3. Tassa sul rumore prodotto da aerei subsonici civili
Presidente. – L'ordine del giorno reca la discussione sulla relazione (A5-0269/2002), dell'onorevole Blokland a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di una disciplina comunitaria per la classificazione delle emissioni sonore degli aerei subsonici civili ai fini del calcolo della tassa sul rumore [COM(2001) 74 – C5-0001/2002 –2001/0308(COD)].
de Palacio,Commissione. – (ES) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare ancora una volta il relatore, onorevole Blokland, per la splendida relazione che ci presenta quest'oggi.
Stiamo discutendo della possibilità di dare incentivi economici alle compagnie per tenere conto delle emissioni sonore causate da taluni aerei, in virtù del principio che prevede di compensare i migliori e punire i peggiori.
Anche se il rumore è già compreso nei sistemi di calcolo delle tasse di alcuni aeroporti comunitari, i criteri utilizzati per differenziare e quantificare le emissioni sonore cambiano notevolmente fra i vari Stati membri. Pertanto è difficile confrontare i sistemi tra loro. La presente proposta affronta questo problema ed è tesa a istituire una cornice comune per la classificazione delle emissioni sonore degli aerei tale da aumentare la convergenza e la trasparenza, consentendoci di anticipare la situazione in ogni singolo caso. La proposta è limitata al minimo necessario per raggiungere l'obiettivo e lascia agli Stati membri sufficienti possibilità di adeguamento ai parametri specifici di alcuni aeroporti, quali il livello della tassa unitaria sulle emissioni sonore, le caratteristiche della flotta che utilizza un certo aeroporto oppure la differenza fra la tassa più elevata e quella più bassa.
La responsabilità di decidere se imporre tasse sul rumore è demandata agli Stati membri. Non vi è l'obbligo di imporre tasse in tutti gli aeroporti, posto che non è necessario istituirle negli aeroporti che non hanno problemi di emissioni sonore.
Ringrazio il Parlamento per il sostegno su questo problema e alla fine della discussione interverrò con maggiore dettaglio su alcuni degli emendamenti. Posso anticipare ancora una volta che ne accetteremo la maggioranza.
Blokland (EDD), relatore. – (NL) Signor Presidente, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori, vorrei parlare della relazione sulle tasse sul rumore negli aeroporti.
Anche se abbiamo lottato per anni contro il rumore provocato dagli aereomobili, gli aerei rumorosi riescono ancora ad atterrare negli aeroporti europei. Viene da pensare ai cosiddetti aerei conformi soltanto in parte, dotati di silenziatori che rispettano soltanto in parte lo standard per gli aerei del capitolo 3. Anche altri aerei possono causare un elevato impatto acustico, certamente negli aeroporti principali dove atterrano e decollano numerosi voli. Per contrastare l'impatto nocivo di questi aerei rumorosi, intorno agli aeroporti occorre adottare provvedimenti come piste mobili, barriere antirumore, spostare le zone residenziali, isolare gli edifici, eccetera. Questi interventi richiederanno chiaramente notevoli sforzi e spese, che andranno coperte attraverso le tasse sul rumore.
Il rumore provocato dagli aerei è già un elemento di cui si tiene conto nei sistemi di tassazione praticati da alcuni aeroporti comunitari. Lo scopo della relazione di cui stiamo discutendo è di armonizzare le tasse sul rumore applicate dagli aeroporti. L'intenzione ovviamente è anche quella di promuovere l'uso di aerei meno rumorosi. Nell'attuale cornice comune europea, le tasse vengono calcolate secondo modalità facilmente comprensibili che aumentano la trasparenza, la correttezza del trattamento e la prevedibilità evitando l'arbitrarietà.
Vorrei sottolineare che è impossibile calcolare le tasse sul rumore in base alle rilevazioni, perché vi sono anche altre fonti di rumore e aerei che atterrano o decollano simultaneamente negli aeroporti. Questa direttiva pertanto si basa su un metodo di calcolo, posto che questa è l'unica opzione.
