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Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 27 marzo 2003 - Bruxelles Edizione GU

2. Tutela penale degli interessi finanziari comunitari e creazione di una procura europea
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  Presidente. – L’ordine del giorno la relazione (A5-0048/2003), presentata dall’onorevole Diemut R. Theato a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul Libro verde della Commissione sulla tutela penale degli interessi finanziari comunitari e sulla creazione di una procura europea [COM(2001) 715 – C5-0157/2002 – 2002/2065(COS)].

 
  
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  Theato (PPE-DE), relatore. – (DE) Signor Presidente, in dicembre 2001 la Commissione ha adottato il Libro verde sulla tutela penale degli interessi finanziari comunitari e sulla creazione di una procura europea. Il documento ha aperto un ampio dibattito tra studiosi e professionisti, anche al di fuori dell’ambiente giuridico. Questa era l’intenzione della Commissione, che ringrazio per il suo contributo.

Anche il Parlamento europeo ha partecipato al dibattito. Ancor prima della pubblicazione del Libro verde, esso ha chiesto in diverse risoluzioni una migliore tutela delle finanze dell’Unione tramite l’istituzione di una procura europea per le questioni finanziarie, che esamini il numero crescente di casi di reati transfrontalieri che arrecano pregiudizio al bilancio dell’Unione.

I tempi sono maturi. L’Unione è alle soglie dell’allargamento, con l’adesione di dieci nuovi Stati membri il prossimo anno. Il bilancio comunitario continuerà a crescere, l’amministrazione dei fondi europei diventerà sempre più complessa. Al tempo stesso, aumenterà la criminalità transfrontaliera, resa sempre più professionale dalle moderne tecnologie. La frammentazione territoriale dei sistemi penali e le difficoltà nella cooperazione giudiziaria fra Stati membri sono il motivo per cui i criminali raramente vengono arrestati e ancora più raramente puniti. Le statistiche indicano che il bilancio dell’Unione europea arriva a perdere un miliardo di euro all’anno a causa della criminalità organizzata internazionale. E’ possibile che questi fondi finanzino anche altre strutture criminali. Il contrabbando di sigarette costituisce il migliore esempio. Il denaro dei contribuenti europei destinato alle finalità reali dell’Unione va quindi perduto. Ripeto: perduto, perché a tutt’oggi in Europa non disponiamo ancora di strutture efficaci per perseguire i reati finanziari nell’Unione europea.

Il Consiglio ha riconosciuto la minaccia e ha ancorato la tutela degli interessi finanziari al primo pilastro del Trattato di Maastricht e incorporato la cooperazione con la Commissione nel Trattato di Amsterdam. Con la relazione odierna della commissione per il controllo dei bilanci, il Parlamento riunisce i 72 pareri riguardanti il Libro verde finora pervenuti da diversi ambienti ed esaminati dalla Commissione.

Vi ricordo che si tratta di una relazione di iniziativa e non di una risoluzione legislativa. In seno alla commissione, ci siamo presi il tempo necessario per svolgere un’analisi completa della proposta di “istituire una procura europea”; abbiamo affidato ad esperti esterni il compito di condurre studi e organizzato un’audizione con i parlamenti nazionali e i rappresentanti della società civile. Nella relazione, esponiamo alcune alternative e invitiamo la Commissione ad introdurre miglioramenti, in particolare per quanto riguarda la salvaguardia dei diritti fondamentali e dei diritti della difesa, il controllo del procuratore europeo e le sue relazioni con le strutture esistenti. Vogliamo rapporti con le strutture esistenti dell’OLAF, Eurojust ed Europol. In tal modo intendiamo evitare duplicazioni, ma vogliamo anche che il procuratore europeo sia uno strumento efficace di tutela delle finanze dell’Unione a livello europeo. Esistono proposte chiare in merito al modo in cui il futuro procuratore europeo potrebbe cooperare con le autorità nazionali degli Stati membri. Il principio di sussidiarietà è la norma in questo contesto. Tutte le questioni riguardanti le modalità di funzionamento della procura europea possono quindi essere definite in sede di diritto derivato.

Vorrei ringraziare calorosamente i colleghi della mia commissione, nonché i membri delle commissioni per gli affari costituzionali, per la giustizia e gli affari interni e per le petizioni, per la loro cooperazione positiva e costruttiva. Le loro proposte sono state incorporate nella presente relazione. La nostra principale preoccupazione è che venga definita nel Trattato un’adeguata base giuridica per l’istituzione di un procuratore europeo e che il Consiglio nomini questo nuovo organo con l’approvazione del Parlamento. A tal fine, la revisione dei Trattati rimane una condizione essenziale, perché solo la riforma dei Trattati può legittimare la proposta. Chiediamo alla Convenzione europea di definire fin d’ora la base giuridica per l’istituzione di una procura europea, incaricata di tutelare gli interessi finanziari dell’Unione, in modo che la questione possa essere iscritta all’ordine del giorno della Conferenza intergovernativa del 2004.

Come ho detto, i tempi sono maturi. Chiediamo che vengano creati, prima dell’allargamento dell’Unione europea e per l’Unione europea, gli strumenti necessari a rafforzare e garantire la tutela degli interessi finanziari comunitari. Vogliamo tutti uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, in cui si ponga fine alle frodi e alla corruzione ai danni del bilancio dell’Unione e quindi del contribuente europeo.

(Applausi)

 
  
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  Paciotti (PSE), relatore per parere della commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni. – Signor Presidente, condivido quello che ha detto la relatrice e mi complimento per la sua relazione. La vicenda della procura europea antifrode è esemplare della difficoltà, della lentezza e dell’inadeguatezza della costruzione dell’Unione europea. L’ampiezza e la gravità delle frodi ai danni degli interessi finanziari comunitari è a tutti evidente. Altrettanto evidente è la debolezza del contrasto a questa forma di crimine, sostanzialmente impunito.

La gravità della situazione è stata denunciata dal Parlamento europeo più di dodici anni fa. Anni di studio approfonditi hanno portato a formulare una proposta precisa e attuabile di istituzione di una procura europea antifrode improntata a principi di sussidiarietà e proporzionalità, con un corollario di previsioni penali e di procedura capaci di risolvere ragionevolmente gran parte dei problemi posti dall’esigenza di un’iniziativa penale centralizzata e di giudizi penali riservati a giudici nazionali. La base giuridica per questa istituzione è stata proposta dalla Commissione alla Conferenza intergovernativa di Nizza che, purtroppo, anche in questo campo, ha registrato un fallimento, per mancanza di una volontà comune dei governi e di una visione europea dei problemi. L’avvio della cooperazione giudiziaria intergovernativa tramite EUROJUST ha, da un lato, creato più ambiziose e meno realistiche attese, dall’altro, pretesti per ulteriori rinvii. Non è più tempo di rinvii: da un lato, vanno concretate le iniziative che assicurino un uniforme livello di protezione dei diritti fondamentali dei cittadini nei procedimenti penali e regole minime per l’ammissibilità delle prove; dall’altro, la Convenzione sul futuro dell’Europa deve proporre un’adeguata base giuridica nella Costituzione europea sufficientemente flessibile per consentire l’istituzione di una procura europea antifrode, capace, in prospettiva, di evolversi nell’ambito di EUROJUST con più ampi obiettivi di lotta alla criminalità transnazionale.

 
  
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  Patrie (PSE), relatore per parere della commissione giuridica e per il mercato interno. – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, com’è già stato affermato, i reati economici e finanziari arrecano un notevole pregiudizio agli interessi finanziari dell’Unione europea e la loro entità, secondo le stime, è superiore a un miliardo di euro all’anno. L’allargamento di sicuro non migliorerà la situazione, in quanto frammenterà ulteriormente lo spazio giudiziario europeo, incrementerà il numero di amministrazioni incaricate di gestire i fondi comunitari e di conseguenza aumenterà il rischio di frodi. Come sappiamo, tali frodi e reati costituiscono una preoccupazione di antica data per il Parlamento europeo e l’articolo 280 del Trattato CE ha già conferito alla Comunità il potere di adottare misure efficaci ed equivalenti in tutti gli Stati membri.

