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Discussioni
Lunedì 12 dicembre 2005 - Strasburgo Edizione GU

16. Legge di regolamentazione delle attività di pianificazione urbana
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0382/2005), presentata dall’onorevole Fourtou a nome della commissione per le petizioni, sulle denunce di utilizzazione abusiva della legge sulla proprietà fondiaria di Valencia o legge sulla regolamentazione delle attività urbanistiche (Ley reguladora de la actividad urbanística – LRAU) e i suoi effetti sui cittadini europei (Petizioni 609/2003, 732/2003, 985/2002, 1112/2002, 107/2004 e altre) [2004/2208(INI)].

 
  
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  Janelly Fourtou (ALDE), relatore.(FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la mitezza del clima, la bellezza del paesaggio e i prezzi vantaggiosi, insieme all’accoglienza calorosa degli abitanti, sono ormai da anni i motivi principali che spingono migliaia di europei ad acquistare proprietà immobiliari nella regione spagnolo di Valencia.

Per far fronte alla crescita vertiginosa della domanda e per contrastare le speculazioni, l’amministrazione autonoma di Valencia nel 1994 ha varato una normativa urbanistica, la Ley reguladora de la actividad urbanística, o LRAU. Da allora il Parlamento riceve migliaia di petizioni proprio contro l’applicazione di tale legge. I firmatari lamentano il presunto abuso del loro diritto di proprietà a fronte di progetti di sviluppo e di abbellimento del territorio. Le critiche vertono tanto sulla sostanza – legittimità giudiziaria, economica, ambientale dei progetti – che sulla forma – mancanza di informazione e di trasparenza, tempi troppo brevi per la presentazione di contestazioni e risarcimenti eccessivamente esigui. Queste persone si sentono impotenti dinanzi a una situazione che è molto complessa, poiché – bisogna ricordarlo – in questo contesto le prerogative giuridiche e politiche sono di competenza del governo spagnolo per quanto concerne la legge fondiaria, della Comunità autonoma di Valencia per quanto riguarda la normativa urbanistica locale, e dei comuni, che, sorretti sia dalla legge spagnola che da quella regionale, mettono in campo programmi che per i firmatari sono illegittimi.

Per avere effettivamente il polso della situazione sul campo, la commissione per le petizioni ha inviato due delegazioni, una nel 2004 e una nel 2005, in modo da raccogliere informazioni presso tutte le parti in causa. In qualità di relatrice ho preso parte alla seconda delegazione e sono stata oltremodo colpita dal gran numero di firmatari, trovando molto commoventi non solo i loro discorsi ma anche la fiducia che essi ripongono nella reazione europea. Ho altresì apprezzato l’ascolto prestato dalle autorità di Valencia e il desiderio di collaborazione di cui hanno dato prova.

La Comunità di Valencia, consapevole dei problemi, si appresta quindi a varare a una nuova legge, la Ley Urbanística Valenciana o LUV, che terrà conto delle rivendicazioni avanzate dai firmatari. All’insegna dell’apertura, l’amministrazione valenciana ha anche invitato il Parlamento europeo a presentare qualunque suggerimento ritenesse necessario.

Spesso si rimprovera all’Europa di essere distante dai cittadini e ora abbiamo l’occasione di dimostrare il contrario: il Parlamento europeo, attraverso la sua commissione per le petizioni, presta ascolto ai cittadini. Il problema è che non possiamo però oltrepassare le nostre competenze, in quanto non possiamo assolutamente suscitare nei cittadini delle aspettative che non potranno mai essere esaudite. A fronte di tali fatti e nel rispetto della competenza comunitaria, chiediamo pertanto alla Commissione europea di continuare a vegliare sul rispetto delle leggi sugli appalti pubblici e a controllare eventuali violazioni alle direttive ambientali. La Commissione, infatti, ha già cominciato a rispondere alle nostre richieste, avviando, il 21 marzo scorso, una procedura d’infrazione contro il Regno di Spagna per il mancato rispetto della direttiva sugli appalti pubblici.

Noi insistiamo presso l’amministrazione regionale e presso i comuni affinché forniscano a tutte le persone interessate dalla LRAU un’assistenza che consenta loro di avviare un eventuale processo di correzione e indennizzo. Lanciamo poi un appello affinché la tematica ambientale, che riveste un’importanza capitale per il futuro dell’Europa, sia tenuta in considerazione in tutti i progetti.

Ringrazio i colleghi che si sono appassionati a questa materia e che hanno arricchito il mio testo iniziale, ma rammento loro che possiamo intervenire solo nel limite delle nostre competenze comunitarie e che il nostro margine di manovra è molto ristretto. Reagiamo e abbiamo tutti reagito a seconda del nostro carattere e degli impegni che ci siamo assunti. Alcuni hanno la tendenza ad andare oltre, altri sono eccessivamente cauti; da parte mia, ho cercato di adottare un atteggiamento moderato ed è in questo spirito che il gruppo ALDE presenterà alcuni emendamenti tesi unicamente a ricentrare il nostro intervento.

Sono tentata di dire ai cittadini europei interessati dalla LRAU che li abbiamo ascoltati, che deploriamo la situazione e che non siamo qui per giudicare, ma per cercare di esercitare pressioni affinché siano tutti ascoltati, rispettati e che alla fine si giunga a una soluzione giusta ed equa. Spero che la relazione sia approvata, che alla fine la situazione si normalizzi per tutti e che la commissione per le petizioni possa nuovamente dare prova di essere un anello importante nelle relazioni tra i cittadini e il Parlamento europeo.

