Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0016/2005), presentata dall’onorevole Grosch a nome della commissione per i trasporti e il turismo, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la patente di guida.
Barrot, Vicepresidente della Commissione. (FR) Signora Presidente, onorevoli parlamentari, il 21 ottobre 2003 la Commissione ha approvato la proposta di direttiva relativa alla patente di guida che discuterete tra qualche istante.
Oggi negli Stati membri si contano oltre 110 modelli diversi di patente di guida, tutti validi e regolarmente in circolazione, che non sempre conferiscono gli stessi diritti. In un’area aperta, dove la libertà di circolazione dei cittadini rappresenta la regola, le conseguenze di questa situazione sono ovvie. E’ difficile effettuare i controlli, le autorità pubbliche fanno fatica a gestirle, i cittadini si trovano spesso in difficoltà perché la loro patente non è riconosciuta. Questa situazione non è più accettabile.
La proposta di direttiva della Commissione si prefigge tre obiettivi principali : la protezione antifrode, la libera circolazione e la sicurezza stradale. Per quanto attiene alla protezione antifrode, la Commissione propone di eliminare il modello cartaceo. A partire dalla data di entrata in vigore della direttiva, l’unico modello comunitario che potrà essere utilizzato sarà il formato scheda di plastica. Ciò contribuirà altresì a ridurre il numero di modelli in circolazione. Gli Stati membri avranno la possibilità di inserire nella patente un microchip che recherà, ovviamente, soltanto i dati riportati sulla patente in plastica e che non potrà essere utilizzato ad altri fini. Questo contribuirà a rafforzare la protezione antifrode.
La Commissione propone inoltre di introdurre una durata di validità della patente limitata nel tempo. Questa validità amministrativa, che corrisponderà a dieci anni per le patenti di guida per automobili e motocicli, consentirà, in occasione di ogni rinnovo, di procedere a un aggiornamento degli elementi di protezione antifrode e di sostituire la foto del documento con una più recente. E’ in questo modo che si può evitare efficacemente una situazione analoga a quella attuale.
L’introduzione di un limite di validità permetterà di rimuovere l’ultimo ostacolo alla libera circolazione in questo settore. Infatti, i cittadini che si stabiliranno in un altro Stato membro non saranno più confrontati a periodi di validità diversi in funzione dello Stato. Questo è l’elemento che, unitamente all’armonizzazione del modello di patente, consentirà di eliminare gli ostacoli alla libera circolazione.
La proposta della Commissione mira altresì a migliorare la sicurezza stradale. A tal fine, la Commissione propone di introdurre una nuova categoria di patenti per i ciclomotori. I conducenti di ciclomotori sono infatti i più giovani motorizzati che circolano sulle strade. Sono anche particolarmente vulnerabili, come si evince da tutte le statistiche, che rilevano per questa categoria un tasso di sinistri stradali proporzionalmente superiore rispetto alle altre tipologie di utenti. La Commissione suggerisce, pertanto, di regolamentare l’accesso alla guida dei motocicli più potenti in modo progressivo, così come avviene per i mezzi pesanti e i pullman di maggiore potenza, di armonizzare la periodicità degli esami medici per i conducenti professionisti e di introdurre requisiti minimi per la qualifica iniziale e la formazione continua degli esaminatori di guida.
Quella che vi presentiamo, signora Presidente, onorevoli parlamentari, è una proposta ambiziosa tesa a migliorare la sicurezza stradale, assicurare la libera circolazione e contrastare le frodi nel contesto delle patenti di guida. Questa proposta avrà un forte impatto su molti cittadini per i quali la patente di guida è una garanzia di mobilità e di libera circolazione, nonché un documento di identità nella vita di tutti i giorni.
Grosch (PPE-DE), relatore. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzi tutto ringraziare tutti coloro che hanno assicurato il loro contributo, non solo i servizi della Commissione e del Consiglio, ma anche i colleghi parlamentari. Nel corso degli ultimi mesi, il lavoro sulla direttiva in materia di patenti di guida è stato animato dal desiderio di raggiungere un risultato coerente e di promuovere un dialogo di ampio respiro, alla luce della constatazione che i pareri divergenti sono il risultato delle diverse situazioni dei vari Stati membri, e non delle posizioni dei partiti.
(FR) Per questo motivo, signor Commissario, sono grato alla Commissione per i suoi chiari orientamenti, e vorrei estendere i miei ringraziamenti a tutti coloro che si sono adoperati in questo ambito.
(DE) Oltre a prefiggerci il conseguimento del consenso e della coerenza, abbiamo ritenuto importante assicurare che questo strumento giovi ai cittadini in generale, visto che concerne, dopo tutto, quasi due terzi della popolazione adulta europea. E’ esattamente per questo motivo che abbiamo deciso di fare qualcosa di più: invece di proporre la coesistenza di 111 patenti di guida e di un modello europeo, la proposta presentata dalla commissione per i trasporti e il turismo prevede il passaggio a un’unica patente di guida europea entro un lasso di tempo ragionevole di circa dieci o venti anni.
