Jan Mulder (ALDE),per iscritto. – (NL) I membri del Partito popolare per la libertà e la democrazia in seno al gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa si sono astenuti nella votazione sulla direttiva sul controllo dei nematodi a cisti della patata, in quanto ritengono che la direttiva sia sproporzionata rispetto alla gravità della questione e che non rispetti il principio di sussidiarietà. L’attuazione di tale direttiva comporterà costi elevati, in quanto è previsto il prelievo di numerosi campioni. La normativa in questione comporterà altresì ingenti costi amministrativi per la raccolta dei dati in appositi registri. Vorremmo aggiungere che tali costi con tutta probabilità verranno ripartiti in modi diversi tra i governi degli Stati membri e i rispettivi comparti, il che produrrà una distorsione della concorrenza.
Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione perché ritengo che il presente accordo apporterà un notevole contributo alla salvaguardia degli uccelli acquatici migratori. Il testo infatti affronta sia le preoccupazioni ambientali, che riguardano in particolare gli uccelli in questione, sia la tematica più ampia della conservazione ambientale. Quest’ultima è una questione che dovrebbe starci molto a cuore sia per i benefici che ogni Stato membro può trarre dall’ambiente sia, politicamente, per l’eredità in materia di tutela che passeremo alle generazioni future.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione. La proposta di decisione del Consiglio riguarda la conclusione, da parte della Comunità europea, dell’accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori afro-euroasiatici firmato dalla Comunità il 1° settembre 1997 ed entrato in vigore il 1° novembre 1999. L’accordo si annovera tra quelli relativi alla conservazione delle specie migratrici della fauna selvatica e protegge 235 specie dell’avifauna legate ecologicamente alle zone umide, in particolare in Africa ed Eurasia. La Convenzione esige misure coordinate per conseguire e mantenere uno stato di conservazione favorevole delle specie di uccelli acquatici che utilizzano i corridoi migratori afro-euroasiatici.
Johannes Blokland (IND/DEM),per iscritto. – (NL) Negli ultimi sette anni la presenza di ammorbidenti nei giocattoli in plastica è stata oggetto di dibattiti approfonditi e carichi di emotività sia in Parlamento che in Consiglio. Mi rincresce che la discussione sia stata dominata dalle emozioni invece che dalla ragione. E’ un aspetto che mi ha particolarmente colpito durante le discussioni sia in prima che in seconda lettura.
La posizione comune non si basa interamente su dati scientifici. Il successivo giro di vite deciso dalla posizione comune approvata oggi dal Parlamento e già adottata dal Consiglio si discosta ancora di più da quello che può considerarsi accettabile su basi scientifiche.
Per questa ragione non posso appoggiare ulteriori restrizioni. Sono tuttavia abbastanza realistico da rendermi conto che votare contro non farà alcuna differenza e pertanto mi sono astenuto nella votazione sugli emendamenti di compromesso.
Per ulteriori dettagli vi rimando al mio contributo alla discussione del 5 luglio 2000. Le argomentazioni che ho illustrato allora restano ancora e più che mai pertinenti.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) E’ stato raggiunto un accordo di compromesso tra il gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica, il gruppo Verde/Alleanza libera europea, il gruppo socialista al Parlamento europeo e il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei al fine di approvare la relazione dell’onorevole Trakatellis sull’uso di talune sostanze, vale a dire elementi chimici aggiunti al PVC per ammorbidire la plastica. Di conseguenza, riusciremo a concludere l’iter in sede di seconda lettura.
Ci rallegriamo per l’approvazione di questa relazione, perché vieterà in modo permanente l’uso di sei sostanze chimiche negli articoli di puericultura, sulla base di studi scientifici che dimostrano come in alcuni casi possano essere cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione.
Si tratta di una decisione positiva e di un valido contributo in particolare per la tutela dei bambini e in generale per la salute dei cittadini.
Marie Anne Isler Béguin (Verts/ALE),per iscritto. – (FR) Votando a favore dell’eliminazione progressiva degli ftalati nei giocattoli, il Parlamento alla fine ha resistito alle forti pressioni esercitate dai produttori di giocattoli e di articoli di puericultura, anteponendovi il principio di precauzione e la salute umana. I giocattoli in PVC morbido sono tanto più pericolosi in quanto i bambini sono portati a mettere in bocca tutti gli oggetti che li circondano; vietare gli ftalati era quindi una essenziale per la salute pubblica. Il voto di oggi è un successo in questo senso.
Questa decisione tuttavia dovrebbe essere seguita da altre; infatti le sostanze tossiche contenute nel PVC morbido sono presenti non solo nei giocattoli, ma anche in altri oggetti di uso quotidiano. Parlamento e Consiglio hanno chiesto, a giusto titolo, che sia condotto un esame sugli altri prodotti realizzati in PVC morbido. Se le industrie vogliono davvero essere così responsabili come affermano, devono assolutamente smettere di utilizzare il PVC morbido, non solo nei giocattoli, ma anche in altri prodotti (materiale medico, rivestimenti per pavimenti, e imballaggi alimentari). Da svariati anni infatti esistono prodotti sostitutivi; inoltre niente impedisce di passare a prodotti sani e di origine naturale.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione tesa a rafforzare la tutela della salute dei bambini e ad ottenere la fiducia dei consumatori mediante l’introduzione di un quadro normativo più rigido che disciplini la produzione e la commercializzazione di giocattoli e di articoli di puericultura contenenti determinati ftalati al fine di ridurre, per quanto possibile, l’esposizione dei bambini a sostanze che presentano rischi documentati o potenziali per la salute.
