12. Interventi di un minuto su questioni politiche importanti
Pęk (IND/DEM). – (PL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo perché le sorti della democrazia nell’Unione europea destano in me profonda inquietudine. Ci viene presentato come un grande successo il fatto che in un referendum, cioè nella più importante espressione pubblica della volontà collettiva, abbia espresso il proprio assenso un’esigua percentuale – poco più di un quarto – degli aventi diritto. Stanno poi venendo alla luce le scorrettezze propagandistiche cui è stato fatto ricorso nella campagna elettorale; ad esempio, ai cittadini spagnoli è stato detto che un voto contro la Costituzione europea equivaleva a un voto contro l’Europa – ma questa è una palese menzogna. Ci preoccupa particolarmente il dispendio di denaro pubblico impiegato nella campagna per il “sì”, e il fatto che si progetti di spendere somme ancora più ingenti. Si tratta di un inganno nei confronti dei cittadini europei e noi chiediamo uguaglianza di fronte alla legge.
Tabajdi (PSE). – (HU) Il mercato cerealicolo comunitario versa in condizioni critiche. Su richiesta dell’Austria – cui si sono unite Repubblica ceca, Slovacchia, Italia, Polonia, Ungheria e Francia – il Consiglio “Agricoltura e Pesca” nella sua ultima sessione ha espresso inquietudine per la grave situazione dei coltivatori europei di cereali. Quest’anno i 25 Stati membri hanno prodotto un’eccedenza di cereali pari a 52 milioni di tonnellate, di cui oltre 7 milioni sono stati offerti per interventi comunitari; la metà, ossia oltre 3 milioni di tonnellate, è stata offerta dall’Ungheria.
Nel mercato cerealicolo comunitario sono emersi tre problemi. Il primo riguarda i mutamenti negativi nel tasso di cambio tra euro e dollaro. In secondo luogo, i paesi che non si affacciano sul mare, come la Repubblica ceca, l’Austria, la Slovacchia e l’Ungheria si trovano in posizione di svantaggio nella concorrenza per le gare d’appalto. Segnalo infine un terzo punto: la diminuzione dei sussidi all’esportazione innesca ulteriori problemi. Chiedo al Commissario, signora Fischer Boel, di prendere misure efficaci per risolvere i problemi del mercato cerealicolo.
Yañez-Barnuevo García (PSE). – (ES) Signor Presidente, concordo con quanto è stato detto e desidero ringraziare il Presidente del Parlamento per le sue osservazioni sul referendum svoltosi ieri nel mio paese: è stata una lezione di democrazia. La giornata è trascorsa senza incidenti; la partecipazione di tutti i sostenitori del “sì”, di tutti i sostenitori del “no” e di tutti i sostenitori dell’astensione è stata totale.
Nessuno quindi può dare lezioni di democrazia al nostro paese, dal momento che ognuno ha potuto agire in totale libertà. Inoltre, un’importante emittente radiofonica di proprietà della gerarchia della Chiesa cattolica ha svolto una costante campagna a favore del “no”, con i risultati che tutti hanno visto; nessuno però ha impedito a quest’emittente di sostenere tale posizione, che non era meno legittima di qualsiasi altra.
Karatzaferis (IND/DEM). – (EL) Signor Presidente, pochi giorni fa la Presidente del parlamento greco, rivolgendosi al nuovo Presidente della Repubblica ellenica, gli ha annunciato che, in vista del referendum e dell’approvazione della Costituzione, la Grecia doveva restringere i propri confini nazionali e limitare la propria sovranità. Si tratta di un’ipotesi drammatica. Il popolo greco deve sapere perché mai la prosperità dell’Europa dovrebbe esigere che la Grecia sacrifichi la sua sovranità e sia privata di parte del suo territorio; questo è quanto si è sentito. E’ necessario trovare il modo di placare i timori dei cittadini greci; certo noi desideriamo che l’Europa prosperi, ma non a discapito dei confini nazionali del nostro paese o della nostra sovranità nazionale. Occorre garantire che, se la Costituzione verrà approvata, la Grecia non debba perdere una parte del proprio territorio, come – lo ribadisco – ha dichiarato la Presidente del parlamento greco.