Accordo quindi il mio pieno sostegno al Libro verde della Commissione sulla creazione di una procura europea, incaricata di tutelare gli interessi finanziari comunitari, e appoggio anche caldamente la relazione dell’onorevole Theato. Sono altresì favorevole all’incorporazione di un nuovo articolo 280 bis nel futuro trattato costituzionale, idea che in realtà è stata respinta dall’ultima Conferenza intergovernativa, nonostante il parere favorevole espresso dall’Assemblea nel 2000.

L’istituzione di una procura europea è oltremodo necessaria, ma dobbiamo garantirne la legittimità democratica prevedendo l’approvazione della nomina da parte del Parlamento europeo. Dobbiamo anche insistere sulla necessità di definire uno statuto del procuratore e dei procuratori delegati, che garantisca la loro piena indipendenza dalle parti in causa e dagli Stati membri, dalle Istituzioni e dagli organi dell’Unione europea. E’ altresì essenziale garantire l’uniformità dell’azione penale nell’intero spazio giudiziario europeo, affermando il principio di obbligatorietà dell’azione penale ed imponendo norme rigorose in materia di archiviazione condizionata dei casi. Siamo anche favorevoli all’idea di creare una giurisdizione comunitaria, presso la Corte di giustizia, incaricata di istruire le cause penali. Infine, sarà ovviamente importante garantire un migliore coordinamento, il miglior coordinamento possibile, tra la procura europea e strutture quali l’OLAF, Eurojust ed Europol.

Come ha appena rilevato l’onorevole Theato, abbiamo lanciato un appello alla Convenzione e ci auguriamo che essa accolga i nostri pareri.

 
  
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  von Boetticher (PPE-DE), relatore per parere della commissione per le petizioni. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzi tutto ringraziare la relatrice, onorevole Theato. Grazie, Diemut, soprattutto per la tua disponibilità a scendere a compromessi. Mi compiaccio che si sia infine trovato un compromesso tra coloro che volevano una procura europea vicina alla Commissione e coloro che non volevano assolutamente istituirla. La relazione Theato chiarisce ora che tale procura europea esisterà solo in relazione con Eurojust, solo come figura presso Eurojust. Ciò ha anche senso, perché in caso contrario un procuratore europeo che operasse autonomamente si troverebbe di fronte agli stessi problemi che incontrano i pubblici ministeri nazionali nelle azioni penali transfrontaliere. Entro breve avremo 25 codici di diritto nazionali, 25 codici di procedura penale, 25 sistemi giuridici e 21 lingue in questa Unione europea allargata. Tale coordinamento richiederebbe un nuovo, enorme apparato. In alternativa, potremo evitare le duplicazioni affidandoci semplicemente ad Eurojust.

Tuttavia, ciò significa anche che l’effettiva imputazione dev’essere deferita ai tribunali nazionali dai pubblici ministeri nazionali, il che significa a sua volta che il procuratore europeo si limiterebbe ad istruire il caso. Va inoltre chiarito che intendiamo limitare i poteri del procuratore europeo alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea. Dobbiamo quindi dire un chiaro “no” a una procura europea generale, competente per tutti i reati gravi transfrontalieri, quale quella attualmente proposta dal Praesidium della Convenzione, perché non c’è nulla da guadagnare con la sua istituzione. In altri settori, i processi non falliscono a causa di una mancanza d’interesse da parte delle procure nazionali, come nel caso della tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea, ma principalmente a causa di barriere linguistiche e problemi giuridici. In ogni caso, non si può armonizzare tutto nell’Unione. Per esempio, non possiamo armonizzare il diritto penale, le procedure penali, la formazione dei pubblici ministeri o i sistemi giudiziari. In questi ambiti possiamo solo prevedere un coordinamento. Questo è il motivo per cui vorrei trasmettere un chiaro messaggio alla Convenzione: un procuratore europeo per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione europea, sì; un procuratore generale europeo per la lotta contro la criminalità, no.

 
  
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  Dimitrakopoulos (PPE-DE), relatore per parere della commissione per gli affari costituzionali. – (EL) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto congratularmi con l’onorevole Theato per l’eccellente lavoro.

Nel suo parere, la commissione per gli affari costituzionali ha detto SÌ all’istituzione di una procura europea. Ha detto sì perché ritiene che i problemi con cui si confronta attualmente l’Unione europea richiedano un’impostazione e una soluzione più sistematica.

Al tempo stesso, tuttavia, la commissione pone in risalto alcuni aspetti che considera importanti. La prima questione riguarda l’ambito di competenza della procura europea. Naturalmente, siamo tutti d’accordo sul fatto che il punto di partenza è la lotta contro le frodi e che è necessario adottare provvedimenti immediati. Spiace dirlo, purtroppo, ma è comunque un fatto. Tuttavia, la commissione ha rilevato che le relazioni transnazionali e le strutture collettive cui fanno ricorso gli Stati membri comportano la necessità di adottare un approccio evolutivo nei riguardi dell’ambito di competenza della procura europea, affinché, se necessario, in una data successiva si possa ampliare la competenza per contemplare altre forme di reato; purtroppo, come ben sappiamo, il sistema internazionale attuale continua ad escogitare nuovi tipi di reato.

La seconda questione sollevata dalla commissione per gli affari costituzionali riguarda il ruolo del Parlamento europeo in relazione con la procura europea. Riteniamo che il Parlamento, che è stato il primo ad evidenziare le questioni e i problemi connessi alla criminalità paneuropea, debba essere l’istituzione cui il procuratore europeo rende conto del suo operato.

In terzo luogo, l’istituzione di una procura europea va di pari passo con lo sviluppo di un diritto penale europeo, che è uno sviluppo inevitabile; infine, a mio parere, è importante precisare, nel contesto della struttura delle relazioni tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, la posizione del procuratore europeo rispetto ai pubblici ministeri nazionali.

 
  
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  Schreyer, Commissione. – (DE) Signor Presidente, onorevole relatrice, onorevoli deputati, mi spiace di non essere stata presente durante il suo intervento, onorevole Theato, ma ero impegnata in un trilogo in questa sede, che è terminato solo ora. La lotta contro le frodi ai danni del bilancio europeo è e rimane una delle più importanti preoccupazioni della Commissione. Sappiamo di poter contare sul pieno sostegno del Parlamento al riguardo, in quanto ha adottato e sta adottando numerose iniziative in questo campo. Sappiamo tutti che l’unico modo adeguato ed efficace di affrontare i reati ai danni delle finanze comunitarie è garantire un’azione penale coerente. Questo è il motivo per cui, nel 2000, la Commissione ha proposto di inserire nel Trattato CE una disposizione volta ad istituire un pubblico ministero europeo. All’epoca, il Consiglio ha deciso di non procedere in tal senso.

Nel dicembre 2001 la Commissione ha presentato il Libro verde sulla tutela penale degli interessi finanziari comunitari e sulla creazione di una procura europea, che oggi viene discusso e forma oggetto della relazione in esame. Sulla base di tale Libro verde, la Commissione ha avviato un processo di discussione nel 2002. Il Parlamento europeo, in particolare la presidente della commissione per il controllo dei bilanci, onorevole Theato, ha apportato un importante contributo a tale dibattito, cui ha anche dato slancio. Onorevole Theato, tutti i presenti sanno che non avremmo compiuto i progressi realizzati finora con il progetto relativo a una procura europea senza il suo impegno e sostegno attivo. Vorrei porgerle un particolare ringraziamento per il suo lavoro a nome della Commissione.

La scorsa settimana la Commissione ha presentato una relazione che fa seguito al Libro verde e riepiloga l’esito della consultazione pubblica. La maggioranza delle persone intervenute nel dibattito e nel processo di consultazione ha adottato un atteggiamento sostanzialmente positivo nei riguardi di una procura europea. Come sappiamo, i governi hanno espresso più riserve al riguardo rispetto ai rappresentanti delle professioni giuridiche e delle organizzazioni non governative, in particolare rispetto alle persone che devono affrontare la questione a livello quotidiano. Tuttavia, solo una minoranza è totalmente contraria. Nel complesso, nel corso degli anni si è evidenziata una sempre maggiore apertura nei confronti del progetto di procura europea.