Tale risultato ovviamente ha un valore simbolico, oltre a offrire vantaggi in termini di semplificazione dei controlli sulle strade, contribuendo così, com’è ovvio, alla lotta contro la criminalità e le frodi. Noi tutti conosciamo bene il fenomeno del turismo delle patenti di guida, su Internet abbondano le pagine sull’argomento, ed è per questo motivo che la questione interessa anche gli Stati membri. Se abbiamo una patente di guida unica che consente di semplificare e centralizzare la gestione dei dati negli Stati membri, e se questi ultimi sono disposti a cooperare e a scambiarsi i dati, ne consegue indubbiamente una riduzione delle frodi e un miglioramento della mobilità in Europa.
La certezza giuridica rappresenta altresì un valore aggiunto per i cittadini. Lungi dal voler minacciare i diritti acquisiti, il nostro fine è quello di rafforzarli. Vogliamo anche assicurare che coloro che si guadagnano da vivere alla guida di un veicolo non perdano il loro diritto quando si trasferiscono, come documentato da alcune denunce presentate alla Commissione. La proposta sarebbe vantaggiosa anche per coloro che si spostano da un paese all’altro per turismo e che vorrebbero veder riconosciuti i loro diritti ovunque vadano.
Abbiamo inoltre deciso di evitare qualsiasi discriminazione sulla base dell’età, e abbiamo quindi lasciato agli Stati membri la libertà di introdurre l’obbligo di esami medici o meramente preventivi, se lo ritengono opportuno. Sono assolutamente persuaso, tuttavia, che le regole già consolidate in alcuni Stati membri si diffonderanno anche negli altri.
Un altro beneficio è rappresentato dalla sicurezza stradale. A tale proposito, il progetto di direttiva segue la linea della Commissione e si concentra sulla formazione di base, che costituisce l’elemento fondamentale, senza interferire in alcun modo con i sistemi di formazione avanzata. A tal proposito abbiamo cercato di assicurare coerenza con la direttiva sulle qualifiche iniziali e sulla formazione periodica dei conducenti di alcune categorie di veicoli stradali per il trasporto di merci o di passeggeri, includendo sia i conducenti di autobus che di mezzi pesanti.
Un altro esempio è la nostra soluzione al problema dei camper e delle roulotte, che si basa su un’adeguata formazione piuttosto che sull’introduzione della patente complessa B+E; in tal modo, teniamo conto delle esigenze del turismo, che svolge, come sapete, un ruolo importante nello sviluppo dell’economia europea.
Un approccio graduale per i motociclisti è un altro elemento della nostra filosofia di fondo. Nella sua introduzione, signor Vicepresidente della Commissione, lei ha fatto riferimento alla possibilità, universalmente riconosciuta, di compiere maggiori sforzi in questa direzione. Si contano ancora 40 000 decessi sulle nostre strade e, se il numero di incidenti che coinvolgono autoveicoli diminuisce, aumenta purtroppo quello degli incidenti con motocicli, che continuano a costare la vita a un elevato numero di persone.
E’ per questo motivo che abbiamo approvato un approccio graduale, che non intendiamo però basare su un esame teorico. Abbiamo optato per la formazione, e intendiamo quindi consentire a quegli Stati membri che preferiscono stabilire un limite di età inferiore di garantire ai loro cittadini certezza giuridica in questo ambito, conferendo tuttavia ai loro sistemi la progressività prevista nel progetto di direttiva. Non intendiamo opporci alle tradizioni di certi paesi in questo contesto, trattandosi di tradizioni riconducibili a fattori quali i requisiti di mobilità e la situazione economica, ma ci prefiggiamo una strategia generale basata sull’età media europea e sul sistema di formazione progressiva.
Sussistono problemi di equivalenza, che non scompariranno. Abbiamo compiuto un primo tentativo di contemplare anche i veicoli e tre e quattro ruote, ma siamo consapevoli che i problemi inerenti a queste categorie non si risolveranno dall’oggi al domani. Da parte mia, continuo a ritenere che non sarebbe saggio prevedere la stessa patente per automobili e motocicli – anche se ciò incoraggerebbe una maggior comprensione tra automobilisti e motociclisti –, poiché le due tipologie di veicolo richiedono competenze di guida completamente diverse.
In sintesi, direi che la semplificazione, la certezza giuridica, la sicurezza stradale e la soppressione delle frodi sono gli elementi principali che abbiamo voluto sottolineare nella nostra proposta. Infine, consentitemi di ringraziare nuovamente tutti i colleghi per la buona volontà e la cooperazione negli ultimi due mesi.
