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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 26 settembre 2005 - Strasburgo Edizione GU

12. Interventi di un minuto su questioni politiche importanti
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  Presidente. L’ordine del giorno reca gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica.

 
  
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  Marianne Thyssen (PPE-DE).(NL) Signor Presidente, oggi è la Giornata europea delle lingue. Celebriamo la diversità linguistica che è parte del patrimonio culturale ed elemento di arricchimento della società. Fin da piccola conoscevo il vecchio detto olandese: “Quante più lingue si conoscono tanto più si è umani”. E’ un proverbio che è stato ripreso anche sul sito della Commissione in una dichiarazione del Commissario Figel’. L’Assemblea infatti dovrebbe sentirsi spronata ad accordare il massimo sostegno a validi programmi tesi a promuovere la diffusione delle lingue.

Il Parlamento tuttavia deve altresì comprendere che l’ottemperanza delle norme interne in merito alla diversità linguistica è espressione di rispetto per l’essere umano e favorisce il funzionamento democratico della nostra Istituzione. Pur non avendo molto tempo a disposizione, reputo importante richiamare in particolar modo la vostra attenzione su due temi.

Prima di tutto, dobbiamo continuare a batterci affinché tutti coloro che lavorano in quest’Assemblea, deputati e funzionari, abbiano la possibilità di frequentare corsi di lingue e, in secondo luogo, dobbiamo incoraggiare i funzionari a continuare a rispettare la lettera e lo spirito delle norme interne in materia di lingue. A prescindere da ciò che facciamo, non dobbiamo scivolare nella prassi che ha adottato il Consiglio, alla luce del…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Catherine Stihler (PSE).(EN) Signor Presidente, il trasporto pubblico riveste grande importanza per tutte le comunità locali. In Scozia i traghetti forniscono un servizio essenziale alle comunità più periferiche e più vulnerabili dell’Unione europea. Questa settimana infatti riceverò una delegazione del sindacato CalMac in visita presso il Parlamento europeo, che poi mercoledì incontrerà il Commissario per i trasporti.

Al momento il servizio viene assegnato mediante appalto e rappresenta l’unico mezzo di trasporto che collega le comunità insulari alla terraferma. Ai sensi delle ultime proposte della Commissione in materia di obblighi di servizio pubblico per il trasporto terrestre, le amministrazioni pubbliche acquisiranno una maggiore autonomia in merito alle gare d’appalto e potranno quindi assegnare alcuni servizi direttamente a operatori interni. Perché allora ai servizi essenziali di traghetto viene riservato un trattamento diverso rispetto ai treni, ai tram e alla metropolitana? Non esistono proprio treni, tram e metropolitana nelle isole periferiche scozzesi. La posizione della Commissione appare quindi contraddittoria e pertanto esorto l’Esecutivo a chiarirla. I servizi essenziali di traghetto sono troppo importanti per essere ignorati.

 
  
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  Sophia in ’t Veld (ALDE).(EN) Signor Presidente, desidero condividere con voi la mia inquietudine, in quanto per l’ennesima volta è stato pronunciato un discorso clamorosamente omofobico in un parlamento nazionale di uno Stato membro dell’Unione europea. Nella fattispecie mi riferisco al parlamento lettone, che sta discutendo dell’attuazione dell’articolo 13 in merito alla normativa europea contro le discriminazioni come pure della proposta di vietare i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Faccio notare che nemmeno George Bush ha mai osato tanto.

Rivolgo quindi un appello ai colleghi del parlamento lettone, invitandoli a condurre il dibattito con dignità e a condannare i discorsi traboccanti di odio; desidero inoltre ricordare loro che la Lettonia, come gli altri Stati membri, ha firmato la Carta dei diritti fondamentali. Il paese ha altresì ratificato la Costituzione europea che vieta la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale.