La Commissione riafferma quindi la sua proposta di creare una procura europea. Questo risultato è tanto più importante ora che la Convenzione – come è già stato affermato – è entrata nella sua fase cruciale. Sono in corso di esame proposte specifiche per una costituzione. La scorsa settimana il Praesidium della Convenzione ha proposto di inserire, sotto il titolo “Giustizia e Affari interni”, un articolo 20 riguardante il pubblico ministero europeo e la Convenzione, in seduta plenaria, fornirà il suo parere in proposito la prossima settimana. In questa fase cruciale è davvero essenziale che il Parlamento e la Commissione spingano nella stessa direzione e trasmettano un chiaro messaggio alla Convenzione.

E’ già motivo di una certa soddisfazione che la nostra preoccupazione comune sia arrivata abbastanza lontano da far sì che il pubblico ministero europeo abbia trovato posto in un apposito articolo nel progetto di trattato. Il dibattito ha avuto un peso significativo, in gran parte per merito vostro. Tuttavia, la Commissione è del parere che la proposta del Praesidium non sia sufficiente. Si ferma prima dell’obiettivo reale. Ciò che viene proposto è una clausola che conferisca al Consiglio il potere di creare il pubblico ministero europeo all’unanimità in una data futura. Con una clausola di questa natura, la procura europea potrebbe facilmente trasformarsi in una vana promessa in un’Unione allargata di 25 o più Stati membri. Questo è il rischio. Dobbiamo quindi ancorare il pubblico ministero europeo al Trattato stesso, altrimenti il progetto rischia davvero di essere rimandato all’infinito.

Sono lieta che il Parlamento e la Commissione siano pienamente d’accordo su una questione di somma importanza e prettamente politica. Mi auguro che un gran numero di emendamenti vengano presentati alla seduta plenaria della Convenzione il 3 e 4 aprile, al fine di creare una procura europea nel Trattato stesso. La Commissione accoglie quindi con favore il sostegno del Parlamento europeo, espresso in modo chiarissimo nella relazione dell’onorevole Theato. Mi congratulo vivamente con lei per la relazione, conoscendo l’impegno personale alla base del suo lavoro.

Nella fase decisionale della Convenzione che ora ci attende, è della massima importanza che il Parlamento trasmetta un chiaro segnale. Come ho detto, la Commissione concorda con gli elementi essenziali della relazione Theato sul Libro verde. Tuttavia, non siamo interamente d’accordo su ogni punto. Per esempio, stiamo ancora valutando se sussista o meno la necessità di una Camera preliminare, se il controllo delle decisioni del procuratore europeo da parte dei giudici nazionali sia sufficiente e se possa essere trasferito.

Per quanto riguarda Eurojust, anche la Commissione considera auspicabile che il pubblico ministero europeo sia strettamente legato a questa Istituzione. Abbiamo approfondito l’argomento nella relazione che fa seguito al Libro verde. Vi sono ancora dubbi in merito a se ciò si possa realizzare in modo efficace attraverso il rafforzamento di Eurojust, che assumerebbe la funzione di procura europea. La proposta è in corso di esame. Entrambe le funzioni – l’azione penale a livello centrale contro i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione e il coordinamento delle autorità penali nazionali per quanto riguarda altri reati – potrebbero essere riunite in una struttura comune, sotto lo stesso tetto, per così dire. In questo contesto, il trasferimento di Eurojust nel primo pilastro costituisce una condizione essenziale, ma non è sufficiente. Anche questo dev’essere affermato in modo inequivocabile.

La Commissione concorda anche con la relazione sul fatto che alcune questioni legate alla creazione di un pubblico ministero europeo richiedono ulteriori discussioni. Ciò vale per la questione del diritto derivato. Nella relazione che fa seguito al Libro verde abbiamo affermato che intendiamo esaminare in modo più approfondito le seguenti questioni, in particolare: la questione delle prove, in modo che le prove legittimamente raccolte in uno Stato membro possano essere ammesse in un altro Stato membro, e le garanzie procedurali per l’imputato, riguardo alle quali è in corso una consultazione specifica, basata su un altro Libro verde, presentato dal mio collega, Commissario Vitorino.

La Commissione si conformerà alla richiesta della commissione per il controllo dei bilanci ed esaminerà tali questioni in modo approfondito nel corso dell’anno. In questo contesto, essa si farà guidare dalle proposte presentate dalla Convenzione e, in particolare, dai lavori in materia di giustizia e affari interni. In ogni caso, l’importante è ora che un’autorità penale europea sia ancorata al trattato costituzionale stesso, con una base giuridica per lo sviluppo del diritto derivato che sarà quindi necessario. Questo è l’unico modo di affrontare con efficacia, sul versante del diritto penale, le attuali difficoltà nella lotta contro le frodi e la corruzione, che costituiscono un grave prosciugamento di fondi del bilancio comunitario. Se vogliamo contribuire a rendere la costruzione dell’Europa più popolare fra i cittadini e i contribuenti, dobbiamo trasmettere un segnale efficace con il futuro trattato.

(Applausi)

 
  
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  Avilés Perea (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, signora Commissario, con la relazione presentata dall’onorevole Theato, il Parlamento chiede alla Convenzione di introdurre una modifica dell’articolo 280, che permetta la creazione di una procura europea.

Al centro della questione vi è la preoccupazione di tutelare gli interessi finanziari dei contribuenti europei. Il Parlamento europeo da tempo chiede la creazione di una procura europea incaricata di tutelare gli interessi dell’Unione.

E’ importante rilevare le differenze esistenti tra gli Stati membri, che sono causa della mancanza di efficacia. Dobbiamo garantire una maggiore cooperazione europea e compiere progressi con la creazione di uno spazio europeo della giustizia.

Il procuratore europeo dovrebbe avere il compito di perseguire le frodi transfrontaliere, tramite l’adozione di norme specifiche che permettano di combattere le frodi, compresa la definizione dei reati. Il nuovo trattato costituzionale deve fissare una chiara base giuridica per questa procura europea, imperniata sui principi di solidarietà e di proporzionalità, al fine di risolvere i problemi causati dalla frammentazione degli attuali sistemi giudiziari europei.

Occorre istituire un sistema trasparente che preservi l’equilibrio tra efficacia e attività investigative, nel caso di reati transfrontalieri, e rispetto dei diritti fondamentali, garantendo la coerenza e la collaborazione tra le strutture già esistenti: OLAF, Eurojust, Europol.

Il gruppo del Partito popolare europeo (democratico-cristiano) e dei Democratici europei ha presentato alcuni emendamenti volti a migliorare questa precisazione, che invito gli altri gruppi a sostenere.

Infine, vorrei porre in risalto l’obiettivo della relazione di contribuire al processo costituzionale in corso, in modo che si possa chiarire la questione della procura europea, di enorme importanza per il futuro dell’Unione.

Devo congratularmi con l’onorevole Theato, che ha svolto un lavoro enorme, non privo di difficoltà, e mi auguro possa conseguire l’obiettivo proposto.

 
  
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  Bösch (PSE). – (DE) Signor Presidente, il gruppo del partito del socialismo europeo in seno al Parlamento appoggia pienamente la relazione dell’onorevole Theato e si congratula con lei per il lavoro presentato oggi. Ritengo non sia un caso che la commissione per il controllo dei bilanci presenti a più riprese questo genere di iniziative, in quanto con l’esperienza scopriamo che è impossibile tutelare un bilancio che ha ora raggiunto i 100 miliardi di euro con gli strumenti finanziari di 50 anni fa, cioè con i fondi nazionali. Questa chiara affermazione, ed iniziative quali quella della relazione dell’onorevole Theato, sono doverose nei confronti dei contribuenti europei.

