Předseda. Dalším bodem jednání je společná rozprava o:
– zpráva (A6-0020/2005) Antonio Di Pietro za Výbor pro občanské svobody, spravedlnost a vnitřní věci o návrhu rozhodnutí Rady o výměně údajů z rejstříku trestů [KOM(2004)0664 - C6-0163/2004 - 2004/0238(CNS)]
– zpráva (A6-0036/2005) António Costa za Výbor pro občanské svobody, spravedlnost a vnitřní věci obsahující návrh doporučení Evropského parlamentu Radě ke kvalitě trestního soudnictví a harmonizace trestního právního řádu v členských státech EU [2005/2003(INI)].
Frattini,Vicepresidente della Commissione. Signor Presidente, onorevoli parlamentari, permettetemi di esprimere, a nome della Commissione, alcune considerazioni su entrambe le relazioni: quella presentata dall'onorevole Costa e quella presentata dall'onorevole Di Pietro. Vi sono dei collegamenti importanti tra le due relazioni e le due iniziative. La prima concerne la qualità della giustizia penale e l'armonizzazione della legislazione penale; la seconda, presentata dell'onorevole Di Pietro, concerne una proposta relativa allo scambio di informazioni provenienti dai casellari giudiziali.
E' mia personale convinzione, oltre che della Commissione nel suo complesso, che la qualità della giustizia costituisca un elemento fondante del grande progetto – ormai consacrato nella Costituzione europea – di creazione di un reale spazio europeo di giustizia e di libertà. E' evidente che la qualità della giustizia si fonda sul principio secondo cui un'Europa in cui spariscono le frontiere interne deve garantire che le decisioni dei suoi giudici vengano anzitutto eseguite rapidamente e in modo semplice, perché la risposta che i cittadini si attendono è fondata sulla credibilità dei sistemi giudiziari.
Questo principio ne presuppone ovviamente un altro, vale a dire quello definito dagli addetti ai lavori "riconoscimento reciproco": una decisione di un magistrato di un determinato Stato membro può e deve essere riconosciuta dall'ordinamento di un altro Stato membro. Si tratta della premessa essenziale per la realizzazione di uno spazio europeo di giustizia. Ma affinché detto principio di riconoscimento reciproco possa essere attuato, occorre un elevato livello di fiducia reciproca: non può esservi riconoscimento reciproco in assenza di fiducia reciproca tra le magistrature, i giudici e gli ordinamenti degli Stati membri dell'Unione. Ecco perché nel programma che la Commissione europea è impegnata a realizzare, vi è un riferimento specifico, come peraltro richiesto dal Consiglio europeo, alla qualità della giustizia, che si esplica attraverso decisioni eseguite rapidamente e facilmente ed implica un elevato livello di fiducia reciproca tra gli ordinamenti e le magistrature.
Il relatore, onorevole Costa, propone la creazione di un sistema europeo di valutazione della qualità della giustizia, un sistema fondato su una Carta di qualità della giustizia penale. Ritengo si tratti di un'idea interessante, giacché sappiamo che in altri settori – meno delicati di questo – un meccanismo di valutazione parallela e di controllo del risultato di un'attività ha funzionato, contribuendo all'instaurazione del principio di fiducia reciproca. Da qui l'interesse della proposta del relatore.
E' peraltro convinzione della Commissione che in una materia così sensibile, che fra l'altro tocca competenze degli Stati membri, sia necessario mettere in atto una vasta azione di concertazione e soprattutto ascoltare gli interessati. La Commissione si sta adoperando e si adopererà in entrambe le direzioni, ascoltando in primo luogo le categorie interessate, cioè le magistrature, le associazioni e gli organismi che rappresentano la magistratura negli Stati membri. E' nostra intenzione presentare entro il 2005 una prima comunicazione sulla formazione giudiziaria, cioè sulla formazione dei magistrati, e successivamente, nel 2006, una comunicazione sulla valutazione della qualità della giustizia. Intendiamo quindi seguire le linee suggerite nella relazione dell'onorevole Costa.
L'ultima mia riflessione su questo argomento è che nessun meccanismo di valutazione della qualità della giustizia potrà, direttamente o indirettamente, toccare e incidere negativamente sull'indipendenza della magistratura. Si otterrebbe un risultato estremamente negativo se attraverso il principio di valutazione della qualità della giustizia – che è un servizio al cittadino – si venisse indirettamente a colpire l'indipendenza della magistratura, premessa essenziale per la realizzazione di un servizio di qualità per i cittadini. Una magistratura non indipendente sicuramente non può essere di qualità. Ecco perché, dunque, ci muoveremo nello spirito di una ricerca di un alto livello qualitativo della giustizia, ma tenendo ferma la suddetta premessa: il rispetto dell'indipendenza dei sistemi giudiziari e degli organismi della magistratura.
Per quanto riguarda la relazione dell'onorevole Di Pietro, la fiducia reciproca è evidentemente uno degli elementi basilari, come ho già detto, per la qualità della giustizia e per il buon funzionamento del riconoscimento reciproco di decisioni e atti. E' allora evidente che la proposta di decisione sullo scambio di informazioni estratte dal casellario giudiziario – si tratta di una proposta della Commissione dell'ottobre scorso – è un buon esempio, a mio avviso, dell'importanza reale di applicare del principio di fiducia reciproca.
Tutti voi ricorderete l'affare "Fourniret", il tragico caso di pedofilia che ha contribuito ad accelerare la reazione europea: quel caso aveva mostrato il cattivo funzionamento dello scambio di informazioni tra Stati membri sui precedenti penali delle persone. Occorre un'azione energica. Io sono convinto che il testo attualmente in esame, su cui l'onorevole Di Pietro ha riferito e riferirà, sia soltanto un primo passo. E' un primo passo d'urgenza, a breve termine. Evidentemente il passo ulteriore a cui la Commissione pensa è quello di un sistema informatizzato di scambio più veloce, nel pieno rispetto, ovviamente, delle regole di protezione dei dati personali; una proposta più avanzata, su cui ovviamente questo Parlamento avrà più volte occasione di pronunciarsi nel prossimo futuro.
E' evidente, in ogni caso, che noi oggi dobbiamo garantire il miglior funzionamento possibile del casellario giudiziario dello Stato membro di nazionalità della persona, in modo che, di fronte a una richiesta di informazioni, il casellario giudiziale dello Stato di nazionalità possa fornire senza ritardi tutte le risposte necessarie sulla situazione.
Occorre quindi creare un miglior rapporto tra le autorità nazionali responsabili dei casellari giudiziari ed è evidente che, più a lungo termine, la Commissione si aspetta di conseguire ulteriori miglioramenti. Come voi sapete, abbiamo adottato un Libro bianco in cui si formulano delle proposte relative a un meccanismo un po' più efficace di scambio di informazioni. Ascolteremo le risposte alle domande che sono formulate nel Libro bianco.
In conclusione, la Commissione lavorerà in collaborazione estremamente continuativa con questo Parlamento, perché la materia dello scambio di informazioni deve trovare un equilibrio adeguato tra le ragioni della sicurezza, le ragioni della protezione del diritto dei cittadini ad essere sicuri, e i diritti fondamentali dei cittadini. A tale proposito vorrei fare ancora una volta riferimento alla protezione dei dati personali, perché di un siffatto equilibrio occorrerà discutere molto approfonditamente in questo Parlamento.
