Allister (NI),per iscritto. – (EN) Oggi ho votato a favore della proroga del finanziamento del programma PEACE, pur nutrendo molte riserve al riguardo. Le mie perplessità derivano dal fatto che finora nell’Irlanda del Nord i finanziamenti del programma PEACE sono stati assegnati in modo molto poco equilibrato, a netto svantaggio della comunità protestante unionista.
Tale finanziamento ha inoltre favorito maggiormente quanti sono stati condannati per terrorismo rispetto alle vittime degli orrori di questo stesso terrorismo.
Auspico che durante il periodo di proroga del finanziamento del programma PEACE si ponga rimedio in modo esplicito a queste ingiustizie. Tale finanziamento dev’essere assegnato in modo equilibrato.
De Rossa (PSE),per iscritto. – (EN) Sono lieto di dare il mio sostegno a questa relazione e accolgo con favore la proposta di estensione della durata del programma PEACE, a copertura del periodo 2005-2006.
Tale decisione farà sì che le misure di PEACE, volte a promuovere la riconciliazione, possano essere portate avanti per qualche anno ancora. La prosecuzione di queste iniziative per la pace è utilissima per riportare la fiducia tra le diverse comunità e per riavvicinarle da entrambe le parti del confine.
PEACE si incentra specificamente sulla riconciliazione e i progetti che ha finanziato hanno contribuito fortemente alla promozione della reciproca comprensione e del miglioramento dei rapporti tra le comunità. Mi compiaccio che il finanziamento sia stato prorogato fino al termine del 2006 e mi auguro di cuore che le prospettive finanziarie prevedano ulteriori stanziamenti quando verranno fissate definitivamente ed entreranno in vigore nel 2007.
Senza dubbio le nostre speranze di un futuro di pace dipendono dalla validità del lavoro svolto nell’ambito delle numerose iniziative transfrontaliere e di quelle tra nord e sud finanziate da questo programma.
Goudin, Lundgren e Wohlin (IND/DEM),per iscritto. – (SV) Il programma PEACE è giustificato come questione interna dell’Unione europea. I soggetti che hanno la responsabilità principale e determinante di consolidare il processo di pace sono però l’Irlanda e il Regno Unito.
Secondo la Lista di giugno, è di fondamentale importanza che l’aiuto economico non venga utilizzato come una sorta di “aiuto strutturale”, ma che venga usato al fine di apportare miglioramenti effettivi e concreti, che promuovano uno sviluppo positivo del processo di pace in Irlanda del Nord.
Isler Béguin (Verts/ALE),per iscritto. – (FR) Se dipendesse solo dal gruppo Verde/Alleanza libera europea, il progetto di Costituzione sarebbe molto più ambizioso di quello che ci è stato presentato. Ci permetterebbe di dare sostanza all’Europa politica, sociale ed ecologica di cui siamo promotori. Sarebbe un progetto con obiettivi chiari e definiti, e non comprenderebbe questa terza parte che, limitandosi a riecheggiare i Trattati precedenti, rappresenta un ostacolo a un progetto globale ambizioso per l’Europa. Nonostante le sue imperfezioni, voterò, e inviterò gli altri a votare, a favore di questo Trattato costituzionale, perché sarebbe un’aberrazione e un gravissimo errore politico unirsi agli oppositori della Costituzione, col pretesto che il testo definitivo non è all’altezza della posta in gioco.
Abbiamo più che mai bisogno dell’Europa, anche di un’Europa imperfetta.
Con una Costituzione riusciremo a lanciare quest’Europa che mira alla pace, depositaria di valori comuni, quali i diritti umani e la democrazia. Compiendo questo passo fondamentale gli europei si sentiranno uniti in un autentico progetto comune. E’ un “sì” militante quello che sosterrò nella votazione sulla relazione Corbett.
Non cogliere questa occasione storica sarebbe una negazione del nostro lavoro di costruttori dell’Europa e ci impedirebbe per molto tempo di realizzare l’ambizioso sviluppo dell’integrazione europea che auspichiamo…
(Testo abbreviato conformemente all’articolo 163 del Regolamento)
Marques (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Mi congratulo con l’onorevole Nicholson per l’eccellente lavoro svolto in merito alla raccomandazione sull’estensione della durata del programma PEACE.
