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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 6 giugno 2005 - Strasburgo Edizione GU

15. Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità (INSPIRE)
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0108/2005), presentata dall’onorevole Brepoels a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale per la Comunità (INSPIRE) [COM(2004)0516 – C6-0099/2004 – 2004/0175(COD)].

 
  
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  Dimas Stavros, Membro della Commissione. – (EL) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare il Parlamento europeo, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e la relatrice, onorevole Brepoels, per il lavoro svolto su questa materia in prima lettura.

Se vogliamo definire una buona politica ambientale, abbiamo bisogno di informazioni attendibili. La direttiva oggi in discussione offre pertanto un grande contributo al miglioramento dell’infrastruttura di base per l’informazione.

In sede di definizione delle politiche spesso ci si arena per mancanza di informazioni in una forma idonea. In molti casi i dati non esistono affatto, oppure esistono ma non sono adeguatamente circostanziati o sono di scarsa qualità. Altre volte le informazioni sono frammentarie e sono presentate in una serie di forme e tipi diversi che ne rendono impossibile l’uso al fine di definire una politica a livello europeo. In altri casi le informazioni sono nelle mani di agenzie statali che non intendono renderle pubbliche; pertanto i responsabili della politica europea si trovano dinanzi a un diniego e quindi non possono accedere alle informazioni di cui necessitano oppure sono obbligati a sottoscrivere accordi di licenza onerosi e costosi per poter fruire dei dati. Di conseguenza, la politica ambientale non si basa sulle conoscenze disponibili al massimo grado. Grazie a INSPIRE sarà più facile superare queste barriere, costringendo le agenzie statali a migliorare la documentazione e a garantire l’interoperabilità dei loro sistemi di dati. Analogamente esse condivideranno i dati con agenzie omologhe e con il pubblico. In questo modo, l’infrastruttura della conoscenza sarà ottimizzata non solo per la politica ambientale, ma anche per altri settori di politica che fanno uso degli stessi dati geografici.

Nel corso degli ultimi sei mesi si sono susseguite febbrili discussioni tra le tre Istituzioni al fine di raggiungere un accordo in prima lettura su questo argomento. Purtroppo, però, tutti gli sforzi dispiegati non sono andati a buon fine, a causa delle continue preoccupazioni avanzate da alcuni Stati membri in merito ai diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, sono particolarmente grato per la tenacia e per l’attenzione con cui il Parlamento, nella persona della relatrice, onorevole Brepoels, è riuscito a raggiungere un accordo con il Consiglio. Nel corso dei dibattiti il Parlamento ha dimostrato di comprendere chiaramente quanto sia importante abbattere le barriere a cui ho fatto accenno poc’anzi per ottimizzare l’infrastruttura dell’informazione a beneficio della politica ambientale.

 
  
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  Frederika Brepoels (PPE-DE), relatore. – (NL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ha già rimarcato il signor Commissario, sussiste un grande fabbisogno di informazioni ed è necessario gestire in modo migliore i flussi esistenti, il che vale per l’Unione europea in generale – come abbiamo rilevato nei referendum sulla Costituzione – ma anche, nello specifico, per tutti i settori di politica comunitaria. Benché la politica ambientale sia in atto ormai da decenni, persistono ancora gravi ostacoli che impediscono l’accesso e l’impiego dei dati territoriali a livello comunitario. Sono già stati attivati diversi strumenti, come l’Agenzia europea dell’ambiente, mentre nuovi dispositivi sono in via di definizione in una serie di direttive correlate al testo oggi in discussione. Per ovviare ai problemi in tempi brevi, la Commissione ha proposto di istituire e di gestire un’infrastruttura per l’informazione territoriale in Europa, che verrà denominata in breve “INSPIRE”. Essa si baserà in primo luogo sulle infrastrutture informative esistenti e sui dati già disponibili negli Stati membri.

Signor Commissario, sosteniamo pienamente gli obiettivi e i principi che soggiacciono alla proposta, poiché INSPIRE si propone altresì di informare meglio l’opinione pubblica in merito alla politica ambientale e quindi di innalzare il livello di responsabilità in ambito locale e regionale. INSPIRE mira inoltre a promuovere il riutilizzo, ma soprattutto lo scambio e la condivisione dei dati tra paesi e diverrà senz’altro un punto di riferimento focale per la raccolta comune di nuovi e utili dati ambientali.