Per quanto riguarda poi il referendum tenutosi in Spagna, ha votato a favore il 33 per cento degli elettori spagnoli; si tratta di un ben misero risultato…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Mote (NI). – (EN) Signor Presidente, tutti gli esponenti della criminalità organizzata europea hanno probabilmente accolto con salti di gioia la delibera con cui la settimana scorsa la Banca centrale europea ha deciso di raddoppiare l’emissione di banconote da 500 euro. Solo quest’anno altri 190 milioni di esemplari della banconota di più alto valore al mondo si riverseranno nei nostri paesi: una valigia piena di queste banconote vale sette volte di più di una valigia piena di biglietti da 100 dollari.
Nell’odierno mondo elettronico le banche non hanno affatto bisogno di banconote di grosso taglio, che servono invece solamente ai criminali. Quale altro motivo può spiegare l’improvvisa scomparsa in Russia del 10 per cento di tutti gli euro emessi al momento dell’introduzione di questa moneta? Perché l’euro è la valuta preferita dalla mafia russa? Perché Saddam Hussein ha fatturato in euro le vendite segrete di petrolio da parte dell’Iraq, quando cercava di evitare le sanzioni? L’anno scorso il numero di banconote da 500 euro falsificate è aumentato del…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Papastamkos (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, noi ci auguriamo che l’unificazione europea, almeno dal punto di vista dell’Unione economica e monetaria, implichi l’abolizione delle barriere e dei confini economici: è questa la quintessenza del mercato comune e del mercato unico europeo. L’euroscetticismo greco si scaglia contro l’Unione europea come essa oggi si presenta: un’Unione che non ha compiuto progressi altrettanto rapidi in campo politico, verso l’acquisizione di un’autentica identità di difesa europea. Ecco il significato delle parole della Presidente del parlamento greco, la quale ha constatato una verità lapalissiana: i confini economici sono stati aboliti e vi è ora un’unica area economica omogenea.
Corbett (PSE). – (EN) Signor Presidente, da quando, un mese fa, l’Assemblea ha votato a schiacciante maggioranza a favore della Costituzione europea, alcuni rappresentanti della minoranza hanno cercato di sabotare e screditare la posizione assunta dal Parlamento europeo.
Al momento del voto, essi hanno sbandierato striscioni in Aula; hanno cercato di sabotare il varo ufficiale della campagna informativa organizzata dal Parlamento; hanno insinuato che sarebbe in qualche modo illegittimo per l’Assemblea manifestare le proprie opinioni e le proprie conclusioni all’opinione pubblica. Persino quando i parlamenti nazionali ci hanno invitato a esporre la nostra valutazione sulla Costituzione, costoro hanno scritto a quei parlamenti per deplorare che avessimo accettato il loro invito.
Oggi li udiamo insinuare che il risultato del referendum svoltosi in Spagna sarebbe in qualche modo illegittimo. E’ ovvio che l’affluenza alle urne sia stata scarsa, dal momento che il tema non era controverso, ed il consenso vasto e convinto; il punto essenziale è però l’approvazione da parte di una schiacciante maggioranza e questo – ne sono certo – si ripeterà anche in altri paesi.
(Applausi)
Leinen (PSE). – (DE) Signor Presidente, il Parlamento deve accogliere con estremo favore il referendum svoltosi in Spagna e il sonante “sì” alla Costituzione pronunciato dal popolo spagnolo. A mio parere dobbiamo ringraziare il governo spagnolo, insieme a tutti gli altri soggetti interessati, per l’opera di informazione e di mobilitazione in cui si sono prodigati e soprattutto per aver coinvolto in questa campagna la società civile.
Insieme ad altri colleghi ho trascorso in Spagna parecchi giorni e ho potuto constatare il modo aperto, democratico e pacifico in cui si è svolto questo referendum: un’autentica espressione di democrazia europea. Le osservazioni che abbiamo udito poco fa dal collega Pęk sono del tutto assurde e rappresentano sicuramente l’opinione di una sparuta minoranza del Parlamento.
La partecipazione al voto indica però la necessità di una più estesa opera di informazione. Signor Presidente, dobbiamo sollecitare i governi e la Commissione ad avviare un’aggressiva politica di informazione in merito ai contenuti della Costituzione. Non c’è più tempo da perdere, giacché ormai i prossimi referendum incombono.