Di Pietro (ALDE), relatore.– Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, sono chiamato ad esporre la mia relazione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente lo scambio di informazioni estratte dal casellario giudiziario. Si tratta di una proposta – come giustamente affermato dal Commissario Frattini – che costituisce solo un primo passo, che occorre fare d'urgenza.
Ovviamente l'obiettivo della proposta di decisione non può che essere condiviso da tutti; certamente lo condivide appieno il gruppo ALDE – al quale ho l'onore di appartenere – nonché la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni che, pressoché all'unanimità, ha espresso un giudizio positivo sulla proposta del Consiglio in oggetto.
L'obiettivo consiste nel migliorare la qualità della giustizia in Italia, in Europa e in tutti gli Stati membri. L'azione concreta che si propone la proposta di decisione è quella di condividere le informazioni contenute nei casellari giudiziari. In realtà questa condivisione era già prevista dalla Convenzione del 1959. Tuttavia, dal punto di vista tecnico, diventa difficile rendere operativo e attuale un tale scambio di informazioni giacché attualmente la messa in rete delle informazioni – secondo la Convenzione del 1959 – avviene una volta all'anno e le richieste vengono eseguite senza un limite di temo prestabilito. Quindi i vantaggi derivanti dalla proposta del Consiglio consistono nell'avere informazioni più tempestive, ovviamente in attesa che l'informatizzazione, cui ha fatto riferimento il Commissario, possa rendere ancora più celere e quasi in linea l'informazione.
Vorrei scansare un equivoco per coloro che pure si sono posti un problema in ordine al rapporto tra controllo dei dati e riservatezza. I dati del casellario giudiziario sono per il condannato come la cartella clinica per il malato: sono dati di fatto. Il problema è chi utilizza tali dati e come li utilizza. Noi chiediamo a tale proposito che debbano essere utilizzati soltanto dalle autorità giudiziarie e tra autorità giudiziarie ed esclusivamente con riferimento a sentenze penali passate in giudicato. Ecco perché ha fatto bene il Consiglio a esprimere i concetti di casellario giudiziario e di sentenza penale passata in giudicato tra le denominazioni da dare in via preliminare a queste decisioni.
Quindi condivido questo work-in-progress che si vuole fare in attesa delle determinazioni che arriveranno con il Libro bianco, così come condivido, signor Commissario, i principi da lei elencati poc'anzi. Lei ha detto che questa decisione, e più in generale le raccomandazioni che il Parlamento si accinge a fare, debbono tener di due principi che, a mio avviso, tutti possiamo condividere e che io senz'altro condivido con lei. Il primo è che le decisioni dei giudici devono essere eseguite rapidamente. Il secondo principio – così lei ha detto – è che deve esservi un riconoscimento reciproco e una reciproca fiducia delle decisioni prese dai giudici dei singoli paesi. In terzo luogo, lei ha detto che qualsiasi valutazione circa la qualità del lavoro dei giudici non può colpire l'indipendenza della magistratura.
Condivido totalmente il punto di vista, signor Commissario, e la prego quindi di fare in modo che la Commissione passi ai fatti più concreti con riferimento a tali questioni. In particolare, oltre che ascoltare, la prego di specificare cosa intende fare nel caso in cui uno Stato membro mostra di non aver fiducia nei giudici tanto che, per esempio con riferimento al mandato di arresto europeo, c'è qualche Stato membro che ancora non vi ha provveduto.
Chiediamo allora esplicitamente che quando si discute di simili temi la Commissione solleciti gli Stati membri che ancora non vi provvedono, altrimenti ci sarebbe da pensare che questi Stati membri non hanno fiducia nelle decisioni degli altri giudici e degli altri Stati membri e che non intendono dare esecuzione immediata appunto alle decisioni dei giudici.
Crediamo altresì che lei abbia ragione affermando che bisogna rispettare l'indipendenza della magistratura: ma vorremmo anche sapere cosa intende fare la Commissione quando in qualche Stato membro addirittura i membri dell'esecutivo non rispettano la magistratura e arrivano al punto di deriderla sotto i propri palazzi. Ecco, io credo che il compito della Commissione sia anche quello di mandare delle direttive e delle indicazioni, affinché lo sforzo che stiamo compiendo per migliorare la qualità della giustizia in Europa e negli Stati membri non sia fuorviato da qualche Stato membro per ragioni molto particolari.
Costa, António (PSE), relator.– Senhor Presidente, Senhor Vice-Presidente da Comissão, caros Colegas, a construção do Espaço de Liberdade, de Segurança e de Justiça é um dos desafios mais aliciantes que hoje se apresenta à União Europeia e, em particular, a necessidade de assegurarmos, como nos propomos no Programa de Haia, elevados padrões de qualidade da justiça em todo o território da União, sem prejuízo da pluralidade dos sistemas jurídicos que existem nos 25 Estados-Membros.
De acordo com o Programa de Haia, tal como já em Tampere, a pedra angular da construção do Espaço de Liberdade, de Segurança e de Justiça é o reconhecimento mútuo, como ainda há pouco o Comissário Frattini aqui nos recordou. Mas, para que haja reconhecimento mútuo, é essencial que exista confiança mútua. E como há pouco nos sublinhou o nosso colega Di Pietro, a confiança mútua não é uma questão de fé. A confiança mútua exige a construção e exige e sua existência efectiva. A verdade é que temos de reconhecer que entre os nossos 25 Estados-Membros, entre as autoridades judiciárias dos nossos 25 Estados-Membros, essa confiança mútua não existe num grau suficiente. É necessário reforçar essa confiança mútua. E é por isso que neste relatório de iniciativa começo por propor a existência de um mecanismo de avaliação recíproca entre os diferentes Estados-Membros. Evidentemente, de um mecanismo que respeite a independência do poder judicial. Mas um mecanismo que envolva os parlamentos nacionais e que envolva os próprios órgãos de gestão da Magistratura de forma a podermos ter uma avaliação rica dos diferentes pontos de vista sobre a qualidade da justiça penal em cada um desses Estados-Membros.
Em segundo lugar parece-me essencial que esta avaliação seja uma avaliação objectiva e de forma a ser objectiva proponho a criação de uma Carta da Qualidade da Justiça Penal. Uma Carta da Qualidade que deve ser construída com base naquilo que é a interpretação do direito ao juiz na Declaração Europeia dos Direitos do Homem, na Carta dos Direitos Fundamentais e de acordo com aquilo que é a jurisprudência do Tribunal Europeu dos Direitos do Homem, do Tribunal de Justiça das Comunidades Europeias, mas também as recomendações, seja das Nações Unidas, seja do Conselho da Europa. Esta Carta da Qualidade deve ser um quadro de referência objectiva que permita uma avaliação dos diferentes sistemas de justiça penal dos diferentes Estados-Membros de forma a podermos difundir boas práticas, a podermos ter exercícios de benchmarking e podermos ter elevados padrões de qualidade a todos os cidadãos europeus em qualquer ponto do território da União.