Jarzembowski (PPE-DE), a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signora Presidente, signor Vicepresidente della Commissione, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei desidera congratularsi con il relatore, onorevole Grosch, per la sua eccellente relazione sulla proposta della Commissione relativa alla terza direttiva in materia di patenti di guida. Il relatore ha presentato delle proposte di miglioramento dettagliate sulla futura introduzione di una patente di guida uniforme a livello europeo e – cosa ancora più importante – ha formulato dei suggerimenti che vanno incontro alle esigenze dei cittadini, come quelle relative alle roulotte e ai camper. Ha inoltre presentato chiare proposte migliorative nel contesto della questione del cosiddetto turismo delle patenti di guida. Non si contribuisce alla sicurezza stradale se si consente a un conducente la cui patente è stata ritirata per fondati motivi di ottenerne immediatamente un’altra in un paese vicino. In questo ambito, l’onorevole Grosch ha svolto un ottimo lavoro elaborando il principio dell’eliminazione del turismo delle patenti di guida.
La relazione contiene tuttavia due punti che il mio gruppo non può accettare. Al pari della Commissione, signor Vicepresidente, anche noi ci opponiamo all’obbligo di sostituzione delle attuali patenti di guida. Non si contribuisce affatto alla sicurezza stradale costringendo i cittadini a recarsi presso le autorità pubbliche, farsi fare una nuova fotografia e richiedere una nuova patente. Nella migliore delle ipotesi, questa misura faciliterebbe i controlli di polizia, me non migliorerebbe in alcun modo la sicurezza stradale. Se raffrontiamo il vantaggio rappresentato da controlli di polizia più agevoli e lo svantaggio e il disagio cui sarebbero sottoposti i conducenti, vediamo che gli inconvenienti superano i benefici, anche in considerazione del fatto che migliaia di cittadini, se non di più, non guideranno mai in un altro Stato dell’Unione, ma dovranno in ogni caso rinnovare la patente. Come la Commissione, anche il mio gruppo si oppone a questa disposizione.
Il secondo punto della relazione che respingiamo riguarda l’obbligo di limite di validità della patente. Neanche questa misura incrementa la sicurezza stradale, ma costringe i cittadini a recarsi presso le autorità pubbliche, farsi fare una nuova fotografia e richiedere una nuova patente, anche se, come riconosce giustamente il relatore, resta valida l’autorizzazione rilasciata in seguito all’esame di guida iniziale.
Onorevoli colleghi, vi invitiamo a sostenere la nostra posizione per il bene dei cittadini europei. Non siamo a favore né della sostituzione obbligatoria della patente di guida né della validità limitata.
Hedkvist Petersen (PSE), a nome del gruppo PSE. – (SV) Signora Presidente, signor Commissario, in primo luogo desidero ringraziare l’onorevole Grosch per l’eccellente livello di cooperazione e il metodo costruttivo adottato per l’elaborazione della proposta della commissione parlamentare. Hanno partecipato tutti i gruppi politici e gliene sono grato.
In questo caso, si deve trovare un equilibrio tra le tradizioni e le differenze esistenti negli Stati membri, senza perdere di vista l’obiettivo, ossia la promozione della mobilità dei cittadini e il miglioramento della sicurezza stradale nell’Unione europea. Ora si deve imboccare il lungo cammino che conduce alla patente di guida unica a livello comunitario. Questo processo richiederà molti anni, ma è importante sostituire le vecchie patenti di guida, poiché è necessario porre fine al turismo delle patenti di guida, che consente di comprare una nuova patente in caso di ritiro della propria. Attualmente abbiamo 110 modelli di patente di guida e la polizia non è in grado di controllare la regolarità di una patente confiscata o sottoposta a controllo.
In Svezia, qualche anno fa, era possibile andare in una tipografia clandestina e acquistare una patente di guida del proprio paese di origine, per poi recarsi presso le autorità svedesi e sostituirla con una svedese. E’ una situazione che non possiamo accettare. Ritengo quindi che il Consiglio dei ministri debba approvare la sostituzione delle vecchie patenti di guida. Se dovessimo seguire la proposta del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei, ci vorrebbero 60 anni per avere una situazione accettabile, e ciò sarebbe intollerabile. La sostituzione è essenziale per noi in quanto utenti delle strade, poiché anche noi le percorriamo in continuazione e vogliamo essere certi che le patenti di guida in circolazione siano autentiche. Se si trattasse di medici o di piloti, sicuramente non accetteremmo nessun tipo di incertezza in merito all’autenticità dei loro diplomi e delle loro competenze.
Il gruppo socialista al Parlamento europeo sostiene in ampia misura la proposta della commissione parlamentare. Non riteniamo che sia una buona idea sottoporre conducenti sani a esami medici interminabili, come proposto dalla Commissione. I medici europei dovrebbero occuparsi dei malati e delle loro attività nel settore sanitario, e non visitare ogni singolo conducente. E’ palese che si deve prevedere un esame medico e oculistico al rilascio della patente di guida.