 
  
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  Mary Lou McDonald (GUE/NGL).(EN) Signor Presidente, onorevoli colleghi, come forse saprete, l’IRA ha intrapreso un’altra iniziativa a favore della pace in Irlanda. La coraggiosa decisione odierna di rinunciare alle armi in maniera definitiva e trasparente rappresenta un enorme progresso nel processo di pace in Irlanda.

Il grandioso gesto dell’IRA non può essere sottostimato né sottovalutato. Desidero quindi cogliere questa occasione per elogiare l’IRA che si è assunta dei rischi quando altri rifuggono dalle loro responsabilità.

Ora il governo britannico e quello irlandese hanno un’enorme responsabilità, in quanto devono finalmente dar corso all’accordo del Venerdì santo in tutti i suoi aspetti, su temi quali l’uguaglianza, i diritti umani, le operazioni di polizia, la smilitarizzazione e anche la rappresentanza settentrionale in seno all’Oireachtas. Il partito unionista democratico, che ha un rappresentante in quest’Assemblea, deve pertanto assumersi un rinnovato impegno nel processo di pace. Non vi sono più pretesti a cui appigliarsi per non discutere ...

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Dariusz Maciej Grabowski (IND/DEM).(PL) Signor Presidente, la firma dell’accordo per la costruzione di un gasdotto sottomarino nel Baltico è stata suggellata dalle immagini del Presidente russo Putin che stringe in un caloroso abbraccio il Cancelliere tedesco Schröder. La dimostrazione di affetto è avvenuta sullo sfondo di due grandi minacce alla pace e alla sicurezza dell’economia mondiale. Mi riferisco al terrorismo internazionale e al rialzo dei prezzi che, unitamente all’instabilità, contraddistinguono il mercato delle materie prime per la produzione di energia. E’ universalmente noto che in queste circostanze occorre una cooperazione a livello mondiale. Purtroppo, proprio nel momento stesso in cui l’Unione europea dovrebbe dare l’esempio di saggezza collettiva e di solidarietà tra paesi, il Cancelliere Schröder e il Presidente Putin si lanciano in dichiarazioni che non lasciano ombra di dubbio sulla scena internazionale: essi non si curano d’altro se non degli interessi particolari di Germania e Russia. I paesi in cui passerà il gasdotto non sono stati informati, né tanto meno consultati, il che dimostra il rispetto che Germania e Russia hanno per il diritto internazionale del mare.

Siamo fermamente convinti che l’accordo per la costruzione del gasdotto sia stato concepito a danno di diversi Stati membri dell’Unione europea. La Polonia, le Repubbliche baltiche insieme ad altri paesi saranno costretti ad assoggettare l’approvvigionamento energetico al controllo russo. L’accordo presagisce inoltre una chiara associazione …

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Ryszard Czarnecki (NI).(PL) Signor Presidente, mancano solo 15 mesi all’inizio del periodo delle nuove prospettive finanziarie dell’Unione. Nonostante norme e convenzioni comunitarie riconosciute, non disponiamo ancora di una proposta di bilancio. L’Unione sta andando alla deriva nell’oceano del bilancio, per così dire. Man mano che si accumulano i mesi di ritardo, salgono di pari passo tensioni e disagi inutili che alimentano la sfiducia tra i vecchi e i nuovi Stati membri.

Non riuscendo a produrre un bilancio, l’Unione sta inviando il messaggio sbagliato ai membri futuri e ai partner esterni. Si presenta come entità debole senza una visione per il futuro e senza alcuna volontà politica di cooperare all’insegna della solidarietà per costruirsi quel futuro. Non si può parlare semplicemente di stallo. Per usare il linguaggio degli scacchi, pare invece che sia stata messa in scacco l’idea stessa di un’Europa veramente unita, scevra da divisioni tra prima e seconda classe a seconda della ricchezza o del retaggio storico.

Chiedo al Consiglio e alla Presidenza britannica di assicurarsi che i lavori sul bilancio si concludano quanto prima.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, la Polonia fa parte da oltre un anno dell’Unione europea, ma le prospettive degli agricoltori polacchi peggiorano sempre più invece di migliorare.