No entanto, todos sabemos que, para além do reconhecimento mútuo, não podemos prescindir de um grau mínimo de harmonização. O Conselho definiu o critério quanto à harmonização do direito penal material. No nosso relatório propomos a nossa adesão à proposta do Conselho. O Conselho convidou a Comissão a preparar, desde já, a harmonização quanto ao conjunto de crimes previsto no Tratado Constitucional de forma a que no momento em que entrar em vigor o Tratado Constitucional os trabalhos preparatórios estejam concluídos e o Conselho possa rapidamente, já em conjunto com este Parlamento, adoptar as normas de harmonização que o novo Tratado exige.
Quanto ao direito processual, julgamos que devemos ser selectivos, mas devemos ser ambiciosos quanto ao âmbito da nossa intervenção. Por isso, propomos quatro domínios fundamentais. Em primeiro lugar, uma matéria que a Comissão já nos anunciou estar a trabalhar, a harmonização das normas relativas à constituição e à avaliação da prova fundamental. Em segundo lugar, a harmonização que facilite a execução das penas, mas também das medidas preventivas que sejam aplicadas. Em terceiro lugar, a existência de direitos mínimos comuns para os reclusos em todos os Estados-Membros, e, por fim, a consideração da reincidência internacional para os crimes que já tenham sido objecto de harmonização.
Com este relatório o Parlamento convida o Conselho e a Comissão a acelerarem os seus trabalhos para que todos em conjunto possamos construir um Espaço de Liberdade, de Segurança e de Justiça com maior qualidade na justiça penal na Europa.
Brejc, Mihael (PPE-DE). Hvala lepa, gospod predsednik. V političnih dokumentih Evropske ljudske stranke, na primer dokumentih kongresa in drugih dokumentih naše frakcije v Evropskem parlamentu, poudarjamo pomen varnosti ljudi in njihovega premoženja; nenazadnje smo to obljubili tudi volivcem. Na drugi strani se soočamo z naraščanjem vse težjih oblik kriminala in terorističnimi dejanji.
Povsem jasno je, da vsaka članica Evropske unije ne more več sama zagotavljati svoje lastne varnosti. Potrebna sta sodelovanje in skupna akcija, treba je poiskati in pospešiti vse tiste aktivnosti, ki povečujejo našo varnost. V tem smislu v moji skupini podpiramo predlog sklepa Sveta o izmenjavi podatkov, izpisanih iz kazenskih evidenc, in tudi poročilo poročevalca g. di Pietra.
Nekoliko pa nas vendarle preseneča, da namerava Komisija vzpostaviti nov računalniški sistem za izmenjavo podatkov šele med letoma 2008 in 2010. Občutek imam, da je izmenjava podatkov prej politično kot pa tehnično vprašanje, kajti če obstaja resnična politična volja, potem naj Komisija pospeši izgradnjo ustreznega informacijskega sistema, saj je vsakomur jasno, da smo v informacijski dobi in da izgradnja ustreznega informacijskega sistema ne more biti tako zapleteno vprašanje. Očitno so ovira nekatera druga, težja vprašanja, kot sta vprašanji zaupanja ali kvalitete posameznih vej oblasti. V tem smislu predlagamo Komisiji, da vendarle pospeši izgradnjo informacijskega sistema. Hvala.
Roure (PSE).– Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, mes chers collègues, la première préoccupation des citoyens européens est que l'Union européenne leur garantisse un niveau élevé de vie et de protection des droits. Nous devons donc nous assurer que tous les citoyens européens bénéficient des mêmes droits, d'une justice de même qualité et d'un même accès à la justice où qu'ils soient en Europe. Dans ce contexte, le renforcement de la coopération judiciaire en matière pénale et civile est fondamental. Par ailleurs, avec la libre circulation en Europe, les réseaux criminels peuvent profiter de l'ouverture des frontières internes de l'Union européenne tout en exploitant le manque de coordination européenne dans le domaine de la justice et échapper ainsi aux poursuites. Nous devons donc, à présent, adopter les mécanismes nécessaires pour répondre aux nouveaux défis qui se présentent à la coopération judiciaire européenne.
L'échange d'informations extraites du casier judiciaire donne aux magistrats européens des mécanismes concrets permettant d'accélérer les procédures afin de ne pas laisser les criminels impunis. Il est par exemple possible, vous l'avez dit, de mettre un terme plus tôt à des affaires connues de pédophilie. De tels mécanismes et des moyens pratiques doivent être mis en place afin d'améliorer la confiance réciproque des systèmes judiciaires européens, ce dont nous avons absolument besoin. L'actuel manque de confiance constitue en effet un obstacle sérieux pour parvenir à la reconnaissance mutuelle des pratiques en vigueur et à un niveau adéquat de rapprochement des systèmes judiciaires. Je m'associe d'ailleurs à mon collègue António Costa pour inviter la Commission à formuler des propositions fondées sur les principes de reconnaissance mutuelle des décisions et d'harmonisation minimale.
J'en profite enfin, Monsieur le Commissaire, pour me féliciter de l'extension proposée de la coopération judiciaire à certains aspects du droit de la famille prévu dans le programme législatif de 2005. Je souhaite vivement que nous poursuivions nos travaux dans ce sens.
VORSITZ: INGO FRIEDRICH Vizepräsident
Duquesne (ALDE).– Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, chers collègues, je veux tout d'abord féliciter le rapporteur, M. Costa, pour son rapport et les excellentes conclusions qu'il a présentées, qui ont d'ailleurs été approuvées à la quasi unanimité par la commission des libertés publiques.
Ce rapport est, je pense, un signal fort que le Parlement envoie à la Commission et au Conseil. Il témoigne de notre volonté d'assurer une plus grande qualité de la justice à tous les citoyens européens, je dirais même à tous ceux qui se trouvent sur le territoire de l'Union européenne, et ce grâce notamment à la Charte de qualité de la justice pénale et au système d'évaluation proposé. La reconnaissance mutuelle des décisions prises en matière pénale dans l'un ou l'autre État membre suppose une confiance réciproque de tous les États dans leur système judiciaire. C'est pourquoi des normes de base communes et mieux harmonisées préservant la diversité justifiée doivent être définies, comme M. Costa les a rappelées.
Mais il n'y a pas que la procédure. Garantir et vérifier que les juges sont bien formés, ouverts, équilibrés, disponibles, efficaces, diligents et capables de gérer de manière optimale les moyens existants n'est évidemment pas en contradiction avec l'indispensable indépendance dont ils doivent bénéficier. Il faut améliorer la transparence de la justice et conduire à une meilleure perception par les citoyens des méthodes de travail des juges, qui souffrent parfois d'une perte de crédit et de confiance.
Enfin, il me paraît indispensable d'assurer un suivi à nos recommandations. Il faut des actes et pas seulement des intentions, Monsieur le Commissaire. C'est pourquoi il est important de mettre en place un comité de suivi composé d'experts, de magistrats, d'opérateurs du droit, d'usagers de la justice et de représentants des parlements nationaux ayant pour tâche d'apprécier et d'évaluer la manière dont nos recommandations sont mises en œuvre. Si nous parvenons à concrétiser ces recommandations, nous réussirons à réellement faire de l'Union européenne un État de droit. Il s'agit de questions fondamentales pour le fonctionnement de nos démocraties, le respect du droit et le respect du droit des citoyens.
