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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 3 settembre 2002 - Strasburgo Edizione GU

4. Promozione delle vendite nel mercato interno
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  Presidente. L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0253/2002) dell'onorevole Beysen a nome della commissione giuridica e per il mercato interno sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla promozione delle vendite nel mercato interno [COM(2001) 546C5-0475/20012001/0227(COD)].

Innanzi tutto ha facoltà il Commissario Bolkestein a nome della Commissione. Avverto tutti che, dato il numero di oratori iscritti, ovviamente non riusciremo a concludere questa discussione prima delle votazioni. A nome della Presidenza desidero scusarmi con i deputati che dovranno tornare stasera per parlare.

 
  
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  Bolkestein, Commissione. – (NL) Signor Presidente, è un grande piacere presentare, anche se brevemente, l'argomento di oggi, anzi del momento, visto che avrò un'altra occasione per illustrare il parere della Commissione in merito alla fine degli interventi dei deputati.

Vorrei dire quanto segue a titolo introduttivo. Il progetto di regolamento sulla promozione delle vendite ha lo scopo di istituire un mercato interno nel settore degli sconti, dei regali-omaggio, dei premi-omaggio, dei concorsi e dei giochi promozionali. La Commissione ha stabilito che l'attuale frammentazione normativa nel settore impedisce la fornitura transfrontaliera di questi servizi. In questo contesto il Parlamento ha richiesto interventi rapidi. Il progetto di regolamento ha lo scopo di esaudire questa richiesta armonizzando i requisiti informativi ed eliminando le restrizioni nazionali obsolete esistenti nel settore.

Mi compiaccio per la proposta di risoluzione del Parlamento elaborata dall’onorevole Beysen. Anche se sono stati presentati alcuni emendamenti sul testo della Commissione, il risultato è in linea con la prevista modernizzazione e con gli obiettivi del mercato interno. L'obiettivo della proposta è di eliminare una serie di limitazioni al valore delle vendite promozionali, e al contempo di armonizzare una serie di requisiti informativi. Occorre mantenere questa impostazione equilibrata; in effetti, buona parte degli emendamenti del Parlamento ne riconoscono l'esigenza, ma la Commissione non gradisce troppo gli emendamenti nei quali si reintroduce un limite sul valore delle iniziative promozionali, come l'emendamento n. 29, oppure gli emendamenti nei quali si stralciano i requisiti di informazione come gli emendamenti nn. 49 e 54.

La proposta ha dato adito a preoccupazione nei seguenti quattro ambiti: la gestione dei divieti nazionali sulle rivendite sottocosto, il collegamento fra questa proposta e le attuali attività della Commissione in merito a un'iniziativa molto più ampia relativamente alle pratiche commerciali eque, le norme che disciplinano i giochi promozionali nelle quali la Commissione è stata accusata di incoraggiare i giochi d'azzardo illeciti; infine la Commissione è stata criticata anche per l'eccessivo utilizzo del reciproco riconoscimento come base.

Vorrei limitarmi a queste considerazioni introduttive. Come ho già detto, alla fine degli interventi dei deputati, la Commissione avrà un'altra opportunità di discutere più approfonditamente queste quattro reticenze fondamentali. Prima di farlo la Commissione vorrebbe sentire i pareri degli onorevoli deputati, il che le consentirebbe di rispondere meglio stasera.

 
  
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  Beysen (ELDR), relatore. – (NL) Signor Presidente, Commissione, onorevoli colleghi, innanzi tutto mi sia consentito ringraziare tutti i colleghi deputati di quest'Assemblea, e in particolare i relatori ombra con i quali ho molto collaborato per portare in seduta plenaria la relazione sulle promozioni delle vendite. E' stato un viaggio lungo e periglioso, iniziato nel 1996 con la prima pubblicazione del Libro verde seguito dalla comunicazione di monitoraggio della Commissione nel 1998. Dopo lunghe consultazioni, nel mese di ottobre 2001 la Commissione ha introdotto una proposta pragmatica e ben definita, della quale sono stato nominato relatore nel novembre 2001.