Essi sanno che vi sono state iniziative come l’OLAF. Noi sappiamo che non è ancora tutto perfetto. Vi sono stadi intermedi e ritengo che nemmeno una procura europea del tipo proposto rappresenterà la perfezione assoluta. Tuttavia, sarà un passo molto importante ai fini della tutela del denaro dei contribuenti europei. E’ importante, soprattutto, che il Parlamento affermi in modo inequivocabile che questa istituzione avrà basi democratiche. L’Europa ha anche Istituzioni, come Europol, che non sono soggette al controllo parlamentare e quindi non ci si deve stupire se i cittadini apprendono dai media che gli Stati membri a quanto pare permettono ad Europol di gestire a porte chiuse somme di denaro sbalorditive. Ovviamente non vi è alcuna trasparenza perché il Parlamento non ha voce in capitolo e ritengo importante assicurare questo tipo di controllo per la procura europea. In varie occasioni – e in altre relazioni – abbiamo già affermato di volere un articolo 280 bis. Il Parlamento ha di nuovo votato in proposito due settimane fa a Strasburgo e mi auguro che anche in questa occasione sosterrà il paragrafo 3 della relazione, che riguarda tale articolo.

A volte, esempi molto specifici evidenziano l’importanza che attribuiamo a un pubblico ministero europeo. Non molto tempo fa, abbiamo invitato il più piccolo Stato membro, il Lussemburgo, ad adottare provvedimenti in merito a una causa – il cosiddetto caso Perilux – pendente da anni presso il pubblico ministero del Lussemburgo. La questione interessa enormi somme di denaro dei contribuenti europei. Il Lussemburgo non risponde e ancora una volta dobbiamo insistere in questa sede sull’importanza di una procura europea, in grado di spronare gli Stati membri che non hanno sufficiente riguardo per gli interessi dei contribuenti europei. Situazioni del genere si verificano ripetutamente e il caso del Lussemburgo è particolarmente increscioso, perché i tribunali belgi si sono già pronunciati in materia.

Ancora una volta, vive congratulazioni. Sono certo che l’Assemblea adotterà oggi una buona e importante decisione con questa relazione!

(Applausi)

 
  
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  Sørensen (ELDR). – (DA) Signor Presidente, vorrei dichiarare che considero inaccettabile che le frodi a danno dei fondi dell’Unione europea raggiungano la cifra di due miliardi all’anno e in alcuni settori siano addirittura in aumento. Al tempo stesso, va comunque ammesso che si tratta essenzialmente di un problema nazionale, dal momento che circa l’80 per cento delle risorse finanziarie dell’Unione è amministrato dalle autorità nazionali. A mio parere, in questo ambito, gli Stati membri dimostrano una fondamentale assenza di volontà di adottare le iniziative necessarie a rispondere specificamente alle frodi a danno del bilancio comunitario.

Ciò è confermato, per esempio, dalla dichiarazione della Commissione, secondo cui su quattro casi individuati dall’OLAF, che dovrebbero sfociare in un’azione penale contro le autorità nazionali, soltanto uno ha conseguenze penali.

Tutto questo è inaccettabile. Ciò non m’induce, tuttavia, ad approvare senza riserve la conclusione dell’onorevole Theato, secondo cui la soluzione unica ed ottimale consiste nel creare una nuova istituzione: un pubblico ministero europeo sotto forma di un organo che ha la precedenza sulla legislazione nazionale ed esige una vasta armonizzazione in settori in cui gli Stati membri hanno da sempre tradizioni e nozioni giuridiche differenti. E’ sufficiente menzionare l’armonizzazione del diritto penale, delle condizioni di ammissibilità delle prove, delle sanzioni e del diritto processuale.

Se dovessimo introdurre immediatamente questo modello, mi attenderei forti conflitti di potere tra il pubblico ministero europeo e le autorità nazionali, oltre ad alcune sovrapposizioni riguardanti altre iniziative comunitarie, come Eurojust, OLAF ed Europol, iniziative che, dato il breve periodo in cui hanno finora operato, dovrebbero in ogni caso disporre di più tempo per produrre risultati nei vari settori, compreso quello delle frodi a danno dei fondi comunitari.

Detto questo, tuttavia, in realtà sono favorevole, in linea di principio, all’idea di istituire questa autorità e di incorporarla nel Trattato. Semplicemente credo che i tempi non siano ancora maturi per la drastica armonizzazione di settori fondamentali della politica giuridica proposta dall’onorevole Theato.

Ritengo invece che la funzione di pubblico ministero europeo debba essere sviluppata gradualmente e nel quadro di una cooperazione rafforzata nell’ambito di Eurojust. Questo è anche il modello proposto dall’onorevole Theato all’articolo 22, paragrafo 2, della sua relazione.

In generale, sono queste le considerazioni alla base degli emendamenti proposti dal gruppo del Partito europeo dei liberali, democratici e riformatori.

 
  
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  Rühle (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, in seguito all’istituzione dell’OLAF, la creazione di un pubblico ministero europeo sarebbe il passo logico successivo nella lotta contro le frodi finanziarie nell’Unione europea, nell’interesse dei contribuenti europei. A nome del mio gruppo, vorrei esprimere un sincero ringraziamento alla relatrice, onorevole Theato, per il coraggio e la perseveranza con cui ha perseguito per anni questo obiettivo, e vorrei anche includere esplicitamente nei miei ringraziamenti il Commissario Schreyer, per aver sostenuto la causa a favore di una procura europea nel Libro verde e in innumerevoli audizioni.

Purtroppo, non esiste ancora una reale politica comunitaria per la giustizia e gli affari interni europei. Il terzo pilastro non solo esclude il Parlamento da settori importanti di codecisione e controllo parlamentare, ma è anche la causa di un forte deficit democratico nella politica giuridica e giudiziaria europea. L’istituzione dell’OLAF come ufficio europeo antifrode senza corollario penale crea un vuoto giuridico a livello europeo. Ancora una volta, abbiamo messo il carro davanti ai buoi.

Purtroppo, la Convenzione non sembra davvero comprendere quanto sia acuto il problema. Quale altra spiegazione ci può essere per il fatto che il Praesidium insista ancora sull’unanimità in seno al Consiglio per la decisione di istituire una procura europea? Il Consiglio ha già dato prova in passato di non essere risoluto al riguardo e purtroppo ha anche ripetutamente dimostrato di non essere sempre risoluto nell’adoperarsi in modo efficace per prevenire le frodi e tutelare gli interessi finanziari dell’Unione europea.

Dimostriamo quindi maggiore unità e un’ampia maggioranza in seno al Parlamento oggi! Ritengo vi sia urgente necessità di un’ampia maggioranza per dimostrare alla Convenzione, in particolare, che siamo contrari a tale unanimità e riteniamo che la procura europea debba avere un posto molto importante nel nuovo trattato, che l’istituzione del pubblico ministero europeo debba essere decisa da una maggioranza qualificata e che anche in questo ambito si debba riconoscere al Parlamento il diritto di codecisione.

(Applausi)

 
  
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  Crowley (UEN). – (EN) Signor Presidente, vorrei anch’io ringraziare la relatrice, onorevole Theato, per il lavoro svolto riguardo a questa proposta, sebbene io sia contrario.

Uno dei fattori più importanti, quando prendiamo in esame la creazione di nuove funzioni o nuove istituzioni nel quadro del Trattati europei, è che vi sono diversi elementi da ricordare innanzi tutto e soprattutto. Si tratta di questioni fondamentali. Esiste un’esigenza pubblica? No. Sarà più efficiente? No. Garantirà una migliore forma di giustizia? No. Tutelerà in modo più efficace gli interessi finanziari della Comunità europea o delle Istituzioni europee? No. Il motivo è che in ogni Stato membro disponiamo già di pubblici ministeri con competenze specifiche nei rispettivi territori per trattare i casi di frode e di reato e comprendere le norme e i requisiti in materia di prove di ciascuno Stato membro.