En ce qui concerne l'excellent rapport de M. Di Pietro, je partage tout à fait l'analyse et les propositions qu'il contient, mais je veux insister sur le fait que la proposition faite est modeste, se limite au cadre juridique actuel, qui remonte à 1959, et ne répond donc pas aux besoins d'information en matière de casier judiciaire. Je crois qu'on a voulu répondre à l'émotion suscitée par l'affaire Fourniret. Nous attendrons avec impatience, comme l'a annoncé le commissaire Frattini, des propositions plus globales, indispensables pour lutter contre le terrorisme, la grande criminalité et la criminalité tout court avec plus d'efficacité. Le petit pas accompli ne nous dispense pas d'aller plus loin rapidement.
Buitenweg (Verts/ALE).– Voorzitter, vanavond praten wij weer over het toverwoord wederzijdse erkenning. Wederzijdse erkenning als hoeksteen van de Europese justitiële samenwerking. Voorwaarde daarvoor is natuurlijk wel dat de lidstaten inderdaad goed gaan samenwerken. Dat zij over de grenzen heen kunnen kijken en ook weten hoe het er elders aan toegaat. Dat zij ook een aantal basisnormen overeenkomen, bijvoorbeeld voor het strafprocesrecht en vooral ook bouwen aan het vertrouwen in elkaar en ook om de redenen waarop zij elkaar inderdaad kunnen vertrouwen. Het voorstel van de heer Costa is met name belangrijk voor het werken aan het vertrouwen voor efficiëntie, voor een goede rechtspraak. Het verslag van collega Di Pietro gaat vooral over het verbeteren van de samenwerking over de informatie. Mijn fractie steunt allebei de rapporten dan ook voluit en ik wil u ook van harte danken voor het vele werk dat u hierin heeft gestopt en de fijne samenwerking maar er is veel meer nodig dan deze kleine stappen vooruit. Er is een brij aan nieuwe voorstellen in de maak en dat zijn allemaal kleine stapjes vooruit, in ieder geval op papier. Want de lidstaten staan heel vaak op de rem is mijn ervaring. Voor hun lijkt het idee van de wederzijdse erkenning vooral toch een manier te zijn om nationaal eigenlijk niets te hoeven veranderen. Wij houden allemaal onze eigen talko?? en de anderen die moeten dan maar de beslissingen van die eigen toko gaan respecteren. Ik kan u zeggen dat mijn fractie niet benauwd is om over de grenzen heen te kijken. Wij zijn wel een klein beetje huiverig voor deze enorme brij aan nieuwe regeltjes want zo'n brij tast vaak de zichtbaarheid aan, de weerbaarheid van de mensen die steeds weer met veranderingen geconfronteerd worden en ook de duidelijkheid van wat wij aan het doen zijn. Ik kan zeggen dat mijn fractie voor een Europees openbaar ministerie is. Wij zijn vóór een Europees strafprocesrecht, vóór Europese rechten voor verdachten en voor slachtoffers, vóór het delen van informatie en vooral ook voor een forse investering in een grondige scholing van alle politie- en justitieambtenaren over die Europese samenwerking. Want uiteindelijk zal het op de werkvloer echt gestalte moeten krijgen, niet hier. Ik hoop dat we gezamenlijk onze handen in één kunnen sluiten voor een forse inspanning, ook een financiële injectie, om te zorgen dat iedereen goed hierover geïnformeerd is.
Krarup (GUE/NGL).– Hr. formand. Begge betænkninger er udtryk for den velkendte ambition om at udbygge EU-institutionernes magt på medlemslandenes, og det vil til syvende og sidst sige folkestyrets bekostning.
Om hr. Di Pietros betænkning skal jeg kun sige, at der er tale om et anliggende, der hører hjemme i Europarådets regi og ikke i EU's.
Hr. Costas betænkning er fuld af velklingende idealisme, men idealerne og de gode hensigter lider af den beklagelige mangel, at de stort set savner bund i virkeligheden. Jeg peger først og fremmest på den kendsgerning, at strafferetsplejen og fængselssystemerne i en række medlemslande rummer talrige grove krænkelser af elementære menneskerettigheder. Skulle man ikke dyrke virkeligheden frem for de luftige idealer? Betænkningens ene ambition er "at styrke den gensidige tillid til princippet om gensidig anerkendelse af de øvrige medlemslandes retsafgørelser". Jamen, hvad nu hvis den polske, den græske, den italienske dommer eller anklager eller fængselsmyndig ikke fortjener tillid? Det er vel det, der foregår i virkelighedens verden, der er det afgørende. Betænkningens andet mål er at tvinge medlemslandene til, at bestemte handlinger skal straffes, som i forfatningens artikel 271. Hvis man havde spurgt kriminologerne og havde kontakt med virkeligheden, ville man have modtaget et klart svar. I værste fald er det barbari, i bedste fald vilkårlighed.
Borghezio (IND/DEM).– Signor Presidente, onorevoli colleghi, si è parlato di qualità della giustizia e abbiamo esaminato la relazione che pare fondarsi sull'intento di anticipare le disposizioni del trattato, in particolare l'articolo III, 271 sulla valutazione dei reati penali particolarmente gravi, come quelli relativi al terrorismo.
E' lecito allora chiedersi se non ci si stia spingendo troppo in avanti in questa visione un po' ottimistica della qualità della giustizia e del riconoscimento reciproco delle magistrature. Infatti, proprio in merito al delicato tema del terrorismo, avvengono fatti molto gravi come quello, ad esempio, della sentenza n. 2849104 del giudice per le udienze preliminari di Milano, dottoressa Forleo, in tema di terrorismo. La sentenza, riguardante le attività di alcuni soggetti imputati di terrorismo (i cui nominativi erano inseriti nell'elenco sia delle Nazioni Unite che dell'Unione europea), opera una singolare distinzione, inventata dal magistrato, fra terroristi e guerriglieri. Il magistrato in questione scrive testualmente che "le attività violente o di guerriglia, anche se poste in essere da parte di forze armate diverse da quelle istituzionali, non possono essere perseguite neppure sul piano del diritto internazionale, qualora non venga violato il diritto internazionale umanitario".
Ci troviamo di fronte a uno svuotamento delle norme comunitarie sul terrorismo. Ci troviamo di fronte al tradimento dell'impegno civile contro il terrorismo assunto dall'Europa, anche in quest'Aula. Ciò è molto grave ed io sento il dovere di denunciarlo.
Libicki (UEN). Dziękuję bardzo, Panie Przewodniczący. Panie Przewodniczący, Panie, Panowie! Kiedy dyskutowaliśmy w krajach nowej akcesji, w moim kraju - w Polsce, o przystąpieniu do Unii Europejskiej, podnosiliśmy jako istotny argument nie tylko sprawy wzrostu gospodarczego, nie tylko sprawy bezpieczeństwa narodowego, ale również sprawy bezpieczeństwa osobistego. Tym bardziej, że wzrost przestępczości w całej Europie - także niestety w krajach nowej akcesji - jest zjawiskiem trwałym i wymaga radykalnych kroków przeciwko niemu. Istnieje też cały szereg nowych rodzajów przestępczości - znamy problem przestępczości internetowej - i to wszystko wymaga nowych uregulowań. Wymaga też harmonizacji i dlatego z radością witamy oba sprawozdania - sprawozdanie pana Antonio Di Pietro w sprawie wymiany informacji pochodzących z rejestru skazanych oraz sprawozdanie pana António Costy w sprawie jakości wymiaru sprawiedliwości w sprawach karnych w Unii Europejskiej.