Krupa (IND/DEM). – (PL) La ringrazio. Pensando alle disastrose condizioni del sistema sanitario polacco e allo sciopero della fame iniziato dai lavoratori del settore, chiedo in primo luogo che i servizi sanitari non vengano considerati in termini di mercato e che i servizi medici vengano esclusi dalla direttiva sui servizi. Desidero poi avanzare una proposta sulla necessità di garantire il finanziamento pubblico dei servizi sanitari e in particolare degli ospedali, sui quali in Polonia grava già un debito di oltre sei miliardi di zloty. In seguito agli emendamenti di stampo liberista apportati al Codice civile, i servizi di recupero dei crediti hanno rastrellato due miliardi di zloty, e di conseguenza il personale non ha ricevuto lo stipendio; sottrarre a questi lavoratori la loro modesta retribuzione significa violare i principi dell’etica e della giustizia sociale. Si tratta, inoltre, di una violazione di molti testi legislativi, tra cui la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Vorrei sapere se la Commissione intende introdurre un regolamento che renda possibile il sostegno finanziario…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Pahor, Borut (PSE). – (SL) Signor Presidente, sembra che di recente abbiano ripreso vita antagonismi e divisioni del passato; si tratta di un evento che speravamo non dovesse più tornare a pesare sulle relazioni tra i paesi dell’Europa unita. Proclamando il 10 febbraio Giornata del ricordo per i tragici avvenimenti che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale, la Repubblica italiana intende commemorare le sofferenze subite dai suoi cittadini, com’è suo pieno diritto. L’Italia democratica non deve però dimenticare le sofferenze che il regime fascista ha inflitto ad altre nazioni, tra cui la Slovenia. Desidero cogliere quest’opportunità per unirmi all’invito formulato dagli ambienti democratici da entrambe le parti del confine: per superare il trauma di una storia non ancora del tutto lontana, occorre dire tutta la verità. La verità – per quanto dolorosa possa essere – è l’unico antidoto al ripetersi di tali tragedie, ed è pure l’unica base su cui sia possibile costruire coesistenza e riconciliazione. Se quindi un incontro di riconciliazione fra i Presidenti di tre paesi vicini può contribuirvi, lo accolgo con grande favore. Il rifiuto di ogni recrudescenza dei pregiudizi nazionalistici è un elemento essenziale dell’idea d’Europa, oltre che una delle basi e delle motivazioni su cui si fondano la coesione e l’integrazione del continente.
Mitchell (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, la recente catastrofe dello tsunami ha gettato nella costernazione il mondo intero e ha provocato una perdita di vite umane di dimensioni quasi inconcepibili; questi disastri non sono però una caratteristica specifica del sudest asiatico. Il più grave tsunami che si ricordi nella storia europea risale al 1° novembre 1755, allorché un fortissimo terremoto, verificatosi al largo delle coste atlantiche portoghesi, scatenò un maremoto che si abbatté su Lisbona. Solo nella capitale quel giorno si registrarono 30 000 vittime e quella tragedia segnò il declino della città, che allora era la quarta in Europa per dimensioni ed era tra le più ricche del continente. La terribile ondata colpì anche le coste di Belgio, Regno Unito, Francia, Irlanda e Paesi Bassi.
Venti Stati membri dell’Unione europea si affacciano sul mare. Dal momento che in passato si sono già verificati terremoti – e i conseguenti tsunami – non sarebbe opportuno che la Commissione avviasse un processo di benchmarking, teso ad elaborare strategie d’allarme per calamità naturali di questo tipo?
Ludford (ALDE). – (EN) Signor Presidente, il Parlamento europeo si è costantemente battuto contro le detenzioni illegali a Guantánamo Bay. Ora quasi tutti i cittadini dell’Unione europea sono stati rilasciati – sicuramente ciò è avvenuto per i nove cittadini del Regno Unito – ma una dozzina circa di persone legalmente residenti in un paese dell’Unione europea, per esempio in qualità di rifugiati, – è ancora detenuta a Guantánamo.
Conosciamo i nomi di cinque persone provenienti dal Regno Unito: Bisher al-Rawi, Jamil al-Banna, Jamal Abdullah, Shaker Aamer e Omar Deghayes. Giungono notizie di un trattamento inumano e degradante, e persino di torture. Omar Deghayes afferma di essere stato accecato a un occhio con polvere di pepe. Vent’anni fa egli giunse profugo dalla Libia, ove il regime di Gheddafi aveva assassinato suo padre; ora alcuni funzionari libici gli hanno fatto visita, minacciando di deportarlo in Libia ove lo attenderebbe la morte.
