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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 6 luglio 2005 - Strasburgo Edizione GU

7. Brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici
  

Prima della votazione

 
  
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  Michel Rocard (PSE), relatore. – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, con ogni probabilità, fra pochi minuti l’Assemblea respingerà la proposta di direttiva relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici. Tutti i principali gruppi, anzi – chiedo scusa – anche i gruppi minori, hanno adottato questa decisione, ma per ragioni contraddittorie. Non è compito mio né sono nella posizione per commentare tali ragioni. Comunque, questa convergenza ha un significato comune. Sul merito della questione, siamo divisi pressappoco a metà, rendendo del tutto imprevedibile il risultato con una maggioranza relativa e rendendo impossibile da entrambe le parti giungere alla maggioranza qualificata. Ciascuno dei nostri gruppi parlamentari preferisce respingere il testo piuttosto che adottare le opinioni dell’altro. Ma c’è soprattutto un’indignazione collettiva, unanime, di tutto il Parlamento, contro il modo inammissibile in cui è stato trattato dalla Commissione e dal Consiglio.

(Applausi)

Un disprezzo totale e cinico delle scelte operate dal Parlamento in prima lettura. L’assenza totale di qualsiasi consultazione da parte della Commissione nella redazione del testo per la seconda lettura. Tentativi ripetuti di impedire il dibattito tra i governi all’interno del Consiglio stesso. Come questione di principio, tutto questo è già abbastanza scandaloso. La crisi attuale in Europa ha una componente notevole di deficit democratico e il Consiglio ha una responsabilità schiacciante in proposito, come ha dimostrato ampiamente in relazione alla questione in oggetto. Che questo rifiuto gli serva da lezione!

(Applausi)

Sostanzialmente, il quadro dei pareri sulla questione, che qui rappresentiamo, dimostra in modo palese che il problema non è maturo per una decisione. Soltanto una discussione più approfondita avrebbe permesso di maturare un maggiore consenso. Su questo argomento essenziale e molto difficile – sono in gioco alcune decine di miliardi di dollari ogni anno – sta chiaramente cominciando a emergere una presa di coscienza collettiva. Respingere la proposta costituisce a questo riguardo un messaggio diretto all’Ufficio europeo dei brevetti. Il Parlamento europeo ha rifiutato di ratificare i recenti errori di giurisprudenza estendendo il campo della brevettabilità a certi software. Se tali errori dovessero continuare, ora è chiaro che emergerebbe una maggioranza parlamentare per contrastarli.

 
  
  

Dopo la votazione sulla posizione comune

 
  
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  Hans-Gert Poettering (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, abbiamo sentito costantemente la Commissione affermare che non sarebbe stata disposta a presentare una nuova proposta nel caso in cui la posizione comune fosse stata respinta, ma vorrei ricordare all’Assemblea l’accordo interistituzionale, siglato il 15 settembre 1999 con l’ex Presidente Prodi, in cui la Commissione si è impegnata a prendere iniziative ogniqualvolta il Parlamento l’avesse esortata a farlo. Non dubito che il Parlamento esorterà la Commissione a presentare una nuova proposta, ricordandole che ha il dovere di farlo e che tale dovere deve essere rispettato.

(Vivi applausi)

 
  
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  Monica Frassoni (Verts/ALE). – Signor Presidente, io non penso che possiamo interpretare questo voto necessariamente come un invito alla Commissione a presentare una nuova proposta magari simile a quella che è stata respinta. Ritengo pertanto che la questione vada discussa e definita assieme alla Commissione.

 
  
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  Presidente. – Onorevoli colleghi, conformemente alla procedura e come atto di cortesia, invito la Commissione a esprimersi, se lo desidera.

 
  
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  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, respingere la posizione comune del Consiglio è un diritto democratico del Parlamento in quanto colegislatore con il Consiglio. Molti oratori, durante la discussione di ieri, hanno fatto riferimento alla voce dei cittadini e al ruolo della democrazia.

Senza questa direttiva, gli uffici dei nazionali brevetti e l’Ufficio europeo dei brevetti continueranno a rilasciare brevetti per invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici in virtù della legge vigente. Non vi sarà alcuna armonizzazione a livello di Unione europea.

(Applausi)

Questo significa che continueranno a esservi interpretazioni diverse riguardo a ciò che è o non è brevettabile, senza alcun controllo giudiziale da parte della Corte di giustizia europea.

Fin dall’adozione della posizione comune, la Commissione ha affermato che, se il Parlamento avesse deciso di respingere la posizione comune, avrebbe rispettato tale decisione e non avrebbe presentato una nuova proposta, ma, se il Parlamento ci invita a compiere tale passo, ci consulteremo con le varie commissioni parlamentari ed esamineremo le prossime procedure.

Vari deputati hanno espresso il parere secondo cui la Commissione dovrebbe presentare uno strumento non legato a un settore specifico e mirare all’adozione del brevetto comunitario.

Gran parte del diritto nazionale in materia di brevetti è già in linea con la Convenzione sul brevetto europeo e con la Convenzione sul brevetto comunitario del 1989. Ripeto che il Commissario McCreevy sarà lieto di discutere con voi tali questioni. Avete già detto che ci inviterete alle riunioni delle commissioni competenti, nonché alle sedute plenarie, se lo desiderate.

Sul futuro del brevetto comunitario, la chiave per giungere a un accordo su questo punto è nelle mani del Consiglio. Sono già state esaminate numerose opzioni a livello formale e informale.

 
  
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  Presidente. – Il Parlamento ringrazia la Commissione e, ancora una volta, il relatore, onorevole Rocard, per tutto il lavoro compiuto.

 
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