Trzeba jednak pamiętać, że harmonizacja prawa karnego (jakiegokolwiek zresztą prawa) nie może oznaczać prostego wyrównywania do jednego poziomu. Nie może oznaczać mechanizmu zacierania różnic ze szkodą dla krajowych tradycji, krajowych obyczajów i krajowych potrzeb, które to prawo krajowe wytworzyły. Gdyby nastąpiła zbyt mechaniczna harmonizacja, mogłoby się to odbyć ze szkodą dla lokalnych tradycji. Przede wszystkim nie może być wyrównywania prawa do poziomu prawa tego państwa i jego obyczajów, gdzie przestępcę traktuje się ze szczególną troską, gdzie stopniowo przestępcę zamienia się w ofiarę, a ofiarę pomija się i gdzie ochrona, na którą może liczyć ofiara, jest w gruncie rzeczy mniejsza niż ochrona przestępcy.
Tutaj myślę szczególnie o kwestii prawa zatrzymanego czy aresztowanego do obecności psychiatry, który ma od razu oceniać jego zachowanie i ewentualnie zwalniać go z odpowiedzialności. Na to może być czas w dalszej procedurze wymiaru sprawiedliwości, nie trzeba koniecznie od tego zaczynać. Nie można prowadzić do tego, by skazany cieszył się większymi prawami niż ofiara, a taka jest niestety tendencja w dzisiejszym prawie i w postępowaniu prawnym. Nie można uznać, że ofiarą już się stało i to jest nie do odwrócenia, a tymczasem przestępca jest jak gdyby nową ofiarą, którą trzeba ratować, bo tak nie jest. Przestępca pozostaje przestępcą, a ofiara pozostaje ofiarą.
Warto też zwrócić uwagę na kwestię wymiany informacji pochodzących z rejestru skazanych. Trzeba pamiętać, że w różnych państwach są różne terminy zatarcia skazania i nie może powstać sytuacja, w której ktoś, kto w jednym państwie już nie jest uważany za skazanego, będzie traktowany jako skazany w innym państwie.
Dziękuję bardzo, Panie Przewodniczący. Skończyłem, nie musi Pan stukać.
Claeys (NI).– Voorzitter, in de toelichting van haar voorstel wijst de Commissie erop dat recente tragische pedofiliezaken aan het licht hebben gebracht dat de uitwisseling van gegevens over veroordelingen tussen de lidstaten belangrijke disfuncties vertoont. Commissaris Frattini heeft daarjuist de naam genoemd. Men heeft het in feite over de zaak-Fourniret; een Franse pedofiel die in zijn eigen land werd veroordeeld, kon in België ongestoord zijn gang gaan, omdat de Franse autoriteiten het niet nodig hadden geacht de nodige informatie te verstrekken over de persoon in kwestie. Het voorstel dat nu ter bespreking ligt, heeft veel te lang op zich laten wachten. Het gaat uiteindelijk om een aanvulling op het verdrag aangaande de wederzijdse rechtshulp in strafzaken dat dateert van 1959. Bovendien is het voorstel ontoereikend en biedt het geen antwoord op een groot aantal problemen. De lidstaten moeten hun strafregisters sneller aanvullen en beschikbaar stellen, verder moeten ze gegevens die door andere lidstaten opgevraagd worden, sneller bezorgen en wel via standaardformulieren. Dat zijn enkele stappen in de goede richting maar het blijft natuurlijk wachten op de invoering van een volwaardig geautomatiseerd systeem van gegevensuitwisseling. De Commissie moet daar nu zo snel mogelijk werk van maken, zeker als zij nu al stelt dat het systeem pas binnen een aantal jaren zal kunnen functioneren, wat op zich eigenlijk een slecht teken is. Er zijn natuurlijk een heel aantal juridische implicaties waar we het nog uitgebreid over zullen moeten hebben. Dit Parlement mag na de stemming van het voorliggende voorstel in geen geval de illusie wekken dat de problemen in verband met de uitwisseling van gegevens van de baan zijn. De Commissie toont zelf met een treffend voorbeeld aan dat dit nadrukkelijk niet het geval is. Zo wordt niet voorzien in de verplichting van een lidstaat om de staat waar een veroordeelde zijn verblijfsplaats heeft te informeren, wanneer dat niet de staat is waarvan hij de nationaliteit bezit. Met andere woorden de al eerder genoemde Fourniret zal met deze maatregelen opnieuw door de mazen van het net glippen.
Kudrycka (PPE-DE). Panie Przewodniczący, celem Unii Europejskiej w dziedzinie prawa karnego, określonym już w programie z Tempere, a później w programie haskim, jest osiągnięcie wzajemnego uznawania wyroków sądowych w sprawach karnych. Do osiągnięcia tego celu potrzebna jest dobra współpraca sądowa oparta na wzajemnym zaufaniu. Brak takiej współpracy prowadzi bowiem do unikania odpowiedzialności karnej, chowania się przed nią w innym kraju, a przez to także do wzrostu poczucia bezkarności, co skutkuje wzrostem przestępczości w Europie. Dlatego też moja grupa polityczna ocenia pozytywnie sprawozdanie António Costy, zawierające zalecenia dla Komisji Europejskiej dotyczące stworzenia karty jakości wymiaru sprawiedliwości. Podstawowe uprawnienia przysługujące oskarżonym, ofiarom i obrońcom zawarte w zaproponowanej karcie mogą być przecież jednocześnie kryteriami stosowanymi do wzajemnej oceny jakości wymiaru sprawiedliwości. I chociaż konkretną podstawę prawną do dokonania takiej oceny znajdujemy dopiero w nieobowiązującym jeszcze Traktacie Konstytucyjnym, to wydaje się, że ogólną podstawę można znaleźć już w Traktacie z Mastricht. Dlatego, moim zdaniem, dobrze by się stało, aby Komisja Europejska, wypełniając zalecenia zawarte w sprawozdaniu, rozpoczęła przygotowywanie kryteriów i metodologii przeprowadzenia takiej oceny. Jest to o tyle niełatwe, że należy uwzględnić zróżnicowane systemy prawne oparte na innej tradycji i kulturze prawnej oraz zróżnicowany system organizacji sądownictwa w państwach członkowskich. Metodologia przeprowadzania takiej oceny powinna prowadzić także do wiarygodnych i opartych na rzetelnych analizach wniosków. Należy dodać, iż wzajemna ocena wymiaru sprawiedliwości powinna być uzupełniona także o inne działania, takie jak konieczność nie tylko poszanowania, ale również wzmacniania niezależności i niezawisłości sądów od wpływów politycznych. Dziękuję.
Λαμπρινίδης (PSE).– Κύριε Πρόεδρε, η ποινική δικαιοσύνη στην Ευρώπη πρέπει να είναι ανεξάρτητη αλλά όχι ανεξέλεγκτη, independent but not beyond evaluation and beyond examination. Ο Ευρωπαίος πολίτης πρέπει να έχει εμπιστοσύνη στη δικαιοσύνη αυτή, πρέπει να έχει εμπιστοσύνη ότι τα θεμελιώδη του δικαιώματα θα τηρούνται, πρέπει να έχει εμπιστοσύνη ότι η διαφάνεια και η ποιότητα σε οποιοδήποτε δικαστήριο της Ευρωπαϊκής Ένωσης θα είναι παρούσα.
