor Presidente, ringrazio il collega, onorevole Caudron, dell'eccellente relazione, elaborata in condizioni alquanto difficili, dato che il programma è stato ripetutamente rinviato dalle Istituzioni.

L'etica della ricerca è questione importante e controversa e tutti i pareri vanno ascoltati. Ora è il momento di adottare una decisione sul sesto programma quadro, su un grande quadro per il finanziamento e sui quadri con cui finanziare progetti di ricerca sopranazionali e multinazionali. E’ certo necessario investire nella ricerca europea, ma gli Stati membri possono continuare a decidere che tipo di etica finanziare con il proprio bilancio.

L'elaborazione del sesto programma quadro è un palese esempio di quell'inefficacia e di quella burocrazia di cui i programmi quadro vengono tacciati anno dopo anno. La partecipazione ai progetti, la preparazione e l'elaborazione di relazioni possono richiedere diversi anni di lavoro, ma con la ricerca vera e propria tutta questa burocrazia non ha niente a che fare. Il programma deve avere una struttura per quanto possibile leggera, affinché le energie migliori siano impiegate nella ricerca e i risultati siano rapidamente messi al servizio della vita economica, a vantaggio della competitività dell'Europa e conformemente alle conclusioni adottate a Lisbona. Il divario con gli Stati Uniti aumenta in continuazione.

Nel programma non rientrano questioni controverse, come ad esempio l'utilizzo della canapa indiana per fini medici. Il sesto programma quadro deve puntare e concentrarsi sullo sviluppo della ricerca, nei campi che consentono di ottenere un effettivo valore aggiunto europeo. A prescindere da qualsiasi decisione e da qualsiasi conseguenza, è importante che ora adottiamo le decisioni relative al sesto programma quadro, in modo che possa essere varato senza ritardi.

 
  
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  Busquin, Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, nella procedura d’adozione del programma quadro in virtù della procedura di codecisione, la seconda lettura da parte del Parlamento europeo rappresenta una tappa determinante. Desidero rimarcare che nel corso di tale procedura la cooperazione fra le tre Istituzioni è stata particolarmente fruttuosa. Ringrazio il Parlamento e il Consiglio per il loro impegno. In particolare, intendo ringraziare vivamente non soltanto il relatore, onorevole Caudron, ma anche i relatori ombra, onorevoli van Velzen, Plooij-van Gorsel, Piétrasanta e Alyssandrakis nonché il presidente della commissione ITRE, onorevole Westendorp e tutti i membri di questa commissione e i collaboratori che vi hanno contribuito. Desidero altresì rendere omaggio alla Presidenza spagnola e al Ministro Marimón per il modo assai efficace in cui hanno gestito l’evolversi di questa importante e delicata fase del processo d’adozione. Inoltre, vorrei ricordare l’importanza della rapida adozione del programma quadro e il suo avvio nel gennaio del 2003 per i ricercatori e la comunità scientifica europea. A nome della Commissione, sono in grado di dichiarare il mio accordo con tutti gli emendamenti di compromesso proposti dalla commissione ITRE. Il relatore onorevole Gérard Caudron vi ha indicato i punti principali sui quali sono stati proposti emendamenti di compromesso dalla commissione ITRE e il modo in cui il Consiglio ha manifestato la sua intenzione di tenerne conto dopo tutta una serie di riunioni del trilogo informale.

Mi limiterò ad aggiungere alcune osservazioni su ciascuno di quei punti, dandovi, ove necessario, gli elementi informativi di cui ancora non disponete.

Il primo aspetto anzitutto, gli emendamenti tecnici votati in blocco dalla commissione ITRE il 23 aprile, destinati a essere inseriti nei programmi specifici. La Commissione s’impegna ad inserirli nei singoli programmi tramite la trascrizione della seguente dichiarazione sul processo verbale del Consiglio: “La Commissione ritiene che gli emendamenti votati in blocco in sede di commissione ITRE il 23 aprile 2002, riguardanti la seconda lettura del sesto programma quadro, sono ampiamente accettabili e che, fatte salve le necessarie modifiche di natura stilistica, possono essere inclusi nelle decisioni dei programmi specifici che attuano il sesto programma quadro e, qualora necessario, nelle regole di partecipazione delle imprese, dei centri di ricerca e delle università al programma quadro”. Il Consiglio ha l’intenzione di rilasciare una dichiarazione dello stesso tenore.

In secondo luogo, la questione degli strumenti di attuazione e la partecipazione delle PMI. Le tre Istituzioni hanno concordato una formula che evidenzia la necessità di garantire una transizione armoniosa fra il programma quadro attuale e quello nuovo, in conformità con le preoccupazioni del Parlamento. D’altro canto, è chiaramente indicato che saranno prese misure speciali per stimolare e agevolare la partecipazione delle piccole e medie imprese e degli enti di ricerca dei paesi candidati alle azioni condotte nei settori tematici prioritari.