Per quanto riguarda i ciclomotori e i motocicli, il gruppo socialista al Parlamento europeo sostiene la progressività in materia di formazione e di esami: i motociclisti dovrebbero iniziare con i ciclomotori e poi passare alle altre categorie di patente. Desideriamo inoltre che gli Stati membri siano lasciati liberi di introdurre il limite di 21 anni per l’accesso diretto alla guida di motocicli potenti. Si accettano esenzioni nazionali per gli autoveicoli e i ciclomotori, per cui riteniamo che ciò debba valere anche per i motocicli. Per quanto riguarda le roulotte e i camper, sosteniamo la posizione dell’onorevole Grosch.
Infine, in futuro prevediamo che ci sarà un numero sempre maggiore di automobili dotate di sistemi di sicurezza quali l’etilometro blocca-motore e indicatori che ricordino al conducente di allacciare la cintura di sicurezza e di accendere i fari, in linea con le raccomandazioni della Commissione europea e degli organismi di sicurezza. Dobbiamo pertanto contribuire alla realizzazione di un documento di base che conferisca ai cittadini il diritto di guidare i veicoli: una patente che sia autentica, affidabile e aggiornata.
Sterckx (ALDE), a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signora Presidente, desidero congratularmi con il relatore, che ha svolto un lavoro estremamente arduo, dovendo trattare una questione che coinvolge quasi tutti i cittadini e che è nel contempo piuttosto tecnica, visti i numerosi aspetti specifici e le differenze esistenti tra gli Stati membri. Il compito si è rivelato particolarmente complesso poiché, benché tutti possano accettare i principi e riconoscano la necessità di semplificare e monitorare meglio il sistema, nessuno è realmente disposto a rinunciare alle peculiarità nazionali. Usiamo sempre più frequentemente le strade di altri Stati membri, e questo significa che dobbiamo fidarci in misura sempre maggiore dei documenti che rilasciamo ai conducenti, però il rilascio di tali documenti è considerato tuttora una sorta di segreto strategico, quasi militare, all’interno di ciascuno Stato membro, che deve quindi custodirne gelosamente i sigilli. Credo, onorevole Grosch, che ciò abbia reso il suo lavoro ancora più complesso, e non ha certo semplificato neppure il nostro.
Il mio gruppo concorda sull’evidente necessità di introdurre quanto prima un modello europeo, prevedendo altresì regolari aggiornamenti amministrativi. Tuttavia, non siamo a favore dell’introduzione di altri esami. Si tratta dopo tutto di aggiornamenti amministrativi e non sarebbe equo nei confronti degli anziani. Inoltre, dalle statistiche non si desume la necessità di tali esami.
Non sussiste alcuna prova che gli anziani siano conducenti particolarmente pericolosi. Inoltre, non dovremmo ostacolarli nell’esercizio della guida dell’auto, che rappresenta un’ancora di salvezza per molti di loro. Lo stesso vale per le persone con problemi di salute. Idealmente, la decisione sulla guida di veicoli dovrebbe essere presa congiuntamente dal paziente e dal medico di famiglia: il medico dovrebbe giudicare con onestà se una persona sia ancora in grado di guidare o meno e il paziente dovrebbe rispettare tale decisione.
Ritengo che il principio da seguire non sia quello di elaborare regole europee eccessivamente dettagliate, bensì di stabilire principi generali che siano il più possibile vicini ai cittadini, come avviene nella relazione. Il comitato di esperti europei può continuare a svolgere il suo lavoro con tutti i mezzi, ma ritengo che andrebbe realizzato il più possibile in contatto con i cittadini.
Il nostro gruppo ha presentato alcuni emendamenti per allineare la patente per i ciclomotori e i motocicli alla tradizione degli Stati membri e per evitare un’eccessiva rigidità in questo settore. Sosteniamo le linee generali della relazione dell’onorevole Grosch, che consideriamo un considerevole passo avanti, in ogni caso. Ci stiamo orientando verso migliori possibilità di controllo in seno all’Unione europea. Al momento opportuno, spiegheremo ai cittadini europei che la patente li autorizza a guidare un’automobile o un motociclo, o un altro veicolo, in tutta l’Unione. Nell’UE potremo fidarci degli esami sostenuti nei vari Stati membri e pertanto avremo la certezza che chiunque riceverà la patente è capace di guidare un ciclomotore, una moto, un’automobile o un camion. Penso che i cittadini si renderanno conto che l’Unione europea è in grado di conseguire anche obiettivi molto concreti. Ritengo che questa relazione rappresenti un passo nella giusta direzione, per cui ringrazio il relatore.
Auken (Verts/ALE), a nome del gruppo Verts/ALE. – (DA) Signora presidente, innanzi tutto desidero ringraziare l’onorevole Grosch e congratularmi con lui per questa relazione estremamente costruttiva. Abbiamo ascoltato le reciproche posizioni, e penso che dalla situazione attuale risulti evidente che le argomentazioni sono state utili. Ritengo che sia stato svolto un eccellente lavoro e che l’onorevole Grosch abbia il merito di aver distolto l’attenzione dall’astratta questione della lotta contro il terrorismo, o qualsiasi fosse l’argomento all’inizio, per concentrarla sulla sicurezza stradale, ossia sul vero terrore che minaccia l’Europa, dove il numero di morti e feriti gravi sulle strade corrisponde al numero di decessi che avremmo se precipitasse un jumbo alla settimana e non vi fossero sopravvissuti. E’ essenziale fare qualcosa in merito. A tal fine, la condizione preliminare – o una delle condizioni preliminari – sarebbe ovviamente quella di disporre di patenti di guida controllabili e riconosciute in tutta Europa.