Εμείς, πολύ πρόσφατα στην Ελλάδα, είχαμε μια πολύ κακή εμπειρία: Την αποκάλυψη σκανδάλων και χρηματισμού στη δικαιοσύνη. Είναι αποκάλυψη η οποία έχει κλονίσει έντονα την εμπιστοσύνη των Ελλήνων πολιτών στο σύστημα της δικαιοσύνης τους. Και ενώ αυτοκαθαρίζεται η ελληνική δικαιοσύνη σήμερα, αυτό δεν είναι αρκετό. Άλλωστε, όπως ξέρουν κι άλλες χώρες της Ευρώπης που έχουν αντιμετωπίσει αντίστοιχα φαινόμενα διαφθοράς στη δικαιοσύνη τους, είναι πάρα πολύ δύσκολο. Καλούμαστε λοιπόν να φέρουμε την Ευρώπη να στηρίξει. Να στηρίξει πώς; Με μια αξιολόγηση των ειδικών διαδικασιών και με βέλτιστες πρακτικές. Πού είναι το πρόβλημα εκεί; Οποιοσδήποτε αμφισβητεί αυτή τη σημασία της αξιολόγησης, το κάνει εκ του πονηρού. Ακόμα αν κάποιο κράτος μέλος πιστεύει ότι είναι τόσο εξαιρετική η ποινική του δικαιοσύνη που δεν έχει να μάθει τίποτα από τους άλλους, ας βοηθήσει τουλάχιστον να μάθουν οι άλλοι απ' αυτό. Και εφόσον οι δικαστές οι ίδιοι εμπλέκονται στον χάρτη ποιότητας, δεν υπάρχει κανένα πρόβλημα για την ανεξαρτησία τους με αυτήν τη πρόταση.
Drčar Murko (ALDE). Hvala. Spričo daljnosežnosti določil Ustavne pogodbe za Evropo glede zbliževanja nacionalnih zakonodaj na področju kazenskega, materialnega in procesnega prava sklepamo, da načrt enotnega kazenskopravnega območja dobiva vedno bolj jasne obrise. Zapis v ustavni pogodbi je posledica razvoja zakonodaje po letu 1990, ne njen začetek, in je oprt zlasti na načelo vzajemnega zaupanja. Slednje se spričo različnih ustavnih ureditev in kazenskopravnih tradicij mora opreti na določene primerljive minimalne kriterije.
Podpiramo to usmeritev, a dolžnost parlamentarcev je tudi pozorno opazovanje metod poenotenja zakonodaj, zlasti glede na nujnost krepitve zaščite temeljnih človekovih pravic. Če ne bi bili pozorni na ravnotežje med tema dvema elementoma, bi bilo kazensko pravo sicer učinkovito poenoteno, a ne bi bilo nujno demokratično legitimirano. Kazensko pravo pa je tudi izkaznica kakovosti demokracije. Hvala.
Allister (NI).– Mr President, I have no difficulty with the sensible exchange of information about criminal convictions between Member States, but only the politically blind could fail to recognise the proposals in the Costa report as part of the harmonisation process that is under way in the criminal justice system across Europe. That, of course, is in anticipation of the EU Constitution, within which that harmonisation has a key role to play.
I for one am opposed to a criminal justice system established on the continental model, with its inherent assault upon the essential building blocks of our distinctive and historic British common law system, which include not least trial by jury, habeas corpus, and the separation of the judiciary from the investigative process.
This Costa report, despite its plausible verbiage, is part of that process of harmonisation aimed at creating a single criminal justice system. That is not serving the interests of the British nation in my view and therefore I will oppose that report.
Wieland (PPE-DE).– Herr Präsident, meine Damen und Herren! Wir haben manchmal Fälle, wo Kommission oder Rat oder Parlament – oder zwei davon, oder alle drei – dem Bürger oder einer relevanten Gruppe weit vorauseilen. Wir sind dann zu schnell und zu ambitioniert und haben müde Menschen mitzunehmen. Auf diesem Feld, über das wir uns heute Abend unterhalten, werden wir alle in Haftung genommen, weil die Ergebnisse zählen, die wir erzielen, oder besser, die Ergebnisse zählen, die wir nicht erzielen. Herr Kommissar, wir hinken auf diesem Feld nicht nur der Lebenswirklichkeit der Kriminalität hinterher – denn längst ist nicht mehr nur die organisierte Kriminalität grenzüberschreitend –, sondern wir hinken auch der Kriminalität der Einzelnen hinterher.
Wir hinken auch mit beidem dem Willen der Bürger hinterher, der einen Anspruch darauf und den politischen Willen hat, dass der Kriminalität des 21. Jahrhunderts nicht mit den Mitteln des 19. Jahrhunderts begegnet wird; und man hat leider manchmal den Eindruck, dass Informationen per Depesche angefordert werden und per Depesche auch geliefert werden. Wir brauchen einen verbesserten Informationsfluss. Dieser hat auch nichts mit reduziertem Datenschutz zu tun, wie von vielen befürchtet wird, denn Daten über bestimmte Bereiche qualifizierter Kriminalität, die in Kehl begangen wurde, sind in Offenburg genauso bedeutsam wie in Straßburg. Solche Daten auszutauschen hat alles mit dem Anspruch des Bürgers auf Schutz und nichts mit dem Anspruch des Täters auf Schutz der Privatsphäre zu tun.
Es geht hier auch nicht um das Vertrauen zwischen den Mitgliedstaaten, sondern es geht schlicht um das Vertrauen des Bürgers in diesen Kontinent, um das Vertrauen, wie gut oder wie schlecht wir diese Frage regeln. Wenn es eine conclusio daraus gibt, dann die, dass wir fragen – wie eine große deutsche Zeitung es getan hat –, ob die Bürger ein einheitliches Strafrecht wollen, und die Antwort ist Ja.
Die conclusio aus diesem Bericht heißt, jeder sollte klar sagen, ob er wirkliche Verbesserungen will oder ob er sie nicht will. Er sollte sich jedenfalls nicht hinter Software-Problemen verstecken.
Fava (PSE).– Signor Presidente, signor Vicepresidente, onorevoli colleghi, non vorrei aggiungere nulla alle relazioni dei colleghi Di Pietro e Costa che condivido assolutamente. Mi permetta di ragionare invece su una contraddizione che questa sera siamo chiamati ad affrontare.
E' noto a tutti che soltanto un rafforzamento della cooperazione giudiziaria è in grado di dare un contributo significativo alla lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, e dunque il mutuo riconoscimento delle sentenze, lo scambio di informazioni, l'armonizzazione delle garanzie processuali. Tuttavia sappiamo anche che molti Stati membri si adoperano per ostacolare in ogni modo questa cooperazione giudiziaria. Pertanto il suo mandato, a nostro parere, consiste anche nel rilanciare – confrontandosi con il Consiglio – una concreta adesione di tutte le Istituzioni europee a questo obiettivo.