La produzione polacca di frutti a polpa tenera rappresenta il 50 per cento della produzione europea, eppure gli agricoltori si trovano sull’orlo del fallimento. Lo stesso vale per i coltivatori polacchi di patate, che sono i principali produttori del settore a livello comunitario, e per i produttori di cereali e di piante tessili. Tra poco toccherà anche ai produttori di carne suina, di latte, di barbabietola da zucchero, e vi ricordo che la Polonia è al terzo posto in Europa per la produzione di barbabietola di zucchero in Europa. I deputati di quest’Assemblea comprendono la situazione, ma non la Commissione europea, che tende a ignorare il Parlamento e a non osservare le sue decisioni. Così è successo con la relazione sulla produzione di amido, ad esempio.

La prevista riforma del mercato dello zucchero comporterà una contrazione di oltre il 42 per cento del prezzo della barbabietola da zucchero, che ne renderà antieconomica la produzione. Sembrerebbe che alla Commissione stiano più a cuore i coltivatori cinesi e marocchini di frutti a polpa tenera e i produttori brasiliani di zucchero rispetto ai coltivatori e ai produttori dei nuovi Stati membri. A questo punto è legittimo chiedersi perché la Commissione europea e il Commissario stesso perseguano una politica deleteria per gli agricoltori degli Stati membri e perché non osservano le decisioni assunte dal Parlamento.

 
  
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  Antonio Masip Hidalgo (PSE).(ES) Signor Presidente, intervengo a nome dell’onorevole Pittella, deputato italiano, e dell’onorevole Madeira, deputata portoghese, per chiedere alla Presidenza di turno del Consiglio di incorporare nelle prossime prospettive finanziarie i criteri indicati dalla Commissione sulle regioni colpite dall’effetto statistico; tali regioni infatti devono essere sorrette, evitando ogni vergognosa discriminazione, poiché come ho affermato in questa stessa Aula il 9 marzo, è una questione di dignità, bisogna rendere la politica europea comprensibile, egualitaria, calibrata e democratica, fedele alle proprie radici e alle proprie ambizioni.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE).(EN) Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la possibilità di esprimermi in questa giornata storica per l’Irlanda. Lo scorso luglio l’IRA ha dato ordine alle proprie unità di rinunciare alle armi e oggi abbiamo la riprova che le parole pronunciate qualche mese fa sono diventate realtà. E’ vero, vi sono ancora molti ostacoli da superare, ma oggi, a mio giudizio, il dado è tratto.

Vi saranno ancora difficoltà in futuro; vi saranno ancora violazioni alla pace da entrambe le parti nel tentativo di destabilizzare il processo. Deve essere quindi essere accordato un massiccio sostegno agli artefici del processo di pace, alla gente comune che giorno dopo giorno costruisce la fiducia nella ricerca di un futuro condiviso. Rendiamo omaggio a tutti coloro che, su entrambi i fronti e al di là delle divisioni di parte, danno il loro contributo affinché questo momento possa realizzarsi. Dinanzi al Parlamento europeo desidero quindi plaudere al ruolo positivo e di sostegno che l’Unione europea svolge in questo processo.

Infine, in questa giornata, vorrei ricordare le vittime e le loro famiglie, la cui vita è stata spezzata. Per loro questo giorno è giunto con ritardo, ma a tutti noi tutti rimane la speranza che sia un nuovo inizio.

 
  
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  Mirosław Mariusz Piotrowski (IND/DEM).(PL) Signor Presidente, recentemente abbiamo appreso che è stato firmato un accordo tra Germania e Russia sulla costruzione di un gasdotto in Europa settentrionale che dovrebbe passare sotto il Baltico. Chiaramente le implicazioni vanno ben oltre il significativo accordo economico. Sussiste infatti un’altrettanto importante valenza politica. La Polonia e le Repubbliche baltiche sono state ignorate anche a discapito degli interessi di paesi che sono parte della medesima struttura, ossia dell’Unione europea. Per l’ennesima volta le politiche economiche ed estere comuni si sono dimostrate parole vuote, e molti analisti e politici stanno già tratteggiando analogie tra l’accordo recentemente sottoscritto e il Patto Ribbentrop-Molotov del 1939.