E’ un’ottima decisione non sottoporre i nostri anziani a ulteriori esami. E’ positivo che, anche in questa Assemblea, si riconosca che perlopiù essi sono, ovviamente, conducenti provetti che compensano la riduzione dei tempi di reazione con la cautela nella guida. Magari le persone sane e in ottime condizioni fisiche si lasciassero consigliare dalla prudenza e non da un’eccessiva sicurezza di sé!
C’è un punto che non riusciamo a comprendere. Alcuni paesi – e non credo che tutto il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei rientri in questa categoria – sembrano attribuire un valore esagerato alle patenti di guida. Penso che dovrebbero assumere un atteggiamento molto più distaccato nei confronti delle vecchie patenti, invece di trattarle come se fossero insostituibili. In tal modo potremo avere una patente di guida utilizzabile in tutta Europa. Non ci sono segnali che si stia procedendo alla sostituzione delle patenti. Noi abbiamo provato a farlo in Danimarca e ha funzionato. Non è stata la fine del mondo.
Chruszcz (IND/DEM), a nome del gruppo IND/DEM. – (PL) Signora Presidente, onorevoli colleghi, desidero congratularmi con l’onorevole Grosch per il lavoro svolto, che ci procurerà vantaggi per molto tempo. Vi è tuttavia un’altra questione che vorrei sollevare. L’Assemblea spesso sostiene normative superflue ed eccessivamente dettagliate, complicando così inutilmente questioni semplici e ovvie. Uno dei motivi di questa tendenza è forse il fatto che il Parlamento europeo è un’Istituzione dell’Unione.
Numerosi paesi europei, tra cui il mio, la Polonia, rilasciano già patenti di guida eccellenti dotate di numerose caratteristiche di sicurezza, e stanno comunque sostituendo progressivamente la patente su supporto cartaceo. La formazione dei conducenti è in continuo miglioramento e i paesi imparano molto gli uni dagli altri. Di conseguenza, mi preoccupa sentire che molti cittadini del paesi membri dovranno superare l’ardua prova rappresentata dall’ulteriore sostituzione della patente. A mio parere, l’introduzione di microchip e la sostituzione frequente delle patenti, come proposto dall’onorevole Grosch, comportano spese superflue. Sarebbe altresì una perdita di tempo per i cittadini, che preferiscono dedicarsi ad altre attività piuttosto che fare la fila per il rilascio della patente.
Infine, vorrei rilevare che, secondo me, le restrizioni ufficiali che determinano se i cittadini stranieri possono o meno fare richiesta e ottenere una patente di guida sono incompatibili con il principio della libera circolazione delle persone. Occorrerebbe operare una distinzione tra chi ha commesso un’infrazione e cerca di conseguire una patente in un altro paese e chi vive in una regione di frontiera e preferisce scegliere la scuola di guida migliore e più economica situata oltre il confine.
Zīle (UEN) a nome del gruppo UEN. – (LV) Signora Presidente, onorevoli colleghi, anch’io desidero anzitutto ringraziare l’onorevole Grosch per l’eccellente leadership in questo progetto che ha portato avanti in circostanze difficili. In qualità di rappresentante di un nuovo Stato membro, sono rimasto sorpreso dalla questione delle patenti di guida, poiché in Lettonia, il mio paese, abbiamo iniziato a rilasciare patenti in plastica delle dimensioni di una carta di credito due anni dopo l’indipendenza. Per citare la mia esperienza personale, sono già scaduti i primi dieci anni della mia patente in plastica, e l’anno scorso l’ho sostituita con una che reca l’emblema dell’Unione europea. Di conseguenza, mi è piuttosto difficile comprendere perché sia politicamente impossibile per alcuni Stati membri dire che le patenti su supporto cartaceo dovrebbero essere sostituite con quelle in plastica. Se è riuscita a farlo la Lettonia, penso che possano farlo anche gli altri paesi. Se abbiamo il mercato unico e la libera circolazione dei lavoratori, non si spiega perché non si possa adottare un sistema unificato per il rilascio della patente di guida, in termini di requisiti sanitari e questioni analoghe, dato che qualsiasi conducente europeo può provocare problemi sulle strade di altri Stati membri. Per quanto riguarda l’impiego del microchip, mi pare inoltre che sia la Commissione che il Parlamento avrebbero potuto essere più rigorosi e prevedere l’obbligo di introduzione nel prossimo futuro. Spero vivamente che domani voteremo a favore di questo lodevole progetto di direttiva in prima lettura.