 
  
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  Charlie McCreevy, Membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, la relatrice, onorevole Fourtou, e gli altri membri della commissione per le petizioni hanno lavorato con grande impegno su questa relazione, nata da un’iniziativa assunta dal Parlamento a seguito delle migliaia di petizioni ricevute. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla stesura del documento per il lavoro svolto e per il prezioso contributo reso a questo dibattito difficile e delicato. E’ una questione che effettivamente coinvolge un gran numero cittadini comunitari, come testimoniano le moltissime petizioni presentate.

A Valencia sono state effettuate due missioni d’inchiesta, che hanno dato agli onorevoli membri della commissione la possibilità di incontrare i rappresentanti di tutte le parti in causa e di valutare direttamente la situazione sul campo. Voi quindi conoscete quindi meglio di chiunque altro le varie tematiche in gioco.

La relazione dell’onorevole Fourtou verte su una serie di questioni importanti che hanno richiamato l’attenzione politica dell’Assemblea. La Commissione, entro i limiti delle sue competenze, ha esaminato il caso principalmente dalla prospettiva del mercato interno. In pratica abbiamo analizzato la dimensione che attiene agli appalti pubblici nella legislazione spagnola, argomento su cui mi concentrerò nel mio intervento.

La Commissione reputa che l’approvazione di programmi d’azione integrati ai sensi della normativa sulla pianificazione territoriale di Valencia implichi l’attribuzione di appalti per opere pubbliche e per servizi. Nelle prime fasi del processo di valutazione la Commissione aveva rilevato che la normativa sulla pianificazione territoriale di Valencia sollevava dei dubbi in relazione alle normative comunitarie sugli appalti pubblici. I contratti d’appalto venivano aggiudicati senza trasparenza e senza pubblicazione di avvisi sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Non era stato ravvisato alcun criterio oggettivo di selezione e di aggiudicazione, non erano invalse clausole appropriate sui prezzi, non era garantita alcuna parità di opportunità per quanti fossero interessati alle possibili attività economiche. La Commissione pertanto decise di avviare una procedura d’infrazione contro la Spagna e inviò una lettera ufficiale di messa in mora in data 21 marzo 2005.

Da allora stiamo lavorando d’intesa con le autorità competenti per correggere i difetti rilevati nell’applicazione della legge vigente. Tuttavia, il nuovo progetto di legge presentato ai miei servizi non pone rimedio a tutti i problemi precedentemente individuati. Oltretutto la situazione non è mutata a livello pratico. Le autorità pubbliche continuano ad aggiudicare appalti pubblici senza seguire procedure adeguate. Stante l’assenza di progressi, nei prossimi giorni mi appresto a inviare una lettera alle autorità spagnole competenti, chiedendo loro di prendere i debiti provvedimenti per risanare la situazione.

Può essere estremamente complesso conciliare i requisiti di pianificazione con le normative sugli appalti. Questo, però, non deve essere un pretesto per non applicare le normative comunitarie sugli appalti pubblici. Tali norme recano benefici alle autorità pubbliche, in quanto accrescono la concorrenza per l’aggiudicazione degli appalti pubblici e abbassano i prezzi delle opere, delle forniture e dei servizi. Pertanto mi impegno a far rispettare le normative comunitarie sugli appalti pubblici sia nella lettera che a livello pratico nelle leggi che saranno approvate in futuro.

La relazione dell’onorevole Fourtou ha altresì sollevato una serie di altre questioni, che però esulano dalla sfera di competenza comunitaria e, pertanto, la Commissione non può intervenire.

 
  
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  Marie Panayotopoulos-Cassiotou, a nome del gruppo PPE-DE.(EL) Signor Presidente, avendo preso parte alla seconda missione del Parlamento europeo che nel giugno del 2005 si è recata in visita presso le autorità spagnole a Madrid e presso le autorità regionali e locali nella regione autonoma di Valencia e che ha altresì incontrato diversi gruppi di firmatari, mi sento in dovere di affermare pubblicamente che tutti i principali interlocutori hanno mostrato una grandissima disponibilità a cooperare con i deputati al Parlamento europeo e hanno dichiarato di comprendere e di essere preoccupati per le denunce legittime dei cittadini, escludendo quelle illecite.

La relatrice, onorevole Fourtou, ha compiuto un’autentica prodezza, stilando la relazione a nome della commissione per le petizioni, e ha usato magistralmente i suoi poteri sottrattivi al fine di mantenere gli elementi fondamentali che è opportuno mettere in luce in un testo su cui l’Aula è chiamata a votare, rispettando il Regolamento e gli obblighi giuridici da cui era vincolata senza andare mai oltre.

Purtroppo, quando la relazione Fourtou è stata votata in seno alla commissione per le ripetizioni, nel testo sono stati furtivamente inseriti emendamenti che toccano il principio della sussidiarietà nonché denunce non pienamente circostanziate.

Appoggiamo quindi gli emendamenti presentati dalla relatrice e dal suo gruppo, tesi ad eliminare una serie di elementi secondari. Questi emendamenti restituiscono alla relazione la dignità di testo non legislativo, che ovviamente è privo di ripercussioni. Inoltre anche noi stiamo cercando a nostra volta di inserire una serie di emendamenti volti a migliorare il tono inaccettabilmente didattico e altezzoso, soprattutto dei paragrafi 6 e 11, in cui si insulta uno Stato membro. L’emendamento al paragrafo 11, in particolare, evidenzia il problema più generale legato all’eccessiva urbanizzazione del litorale mediterraneo e sottolinea la natura più ampia della tutela ambientale.