Reputo positivo il compromesso raggiunto in sede di commissione al fine di vietare sei ftalati nei giocattoli a prescindere dall’età dei bambini.
Catherine Stihler (PSE),per iscritto. – (EN) Ci è voluto molto tempo per approdare a questa relazione. Sostengo senza riserve le restrizioni sulla commercializzazione degli ftalati nei giocattoli per bambini. La salute dei bambini deve venire per prima.
Adam Jerzy Bielan (UEN),per iscritto. – (PL) Mi accingo ad illustrare tre aspetti cruciali della sicurezza energetica che non sono stati debitamente tenuti in considerazione nella proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio. In primo luogo, occorre utilizzare maggiormente le fonti di energia rinnovabile. Secondo, occorre fare un uso equilibrato dei diversi tipi di combustibili primari. In terzo luogo, è necessario diversificare per ogni tipo di combustibile primario gli approvvigionamenti provenienti dai diversi centri di produzione, ad esempio nel settore del petrolio e del metano.
Reputo che l’impatto sarebbe davvero dannoso se l’Unione europea continuasse in quest’area con la politica attuale, in quanto tale politica determina una completa dipendenza della Polonia da un’unica fonte di approvvigionamento, ovvero il petrolio e il metano russo, in nome della sicurezza. I lavori per il secondo braccio dell’oleodotto Yamal, che attualmente è in fase avanzata di progettazione, devono assolutamente continuare. Tuttavia, tutti gli altri progetti, come l’oleodotto Amber che passa sotto il Baltico, devono essere immediatamente sospesi, in quanto rappresentano una minaccia diretta alla da poco rediviva democrazia ucraina. La sicurezza energetica di Regno Unito, Germania e Italia non deve essere conseguita a costo della dipendenza polacca dal petrolio e dal metano russo, e non deve mettere a repentaglio la stabilità economica dell’Ucraina.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) Il titolo della proposta di direttiva e di conseguenza della relazione nasconde le sue reali implicazioni, vale a dire l’instaurazione e l’operatività di un mercato unico dell’elettricità nell’Unione europea. Benché l’intento dichiarato della relazione sia quello di realizzare una struttura all’interno della quale gli Stati membri possano definire linee di condotta generali, trasparenti e non discriminatorie sulla sicurezza e l’approvvigionamento energetico, di fatto tale obiettivo nella lista delle priorità della relazione è subordinato all’esigenza di garantire la conformità ai requisiti di un mercato interno concorrenziale nel settore.
La proposta della Commissione utilizza l’aumento dei prezzi come principale meccanismo per ridurre la domanda di elettricità, svuotando quindi di significato l’argomentazione secondo cui il mercato unico produrrà un abbassamento dei prezzi. Qualora rimanesse ancora qualche dubbio, basta solo dare un’occhiata al Regno Unito. La proposta inoltre raccomanda l’intervento degli Stati membri e delle autorità di regolamentazione a sostegno dell’investimento iniziale e dei suoi effetti, ma limita il loro potere di intraprendere azioni in altri settori.
Quanto alla relazione, per certi versi rappresenta un passo indietro rispetto alla proposta della Commissione. Ad esempio, non prevede l’adozione di misure specifiche da parte delle autorità di regolamentazione in caso di violazioni nell’esecuzione dei progetti delle reti di trasporto. Di qui il nostro voto.
Anna Elzbieta Fotyga (UEN), per iscritto. – (EN) La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure per la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico e per gli investimenti nelle infrastrutture disciplina molti comparti del mercato comune europeo dell’energia. Non è stata però prestata la dovuta attenzione a tre importanti aspetti della sicurezza dell’approvvigionamento energetico:
– il maggiore ricorso a fonti energetiche rinnovabili;
– l’uso equilibrato dei diversi combustibili primari;
– la diversificazione degli approvvigionamenti provenienti da vari centri di produzione (settori del petrolio e del metano) per ogni tipo di combustibile primario.
Reputo assolutamente inaccettabile mantenere l’attuale politica europea in materia, in quanto determina la totale dipendenza della Polonia da un’unica fonte di approvvigionamento, ovvero il metano e il petrolio russo. I Lavori per il secondo ramo dell’oleodotto Yamal, che attualmente è in fase avanzata di progettazione, devono assolutamente proseguire. Tuttavia, tutti gli altri progetti, come l’oleodotto Amber che passa sotto il Baltico, devono essere immediatamente sospesi, in quanto rappresentano una minaccia diretta alla da poco rediviva democrazia ucraina. La sicurezza energetica di Regno Unito, Germania e Italia non deve essere conseguita a costo della dipendenza polacca, e non deve mettere a repentaglio la stabilità economica dell’Ucraina.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Ho votato a favore della relazione che, nel complesso, propone emendamenti sensati e validi alla proposta della Commissione.