Per evitare distorsioni della concorrenza, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori ha deciso di rendere obbligatorie le tasse sul rumore in tutti gli aeroporti. Tuttavia vi è più margine per la flessibilità. La massima variazione fra la tassa massima e minima sul rumore in una certa fascia oraria può essere da 1 a 40 invece che da 1 a 20. Inoltre, si prevede che gli aerei più rumorosi siano tassati per il maggiore rumore che causano. La proposta della Commissione stabilisce infatti che gli aerei più rumorosi non dovrebbero versare una tassa sul rumore più elevata della categoria meno rumorosa.
Ritengo che a questo punto sia stata prevista una flessibilità sufficiente. Pertanto non è necessario prevedere deroghe per gli aeroporti che praticano una politica rigorosa nel campo delle tasse sul rumore. Entro il quadro delineato dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori è possibile praticare una politica molto rigorosa. Non credo che esistano aeroporti le cui politiche siano rigorose al punto da ricadere al di fuori di tale quadro. Se concediamo un trattamento speciale agli aeroporti, questo sarà fonte di arbitrarietà.
Come già segnalato, il gettito derivante dalle tasse sul rumore sarà utilizzato per fare investimenti volti a ridurre l'impatto dell'inquinamento acustico. La commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori tuttavia ritiene che dovrebbero essere coperti anche altri costi, come quelli ambientali risultanti dall'impatto del rumore. Inoltre, non tutti gli effetti dell'impatto del rumore possono essere espressi in termini monetari fino all'ultimo centesimo. Ne sono esempio il riposo notturno disturbato oppure gli effetti psicologici dell'impatto del rumore, che potrebbero nondimeno dar luogo a compensazione economica. In ultima analisi, dovremmo renderci conto che lo scopo delle tasse sul rumore è di incentivare gli aerei meno rumorosi.
Infine, vorrei fare un commento sugli emendamenti presentati dal gruppo dei Verdi. L'utilizzo di standard del rumore per calcolare le relative tasse è del tutto incompatibile con l'impostazione di questa direttiva. Inoltre, resta ancora da vedere se questi standard saranno mai elaborati. Motivi per i quali non condivido questi emendamenti.
Con la presente relazione, spero che le tasse sul rumore diventeranno più eque e trasparenti. Tuttavia, è molto più importante ridurre l'impatto del rumore per i cittadini.
Bouwman (Verts/ALE), relatore per parere della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo. – (NL) Signor Presidente, intervengo in sostituzione del relatore per parere designato dalla commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo, l’onorevole Josu Ortuondo che, come sapete, è in Spagna per impegni politici.
Il passaggio dallo spazio aereo europeo al rumore è ovviamente semplice. Se semplifichiamo questa procedura, dovremmo attivare tutta una serie di condizioni e provvedimenti. Ringrazio la Commissione e il relatore, l’onorevole Blokland, per il lavoro svolto, ma i problemi sono chiari ed evidenti. Inoltre si lavora ormai già da anni su questo tema. Io stesso ho partecipato alle discussioni sui silenziatori della scorsa tornata. In linea di principio, gli aerei rumorosi dovrebbero essere generalmente costretti a diventare più silenziosi, in altri termini si dovrebbe applicare il Capitolo 3 e successivi. Questo in realtà è l'oggetto dell'intera operazione e l'attuazione attraverso questi provvedimenti è di grande importanza.
Inutile dire che sono emersi commenti sulla relazione della Commissione, che dovrebbe innanzi tutto affrontare le tasse sul rumore, le spese relative e i rapporti fra loro. Ciò riguarda l'armonizzazione e le tasse sul rumore naturalmente devono risultare dalla classificazione del rumore. Ma gli elementi più importanti sono le tasse sulle emissioni.
Il problema della proposta della Commissione è– ed ecco perché sono stati presentati emendamenti in varie commissioni – che rimane non obbligatoria fino a un certo punto, dato che vi è soltanto un esile nesso fra emissioni da una parte e prelievi dall'altra. In pratica si demanda agli Stati membri di gestire questi prelievi e, come in qualche modo ha già segnalato l’onorevole Blokland nella relazione, ciò può sortire nella pratica un effetto di distorsione della concorrenza, ma perlopiù non motiva l'industria dell'aviazione nel senso che ho detto in precedenza. Secondo me è anche molto importante stabilire– e questo è stato inserito in una serie di emendamenti – che, laddove esistono, le migliori pratiche, che pur non rientrando nel campo d'applicazione delle direttive sono semplicemente migliori, andrebbero mantenute; e pertanto raccomando di sostenere una serie di emendamenti perlopiù presentati dal gruppo del Partito del Socialismo europeo.