Per quanto concerne il considerando I, il nostro emendamento è teso a correggere il tono vago del testo e rammenta le procedure di infrazione, già avviate ai sensi dell’articolo 226 del Trattato e in ottemperanza alla legislazione europea, come anche lei ha ricordato, signor Commissario. Pertanto chiediamo a tutti di votare a favore della relazione e a favore di questi emendamenti. Poi la decisione effettiva dipenderà dalla coscienza di ciascun deputato.

 
  
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  Proinsias De Rossa, a nome del gruppo PSE.(EN) Signor Presidente, innanzitutto vi porgo le scuse dell’onorevole Cashman, che non ha potuto prendere parte al dibattito di stasera a causa di problemi di trasporto. Altrimenti sarebbe intervenuto lui a nome del gruppo PSE.

Questa relazione è estremamente importante per tutta una serie di ragioni, poiché punta a dimostrare ai cittadini di Valencia che il Parlamento europeo non è meramente un organo legislativo – benché ovviamente lo sia – ma diventa anche la voce dei popoli d’Europa quanto si profilano minacce per i loro diritti. Aggiungo inoltre che il gruppo PSE respingerà gli emendamenti che mirano a indebolire il testo. Il documento, infatti, è già una relazione di compromesso e non è incisiva quanto avrei di certo voluto.

E’ inammissibile che i residenti di determinati zone di Valencia si possano trovare dinanzi all’esproprio o alla possibilità di esproprio da parte dell’amministrazione locale solo per far arricchire i costruttori edili. E’ importante insistere soprattutto sull’applicazione di direttive che rientrano nelle competenze della Commissione e che non si rifanno solo al mercato interno. Mi riferisco, nella fattispecie, alla direttiva del 2001 sulle valutazioni strategiche dell’impatto ambientale e alla direttiva del 2000 che incita alla prudenza nell’uso e nella tutela delle risorse idriche – tutti temi, questi, che sono oggetto delle denunce. In realtà, è altresì importante individuare il modo di esortare il governo valenciano a introdurre una moratoria sui nuovi progetti fino a che non sarà attuata una nuova legge più appropriata, che sia pienamente in linea con le norme comunitarie.

E’ inoltre essenziale che ai cittadini sia assicurato il diritto di ricevere un rimedio e che non siano tenuti all’oscuro in merito alle proposte di tipo immobiliare sia al momento dell’acquisto sia nell’esercizio del possesso. Non è giusto che i cittadini possano subire unilateralmente l’esproprio della proprietà di cui sono titolari.

Ora vorrei affrontare un’altra questione. Sono certo che il collega non avrà obiezioni se richiamo l’attenzione del Commissario McCreevy sul fatto che lo scorso venerdì in Irlanda 100 000 persone hanno manifestato per esprimere la loro rabbia contro la direttiva Bolkestein per la quale egli è attualmente responsabile. Visto che è in Aula stasera, gli faccio presente la grande preoccupazione dei cittadini europei.

 
  
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  Diana Wallis, a nome del gruppo ALDE.(EN) Signor Presidente, porgo le congratulazioni alla collega, onorevole Fourtou, per la sua relazione, che è ben calibrata. Naturalmente, noi del gruppo ALDE sosterremo gli emendamenti che abbiamo presentato, ma non gli altri che mirano a indebolire ancor più il testo.

Sono in gioco i diritti dei cittadini. Ma la cosa più importante, forse, è che questo diritto si colloca al cuore dell’Unione europea. La libera circolazione nell’Unione europea è stata un vero e proprio successo e, quando i cittadini scelgono di esercitare questo diritto stabilendosi in un’altro Stato membro, spesso decidendo di trascorrervi la vecchiaia, meritano la nostra protezione e la nostra tutela. Molti infatti effettuano l’investimento più ingente della loro vita con l’acquisto di una proprietà immobiliare.

Questo è quanto è accaduto ai cittadini di una regione situata in uno degli Stati membri. Essi si sono rivolti a noi a migliaia per segnalare una disfunzione rovinosa. Il valore della loro proprietà immobiliare viene totalmente annullato da una legge sul controllo dello sviluppo edilizio che pare proprio non funzionare. La relazione che è stata stilata, a mio avviso, è equilibrata e ci permetterà di continuare a esercitare pressioni sulle autorità di Valencia.

Dobbiamo infatti perseguire un triplice intento. Dobbiamo garantire che lei, signor Commissario, continui a chiedere l’attuazione della legislazione comunitaria laddove ha le competenze per farlo; dobbiamo garantire che i cittadini che si sono rivolti a noi possano usufruire di una qualche sorta di meccanismo di risarcimento o di rimedio – e a tal fine dobbiamo continuare a esercitare pressioni sulle autorità spagnole.

Signor Commissario, non posso poi esimermi dal porle una domanda: chiediamo ai nostri cittadini di trasferirsi e di vivere altrove e quindi non vogliamo che possa ripetersi uno scenario simile. Pertanto, senza interferire nelle leggi fondiarie in vigore negli Stati membri – che rientrano nella loro sfera di competenza – possiamo pensare a qualche forma di consulenza, di orientamento o di servizio informativo per i nostri concittadini che acquistano proprietà immobiliari in altri Stati membri?