Invito la Germania a rispettare le procedure che vincolano tutti gli Stati membri e a chiarire la situazione. Chiedo inoltre che le informazioni così fornite siano messe a disposizione del Parlamento europeo.

 
  
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  Zbigniew Zaleski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, l’Europa è capace di dare prova di solidarietà, come ha fatto a seguito dei drammatici eventi che hanno sconvolto il Portogallo. I capi politici europei però talvolta si comportano in maniera molto egocentrica, come è accaduto quando il Presidente Chirac, il Cancelliere Schröder e il Presidente Putin si sono riuniti a Kaliningrad, un luogo assai controverso del territorio russo. In seguito il Cancelliere Schröder e il Presidente Putin hanno agito egoisticamente, sottoscrivendo l’accordo per la costruzione di un gasdotto. Tale gasdotto servirebbe a garantire l’approvvigionamento energetico della Germania, ma questa è solo una parte della storia. In realtà il Cancelliere Schröder sostiene la politica del Presidente Putin basata sul “Dividi et Impera”, che presuppone l’indebolimento dell’Unione. Il Parlamento europeo deve issarsi a difensore dell’Europa e denunciare questo atto per quello che veramente è.

L’Europa ha bisogno di decisioni che travalicano gli interessi particolari. Non realizzeremo mai l’integrazione, se non adottiamo politiche coesive. Sarebbe come voler costruire una casa di mattoni senza usare il cemento.

 
  
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  Panagiotis Beglitis (PSE).(EL) Signor Presidente, negli ultimi giorni ci sono giunte notizie particolarmente allarmanti dalle ONG turche per i diritti umani in merito a procedimenti giudiziari e a condanne inflitte a giornalisti turchi.

Non mi riferisco solo al caso dello scrittore Orhan Pamuk, ma anche al giornalista Emin Karaca, condannato a cinque mesi di reclusione per aver violato l’articolo 301, paragrafo 2, del codice penale recentemente riformato. Faccio inoltre notare altri casi di giornalisti denunciati ai sensi del medesimo articolo.

Alla luce di queste circostanze chiedo al Parlamento europeo e soprattutto al suo Presidente di attivarsi immediatamente presso il Primo Ministro turco Erdogan e presso il Presidente del parlamento turco Arinc, chiedendo l’annullamento dei procedimenti giudiziari e il rispetto della libertà di parola, e chiedo alla Presidenza britannica e alla Commissione europea…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Marios Matsakis (ALDE).(EN) Signor Presidente, pur sostenendo strenuamente l’uso di una lingua di lavoro comune, accetto e rispetto il diritto di ogni deputato di ascoltare gli interventi degli altri e di esprimersi nella propria lingua madre. Non ritengo però ammissibile che, a distanza di oltre un anno dall’adesione di dieci nuovi Stati membri, vi siano ancora commissioni parlamentari che ancora non dispongono del servizio di interpretazione per alcune delle lingue dei nuovi Stati membri e che quindi i colleghi di questi paesi non possano prendere parte alle delibere nella loro lingua ufficiale. Di conseguenza, questi deputati si trovano in una posizione ingiusta e svantaggiosa. E’ una situazione inammissibile e le chiedo di impegnarsi di fronte all’Assemblea nella Giornata della libertà linguistica, assicurando che a questa incresciosa situazione sia posto rimedio quanto prima e che essa non si ripeta quando prossimamente altri due paesi aderiranno all’Unione europea.

