Presidente. – L’ordine del giorno reca il seguito della discussione sulla patente di guida.
Titley (PSE). – (EN) Signor Presidente, accolgo con favore le proposte sulle patenti di guida perché rappresentano un sostanziale progresso in termini di lotta contro le frodi, di sicurezza stradale e, cosa ancora più importante, offrono la garanzia di certezza giuridica alla libera circolazione delle persone. Mi compiaccio in particolare delle proposte volte ad assicurare standard più elevati per gli esaminatori di guida. Non ero d’accordo con le proposte originarie della Commissione, poiché le reputavo troppo burocratiche e complesse. Avrebbero recato inutili danni a certi gruppi, come i roulottisti. Mi congratulo quindi per il relatore per aver presentato una proposta più semplice e pratica.
Tuttavia, occorre esaminare ulteriormente la questione dei motocicli, dato che le pratiche nazionali in materia variano molto in funzione degli Stati membri. Nel Regno Unito, il nostro problema non è rappresentato tanto dai giovani motociclisti quanto dagli uomini di mezza età, come me, che, in preda alla crisi di mezza età, si comprano una moto molto potente e poi vanno a schiantarsi. Non abbiamo grandi problemi quanto ai giovani motociclisti grazie ai requisiti di esame, in particolare per l’esame per la guida dei ciclomotori.
Altri paesi hanno problemi diversi relativi ai motocicli e ai ciclomotori, per cui direi che la proposta avanzata dalla Commissione e dal Parlamento di un’unica soluzione “valida per tutti” non funzionerà. Per questo motivo, di concerto con alcuni dei miei colleghi del gruppo socialista, ho presentato degli emendamenti che consentiranno un approccio con due opzioni che rispetteranno i principi dell’accesso progressivo.
La prima opzione prevederà un esame pratico per la guida dei ciclomotori e poi altre due fasi di accesso progressivo. La seconda opzione non prevederà alcun requisito di esame pratico per i ciclomotori, ma ci saranno poi tre fasi di accesso progressivo per la guida dei motocicli più potenti. In entrambi i casi, per quanto riguarda le decisioni sull’accesso diretto alle moto più potenti, gli Stati membri potrebbero approvare un’età minima compresa tre i 21 e i 27 anni. Spero che riusciremo a risolvere questo problema dei motocicli nel corso della votazione.
Dionisi (PPE-DE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, mi congratulo con il relatore Grosch per il lavoro svolto. La direttiva sulle patenti di guida è molto complessa e articolata. Ritengo che nel complesso rappresenti un grande passo in avanti in termini di libertà di circolazione, di riduzione delle possibilità di frode e di sforzo per aumentare la sicurezza stradale. Sulle strade europee muoiono più di 40 000 persone all’anno, un dato inquietante che va affrontato con serietà e urgenza.
Fra le vittime, una delle categorie più esposte è quella dei motociclisti. In Italia circola un terzo dei veicoli a due ruote di tutta l’Europa e il 60 per cento degli scooter: per questo ho seguito con preoccupazione la discussione sui limiti di età, che fortunatamente si è risolta con l’accettazione di un certo grado di flessibilità. In Italia, per esempio, i ragazzi guidano il motorino fin dall’età di quattordici anni e diversi studi dimostrano che non è questa la fascia d’età dove il rischio è più elevato. Nel nostro paese, soprattutto nelle grandi città, scooter e motorini sono mezzi di trasporto estremamente diffusi che rappresentano valide alternative all’auto e il modo per aumentare la sicurezza non è certo eliminarli dalla circolazione ma educare alla mobilità, attraverso l’introduzione nelle scuole di corsi di formazione e preparazione.
In generale è apprezzabile l’approccio graduale ma la relazione introduce un eccesso di regolamentazione che non migliora la proposta della Commissione e non va nella direzione dell’armonizzazione auspicata. Che senso ha concedere la patente per la moto a ventiquattro anni e prevedere la possibilità della patente auto a soli diciassette anni.
Infine, l’introduzione di esami per l’accesso ad ogni categoria non consente né all’utente né tanto meno alle pubbliche amministrazioni di gestire e controllare il sistema, senza avere la minima certezza di ottenere risultati sulla sicurezza. Il problema va affrontato con coraggio, senza penalizzare i conducenti dei motocicli rispetto ai conducenti di altre categorie soltanto per metterci la coscienza a posto. Invito tutti i colleghi a riflettere su questi due punti per aumentare i livelli di sicurezza e raggiungere l’obiettivo dell’armonizzazione, introducendo norme sensate, attuabili e gestibili.