Non vogliamo che questa situazione si ripresenti di nuovo. Non vogliamo fare da balia ai cittadini, ma vogliamo sostenerli nell’esercizio del diritto alla libera circolazione, che a noi tutti è tanto cara.

 
  
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  David Hammerstein Mintz, a nome del gruppo Verts/ALE.(ES) Signor Presidente, ci troviamo dinanzi a un tema profondamente europeo, a una questione legata ai diritti: non possiamo applicare le normative comunitarie senza affrontare lo scandalo urbanistico scoppiato nel Mediterraneo. Non possiamo nemmeno applicare il Trattato in relazione ai diritti umani, né possiamo applicare le direttive sugli appalti pubblici, la direttiva quadro sulle acque e la direttiva sulla valutazione ambientale strategica, se prima non affrontiamo questo orrore della pianificazione territoriale, per usare le parole pronunciate proprio stamani dal presidente del Consiglio superiore del Collegio degli architetti; egli ha infatti dichiarato che la costa mediterranea sta straripando, che il territorio risente dell’eccessivo sovraffollamento e che le ripercussioni già irreversibili sono destinate a lasciare segni profondissimi sull’ambiente.

Dobbiamo porre fine a questo orrore quanto prima, in quanto vengono violati i diritti dei cittadini: migliaia di persone – la cui stragrande maggioranza valenciani – stanno subendo le conseguenze di questa situazione.

Lo sviluppo sostenibile non è compatibile con questo modello. Ritengo che l’Europa debba rispondere con fermezza e celerità dinanzi a queste violazioni delle direttive comunitarie.

A tal fine, al nostro interno abbiamo prodotto una relazione, frutto di due anni di lavoro esemplare della commissione per le petizioni, che l’ha approvata all’unanimità. Ora alcune persone che avevano votato a favore del testo in sede di commissione vogliono rovinare irrimediabilmente il testo. Non credo sia un comportamento molto onesto. Reputo che gli interessi ambientali dei cittadini siano più importanti degli interessi del mattone e del cemento con cui si vorrebbe rivestire l’intero litorale mediterraneo.

 
  
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  Graham Booth, a nome del gruppo IND/DEM.(EN) Signor Presidente, pur avendo una grande comprensione per i cittadini che si trovano in questa poco invidiabile situazione, il partito britannico UKIP reputa che la situazione venutasi a creare a Valencia in merito agli espropri fondiari avrebbe dovuto essere affrontata nell’ambito di accordi bilaterali tra la Spagna e i singoli paesi interessati. Mi viene infatti da pensare che il Parlamento europeo stia agendo in maniera sproporzionata, mancando l’obiettivo.

La pianificazione urbanistica è un settore che deve rimanere nell’ambito locale affinché le esigenze delle aree locali siano ascoltate da interlocutori che conoscono direttamente i problemi sul campo. Invece di risolvere i problemi, la politica centralizzata li complica. Abbiamo avuto modo di constatarlo innumerevoli volte con i cosiddetti progetti europei. Consentitemi di rammentarvi alcuni esempi.

In primo luogo balza all’occhio la politica comune della pesca, il cui sistema di quote sta causando gravissimi danni. Proclamato come progetto ambientale, ha inferto danni pressoché irreparabili agli stock ittici. Nel Regno Unito una grandissima parte degli impianti di lavorazione del pesce ha dovuto chiudere e le economie locali basate sull’attività ittica ne sono uscite devastate. Parlando di catastrofi, non possiamo esimerci dal menzionare la PAC, che ha creato laghi di vino e montagne di burro e che ora sta procurando non pochi problemi al Commissario Mandelson a causa degli agricoltori dei paesi in via di sviluppo. In poche parole, il Presidente Chirac, proteggendo i piccoli agricoltori francesi, sta ricattando il mondo. Anziché stabilizzare i prezzi sui mercati delle materie prime, l’Unione europea sta danneggiando quelle stesse persone che asserisce di voler aiutare.

La situazione in cui si trovano i cittadini non spagnoli a Valencia, tra cui molti connazionali britannici, dovrebbe essere affrontata tra i governi. Mi duole che il governo britannico non sia riuscito a concludere un accordo bilaterale con la Spagna in questo ambito. Assistiamo invece all’ennesima incursione della piovra burocratica comunitaria che approfitta nuovamente di sventure private per impadronirsi della sovranità degli Stati membri.

 
  
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  Marcin Libicki, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, innanzitutto desidero esprimere i miei più sentiti ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo risultato estremamente positivo, che dovrebbe concludersi con il capitolo dell’approvazione della relazione. In particolare, sono molto lieto che i firmatari abbiano riposto la loro fiducia nell’Unione europea e nella commissione per le petizioni, che ho l’onore di presiedere. Sono altresì molto lieto che il Mediatore della regione di Valencia abbia offerto la propria assistenza per stilare la relazione e per individuare una soluzione al problema. Mi compiaccio inoltre che il lavoro svolto dai membri della nostra missione, recatisi in visita nella regione, sia stato così produttivo. L’onorevole Cashman, vicepresidente dalla commissione per le petizioni, ha guidato la missione, di cui faceva parte anche l’onorevole Fourtou, a cui va la mia gratitudine per la relazione che ha prodotto. Alla missione hanno preso parte anche l’onorevole Panayotopoulos-Cassiotou, che ringrazio, e il capo della segreteria della commissione. La mole di lavoro svolta si è concretizzata nel documento di cui stiamo discutendo.