Infine, tale infrastruttura consentirà di accrescere l’efficienza e l’incisività della politica ambientale, travalicando i confini nazionali. La proposta verte sulle informazioni necessarie per monitorare lo stato dell’ambiente, ma anche per migliorarlo e pertanto può avere ricadute positive su tutte le misure politiche destinate ad avere un impatto diretto o indiretto sull’ambiente.

Come il signor Commissario ha già indicato, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare ha tenuto un dibattito a tutto campo. Alcuni membri reputano che le proposte non siano sufficientemente ampie, mentre altri le considerano un po’ eccessive. Il Parlamento ha ritenuto di dover apportare una serie di emendamenti costruttivi e utili a questa proposta assai tecnica per rispondere ad una serie di preoccupazioni legittime espresse dagli operatori del settore senza tuttavia perdere di vista il fine ultimo. Passo ora a commentarne alcuni.

Ci siamo concentrati innanzitutto sul rapporto tra costi e benefici. Come sapete, i fornitori di dati temono di subire perdite e vogliono salvaguardare le proprie entrate per poter promuovere l’innovazione e lo sviluppo. A mio parere, è importante che INSPIRE non sia trascinato nella polemica sull’indennizzo ai fornitori. Si tratta di una questione che va risolta a livello di Stati membri.

In secondo luogo, le normative europee e internazionali vigenti in materia di diritti di proprietà intellettuale rimangono valide. E’ vietato riprodurre i dati o rivenderli.

In terzo luogo, abbiamo introdotto una serie di garanzie sulla cosiddetta visione gratuita, in modo da impedire l’uso improprio per scopi commerciali. Va inoltre chiarito che su richiesta e dietro il pagamento di un prezzo sarà possibile scaricare i dati ed acquistare servizi di trattamento delle informazioni.

Infine, nel rispetto della suddivisione delle competenze all’interno degli Stati membri, abbiamo proposto anche alcune modifiche, in quanto riteniamo importante che le autorità che raccolgono le informazioni territoriali – le quali sono spesso le amministrazioni regionali e locali – prendano parte al coordinamento dell’infrastruttura e intrattengano rapporti diretti con la Commissione europea. Grazie a una consultazione molto proficua con i relatori ombra di tutti i gruppi politici, la commissione competente ha approvato la relazione all’unanimità.

Sono stati presentati diversi emendamenti di compromesso per assicurare che la posizione del Parlamento fosse coerente e scevra da ambiguità.

Per concludere, desidero ringraziare il signor Commissario per il sostegno che ci ha accordato, soprattutto nel corso dei colloqui informali con il Consiglio, affinché fosse raggiunto un accordo in prima lettura, che purtroppo però non è stato possibile conseguire. Nonostante il lieve ritardo che ne deriverà, abbiamo compiuto grandi progressi insieme. I colloqui informali con il COREPER hanno già consentito di chiarire e di definire diverse idee per il futuro. Spero pertanto che con il voto di domani l’Assemblea plenaria approvi la proposta con lo stesso entusiasmo che ci ha accompagnati sinora. In questo modo, compiremo un importante passo verso una politica ambientale europea più sostenibile.

 
  
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  Richard Seeber, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, per cominciare desidero ringraziare la Commissione per la proposta e la relatrice per la costruttiva relazione che ha migliorato il testo della Commissione su molti aspetti importanti. Accogliamo con favore l’obiettivo di base di una raccolta di informazioni territoriali interoperabili su scala europea. L’ambiente ci ricorda costantemente che non conosce confini nazionali e che gli effetti positivi e negativi non si fermano alle postazioni di frontiera.