La distinzione fra prelievi è troppo sottile e il nesso esistente fra le tasse sul rumore e le spese per me è ambiguo. Consentitemi un breve commento in merito. Come ha già detto l’onorevole Blokland, il riposo notturno, gli effetti psicologici e alcuni degli effetti ambientali sono molto difficili da verificare e in merito c'è spazio per migliorare. Ancora una volta raccomando gli emendamenti su questo punto presentati dal gruppo dei Verdi, ossia gli emendamenti nn. 18, 19 e 20. Vorrei dire con chiarezza che certamente accoglieremo i loro emendamenti. Non lo dico a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo ma ciò nondimeno li raccomando caldamente.
Oomen-Ruijten (PPE-DE). – (NL) Signor Presidente, la legislazione che affronta gli effetti dell'inquinamento sonoro su molti cittadini che vivono intorno agli aeroporti civili è di grande importanza. Attualmente vediamo il permanere di notevoli discrepanze. Ciò che non è illegale a Maastricht è permesso a Bierzet, a soli dieci chilometri di distanza. Cambiano le fasce diurne e notturne. A prescindere da quando inizia la notte a Düsseldorf, nei Paesi Bassi si vola soltanto all'alba e al tramonto.
E' dunque ora di introdurre l'armonizzazione– anche se con cautela – con un sistema di tasse sul rumore applicabile in tutti gli aeroporti europei per incentivare l'uso di aerei più silenziosi e vietare quelli rumorosi. Vi posso informare che la maggior parte del mio gruppo nella seduta plenaria sosterrà la proposta modificata nella versione approvata dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori. Accogliamo con favore gli emendamenti presentati allo scopo di rendere più vincolante la proposta della Commissione e, di conseguenza, eliminare l'elemento improprio legato alla concorrenza. La proposta dell’onorevole Blokland di raddoppiare il rapporto da 20 a 40 come limite massimo per il prelievo dunque è ottima, perché ampliando la gamma da 13 a 16 dB gli aerei più rumorosi dovranno pagare di più per il rumore che provocano. Pertanto do il mio sostegno al relatore in considerazione dell'impegno che ha profuso per mettere tutti d'accordo.
Approfittando della presenza del Commissario, vorrei fare un'osservazione di tenore diverso, ma sempre nel contesto di questa discussione. Azzardo dunque un commento diverso, anche se connesso alle emissioni sonore degli aereomobili. Signora de Palacio, benché io rispetti il modo con cui la Commissione sta affrontando le emissioni sonore degli aerei, vorrei anche sentire da parte sua – e qualora non potesse rispondere subito, potrà farlo per iscritto – come si possa evitare l'emergere di nuove fonti di emissioni sonore. Vorrei citare l'esempio di Laarbruch al confine fra Germania e Paesi Bassi, sul quale sono già state presentate numerose interrogazioni. L'aeroporto militare di Laarbruch sta per essere trasformato in aeroporto civile e qualsiasi contributo esterno viene categoricamente respinto. Inoltre, non vi è trasparenza in merito alle condizioni in cui il nuovo aeroporto viene creato, al modo in cui si concedono le licenze oppure al rispetto della suddivisione in fasce orarie diurne e notturne. Signora Commissario, vorrei scoprire da lei quali azioni concrete intende adottare per ridurre l'incidenza di questo fenomeno.
Vermeer (ELDR). – (NL) Signor Presidente, mi fa piacere constatare che siamo un po' più vicini all'obiettivo di ridurre le emissioni sonore in Europa. Vorrei evidenziare quattro punti significativi. Innanzi tutto, vale la pena di stabilire una base per applicare un sistema di tasse sul rumore che indurrà le compagnie aeree a utilizzare aerei meno rumorosi. Secondo noi il gettito andrebbe destinato a modifiche infrastrutturali volte a restringere l'impatto del rumore. L'introduzione di un sistema apporterebbe chiarezza all'attuale situazione di ambiguità.