Le principali proposte del presente testo sono finalizzate a introdurre misure per garantireil buon funzionamento del mercato interno dell’UE dell’elettricità, preservando la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica e assicurando un adeguato livello di interconnessione tra gli Stati membri. La proposta di direttiva mira inoltre a istituire un quadro nell’ambito del quale gli Stati membri definiscano linee di condotta generali, trasparenti e non discriminatorie sulla sicurezza dell’approvvigionamento di elettricità nel rispetto dei requisiti di un mercato unico concorrenziale nel settore.
Tutti questi obiettivi meritano sostegno.
Luís Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Chichester, poiché reputo essenziale l’obiettivo di assicurare un adeguato funzionamento del mercato interno dell’elettricità nell’Unione e di salvaguardare la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico.
Per la questione della sicurezza dell’approvvigionamento è fondamentale creare una struttura all’interno della quale gli Stati membri possano definire linee di condotta generali, trasparenti e non discriminatorie sulla sicurezza dell’approvvigionamento in conformità dei requisiti di un mercato interno concorrenziale nel settore.
Dovremmo pertanto sostenere le misure adottate per migliorare le politiche energetiche, data la loro capitale importanza per la nostra qualità di vita, sia per il presente che per le generazioni future.
Luca Romagnoli (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, dobbiamo difendere la libertà di polemica del parlamentare, indipendentemente dal partito o dal movimento che rappresenta, dai tentativi di conculcarne l’espressione nell’ambito dell’azione politica. Per questo motivo ho votato a favore dell’immunità.
Nel caso specifico, l’onorevole Bossi è perseguito per aver sostenuto il tradimento e l’inaffidabilità politica del signor Comencini, prima nei confronti dell’MSI e poi della Lega. Si tratta di un fatto storicamente accertato.
Se io oggi affermo che i ministri della Repubblica italiana Gianfranco Fini, Altiero Matteoli, Gianni Alemanno e Mario Landolfi sono traditori del progetto politico e dello statuto dell’MSI, liquidatori dell’alternativa al sistema liberista e comunista attraverso le modifiche statutarie e le finalità di quel partito, annullato in un soggetto diverso, posso essere inquisito e perseguito per tale azione o esercito il mio diritto di polemica politica?
Se commetto un reato affermando il loro tradimento, mi denuncino ...
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) Sono lieta che la relazione sia stata bocciata, obiettivo cui abbiamo contributo. Il testo infatti ignora i problemi che affliggono l’Unione europea, ovvero la recessione, la debolezza della domanda interna e una crescita economica lenta unitamente agli elevati livelli di disoccupazione, povertà e sperequazioni di reddito, tutti problemi che sono stati aggravati dal varo dell’Unione economica e monetaria e dall’introduzione dell’euro.
La soluzione non può essere sempre quella di imprimere un’accelerazione alle cosiddette riforme strutturali, ovvero un’ulteriore flessibilizzazione del mercato del lavoro e una politica di liberalizzazioni e privatizzazione della previdenza sociale. Tutto questo viene fatto in nome della sacrosanta difesa della stabilità dei prezzi, o piuttosto del contenimento salariale. Questo obiettivo è già realtà con la riduzione delle retribuzioni reali e il trasferimento degli introiti produttivi al patronato.
Siamo soddisfatti che sia stata rifiutata la rigida visione del Patto di stabilità e di crescita contenuta nella relazione, in cui si ignora la riforma del Patto, dimostrando così il tipico approccio cieco e totalmente improntato a una logica classista. La relazione inoltre si spinge persino a criticare l’attuale orario di lavoro nell’UE, mettendolo a confronto con altre regioni del mondo e richiedendo in modo diretto che venga prolungato.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Purtroppo devo votare contro questa relazione, perché il relatore ha scelto di concentrarsi soprattutto sulle infrazioni e sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita.
Tale impostazione contraddice un accordo in virtù del quale il testo non avrebbe dovuto sovrapporsi al lavoro compiuto in altre relazioni, bensì focalizzarsi unicamente sulle competenze e sui risultati della Banca centrale europea.
Luís Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Dato che la Banca centrale europea (BCE) mira essenzialmente a mantenere la stabilità dei prezzi, si può affermare che, seppure le condizioni dell’economia europea e mondiale non siano state propriamente favorevoli, la BCE ha centrato i propri obiettivi strategici. In questo senso sostengo la relazione. Occorre inoltre riconoscere che la BCE si è preparata in modo molto efficiente all’allargamento dello scorso maggio. Desidero tuttavia puntualizzare che questo non significa che io sostenga in modo totale e incondizionato le politiche della BCE, pur concedendo, ad esempio, che la BCE ha reagito tempestivamente agli sviluppi della situazione economica e che è riuscita a destreggiarsi in settori come quello dei tassi d’interesse.
Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signora Presidente, in origine l’euro era stato concepito per permettere ai cittadini di identificarsi di più con l’Unione europea e per inaugurare una nuova epoca di crescita economica; però così non è stato: la moneta unica non gode ancora di piena accettazione e, creando frustrazione in seno all’Unione europea, ha sortito esattamente l’effetto opposto. Il fattore che ha determinato questa svolta negativa è dovuto al fatto di non aver risposto alle critiche della gente e di non aver rispettato la promessa di una moneta forte, oltre all’introduzione del cosiddetto Patto di stabilità e di crescita, un mezzo economicamente e giuridicamente opinabile con cui si intendeva raggiungere l’obiettivo. Finora solo Lussemburgo e Svizzera sono stati in grado di fare qualcosa per rispettare i criteri di convergenza del Patto.