La raccolta e l’uso dei dati però devono essere fattibili. Le proposte della relatrice hanno chiarito la formulazione e le norme, migliorando notevolmente il testo. Inoltre, nell’Unione tutti avranno la possibilità di accedere gratuitamente alle informazioni territoriali, ed è un grande passo per avvicinare l’Europa ai cittadini. Esigendo che i dati siano coerenti, si crea anche la possibilità concreta affinché ciò avvenga. Va però messo in rilievo che, se le informazioni non sono destinate meramente alla consultazione, ma vengono utilizzate per fini commerciali, deve essere pagato un corrispettivo, altrimenti non sarebbe giusto nei confronti di coloro che devono fornire i dati, in particolare le autorità locali e municipali. Se gli Stati membri decideranno diversamente in merito, potranno procedere in questo senso in virtù del principio di sussidiarietà.

Ritengo inoltre importante la richiesta avanzata dalla relatrice affinché la proposta sia di agevole comprensione e improntata alla trasparenza. La procedura di comitatologia invocata dalla Commissione dovrebbe pertanto essere applicata solo in casi eccezionali. L’opinione pubblica ha il diritto di sapere esattamente come e dove vengono assunte le decisioni e soprattutto deve conoscere le ragioni che vi stanno alla base.

Per concludere, posso dire che la relatrice con la sua proposta è riuscita ad avvicinare il testo della Commissione ai cittadini e ad infondervi una maggiore trasparenza, sussidiarietà e concretezza.

 
  
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  María Isabel Salinas García, a nome del gruppo PSE. – (ES) Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io desidero innanzi tutto porgere le mie congratulazioni alla relatrice e a tutti i relatori ombra per il lavoro svolto e per la dedizione di cui hanno dato prova nel cercare di migliorare la proposta di direttiva e di trovare un compromesso con il Consiglio in prima lettura. Tale compromesso purtroppo non ha potuto essere raggiunto, ma c’è stato comunque un tentativo.

Innanzi tutto devo precisare che permangono ancora problemi significativi negli Stati membri in relazione all’accesso e all’uso delle informazioni territoriali a causa, tra l’altro, della frammentazione dei set e delle fonti di dati, delle lacune nella disponibilità, della mancanza di armonizzazione tra i set di dati alle varie scale geografiche e della duplicazione della raccolta di informazioni. Pertanto non nutro alcun dubbio sull’utilità del nuovo strumento, che è fondamentale per la definizione, l’applicazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche ambientali a tutti i livelli nonché delle politiche o degli interventi che possono avere un impatto diretto o indiretto sull’ambiente. Il mio gruppo pertanto è lieto che gli Stati membri possano garantire l’interoperabilità tra sistemi di informazioni territoriali e quindi possano eliminare gli ostacoli che ancora permangono.

Un aspetto importante che desidero affrontare riguarda i finanziamenti. In proposito, sottolineo che, stando ai calcoli della stessa Commissione, l’applicazione della direttiva costerà 5 milioni di euro per Stato membro, ovvero l’1 per cento della spesa complessiva per le informazioni territoriali; per contro, i vantaggi ambientali attesi grazie alla direttiva superano i 30 milioni di euro per Stato membro, anche se probabilmente la direttiva dovrà stabilire chiaramente le condizioni di ammissibilità, nel quadro degli strumenti finanziari comunitari esistenti, per quanto riguarda i costi degli interventi previsti.

Inoltre, credo sia opportuno che l’infrastruttura comunitaria si basi sulle infrastrutture per l’informazione territoriale create e gestite dagli Stati membri, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, soprattutto nel caso di Stati membri, come il mio, in cui l’amministrazione pubblica è strutturata su vari livelli.

Infine, desidero ringraziare sia la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare che il Consiglio per la comprensione dimostrata; infatti la proposta ora prevede un’analisi dell’erosione del suolo, in quanto non dobbiamo dimenticare che il fenomeno della progressiva perdita di suolo interessa tutta l’Unione europea. Vorrei anche esprimere la mia preoccupazione riguardo al ruolo specifico che l’Agenzia europea dell’ambiente sarà chiamata a svolgere, creando le infrastrutture necessarie affinché gli obiettivi siano correttamente realizzati, in quanto nutro ancora alcuni dubbi in merito.

Desidero associarmi alle congratulazioni espresse dall’Assemblea, in particolare alla relatrice. Credo che il meccanismo che approveremo domani apporterà sicuramente una maggiore chiarezza all’interno dei meccanismi dell’Unione europea.