In secondo luogo, non è obbligatorio introdurre il sistema in tutti gli aeroporti, il che è utile, posto che alcuni aeroporti potrebbero avere barriere naturali antirumore che potrebbero essere sfruttate economicamente.
In terzo luogo, bisognerebbe introdurre la certificazione ai sensi dello standard ICAO. Per me è importante non iniziare a utilizzare altri standard, ma vale certamente la pena di valutare se ciò possa essere sviluppato in futuro ed è utile tradurre l'attuale inquinamento da rumore subito dalla popolazione in una classificazione acustica. Lavorare con le classificazioni del rumore è di per sé molto complesso. Come ha già segnalato l’onorevole Blokland, c'è sempre l'intrusione di effetti esterni. In futuro vorrei che si approfondisse lo studio, e allora dovrebbe diventare possibile applicare e misurare, ma non ora.
La mia ultima osservazione riguarda il rapporto, sul quale noi del gruppo ELDR adottiamo una posizione diversa. Secondo noi, il rapporto di 1 a 20 in aggiunta ad altri sistemi e ai diritti di atterraggio ha già un impatto sufficiente sui prezzi e sulla sfida di applicare le tariffe da parte delle compagnie aeree e delle industrie. Secondo noi è stato raggiunto un buon equilibrio. Dunque introduciamolo.
Lannoye (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, l'inquinamento da rumore incide in modo significativo sul benessere di moltissimi cittadini europei. Il rumore nelle zone limitrofe agli aeroporti raggiunge spesso un livello insopportabile per milioni di nostri concittadini. Ecco perché è assolutamente essenziale abbinare metodi legislativi e strumenti economici per ridurre al minimo l'inquinamento da rumore.
Il primo intervento da adottare consiste nel ritirare gli aereomobili più rumorosi. Finora questo provvedimento è stato attuato soltanto in parte. Sappiamo che molti aerei che soltanto a malapena ottemperano alle norme del Capitolo 3 continuano a utilizzare aeroporti europei. Ora è imperativo integrare i provvedimenti legislativi con strumenti economici. Pertanto utilizzare le tasse e applicare il principio chi inquina paga è certamente una valida iniziativa. Pertanto accogliamo con favore la proposta della Commissione volta a introdurre un sistema di tasse in un quadro comunitario armonizzato.
L'obiettivo è di incoraggiare le compagnie aeree a utilizzare gli aerei meno rumorosi e inoltre a evitare il dumping fra gli aeroporti. Il dumping da rumore di questo tipo ovviamente è molto dannoso per i cittadini che vivono vicino agli aeroporti. Ciò detto, anche se la proposta della Commissione è valida in linea di massima, l'esame più particolareggiato indica che non è sufficientemente rigorosa o efficace, come ha già segnalato il relatore. In base a questa proposta dunque l'introduzione di tasse è opzionale, il che inevitabilmente porterà a una politica di dumping.
Inoltre, la distinzione fra tipi di inquinamento da rumore è insufficiente. Dato che il rapporto di 1 a 20 fra le tasse più elevate e quelle più basse sul rumore era insufficiente, il relatore ha proposto di aumentarlo da 20 a 40, il che è pienamente accettabile. Complessivamente siamo d'accordo sulle proposte avanzate dal relatore, ma vi abbiamo aggiunto un elemento che purtroppo il relatore respinge, consistente nel tenere conto del livello di rumore notturno e del livello di rumore durante le fasce diurna/notturna/serale, che sono due indicatori estremamente importanti dell'inquinamento da rumore per poter differenziare le tasse.
Ci auguriamo che il relatore riveda la propria posizione e tenga conto del problema del rumore notturno, dato che ovviamente è senza dubbio l'inquinamento più nocivo che esista. Non risolveremo il problema solo con le tasse, ma comunque il provvedimento servirà a migliorare la situazione.