Cionondimeno, per poter adottare la moneta unica i paesi hanno svenduto in larga misura le proprie riserve auree e il patrimonio dello Stato, approvando proposte di privatizzazione, cedendo le proprie partecipazioni e lasciandosi andare a numerose operazioni di cosmesi finanziaria. La conseguenza di tutto ciò è stato il massiccio aumento dei prezzi nella maggior parte dei paesi che hanno adottato l’euro. Per evitare che i nuovi Stati membri vengano risucchiati in questa spirale negativa, ogni paese dovrebbe consentire ai propri cittadini di esprimersi attraverso il voto dopo aver fornito loro informazioni veritiere, oneste e obiettive.
Jan Andersson, Ewa Hedkvist Petersen, Inger Segelström e Åsa Westlund (PSE), per iscritto. – (SV) Siamo tutti favorevoli alla risoluzione del Parlamento europeo su una strategia d’informazione e di comunicazione sull’euro e sull’Unione economica e monetaria (UEM).
Nel contempo abbiamo votato contro l’appello rivolto dal Parlamento europeo per far cambiare parere alla Svezia in merito alla partecipazione all’UEM e alla transizione all’euro. Crediamo che l’esito della consultazione referendaria in Svezia vada rispettato. La partecipazione svedese all’UEM e alla zona euro nell’immediato futuro è un capitolo chiuso.
Lena Ek (ALDE),per iscritto. – (SV) Oggi ho deciso di votare contro la relazione d’iniziativa sulla strategia d’informazione e di comunicazione sull’euro e sull’Unione economica e monetaria per due motivi principali.
Primo, ritengo che spetti a ciascuno Stato membro decidere come desidera condurre la discussione sull’euro. Tale compito non deve essere assunto dalla Commissione.
Secondo, l’esperienza delle campagne europee centralizzate è generalmente negativa e comporta uno sperpero di risorse, cosa che non va incoraggiata.
Le discussioni in materia di politica monetaria e valutaria devono invece svolgersi mediante un dialogo tra i cittadini e i responsabili delle decisioni.
Pertanto oggi ho votato contro la relazione.
Jonathan Evans (PPE-DE),per iscritto. – (EN) La delegazione dei conservatori britannici di solito si astiene sulle questioni relative all’euro. Non desideriamo adottare la moneta unica, ma non ci auguriamo neppure che il progetto fallisca, in quanto speriamo di vedere un’economia europea forte con una valuta stabile che favorisca un buon clima commerciale per l’industria britannica. Di norma siamo pertanto ben contenti di lasciare il funzionamento dell’UEM a coloro che sono più direttamente coinvolti.
Cionondimeno non possiamo accettare questa relazione. I problemi che l’euro si trova di fronte non sono sorti a causa di una mancanza di comunicazione e l’impopolarità dell’euro non è dovuta a un’inadeguata informazione dei cittadini. L’euro godrà di rinnovato favore presso l’opinione pubblica solo quando verranno intraprese le necessarie riforme economiche e strutturali promosse dalla strategia di Lisbona e quando il Patto di stabilità e di crescita funzionerà in modo effettivo.
Come nota la relazione, almeno 280 milioni di euro sono già stati spesi dalle Istituzioni europee a tal fine, senza contare quello che hanno speso i governi nazionali. Una spesa istituzionale del genere non è ammissibile.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) Con questa strategia d’informazione e di comunicazione sull’euro e sull’Unione economica e monetaria, l’UE si prefigge l’obiettivo di “vendere” l’euro, ovvero intende investire più denaro nell’apparato propagandistico europeo mediante le campagne di “informazione” PRINCE, tese a convincere i cittadini dei sedicenti vantaggi dell’euro.
Respingiamo pertanto la relazione su tutta la linea, in quanto si fonda sull’assunto che l’euro sia stato positivo e vantaggioso. La relazione ritiene addirittura che sia stato il progetto europeo meglio riuscito. Per di più sottolinea che la popolarità dell’euro è decisiva per la futura ratifica della cosiddetta “Costituzione europea”.
Se ne desume che le Istituzioni europee non hanno coscienza della crescente opposizione all’euro che serpeggia tra i cittadini. Le Istituzioni fondano le loro posizioni sull’idea che, se i cittadini sono contrari all’euro, allora è perché sono male informati o, ancor meglio, perché hanno perso il contatto con la realtà. Tale è la cecità e l’arroganza di coloro che pretendono di rappresentare i cittadini. Costoro non tengono in alcuna considerazione il fatto che la situazione economica e occupazionale stanno peggiorando e trascurano le questioni macroeconomiche, come se una politica monetaria unica fosse in grado di affrontare le diverse esigenze di 25 economie. Agiscono come se l’obiettivo di questa politica fosse neutrale, mentre di fatto lo scopo principale punta a ridurre i salari reali. Dobbiamo invece quantificare i costi dell’euro che sta impedendo uno sviluppo sostenibile.