Evidentemente questo fatto è avvenuto con la complicità del governo degli Stati Uniti, il quale, in effetti, ha spedito un aereo a Tripoli a raccogliere questi funzionari. Sicuramente c’è stata complicità anche da parte del governo del Regno Unito, che non può certo nascondersi dietro la Convenzione di Vienna; esso ha il dovere morale ed anche – sostengo – giuridico, di intervenire per recuperare queste persone, o comunque sottoporle a processo. Altrimenti, la pretesa dell’Unione europea di avere una politica dei diritti umani non sarà che un vuoto slogan.
Rosati (PSE). – (PL) Signor Presidente, nel settembre 2004 la Federazione russa ha imposto dei limiti alle importazioni di prodotti alimentari dalla Polonia. Le aziende polacche che esportavano carni e latticini hanno inoltre dovuto sottoporsi a ispezioni speciali da parte di agenzie veterinarie e fitosanitarie russe. Su un totale di 74 aziende lattiero-casearie sottoposte a ispezione, solo due sono state autorizzate a esportare i loro prodotti in Russia. Benché dalla fine delle ispezioni siano ormai trascorsi quasi quattro mesi, la Russia non ha ancora fornito alla Polonia l’elenco delle aziende che hanno superato le ispezioni e sono quindi autorizzate ad esportare i propri prodotti: ciò dimostra che le aziende polacche subiscono una discriminazione sul mercato russo. A gennaio alla Polonia era stato garantito che la Commissione europea sarebbe intervenuta per affrettare le procedure che avrebbero permesso alle aziende polacche di accedere al mercato russo. Vorrei sapere quali misure ha adottato la Commissione a tale proposito, quale sia stato l’esito di tali misure e quando saranno abolite le pratiche discriminatorie applicate dalla Federazione russa.
Batten (IND/DEM). – (EN) Signor Presidente, riferendosi alla Costituzione europea che ci viene ora proposta, il Presidente Bush ha dichiarato di trovare affascinante il fatto che la sovranità delle singole nazioni possa integrarsi in un’entità più vasta. Può permettersi di trovarlo affascinante: non sono certo le libertà e la democrazia del suo paese a essere demolite e cancellate in questo processo di integrazione.
Il Presidente Bush, però, prende estremamente sul serio l’articolo 16 della Costituzione, che impegna gli Stati membri a costruire una politica estera e di sicurezza comune. Egli ha giustamente ammonito che ciò viene a minare la struttura della NATO – ed è la NATO che ha garantito la pace in Europa dal 1949 ad oggi, non l’Unione europea.
Il popolo britannico deve sapere che la politica estera e di sicurezza comune proposta impedirà d’ora in poi al Regno Unito qualsiasi azione autonoma, militare o politica, in alleanza con gli USA o meno. Ecco un’altra buona ragione per cui i cittadini del Regno Unito dovranno respingere la Costituzione europea, quando avranno l’opportunità di esprimersi in proposito.
Czarnecki, Ryszard (NI). – (PL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, poco tempo fa il Parlamento europeo ha celebrato il cinquantesimo anniversario della UEFA, l’Unione delle federazioni calcistiche europee. Nella seduta di oggi desidero esprimere il mio incondizionato sostegno all’ultimo progetto della UEFA, il quale mira a garantire che nell’Unione europea vecchia e nuova – anzi, in tutta Europa – le società calcistiche ricche e povere possano godere delle medesime opportunità. Il progetto prevede la progressiva introduzione di quote per i giocatori provenienti dal vivaio delle società: un minimo di due giocatori entro un anno, e in seguito quattro giocatori. L’obiettivo è quello di obbligare le società calcistiche a formare giovani calciatori, impedendo alle squadre più ricche di limitarsi ad acquistare grandi campioni. Vi saranno anche quote per i giocatori provenienti dal paese in cui ha sede la società calcistica allo scopo di incoraggiare la crescita dei vivai calcistici nazionali. Questo sistema di quote, in pratica, scoraggerà i tentativi delle squadre più ricche di costruire armate calcistiche mercenarie di grandi campioni o galácticos. Le proposte della UEFA soddisfano il principio della solidarietà su cui si fonda l’Unione europea: in nome di tale principio vale la pena di sacrificare un altro dei principi comunitari – quello della libertà di circolazione dei lavoratori – che in ogni caso viene frequentemente violato.