Dobbiamo garantire la necessaria comprensione degli interessi finanziari dell’Unione europea presso tutti gli uffici di tali pubblici ministeri. Si deve promuovere una maggiore cooperazione tra l’OLAF, la Corte dei conti e le procure nazionali nell’esperire l’azione legale presso i tribunali nazionali e, oltre al sistema Eurojust, devono anche esistere maggiori opportunità di condividere interessi, di condividere l’istruzione e di condividere la comprensione tra i funzionari giudiziari di ciascuno Stato membro, in modo da raggiungere infine un’impostazione comune.

Sono un po’ deluso da un’osservazione contenuta nella relazione, secondo la quale si devono prevedere regole comuni in materia di prove. Nell’ordinamento giuridico britannico, che è il sistema del diritto comune, le norme in materia di prove sono state definite 322 anni fa, e tuttavia intendiamo introdurre regole comuni in materia di prova che ci piaccia o meno? E’ importante ricordare che i cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di essere adeguatamente rappresentati per quanto riguarda i loro interessi. Hanno diritto alla tutela dei loro contributi fiscali, ma il modo migliore di tutelare i contribuenti e gli interessi dei contribuenti è a livello nazionale.

 
  
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  Titford (EDD). – (EN) Signor Presidente, nessuno in Aula può ignorare la norma più importante in politica: quando sei in un fosso, smetti di scavare. C’è anche la barzelletta sul turista che, perso in piena campagna irlandese, chiede a una persona del posto indicazioni per Tipperary e si sente rispondere: “Non partirei di qui”. Tuttavia, persa in fondo al fosso, l’onorevole Theato incomincia dichiarando nella sua motivazione che “la necessità di una specifica tutela penale degli interessi finanziari delle Comunità è una constatazione di antica data”. Concordo, ma se non esistessero fondi comunitari, non esisterebbero interessi finanziari comunitari e, quindi, nemmeno la necessità di tutelarli. Questo è il punto da cui parto io. Non ha mai avuto senso trasferire fondi a un’organizzazione perché li spenda in un modo che eluda le riforme e del quale non si può rendere conto. Questo è il “fosso”. La risposta è smettere di scavare. Smettere di conferire fondi alla Comunità.

Per quanto riguarda la creazione di una procura europea, questa può essere la destinazione da voi desiderata, ma il mio parere è che, se fossi in voi, non partirei di qui. Il problema è il sistema fondamentalmente corrotto e incontrollato. Attaccate le cause, non il sistema.

 
  
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  Ilgenfritz (NI). – (DE) Signor Presidente, la tutela degli interessi finanziari deve naturalmente continuare ad essere uno dei nostri obiettivi primari. In questo contesto, anche noi sosteniamo la creazione di una procura europea, ma in seguito a discussioni approfondite riteniamo altresì che tale istituzione non possa essere una panacea per il futuro. E’ necessario continuare a sviluppare anche le alternative esistenti. Con questo intendo rafforzare l’OLAF e incoraggiare una migliore cooperazione all’interno dell’apparato ufficiale. Si può notare, per esempio, che i Paesi Bassi denunciano il quadruplo dei casi di frode rispetto, per esempio, alla Spagna o alla Grecia. Se gli Stati membri non sono in grado di affrontare con determinazione i loro casi di frode, essi devono anche trovarsi di fronte alla minaccia di un taglio dei finanziamenti oppure essere costretti a rimborsare l’Unione per le perdite dovute ai controlli negligenti da parte delle loro autorità.

 
  
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  Kirkhope (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, come ex pubblico ministero occasionale, ritengo che gli argomenti a favore di una procura europea siano stati esposti in modo assai poco convincente. Come membro della Convenzione europea, ritengo che il nostro compito sia di trovare sistemi con cui non si appesantisca la burocrazia istituzionale, ma si cerchi di semplificare le procedure in modo che i cittadini d’Europa siano tutelati ed anche in maggiore contatto con coloro che li rappresentano.

Non riesco a vedere i vantaggi di disporre di questo organo specifico, sia pure, come ha affermato poc’anzi un collega, incorporato in un’altra Istituzione. Esistono difficoltà che riguardano i costi e la burocrazia. Esistono difficoltà, com’è già stato rilevato, che riguardano l’inserimento di questa figura specifica negli ordinamenti giuridici d’Europa, i quali presentano ampie disparità in termini di prassi giuridiche, prove da raccogliere e natura dell’azione penale stessa. A mio parere, esiste anche una difficoltà per quanto riguarda la base giuridica. Inoltre, se intendiamo permettere la riforma delle organizzazioni esistenti, il progetto in esame non agevolerebbe questo processo.

Ciò di cui abbiamo bisogno è una maggiore cooperazione fra Stati membri e Commissione, fra autorità competenti. Dobbiamo chiarire i sistemi contabili interni e infliggere sanzioni più severe agli Stati che adottano politiche inadeguate in materia di frodi. Dobbiamo incoraggiare una maggiore azione da parte degli Stati membri e rafforzare il ruolo della Corte dei conti. Abbiamo bisogno di più riforme interne. La strategia di riforma dell’Unione europea, a mio parere, è in una fase di stallo e dev’essere rilanciata. Francamente, non ha senso trattare gli Stati membri dell’Unione europea come bambini cattivi, requisire i loro giocattoli e darli a qualche nuovo sorvegliante oberato di lavoro e inadeguato.

Se rispettiamo la nostra appartenenza all’Unione europea, dobbiamo anche rispettare la nostra capacità di esercitare un’azione penale efficace e di affrontare le frodi e le riforme in modo adeguato.

 
  
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  Casaca (PSE). – (PT) Signor Presidente, signora Commissario, è assolutamente innegabile che, quando vengono commesse frodi penali e le autorità nazionali non sono in grado di affrontare il problema, la tutela degli interessi finanziari comunitari non funziona o funziona male e che la situazione attuale è insostenibile, come ha ricordato poc’anzi l’onorevole Bösch riguardo alla situazione in Lussemburgo.

La nostra relatrice, l’onorevole Theato, ha assiduamente chiesto l’istituzione di una procura europea al fine di affrontare la situazione. Anche il Commissario Schreyer ha fornito un sostegno incessante a questa iniziativa e desidero quindi congratularmi con entrambe per il duro lavoro e l’impegno dimostrato. Nondimeno, e con tutta l’amicizia, la considerazione e il rispetto che nutro per loro, devo evidenziare due aspetti della questione che considero cruciali.

A mio parere, i cittadini europei non capirebbero se le nostre Istituzioni decidessero ancora una volta di esaminare solo le questioni economiche, ignorando la nozione di cittadinanza. Non credo sia accettabile istituire una procura europea che si occupi dei nostri interessi finanziari, ma ignori, per esempio, i reati riguardanti la tratta di esseri umani, in particolare di bambini.

Inoltre, il numero di organismi europei preposti a prevenire, combattere e punire i reati, Europol, Eurojust e OLAF, e la complessità di definire la sfera di competenza di ciascuno di questi organismi, consiglia prudenza in questo campo. La situazione peggiore che potremmo affrontare è un aumento dell’entropia del sistema, con i vari organismi che si interessano esclusivamente delle proprie competenze, senza che la lotta contro i reati economici su scala europea venga condotta con maggiore efficacia.

Un’ultima parola per esprimere le mie riserve in merito ai principi di segretezza della giustizia e di indipendenza del procuratore europeo se adottati come principi assoluti, com’è successo, in quest’ultimo caso, con il Libro verde della Commissione. E’ sufficiente ricordare i deludenti risultati conseguiti nel mio paese in questo campo per comprendere la necessità di non commettere gli stessi errori.