Nel settore delle promozioni delle vendite, questo progetto di regolamento ha l'obiettivo di eliminare le misure obsolete e le divergenze di rilievo fra le varie legislazioni in materia dei quindici Stati membri. Queste numerose differenze impediscono soprattutto alle piccole e medie imprese di imporsi sui vari mercati europei. Inutile dire che se un'impresa non riesce a comunicare al di fuori dei propri confini, non può lavorare a livello internazionale. Inoltre, le promozioni delle vendite hanno numerosi risvolti e possono essere adattate alle varie circostanze. Possono essere utilizzate per lanciare prodotti innovativi sul mercato, per promuovere i rapporti con la clientela, per incentivare campagne a breve termine rendendole competitive, per reagire con immediatezza al calo dei fatturati di vendita e come strumento per ottimizzare la gestione delle scorte.

Inoltre, questo regolamento metterà il consumatore in una posizione decisamente più forte. I consumatori non riceveranno soltanto molte più informazioni ma, attraverso lo sviluppo del mercato interno, essi potranno approfittare al massimo di prezzi migliori. Dopo tutto un grande mercato interno aumenta la concorrenza, il che determina prezzi più bassi, in parte anche realizzati attraverso l'euro.

Ecco perché ritengo che questa proposta sia un'iniziativa molto importante per il futuro sviluppo del mercato interno. E' anche un primo passo per tradurre in azione le belle parole pronunciate al Vertice di Lisbona. Dopo tutto nessuno può negare che, due anni dopo questo Vertice di cui si è molto discusso, i progressi finora compiuti sono alquanto deludenti. L'Europa non voleva forse diventare l'economia più competitiva basata sulla concorrenza? Credo sia giunto il momento di fare un altro passo nella giusta direzione con un regolamento di questo tipo sulle promozioni delle vendite.

Le vaste conseguenze e i numerosi interessi in gioco hanno fatto scaturire parecchie reazioni di cui ha parlato prima il Commissario. Vorrei evidenziare le sfide principali.

Per quanto riguarda la base giuridica, ho sempre ritenuto che, grazie alla rapida entrata in vigore e all'applicabilità diretta, il regolamento fosse uno strumento giuridico molto più efficace della direttiva.

La questione delle vendite sottocosto è stata temporaneamente rinviata perché le posizioni dei vari Stati membri divergono eccessivamente tra loro. Ho presentato un emendamento di compromesso in merito, nel quale chiedo alla Commissione di procedere a un'analisi approfondita dell'argomento. La ragione che induce a presentare questo emendamento è che non voglio che la liberalizzazione delle vendite sottocosto si ripercuota negativamente sulle piccole e medie imprese. Pertanto ho presentato un emendamento rispetto a queste ultime contenente la richiesta esplicita di proteggerle.

Nella presente proposta il reciproco riconoscimento oppure, in altri termini, il principio del paese di origine, è di enorme importanza. Tale principio è anche la chiave di volta del mercato interno. Significa semplicemente che gli Stati membri devono ammettere di non poter applicare la propria normativa nazionale alle promozioni provenienti dall'estero. Il reciproco riconoscimento delle rispettive legislazioni è un modo flessibile per evitare l'eccesso normativo. Inoltre, è una forma di legislazione già d'uso comune nel nostro ordinamento comunitario. La direttiva sulla televisione senza frontiere e quella sul commercio elettronico ne sono due esempi.

Infine vorrei intervenire sulla definizione di un'età limite per i minori. Sono sempre stato a favore dell'età di quattordici anni, a meno che lo specifico prodotto non richieda altri limiti d'età. A seguito di ampie consultazioni bilaterali con i colleghi deputati di varie commissioni, sono riuscito a risolvere questi nodi in modo pragmatico. Sono soddisfatto dell'esito, anche se mi rendo conto che saranno necessari ulteriori adeguamenti nel corso del dibattito sulla proposta di risoluzione. Spero che il Parlamento abbia dato un utile spunto al Consiglio e guardo con molto interesse al dibattito.