Bruno Gollnisch (NI),per iscritto. – (FR) La relazione dell’onorevole Maaten è quantomeno sorprendente. Pare un tentativo di fare un bilancio di successi e fallimenti dell’euro a poco più di sei anni dalla sua introduzione. Secondo la relazione, l’euro e il Patto di stabilità, che lo accompagna, sono stati un successo su tutta la linea. L’unico insuccesso risiede nella comunicazione: come sempre gli europei non avrebbero capito niente! La soluzione proposta è una vasta campagna di informazione, o meglio un lavaggio del cervello su scala continentale! Una politica alla Potemkin!
L’euro ha effettivamente provocato un notevole aumento dei prezzi correnti dei beni di consumo e quindi una forte perdita di potere d’acquisto per i consumatori? O si è trattato piuttosto di un’illusione ottica? La politica di austerità richiesta per l’introduzione dell’euro ha causato la contrazione della crescita economica di un punto percentuale su base annua e ha determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro, facendo diventare la zona euro lo spazio economico meno dinamico del mondo. Tutte sciocchezze! L’euro è sinonimo di crescita e di prosperità! Tutto quello che non va è da imputare agli Stati membri! Gli eurocrati di Bruxelles invece hanno il dono dell’infallibilità!
E’ proprio questo genere di comportamento in cui si mescolano menzogna e disprezzo per la gente che alimenta il rifiuto dell’Europa dei tecnocrati.
Anna Hedh (PSE),per iscritto. – (SV) Non posso sostenere la risoluzione del Parlamento europeo su una strategia d’informazione e di comunicazione sull’euro e sull’Unione economica e monetaria (UEM).
Ritengo che spetti ai singoli Stati membri decidere se vogliono una strategia d’informazione e di comunicazione o una campagna a favore dell’euro e dell’Unione economica e monetaria. Penso inoltre che vada rispettato l’esito del referendum svedese del 2003, quando gli svedesi hanno detto di no all’euro. La partecipazione svedese all’UEM e l’introduzione dell’euro per il momento sono un capitolo chiuso.
Kartika Tamara Liotard (GUE/NGL),per iscritto. – (NL) Il relatore sembra ignorare i grossi svantaggi prodotti dall’euro, non da ultimo nel mio paese. Nei Paesi Bassi i prezzi sono lievitati dopo l’introduzione dell’euro, cosa che il ministro delle Finanze Gerrit Zalm, nonché membro del partito dell’onorevole Maaten, nega da anni, continuando a propinare al parlamento olandese la sfacciata menzogna della svalutazione del fiorino. Il malcontento olandese per l’euro dunque non dovrebbe essere una sorpresa per l’onorevole Maaten. Sebbene a suo tempo il mio partito abbia chiesto un referendum sulla moneta unica, il partito dell’onorevole Maaten ha bloccato la richiesta. Ora l’onorevole Maaten spera di ovviare al mancato rispetto dell’opinione pubblica per mezzo di una campagna propagandistica.
Le campagne che devono essere lanciate negli Stati membri che non hanno ancora introdotto l’euro devono essere la goccia che fa traboccare il vaso. Gli Stati membri devono decidere autonomamente quale moneta adottare. Di sicuro non gradiremmo che la Russia lanciasse una campagna nei nostri paesi per introdurre il rublo in Europa. Dovremmo permettere a svedesi, britannici e danesi di decidere. Purtroppo gli olandesi non hanno avuto la possibilità di farlo.
Cecilia Malmström (ALDE),per iscritto. – (SV) Credo che la Svezia dovrebbe partecipare all’Unione economica e monetaria e condivido l’approccio positivo del relatore verso l’euro. Ho tuttavia scelto di astenermi nella votazione di questa relazione. Una delle principali conclusioni della relazione è che la Commissione dovrebbe condurre una campagna di informazione per decantare le virtù dell’euro. Ritengo che le campagne di informazione svolte dalla Commissione non siano né utili né appropriate per accrescere il gradimento dell’euro tra l’opinione pubblica. Non è per questo che dovremmo utilizzare il denaro dei contribuenti.
Sérgio Marques (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Mi complimento con l’onorevole Maaten per la sua importante relazione sull’attuazione di una strategia d’informazione e di comunicazione sull’euro e sull’Unione economica e monetaria (UEM), soprattutto vista la necessità di spiegare alla gente quali vantaggi presenta l’euro nella vita quotidiana. Il successo della creazione della zona euro non è ancora completo, ci resta da convincere i cittadini europei che hanno preso la decisione giusta. Questo è l’unico modo in cui possiamo contribuire al consolidamento dell’Unione monetaria in Europa e al rafforzamento della credibilità e della stabilità dell’euro.
La zona euro inevitabilmente si estenderà ai paesi dell’Europa orientale, il che comporterà l’elaborazione di un piano di informazione all’interno di una più ampia strategia d’informazione e di comunicazione sull’Unione europea. Dobbiamo tenere gli occhi aperti sui casi di pratiche scorrette e di eccessivi arrotondamenti che possono verificarsi durante la transizione e dobbiamo altresì avvertire l’opinione pubblica che si produrrà un leggero aumento dell’inflazione.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) L’euro si è senz’altro rivelato un successo nei paesi che lo hanno adottato, ha eliminato i rischi connessi al cambio, ha facilitato i viaggi e agevolato il commercio nella zona euro.