Leichtfried (PSE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, desidero soffermarmi su due punti di questa relazione che mi sembrano particolarmente interessanti. Innanzi tutto, mi rallegro che la commissione per i trasporti e il turismo abbia preso le distanze dalla posizione della Commissione, sostenendo che la direttiva non dovrebbe imporre esami medici a partire da una certa età, poiché ritengo che tale disposizione sarebbe stata una discriminazione arbitraria.
Non vi è alcuna statistica che suggerisca che il deterioramento della salute legato all’età incida in modo più che proporzionale sulla frequenza degli incidenti. Va inoltre ricordato che in tutta Europa si assiste attualmente alla chiusura di negozi di generi alimentari, banche, uffici postali, eccetera, in particolare nelle zone rurali. Molti anziani vivono in queste regioni, e sarebbe sicuramente ingiusto privarli della patente, rischiando così di impedire loro di soddisfare le necessità fondamentali.
Il secondo punto che vorrei trattare è la questione del limite di validità di dieci anni. Inizialmente ero scettico su questa disposizione, ma mi sono poi reso conto che, se vogliamo creare una regola uniforme, dobbiamo considerare che in alcuni paesi la patente di guida non rappresenta soltanto un certificato di autorizzazione, ma anche un documento identificativo. Vorrei ribaltare questa argomentazione e suggerire che, se si applicherà questo limite di dieci anni, come penso avverrà, potrebbe essere opportuno far sì che la patente sia considerata ovunque come un documento d’identità. I vantaggi che ne deriverebbero compenserebbero gli inconvenienti che questo limite temporale arrecherebbe ad alcuni paesi.
Wortmann-Kool (PPE-DE). – (NL) Signor Presidente, innanzi tutto mi preme ringraziare il relatore per il suo prezioso lavoro, che, come è emerso chiaramente questo pomeriggio e questa sera, è stato tutt’altro che facile. Per prima cosa, dobbiamo essere decisi nella lotta contro le frodi in Europa e preparare il terreno a tal fine, ma ciò è impossibile vista la coesistenza di 110 modelli diversi di patenti di guida in Europa. Reputo quindi essenziale il rinnovo della patente ogni dieci anni e l’introduzione della patente nel formato carta di credito nel decennio successivo. Non possiamo lasciare che tale questione sia decisa in virtù della sussidiarietà. Questo Parlamento darebbe prova di non fare sul serio se prendesse una decisione prevedendo un periodo di 80 anni per la sua messa in pratica.
In secondo luogo, la proposta della Commissione è eccessivamente restrittiva nei confronti dei conducenti di roulotte e di rimorchi per il trasporto di natanti e di cavalli, che, in conformità della proposta, dovrebbero ottenere una patente supplementare di categoria E, oltre a quella ordinaria di categoria B. Mi rallegro del sostegno dato dalla maggioranza alla mia proposta di mantenimento della situazione attuale. Poiché non vi è alcuna prova che dimostri che vi sono dei rischi, non dovremmo complicare inutilmente le regole.
In terzo luogo, per quanto riguarda la patente di guida per i mezzi pesanti per il trasporto delle merci, se dovessimo tener conto del risultato emerso dalla commissione per i trasporti e il turismo, l’accesso graduale alla guida di questi mezzi si applicherebbe addirittura fino all’età di 24 anni. Ritengo che sia eccessivo. Un giovane di 18 anni potrebbe guidare una grande Landrover ma ci vorrebbero 24 anni per poter guidare un camion. E’ troppo assurdo e ingiusto.
E’ per questo motivo che, con il sostegno dell’onorevole Bradbourn, ho presentato un emendamento anche a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei, al fine di consentire l’accesso diretto alla guida dei mezzi pesanti a partire da 21 anni, come attualmente previsto. Vorrei invitare l’Assemblea a votare a favore di questo emendamento, che costituisce un’importante revisione. I 10 anni sono essenziali per istituire una patente di guida uniforme in tutta Europa e per contrastare le frodi. Grazie.
Vincenzi (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche a me sta a cuore sottolineare l’aspetto della promozione della sicurezza, in particolare per i motocicli.