Per quanto riguarda la salute, conformemente agli auspici del Parlamento, gli aspetti della ricerca sulla salute sono stati rafforzati e nel contempo meglio identificati, segnatamente per quanto concerne la dimensione europea delle ricerche e i trasferimenti dei risultati delle stesse sui pazienti. In particolare questo riguarda la ricerca sul cancro che, come è stato indicato, attualmente è oggetto di un’azione specifica dotata di cospicui fondi.

Un altro punto sono le reti elettroniche per la ricerca. Il Parlamento aveva manifestato la sua preoccupazione perché le attività svolte su questo tema, nell’ambito delle attività di sostegno infrastrutturale, fossero realizzate in modo coerente con quelle effettuate nel relativo campo tematico prioritario. Per dissipare ogni ambiguità su questo punto, è stato deciso, nel corso del trilogo, che la Commissione avrebbe fatto iscrivere nel processo verbale del Consiglio la seguente dichiarazione: “La Commissione dichiara che le risorse stanziate per le attività in materia di reti elettroniche ad alta velocità, in particolare GEANT e GRID, che rappresentano un totale di 300 milioni di euro, 100 milioni di euro per la priorità tematica 2 - tecnologie della società dell’informazione - e 200 milioni di euro per la parte infrastrutture di ricerca, saranno gestite in modo integrato”.

Per quanto riguarda il bilancio il senso di responsabilità delle tre Istituzioni nel trattare questo fascicolo si evince anche dal rapido accordo conseguito sull’importo globale. Tuttavia, la ripartizione del bilancio è stata modificata in modo significativo nella direzione propugnata dal Parlamento. A mio avviso, gli aumenti dei fondi per la ricerca in materia di salute e per gli aspetti specifici di cooperazione internazionale, nonché il tema scienza e società, riflettono in modo corretto l’importanza che la vostra Istituzione attribuisce a tali aspetti.

Rispetto alla cooperazione internazionale, come auspica il Parlamento, è stato posto particolare accento sulle misure specifiche di sostegno alla cooperazione internazionale con i paesi in via di sviluppo, i paesi mediterranei, la Russia e i nuovi Stati indipendenti. Inoltre, sono stati chiariti i vari modi per sostenere la cooperazione internazionale nel programma quadro.

Infine, l’etica, questione quanto mai delicata! Vi è noto che è stato assai difficile trovare su questo punto una soluzione che consentisse di conciliare i desiderata e nel contempo le limitazioni delle tre Istituzioni. Vi ricordo che il mio obiettivo non è certo di prevedere un’armonizzazione a livello europeo delle regole in materia di etica. La Commissione aspira unicamente a far progredire la ricerca europea, nel rispetto delle prerogative di ciascun Stato membro e del rispettivo parlamento: non vi è nulla di strano in questo, considerato che si tratta di un campo assai caratterizzato dalla diversità culturale e filosofica e in cui la linea di condotta è sempre stata, e sempre sarà, il rispetto delle opinioni, dei valori e delle sensibilità, nei limiti dei principi universalmente riconosciuti.

Tuttavia, è necessario precisare le condizioni alle quali, nell’ambito particolare dei programmi comunitari, potrebbero essere effettuate le ricerche condotte nei settori della scienza e della tecnologia dell’essere vivente. A tal fine, e la reputo una tappa importante, la Commissione ha fatto trascrivere nel processo verbale del Consiglio la seguente dichiarazione: “Conformemente al parere del Parlamento europeo sulla proposta relativa al sesto programma quadro e tenuto conto del parere del Gruppo europeo sull’etica nella scienza e nelle nuove tecnologie, la Commissione ritiene che non debba essere finanziata la ricerca, a titolo del programma quadro, nei seguenti settori: attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi, attività di ricerca volte a modificare il patrimonio genetico di esseri umani che potrebbero rendere tali modifiche ereditarie, attività di ricerca destinate a creare embrioni umani unicamente a fini di ricerca o per fornire cellule staminali, segnatamente tramite il trasferimento di nuclei di cellule somatiche”. A ciò si aggiunge, beninteso, la questione degli esperimenti sugli animali che debbono essere rimpiazzati con metodi di sostituzione ogniqualvolta sia possibile, senza contare che le sofferenze degli animali debbono essere evitate o limitate al massimo.

Signor Presidente, onorevoli deputati, in un breve lasso di tempo, grazie a una collaborazione esemplare – e ringrazio ancora di tutto cuore tutti quelli e quelle che vi hanno contribuito – abbiamo percorso molta strada. Tuttavia, anche con il voto di conferma in seduta plenaria, come spero, anche dopo aver conseguito il consenso, non siamo giunti alla fine del nostro cammino. La decisione sul programma quadro costituisce soltanto la prima parte di un dispositivo che contempla anche le regole di partecipazione, anch’esse adottate ai sensi della procedura di codecisione e i programmi specifici. Per giungere, secondo gli scopi prefissati, all’adozione del programma quadro e dei suoi strumenti di attuazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio nel mese di giugno, le tre Istituzioni debbono continuare il lavoro di stretta concertazione che portano avanti dall’inizio della procedura. Sulle regole di partecipazione è stato possibile avviare un’intensa e fruttuosa collaborazione con la relatrice, onorevole Quisthoudt-Rowohl, nonché con i relatori per i programmi specifici, onorevoli van Velzen, Alyssandrakis, Piétrasanta e Schwaiger e Zorba. L’impegno profuso finora non deve disperdersi. La Commissione ha l’intenzione di continuare a fare tutto il possibile per favorire il dialogo interistituzionale.