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM).(EN) Signor Presidente, un quarto del prodotto interno lordo irlandese è legato all’edilizia. Si può tranquillamente affermare infatti che tutta l’Irlanda sia un cantiere. Tuttavia, nel mio collegio elettorale in molte cittadine nei pressi delle grandi città spuntano case ad un ritmo incessante senza alcuna considerazione per i servizi pubblici; non viene affatto vagliata la disponibilità della rete idrica e di fognatura o di altre importanti componenti delle infrastrutture sociali. I bambini compiono l’intero percorso scolastico in scuole prefabbricate. Non ci sono campi sportivi o asili nido e anche i negozi scarseggiano. Le cittadine rurali in poco tempo si trasformano in città dormitorio prive del benché minimo senso di comunità. L’Europa non ha nulla da eccepire? E’ coerente questo stato di cose con lo sviluppo rurale? Ho bisogno di risposte per la gente che abita a Watergrass Hill, Glenville e in altre cittadine: queste persone si trovano a combattere giorno dopo giorno per sopravvivere all’interno di patinati complessi residenziali senz’anima.

 
  
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  Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, nella Giornata europea delle lingue desidero esprimere la mia preoccupazione, in quanto non sono disponibili insegnamenti nella lingua madre per i figli di cittadini degli Stati membri che si trasferiscono in altri paesi dell’Unione, pertanto questi bambini finiscono per dimenticare la loro lingua materna e quindi anche la loro identità culturale.

L’assimilazione linguistica a cui sono assoggettati i bambini e i giovani europei quando si trasferiscono, soprattutto quando la loro lingua non è molto diffusa rispetto alle lingue europee parlate da milioni di persone in Europa, non contribuisce certo a salvaguardare la diversità linguistica che l’Unione europea sostiene di voler mantenere.

Invito quindi la Commissione, nel quadro della nuova strategia sul multilinguismo, a controllare l’applicazione della direttiva (CEE) n. 77/486 del 25 luglio 1977 relativa alla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Alfredo Antoniozzi (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi si festeggia in Europa una data importante: la Giornata europea delle lingue. Si tratta di un evento nato nel 2001 che vede un coinvolgimento dell’Unione europea e soprattutto del Consiglio d’Europa, il quale ha previsto eventi in tutta Europa.

Oggi accogliamo qui i nuovi colleghi rumeni e bulgari e con essi, dal primo gennaio 2007, il bulgaro e il rumeno entreranno a far parte della nostra famiglia linguistica comunitaria, portando le lingue ufficiali da venti a ventidue.

Per noi europei, la lingua è sinonimo di cultura, di storia e quindi di un enorme patrimonio storico, culturale. La mia riflessione è: Non sarebbe opportuno promuovere finalmente, in quanto Parlamento europeo, una riforma costruttiva del regime linguistico all’interno delle Istituzioni comunitarie? L’arrivo delle nuove lingue e specialmente di quelle che entreranno a far parte del nostro lavoro quotidiano mi riempie certamente di gioia, mentre invece mi preoccupano enormemente il caos e la mancanza di regole scritte, come confermatomi dalla Commissione europea.

 
  
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  Magda Kósáné Kovács (PSE).(HU) Signor Presidente, è morto un uomo. Da molti era considerato uno spietato vendicatore, benché fosse assetato di giustizia, non di vendetta. Era animato dalla convinzione che, se i responsabili dei crimini erano liberi di lasciarsi il passato alle spalle senza doverne affrontare le conseguenze, il passato sarebbe ritornato, avvelenando sia il presente che il futuro. Simon Wiesenthal se n’è andato.

Essendo umano, talvolta ha commesso degli errori. Tuttavia, non riusciva ad accettare il fatto che l’Europa, il mondo nuovo che costruiva un futuro collettivo sulla base di valori comuni, in passato fosse già stata unita. Unita sul presupposto della superiorità razziale, della condanna, dell’ostracismo e dell’odio. Un uomo di 96 anni se n’è andato. Egli ci lascia la consapevolezza che lo sprezzo degli altri esseri umani e della vita umana non potrà mai più essere elemento di unificazione dell’Europa. Vi invito a pensare a lui quando saremo chiamati ad assicurare che l’unità della nuova Europa si fondi sulla parità di trattamento e sulle pari opportunità. In sua memoria chiedo alla commissione che al paragrafo 13 …

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Nikolaos Sifunakis (PSE). (EL) Signor Presidente, desidero informare l’Assemblea in merito a un fatto gravissimo.