Jarzembowski (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signora Vicepresidente, in linea di massima anche noi esperti dei trasporti fra i cristiano-democratici sosteniamo la proposta della Commissione relativa alle tasse sul rumore, in quanto dobbiamo utilizzare tasse più elevate per aerei rumorosi in modo da dare alle compagnie aeree uno stimolo pratico a utilizzare aerei meno rumorosi e così tutelare il pubblico da livelli di rumore inutilmente elevati.
Quelli di noi che fanno parte della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo non sono molto soddisfatti del lavoro della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori in quanto ha semplicemente respinto le proposte approvate ad ampia maggioranza dalla commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo. La Commissione dovrebbe riprendere in considerazione la possibilità di reintrodurre le nostre proposte, cioè le proposte della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo in quanto esse avevano lo scopo di fornire agli aeroporti una cornice molto più sofisticata entro la quale calcolare le tasse sul rumore.
Vogliamo che sia chiaramente enunciato nella normativa la possibilità di suddividere maggiormente l'onere e che in alternativa gli aerei vanno tassati o in base alla certificazione prodotta oppure sulla base dei livelli di rumore effettivamente misurati. Consideriamo quanto abbiamo proposto in sede di commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo più efficiente dal punto di vista ambientale e che mantenga uno standard più elevato. Nell'Unione europea in effetti abbiamo sempre proceduto in base al principio secondo cui, laddove esistono già sistemi di tutela ambientale sofisticati ed efficaci e noi stabiliamo uno standard di minima a livello europeo, i paesi e i gruppi con sistemi più sviluppati non dovranno ridurre i loro standard.
Commissario, lei è in grado di smentire immediatamente la mia preoccupazione secondo cui attraverso le norme europee potremmo finire per abbassare gli standard sul rumore esistenti. Un’ampia maggioranza di deputati di quest'Assemblea ha approvato l'emendamento n. 11 da aggiungere alla relazione Blokland, con il quale vogliamo specificare che si possono mantenere sistemi di tassazione del rumore già esistenti e più efficaci, e che quindi la legislazione europea non implica un passo all'indietro per la tutela dell'ambiente. In tal senso, signora Commissario, non vedo l'ora di sentire i suoi commenti sull'emendamento n. 11.
Stockmann (PSE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la direttiva è parte integrante di una strategia volta a ridurre l'impatto del rumore negli aeroporti e nelle aree circostanti, un problema molto sentito dai cittadini. L'obiettivo della strategia è di far entrare in servizio aerei meno rumorosi e di rendere più efficaci in termini ambientali le tasse sul rumore. Questo è quanto sta già avvenendo in molti aeroporti della Comunità, ma di gran lunga non in tutti. Il Commissario ha ragione di dire che ogni Stato membro adotta criteri molto diversi per differenziare le tasse e misurare l'entità del rumore percepito. Vi è un'esigenza reale di armonizzazione.
Di conseguenza, la direttiva ha ragione d'essere, in quanto verrà incontro al contempo all'esigenza di maggiore trasparenza ed equità di trattamento, rendendo le tasse a carico delle compagnie aeree più prevedibili, per cui, oltre a naturalmente migliorare notevolmente la protezione contro il rumore, si ripercuoterà a latere anche sulla concorrenza. La proposta di direttiva tuttavia ha un grave difetto e ora vorrei suonare lo stesso campanello d'allarme dell’onorevole Jarzembowski dicendo che induce a un'armonizzazione verso il basso, anche se involontariamente. La proposta di direttiva infatti appiattisce la progressione al punto da non poterla più definire un incentivo percettibile, e non può essere questo l'obiettivo della nostra politica sul rumore e l'ambiente.
Francoforte, Londra, Parigi, Monaco, Amsterdam, Amburgo, Roma, Madrid e Stoccarda hanno sistemi di tassazione del rumore diversi, il che determina una tutela notevolmente migliore, e quindi occorre mantenerli anche se la proposta della Commissione in realtà non lo consentirebbe, a meno che non la si modifichi in un certo modo. Perché le cose stanno in questi termini? Non vi è un reale incentivo economico a meno che le tasse sul rumore non aumentino notevolmente e progressivamente e, sottolineo notevolmente e progressivamente, in linea con l'aumento del volume del rumore. Gli aerei silenziosi pertanto ne traggono vantaggio, mentre quelli rumorosi devono versare tasse molto elevate. Laddove è necessario armonizzare, il nostro obiettivo deve essere ancora di tenere gli standard di prevenzione del rumore in Europa il più alti possibile. Ecco perché il mio gruppo ha ripresentato tre emendamenti, con i quali chiede di mantenere i sistemi di tassazione già esistenti e più efficaci in termini ambientali.