Romagnoli (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, affrontiamo in Aula un tema che ha impegnato non poco la commissione per i trasporti e il relatore Grosch, che ringrazio per la solerte e puntuale relazione svolta, di cui condivido un’ampia parte, anche se non tutto.
Il collega Sterckx affermava che tutti condividiamo le finalità del modello unico, quantunque vi siano senz’altro delle differenze. Egli si riferiva, in particolare, al rinnovo amministrativo della patente per gli anziani. A mio avviso si tratta di un tema che richiede maggiore attenzione nel suo complesso. Faccio un esempio: io pratico il volo con un mezzo assolutamente innocuo, senza alcuna motorizzazione: credo che in caso di incidente non potrei fare altre vittime che me stesso e al massimo un altro individuo coinvolto. Ciò nonostante, in Italia sono soggetto a un’assicurazione obbligatoria, ad una visita medica ogni due anni e ad una serie di obblighi amministrativi e di altro genere che, francamente, sembrano esagerati rispetto alla pericolosità sociale di un autoveicolo che, in caso di incidente, può causare una strage. Occorre quindi molta cautela.
Si tratta quindi di armonizzare un settore che ha notevoli risvolti nella vita dei cittadini, con evidenti implicazioni di ordine sociale per la sicurezza del comportamento dei conducenti. Pertanto occorre omologare non solo un documento – non si tratta semplicemente di passare da un documento di carta a uno di plastica – bensì di omologare anche i comportamenti di guida. A tal fine dobbiamo mettere gli operatori di polizia in grado di riconoscere con certezza il conducente che, eventualmente, infrange il codice della strada.
Vorrei inoltre soffermarmi, in particolare, sugli emendamenti presentati insieme ad alcuni colleghi relativi all’introduzione della patente di categoria AM relativa ai ciclomotori. Io ritengo si debba essere grati a chi guida su due ruote, perché, soprattutto nei paesi del Mezzogiorno d’Europa, contribuisce a risolvere i gravi problemi di traffico, aiuta il nostro ambiente e contribuisce a una migliore vivibilità delle città, soprattutto di quelle in cui il tessuto urbano è di più antica tradizione.
Gli eventuali comportamenti pericolosi vanno sanzionati e repressi: gli strumenti a tal fine non mancano. Tuttavia, penalizzare la circolazione su due ruote, come fa in parte questa direttiva, a mio giudizio non danneggia soltanto le nostre economie ma anche la qualità della vita in generale.
Queiró (PPE-DE). – (PT) Vorrei innanzi tutto congratularmi con l’onorevole Grosch per la sua relazione e aggiungere che la mia preoccupazione principale, nel contesto di questo dibattito sulla futura approvazione di una patente europea, è che una buona idea possa tradursi in una regolamentazione eccessiva, che genererebbe maggiori oneri e difficoltà per i conducenti dell’Unione europea.
L’idea è positiva. I cittadini europei beneficiano di una libertà di circolazione sempre più effettiva, ed è quindi necessario armonizzare le regole fondamentali per favorire la sicurezza stradale, evitare le frodi legate all’utilizzo indebito delle patenti false e impedire che i conducenti puniti in un paese possano ottenere facilmente una patente di guida nuova in un altro.
Presentato in questo modo, il messaggio è semplice e facilmente comprensibile da parte dei destinatari. I cittadini vi aderiranno sicuramente.
Il problema si pone invece proprio quando la tentazione di regolamentare mette a repentaglio una buona idea, un’iniziativa politica che è indubbiamente positiva. Attuando misure auspicabili come questa, dobbiamo evitare di moltiplicare le limitazioni normative e burocratiche e di incrementare i costi a carico dei conducenti europei, per iniziative che sono pur sempre discutibili. Occorre altresì assicurarsi che non si prevedano limitazioni nazionali per chi sta imparando a guidare altri veicoli, come i motocicli. In caso contrario, non si prenderebbe adeguatamente in considerazione il principio di sussidiarietà, nonché il rispetto di prassi stabilite legittimamente dalle autorità degli Stati membri. Ciò significherebbe erigere, in un modo o nell’altro, degli ostacoli, talvolta impercettibili, sulla strada di tutti i cittadini europei che vogliono esercitare il loro diritto alla guida, a prescindere da tutte le dichiarazioni che indubbiamente faremo per convincerli del contrario.
Sono queste le ragioni di fondo per cui ho sostenuto una serie di emendamenti alla relazione in esame, che sono stati presentati al fine di facilitare la vita dei cittadini e dei vari operatori del settore stradale, nonché di promuovere un trasporto stradale più sicuro. Vorrei concludere dicendo che la libertà di movimento è la più importante delle quattro libertà europee.
Piecyk (PSE). – (DE) Signora Presidente, sono lieto che sia lei a presiedere questo dibattito, perché so che lei è molto cauta e prudente alla guida e che la questione della sicurezza stradale le sta molto a cuore.