Penso sia utile armonizzare in questo contesto quattro principi generali che sono già nella direttiva. Faccio riferimento al principio dell’accesso progressivo e al ruolo fondamentale della formazione, alla necessità di non discriminare l’ottenimento della patente tra conducenti di autoveicoli e di motoveicoli, alla consapevolezza che la velocità e il rapporto potenza-peso siano da considerarsi una delle principali cause di incidentalità e che il panorama europeo è molto diversificato. Tuttavia da questa diversità deve emergere l’esigenza forte di una maggiore sicurezza e responsabilità nella guida, ma non l’affermazione di una monocultura a quattro ruote rispetto a quella a due ruote.
In questo quadro, presento, insieme ad altri colleghi del PSE, alcuni emendamenti che sono volti, da un lato, a contenere la velocità dei motoveicoli che possono essere condotti a partire dai diciotto anni e a prendere atto della diversa consistenza del parco circolante nei vari paesi, e dall’altro, a ribadire il criterio dell’accesso progressivo, premiando l’esperienza di guida e la prova pratica nel passaggio da motorini a moto più veloci, considerando acquisita, nel passaggio da una categoria a un’altra, la capacità di muoversi nel traffico urbano o di stabilire un rapporto corretto con gli altri utenti della strada.
In una migliore armonizzazione di questi aspetti, credo che il tema dei motocicli, sollevato da molti, possa essere ricondotto a un disegno unitario, nel quadro di una proposta della quale mi rallegro con il relatore.
Kratsa-Τsagaropoulou (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di direttiva sulle patenti di guida rafforza la presenza dell’Unione europea nella vita quotidiana dei cittadini. La legislazione diviene più accessibile, trasparente e efficiente in settori che sono essenziali per la libertà di circolazione nel mercato unico europeo.
Il nostro relatore, l’onorevole Grosch, ha compiuto un lungo percorso e si è adoperato per conciliare alcuni punti dolenti e le pratiche difformi, contribuendo così a migliorare la proposta, Gliene siamo grati.
In effetti, un sistema armonizzato, ma non necessariamente omogeneizzato di rilascio delle patenti di guida contribuirebbe, quanto meno, a contrastare le frodi e a dissipare la confusione che esiste oggi, a causa della molteplicità di patenti diverse in circolazione nell’Unione europea. Emettere patenti in formato scheda di plastica, sostituendo i vecchi modelli entro dieci anni, per consentire l’introduzione – benché facoltativa – del microchip faciliterebbe i controlli e ridurrebbe il rischio di frodi. Il riconoscimento reciproco delle sanzioni contribuirebbe al conseguimento di questi obiettivi, promuovendo così un’area di sicurezza e giustizia nell’Unione europea.
Questa proposta di direttiva concorre inoltre a incrementare la sicurezza stradale, che rappresenta un obiettivo essenziale della politica comunitaria. Adeguati criteri di selezione degli esaminatori, la loro formazione continua, l’estensione del principio di accesso graduale alle patenti di guida per i veicoli più potenti sono elementi che rafforzano la protezione della nostra incolumità, la qualità della nostra vita e, infine, la democrazia. Si tratta di questioni essenziali per il modello sociale europeo, che dobbiamo quindi tutelare.
De Rossa (PSE). – (EN) Signor Presidente, sostengo appieno l’approccio del relatore su questa questione. In effetti, mi chiedo se non si possa accelerare il passaggio alla patente di guida in formato carta di credito. Considerando che siamo passati da 15 valute diverse a un’unica moneta europea nel giro di qualche settimana, mi pare che far confluire 110 modelli diversi di patente di guida in uno solo dovrebbe rappresentare un processo molto più semplice.
Uno degli aspetti che mi preoccupa è il costo della patente, in particolare per i giovani. Dover pagare per le lezioni di guida e, in molti casi, dover ripetere l’esame può essere demotivante per loro. Forse per questo ci ritroviamo con un elevato numero di cittadini europei che guidano senza una patente in regola e, quindi, senza un’adeguata copertura assicurativa.
In Irlanda, secondo le stime dell’Automobile Association, un quinto dei conducenti che circolano per le strade sono in possesso di patenti provvisorie. Sono patenti rilasciate a fronte del pagamento di un importo per ottenere una patente in mano. Ci vogliono almeno 12 mesi di attesa per sostenere l’esame e chi non lo supera – come avviene di frequente – circola sulle strade senza un’adeguata preparazione e senza le conoscenze necessarie per un periodo di almeno due anni.