 
  
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  Langen (PPE-DE), relatore per parere della commissione per i problemi economici e monetari. – (DE) Signor Presidente, il regolamento sulle promozioni delle vendite è una questione problematica e controversa, come si è visto dagli interventi del Commissario Bolkestein e dell’onorevole Beysen. Vorrei ringraziare l’onorevole Beysen per un risultato così utile emerso da una valutazione tanto prolungata. La discussione è stata davvero difficile, in quanto è stata dominata dalla tutela del consumatore, dal completamento del mercato interno, dalla burocrazia degli Stati membri e dalle preoccupazioni delle piccole imprese.

I Trattati europei hanno stabilito il principio di un'economia aperta di mercato con la libera concorrenza. E' il buon funzionamento dei mercati e non tanto la burocrazia che garantisce al meglio il pubblico interesse. Applicare le regole di concorrenza spetta agli Stati membri, da un lato, e alle Istituzioni europee, dall'altro. Ed è proprio l'introduzione dell'euro che rende tanto necessario armonizzare quest'ambito. Quasi tutti i membri della commissione per i problemi economici e monetari hanno accolto con favore la linea sostanziale del progetto di regolamento della Commissione, sfornando un parere che verte più sul mercato unico di quanto non faccia la bozza definitiva della commissione giuridica e per il mercato interno.

Siamo intervenuti con maggiore franchezza soprattutto in merito al principio del paese d'origine. Volevamo infatti mantenere le regole nazionali sui cartelli e quelle contro la concorrenza sleale, ma anche spingerci un passo in avanti. Certo andrebbero mantenute le norme sui cartelli del Trattato che istituisce le Comunità europee nonché le norme nazionali fondamentali sulle vendite promozionali, in quanto tutelano le imprese più piccole contro i raggruppamenti di grandi imprese. Occorre stabilire deroghe per ambiti specifici come le lotterie, i liberi professionisti, e i farmaci, in quanto sono eccezioni giustificabili. L'esplicita adozione di programmi di fedeltà oltre ai normali sconti è analogamente giusta e necessaria, ma la Commissione non ne ha tenuto conto.

Lo stralcio della norma che vieta le vendite sottocosto, come richiesto dalla commissione per i problemi economici e monetari e ripreso dalla commissione giuridica e per il mercato interno, è giusto e opportuno. Su questo punto vorrei esplicitamente smentire le considerazioni del Commissario Bolkestein. La Commissione ha proposto obblighi di trasparenza quale condizione preliminare per il previsto divieto delle vendite sottocosto, e ciò non ha nulla a che fare con la prassi corrente, è discutibile dal punto di vista della normativa sulla concorrenza e porterebbe ad accordi per stabilire il prezzo di rivendita. Non può essere questo il nostro obiettivo e quindi, Commissario, non credo che riuscirà a ottenere la maggioranza dei voti a favore di questo programma.

 
  
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  Patrie (PSE), relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la politica dei consumatori. – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il minimo che si possa dire è che la votazione su questa proposta di regolamento volta a liberalizzare le promozioni delle vendite si tiene in un momento prematuro. Ancora una volta, la Commissione ha messo il carro davanti ai buoi senza attendere il punto di vista del Parlamento europeo. La Commissione ha già perorato l'opzione aperta in un Libro verde sulla tutela dei consumatori, che sarà esaminato dall'Assemblea solo fra parecchie settimane.

Pertanto, oltre alla natura lievemente incoerente dell'impostazione adottata, non si può non stigmatizzare la scarsa attenzione per il punto di vista del Parlamento, il cui parere è stato ridotto a un puro e semplice avallo delle politiche predeterminate dalla Commissione. La scelta dello strumento legale costituito dal regolamento ha un ruolo significativo in questo contesto. Una direttiva quadro che lascia un margine di flessibilità agli Stati membri avrebbe potuto essere più adatta, ma certamente avrebbe scatenato ancora dibattiti a livello nazionale, i quali si sono conclusi con la scelta di un regolamento, ossia di un qualcosa di non voluto dalla Commissione.