Occorre maggiore volontà, che ci permetta di realizzare ciò che la Costituzione europea prevede e prescrive e che noi non vorremmo restasse inattuato. Proprio in nome della concertazione e della cooperazione giudiziaria, signor Vicepresidente, le sollecitiamo un intervento rispettoso ma forte nei confronti del parlamento italiano e del governo italiano, anche in ragione del suo passato di Ministro di quel governo. L'Italia è l'unico paese a non aver recepito il mandato di cattura europeo. Ciò che fino ad ieri poteva essere semplicemente grave, oggi – lei converrà – è assolutamente paradossale.
Ek (ALDE). Herr talman! Denna debatt handlar om förtroende och tillit. Ändå finns det i varje medlemsland, i varje fängelse, i varje häkte människor som känner att de har fått en rättvis rättegång beroende på att de inte kan språket, att bevisvärderingen inte har varit korrekt, på brutal behandling av polis eller i häkte. Detta trots att vi har regler på plats i den europeiska konventionen om mänskliga rättigheter och medborgerliga friheter, artiklarna 6 och 13, och framför allt kanske i regler som hör hemma i gemenskapsrätten inom EU.
Om människor skall våga utnyttja de fyra friheterna måste vi också ha trygghetsregler inte bara för varor och kapital utan också för personer. Dagens regler kräver att de nationella rättsmedlen måste vara uttömda för att man skall kunna hävda sin rätt. En domstol kan begära ett rådgivande yttrande under rättegången, det kan inte en enskild. Vi måste alltså införa en möjlighet för en enskild att begära personlig förfrågan eller särskilt ombud så att enskilda människor får samma rättigheter som domstolar. Först då kan vi tala om förtroende och tillit.
Coelho (PPE-DE).– Senhor Presidente, Senhor Vice-Presidente Frattini, caros Colegas, temos um trabalho comum a fazer para melhorar os padrões de qualidade e de eficácia da Justiça sem esquecer que a pedra basilar dos nossos temas europeus é a independência do sistema judicial e a protecção dos direitos fundamentais dos cidadãos, quer ao nível substancial, quer processual. Na dúvida, se o poderei fazer mais vezes, quero cumprimentar o Deputado António Costa pelo excelente relatório que nos apresentou e que defende que o direito à Justiça deve ser garantido aos cidadãos europeus, quer pela União, garantindo que tenham um tratamento comparável independentemente do Estado-Membro onde se encontram, quer pelos Estados-Membros, de acordo com as suas respectivas competências, procurando evitar que as diferenças existentes entre os vários sistemas judiciais constituam um obstáculo para se alcançar um elevado nível de justiça e protecção no Espaço de Liberdade, de Segurança e de Justiça.
Concordo com o relator que é fundamental que se reforce a confiança mútua de modo a permitir o reconhecimento mútuo das decisões judiciais, contribuindo para o desenvolvimento progressivo de uma cultura judiciária europeia. Apoio a ideia de se adoptar uma Carta Europeia de Justiça Penal, que deverá estar na base da avaliação do funcionamento dos sistemas judiciais da União e que seja criado um mecanismo de avaliação mútua da qualidade da Justiça, objectiva e imparcial, com uma base de dados estatísticos e comparáveis que deverá ser posto a funcionar o mais rapidamente possível e deverá envolver não apenas o Parlamento Europeu, mas também os parlamentos nacionais.
Cumprimento igualmente o Deputado Antonio Di Pietro pelo seu relatório e pelas propostas que apresenta sobre o encurtamento dos prazos e as condições de acesso aos dados pessoais. Com efeito, o sistema existente de intercâmbio de informações de registo criminal não é eficaz. É fundamental que se crie um sistema informatizado de intercâmbio de informações entre os Estados-Membros que permita ter um acesso rápido a esse tipo de informações em todo o território da União e saúdo as novidades que sobre a matéria foram dadas pelo Senhor Vice-Presidente Frattini.
Moraes (PSE).– Mr President, this is an important report because it emphasises two key areas which have not been emphasised enough previously. Mr António Costa has taken an important step forward in signalling that it is the quality of justice, and not just mutual recognition, which is key. If anyone in this House doubts this issue, they should look at the 'Copenhagen criteria'. The quality of justice in many of the accession states and the need for improvements was an essential part of joining the European Union.
Nor should any of the existing 15 Member States be complacent that they have all the right answers and the highest quality of justice. Look at how we deal with minorities and vulnerable people. That is where this issue will be tested.
The Quality Charter for Criminal Justice in Europe should not be something that Member States fear. They should welcome it, because this is one of the most visible areas of cooperation in the European Union that our citizens recognise. They see it in the media, they want to see solutions at a European level, they want to feel safe in a European Union which delivers swift justice and protection for the innocent.
Βαρβιτσιώτης (PPE-DE).– Κύριε Πρόεδρε, θα περιορισθώ μόνο στη διατύπωση ορισμένων σκέψεων πάνω στην έκθεση του συναδέλφου Di Pietro. την οποία και στηρίζω απόλυτα.
Η έκθεση του εισηγητή περιέχει θετικά στοιχεία διότι αφενός συγκεκριμενοποιεί τις ημερομηνίες και, αφετέρου, επισημαίνει την ανάγκη επίσπευσης της διαδικασίας, σε περίπτωση κατεπείγοντος του αιτήματος, στις 48 ώρες.
Θα πρέπει όμως να επισημανθεί στον κ. Επίτροπο ότι τα θέματα που θίγονται στις εκθέσεις και των δύο συναδέλφων, του Di Pietro και του Costa, ναι μεν κινούνται προς τη σωστή κατεύθυνση, δεν μπορεί όμως να θεωρηθούν ως τολμηρά βήματα.
Πιστεύω, π.χ., ότι η εφαρμογή της αρχής της αμοιβαίας αναγνώρισης στον τομέα των ποινικών καταδικών πρέπει να αποτελέσει άμεση προτεραιότητα. Ακόμα, είναι αναγκαίος ο σαφής ορισμός των εννοιών "καταδίκη" και "ποινικό μητρώο", ενώ είναι απαραίτητη η εναρμόνιση των ορισμών "αδίκημα" και "ποινή".
Ειλικρινά πιστεύω, κύριε Πρόεδρε, ότι η ολοκλήρωση της Ευρωπαϊκής Ένωσης δεν μπορεί να πραγματοποιηθεί αν δεν προχωρήσουμε με γοργούς ρυθμούς προς την ενοποίηση των κανόνων σχετικά με τη δικαιοσύνη. Όμως, η σημερινή ομιλία του κ. Επιτρόπου δεν με έπεισε ότι η Επιτροπή θα προχωρήσει με αυτά τα γοργά βήματα προς τη κατεύθυνση αυτή και γι' αυτό λυπάμαι.
Cederschiöld (PPE-DE). Herr talman! Det gemensamma rättsområdet bygger på ömsesidigt erkännande. Vi erkänner varandras domar, och då måste vi kunna lita på kvaliteten i rättssystemen, lita på en likvärdig behandling, lita på en fungerande due process, lita på rättvisa rättegångar med advokat och tolkning vid behov. Låt oss konkurrera uppåt i rättskvalitet. Tack, António Costa för ett bra betänkande.