Se è una buona idea prevedere standard comuni in tutta Europa, dobbiamo accertarci che gli Stati membri si assicurino che le persone cui viene rilasciata una patente di guida provvisoria, in particolare, siano in grado di guidare in condizioni di sicurezza. Le statistiche degli incidenti stradali sembrano indicare che non è così.
Ferber (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la questione della direttiva sulle patenti di guida è una patata particolarmente bollente per il mio paese. Sono lieto che non si ritrovino più alcune proposte iniziali, giustamente criticate, come le visite mediche per i conducenti anziani, su cui sono già stati espressi numerosi commenti.
Per quanto attiene alla questione del limite di validità, dovremmo senz’altro tener conto delle varie culture e tradizioni degli Stati membri. In Germania la patente esiste da oltre cento anni. Nessun altro paese in Europa può vantare una storia altrettanto lunga relativamente alla patente. Abbiamo la nostra tradizione. Gli altri paesi hanno le loro. Non ha senso che il legislatore europeo in generale, o il Parlamento europeo in particolare, vadano oltre quanto accettato negli Stati membri finora.
Per quanto attiene all’introduzione della patente di guida in formato carta di credito, la possibilità esiste oramai da cinque anni, ed è colpa degli Stati membri se non l’hanno ancora colta. Tale introduzione è, tuttavia, un compito che spetta a questi ultimi. Non rientra nella nostra competenza imporre a questo livello un obbligo così vincolante per tutti.
Mi sia concessa un’altra critica. La nuova patente di guida dovrebbe contenere un microchip. Questa misura sarebbe costosa e non servirebbe a nulla. Perché abbiamo dedicato del tempo alla discussione dei codici digitali nel corso della scorsa legislatura? Per fare in modo che la patente di guida potesse essere compresa in tutti i paesi. Non c’è bisogno di un microchip, che comporterebbe soltanto una spesa inutile.
Mi rallegro che il problema dei rimorchi sia stato risolto. Ho discusso intensamente con il relatore su questo punto e ritengo che abbiamo trovato una soluzione valida e pratica che va incontro alle esigenze dei cittadini. Cerchiamo di trovare soluzioni che non causino disagi ai cittadini anche ai problemi quali la sostituzione delle patenti o altri. Offrendo servizi non richiesti causiamo più disagi che altro.
Mi rivolgo quindi a lei, signor Commissario, poiché lei ha l’oneroso compito di prendere la decisione finale sui 129 emendamenti presentati, che sono molto vicini alle posizioni del Consiglio, e questo è ciò che più corrisponde all’interesse dei cittadini.
Doyle (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, mi preme aggiungere all’intervento dell’onorevole De Rossa che chi circola con patenti provvisorie in Irlanda lo fa in conformità del codice – è questa l’assurdità del nostro sistema –, perché non si pensi che un quinto dei guidatori trasgredisce la legge. Non è così.
Sostengo senza riserve la terza direttiva sulla patente di guida che abbiamo dinanzi e ringrazio l’onorevole Grosch per il lavoro svolto in materia. Cerchiamo di assicurare una maggiore libertà di movimento ai cittadini, di combattere le frodi e, soprattutto, di promuovere la sicurezza stradale. Non c’è bisogno che ricordi le stragi che si consumano sulle strade di tutti gli Stati membri, e questo rappresenta soltanto un piccolo contributo.
Una patente di guida in formato carta di credito, simile a una carta di credito, sarebbe l’ideale. Le attuali patenti cartacee si prestano alle frodi. Potremmo avere un formato analogo a quello di una carta di credito, con un microchip facoltativo per rafforzare ulteriormente le misure antifrode. Sono d’accordo sul fatto che la patente dovrebbe essere rinnovata regolarmente, per assicurare una maggiore protezione contro le frodi e poter sostituire la foto del titolare con una più recente. Si porrebbe così fine al turismo delle patenti di guida assicurando che vi sia un unico titolare per ogni patente. Attualmente, come diciamo in inglese usando un eufemismo, se si “perde” la patente, si può cercare di ottenerne una europea o in un altro paese. “Perdere” significa essersela fatta ritirare in seguito a gravi infrazioni del codice!
Armonizzare la periodicità dei controlli medici per gli autisti professionali è positivo, così come prevedere dei requisiti minimi per la formazione degli esaminatori. Questo settore non è mai stato armonizzato ed è fondamentale procedere in questo senso.