Le petizioni, originariamente presentate dal signor Charles Svoboda a nome del gruppo di pressione valenciano Abusos Urbanísticos No e dai signori Schuckall e Perret, sono poi state firmate da oltre 10 000 persone. All’inizio avrebbe potuto essere giustificato chiedersi se valesse la pena di sottoporre le petizioni a ulteriore scrutinio, ma presto divenne evidente che si trattava di un approfondimento necessario. Questa decisione non venne motivata solo dal fatto che erano stati infranti i principi della protezione ambientale e le normative sull’aggiudicazione di appalti pubblici, ma soprattutto dalla constatazione che era stato violato un diritto umano fondamentale. Intendo essenzialmente il diritto alla proprietà, oltretutto il diritto alla proprietà di cittadini spesso di mezzi modesti, che non desideravano altro che trascorrere il resto della loro vita nelle casette che essi stessi si erano costruiti.

I colloqui che abbiamo avuto con i firmatari, sia nel corso della missione d’inchiesta che durante i nostri incontri, hanno gettato piena luce sul dramma che incombe su queste persone, le quali si sono viste confiscare buona parte delle loro proprietà. La loro esperienza è stata del tutto terrificante: hanno scoperto di essere stati privati di parte dei loro possedimenti a loro insaputa e sono stati violati gravemente i loro diritti fondamentali.

La nostra commissione ha approvato la relazione Fourtou all’unanimità. Il documento è frutto di compromessi e di dibattiti sugli emendamenti svolti in seno alla commissione. Credo quindi che l’Assemblea debba approvare la relazione nella sua versione attuale senza ulteriori emendamenti che potrebbero distorcerne il significato. Visto che è già stata approvata all’unanimità, sarei molto lieto se anche l’Aula la approvasse allo stesso modo.

Onorevoli colleghi, miriamo a fare in modo che Valencia vari una nuova legge. E’ già stata fatta una promessa in questo senso, che è testimonianza dell’efficacia del lavoro del Parlamento e della sua commissione. La nuova legge deve tenere debito conto dei diritti umani e delle norme sugli appalti pubblici per quanto concerne gli aspetti ambientali. Il risarcimento per le parti lese rappresenta un’altra questione che deve essere affrontata. Chiediamo quindi al governo di Valencia di tenere un archivio dettagliato di ogni singolo caso e, laddove si riveli necessario, di offrire un risarcimento adeguato.

Spero che il Commissario McCreevy, oggi presente in Aula a nome della Commissione, si adopererà al massimo affinché non si verifichino altre ingiustizie e affinché i torti passati vengano sanati.

 
  
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  Carlos José Iturgaiz Angulo (PPE-DE).(ES) Signor Presidente, naturalmente devo innanzitutto ringraziare l’onorevole Fourtou per la relazione, un testo che – come abbiamo detto – è stato oggetto di molte discussioni e di un grande lavoro; non dimentichiamoci che, come è stato già ricordato, la relazione ha ricevuto un trattamento di eccezione in seno alla commissione per le petizioni: due delegazioni parlamentari si sono recate in visita alla Comunità valenciana per discutere e affrontare la questione.

Credo, però, che il problema oggi si avvii verso una conclusione e ritengo inoltre che, attraverso questa relazione, sarà messo in discussione il modello di pianificazione territoriale socialista invalso nella regione, introdotto appunto dai socialisti quando erano al potere. E le conseguenze sono queste. Sono quindi lieto che, come ha detto l’onorevole Libicki, d’ora in poi, grazie alla relazione, che immagino sarà approvata dall’Assemblea, la nostra Istituzione plaudirà anche all’iniziativa intrapresa dal governo valenciano, che si appresta a elaborare e a stilare una nuova legge in sostituzione della pregressa normativa socialista.

In particolare, desidero sottolineare che la nuova normativa, che presto sarà approntata e attuata, conterrà, tra l’altro, due punti fondamentali: in primo luogo la nuova legge sarà varata in ottemperanza alle competenze in materia di pianificazione territoriale che ricadono esclusivamente nella sfera di competenza del governo valenciano e, in secondo luogo, la relazione contiene anche una serie di raccomandazioni volte a permettere allo Stato di diritto di far fronte alle denunce che sono state presentate o che potranno essere presentate a causa dell’applicazione della vecchia LRAU. In altri termini saranno garantiti tutti i diritti dei cittadini che si sono rivolti alla commissione per le petizioni.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono certo che, quando si abrogherà la LRAU, promulgata dal precedente governo socialista, si giungerà alla soluzione giusta e sono convinto che a questa soluzione giusta si perverrà applicando la nuova legge che il governo del partito popolare della Comunità valenciana intende varare.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON OUZKÝ
Vicepresidente

 
  
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  Joan Calabuig Rull (PSE).(ES) Signor Presidente, prima di tutto desidero ringraziare l’onorevole Fourtou per il lavoro che ha svolto in commissione. La collega ha infatti assunto un atteggiamento aperto, abbiamo avuto modo di discutere diversi emendamenti di compromesso, e sappiamo anche che ha dovuto assolvere a un compito difficile, in quanto si tratta di una questione su cui non potete immaginare quanti interessi diversi convergano e, quindi, nemmeno le pressioni cui siamo sottoposti.