Sedan till informationsutbytet som är känsligare. Antonio Di Pietro har förbättrat förslaget, men jag skulle vilja understryka tre punkter. För det första: Dataskyddet inom brottsbekämpning skall vara av samma kvalitet som på det inre marknadsområdet innan utbytet tillämpas. För det andra: Europeiska datatillsynsmannen skall yttra sig vid känsliga frågor. För det tredje: Utöver att medlemsstaterna informeras om hur uppgifterna används skall även individen informeras om den utlämnade informationen.
Vi har fått en kommissionär som jag vet lyssnar och förstår dessa frågor. Jag hoppas att kommissionär Franco Frattini inkluderar dessa tre element i fortsättningen när det gäller att öka dataskyddet för att se till att vi får samma kvalitet på dataskyddet på brottsbekämpningsområdet som vi redan har på inre marknaden. Här sätter jag verkligen stort hopp till Franco Frattinis vidare insatser och vill tacka för de insatser han redan har gjort på datalagringsområdet och tror att vi även kommer att se effekter av detta på det här området.
Esteves (PPE-DE).– Senhor Presidente, Senhor Comissário, Senhores Deputados, o tema da qualidade da justiça penal e da harmonização da legislação penal é um tema nuclear no projecto de justiça global da União Europeia. É na justiça penal que mais se dramatiza o debate sobre os direitos humanos, a sua relação recíproca, os seus conflitos, a sua fundação num princípio de dignidade essencial. É assim que a questão penal faz apelo às bases morais da cultura política europeia e torna urgente uma política activa de melhoria da qualidade da justiça penal e de harmonização das legislações dos Estados-Membros.
A emergência de uma Constituição Europeia, integrando uma Carta de Direitos Fundamentais vinculativa e constituindo um sistema de valores marcado pela unidade e a integração exige uma justiça melhor e a harmonização das legislações penais. É que o direito penal é verdadeiramente direito constitucional material, convoca todos os valores constitucionais fundamentais. A ausência de uma harmonização neste domínio significará o não cumprimento do princípio da igualdade entre os cidadãos, significará afinal, o não cumprimento da Constituição. É por isso que a harmonização do sistema penal não deve ser apenas mínima, não deve ser apenas a base para um reconhecimento recíproco das decisões judiciais, ela deve ser um fim em si. Uma política concertada não põe em causa o poder de decisão dos Estados-Membros nesta matéria justamente porque é uma política concertada.
O sistema de valores da Constituição Europeia implica também que a harmonização das legislações deve ser transversal a todo o sistema de direito penal. Não deve considerar apenas as vertentes do processo e da execução das penas, deve estender-se às normas substantivas, à política de definição dos crimes e aos critérios de modelação das penas. Deve preocupar-se não apenas com a vertente da segurança, mas também com a humanização do direito penal.
Se a Europa não abraça este desígnio, o sistema de justiça da sua Constituição será afinal, como ironizava Kafka, um sistema de portas abertas em que nunca se entra.
Frattini,Vicepresidente della Commissione. Signor Presidente, ringrazio i relatori e gli onorevoli parlamentari che sono intervenuti anche per invitare la Commissione ad agire e ad agire rapidamente. Cercherò di dare non delle risposte esaustive – ovviamente non ne avrei il tempo – ma alcune informazioni, forse utili al Parlamento.
La Commissione presenterà, entro la fine del prossimo mese di aprile, una comunicazione sul riconoscimento reciproco e sullo sviluppo del principio di fiducia reciproca. Questa comunicazione comprenderà e riguarderà la maggioranza delle questioni su cui vertono le due relazioni oggi in esame e si occuperà della valutazione della giustizia, della formazione dei magistrati, dell'armonizzazione di alcune norme procedurali e, a tale riguardo, voglio anche aggiungere, che entro quest'anno, presenteremo un Libro verde sulla presunzione di innocenza: molti parlamentari hanno sottolineato l'esigenza di conciliare il diritto alla sicurezza, e quindi alla repressione dei reati, con le garanzie delle persone accusate.
All'inizio del 2006 presenteremo un secondo Libro verde, articolato sulla raccolta delle prove, cui faranno certamente seguito iniziative più complete sull'esecuzione delle pene alternative, nonché un'interessante – e, mi auguro, estremamente utile – iniziativa: una decisione quadro, che contiamo di prendere entro il 2005, sulle misure di controllo alternative alla detenzione provvisoria. Voi sapete che il tema della detenzione provvisoria, cioè precedente alla condanna, è un tema su cui si debbono equilibrare i diritti di libertà delle persone con il diritto dello Stato di perseguire i reati. Ecco, si tratta soltanto di qualche esempio di iniziative, credo però importanti, che la Commissione presenterà nel giro dei prossimi mesi.
Io sarei felice, onorevoli parlamentari, se gli Stati membri nel Consiglio fossero coraggiosi come voi siete stati oggi a proposito di scambio di informazioni sui casellari giudiziari. La Commissione vorrebbe certamente procedere più rapidamente con il sistema di scambio di informazioni informatizzato. Abbiamo già avviato una discussione il mese scorso in occasione del Consiglio dei Ministri che si è svolto a Lussemburgo e intendiamo proseguirla. Ma vi sono problemi tecnici e, come qualcuno ha osservato, anche problemi politici. Manca ancora quel livello di fiducia reciproca che permetterà di fornire a un motore di ricerca elettronico, che tecnicamente si può realizzare molto in fretta, quei dati sulle condanne riportate. Come ha giustamente detto l'onorevole Di Pietro, non si tratta di dati nuovi bensì dei dati delle condanne, che possono essere utilizzati dalle magistrature. Quindi saremo attentissimi ad evitare qualsiasi utilizzo di quei dati fuori dalle ragioni che illustrerà l'autorità giudiziaria, a cui dobbiamo dare ovviamente fiducia, quando chiede di conoscere quelle informazioni.
In conclusione, credo che in questa materia occorra più Europa. Occorre più Europa perché bisogna armonizzare sistemi penali che sono purtroppo molto diversi e per dare certezza delle situazioni giuridiche quando noi rispettiamo – e lo sottolineiamo – l'indipendenza della magistratura. Forse dobbiamo preoccuparci di armonizzare le regole: ci sono regole troppo diverse da un paese all'altro su che cosa sia un'associazione criminale e sul come e il perché possa essere punito il promotore di un'organizzazione criminale. Ecco, questo è ciò di cui dobbiamo preoccuparci: armonizzare un po' di più gli ordinamenti penali e si tratta di un lavoro che noi faremo con piena convinzione. Infine, saremo attenti nel controllare il modo in cui gli Stati membri rispettano questi principi.
Tra tre giorni presenterò al Consiglio dei ministri della Giustizia la comunicazione della Commissione sul mandato d'arresto europeo e in quell'occasione dirò con assoluta chiarezza che purtroppo – lo dico con grande rammarico – l'Italia è il solo paese d'Europa che non ha ancora adottato la necessaria normativa nazionale e che vi sono inoltre alcuni Stati che, pur avendo adottato normative nazionali, come qualcuno di voi ha osservato, hanno cercato di reintrodurre dei filtri che non rispondono allo spirito europeo. La normativa sul mandato di arresto serve ad accelerare l'esecuzione di alcuni provvedimenti; se vogliamo accelerarla trattandosi di terrorismo, di criminalità organizzata, tutti gli Stati membri devono avere fiducia in questo sistema e noi saremo attenti controllori del pieno rispetto delle regole europee.