E’ deplorevole che in Europa le patenti di guida siano oggetto di loschi traffici, di truffe e di contraffazione, attività che risultano facilitate dalla coesistenza di 110 modelli diversi di patente attualmente in circolazione negli Stati membri. Siamo onesti: per avere un valido esempio basta guardare alla Germania, dove alcuni conducenti circolano ancora con il pezzo da collezione che chiamiamo il cencio grigio, che in alcuni casi è addirittura finito in lavatrice. Il lacero cencio grigio con la foto scattata in gioventù può rappresentare un caro ricordo per il titolare, ma non è certo un documento di identificazione adeguato in caso di controlli sulle strade.
Come sapete, ho iniziato la mia vita lavorativa prestando servizio come agente di polizia. Cosa deve fare un povero agente di polizia a Palermo, Bordeaux o Madrid quando ferma un’automobile e gli viene presentato un pezzo di carta malridotto che non serve più a nessuno? Se prevediamo che oggi ai giovani si rilasci una patente in formato scheda di plastica, è del tutto ragionevole supporre che anche gli altri conducenti sostituiscano il loro vecchio e malconcio documento cartaceo entro il periodo di transizione prolungato prescritto dall’eccellente proposta del relatore.
Mi lasci dire, onorevole Jarzembowski, che chiamare questa sostituzione obbligatoria Zwangsumtausch, cambio forzato, ha implicazioni molto emotive, perché questo termine è associato al regime dittatoriale della Repubblica democratica tedesca, che costringeva i visitatori che entravano nel paese a cambiare i marchi tedeschi con la moneta della Germania dell’est. Dobbiamo stare attenti alla terminologia che utilizziamo quando parliamo di regole europee. Un po’ di cautela contribuirà a promuovere un processo di comunicazione obiettivo.
Come ho detto, il relatore ha presentato un’ottima proposta e gliene sono grato.
La mia ultima osservazione è già stata fatta. Dobbiamo porre fine una volta per tutte al turismo delle patenti di guida. Se una persona cui oggi viene ritirata la patente in Germania non supera l’esame medico e psicologico successivo, denominato colloquialmente in Germania “l’esame per idioti”, può recarsi nella Repubblica ceca o altrove per ottenere una nuova patente di guida a basso costo facendo ricorso allo stratagemma del cambiamento di residenza. Questa situazione non può andare aventi per sempre in Europa. Dobbiamo porvi fine con questa direttiva, ed è per questo motivo che spero che, nel corso della votazione di domani, l’onorevole Grosch riceva il sostegno di un’ampia maggioranza, anche da parte del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei.
Costa, Paolo (ALDE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, ho salutato e saluto con favore l’iniziativa della Commissione e il lavoro dell’on. Grosch, tesi ad armonizzare le norme sulle patenti di guida. Concordiamo sugli obiettivi di evitare le frodi sulle patenti ma soprattutto di attivare uno strumento che faciliti la libera circolazione dei cittadini dell’Unione e contribuisca al miglioramento della sicurezza stradale.
Oggi i cittadini europei si muovono con grande facilità e si mescolano sulle strade d’Europa. Immaginare che sulle stesse strade si muovano europei autorizzati alla guida in modo diverso, avendo soddisfatto requisiti troppo differenti, non è più sostenibile. E’ questo un caso classico nel quale il principio di sussidiarietà risulta sostanzialmente inapplicabile. Mi riferisco in particolare alle strade del mio paese, l’Italia, durante l’estate.
Non possiamo pensare a regole applicabili in modo diverso perché applicate a soggetti e a contesti diversi. Oggi l’Europa degli automobilisti e l’Europa del trasporto stradale è una delle realtà europee più felicemente integrate, che richiede misure armonizzate se non uniformi.
Quanto alla sicurezza e all’obiettivo che l’Unione si è data di dimezzare il numero dei morti per incidenti stradali entro il 2010, se il regime di concessione e di rinnovo delle patenti di guida dovesse contribuire anche solo minimamente a migliorare le conoscenze e le capacità tecniche di guida e a tenere sotto controllo le condizioni psicofisiche dei guidatori, se anche desse un piccolissimo contributo al miglioramento della sicurezza stradale in Europa, sarebbe comunque il benvenuto.
E’ per questo motivo – e non certo per amore di inutili appesantimenti burocratici – che va sottolineata e sostenuta l’idea di sottoporre regolarmente al rinnovo le nuove patenti e di richiedere un rinnovo graduale anche di quelle esistenti; che si deve convenire sull’idea di combinare formazione obbligatoria ed esami altrettanto obbligatori per garantire l’acquisizione e il mantenimento di capacità tecniche di guida e che si deve convenire sull’idea di subordinare il rilascio e il rinnovo delle patenti all’accertamento di condizioni minime di salute psicofisica del potenziale guidatore.