Propenderei per la sostituzione di tutte le patenti di guida con quelle in formato carta di credito al momento del rinnovo. So che sono in corso delle discussioni e che le possibilità sono due. Il problema principale è che non dobbiamo restringere i diritti alla guida del titolare. Penso che vi sia un timore subliminale alla prospettiva di sostituire tutte le patenti su supporto cartaceo, man mano che devono essere rinnovate. I cittadini, soprattutto gli anziani, temono che sia in qualche modo compromesso il loro diritto alla guida e che non sia restituita loro la patente. Dovremmo rassicurarli che non si ridurrà in alcun modo il loro diritto alla guida e che tutte le patenti di guida saranno sostituite al momento del rinnovo. Sostengo inoltre fermamente il diritto di far circolare una roulotte o un caravan al di sotto delle 3 tonnellate e mezzo con la patente per la guida per automobili.
Jałowiecki (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, benché mi dispiaccia, devo innanzi tutto rispondere alle osservazioni sollevate dall’onorevole Piecyk, che ha affermato che chiunque sia respinto al test attitudinale giustamente definito esame per idioti può ricorrere a vari stratagemmi per ottenere la patente in altri paesi come la Repubblica ceca. Vorrei assicurare all’onorevole Piecyk che i requisiti previsti per il rilascio della patente di guida sia nella Repubblica ceca che in Polonia sono più rigorosi di quelli previsti per il superamento dell’esame per idioti tedesco. Si applicano standard elevati, non soltanto per i conducenti, ma anche per i saldatori, i medici e gli infermieri, che sono molto richiesti nei vecchi Stati membri.
Desidero ora passare al mio punto principale. La relazione dell’onorevole Grosch mette insieme due questioni che sappiamo per esperienza essere molto complesse. La prima è la progressiva standardizzazione, o armonizzazione, e la seconda è l’auspicio di assicurare il rispetto del principio di sussidiarietà. La necessità di standardizzare le patenti di guida è innegabile, poiché non possiamo pretendere che ogni agente di polizia in Europa conosca tutti i modelli in circolazione. Eppure, nonostante la forte tentazione in tal senso, la standardizzazione non dovrebbe essere attuata con misure che interferiscano con le leggi sovrane dei vari Stati, per esempio quelle in materia di limiti di età per i conducenti, di esami medici o di sistemi di formazione dei conducenti principianti. Vorrei congratularmi con l’onorevole Grosch per aver resistito a questa tentazione.
E’ tuttavia assolutamente cruciale costituire una rete europea di banche dati. Fintantoché non esisterà tale rete sarà impossibile ridurre le contraffazioni e incrementare di riflesso la sicurezza stradale. Infatti, com’è noto, chi non riesce a ottenere legalmente la patente di guida ricorre a mezzi illegali, e rappresenta in questo modo una minaccia per sé e per gli altri, visto che non ha le competenze necessarie per guidare un veicolo. Sono venuto a sapere che la Commissione ha avuto problemi in merito all’implementazione di questa banca dati. Ammetto che la cosa mi lascia perplesso. Visto che oggi si possono facilmente acquistare prodotti su Internet, prenotare biglietti aerei, o eseguire operazioni bancarie complesse, com’è possibile che la Commissione ritenga che la creazione di questa rete sia un compito quasi erculeo? Grazie.
Koch (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la patente di guida comune a livello europeo è attesa da lungo tempo, e non come versione supplementare, bensì come unica patente valida. Se può essere interessante sfogliare un catalogo con i 110 modelli attualmente in circolazione e studiare i vari periodi di validità e le molteplici caratteristiche di sicurezza, questa varietà non agevola le cose dal punto di vista pratico. Sostituire le vecchie patenti non comporterà un maggiore rispetto del codice stradale da parte dei conducenti, né una maggiore dotazione degli accessori di sicurezza nei veicoli, ma migliorerà la libertà di movimento e rafforzerà notevolmente la sicurezza delle persone, sia sulla strada che altrove.
L’aggiornamento delle patenti di guida comporta un maggiore livello di sicurezza senza burocrazia aggiuntiva e sarà attuato in conformità del principio di sussidiarietà. Esercitando la loro sovranità, gli Stati membri dovrebbero individuare una serie di modalità per gestire questa sostituzione, per esempio cogliendo l’opportunità dell’approvazione o della revisione periodica dei veicoli, che si verificano più frequentemente del rinnovo della patente e comportano maggiore burocrazia e costi.