Cionondimeno è scoraggiante constatare che, nonostante i vantaggi oggettivi dell’euro e l’introduzione generalmente positiva che si è verificata sette anni fa, una fetta significativa dell’opinione pubblica, circa un terzo, continua ad averne una percezione negativa.
Per quanto tutto ciò possa essere frustrante, la Commissione, gli Stati membri e gli altri responsabili del processo decisionale devono tenere conto di tali percezioni e prendere i necessari provvedimenti per porvi rimedio. La presente relazione potrebbe costituire un valido contributo a tal fine.
Erik Meijer (GUE/NGL),per iscritto. – (NL) L’unico vantaggio della moneta unica è che la gente non ha bisogno di cambiare valuta quando va in vacanza o quando si reca in un altro paese della zona euro. A parte questo, in genere la maggior parte delle persone nei paesi dell’UEM ha sperimentato gli aspetti negativi della moneta unica, come l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e la diminuzione del valore dei propri risparmi. La gente è stufa dei costanti tagli operati ai servizi pubblici per limitare la spesa pubblica in modo da rispettare i requisiti del Patto di stabilità.
Nella sua relazione l’onorevole Maaten si è rivelato un entusiasta dell’euro, un “eurofilo”. Fa ridere che parli dell’euro come di “un progetto oltremodo ben riuscito”. Non si rende conto che l’euro ha fornito ad alcuni un motivo per votare contro la Costituzione europea? Come spiega il fatto che Stati membri senza l’euro hanno riportato risultati economici di gran lunga migliori? Il relatore si preoccupa principalmente di aiutare i governi di Svezia, Danimarca e Regno Unito a convincere i cittadini che l’euro è stato un successo. Una simile ammissione di debolezza è paragonabile alla campagna a favore della Costituzione europea nei Paesi Bassi: l’euro è stato propinato come un prodotto fantastico, eppure la gente non ha ancora recepito il messaggio. E’ miope e paternalistico rispondere alle gravi critiche dell’opinione pubblica con campagne inconsistenti.
Luís Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) I vantaggi dell’euro – e di certo anche gli svantaggi, che naturalmente esistono – sono sotto gli occhi di tutti e non possiamo negare che le nostre aspettative più rosee siano state soddisfatte. Se è vero che la situazione economica europea non è un successo travolgente, è altrettanto vero che non si può addossare tutta la colpa all’euro. I cittadini in effetti hanno preso la nuova moneta in modo molto positivo, tenendo conto anche della rapidità e della facilità con cui si è svolta la transizione.
Occorre tuttavia tenere presente che l’euro in realtà è un progetto in fieri e in quanto tale è facile bersaglio sia del reale malcontento popolare per la situazione economica europea sia di alcune manipolazioni politiche. Questa moneta è troppo preziosa per non essere preservata. Penso quindi che dovremmo concordare un piano di comunicazione esaustivo e di ampia portata, soprattutto a livello istituzionale. Il processo di transizione è chiaramente ancora in corso e lo sforzo profuso all’inizio non deve assolutamente venir meno.
Peter Skinner (PSE), per iscritto. – (EN) Il partito laburista al Parlamento europeo ha votato a favore della relazione per poter poi valutare i punti di forza e le debolezze dell’Unione monetaria europea, proporre soluzioni e concorrere alle strategie di adesione degli altri Stati membri che intendono entrare a farne parte.
Il partito laburista al Parlamento europeo reputa che occorrerebbe ampliare maggiormente l’accesso all’informazione sull’euro a tutti i cittadini dell’Unione europea.
Tale posizione comunque non pregiudica le 5 prove economiche del ministero del Tesoro previste per un’eventuale futura adesione del Regno Unito alla zona euro.
Anders Wijkman (PPE-DE),per iscritto. – (SV) Oggi ho scelto di astenermi nella votazione sulla relazione Maaten sulla strategia di comunicazione riguardante l’euro e l’Unione economica e monetaria. Condivido l’approccio positivo del relatore verso l’euro e credo che la Svezia debba partecipare all’UEM. Tuttavia, non approvo che la Commissione conduca una campagna d’informazione per decantare le virtù dell’euro. Le campagne di informazione della Commissione non sono la via giusta per innalzare il gradimento dell’opinione pubblica in merito all’euro. Il denaro dei contribuenti non dovrebbe essere usato in questo modo.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) Secondo questa relazione lo sviluppo sostenibile si regge su tre pilastri: la tutela dell’ambiente, lo sviluppo economico e la coesione sociale. Lo sviluppo sostenibile però non può essere conseguito senza lo sviluppo di una nuova tecnologia ambientale e senza innovazione.
Su siffatti presupposti la Commissione ha fondato la sua proposta, che il Parlamento ha approvato, benché andrebbero approfonditi alcuni punti, come la necessità di un maggiore coinvolgimento delle piccole e medie imprese.
Un ulteriore e importante concetto da tener presente è che, per promuovere lo sviluppo sostenibile, è altresì necessario promuovere la ricerca e l’innovazione nelle nuove tecnologie incentrate sulla salvaguardia e sul ripristino delle risorse naturali, culturali e storiche.