 
  
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  Vittorio Prodi, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo ringraziare anch’io la collega Brepoels per il lavoro svolto – che abbiamo svolto insieme – e il gruppo ALDE esprime il proprio favore alla relazione, in quanto rappresenta un coordinamento molto importante fra gli Stati membri.

Duole però l’atteggiamento riduttivo del Consiglio, da un lato perché si è limitato alle applicazioni ambientali e dall’altro perché ha fatto scarso ricorso alle capacità di coordinamento della Commissione. La Commissione può esercitare un ruolo molto più importante. Un simile atteggiamento riduttivo porterà in futuro alla necessità di rivedere tali tematiche, allorché sarà appunto necessario generalizzare il documento in esame e comprendere le possibilità di applicazione – che saranno presto ampliate dalla disponibilità delle costellazioni satellitari, in particolare Galileo – quali ad esempio, la possibilità di assistenza alla navigazione aerea, terrestre e marittima, la possibilità di supporto all’uso e al monitoraggio del territorio, che non è ancora portata alle logiche conseguenze, e la raccolta di dati statistici con riferimento georeferenziato, che potrebbe dare suggerimenti di ulteriori correlazioni.

In sede legiferante, dobbiamo comunque tenere presente anche la necessità di elaborare un numero inferiore di documenti che siano di carattere più generale. Mi auguro pertanto che si possa ritornare sul tema, proprio per farne uno strumento estremamente importante, giacché ne abbiamo bisogno ben oltre l’ambito ambientale.

 
  
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  Satu Hassi, a nome del gruppo Verts/ALE. – (FI) Signor Presidente, ringrazio vivamente la relatrice, onorevole Brepoels, per gli ottimi livelli di collaborazione raggiunti con i gruppi politici. Il Consiglio dei ministri voleva imporre troppe restrizioni all’accesso del pubblico alle informazioni. Sottoscriviamo pertanto la conclusione della relatrice secondo cui sono stati espressi pareri contrari in materia e pertanto non è stato raggiunto il compromesso in prima lettura.

E’ ragionevole istituire una banca dati attraverso la quale sia possibile fare un uso maggiore e più vario dei dati ambientali esistenti. Il gruppo Verts/ALE sottolinea che i cittadini devono avere il diritto di accedere liberamente alle informazioni che attengono alla loro vita e alla loro salute, ad esempio quelle relative all’inquinamento ambientale, anche se molti dei responsabili di tale inquinamento non lo auspicano di certo. Inoltre, fermo restando che per molte autorità è importante salvaguardare le entrare derivanti dai dati forniti, se utilizzati per scopi commerciali, è altrettanto importante che i cittadini possano accedere liberamente alle informazioni di cui necessitano per la loro vita e la loro salute senza dover pagare un corrispettivo.

 
  
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  Gerard Batten, a nome del gruppo IND/DEM.(EN) Signor Presidente, la direttiva su INSPIRE più che una fonte di “ispirazione” sembra essere un invito ad esalare l’ultimo respiro, viste le conseguenze deleterie che è destinata ad avere sull’istituto geografico britannico Ordnance Survey.

Ordnance Survey esiste da 215 anni e ha una reputazione di grandi tradizioni e di tutto rispetto. Negli ultimi vent’anni si è trasformato da ente statale ad azienda commerciale di successo. In base al suo attuale mandato è finanziariamente indipendente e ha facoltà di avviare nuove iniziative commerciali. INSPIRE è destinata a compromettere tutto questo, mettendo a repentaglio il buon andamento commerciale di tale istituto.

Qual è il motivo di tutto ciò? Si intravede per l’ennesima volta la mano fatale dell’armonizzazione comunitaria e l’esigenza dell’Unione europea di controllare tutti gli aspetti della vita degli Stati membri. La direttiva inoltre mette in luce la sinistra presenza di Galileo, il satellite spia dell’UE, che veglia come il “Grande Fratello”, l’occhio dell’Unione nei cieli. Esso sarà molto più efficace una volta che l’Unione europea avrà assunto il controllo dei servizi geografici nazionali. Secondo una relazione della Commissione, la proposta andrà principalmente a vantaggio dei responsabili della formulazione, dell’attuazione, del monitoraggio e della valutazione delle politiche, in particolare la Commissione stessa. Il governo britannico avrebbe dovuto opporre un secco rifiuto all’Unione europea. Esso però non smentisce mai la propria codardia e la vile sudditanza nei confronti dell’Unione europea.