Tutti i conducenti che si recheranno all’estero beneficeranno di una maggiore sicurezza stradale grazie al fatto che, quando vengono fermati per strada per un controllo, o anche quando noleggiano un’auto, la loro patente aggiornata e leggibile relegherà sul passato le fastidiose e irritanti complicazioni. E’ dimostrato che queste complicazioni causano stress, che mette in pericolo questi conducenti.
Nel contesto della lotta contro il terrorismo, credo che una patente che consenta una verifica dei dati rappresenti un requisito assolutamente legittimo. Il titolare della patente deve essere identificabile senza ombra di dubbio. Si ridurrebbe così l’incidenza delle frodi, la patente sarebbe meno soggetta a falsificazioni e saremmo certi che il conducente di un autobus o di un veicolo che trasporta materiale pericoloso sia abilitato alla guida di quel particolare mezzo.
Se vogliamo intraprendere azioni efficaci per contrastare il turismo delle patenti di guida, dobbiamo prevedere la registrazione delle patenti rilasciate in una rete di registri nazionali. Se le ipotesi della commissione parlamentare si riveleranno esatte, raggiungeremo tale obiettivo nel 2030. Di certo non posticiperai ulteriormente le date fissate.
Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti gli onorevoli parlamentari che hanno partecipato a questo dibattito, che reputo effettivamente importante. Tengo inoltre a rivolgere un ringraziamento particolare all’onorevole Grosch per aver elaborato una relazione la cui qualità è stata riconosciuta da tutti. Lo ringrazio vivamente, come anche la commissione per i trasporti e il turismo per il sostegno fornito e per aver migliorato, direi, il testo della Commissione. Complimenti, onorevole Grosch! Si tratta di un argomento molto delicato per i cittadini europei e siete quindi riusciti a trovare un buon equilibrio. Ho sentito alcuni di voi mettere in guardia l’Unione europea contro un’eccessiva regolamentazione, ma devo dire che, dopo tutto, questa nuova patente, di cui esistono già degli esemplari in alcuni Stati membri, può assicurare, a mio parere, una maggiore sicurezza per tutti e un facile impiego per gli utenti, oltre a garantire un livello di sussidiarietà che lascia agli Stati membri parecchie decisioni.
Direi quindi che il testo è molto equilibrato. E’ vero, onorevoli colleghi, che stiamo legiferando su un argomento molto sensibile. La patente di guida, signor Presidente, è attualmente il titolo più diffuso in seno all’Unione: circa 300 milioni di titolari ne dipendono per la loro mobilità e per la loro vita quotidiana. D’altro lato, la molteplicità delle reazioni dimostra che il numero di esperti coincide con quello dei titolari della patente di guida e che ogni esperto ha la sua opinione in proposito.
Tuttavia, alla luce dell’accordo ottenuto dal Consiglio lo scorso ottobre, e del voto in seno alla commissione competente, si profila un ampio consenso che conferma che gli obiettivi proposti dalla Commissione sono ampiamente condivisi dalle altre Istituzioni. Evidentemente, visto il numero di emendamenti e di reazioni di varia natura, non posso replicare a tutte le osservazioni.
Posso indicare al relatore che la Commissione è disposta ad accettare quasi tutti i suoi emendamenti ma, d’altro lato, si vede obbligata a respingere alcuni emendamenti che, pur rispecchiando lodevoli intenzioni, finirebbero in qualche modo per squilibrare e appesantire il testo. Mi riferisco, per esempio, agli emendamenti dal n. 97 al 129. Naturalmente, signor Presidente, farò inviare per iscritto la risposta dettagliata della Commissione su tutti gli emendamenti, ma vorrei soprattutto rispondere ad alcune domande e, in primo luogo, chiarire la questione della sostituzione delle patenti già in circolazione.
La sua relazione, onorevole Grosch, propone di sostituire tutte le patenti esistenti entro dieci anni per i modelli cartacei ed entro venti anni per tutti gli altri. E’ vero che, inizialmente, la Commissione non aveva proposto di sostituire tutte le patenti già in circolazione. Tuttavia, recenti rivelazioni in materia di contraffazione di documenti e di ottenimento fraudolento di patenti di guida – cui alcuni di voi hanno fatto riferimento parlando di “turismo delle patenti di guida” – hanno cambiato le posizioni degli Stati membri in materia.