Iturgaiz Angulo (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero ritornare brevemente su un’osservazione fatta dal Presidente in apertura di seduta. Come tutti sapete, domani nel palazzo Berlaymont di Bruxelles avrà luogo la storica visita alla Commissione europea del Presidente degli Stati Uniti d’America George Bush. Il giusto riconoscimento e il sentito ringraziamento di noi tutti va al Presidente della Commissione Barroso per l’impegno con cui si è adoperato al fine di garantire che nel corso della visita il Presidente Bush riceva il Presidente del Parlamento europeo, ossia lei, Presidente Borrell.
Il nostro gruppo naturalmente si augura che questo incontro costituisca un successo e serva a migliorare le relazioni tra il Parlamento europeo e gli Stati Uniti d’America.
Pittella (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, premesso che la Commissione Barroso svolge le proprie attività ormai da mesi e ha costituito i propri uffici, tra cui quello dei portavoce, riesce davvero strano credere che non si sia ancora riusciti a trovare un portavoce italiano. Come mai? Quali tentativi ha esperito il Presidente Barroso, anche a seguito delle numerose interrogazioni parlamentari, le sollecitazioni del Commissario Frattini e la richiesta avanzata da tutto il corpo dei giornalisti italiani accreditati presso la Commissione e le altre Istituzioni europee?
La nostra non è una battaglia di religione, né tantomeno un ritorno ad uno sterile nazionalismo. Siamo fieri della nostra lingua: il nostro Dante Alighieri ci viene invidiato da tutti. Proprio per questo non riusciamo a comprendere la mancata nomina di un portavoce di lingua italiana.
Hegyi (PSE). – (EN) Signor Presidente, la settimana scorsa ho partecipato alla Berlinale, il 54° Festival cinematografico di Berlino. Quasi tutti gli Stati membri erano presenti con nuove produzioni, in concorso o in altre sezioni del Festival. E’ stato straordinario constatare quanti cineasti di talento vi siano in Europa, ma è stato ancor più incoraggiante vedere che una gran parte del pubblico nutriva vivissimo interesse per i film non hollywoodiani, prodotti in Europa o in altre parti del mondo. I film europei erano più apprezzati dal pubblico di quelli americani.
L’intera manifestazione mi ha fatto comprendere che esiste un forte interesse per il cinema europeo, nonostante il fatto che la promozione delle nostre produzioni cinematografiche sia più debole di quella dei film americani. Vi è estremo bisogno di affinare la politica europea concernente il settore dei mezzi di informazionee del cinema. La tutela del nostro patrimonio cinematografico e la produzione di nuovi film meritano maggiore sostegno sia dal punto di vista finanziario che da quello legislativo.
Figueiredo (GUE/NGL). – (PT) La scarsità di piogge che si è registrata negli ultimi mesi in Portogallo sta provocando una grave crisi, i cui effetti si sono già fatti sentire sulle colture autunnali e invernali e sul mangime per il bestiame, mentre le previsioni riguardanti le colture primaverili ed estive sono davvero pessimistiche. Inoltre, alcuni animali sono stati colpiti da febbre catarrale e i provvedimenti che si sono dovuti prendere in proposito – quarantene, sequestri, divieti di trasporto – hanno vieppiù aggravato i problemi connessi alla vendita di bestiame. Produttori e allevatori sono stati quindi costretti a tenere gli animali presso di sé per un periodo assai più lungo di quello previsto, sobbarcandosi costi supplementari per il loro nutrimento; ciò ha provocato una crisi finanziaria che per alcuni è insuperabile. La invito dunque, signor Presidente, a far presente alla Commissione la grave situazione dell’agricoltura portoghese e la necessità di procedere al pagamento dei sussidi concernenti il bestiame e le colture. La carenza di foraggio causata dalla siccità provoca ulteriori problemi ed è perciò necessario autorizzare il pascolo su terreni ove le norme comunitarie attualmente lo vietavano per diminuire la mortalità degli animali.
Schlyter (Verts/ALE). – (SV) Signor Presidente, questa settimana ricorre il terzo anniversario del rapimento di Ingrid Betancourt da parte dei guerriglieri colombiani delle FARC. Il 23 febbraio 2002 Ingrid Betancourt, portavoce del partito colombiano appartenente alla stessa famiglia politica del mio e candidata alla presidenza del suo paese, fu rapita mentre si avviava a ricercare una soluzione negoziata del conflitto che oppone il governo alle FARC.