Proprio in questo momento le autorità turche stanno ultimando la costruzione di una diga che dovrebbe essere completata entro il 15 novembre: tra meno di 50 giorni a partire da oggi questa diga causerà l’allagamento e quindi la distruzione di uno dei siti archeologici più importanti dell’Asia minore.

Sto parlando di Allianoi, una località termale di epoca romana situata a 18 chilometri dalla città di Pergamo.

Il sito archeologico di Allianoi consiste in un intero complesso di strutture termali che sarebbero state il compendio del celeberrimo Asklepieion di Pergamo.

Credo che il Parlamento europeo debba prendere posizione contro la distruzione di questo sito e, visto che la risposta della Commissione è stata insoddisfacente, chiedo al Presidente dell’Assemblea di scrivere al Presidente turco affinché siano bloccati i lavori di completamento della diga che è destinata a causare la distruzione di parte del patrimonio culturale europeo.

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, approfittando della presenza del Commissario McCreevy e dei suoi colleghi, desidero fare un appunto sulla proposta di riforma della Commissione in relazione al regime dello zucchero. Contrariamente a quanto comunemente si crede, il consumo mondiale di zucchero è superiore alla domanda.

Stando alle previsioni della FAO, il consumo mondiale di zucchero si aggirerebbe sui 145 milioni di tonnellate per il 2004 e il 2005, a fronte di una produzione di 143 milioni di tonnellate. Il prossimo anno dovrebbe sfiorare le 149 tonnellate; basti pensare che il consumo pro capite in Cina nel medio termine dovrebbe passare dagli attuali 10 chili a 35 chili, allineandosi quindi al consumo comunitario. In Brasile il consumo pro capite ha già raggiunto i 50 chili. Inoltre, la disponibilità di acqua per l’irrigazione nei paesi in via di sviluppo e in altri paesi sta diminuendo, il che a sua volta determinerà un calo nella coltivazione della canna da zucchero, una coltura che richiede grandi quantità di acqua. Inoltre, l’atteso aumento della benzina addizionata di alcool a fronte del formidabile rialzo dei prezzi del petrolio è destinato ad avere un grande impatto sui consumi di canna da zucchero. Lo zucchero potrebbe diventare una risorsa strategica e nel lungo termine si profila quindi un’impennata nella domanda mondiale.

 
  
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  Marta Vincenzi (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a proposito della situazione del Sahara occidentale. Nell’agosto scorso il Fronte Polisario ha liberato gli ultimi prigionieri di guerra marocchini, ciò rappresenta un fatto positivo, che ha incontrato l’approvazione del Segretario Generale delle Nazioni Uniti, di Bush e di tutta la Comunità internazionale.

Tuttavia non sta accadendo altrettanto per i detenuti nelle carceri marocchine: le condizioni fisiche delle decine di detenuti saharawi in sciopero della fame sono ormai critiche, come ha denunciato Amnesty International. Tra loro ci sono donne e uomini simbolo della difesa dei diritti umani. L’Europa non può restare in silenzio, deve avviare una decisa iniziativa perché si arrivi alla liberazione dei sostenitori dei diritti umani e affinché il Marocco, i Saharawi rimasti nel Sahara occidentale, i profughi, trovino un accordo per vivere in pace collaborando alla nascita della nuova Repubblica araba-saharawi democratica e non vivano più in esilio o in carcere.

 
  
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  Christopher Beazley (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, anch’io desidero dare il benvenuto ai colleghi rumeni, in particolare ai colleghi che sono entrati a far parte del mio gruppo e che provengono dal partito democratico rumeno, dall’alleanza democratica ungherese in Romania e dal partito conservatore rumeno. Gli osservatori ovviamente impareranno la nostra metodologia di lavoro, che talvolta può essere molto complessa, ma credo che anche noi abbiamo qualcosa da imparare dalla storia della Romania. La Romania cadde nel giogo della dittatura con la Guardia di Ferro e poi con Ceausescu rimase prigioniera nella morsa del comunismo.