Vorrei in particolare sottolineare la questione del reciproco riconoscimento, un principio raccomandato dalla Commissione per migliorare le modalità di funzionamento del mercato unico. Andrebbero evidenziate le difficoltà pratiche derivanti dall'applicazione di questo principio. Il consumatore non ha la benché minima conoscenza delle leggi degli altri paesi, così come il giudice nazionale ha difficoltà nell'applicare le regole giuridiche di un paese diverso dal suo. In secondo luogo, vi è il rischio che il reciproco riconoscimento porti alla deregolamentazione dannosa sia per gli operatori economici che per i consumatori. Gli operatori penalizzati da questo principio evidentemente saranno tentati di fare pressione sui rispettivi governi per allineare la normativa nazionale a una disciplina più liberistica. Simili pressioni pertanto determineranno un allineamento verso il basso della politica dei consumatori in tutta l'Unione europea. Ecco perché ho proposto di sostituire questo principio, che fra l'altro è stato espresso in un modo estremamente vago nella proposta di regolamento, con una formula che in realtà è quella utilizzata nella giurisprudenza emanata dalla Corte di giustizia europea.

Quanto al resto ritengo che il testo nella versione risultante dalle votazioni nelle commissioni di competenza contenga ancora gli elementi decisivi ritenuti necessari dagli Stati membri ai fini della tutela dei consumatori. Ciò nondimeno, il dibattito su una vera e propria politica dei consumatori europea non ha avuto luogo; noi speriamo di tenerlo nel prossimo futuro, una volta che il Libro verde sarà presentato all'Assemblea.

 
  
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  Fourtou (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, il 10 per cento in più per lo stesso prezzo, un secondo paio di occhiali per 1 euro in più, tre per due, un regalo gratuito con ogni acquisto… sono questi i normali segnali delle cosiddette promozioni delle vendite.

Quando si sfrutta questo tipo di opportunità, probabilmente non si coglie la sottigliezza del fenomeno che ha caratteristiche sia economiche che culturali. Le differenze nella definizione di regalo-omaggio, abbuono, sconto e gioco promozionale sono estremamente labili e quanto i francesi ritengono equo sarà inimmaginabile per un tedesco, mentre gli inglesi non capiranno perché i loro vicini si attengano a tante regole e penseranno che il consumatore sia ingenuo.

Questa relazione è un valido esempio del sovrapporsi di aspetti economici e culturali, il che in parte spiega la reazione appassionata che ha evocato.

La reazione iniziale è stata di respingere la relazione. Tuttavia, data la determinazione dell’onorevole Beysen e in seguito a un processo di conciliazione non meno determinato da parte dei miei colleghi del PPE-DE, abbiamo optato per una posizione che è in linea con il nostro impegno comunitario.

Pertanto noi ci siamo espressi a favore di un regolamento che, in un mercato disciplinato dall'euro, liberalizzi e renda uniformi le promozioni delle vendite pur garantendo tuttavia la tutela sia dei consumatori che delle piccole e medie imprese attraverso lo stesso regolamento.

A partire da questa prospettiva, abbiamo respinto la liberalizzazione delle vendite e le rivendite sottocosto, chiedendo alla Commissione europea di eseguire uno studio più dettagliato su questo argomento specifico. Per la gestione di tale promozione comunitaria abbiamo potuto richiamarci soltanto al principio del reciproco riconoscimento che è fondamentale, e sostiene tutta l'infrastruttura del mercato unico. Ciò detto, nel caso specifico abbiamo dovuto ridefinire chiaramente la portata del principio, posto che vi sono significative differenze fra le varie legislazioni nazionali.

Il testo proposto originariamente conteneva più di 300 emendamenti, poi ridotti a 58, che non rappresentano soltanto un notevole impegno ma anche una volontà comunitaria di andare avanti. Non dimenticate che a Lisbona i Capi di Stato e di governo hanno assunto l'impegno di fare dell'Europa la nazione più competitiva al mondo. Noi tutti dobbiamo mantenere la mentalità aperta per mostrare grande volontà e ascoltare attentamente gli altri, e un chiaro segnale è pertanto stato inviato ai governi degli Stati membri.

Ecco perché raccomandiamo l'adozione del testo nella forma approvata dalla commissione giuridica e per il mercato interno, e di respingere gli emendamenti presentati nella seduta plenaria.

Il mercato unico ha un potenziale enorme e possiamo superare qualsiasi difficoltà se abbiamo la volontà di farlo.

