Presidente. – L’ordine del giorno reca il turno di votazioni.
(Per risultati e ulteriori dettagli sulle votazioni: cfr. Processo verbale)
– Prima della votazione
Hannes Swoboda (PSE). – (DE) Signor Presidente, la relazione sull’Iraq che ci stiamo apprestando a votare potrebbe sembrare per certi versi un’iniziativa fallita in partenza, invece tale documento è importante poiché in esso Parlamento, Consiglio e Commissione insieme dimostrano che le Istituzioni europee sono in grado di rispondere in modo rapido e nell’interesse dei cittadini.
Ieri sera era tardi, era poco prima di mezzanotte, quando la relazione è stata discussa. Anche se ogni momento in Aula è importante, ritengo che noi, ossia i servizi di seduta e i deputati, dobbiamo fare in modo che relazioni legislative di tale rilievo, la cui approvazione è nel pubblico interesse, siano discusse in un orario più propizio, in modo da inviare un chiaro segnale al mondo esterno.
(Applausi)
Philip Bushill-Matthews (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, sollevo una mozione di procedura sul Tempo delle interrogazioni di ieri sera, ai sensi dell’articolo 132 del Regolamento.
Ieri sera il Tempo delle interrogazioni è durato 90 minuti, ma solo 11 interrogazioni hanno ricevuto risposta, soprattutto perché tutti i Commissari hanno fornito risposte lunghe e sconclusionate. Il Tempo delle interrogazioni è stato aperto dal Commissario Mandelson, che si è dilungato oltre i tempi previsti, cosicché alla fine il Commissario Špidla ha avuto la possibilità di rispondere solo a due interrogazioni.
Quando in precedenza avevo sollevato il problema, il Presidente Borrell aveva scritto una lettera alla Commissione in cui si chiedeva ai Commissari di fornire risposte più incisive e succinte. Finora la richiesta è rimasta senza seguito. Vorrei invitarla a inviare un’altra lettera, in cui si dica in modo meno diplomatico che i deputati si aspettano risposte brevi, non discorsi sconclusionati.
(Applausi)
Edith Mastenbroek (PSE). – (EN) Signor Presidente, vorrei far presente che il Parlamento europeo ha in programma di affrontare la discussione sul Vertice sulla società dell’informazione di Tunisi solo il mese prossimo. E’ un vertice delle Nazioni Unite sulla libertà dell’informazione.
Le delegazioni che partecipano al Vertice si sono viste intercettare l’accesso a Internet e alla posta elettronica negli alberghi che le ospitano. Assistono all’arresto di manifestanti e al maltrattamento e al pestaggio di giornalisti. Cassette che documentano violazioni dei diritti umani sono state requisite dalla polizia tunisina. In Tunisia non esiste libertà di informazione. Le delegazioni dell’Unione europea sono in Tunisia in questo momento. Credo che non si possa aspettare un altro mese per condannare siffatti episodi.