In primo luogo desidero far presente che, ormai da decenni nella Comunità valenciana vivono migliaia di cittadini europei, milioni di persone visitano la nostra regione ogni anno e queste persone sono felici di stare nella nostra comunità, sono contente dei servizi di elevata qualità di cui usufruiscono nella loro quotidianità. Stiamo quindi parlando di un paese ospitale. La maggior parte dei residenti e di coloro che intendono trasferirvisi sono lieti di condividere la loro vita con noi.

Va inoltre osservato che la maggioranza dei casi viene risolto positivamente in tribunale o viene affrontata da alcune autorità locali in svariate località. Ma i problemi di molti non trovano risoluzione e al momento sono numerosissime le persone che si trovano in questa situazione. Sono quindi sgomento per il fatto che negli ultimi tre anni siano aumentate così drasticamente le denunce per gli abusi commessi nella pianificazione territoriale.

In qualità di cittadino europeo, nato e residente nella Comunità valenciana, sono sinceramente dispiaciuto che si sia reso necessario questo dibattito, ma dobbiamo ricordare che questa situazione è dovuta al fatto che le petizioni presentate al Parlamento provengono da migliaia di cittadini europei che si sentono vittima di abusi urbanistici. Desidero chiarire che siamo in presenza di una situazione eccezionale in Spagna e nel resto d’Europa, che, dobbiamo ricordarlo, ha dato luogo a proteste formali da parte di diciassette ambasciatori di paesi membri.

Altre regioni spagnole sono dotate di normative analoghe alla LRAU. Inoltre la direttrice del Dipartimento autonomo per il territorio e l’ambiente è intervenuta in Aula per attestare la grande validità della legge. Benché le normative siano similari, evidentemente non hanno mai dato luogo a un problema di queste proporzioni.

Mi preme pertanto precisare che è giusto che il Parlamento si faccia carico delle preoccupazioni dei cittadini; credo inoltre che le autorità volessero che la delegazione che si è recata in visita avanzasse delle proposte, che è proprio quanto ha fatto la commissione. Ritengo sia nostro dovere esigere rispetto per i cittadini dinanzi a gruppi economici che hanno un immenso potere e dai quali spesso le persone hanno pochi mezzi per difendersi. A mio parere, siamo in grado di contribuire alla realizzazione della proposta dell’onorevole Iturgaiz: non dover più tenere un dibattito simile e riuscire a porre fine a questa situazione. Se non promuoviamo delle soluzioni adesso, è chiaro che in futuro, purtroppo, il problema si ripresenterà più e più volte.

Come ho già detto, in quanto cittadino della Comunità valenciana, voglio che questi problemi siano risolti e voglio che l’incompetenza di un’amministrazione regionale non leda la nostra immagine, come in realtà sta accadendo agli occhi di molti cittadini europei, perché la nostra regione non lo merita.

 
  
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  Ignasi Guardans Cambó (ALDE).(ES) Signor Presidente, prima di tutto mi permetta di congratularmi con la relatrice, onorevole Fourtou, per il lavoro che ha svolto. Tuttavia, mi rammarico che la sua relazione sia stata alterata nelle fasi finali con l’approvazione di taluni emendamenti e che quindi sia stato compromesso un testo che originariamente era soddisfacente.

In definitiva, onorevoli colleghi, il testo in esame è un misto di populismo irresponsabile da parte di deputati che vogliono compiacere i loro concittadini spagnoli a tutti i costi e da parte di deputati spagnoli di diversi schieramenti che hanno deciso di fare politica locale e regionale in seno al Parlamento europeo: ne avete appena avuto una dimostrazione.

Questa duplice commistione di populismo irresponsabile provoca le aberrazioni su cui potremmo essere chiamati a votare in questa sede, se il testo non sarà modificato. E’ triste constatare che il Parlamento europeo si è trasformato in un organo legislativo regionale che, stravolgendo completamente il principio di sussidiarietà, e che impartisce ordini a una Comunità autonoma dicendole cosa fare, come farlo e come legiferare, nonché quando può concedere licenze urbanistiche e a quali condizioni.

Comprendo e sottoscrivo senza alcuna riserva le critiche mosse alla normativa e ovviamente aderisco alle critiche rivolte alla sua applicazione da parte dell’amministrazione valenciana.

Il Parlamento europeo, però, onorevoli colleghi, non è il Santuario di Lourdes, cui la gente si può rivolgere quando non vi sono più speranze altrove. Questa è un’Istituzione seria, e l’unico obbiettivo che si ottiene presentando una risoluzione di questo genere è creare una falsa immagine agli occhi dei cittadini, in quanto le risoluzioni approvate sono destinate a non produrre alcun effetto, visto che è il parlamento valenciano l’unico organo che ha il potere di risolvere la questione; in questo modo, si crea quindi una nomea che non valorizza in alcun modo i lavori di quest’Assemblea e non accresce affatto il rispetto che chiediamo ai cittadini per il nostro operato.

Sottoscrivo quindi pienamente le critiche alla situazione in cui versa la pianificazione territoriale a Valencia, sia le osservazioni sulla legge che quelle sull’amministrazione. Affrontandole in questa sede, però, è come protestare in Aula per i ritardi della metropolitana di Londra. Non credo che il Parlamento europeo sia la sede adeguata per intervenire in questo senso e quanto stiamo facendo, ossia approvare un documento di questo genere, distorce lo stesso impianto istituzionale.