Se il buon senso domanda che in tutte queste aree si vada verso norme uniformi, un’area di possibile differenziazione sussidiaria potrebbe invece riguardare le patenti d’uso dei motocicli, diffusi in modo diverso nei vari paesi dell’Unione. A tale proposito, credo si possa prendere atto che esistono paesi nei quali l’accesso ai piccoli motocicli è più precoce che in altri. Tale fattore aiuta ad aumentare il contributo alla mobilità delle persone nei centri storici e può favorire lo sviluppo dell’accesso progressivo all’uso dei motoveicoli sempre più potenti, che è una delle caratteristiche più apprezzabili della direttiva in questione.
Per tali motivi ritengo che si potrebbe anche consentire l’equivalenza tra le patenti B e le patenti AM per consentire sempre che alla circolazione con le automobili si possa aggiungere quella con i motocicli nei centri storici più importanti.
Lichtenberger (Verts/ALE). – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, anch’io desidero esordire ringraziando nuovamente l’onorevole Grosch, in particolare per l’equilibrio della proposte sulla portata della regolamentazione, poiché ci ha fornito una piattaforma grazie alla quale è stato possibile raggiungere un ampio consenso su molti punti.
D’altro lato, stento a comprendere l’atteggiamento dei conservatori e quello dell’onorevole Jarzembowski, che vuole appesantire il passaggio alla patente di guida europea prevedendo un periodo di transizione di settanta anni. Ma vi pare? Se stessimo parlando di una regola in materia di mercato interno, non si prenderebbe in considerazione neanche un istante un periodo di transizione superiore ai dieci anni! In questo ambito, stiamo assistendo a troppe manifestazioni di scivolamento verso un tipo di populismo piuttosto scadente.
Vorrei tuttavia aggiungere un altro punto. Occorre ricordare che la formazione, sia quella di base che quella avanzata, dovrà rappresentare un obiettivo essenziale.
(La Presidente interrompe l’oratore)
Blokland (IND/DEM). – (NL) Signora Presidente, una volta acquisito il diritto di guidare un veicolo a motore, tale diritto dovrebbe poter essere mantenuto, in condizioni normali, fino a quando non emergano considerazioni giuridiche o fisiche che ne giustifichino la cessazione. Non penso che questa Assemblea nutra alcun dubbio in merito.
Ciò che mettiamo in discussione è il modo in cui i cittadini devono affrontare la situazione, ossia – in termini più chiari – gli standard previsti per l’ottenimento e il mantenimento del diritto sotto forma di patente di guida. Inoltre, la patente spesso è usata come documento identificativo, per cui gli aspetti legati alla sicurezza sono importanti. Ritengo che si debba procedere con estrema cautela quando si tratta di stabilire l’identità di qualcuno, in particolare per gli sconosciuti. L’uso improprio di documenti identificativi non sempre contribuisce alla promozione di una società sostenibile. Per questo motivo è essenziale aggiornare i documenti identificativi, sia per quanto attiene alle caratteristiche visive che agli aspetti tecnologici.
A mio parere, l’abilità nella guida può concorrere significativamente a ridurre il numero della vittime della strada. Poiché si consegue tale risultato iniziando con la prevenzione, è fondamentale che i conducenti abbiano le capacità fisiche e mentali necessarie per circolare in modo adeguato sulle strade. E’ ragionevole che queste capacità siano soggette a requisiti validi per tutti i conducenti, tali da garantire l’abilità del titolare della patente. La relazione dell’onorevole Grosch mi ha rassicurato su questo punto, e gliene sono grato.
Mote (NI). – (EN) Signora Presidente, se i tedeschi hanno dei problemi con le loro patenti di guida, cosa impedisce al governo tedesco di affrontarli? Allo stesso modo, se parliamo di sicurezza stradale, che cosa impedisce ai governi portoghese e italiano di migliorare la sicurezza delle loro strade? Nel Regno Unito abbiamo alcune delle strade più trafficate e sicure dell’Europa occidentale. Ora si parla della prospettiva di armonizzare le patenti di guida, e questa relazione indica chiaramente che l’armonizzazione delle sanzioni per le infrazioni stradali non può tardare.
Se pensiamo al vergognoso trattamento riservato ai turisti che praticavano legittimamente il loro hobby di plane-spotting in vacanza in Grecia, ci rendiamo conto precisamente di ciò che implica una giustizia unificata a livello di Unione europea! Quel caso ha riguardato soltanto alcuni malcapitati individui, ma praticamente tutti nel Regno Unito guidano l’automobile. Se si conferisce ai tribunali nazionali il potere di comminare sanzioni contro detentori di patenti rilasciate in altri paesi, la prospettiva di un tribunale greco che impedisca, o cerchi di impedire, a un autista britannico di guidare nel Regno Unito solleverebbe un polverone come non se ne sono ancora visti nel nostro paese!
Presidente. – Onorevoli colleghi, some sapete siamo giunti al Tempo delle interrogazioni. Aggiorno quindi il dibattito su questo punto, che riprenderà alle 21.00.