 
  
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  Di Pietro (ELDR). – Signor Presidente, anch’io, come il collega che mi ha preceduto poco fa, sono stato un Pubblico Ministero, ma sono giunto e giungo a conclusioni diametralmente opposte. Io invito coloro che credono veramente nella costruzione europea ad essere coerenti e a sostenere il progetto di un’Unione europea più forte, che possa cioè dotarsi di tutti i mezzi necessari per incidere realmente sul flagello della frode ai danni degli interessi finanziari dell’Unione, poiché finora questi interessi non sono stati sufficientemente tutelati dagli Stati membri con le loro legislazioni. E’ un fatto: ogni anno l’ammontare di queste frodi ai danni dei bilanci comunitari – cioè, in ultima analisi, del contribuente europeo – e come cita giustamente la proposta di risoluzione dell’onorevole Theato – alla quale vanno tutta la mia ammirazione e la mia stima – ammonta a circa un miliardo di euro, e tutte le analisi concordano nel dire che questo fenomeno sarà in costante aumento.

Per questa ragione gli strumenti giuridici esistenti per combattere le frodi, come le convenzioni e i protocolli ratificati dagli Stati membri, la complessità dell’attuazione pratica dell’assistenza giudiziaria in materia penale, la natura dell’OLAF che, per mandato, deve limitarsi a meri controlli amministrativi e, soprattutto, la frammentazione dello spazio penale europeo sono risultati totalmente inadeguati a contrastare efficacemente questo fenomeno, né le scuse che sono state accampate finora mi convincono che si debba rinunciare al procuratore europeo.

La mera decisione di principio però non basta: se siamo realmente favorevoli all’istituzione di un procuratore europeo, dobbiamo coerentemente anche dotarlo di mezzi efficaci per operare. Occorre quindi definire con la massima precisione, a livello comunitario, i reati e le pene previste in relazione agli atti delittuosi, e inoltre elaborare disposizioni comuni in materia di diritto penale e di procedura penale dell’Unione europea. Conseguentemente ritengo anch’io, come sostiene la relatrice Theato, che, nel rispetto della separazione dei poteri, il procuratore europeo e i procuratori delegati dovranno essere indipendenti e dovranno esercitare il loro mandato in base al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Sarà, inoltre, necessario sottoporre a un controllo giurisdizionale gli atti del procuratore europeo, sia per l’attività di investigazione che per quella di rinvio a giudizio.

Per concludere, ritengo che i cittadini onesti dell’Unione non potranno che felicitarsi della creazione di uno strumento che contrasti i disonesti di ogni stagione e di ogni regione.

 
  
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  Van Dam (EDD). – (NL) Signor Presidente, la discussione sulla tutela penale degli interessi finanziari comunitari si trascina da parecchio tempo. Vi abbiamo dedicato molto tempo e molta energia, purtroppo utilizzando questa carenza principalmente per istituire un ordinamento giudiziario europeo. La relazione si basa su motivi politici, come ha illustrato l’oratore che mi ha preceduto. Non c’è da stupirsi, quindi, se solleva un’opposizione politica. Mi rammarico che ciò torni a discapito di una discussione oggettiva.

I riferimenti alla Carta dei diritti fondamentali contenuti nella relazione superano la realtà. Dopo tutto, la Carta non è ancora stata incorporata nel Trattato sull’Unione europea come testo giuridicamente vincolante, né il mio gruppo desidera che lo sia, considerati la mediocrità del suo contenuto e il fatto che costituisce una duplicazione delle costituzioni nazionali e della Convenzione europea sui diritti dell’uomo.

Se fosse davvero mirata a perseguire penalmente in modo efficace le frodi e le attività delittuose ai danni degli interessi comunitari, la risoluzione avrebbe ottenuto il nostro sostegno. Tuttavia, ciò si è dimostrato impossibile, dal momento che la relazione ha superato se stessa e ambisce a un’Unione europea come entità politica.

 
  
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  Borghezio (NI). – Signor Presidente, la protezione degli interessi finanziari dell’Unione europea sembra essere presa a pretesto per la creazione – e questo sembra il fine principale – di una superprocura, quasi un trait d’union con l’istituzione del mandato di arresto europeo, su una linea volta a sostituire le giurisdizioni nazionali: una linea su cui il governo italiano ha assunto, con motivazioni puntuali e a più riprese, una posizione nettamente contraria. Una proposta – questa della procura europea – che, guarda caso, viene riproposta dal Praesidium alla Convenzione: l’articolo 20 preconizza una legge europea, istitutiva di una procura europea, il cui ordinamento dovrebbe essere deciso e votato a maggioranza. Questo apre ulteriori preoccupazioni, anche perché, sul tema della procura, si aprono questioni delicatissime, come quella posta dal principio della libera circolazione delle prove, in quanto questo significa che si passerà sopra le condizioni di ammissibilità delle prove specificatamente previste nell’ordinamento giuridico del singolo Stato competente per il giudizio. Non è annullando le tradizioni giuridiche nazionali che si contrasta il crimine transnazionale, bensì con controlli adeguati e con misure efficaci ed efficienti per contrastare, prevenire e debellare il crimine finanziario internazionale.

 
  
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  Stauner (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, sono rimasta soddisfatta nell’apprendere due giorni fa che le autorità belghe hanno formulato imputazioni di frode a carico dell’ex Commissario, signora Cresson, quattro anni dopo che i suoi illeciti hanno fatto cadere la Commissione Santer. Anche questo dimostra l’urgente necessità di creare una procura europea per esercitare l’azione penale solo ed esclusivamente nei casi di frode ai danni dei fondi europei e farlo subito dopo che il reato è stato commesso, perché ci si può attendere un effetto preventivo soltanto se l’azione penale e il giudizio sono sufficientemente rapidi. Anche se in linea di principio sarei l’ultima persona a propugnare un ulteriore trasferimento di poteri all’Unione europea, in questo caso eccezionale è giustificato, perché tutti – e sottolineo tutti – gli organismi responsabili della tutela dei fondi europei finora hanno fallito miseramente, prima fra tutti l’attuale Commissione, che nell’adempimento di questo compito si riduce a lanciare insulti verbali.

Tuttavia un’azione è più che mai necessaria perché i casi di frode, cattiva amministrazione e nepotismo sono in aumento. E’ sufficiente menzionare le recenti vicende riguardanti l’Ufficio statistico europeo, Eurostat. In gran parte, i pubblici ministeri nazionali non sono all’altezza della situazione. Tuttavia, catturare i pesci piccoli e lasciar scappare quelli grossi sta producendo un effetto devastante sulla fiducia dei cittadini nelle Istituzioni europee.

Mi rivolgo quindi al Consiglio e alla Convenzione: non abbiamo bisogno di altri Libri verdi. Ciò di cui abbiamo bisogno è una chiara base giuridica che definisca chiaramente i compiti da svolgere. Poi non ci saranno più margini per le obiezioni dei singoli Stati membri. Questo primo passo va compiuto ora, con la revisione dei Trattati e l’allargamento ad est. Se avremo successo, questa istituzione sarà indissolubilmente legata agli sforzi dell’onorevole Theato, che ancora una volta ringrazio espressamente per la sua perseveranza.

(Applausi)

 
  
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  Morgan (PSE). – (EN) Signor Presidente, oggigiorno abbiamo un mercato aperto all’interno dell’Unione europea, ma ciò significa che il mercato è anche aperto ai truffatori. Gran parte delle frodi ai danni dell’Unione europea in realtà riguarda fondi non incassati. La Commissione ha stimato una perdita di entrate di bilancio dell’Unione europea di 90 miliardi di euro solo a causa del contrabbando di sigarette. Esistono alcuni strumenti per impedire le frodi. E’ stato istituito l’OLAF, che svolge le sue funzioni e trasmette il fascicolo agli Stati membri, che lo lasciano a prendere polvere sugli scaffali. Potremmo infliggere sanzioni alla Corte dei conti, ma il quesito rimane: chi esercita l’azione penale? Potremmo prevedere maggiori salvaguardie contro le frodi, ma il quesito rimane: chi esercita l’azione penale? E’ stata istituita Eurojust, ma anche in questo caso: chi esercita l’azione penale? La risposta, che è fattuale e non teorica, è: quasi nessuno.