Chiedo all'Aula di sostenere questi emendamenti. Sarebbe senz'altro assurdo penalizzare gli aeroporti che prevedono già una tutela contro il rumore molto migliore di quella finora proposta.
de Palacio,Commissione. – (ES) Signor Presidente, vorrei ringraziare ancora una volta l’onorevole Blokland per il lavoro svolto.
La Commissione non può accogliere tutti gli emendamenti proposti fra l'altro perché, quando si tratta di disciplinare siffatte materie, dobbiamo equilibrare la necessaria armonizzazione che evita che ognuno parta per la propria tangente e il margine di manovra dei vari Stati membri dell'Unione e delle autorità competenti, in altri termini, il principio della sussidiarietà.
Onorevoli deputati, noi non possiamo accogliere i seguenti emendamenti: l'emendamento n. 3 che propone di prendere come base il rumore misurato negli aeroporti, invece di quello certificato dell'aeromobile, in quanto ciò ridurrebbe in maniera significativa la trasparenza del sistema di tassazione e anche perché potrebbe causare discriminazioni date le notevoli differenze fra i sistemi di misurazione del rumore utilizzati nei vari aeroporti.
Non accogliamo l'emendamento n. 4 in quanto non chiarisce adeguatamente la necessità di applicare la "modulazione" delle tasse, sia nel caso di un quadro generale di neutralità delle entrate che di entrate utilizzate per finanziare misure volte ad alleviare gli effetti ambientali.
Lo stesso dicasi per l'emendamento n. 8 che obbligherebbe la Commissione a preparare una relazione sulla possibilità di sostituire il sistema proposto a lungo termine con un sistema basato sulla misurazione del rumore. Posto che la Commissione ritiene che questa metodologia non garantirebbe una trasparenza sufficiente, come ho detto rispetto all'emendamento n. 3, riteniamo che non vi sia motivo di procedere a un simile studio.
Anche se sosteniamo che questi emendamenti aumenterebbero le differenze e di conseguenza ridurrebbero l'effetto di armonizzazione voluto dalla proposta della Commissione, devo dire che comunque dobbiamo respingere l'emendamento n. 9, il quale sancisce un livello minimo di tassazione del rumore, dato che gli aeroporti che non hanno problemi di inquinamento acustico non dovrebbero essere obbligati in linea di massima a imporre tasse sul rumore.
L'emendamento n. 10 non può essere accolto, in quanto non chiarirebbe a sufficienza che l'aumento del gettito proveniente dalla tassazione del rumore è un'opzione e non un obbligo. La stessa cosa vale per gli emendamenti nn. 11, 15, 16 e 17, dato che sono contrari all'obiettivo principale delle proposte, ossia raggiungere un livello minimo di armonizzazione. In merito vorrei dire all’onorevole Jarzembowski che se lasciamo da parte quanto è già stato ottenuto, mi spiace dire che avremmo un livello molto inferiore di armonizzazione.
L'emendamento n. 13 non può avere il nostro sostegno perché costringerebbe tutti gli aeroporti ad applicare un sistema di tasse sul rumore e gli emendamenti nn. 18, 19 e 20 non vengono esclusi soltanto perché l'inserimento o il riferimento a obiettivi europei armonizzati non rientra nel campo d'applicazione di questa proposta, ma anche perché sono del tutto incompatibili con il metodo proposto per il calcolo delle tasse sulle emissioni sul rumore.
Onorevoli deputati, possiamo accogliere tre gruppi di emendamenti, mentre ve ne sono altri che non possiamo accettare o perché propongono un grado eccessivo di armonizzazione oppure perché, viceversa, ridurrebbero troppo il grado di armonizzazione proposto.
Vorrei ringraziare ancora i vari deputati per i loro interventi.