Per la prima volta nella storia della ricerca comunitaria, siamo in grado di adottare il programma quadro non all’ultimo momento ma in tempo utile per essere avviato e attuato nelle migliori condizioni. Cogliamo questa possibilità e dotiamoci dei mezzi per sfruttare questa possibilità fino in fondo. I ricercatori e i cittadini europei ce ne saranno grati.

(Applausi)

 
  
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  Marimón Suñol, Consiglio. - (ES) Signor Presidente, onorevoli deputati, signor Commissario, questa settimana siamo giunti a un punto culminante nel processo di discussione, iniziato sotto la Presidenza svedese, proseguito sotto la Presidenza belga e che abbiamo ripreso durante la Presidenza spagnola, volto a far approvare il sesto programma quadro. In questo processo il Parlamento ha svolto un ruolo molto attivo attraverso la relazione Caudron, già nella prima lettura del programma quadro, dalla quale abbiamo ripreso molti aspetti nella nostra posizione comune. E li abbiamo ripresi proprio perché gli argomenti, le preoccupazioni emerse in seno al Parlamento erano argomenti e preoccupazioni già emersi al Consiglio e anche in altri fori di discussione.

Ovviamente mi associo al ringraziamento rivolto dal presidente della commissione per l'industria, il commercio esterno, la ricerca e l'energia al relatore Caudron e ai relatori ombra van Velzen, Piétrasanta, Plooij-van Gorsel per l’opera di collaborazione veramente ottima che ha il merito di essere entrata nel merito del programma.

Sono convinto che il programma che uscirà da questo processo – e confido senz'altro che domani si stabilisca il programma definitivo – sia un programma sostanzialmente migliore del primo presentatoci e che sia pertanto una sfida di maturità e collaborazione fra le varie Istituzioni nella posizione comune della prima lettura ma ancora di più nello stimolante processo svoltosi durante la nostra Presidenza.

Credo che le posizioni del Parlamento e del Consiglio si siano molto avvicinate, nell'intento di soddisfare l'esigenza dei ricercatori e delle imprese di vedere varare questo grande strumento, realizzando così il mandato del Consiglio di Barcellona di compiere ogni sforzo possibile per approvare il Sesto programma quadro nella nostra Presidenza e, anche, come dicevo, trattandosi di preoccupazioni molto comuni.

Sono stati maggiormente sviluppati gli aspetti concreti di contenuto, come gli argomenti di ricerca nelle scienze della salute, la questione di una maggiore dotazione della rete GEANT, i temi della scienza e della società, della ricerca, del sostegno alle tematiche ambientali ecc. Per questo motivo dico che, in termini di contenuto, ora offriamo un programma quadro definito molto meglio, che servirà quale elemento centrale di un'altra grande iniziativa che si spinge ben oltre il programma quadro, ossia lo sviluppo dello spazio europeo della ricerca e dell'innovazione.

Riprendendo il compromesso di Lisbona, al Consiglio di Barcellona è stato raggiunto un impegno molto ambizioso, cioè quello di far in modo che nel 2010 l'Europa stanzi il 3 percento del PIL per l'investimento nella ricerca e nello sviluppo, con una sostanziale partecipazione di due terzi del settore privato delle imprese e del settore privato nel suo insieme. Ma non si tratta tanto di una cifra, quanto di riconoscere che l'Europa deve invertire la tendenza e compiere un salto qualitativo e quantitativo per raggiungere l'obiettivo di diventare una società altamente competitiva nella società della conoscenza. Per questo il Sesto programma quadro è un elemento essenziale. Ma con un valido sviluppo del sesto programma quadro svilupperemo anche altre iniziative, come per esempio un maggiore coordinamento dei programmi nazionali, compito che abbiamo favorito durante la nostra Presidenza.

Pertanto in questo processo in particolare ci sembra essenziale dare una risposta efficace alle aspettative della comunità scientifica e delle imprese riservando, come è stato detto, una partecipazione attiva alle piccole e medie imprese. Ringrazio dunque ancora una volta per il lavoro svolto e sono certo che gli altri aspetti, come per esempio le norme di partecipazione ai programmi specifici, saranno concretati una volta definito il programma quadro.

Da parte nostra, il Consiglio ha pienamente appoggiato le iniziative della Presidenza – cosa della quale siamo molto soddisfatti – nelle discussioni che abbiamo sostenuto. Nella fattispecie, il Consiglio prende atto dell'ottica della Commissione e appoggia la Presidenza nell'inserire tutti gli emendamenti presentati in blocco, nella misura del possibile, trovando la formula adatta nei programmi specifici.

Il Consiglio appoggia complessivamente l'intero proficuo processo di discussione che si è svolto.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, alle 11.30.

 
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