Pertanto, onorevoli parlamentari, una sostituzione generalizzata consentirà di aggiornare le banche dati e di ritirare le patenti false e le patenti doppie, se non talvolta triple, detenute da alcuni cittadini. Questa operazione contribuirà direttamente al miglioramento dei controlli stradali e creerà uno strumento aggiuntivo per contrastare l’impunità. D’altro lato, la creazione di una rete informatica concorrerà anch’essa al conseguimento di tale obiettivo. A questo proposito, desidero segnalare al Parlamento che la Commissione collabora con gli Stati membri alla creazione di una rete denominata RESPER. Questa banca dati, i cui lavori si concluderanno nel 2005, collegherà tra di loro le banche nazionali.
E’ per questo motivo che la Commissione è in grado di accogliere tutti questi emendamenti. Sono certo che la relazione dell’onorevole Grosch preparerà il terreno per un dibattito proficuo al Consiglio in merito alla sostituzione delle patenti già in circolazione. Ovviamente la Commissione non può accettare gli emendamenti che non vanno in questa direzione e che addirittura ostacolerebbero, in futuro, la risoluzione dei problemi che ho già citato.
Desidero inoltre aggiungere qualcosa in merito alla validità amministrativa limitata. La Commissione ha proposto una validità amministrativa di dieci anni per le future patenti di guida. Questo documento, che attesta il diritto alla guida, dovrà essere corredato di una foto recente e includere le più sofisticate caratteristiche di protezione antifrode. Ciò permetterà di effettuare controlli efficaci e di migliorare la sicurezza stradale senza generare costi eccessivi.
E’ vero tuttavia che la Commissione non ha proposto di vincolare questo rinnovo periodico a una visita medica perché, in questo settore, dobbiamo lasciare agli Stati membri determinate responsabilità in virtù della sussidiarietà. Questo è quello che volevo dire sulla validità amministrativa limitata, che ci pare comunque interessante in quanto contribuisce a contrastare le frodi e ad aggiornare la patente senza eccessive formalità. Come ho già affermato, la Commissione non ha proposto alcuna visita medica regolare e la validità ridotta non è legata automaticamente a questi controlli, che continuano a essere di competenza degli Stati membri.
Ringrazio tutti coloro che hanno evocato il problema dei motocicli, in particolare per quanto attiene ai giovani, e talvolta anche i meno giovani, che li utilizzano. Qualcuno ha sottolineato che, a una determinata età, si può avere la passione per la moto senza essere necessariamente preparati per guidarla. Certamente dobbiamo stare attenti. I motociclisti sono coinvolti in incidenti stradali sedici volte di più rispetto agli automobilisti. Se l’attuale tendenza persiste e non si prendono misure, nel 2010 i motociclisti rappresenteranno un terzo delle vittime degli incidenti.
Ho rivestito l’incarico di ministro della Salute di uno Stato membro e posso assicurarvi che sono stato profondamente colpito dal numero di morti, ma anche dai casi di tetraplegia conseguenti a sinistri stradali. Ritengo quindi che la questione richieda la massima attenzione.
Per questo motivo, signor Presidente, desidero sin d’ora ringraziare gli onorevoli deputati che, congiuntamente con il relatore, hanno svolto un eccellente lavoro. Sono persuaso che i nostri concittadini si rallegreranno enormemente di questi progressi, anche se dobbiamo fare ulteriori passi avanti, naturalmente.
Ho sentito parlare del problema del costo della patente e della necessità di assicurare la formazione degli esaminatori. Sono molto sensibile di fronte a questi argomenti, che devono essere anch’essi oggetto di esame e di provvedimenti negli Stati membri, perché non si può accettare che i giovani, in particolare, abbiano difficoltà a conseguire la patente di guida, che per molti di loro rappresenta spesso un mezzo per integrarsi nel mondo del lavoro. E’ un punto che mi premeva sottolineare.
A nome della Commissione, onorevole Relatore, approvo i suoi emendamenti. Sono costretto a scartarne alcuni, e ringrazio comunque i parlamentari che li hanno presentati per il contributo che hanno voluto apportare a questo dibattito, che non va sottovalutato visto il suo impatto sulla vita quotidiana dei cittadini europei(1).
Presidente. – La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani, mercoledì, alle 11.30.