(Applausi)

 
  
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  McCarthy (PSE). – (EN) Signor Presidente, noi tutti concordiamo sull'esigenza di consentire alle imprese di promuovere le vendite in tutta Europa. Le promozioni delle vendite sono strumenti fondamentali per commercializzare i beni e i servizi; dobbiamo sbarazzarci delle restrizioni e delle barriere così da consentire alle imprese e ai consumatori di sfruttare le opportunità del mercato interno.

Nel Regno Unito è normalissimo per i consumatori poter approfittare come fanno ampiamente – delle promozioni delle vendite, per esempio dei buoni gratuiti per l'acquisto di merci. Nel 2000, per esempio, nel Regno Unito sono stati onorati ben 531 milioni di buoni; fra il 1999 e il 2000 è stato registrato un aumento del 122,5 per cento dell'utilizzo dei buoni e delle promozioni su Internet da parte dei consumatori. Essi godono di molto favore, per cui dobbiamo disciplinare e valorizzare quest'area a favore dei consumatori e delle imprese.

E' tuttavia importante che la Commissione affronti alcune delle preoccupazioni espresse dai membri del Parlamento europeo e dal mio gruppo politico in particolare sulla questione delle vendite sottocosto. Abbiamo anche presentato l'emendamento per chiedere alla Commissione di eseguire uno studio in quest'area.

Vi sono preoccupazioni legittime, perché talvolta si può approfittare delle vendite sottocosto per eliminare dal mercato i concorrenti attraverso una politica di prezzi predatoria; certo ciò non va a favore delle piccole imprese né dei consumatori. Ecco perché, nello spirito di una migliore legislazione ricordato di recente dal Commissario Prodi, il mio gruppo intende dare un sostegno condizionato alla Commissione per il regolamento, purché acconsenta a eseguire uno studio di valutazione volto a esaminare con precisione come le vendite sottocosto possano andare a vantaggio sia delle piccole imprese che dei consumatori. Lo studio dovrebbe anche affrontare l'esigenza di rafforzare gli strumenti di politica della concorrenza per evitare i prezzi predatori e i loro effetti collaterali indesiderati.

Non si dovrebbe permettere che le grandi imprese spadroneggino sul mercato unico, così da escludere dai mercati le PMI con il risultato di restringere la facoltà di scelta per i consumatori. Dobbiamo altresì garantire che i requisiti d'informazione di cui all'allegato siano espressi con la massima chiarezza. E' importante che le imprese sappiano quali sono i loro obblighi di fornire informazioni in materia di promozioni. Ed è anche importante che i consumatori abbiano sufficienti informazioni e possibilità di ricorso attraverso la giustizia ordinaria oppure i sistemi extragiudiziali, ovvero i sistemi RAC. Per questo il gruppo del PSE ha presentato un emendamento che chiede alla Commissione di operare in stretta consultazione con le associazioni dei consumatori e il commercio per garantire un'attuazione chiara e priva di ambiguità dei requisiti di informazione. Nell'attuale versione tali requisiti sono fuorvianti e hanno generato attività di lobbismo nei confronti degli eurodeputati nonché lamentele sulla mancanza di chiarezza, mentre i consumatori ci hanno fatto sapere che sussistono lacune a livello di informazione. Se lo scopo del regolamento è quello di raggiungere la certezza del diritto, occorre che i requisiti siano chiari. Tuttavia concordo con il Commissario nel senso che la risposta non risiede, come ha proposto il gruppo del PPE, nell'eliminare detti requisiti e, come la Commissione, noi voteremo contro questi stralci.

Il gruppo del PSE si è adoperato con chiarezza per tutelare i minori contro le promozioni dannose in materia di prodotti alcoolici e tabacco e spero che se ne terrà conto.

Infine, un brevissimo commento sul reciproco riconoscimento. A titolo personale ritengo che sia un principio già operativo. Ogni giorno su Internet le vendite e le imprese transfrontaliere sono in pieno rigoglio e ricorrono al principio del mutuo riconoscimento. Non possiamo nascondere la testa nella sabbia e negare ciò che sta già accadendo nella realtà.