Il governo colombiano deve desistere dal far ricorso alla forza militare; deve invece firmare con le FARC un accordo umanitario conforme alla Convenzione di Ginevra, che consenta il rilascio di Ingrid e di altri 3 000 prigionieri. Le sarei molto grato se, agendo a nome del Parlamento, lei potesse dar voce alla nostra preoccupazione per le violazioni dei diritti umani che avvengono in Colombia.
Patrie (PSE). – (FR) Signor Presidente, avrei voluto approfittare della presenza del Presidente Barroso, che ci raggiungerà più tardi, per interpellarlo sulle dichiarazioni recentemente rilasciate alla stampa dal Commissario per la politica regionale, signora Hübner, la quale ha effettivamente dichiarato che stimava opportuno agevolare le delocalizzazioni all’interno dell’Europa per consentire alle imprese europee di ridurre i costi. Dal momento che siamo attualmente alle prese con il dibattito sulle priorità politiche dell’Unione per il 2005, il Presidente Barroso può dirci se condivide un simile approccio?
Come sappiamo, secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, i tassi di disoccupazione più elevati dell’Unione europea si registrano nei nuovi Stati membri. E’ facile allora comprendere la strategia proposta dal Commissario Hübner; dalle sue proposte emerge la realtà di un allargamento effettuato senza disporre di nuovi mezzi di bilancio. La signora Commissario in realtà ci propone di spogliare Pietro per vestire Paolo. Anche il Presidente Barroso si dichiara fautore dell’istituzionalizzazione del dumping sociale e fiscale all’interno dell’Unione?
Piotrowski (IND/DEM). – (PL) La ringrazio, signor Presidente. Mentre si avvicina l’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, desidero richiamare l’attenzione dell’Assemblea su alcuni recenti tentativi di falsificare e manipolare la storia per meschini scopi politici di breve termine. Ne sono un esempio le dichiarazioni rilasciate poco tempo fa dal ministro degli Esteri russo in merito alla tristemente famosa conferenza di Yalta, che divise il continente europeo in due sfere d’influenza; in tal modo molte nazioni dell’Europa centrale e orientale – i cui rappresentanti siedono oggi in quest’Aula – vennero abbandonate alla semisecolare oppressione di un disumano sistema totalitario. Causa principale di tutto ciò fu il patto tedesco-sovietico dell’agosto 1939 e la responsabilità di aver scatenato la Seconda guerra mondiale grava dunque non solo sulla Germania, ma anche sulla Russia, in quanto erede dell’Unione Sovietica. Tuttavia, mentre la Germania ha dimostrato la volontà di fare i conti col suo tragico passato, alla Russia manca ancora il coraggio di fare altrettanto. Mi auguro che il Parlamento europeo sostenga questa proposta di risoluzione che, tra l’altro, condanna l’accordo di Yalta. Si tratterebbe di un simbolico gesto di riparazione nei confronti di quelle nazioni che per tanto tempo sono rimaste imprigionate al di là della cortina di ferro.
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, la Spagna ha riservato un noncurante disdegno al referendum sulla Costituzione europea, che ha fatto registrare la più bassa affluenza alle urne della nostra storia. In parte ciò è dipeso dallo scarso pluralismo del dibattito svoltosi sui mezzi di informazione. La passione nasce dalle controversie e dalle polemiche, e da questo punto di vista il futuro non promette niente di buono.
Il governo del mio paese sta preparando una legge che consentirà a un amico dei socialisti, Jesús de Polanco, di controllare metà di tutte le emittenti radiofoniche spagnole. Questo signore ha già il monopolio della televisione satellitare e ora sta cercando di accaparrarsi un’altra fetta della torta pubblicitaria analogica; onorevoli colleghi della sinistra, in confronto a Polanco Berlusconi fa la figura del pitocco. Se non difendiamo il pluralismo dei mezzi di informazione, presto ci troveremo in una situazione in cui la strategia dell’informazione dell’Unione europea non verrà più discussa in questo Parlamento, ma sarà decisa da quattro persone che, incontrandosi in qualche ristorante di lusso, potranno imporre un pensiero uniforme a 450 milioni di europei.