Il programma PEACE, avviato nel 1995, mira a promuovere la pace e la riconciliazione nell’Irlanda del Nord e nelle regioni di frontiera della Repubblica d’Irlanda. In seguito al successo del programma PEACE I, il Consiglio europeo di Berlino del 1999 ha deciso di prorogare il programma di altri cinque anni, al fine di dare continuità ai progetti avviati.
Concordo con il relatore sul fatto che in questa regione d’Europa, che ha subito più di trent’anni di violenze, tutte le energie vadano dedicate al tentativo di mantenere l’inclusione sociale, lo sviluppo economico e l’occupazione, la rigenerazione urbana e rurale e la cooperazione transfrontaliera.
E’ quindi essenziale prorogare l’attuazione del programma PEACE di due anni, fino al termine del 2006, quando si avrà il periodo di programmazione dei Fondi strutturali e la proposta di prorogare il contributo annuale della Comunità al Fondo internazionale per l’Irlanda per il medesimo periodo. L’obiettivo più ampio è dunque allineare le misure finanziate da questi due strumenti con gli interventi condotti nella regione nell’ambito della politica di coesione comunitaria.
Ó Neachtain (UEN),per iscritto. – (EN) Accolgo con favore la relazione, che esprime formalmente il sostegno del Parlamento europeo alla proroga del finanziamento comunitario al Fondo europeo per la pace fino all’anno 2006.
Per il periodo 2005-2006 si stanno stanziando 108 milioni di euro per questo Fondo, che sostiene progetti nella regione delle contee frontaliere e nell’Irlanda del Nord. Un terzo del Fondo, pari a 36 milioni di euro, verrà speso nella regione delle contee di confine, mentre i restanti 72 milioni di euro saranno destinati all’Irlanda del Nord.
Il Fondo europeo per la pace 2000-2004 ha sostenuto 4 000 progetti solo nell’Irlanda del Nord e nella regione delle contee frontaliere. L’Unione europea stanzia inoltre 15 milioni all’anno per il Fondo internazionale per l’Irlanda e ha sostenuto in modo continuativo i programmi INTERREG, che risalgono alla fine degli anni ’80.
Nel quadro complessivo del processo di pace in Irlanda, l’Unione europea è stata in prima linea nell’offrire sostegno politico e finanziario, ed è chiaro che continuerà a svolgere un ruolo attivo e centrale al riguardo.
Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione Nicholson sul programma PEACE per l’Irlanda del Nord, perché ritengo che sia estremamente importante che l’Unione europea si dimostri solidale nei confronti del processo di pace irlandese. La nostra solidarietà deve andare a beneficio di un’ampia gamma di settori, gruppi e comunità che sono stati gravemente colpiti dalla violenza, e deve promuovere progetti destinati a entrambe le collettività.
La gestione finanziaria mediante strutture locali di partenariato e organizzazioni non governative con specializzazione settoriale contribuirà a rafforzare i legami di pace e riconciliazione indispensabili alla stabilizzazione dell’Irlanda del Nord. Reputo inoltre fondamentale l’obiettivo della coerenza finanziaria che è stato fissato a seguito della proroga di altri due anni dell’attuazione del programma PEACE, poiché rappresenta un passo avanti nell’allineamento delle azioni finanziate da questo strumento e dal Fondo internazionale per l’Irlanda agli interventi condotti nella regione nell’ambito della politica di coesione comunitaria.
Ribeiro e Castro (PPE-DE),per iscritto. – (PT) In un’Europa che si è dimostrata capace di costruire la pace all’interno dei propri confini, fenomeni come quelli dell’Irlanda del Nord e dei Paesi baschi fortunatamente sono divenuti meno frequenti.
Data la serietà di queste situazioni, tuttavia, l’Unione europea deve continuare a condannare con forza e senza riserve l’uso della violenza come mezzo per risolvere i problemi politici.
Nell’ambito delle iniziative di tregua e della riapertura dei negoziati tra le due parti in conflitto nell’Irlanda del Nord, penso che si debba mostrare una simile determinazione con qualunque iniziativa volta a instaurare una pace duratura in quei territori.
In questo contesto, sono lieto che si voglia mantenere il sostegno finanziario all’Irlanda del Nord e alle zone di confine della Repubblica d’Irlanda e che si voglia prorogare di altri due anni il programma PEACE II.