 
  
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  MacCormick (Verts/ALE). – (EN) Signor Presidente, questa è una norma importante che certamente servirà a migliorare e consolidare il mercato unico garantendo che non vi siano troppe differenze nelle regole che disciplinano le vendite promozionali a livello transfrontaliero. E' giusto che sia un regolamento, dato che elimina semplicemente alcuni tipi di divieti sulle vendite promozionali, lasciando agli Stati facoltà di optare per la loro specifica preferenza giuridica, economica e politica in altri casi.

In tal senso il documento è un importante contributo al consolidamento del mercato unico e il mio gruppo lo sosterrà nello stesso spirito appoggiando in pratica gli stessi emendamenti appena ricordati dalla onorevole McCarthy a nome del PSE.

Vorrei sottolineare alcuni punti: innanzi tutto, questa non è una sortita contro la tutela dei consumatori. Peraltro alcuni emendamenti rendono assolutamente chiaro che vogliamo avere la massima libertà delle promozioni di vendita coerentemente a leggi di tutela dei consumatori adeguate. In secondo luogo, vi è una certa preoccupazione per il destino delle piccole imprese che devono fronteggiare grandi organizzazioni di vendita al dettaglio, le cui forme di vendita promozionale sembrano fatte apposta per accelerare la chiusura del negozietto all'angolo e a ingigantire il supermercato. Siamo certamente contrari a ciò e, negli emendamenti che sosteniamo, oltre a quelli che abbiamo sostenuto in sede di commissione, sottolineiamo che le norme sulla promozione delle vendite vanno intese come pienamente conformi alle leggi sulla concorrenza e contrarie all'abuso di posizione dominante sui mercati.

Con queste clausole di salvaguardia, ivi comprese quelle per i minorenni, il mio gruppo quest'oggi voterà molto volentieri a favore del provvedimento.

 
  
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  Esclopé (EDD). – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di regolamento della Commissione indica che la mania di uniformare tutto senza badare alla sussidiarietà colpirà i redditi più bassi. I rappresentanti eletti del gruppo CPNT [Chasse Pêche Nature Traditions] non sono disposti ad abbandonare i piccoli negozianti e coltivatori ai pescecani del settore della distribuzione di massa lasciata libera di lanciarsi nella pratica anticoncorrenziale delle vendite sottocosto. Diverse normative nazionali vietano questo tipo di comportamento scorretto. Il consumatore ne sarà danneggiato da due punti di vista. Le vendite sottocosto non sono un atto di carità, bensì la conquista di una fetta di mercato che dovrà essere compensata altrove. I cittadini dunque dovranno subire la chiusura dei negozi di quartiere, che già sono in grande difficoltà nelle aree rurali e nei centri urbani. La qualità del lavoro svolto dai nostri colleghi della commissione giuridica e per il mercato interno non è in questione e sono stati eliminati diversi dettagli negativi, ma c'è il rischio che la Commissione, come su molti altri aspetti, ignori questo lavoro e mantenga per lo più la propria posizione originaria.

Per riassumere crediamo che l'unica opzione politica adeguata e responsabile, come vi è stato proposto, consista nel respingere le proposte della Commissione, in quanto ciò è nell'interesse di tutti. Se lasciate che le cose inizino a deteriorarsi non potrete poi essere i primi a protestare quando in futuro non funzionerà più nulla.

 
  
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  Montfort (NI). – (FR) Signor Presidente, ogni libertà è basata su un equilibrio fra gli interessi dei consumatori e quelli degli imprenditori e distributori. Questa libertà verrà certo meno se stabiliamo una disparità che andrà a vantaggio degli uni o degli altri. Questa è quanto la Commissione ha semplicemente tentato di fare con il fuorviante pretesto, ancora una volta, dell'armonizzazione forzata.

Tentando di rimuovere le restrizioni sulle vendite promozionali istituite dagli Stati membri, la Commissione sta eliminando le salvaguardie essenziali introdotte dalle normative nazionali per tutelare sia gli interessi dei consumatori che quelli dei piccoli produttori e negozianti. Dalle rivendite sottocosto o dalla deregolamentazione dei periodi e delle condizioni delle svendite deriverebbero pratiche commerciali rischiose e irresponsabili e le nostre economie ne risentirebbero. Inoltre, il passaggio all'euro non dovrebbe servire da pretesto per aumentare i prezzi.