Vi chiederei di votare contro la direttiva, ma conoscendo la vostra insaziabile fame di normative, so che sarebbe fiato sprecato. Forse la nefasta fiumana di normative imposta al Regno Unito potrebbe far risvegliare il governo e il popolo britannico ed avvicinare il giorno dell’uscita incondizionata della Gran Bretagna dall’Unione europea.

 
  
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  Eija-Riitta Korhola (PPE-DE).(FI) Signor Presidente, la riuscita della politica ambientale comunitaria dipende molto dalla disponibilità di dati scientifici attendibili e dalla libera trasmissione di tali dati. La disponibilità di informazioni territoriali è un presupposto necessario per la valutazione scientifica condotta ai sensi della legislazione ambientale.

Sul fronte della standardizzazione delle informazioni territoriali raccolte dagli Stati membri non sono ancora stati compiuti grandi progressi, in quanto a livello comunitario permangono seri ostacoli che non consentono di sfruttare le informazioni disponibili. Dobbiamo quindi cercare di migliorare le modalità di accesso e di impiego delle informazioni territoriali per agevolare la pianificazione, l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche. Pertanto, si mira a istituire una base di conoscenze su cui fondare le decisioni sulle politiche correlate all’ambiente e quindi promuovere lo sviluppo sostenibile. E’ questo l’obiettivo.

La Comunità ha diversi strumenti a disposizione per migliorare l’accesso a dati attendibili, in particolare le informazioni del settore pubblico, e per standardizzarli in modo da renderli comparabili a livello comunitario. Tra tali strumenti si annovera la direttiva sull’accesso del pubblico alle informazioni ambientali per la quale sono stata relatrice. I problemi evidenziati all’epoca dovrebbero essere tenuti in considerazione anche adesso nel dibattito su questa proposta di direttiva che è tesa a creare un quadro giuridico per l’istituzione di un’infrastruttura per l’informazione territoriale in Europa.

Uno dei problemi che accomunano entrambi i testi è che si teme che alcuni fornitori di dati possano subire una perdita di reddito. Consiglio quindi di procedere attentamente, in modo da evitare sorprese. L’obiettivo principale consiste nel ridurre gli ostacoli che si frappongono alla condivisione nell’uso dei dati, soprattutto delle informazioni ambientali, tra le autorità pubbliche. L’infrastruttura comunitaria per l’informazione territoriale costituirà un complemento alle direttive sul riutilizzo delle informazioni del settore pubblico e sull’accesso del pubblico alle informazioni ambientali. Personalmente ritengo che sia molto importante in sede di istituzione dell’infrastruttura concentrarci specificatamente sulla politica ambientale, nel qual caso vi sarebbero motivi concreti per la centralizzazione delle informazioni.

 
  
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  Urszula Krupa (IND/DEM).(PL) Signor Presidente, la proposta di direttiva su INSPIRE stabilisce le norme per l’istituzione di un’infrastruttura per l’informazione territoriale allo scopo di attuare le politiche ambientali comunitarie negli Stati membri. Essa verte prima di tutto sulla raccolta di dati territoriali e sui servizi correlati, sulle tecnologie di rete per la condivisione nonché sui meccanismi e le procedure di accesso, utilizzo, coordinamento e monitoraggio.

I principi e gi obiettivi che sottendono a queste funzioni, in altri termini la classificazione, la standardizzazione e l’istituzione di una banca dati comunitaria, meritano però una più attenta considerazione, anche solo per il fatto che molti paesi europei si trovano alle prese con problemi politici ed economici dovuti all’aumento della disoccupazione e alla crescita economica che permane lenta. In definitiva, non si arresta il fiume di proposte di nuove direttive, anche se sono sempre i più poveri tra noi che sono costretti a sopportarne i costi.

Potrebbero rendersi necessari investimenti annui pari a 5 milioni di euro per Stato membro per mettere in campo INSPIRE, e si dovranno attendere altri dieci anni prima che la banca dati diventi pienamente operativa. A questo punto è opportuno sottolineare che i tentativi di creare un’infrastruttura informativa non devono essere in contrasto con le politiche sociali dei singoli Stati membri.