Isler Béguin (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei richiamare la vostra attenzione e soprattutto chiedere il sostegno del Parlamento europeo sul caso della signora Aissata Bint-Karamoko. Tre anni or sono ella ha presentato domanda per ottenere lo status di rifugiata in Francia. Ora è incinta di sette mesi ed è malata; colpita dall’epatite, è ricoverata proprio in un ospedale di Strasburgo. Il governo francese, con un comportamento inaccettabile, sta cercando di rispedire la signora Karamoko nel suo paese d’origine – la Mauritania –, in spregio al diritto fondamentale di ottenere cure mediche nell’ambito dell’Unione europea.
In nome del rispetto dei diritti umani e in virtù della nostra Carta dei diritti fondamentali, vorrei che ammonissimo il governo francese a rispettare i diritti umani e i diritti fondamentali e a consentire alla signora Karamoko di farsi curare in Francia, e soprattutto di partorire nelle migliori condizioni possibili.
Rogalski (IND/DEM). – (PL) Signor Presidente, mi auguro che il Parlamento abbia smaltito la sua infatuazione per la “rivoluzione arancione” che ha avuto luogo in Ucraina e riesca ora a guardare in faccia la realtà. La “nostra Ucraina”, cioè la coalizione guidata dal Presidente Yushchenko, ha presentato un progetto di legge che propone tra l’altro di vietare l’accesso a cariche pubbliche a chiunque critichi l’Esercito insurrezionale ucraino, o più brevemente UPA. L’UPA è divenuto ora un simbolo di patriottismo, ma durante la Seconda guerra mondiale si guadagnò una triste fama assassinando polacchi, ebrei e russi; questo provvedimento costituisce perciò un’aggressione alle minoranze nazionali esistenti in Ucraina, la più importante delle quali è quella polacca. I polacchi d’Ucraina giudicano assai severamente l’UPA, perché la ritengono un’organizzazione criminale. La proposta di legge è sostenuta dal Congresso dei nazionalisti ucraini e dalla sua ala paramilitare, l’UNA, alcuni membri della quale hanno combattuto come mercenari in Cecenia. I nazionalisti ucraini hanno allacciato contatti col Partito nazional-democratico, formazione politica neofascista tedesca, appellandosi alla fratellanza d’armi risalente ai tempi della Seconda guerra mondiale. Le minoranze nazionali dell’Ucraina, minacciate dal pericolo e attanagliate dalla paura, invocano aiuto.
Allister (NI). – (EN) Signor Presidente, nella tornata precedente il Parlamento ha giustamente condannato la barbarie nazista, di cui Auschwitz è l’atroce emblema. Purtroppo, il capo di Stato di un paese membro dell’Unione europea – la signora McAleese, Presidente della Repubblica d’Irlanda – ha vergognosamente scelto proprio questo sessantesimo anniversario per sferrare un brutale vendicativo attacco contro la comunità maggioritaria dell’Irlanda del Nord, tracciando un ignobile paragone tra l’odio dei nazisti per gli ebrei e l’atteggiamento dei protestanti nei confronti dei cattolici.
Nulla si può paragonare allo sterminio perpetrato dai nazisti. A nome della pacifica maggioranza dei cittadini nordirlandesi, colgo l’occasione per respingere nel modo più assoluto, di fronte a un’assise internazionale, quest’oltraggioso affronto alla comunità che rappresento. I riferimenti alla lotta contro il fascismo suonano poi particolarmente stonati sulle labbra di un Presidente, uno dei cui predecessori espresse le proprie condoglianze per la morte di Hitler.
Medina Ortega (PSE). – (ES) Signor Presidente, mi hanno sorpreso le osservazioni dell’onorevole Herrero-Tejedor. Sembra che egli sia appena giunto da un altro pianeta, dal momento che, a quanto pare, ha dimenticato che il governo del Partito popolare ha controllato tutti i mezzi di informazione, pubblici e privati, per otto anni.
Oggi il governo socialista sta cercando di ristabilire la democrazia, ripristinando quel pluralismo dei mezzi di informazione che il passato governo del Partito popolare non garantiva affatto.
Infine, onorevole Herrero-Tejedor, le sue affermazioni implicano forse che il suo collega di gruppo politico, Silvio Berlusconi, controlla i mezzi di informazione italiani?