Pertanto, posso soltanto accogliere con favore gli emendamenti adottati nelle varie commissioni parlamentari coinvolte in questo testo e che continuano a osservare la legislazione nazionale in merito. L'armonizzazione verso il basso, che è quanto la Commissione sembra auspicare, va contro il senso comune e una solida prassi commerciale per gli operatori economici, in particolare per quelli più fragili. Le imprese locali e le piccole imprese sono la forza portante che sta dietro alla nostra economia. Ritengo necessario sottolinearlo ribadendo che senza di loro la varietà della disponibilità di merci e la garanzia della qualità verrebbero meno. Tuttavia, esse svolgono un ruolo anche nel creare un equilibrio sociale ed economico nella nostra società. Fate attenzione a non alterare questo equilibrio, il che non sarebbe nell'interesse di nessuno, né come consumatori né come politici.

 
  
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  Presidente. – Grazie.

La discussione è sospesa e ora ha facoltà l’onorevole Harbour per una mozione di procedura prima di dare inizio al turno di votazioni.

 
  
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  Harbour (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, intervengo per una mozione di procedura. Ho la certezza di parlare a nome di tutti i colleghi della commissione giuridica e per il mercato interno, alcuni dei quali sono ancora presenti in Aula. Posso esprimerle la protesta a nome di tutti i colleghi che lavorano su questo testo per il modo alquanto inaccettabile di iscrivere all'ordine del giorno la presente discussione? Abbiamo iniziato la discussione alle 11.30 di stamattina. I servizi di seduta sapevano che non si sarebbe conclusa, ci sono altre discussioni previste successivamente e il vostro computer vi dice che avrebbero potuto essere previste adesso. Ora dobbiamo rinviare la prosecuzione di questo dibattito alle 21.30 di stasera. La onorevole Montfort e il collega dell'EDD hanno parlato in condizioni abbastanza insostenibili. Non è questo il modo giusto di condurre i lavori di un'Assemblea che dovrebbe invece tenere una discussione seria su questi argomenti. Non è necessario farlo; non vi è motivo di dividere le discussioni. Voi avete le informazioni e io sostengo che non è giusto consentire di tenere interventi mentre i deputati stanno entrando in Aula. Spero che tutti i colleghi mi appoggeranno nel dire che dovremmo affrontare seriamente le modalità di lavoro di quest'Assemblea.

 
  
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  Presidente. Onorevole Harbour, ho preso nota della sua lamentela che sarà inoltrata ai servizi responsabili della stesura del nostro ordine del giorno. Mentre lei interveniva, i colleghi deputati hanno preso posto e ora procederemo alla votazione.

 
  
  

PRESIDENZA DELL'ON. COX
Presidente

 
  
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  Rack (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, abbiamo impiegato più di dieci minuti per scendere dal nono piano all'Aula. Questi ascensori sono assolutamente inutili – oppure lo sono gli architetti che li hanno progettati.

(Vivi applausi)

L'onorevole deputato che siede accanto a me ha fatto un ottimo commento dicendo che abbiamo gli ascensori più sicuri di tutta Europa e lo sono perché non funzionano, così non può succedere nulla di male. Magari però potrebbero svolgere la funzione per la quale sono stati progettati.

(Ilarità)

 
  
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  Callanan (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, intervengo per una mozione di procedura, il motivo per cui sembrava che gli ascensori non funzionassero erano gli agenti di sicurezza che ne tenevano bloccati tre al pianterreno, a quanto pare per via di una qualche delegazione in visita al Parlamento! Dato che questo edificio è progettato malissimo, gli ascensori così come sono non hanno quasi la capacità necessaria per i deputati, senza che ci si mettano anche gli agenti di sicurezza a occuparne tre proprio quando tutti devono scendere per votare. I servizi di seduta dovrebbero organizzarsi meglio.

(Applausi)

 
  
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  Vlasto (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, vorrei dire che sono rimasto bloccato in un ascensore per 15 minuti, per cui gli ascensori davvero non funzionano.

 
  
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  Presidente. Faremo in modo che se ne occupino i servizi. L'unica cosa che posso dirvi con certezza è che il Presidente non stava bloccando nessun ascensore.

 
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