Analogamente occorre mettere a punto metodi e indicatori ambientali per misurare l’impatto ambientale di diversi prodotti, servizi e processi. Occorre inoltre lanciare una campagna d’informazione sulle prestazioni ambientali per incoraggiare i consumatori a chiedere tecnologie rispettose dell’ambiente. Anche il riutilizzo dei materiali andrebbe incentivato, in modo che i materiali di scarto di un determinato processo produttivo possano essere riutilizzati in altri processi, ad esempio i rifiuti urbani potrebbero essere usati nell’ottica del risparmio energetico, conseguendo così un vantaggio economico e ambientale.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Reputo positiva questa relazione sulla comunicazione della Commissione “Incentivare le Tecnologie per lo Sviluppo sostenibile: Piano d’azione per le Tecnologie ambientali nell’Unione europea”.
Mi sembra che il testo costituisca un’utile base per la discussione e la formulazione di ulteriori proposte concrete volte a incentivare le tecnologie ambientali, ma avrei voluto che fosse prestata maggiore attenzione allo sviluppo della domanda di tali tecnologie. Avrei voluto un approccio alla politica ambientale più sistematico che si avvalesse della nozione di “ciclo di vita” e in cui l’attenzione primaria fosse rivolta all’innovazione e allo sviluppo di tecnologie filoambientali.
Credo fermamente che le tecnologie ambientali, se dotate di risorse adeguate e di incentivi, racchiudano un potenziale notevole in termini di occupazione e crescita.
Luís Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione Myller. Penso che un approccio alle nuove tecnologie atto a promuovere la creazione di programmi di sviluppo con una dimensione ambientale sia un fattore essenziale per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona.
Il piano d’azione proposto permetterà di coinvolgere tutte le parti in causa in un’azione integrata, tesa a sviluppare il potenziale della tecnologia ambientale, collocando l’Unione europea al centro di tale sviluppo.
Vorrei inoltre sottolineare che, secondo una delle conclusioni della revisione della strategia di Lisbona, la situazione dell’ambiente e il miglioramento dell’occupazione devono essere considerati un’opportunità per conseguire l’obiettivo di creare l’economia fondata sulla conoscenza più competitiva del mondo. E’ pertanto di capitale importanza rafforzare la dimensione ambientale nella strategia di competitività dell’Unione europea.
Charlotte Cederschiöld, Christofer Fjellner, Gunnar Hökmark e Anna Ibrisagic (PPE-DE), per iscritto.– (SV) Oggi la delegazione dei moderati ha votato a favore della relazione che sostiene la lotta contro la piaga del lavoro infantile. E’ di capitale importanza combattere energicamente il lavoro infantile, come affermato nelle convenzioni dell’OIL, in quanto danneggia la salute fisica e mentale dei bambini.
Le imprese hanno un ruolo importante da svolgere e hanno delle responsabilità nella lotta contro questo fenomeno. Giudichiamo positiva nelle intenzioni la proposta di introdurre appropriate tutele giuridiche e meccanismi atti ad individuare e a perseguire gli importatori aventi sede nella Comunità di prodotti ottenuti con lo sfruttamento di minori. Noi moderati tuttavia riteniamo che si verrebbe a creare una significativa incertezza giuridica. Vi è il rischio che gli interessi dei bambini non vengano tutelati, mentre le imprese potrebbero ritirarsi invece di svolgere il proprio ruolo e quindi potrebbero non investire nelle regioni a rischio di sfruttamento della manodopera infantile.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL),per iscritto. – (PT) Il lavoro minorile è frutto dell’ingiustizia sociale generata dal sistema capitalistico in cui viviamo e dalle disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza e nei livelli di sviluppo che ne derivano. La povertà porta all’esclusione sociale e diventa una giustificazione per le famiglie che ricorrono al lavoro infantile per integrare i loro redditi e quindi per garantirsi la sopravvivenza.
La povertà inflitta alle famiglie conseguentemente allo sfruttamento capitalistico fa sì che alcune imprese e imprenditori abbiano interesse a perpetuare una situazione che permette loro di utilizzare una manodopera a basso costo e priva di diritti.
Come mette in rilievo la relazione che abbiamo approvato, 113 mila milioni di bambini in età scolare sono privi di istruzione elementare. Il fatto che i bambini non frequentino la scuola innesca un circolo vizioso che, a sua volta, determina una maggiore diffusione della povertà, rende sempre più difficile l’accesso alla cultura e all’istruzione e mantiene bassi i tassi di alfabetizzazione della società.
Questa situazione si verifica anche negli Stati membri dell’Unione europea. In Portogallo si stima che oltre il 4 per cento della popolazione infantile lavori in vari settori.
Pertanto, per combattere in modo efficace il lavoro infantile, la priorità deve essere eradicare la povertà, combattendo contro le sperequazioni nella distribuzione del reddito, promuovendo un lavoro tutelato da diritti, aumentando l’accesso all’istruzione e alla cultura e contrastando lo sfruttamento capitalistico.
Cecilia Malmström (ALDE),per iscritto. – (SV) Oggi il Parlamento europeo ha votato a favore della proposta relativa alle misure intese a combattere il lavoro infantile. Si tratta di un fenomeno che molti, me compresa, ritenevano appartenesse ormai al passato. Purtroppo non tutti i paesi del mondo sono stati al passo con lo sviluppo. Per questo motivo oggi ho votato a favore di alcune proposte aggiuntive che suddividono il lavoro minorile in varie categorie, in quanto talvolta può essere l’unica alternativa alla prostituzione.