Per convenienza politica molti hanno dimenticato che la Bessarabia con un colpo di mano fu occupata da Stalin grazie alla complicità di Hitler. Centinaia di migliaia di persone perirono o furono costrette all’esilio e si compì l’assoggettamento di quella regione del paese. Alcuni capitoli della storia dell’Europa centrorientale sono stati dimenticati e ora tocca a noi ripercorrerli. Pur non facendone un’ossessione, dobbiamo trarne le debite conclusioni e guardare al futuro. La Romania prima del comunismo e della dittatura era un paese estremamente prospero, disponeva di una società petrolifera anglo–rumena e riceveva investimenti consistenti dalla Francia.

 
  
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  Peter Skinner (PSE).(EN) Signor Presidente, i colleghi di ogni nazionalità e di tutti gli schieramenti politici hanno dichiarato il proprio sostegno a favore di John Packwood, che è in attesa di estradizione dalla Spagna al Marocco, una misura inaccettabile per un cittadino spagnolo. Si tratta di una palese violazione della parità di trattamento dei cittadini comunitari, sancita dal Trattato. E’ una discriminazione a cui esorto la Commissione e il Presidente di opporsi con forza, attivandosi presso il governo spagnolo prima del termine fissato per l’estradizione.

Dovrebbe essere aperta un’istruttoria come preludio di un’inchiesta presso la Corte per il diritti dell’uomo, il che però sembra impossibile perché la vicenda viene fatta procedere molto in fretta. Quest’uomo è disperato, si trova dinanzi una prospettiva orribile e quindi ha bisogno di tutto il nostro sostegno. Chiedo all’Assemblea di attivarsi per questo caso.

 
  
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  Tunne Kelam (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, il 15 settembre un caccia russo armato di quattro missili ha sconfinato nello spazio aereo lettone e si è schiantato nei pressi della città di Kaunas. Faceva parte di una pattuglia di cinque caccia che scortavano un aereo spia russo da San Pietroburgo a Kaliningrad. E’ stato l’incidente più grave in una lunga serie di violazioni dello spazio aereo finlandese e baltico ad opera di aerei russi. Alla vigilia del Vertice UE-Russia chiedo alla Commissione di indicare come potrebbe essere affrontata la questione delle sistematiche violazioni ad opera di aerei russi dei confini di Stati membri dell’Unione europea nel contesto dei valori comuni su cui ufficialmente si fonda il partenariato UE-Russia. L’integrità del confine orientale dell’Unione non rientra forse nella politica estera e di sicurezza comune?

Per quanto attiene a Kaliningrad, non è forse nell’interesse di tutte le parti individuare dei modi per smilitarizzare le ultime vestigia della guerra fredda in Europa?

 
  
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  Ljudmila Novak (PPE-DE) . (SL) Nel 1940, quando già si stagliava la minaccia bellica, l’Italia prelevò dai territori sloveni dell’Istria, di Capodistria, di Isola e di Pirano opere d’arte create da maestri italiani in quelle zone sotto il patrocinio della Chiesa e di privati.

Come già aveva fatto la Jugoslavia, il governo sloveno si è attivato per conto dei proprietari per ottenere la restituzione di queste inestimabili opere. L’Italia evita di affrontare seriamente la vertenza e respinge tutte le iniziative avviate dal governo sloveno affinché sia individuata una soluzione diplomatica.

Il 22 settembre di quest’anno il ministro degli Esteri ha quindi inviato un verbale rinnovando la richiesta affinché si addivenga a una soluzione diplomatica. Ai sensi del trattato internazionale l’Italia è tenuta a restituire tutti i beni prelevati dai territori occupati e per tale ragione ci attendiamo legittimamente che queste opere d’arte siano restituite alla Slovenia.

 
  
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  Presidente. La discussione è chiusa.

 
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