(Applausi)
Drčar Murko (ALDE). – (SL) La ringrazio, signor Presidente. Insieme a parecchi altri colleghi l’onorevole Cashman ha segnalato per lettera al Presidente Barroso, e cito, “… che in Slovenia alcuni esponenti politici stanno apertamente e pubblicamente incoraggiando la discriminazione contro le minoranze…”, fine della citazione. Egli ha anche proposto che la Commissione avvii un’inchiesta in merito, in collaborazione con il governo sloveno. In qualità di deputata liberale slovena, desidero richiamare l’attenzione del Parlamento su un altro particolare: l’attuale governo sloveno ha esplicitamente rifiutato di dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale slovena, che imponeva di restituire a 18 305 cittadini della ex Jugoslavia le abitazioni che erano state tolte loro illegalmente nel 1992. Non si tratta quindi solo di un caso di discriminazione contro le minoranze, ma anche di una violazione dei principi fondamentali dello Stato di diritto.
Presidente. – Ha facoltà di parola l’onorevole Herrero-Tejedor per un richiamo al Regolamento.
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) Per fatto personale, signor Presidente; è stata fatta un’affermazione sulla mia persona, e desidero esercitare il mio diritto di replica, anche solo per trenta secondi.
Presidente. – A quale articolo del Regolamento si richiama?
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, naturalmente lei conosce il Regolamento meglio di me; forse la memoria mi tradisce…
Presidente. –Onorevole Herrero-Tejedor, il paragrafo 2 dell’articolo 27 riguarda l’attività delle delegazioni. Che relazione c’è con gli interventi per fatto personale?
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) E’ chiaro che non si tratta di quest’articolo, signor Presidente, ma…
Presidente . – A quale articolo si richiama?
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) L’articolo che garantisce il diritto di replicare alle affermazioni di carattere personale, signor Presidente, qualunque esso sia; ho tale diritto e mi attendo che lei mi dia la possibilità di esercitarlo, signor Presidente.
Presidente. – Le ho semplicemente chiesto a quale articolo si richiamava e lei ha menzionato un articolo che non ha nulla ha che fare con l’oggetto della discussione. Onorevole Herrero-Tejedor, il responsabile delle sue affermazioni è lei, non io. Immagino che lei intendesse riferirsi all’articolo 145; è così, onorevole Herrero-Tejedor?
Herrero-Tejedor (PPE-DE). – (ES) Voglio semplicemente dire all’onorevole Medina che, in effetti, Silvio Berlusconi esercita sui mezzi di informazione italiani un controllo che il mio partito, ed io in particolare, abbiamo sempre severamente criticato. Chiedo quindi che si usi lo stesso metro di giudizio per la Spagna.
Quanto poi all’affermazione che il Partito popolare avrebbe controllato tutti i mezzi di informazione privati, vuol forse dire che controllava anche i mezzi di informazionedel signor Polanco, onorevole Medina? Vuole prendere in giro gli onorevoli colleghi? Per l’amor del cielo!
Presidente. – Onorevole Herrero-Tejedor, le ho dato la parola per evitare discussioni inutili, ma devo ricordarle che l’articolo 145 si riferisce ad accuse dirette contro un deputato sul piano personale. Non era certo questo il caso, ma la Presidenza le ha dato ugualmente la parola per non darle l’impressione di interpretare il Regolamento in maniera faziosa.
De Rossa (PSE). – (EN) Signor Presidente, non ho di fronte a me il Regolamento, ma vorrei aggiungere una precisazione all’intervento sull’Irlanda del Nord pronunciato dall’onorevole Allister, il quale ha criticato la Presidente della Repubblica irlandese, signora McAleese, per le sue dichiarazioni sulla comunità protestante dell’Irlanda del Nord. Desidero rilevare che la Presidente McAleese si è scusata in maniera netta e inequivocabile poche ore dopo aver rilasciato quella dichiarazione. Alle sue parole è stato attribuito un senso ben diverso da quello con cui sono state pronunciate e vorrei che questa precisazione venisse registrata nei verbali del Parlamento.
Presidente. – D’accordo, onorevole De Rossa, sarà fatto. Per il futuro, però, chiedo a tutti gli onorevoli colleghi di tener presente che l’articolo in questione consente ai deputati di replicare ad accuse personali, non a riferimenti a un deputato fatti nel contesto di un dibattito relativo a terzi.
Prendete quindi nota del fatto che in futuro la Presidenza non darà la parola, a meno che un deputato non sia stato chiamato in causa nell’ambito di una questione che lo riguarda personalmente.