I nobili fini proclamati dagli autori della direttiva saranno usati come pretesto per istituire una banca dati. Benché tale banca dati possa servire per una serie di scopi, essa potrebbe trasformarsi in una partita politica, innescando quindi un grave rischio. Riteniamo pertanto che il tema oggi in discussione non sia tra i problemi più urgenti che l’Unione è chiamata a risolvere. Inoltre, la direttiva deve essere ulteriormente affinata e devono essere integrate molte garanzie.

 
  
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  Stavros Dimas, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, prima di tutto desidero ringraziare l’onorevole Salinas García, la quale ha sottolineato che i vantaggi di INSPIRE ne supereranno abbondantemente i costi. In merito ai commenti dell’onorevole Brepoels sui diritti di proprietà intellettuale, voglio precisare che la proposta di direttiva non li compromette in misura significativa. In particolare, rimane intatto il principio di coesistenza o di titolarità dei diritti di proprietà intellettuale.

I diritti di proprietà intellettuale che appartengono ad autorità pubbliche devono essere esercitati compatibilmente con gli obiettivi di INSPIRE, che d’altro canto mira ad assicurare la massima vendibilità dei dati tra autorità pubbliche nonché l’accesso del pubblico alle informazioni. Tuttavia, per rispondere ad alcune delle preoccupazioni espresse dall’onorevole Batten, la proposta di direttiva consente espressamente alle autorità pubbliche di imporre un prezzo per i dati scaricati dagli utenti.

L’onorevole Seeber ha esposto considerazioni giustissime sulla comitatologia. In effetti, si tratta di una direttiva tecnica e molte delle norme specifiche, ad esempio quelle sulle modalità atte ad assicurare l’interoperabilità tra i sistemi di dati, possono essere definite solamente da esperti.

Concordo inoltre con l’onorevole Korhola. Preciso che la proposta di INSPIRE si fonda sulla direttiva concernente l’accesso alle informazioni, che prevede lo stesso tipo di restrizioni sull’accesso del pubblico ed è del tutto complementare alla Convenzione di Aarhus.

In generale, sono molto lieto di comunicarvi che accogliamo la grande maggioranza degli emendamenti presentati, perlomeno in linea di principio. Alcuni mirano a chiarire gli obblighi a carico delle autorità pubbliche in relazione all’accesso del pubblico e alla vendita dei dati nonché a salvaguardare i fornitori di dati in relazione ai diritti di proprietà intellettuale.

Accogliamo interamente gli emendamenti nn. 3 e 26, mentre accogliamo in linea di principio gli emendamenti nn. 28 e 29. La maggior parte degli altri emendamenti è volta ad apportare delucidazioni di natura tecnica al testo. Alcuni – gli emendamenti dal n. 8 al n. 12 – sono tesi a chiarire la struttura del testo e quindi li accogliamo; l’emendamento n. 9, però, introduce ulteriori modifiche di portata limitata e quindi lo accogliamo solo in parte.

Alcuni emendamenti apportano altri tipi di chiarimenti e sono accettabili, mentre altri richiedono una parziale riformulazione o ulteriori delucidazioni, pertanto vengono accolti solo in linea di principio.

Sono solo sei gli emendamenti che respingiamo. Gli emendamenti nn. 2 e 7 mirano ad estendere il campo di applicazione della direttiva ai dati delle Istituzioni e degli organismi comunitari. Pur non avendo obiezioni in merito, si verrebbero a creare obblighi sostanziali per le Istituzioni e per gli organismi comunitari che non possono essere costituiti nel contesto di una direttiva.

L’emendamento n. 30 abolisce il riferimento alle misure adottate per prevenire distorsioni della concorrenza e renderebbe il testo poco chiaro.

Gli emendamenti nn. 52, 53 e 54 concedono più tempo agli Stati membri per attuare alcune disposizioni della direttiva. Posticipando l’esecuzione di provvedimenti fondamentali, però, si procrastinerebbero anche i benefici derivanti dall’attuazione, una possibilità che la Commissione non condivide.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì, alle 12.00.

 
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