Gli Stati membri non affrontano sul serio le frodi nell’Unione europea. Hanno impiegato cinque anni per ratificare la Convenzione sulla tutela degli interessi finanziari. L’azione penale nei confronti di coloro che derubano l’Unione europea è assolutamente minima. Il sistema attuale non funziona. E’ estremamente difficile perseguire le frodi transfrontaliere, in parte perché le prove raccolte in uno Stato membro non sono ammissibili in un altro Stato membro.

Ciò che stiamo esaminando è un Libro verde. E’ essenziale che la competenza del pubblico ministero europeo si limiti agli interessi finanziari dell’Unione europea. Spingersi oltre significa aprire la porta a enormi complicazioni e a gravi conseguenze costituzionali, motivo per cui il paragrafo 4, che chiede la creazione di uno spazio europeo della giustizia, è un’assurdità. Se il problema esiste adesso, immaginate le difficoltà in seguito all’allargamento.

Se intendiamo affrontare seriamente le frodi, dobbiamo riconoscere che il sistema attuale non funziona e, finché non si trova un’alternativa accettabile, dobbiamo seguire questa proposta.

(Applausi)

 
  
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  Berthu (NI). – (FR) Signor Presidente, riguardo alla lotta contro le frodi vorrei innanzi tutto rilevare un problema che richiede urgente attenzione. Oggigiorno non esiste un’istituzione giuridica competente a svolgere indagini all’interno degli organismi comunitari, a causa dei privilegi di cui godono questi ultimi. Se esiste una funzione giustificabile per una procura europea è proprio questa, innanzi tutto e soprattutto. Per il resto, cioè l’eventuale futura creazione di un organo soprannazionale incaricato di svolgere indagini ed esercitare l’azione penale contro gli Stati membri in caso di violazioni ai danni degli interessi finanziari comunitari, riteniamo che l’operazione proposta presenti più inconvenienti che vantaggi. Senza dubbio, le differenze tra gli spazi giuridici nazionali in alcuni casi possono ostacolare l’esercizio dell’azione penale. Tuttavia, la funzione di Eurojust è di porre rimedio a questo problema, nel rispetto delle competenze nazionali. Dobbiamo innanzi tutto permettere a questa Istituzione di agire e svilupparsi, prima di giudicarne l’efficacia.

Nel contempo la procura europea soprannazionale proposta dalla Commissione ci farebbe precipitare in un buco nero amministrativo, in quanto dovremmo non solo armonizzare le incriminazioni, le sanzioni, le restrizioni e ogni genere di procedura, come le condizioni di ammissibilità delle prove, ma anche prendere in considerazione la questione della tutela delle libertà individuali per tutti gli atti coercitivi che adotterà il procuratore europeo: perquisizioni, sequestri, intercettazioni telefoniche, mandati d’arresto, controllo giudiziario e detenzione preventiva, senza contare, bene inteso, l’immensa questione del controllo democratico che si dovrebbe esercitare. E’ una questione enorme, signor Presidente, e invito vivamente i colleghi ad accordare la preferenza ad Eurojust, che può ottenere gli stessi risultati senza rischi di destabilizzazione.

 
  
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  McCartin (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, vorrei congratularmi con l’onorevole Theato per la sua relazione. Ritengo che abbia concretizzato molto del duro lavoro dedicato a questo argomento. Ha esposto argomenti che considero convincenti alla Convenzione europea affinché questa disposizione sia incorporata nel trattato modificato.

Nel discutere la questione, non dovremmo dare l’impressione – come alcuni hanno fatto e tentano di fare – che, in un modo o nell’altro, la tesoreria dell’Unione europea sia una nave con più falle di quelle degli Stati membri o di tesorerie analoghe nel mondo. Non siamo né migliori né peggiori, ma reggiamo il confronto con le norme più elevate di contabilità e responsabilità democratica.

D’altro canto, gran parte degli argomenti avanzati contro questo progetto sono politici, ideologici; argomenti che cercano di sobillare i cittadini preoccupati per un trasferimento di poteri e competenze dai parlamenti nazionali all’Europa e per l’introduzione non necessaria di maggiore burocrazia. Non sono affatto di questo avviso. Abbiamo trasferito all’Unione l’1 per cento dei prelievi nazionali, che viene utilizzato nell’interesse delle politiche comunitarie. Abbiamo previsto il controllo finanziario necessario a tal fine. Abbiamo creato l’OLAF, affinché esamini in modo approfondito gli aspetti dubbi. Tuttavia, non compiamo il passo finale, cioè creare gli strumenti idonei a perseguire le persone riconosciute colpevoli di violare le nostre leggi. L’ho constatato nella mia vita quotidiana; ho visto casi in cui imprese e individui sono stati riconosciuti colpevoli di abusi di fondi comunitari. Ho visto situazioni in cui un gran numero di persone di un particolare settore, ben finanziato dall’Unione, viola le nostre norme e regolamenti in materia di spesa dei fondi e sembra riuscire continuamente a farla franca. In un caso, vedo il contribuente in uno Stato membro costretto a pagare la verifica dei rendiconti per i reati commessi da singole imprese. In altre situazioni, vedo il mancato versamento di tributi e anche in questo caso è il governo nazionale a saldare il conto.

Se esistesse un procuratore europeo incaricato di tutelare le nostre risorse finanziarie – e non vogliamo spingerci oltre – credo che le autorità degli Stati membri che effettivamente spendono tali risorse sarebbero più oculate. Penso anche che l’OLAF sarebbe meno frustrato se, dopo essere intervenuto ed aver constatato situazioni abbastanza gravi da comportare il rinvio ai pubblici ministeri a livello nazionale, ciò non avviene. Se esistesse una procura europea, potremmo assicurare ai contribuenti che ci interessiamo delle questioni fino a giungere alle opportune conclusioni.

 
  
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  Santos (PSE). – (PT) Signor Presidente, di recente ho affermato che l’uso delle risorse finanziarie a disposizione dell’Unione europea probabilmente costituisce il compito più complesso, ma al tempo stesso più interessante, che si assumono le Istituzioni comunitarie. Il miglioramento dell’efficacia e della trasparenza nell’uso delle risorse umane è quindi bene accolto, meritevole e giustificabile. La nozione di cittadinanza europea, in altre parole il senso di appartenenza a uno spazio soprannazionale di solidarietà, è anche rafforzata dal modo in cui viene usato il pilastro finanziario dell’Unione.

In quanto autorità di bilancio, il ruolo del Parlamento europeo è determinante per ottenere tale miglioramento. Possiamo quindi soltanto lodare gli sforzi della Commissione intesi a migliorare la tutela penale degli interessi finanziari comunitari e, in particolare, a creare una procura europea. Affinché le riforme in esame si traducano in una tutela efficace del denaro dei contribuenti europei, ed anche della credibilità dell’Unione nel garantire tale tutela, dobbiamo compiere un grande sforzo volto ad armonizzare le procedure, coordinare gli interventi e garantire una cooperazione leale e aperta fra Stati membri. Tuttavia, è altresì indispensabile che l’essenza di questa politica sia resa irreversibile, a seconda del modo in cui viene usato il metodo comunitario.

Accolgo quindi con favore la raccomandazione della relatrice, onorevole Theato, laddove afferma che il diritto penale non può essere considerato un settore di regolamentazione da parte dell’Unione soltanto nel terzo pilastro e sostiene che l’istituzione di una procura europea sulla base del primo pilastro può essere un passo molto significativo per la futura struttura dei “poteri dell’Unione”.

 
  
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  Dell’Alba (NI). – Signor Presidente, cari colleghi, certo le condizioni di questo dibattito non sono le migliori per esprimere il proprio pensiero. A nome dei Radicali italiani, noi continueremo coerentemente a opporci all’idea secca della nascita di un procuratore europeo che non si accompagni a quegli strumenti e a quelle modalità che fanno parte del patrimonio giuridico e culturale dei nostri paesi. Com’è ipotizzabile pensare solo a un procuratore europeo senza i meccanismi di giudizio, di appello, di difesa, che sono propri e insiti nel sistema giuridico di ogni paese? Un fuga in avanti in questo modo non potrebbe che rendere ancor più giustizialista l’impostazione che si vuole dare all’Europa ed esportare un certo modello di giustizia all’italiana che abbiamo conosciuto e che tanti danni ha fatto nel nostro paese. Ecco i motivi per i quali voteremo contro la relazione Theato, come già abbiamo votato contro in commissione, non perché l’idea di per sé sia senza fondamento ma perché le mancano tutti gli attributi per renderla effettivamente giusta, come dovrebbe essere una giustizia anche a livello europeo.