 
  
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  Bernat Joan i Marí (Verts/ALE).(EN) Signor Presidente, con il mio intervento non intendo in alcun modo mancare di rispetto all’autonomia del paese valenciano. Ad ogni modo, credo che l’autonomia di cui esso gode sia insufficiente a far fronte alle reali esigenze di questa regione dei paesi catalani.

Poste tali premesse, credo che sia necessario introdurre una norma comune per conferire una visione europea univoca alla pianificazione territoriale e alla protezione ambientale. Mi viene da pensare infatti che gli speculatori edilizi sfruttino la debolezza dell’autonomia di Valencia. Si creerebbe così terreno fertile per la corruzione su larga scala. Nell’Unione europea occorre quindi arrivare a un consenso per scongiurare politiche suscettibili di mettere a repentaglio una pianificazione europea razionale e l’ambiente. Gli Stati, le regioni e le comunità autonome devono essere coinvolte nel raggiungimento di tale consenso. Se non ci adopereremo per il conseguimento di questo obiettivo, aree quali il paese valenciano e le isole Baleari, in cui l’edilizia è la principale attività economica, vedranno compromesso l’intero territorio. E’ già alquanto anomalo che l’edilizia sia la principale attività economica in questa nostra parte del mondo. Se non metteremo fine a questa situazione, alcuni gruppi economici si arricchiranno ancora di più, causando colossali problemi sociali, ambientali ed economici nel prossimo futuro.

 
  
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  Richard Seeber (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, innanzitutto devo far presente che la questione è stata oggetto di una relazione della commissione per le petizioni, pubblicata nel maggio del 2004, in cui sono state comprovate gravi violazioni dei diritti umani e della legislazione comunitaria in riferimento a casi concreti.

Nel giugno di quest’anno una delegazione del Parlamento ha condotto una missione d’inchiesta a Valencia, in cui sono stati ascoltati diversi interlocutori, cittadini comuni e residenti della regione nonché rappresentanti delle autorità regionali e della corte costituzionale.

Dobbiamo tenere presente che la legge fondiaria vigente in Spagna attribuisce ai proprietari il 90 per cento dei diritti di costruzione e che la legge in oggetto – in materia di esproprio – obbliga i proprietari a cedere oltre il 10 per cento dei propri terreni, senza contropartita, alle autorità locali che intendono attuare piani di sviluppo urbanistico. Dobbiamo inoltre sapere che molti proprietari hanno subito danni reali a causa di questi processi di sviluppo e che alcuni progetti di sviluppo hanno avuto effetti devastanti sull’ambiente e sull’equilibrio ecologico di molte aree costiere, soprattutto per quanto attiene alle prospettive future per la fornitura idrica, altra questione su cui l’Unione europea è preoccupata.

Sono quindi molto lieto di apprendere che la regione di Valencia ha riveduto la legge e in sostituzione ne ha già elaborata una nuova. Dobbiamo quindi adoperarci per garantire che la nuova normativa contenga innanzitutto una definizione scevra da ambiguità sul significato di “interesse pubblico” per evitare, oltre ogni ombra di dubbio, che sia impugnata la preponderante accezione di “interesse pubblico” per espropriare proprietà fondiarie a vantaggio di interessi privati, e non pubblici.

Devono inoltre essere definiti criteri vincolanti per il calcolo dei risarcimenti per gli espropri, che devono basarsi su norme e principi riconosciuti nella giurisprudenza della Corte di giustizia europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Questo, però, è un caso eccezionale e l’Assemblea deve prestare attenzione a non alimentare aspettative troppo elevate presso l’opinione pubblica, in quanto potrebbero rivelarsi impossibili da soddisfare!

 
  
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  José Manuel García-Margallo y Marfil (PPE-DE).(ES) Signor Presidente, innanzitutto desidero formulare due considerazioni preliminari prima di entrare nel merito.

In primo luogo, le denunce di cui stiamo discutendo vertono su una normativa legittima, approvata da un parlamento regionale in ottemperanza alle sue competenze e non invalidata dalla Corte costituzionale.

In secondo luogo, i giudizi che stiamo esprimendo non afferiscono in alcun modo ad azioni illegali: la Spagna è un paese garantista, dotato di un ordinamento giuridico aperto al cui vertice si pongono le giurisdizioni europee, che hanno il compito di emettere sentenze sulla base del chiaro principio del diritto penale secondo cui nullum crimen nulla poena sine lege.

Comprendo le considerazioni espresse dall’onorevole Guardans, nemmeno io avrei tollerato un’intromissione nelle competenze del parlamento regionale, del parlamento nazionale o dei tribunali spagnoli.

Spetta certo a questo Parlamento – e l’onorevole Fourtou ha svolto il suo compito con un’eleganza incomparabile – occuparsi delle petizioni presentate dai cittadini ed emettere raccomandazioni che, nella fattispecie, l’amministrazione in carica nel paese valenciano ha accolto con grande generosità e intelligenza.

Il Parlamento, però, non può cercare di svolgere funzioni di pianificazione territoriale, le quali rientrano nelle competenze delle autorità regionali, come invece mi è parso di capire dall’intervento – in inglese, mi sembra – del mio compatriota, l’onorevole Joan i Marí.

In secondo luogo non può nemmeno essere introdotta una moratoria, in quanto tale prerogativa ricade sul parlamento regionale.

In terzo luogo il Parlamento non può neanche stabilire i risarcimenti: le autorità amministrative non possono corrispondere risarcimenti in mancanza di una sentenza giudiziaria o di una delibera amministrativa, altrimenti si renderebbero colpevoli di appropriazione indebita di fondi.