Sérgio Marques (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Attualmente 246 milioni di bambini nel mondo lavorano in ambienti pericolosi per la loro salute fisica e mentale. Il lavoro minorile non è un fenomeno che investe esclusivamente i paesi sottosviluppati o in via di sviluppo. Nell’Europa orientale e nell’area mediterranea milioni di bambini sono sfruttati sul luogo di lavoro. Il lavoro minorile è un problema complesso. In primo luogo è conseguenza della povertà, della disuguaglianza di opportunità e della mancanza di scolarizzazione.
Ho votato a favore della relazione che propone una serie di misure nella lotta tesa ad eliminare lo sfruttamento e il lavoro minorile; ad esempio si propone la creazione di una linea di bilancio speciale che ponga l’accento sulla protezione dei diritti dell’infanzia nel quadro dell’iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell’uomo (EIDHR); si invita la Commissione ad assicurarsi che le politiche commerciali comunitarie siano coerenti con l’impegno di preservare e di promuovere i diritti dei bambini; si chiede che venga svolto uno studio sulla possibilità di introdurre un sistema comunitario di etichettatura per i prodotti importati nell’Unione europea in modo da attestare che siano stati fabbricati senza ricorrere a manodopera infantile.
David Martin (PSE),per iscritto. – (EN) Reputo positiva questa relazione che chiede di intensificare la lotta contro il lavoro infantile per mezzo della promozione dello sviluppo socioeconomico e della riduzione della povertà su più ampia scala.
Pur mettendo in pace la coscienza dei singoli, il boicottaggio commerciale e altre sanzioni sono un modo insoddisfacente di affrontare questa deleteria attività. E’ stato comprovato infatti che i bambini scacciati dalle fabbriche, trovandosi in condizioni disperate, sono soggetti a uno sfruttamento ancora più insidioso, come la prostituzione e la schiavitù domestica.
Luís Queiró (PPE-DE),per iscritto. – (PT) Nel mondo lavorano 352 milioni di bambini, di cui 179 milioni sono vittime di ciò che l’OIL definisce le peggiori forme di lavoro. Non possiamo far finta di ignorare questa situazione. Sappiamo tutti che si tratta di un fenomeno complesso che affonda le sue radici in problemi sociali ed economici di difficile soluzione. Tuttavia, per quanto la situazione possa essere complessa e terribilmente difficile, non possiamo disinteressarcene o precludere misure atte a mettere in campo una strategia efficace per spezzare il circolo della degradazione umana.
Il lavoro minorile perpetua la povertà e ostacola lo sviluppo. Abbassa il livello salariale, causa disoccupazione tra gli adulti e impedisce ai bambini di ricevere un’istruzione. E’ pertanto di cruciale importanza combattere l’ignoranza e promuovere la diffusione dell’istruzione universale.
L’istruzione è senza dubbio uno dei mezzi più efficaci a nostra disposizione per spezzare la spirale della povertà e uno degli elementi cruciali dello sviluppo umano sostenibile. Per questi motivi ho votato a favore della relazione Mavrommatis.
Catherine Stihler (PSE),per iscritto. – (EN) Dobbiamo fare tutto il possibile per combattere lo sfruttamento dei bambini nei paesi in via di sviluppo. Questa relazione si collega direttamente alla campagna “Fare della povertà un elemento del passato”, in quanto lo sfruttamento dei bambini è spesso legato alla povertà. Dobbiamo fare tutto il possibile per rendere equo il commercio, sostenere l’alleggerimento del debito e assicurare aiuti ai più poveri. Mi auguro che i deputati firmeranno la nostra dichiarazione scritta sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio che saranno presenti in questa agenda cruciale. Mi auguro inoltre che i leader del G8 che si incontreranno in Scozia domani compiranno ulteriori progressi per consegnare la povertà alla storia.
Anders Wijkman (PPE-DE),per iscritto. – (SV) Oggi il Parlamento europeo ha approvato una relazione che presenta proposte relative a una serie di impegni per combattere il lavoro minorile. La relazione ad esempio afferma che l’istruzione universale è di capitale importanza nella lotta contro il lavoro minorile e la povertà. E’ mia ferma convinzione che tutti i bambini debbano essere tutelati da lavori che li danneggino. E’ tuttavia importante tener presente che un divieto generico non è realistico finché esiste una povertà diffusa e vi sono limitate possibilità di istruzione. Alcune forme di lavoro, ad esempio quelle in cui si rende possibile l’istruzione sul posto di lavoro, possono infatti fornire un contributo positivo.
La relazione inoltre si occupa delle responsabilità delle imprese e propone, ad esempio, che siano avviati procedimenti legali nei confronti delle imprese che importano merci prodotte in violazione delle convenzioni fondamentali dell’OIL. Credo che occorra sfruttare appieno le potenzialità di cui dispongono gli attori economici per accrescere il rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali. Sostengo pertanto con forza iniziative come il “Global Compact” e la “Global Responsibility” del governo svedese. Approvare una legislazione e rendere possibile avviare procedimenti legali a livello comunitario, pur essendo un passo di capitale importanza, rischierebbe però di far fallire gli obiettivi, ovvero il miglioramento della posizione dei minori e la lotta alla povertà.