 
  
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  Bayona de Perogordo (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, desidero congratularmi con l’onorevole Theato per la sua relazione, che ho sostenuto in seno alla commissione per il controllo dei bilanci e prevedo di sostenere anche in questa seduta plenaria.

Vorrei inquadrare la relazione nel suo contesto e rilevare che si tratta di definire la posizione del Parlamento europeo in merito al Libro verde della Commissione sul procuratore finanziario europeo. Con tale pubblicazione, la Commissione ha voluto avviare un dibattito estremamente ampio su tutti gli aspetti attinenti a questa figura e ciò ha determinato l’inclusione di alcuni punti che, se si trattasse di un progetto legislativo, sarebbero considerati grossolani, lacunosi e criticabili sotto molti aspetti.

Tuttavia, il Libro verde si può riassumere nell’idea, nell’ipotesi intellettuale, che la tutela degli interessi finanziari comunitari, e quindi transnazionali, possa essere garantita in modo più efficace da una figura che sia anch’essa a livello comunitario in questo stesso campo.

Il lavoro della relatrice è condizionato da questa struttura e deve quindi rispondere alle questioni più significative del Libro verde ed anche spigolare da queste informazioni complementari e premature la nozione essenziale, che è di ottenere la base giuridica necessaria a proseguire un’attenta analisi.

Vi sono due motivi di attualità che rendono consigliabile questo trattamento e l’approvazione della relazione. Da un lato, l’attuale Convenzione e la prossima Conferenza intergovernativa che definiranno il futuro del diritto comunitario e, dall’altro, l’imminente ammissione dei nuovi membri che, al loro ingresso, dovranno trovare una base giuridica che permetta loro di integrarsi nei lavori collettivi volti a creare, se opportuno, la figura di un procuratore finanziario europeo.

 
  
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  Gargani (PPE-DE). – Signor Presidente, la relazione Theato sul Libro verde della Commissione sulla tutela degli interessi finanziari comunitari e sulla creazione di una procura europea ha avuto una lunga preparazione e un lungo dibattito. Ci ha visto, all’inizio, d’accordo, a condizione che la figura del procuratore restasse, e resti ancora, limitata, appunto, agli interessi finanziari comunitari. Durante il dibattito e le valutazioni delle commissioni parlamentari, però, l’originale provvedimento ha rischiato di essere deformato e di assumere una configurazione diversa e pericolosa nel contesto istituzionale europeo. E’ per questo che la commissione giuridica aveva, in un primo momento, preparato un parere negativo ma, successivamente, dopo un’azione intelligente dell’onorevole Lehne e i chiarimenti avuti con la presidente Theato, ha espresso un parere di compromesso e ha tentato di riportare l’istituto che si vuole disciplinare all’ispirazione originale. Ulteriori discussioni con l’onorevole Theato ci hanno consentito di poter raggiungere una posizione unitaria e di compromesso, che speriamo di vedere confermata in quest’Aula stamattina. L’onorevole Theato con molta sensibilità si è fatta carico di questo problema perché, in effetti, l’ordinamento giuridico dell’Unione europea non prevede competenze in materia di diritto e procedura penale, né una magistratura dotata di tutti i gradi di giurisdizione che possa garantire il pieno diritto di difesa. In mancanza di un siffatto contesto, la creazione di una procura europea indipendente e senza alcun controllo intaccherebbe, signor Presidente, onorevoli colleghi, il già fragile equilibrio interistituzionale tra l’Unione e gli Stati in una materia delicata come la giustizia: sarebbe quindi illogica e immotivata. In particolare, la creazione di un organo siffatto sembra davvero prematura se si considera che non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi della cooperazione giudiziaria nonché, laddove necessario, dell’armonizzazione delle norme sulla questione penale degli Stati membri.

Nell’ambito dell’EUROJUSTche, esso sì, ha il problema della sussidiarietà e un problema di coordinamento importante tra tutti gli Stati europei – e solo in quell’ambito davvero possiamo avere un risultato importante e omogeneo, che rispetti gli Stati e al tempo stesso dia le garanzie che l’Unione europea deve avere. Noi votiamo in questo senso, e questi emendamenti li porteremo in sede di Convenzione, che non può ovviamente recepire una procura europea, una superprocura illimitata, che sarebbe in contrasto con tutte le norme di garanzia che pur ci sono nella nostra Europa.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà tra breve.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. COX
Presidente

 
  
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  Galeote Quecedo (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, stamattina gli eurodeputati del gruppo del Partito popolare europeo (democratico-cristiano) e dei Democratici europei, quando hanno controllato le cassette della posta adiacenti all’Aula, hanno trovato un biglietto con il loro nome e la scritta “assassino”. Credo che finora, signor Presidente, soltanto i nostri colleghi dei Paesi baschi siano stati abituati a fatti del genere, a vedere i loro nomi sui bersagli dipinti per la strada, e per alcuni di loro, signor Presidente, abbiamo osservato un minuto di silenzio in Aula.

Ritengo che ciò sia incompatibile con lo spirito con cui è stata fondata l’Unione europea, il quale è anche incompatibile – e lo dico con tutto il rispetto – con alcuni manifesti esposti ieri nell’Emiciclo.

Le chiedo quindi, signor Presidente, di lanciare un appello a favore della tolleranza, che costituisce il fondamento dell’integrazione europea.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. La reazione dei colleghi fornisce già una risposta eloquente al suo appello a favore della tolleranza. Riguardo all’incidente da lei riferito, esprimo la mia totale condanna. Chiunque ne sia responsabile si è comportato in modo inammissibile e ignominioso.

(Applausi)

Un parlamento è la tribuna del popolo e i deputati hanno pieno diritto di esprimere le loro analisi e preferenze politiche e di farlo con serenità, dignità, rispetto e tolleranza reciproca.

Alla luce di quanto ha riferito stamattina, onorevole Galeote Quecedo, propongo di chiedere ai servizi se sia possibile scoprire come si sia verificato l’incidente e individuare i responsabili, in modo che esso possa servirci da lezione. Se è necessario modificare il Regolamento per far fronte a incidenti incresciosi come questo, sono fermamente convinto che si debba procedere in tal senso.

(Applausi)

 
  
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  Barón Crespo (PSE). – (ES) Signor Presidente, avevo chiesto la parola per condannare questi atti intollerabili e per esprimere la mia solidarietà ai colleghi del gruppo del Partito popolare europeo (democratico-cristiano) e dei Democratici europei, ed intendevo proporre ciò che lei stesso ha proposto. Esprimo quindi il mio sostegno, a nome del mio gruppo.

(Applausi)

 
  
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  Nogueira Román (Verts/ALE). – (ES) Signor Presidente, non c’è bisogno che io, o qualsiasi altro deputato spagnolo, affermi che siamo contrari a questo genere di atti e contrari ad ogni tipo di violenza. Tuttavia devo dire, signor Presidente, che questo avviene in un contesto in cui milioni di spagnoli stanno manifestando contro la guerra e in cui il governo spagnolo del signor Aznar sta paragonando Stati come la Francia e la Germania…

(Proteste)

… a Saddam Hussein in seno alla Camera dei deputati. Solo ieri ha descritto gli Stati contrari alla guerra come alleati della Cina e della Russia, anziché affermare che si tratta di una posizione europea contraria a quella del Regno Unito e della Spagna.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. Non si possono assolutamente trovare giustificazioni per il comportamento increscioso cui abbiamo assistito oggi(1).

(Applausi)

 
  

(1) Approvazione del processo verbale della seduta precedente: cfr. Processo verbale.

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