Infine, come ha affermato giustamente l’onorevole Guardans, il Parlamento europeo non è la sede – e mi rivolgo in particolare all’onorevole Calabuig – per intessere un processo politico.

L’onorevole Calabuig non ha detto che la legge di cui stiamo parlando è stata varata con la maggioranza dello schieramento socialista cui egli appartiene, non con la maggioranza della mia famiglia politica. In secondo luogo, egli non ha detto di aver presentato un emendamento in cui si dichiara che le petizioni vertono sugli ultimi tre anni, ossia sul dell’amministrazione Camps; in realtà, le petizioni risalgono a molto tempo prima, e l’intento politico del collega è quello di imputare la colpa all’amministrazione regionale, poiché è questa amministrazione che egli vuole spodestare – finora con scarso successo, oltretutto, e mi auguro che possa continuare a lungo in questo genere di tentativi.

A questo proposito, convengo con l’onorevole Guardans: non è corretto, non è moralmente corretto strumentalizzare questo Parlamento per infangare il nome di una Comunità, di un parlamento legittimamente eletto e di un’amministrazione che gode del sostegno dei cittadini.

 
  
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  Charlie McCreevy, Membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli deputati per le osservazioni. Già di per sé il gran numero di persone che hanno firmato le petizioni oggetto della relazione Fourtou dimostra che l’applicazione della LRAU a Valencia è problematica.

Come indicato all’inizio del dibattito, la maggior parte dei problemi esulano dal campo di competenza della legislazione comunitaria. Benché la Commissione comprenda le preoccupazioni sollevate, non è in grado di apportarvi una soluzione.

Laddove insorgono problemi di compatibilità con la normativa comunitaria, l’Esecutivo non mancherà di intervenire e di prendere i provvedimenti necessari per porvi rimedio. Mi riferisco agli aspetti della LRAU legati agli appalti pubblici. Abbiamo individuato una serie di problematiche in questo settore ed è stata avviata una procedura di infrazione contro la Spagna. Ci stiamo infatti adoperando per garantire la corretta applicazione della normativa comunitaria in materia di appalti pubblici.

I colleghi delle diverse direzioni della Commissione hanno esaminato gli aspetti della relazione che vertono sulla politica ambientale, sulla giustizia e sugli affari interni, sulla politica dei consumatori e sulla politica regionale. Sarebbe sbagliato instillare l’aspettativa che, in questi settori, l’applicazione del diritto comunitario può offrire ai firmatari una soluzione ai problemi contro cui si sono scontrati.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani alle 12.00.

Dichiarazione scritta (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Jules Maaten (ALDE).(NL) Da oltre due anni il Parlamento europeo riceve decine di migliaia di petizioni di cittadini europei, tra cui molti miei connazionali olandesi, in merito all’applicazione indebita della legge sulla pianificazione urbanistica (LRAU) nella regione di Valencia. La legge consente ai costruttori edili di espropriare illegittimamente i titolari di proprietà immobiliari, cui viene corrisposto un magro risarcimento, quando non viene negato del tutto, per poi chiedere loro altri soldi per la costruzione di strade, per le reti fognarie e per l’illuminazione stradale.

Fortunatamente il Parlamento ha affrontato il problema e domani ci esprimeremo con il voto sulla relazione della deputata liberale, onorevole Fourtou. In questo modo, esorteremo Valencia a migliorare la legge – un processo avviato dopo la visita della commissione d’inchiesta del Parlamento – e a istituire una procedura per valutare la situazione dei proprietari di abitazioni caso per caso insieme a provvedimenti sul risarcimento.

In passato avevo già parlato varie volte con cittadini olandesi residenti nella regione e sono lieto che alla fine sia stata riconosciuta l’urgenza della situazione. E’ positivo che, su richiesta dell’Europa, Valencia abbia avviato la revisione della normativa, ma ora alle parole devono seguire i fatti affinché altri proprietari non debbano subire un trattamento iniquo.

 
  
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  Neil Parish (PPE-DE).(EN) Il diritto alla proprietà è un diritto fondamentale. I titolari di beni immobili a Valencia hanno subito la confisca di proprietà immobiliari e di terreni su vasta scala a vantaggio di imprenditori edili, spesso senza scrupoli, e di autorità locali che agivano con la connivenza delle autorità valenciane secondo i termini stabiliti dalla LRAU. Questi fatti sono stati attestati dalle petizioni inoltrate al Parlamento europeo e da due missioni d’inchiesta.

Tutto ciò è assolutamente inammissibile in una società libera.

Deve essere introdotta una moratoria su tutti i progetti di urbanizzazione in corso o previsti nel prossimo futuro nella regione fino a che il parlamento valenciano non promulghi una legge pienamente rispettosa dei diritti di proprietà. Per coloro che hanno perduto terreni e proprietà immobiliari a causa dei piani di sviluppo urbano delle autorità valenciane la nuova legge deve istituire con urgenza una struttura giuridica e amministrativa con il potere di valutare i piani di sviluppo e stabilire il giusto risarcimento per le vittime.

I titolari di beni immobili che hanno subito perdite a fronte della collusione tra imprenditori edili e autorità locali a Valencia devono ricevere risarcimenti appropriati.

Pur apprezzando la revisione della politica di appropriazione delle proprietà fondiarie attuata dalle autorità valenciane, giustizia non è ancora stata fatta per i cittadini che hanno perduto beni e terreni.

 
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